Clima Globale
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a proposito della Pangea
La Pangea si sarebbe spezzata circa 180 milioni di anni fa, a causa del processo della tettonica a zolle, dando luogo ad altri due supercontinenti: la Laurasia (supercontinente del nord) e la Gondwana (supercontinente del sud). Dall'ulteriore frammentazione della Laurasia e della Gondwana deriverebbero gli attuali continenti. Fu all' inizio del XX secolo che il fisico tedesco Alfred Wegener fu attirato da una strana coincidenza: la forma della costa occidentale del continente africano e quella della costa orientale del continente sudamericano combaciavano perfettamente. Wegener, a conferma della sua teoria, portò altre prove, quali la natura geologicamente simile delle rocce dei continenti che idealmente si incastravano e alcuni ritrovamenti fossili del rettile Mesosaurus e della felce Glossopteris, distribuiti in fasce che abbracciavano i due continenti e che facevano ipotizzare che in passato fossero uniti in un solo continente. Nonostante queste prove la sua teoria fu ritenuta bizzarra e non venne accettata.
Animazione della separazione della Pangea
In effetti Wegener, con i mezzi e le conoscenze a disposizione nel secolo scorso, non poteva spiegare come e perché da quest'unica Pangea si fossero poi distaccati i vari continenti e da che cosa potesse nascere la forza responsabile dei loro spostamenti successivi.
La teoria sulla Pangea è oggi largamente accettata, e viene detta teoria della Deriva dei continenti. I geologi ipotizzano anzi che la Pangea sia stata preceduta da diversi altri supercontinenti, tra cui la Pannotia (600 milioni di anni fa), la Rodinia (750 milioni di anni fa) e la Vaalbara (3,6 miliardi di anni fa).
http://it.wikipedia.org/wiki/Pangea
Animazione della separazione della Pangea
In effetti Wegener, con i mezzi e le conoscenze a disposizione nel secolo scorso, non poteva spiegare come e perché da quest'unica Pangea si fossero poi distaccati i vari continenti e da che cosa potesse nascere la forza responsabile dei loro spostamenti successivi.
La teoria sulla Pangea è oggi largamente accettata, e viene detta teoria della Deriva dei continenti. I geologi ipotizzano anzi che la Pangea sia stata preceduta da diversi altri supercontinenti, tra cui la Pannotia (600 milioni di anni fa), la Rodinia (750 milioni di anni fa) e la Vaalbara (3,6 miliardi di anni fa).
http://it.wikipedia.org/wiki/Pangea
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Re: Clima Globale
azz quindi potremmo continuare a staccarci oppure riavvicinarci e riunirci sperando la sardegna rimanga dove si trova ora
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Re: Clima Globale
cristian ha scritto:azz quindi potremmo continuare a staccarci oppure riavvicinarci e riunirci sperando la sardegna rimanga dove si trova ora
il processo della tettonica a zolle di certo non si è fermato e prova ne sono i terremoti, comunque a questo punto passo il testimone a mir.......
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Re: Clima Globale
secondo alcuna teorie si potrebbe assitere ad un ricongiungiento delle placche come era con la pangea,oppure a un fenomeno di ulteriore sfaldamento e divisione o di zone che potrebbero sovrapporsi le une sulle altre,le teorie in questo campo sono tante ma di concreto ancora nulla
Ospite- Ospite
il petrolio usato come pretesto per il Corexit?
Articolo di KEN PRICE pubblicato il 28 luglio 2010 su henrymakow.com - Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO - Titolo originale "Oil Used as a Pretext for Corexit"?
La storia di Mathew Simmons (che il pozzo di petrolio non è mai stato sigillato e che si sta ancora espandendo a tutta velocità) è stata considerata essere una frode fuorviante [Price & Makow.com ci sono cascati. Le nostre scuse.]. Sembra che lo scopo di questa “rivelazione” fosse quello di farci credere che la causa principale di morte nella regione del Golfo fossero le emissioni di metano ed il petrolio abiotico, QUANDO DI FATTO, la causa letale è il corexit.
Ora sembra che non abbiamo una perdita di petrolio, ma di catrame. Continuerò a parlare di queste cose, ma mentre andate avanti con la lettura troverete delle buoni ragioni per credere che quello che è davvero fuoriuscito è il prodotto di un vulcano di asfalto, e che potrebbe essere stata una normale infiltrazione di tale materiale.
Quindi, questo è quanto ci è rimasto per andare avanti:
1. Il corexit è letale. È stato provato nel disastro della Valdez ed è risaputo accorciare la vita di tutti coloro che vi lavorano vicino e che lo respirano. Non sarebbe dovuto più essere stato usato.
2. Continuate a restare lontani dalle aree lungo la costa. Non fate bagni nell’acqua.
3. Stanno dando in pasto al pubblico una massiccia illusione mediatica. Questo è stato portato alla luce da quanto segue:
foto ritoccate dell’ipotetica copertura del pozzo;
foto ritoccate dell’ipotetico “centro di comando” della BP;
nessuna richiamata dall’ipotetico “centro di soccorso” della BP;
gli staff di pulizia del terreno che lasciano la scena un’ora dopo la partenza del presidente dall’area da lui visitata;
fino a due piedi di sabbia trasportata e scaricata durante la notte sulle spiagge di fronte ai resort in modo da far risultare buone le foto del giorno dopo;
accesso vietato al pubblico alla maggior parte delle spiagge oltre a quello di parlare con qualsiasi impiegato delle pulizie, volare sopra la regione del Golfo, fare fotografie alla BP o ai lavoratori, accedere ai registri (quanti agenti disperdenti, cosa c’è dentro, ecc.);
poche persone sanno qualcosa sulle migliaia di lavoratori che si sono ammalati lavorando sulle coste e sulle barche in mare.
Che casino di inchiesta!
4. Pochissimo petrolio ha colpito le spiagge costiere del Golfo e questo dopo giorni di forte vento dal sud. Quindi, tanto per cominciare, se il petrolio fosse mai stato lì, agenti disperdenti o no, ora raggiungerebbe le coste. Quello che ha toccato le spiagge è stato prevalentemente catrame, e complessivamente, dopo tutto questo tempo, le quantità sono state minuscole. Alcune foto hanno mostrato il “petrolio” di un colore rossastro, altre bianco.
L’ultima ipotesi è questa: la piattaforma della Deep Horizon ha trivellato attraverso un deposito di argilla ed uno di asfalto. Questo significa che l’evento è stato alquanto gonfiato, che il profondo pozzo all’interno della più grande riserva di petrolio mai scoperta chiuso a 100.000 psi di pressione non ha mai costituito una minaccia. Significherebbe anche che NON c’è un massiccio flusso di petrolio abiotico tossico che uccide gli oceani. Questo potrebbe significare che è stata un tattica di terrore data in pasto al pubblico per giustificare l’uso del corexit letale.
Non c’è davvero assolutamente alcuna ragione per cui la zona dovrebbe essere talmente inaccessibile ai visitatori se non quella di nasconderci ciò che sta veramente succedendo. Non c’era alcuna ragione per permettere alla BP di controllare questa situazione sin dall’inizio e già più di 80 giorni prima dell’ipotetica “copertura” del pozzo, senza che ognuno dei maggiori leader mondiali gridasse agli USA di agire immediatamente per fermare l’avvelenamento dei mari del mondo.
Non so cosa sta veramente succedendo o quale sia il piano. Da come appaiono le cose al momento, somiglia tanto ad uno scenario da uragano Katrina che conduce all’evacuzione-ricollocamento permanenti della popolazione con basso reddito e ad un possibile nuovo sviluppo della regione. Dipende tutto dall’entità del danno, a breve e lungo termine, causato dall’impiego generoso di corexit. Potrebbe esserci uno scarico massiccio di rifiuti tossici accumulati sul posto di lavoro di centinaia di migliaia di residenti insospettosi nel Golfo.
Un’altro motivo possibile include:
causare una moratoria sulla trivellazione in alto mare, cosicché possano poi piangere per una futura carenza (ed alzare i prezzi);
causare un cataclisma da usare come causa per il collasso economico degli USA (Chernobyl ha portato avanti il collasso dell’URSS per cinque anni);
diffondere una malattia biologica (spopolamento);
far collassare l’economia del Medio Oriente, il quale ha prestiti così ingenti che alcuni dei Paesi hanno bisogno di greggio a più di 100 dollari al barile solo per sopravvivere agli interessi. Questo “occhio pesto” che l’industria del petrolio deve ora sopportare potrebbe portare alla riduzione della domanda e della dipendenza da petrolio (non è una delle mie ipotesi);
costringere il mondo a cambiare fonti di energia. In questo modo potrebbero facri ricostruire da capo il sistema dei trasporti, e capitalizzarci e tassarci ad ogni stadio del cammino (vorrei vedere il giorno in cui accadrà!);
cambiare il clima della Costa Orientale delgi USA e/o Inghilterra, Olanda, ecc.
cambiare i flussi della corrente del Golfo;
dare una ragione per un “intervento di emergenza”, che avviene sotto forma di presa di controllo militare (come ad Haiti), questa volta su scala più ampia, comprendendo Cuba e tutte le isole della regione del Golfo;
Come parte di un piano mondiale più ampio, al momento sono confermate delle perdite di petrolio in Cina, nel Mare del Nord, nel Mar Rosso ed ora anche una falla in un gasdotto che disperde 840.000 galloni nel fiume Kalamazoo in Michigan.
“Perchè le perdite di petrolio all’improvviso capitano in maniera constante, in tutto il mondo? Solo quest’anno, l’ambiente ha subito un duro colpo senza precedenti solo dall’industria petrolifera”. (Meta Ocean Research)
Nel mio ultimo aggiornamento ho menzionato un secondo pozzo che sta disperdendo nel Golfo, vicino la Deepwater Horizon, e che l’entità della fuoriuscita è stata solo definita come “più piccola di quella della Deepwater Horizon”. Vedo riunirsi un mucchio di confusione nei prossimi giorni e fra qualche anno forse negheranno ancora che il terribile incidente della BP è stata la causa principale della rovina dei mari, vista da una prospettiva a livello globale.
Questi ultimi incidenti servono alla creazione di una “negabilità plausibile” o fanno parte di un piano più ampio?
La ricerca della verità non si ferma mai. Spero questo vi aiuti nella vostra.
altre info su: http://tuttouno.blogspot.com/
La storia di Mathew Simmons (che il pozzo di petrolio non è mai stato sigillato e che si sta ancora espandendo a tutta velocità) è stata considerata essere una frode fuorviante [Price & Makow.com ci sono cascati. Le nostre scuse.]. Sembra che lo scopo di questa “rivelazione” fosse quello di farci credere che la causa principale di morte nella regione del Golfo fossero le emissioni di metano ed il petrolio abiotico, QUANDO DI FATTO, la causa letale è il corexit.
Ora sembra che non abbiamo una perdita di petrolio, ma di catrame. Continuerò a parlare di queste cose, ma mentre andate avanti con la lettura troverete delle buoni ragioni per credere che quello che è davvero fuoriuscito è il prodotto di un vulcano di asfalto, e che potrebbe essere stata una normale infiltrazione di tale materiale.
Quindi, questo è quanto ci è rimasto per andare avanti:
1. Il corexit è letale. È stato provato nel disastro della Valdez ed è risaputo accorciare la vita di tutti coloro che vi lavorano vicino e che lo respirano. Non sarebbe dovuto più essere stato usato.
2. Continuate a restare lontani dalle aree lungo la costa. Non fate bagni nell’acqua.
3. Stanno dando in pasto al pubblico una massiccia illusione mediatica. Questo è stato portato alla luce da quanto segue:
foto ritoccate dell’ipotetica copertura del pozzo;
foto ritoccate dell’ipotetico “centro di comando” della BP;
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Che casino di inchiesta!
4. Pochissimo petrolio ha colpito le spiagge costiere del Golfo e questo dopo giorni di forte vento dal sud. Quindi, tanto per cominciare, se il petrolio fosse mai stato lì, agenti disperdenti o no, ora raggiungerebbe le coste. Quello che ha toccato le spiagge è stato prevalentemente catrame, e complessivamente, dopo tutto questo tempo, le quantità sono state minuscole. Alcune foto hanno mostrato il “petrolio” di un colore rossastro, altre bianco.
L’ultima ipotesi è questa: la piattaforma della Deep Horizon ha trivellato attraverso un deposito di argilla ed uno di asfalto. Questo significa che l’evento è stato alquanto gonfiato, che il profondo pozzo all’interno della più grande riserva di petrolio mai scoperta chiuso a 100.000 psi di pressione non ha mai costituito una minaccia. Significherebbe anche che NON c’è un massiccio flusso di petrolio abiotico tossico che uccide gli oceani. Questo potrebbe significare che è stata un tattica di terrore data in pasto al pubblico per giustificare l’uso del corexit letale.
Non c’è davvero assolutamente alcuna ragione per cui la zona dovrebbe essere talmente inaccessibile ai visitatori se non quella di nasconderci ciò che sta veramente succedendo. Non c’era alcuna ragione per permettere alla BP di controllare questa situazione sin dall’inizio e già più di 80 giorni prima dell’ipotetica “copertura” del pozzo, senza che ognuno dei maggiori leader mondiali gridasse agli USA di agire immediatamente per fermare l’avvelenamento dei mari del mondo.
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Un’altro motivo possibile include:
causare una moratoria sulla trivellazione in alto mare, cosicché possano poi piangere per una futura carenza (ed alzare i prezzi);
causare un cataclisma da usare come causa per il collasso economico degli USA (Chernobyl ha portato avanti il collasso dell’URSS per cinque anni);
diffondere una malattia biologica (spopolamento);
far collassare l’economia del Medio Oriente, il quale ha prestiti così ingenti che alcuni dei Paesi hanno bisogno di greggio a più di 100 dollari al barile solo per sopravvivere agli interessi. Questo “occhio pesto” che l’industria del petrolio deve ora sopportare potrebbe portare alla riduzione della domanda e della dipendenza da petrolio (non è una delle mie ipotesi);
costringere il mondo a cambiare fonti di energia. In questo modo potrebbero facri ricostruire da capo il sistema dei trasporti, e capitalizzarci e tassarci ad ogni stadio del cammino (vorrei vedere il giorno in cui accadrà!);
cambiare il clima della Costa Orientale delgi USA e/o Inghilterra, Olanda, ecc.
cambiare i flussi della corrente del Golfo;
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about Corexit
Siamo tutti a conoscenza del disastro ambientale causato dalla marea di petrolio nel Golfo del Messico. Avanza spietata, mettendo a serio rischio tutto ciò che vive in quei mari così ricchi di vita, e fermarla sembra impossibile.
In realtà, di soluzioni ce ne sono. Si è parlato di "cupole" isolanti, fuochi controllati, e di disperdenti chimici. Ed è proprio questo di cui andremo a parlare: i disperdenti chimici. Perchè la British Petroleum e le agenzie governative che si stanno occupando del disastro hanno deciso di utilizzare il Corexit 9500, un disperdente chimico la cui tossicità è ampiamente provata.
Molti potrebbero pensare che l'utilizzo di un agente disperdente tossico sia il male minore, e lo sarebbe se solo non si utilizzasse quello più tossico tra le alternative disponibili. La decisione di utilizzare il Corexit 9500 è stata molto contestata: la sostanza è infatti nota come estremamente tossica, tossicità che si aggiunge a quella del petrolio in mare.
Senza contare che rende il petrolio pressochè invisibile, rompendolo in micro-bolle che hanno comunque i loro effetti nocivi sull'ambiente marino.
Ma la questione che sta facendo discutere, e non poco, è che il Corexit 9500 non è la miglior alternativa disponibile per affrontare questa crisi.
C'è infatti un altro disperdente chimico, il Dispersit, creato dall'azienda americana Polychemical Corporation ed approvato dalla Environmental Protection Agency.
La EPA ha effettuato verifiche e test su entrambi i disperdenti, rilevando che non solo il Dispersit risulta meno letale sugli organismi viventi di controllo utilizzati nei test, ma è anche efficace in media al 70% nella dispersione del petrolio, contro il 50% del Corexit.
Stando a quanto riportato dall' EPA e dalla Polychemical sui fogli descrittivi delle due sostanze, l'efficacia di Dispersit e Corexit risulta questa:
Dispersit
Prudhoe Bay Crude 105 %
South Louisiana Crude 40 %
Average of Prudhoe Bay and South Louisiana Crudes 73 %
POLYCHEM DISPERSIT SPC 1000
Corexit 9500
Prudhoe Bay Crude 45.3 %
South Louisiana Crude 54.7 %
Average of Prudhoe Bay and South Louisiana Crudes 50.0 %
COREXIT® EC9500A
I dati sulla tossicità su alcune specie marine utilizzate come campione sono i seguenti:
Solo DISPERSIT SPC 1000
Acute Menidia Bahia 48 hour 16.6 parti per milione
Acute Menidia Berylilina 96 hour 3.5 parti per milione
Solo COREXIT® EC9500A
Acute Menidia Bahia 48 hour 25.20 parti per milione
Acute Menidia Berylilina 96 hour 32.23 parti per milione
Ci si chiede allora perchè Corexit si e Dispersit no. Ma la risposta pare non ci sia, o meglio, che sia dettata dalla consuetudine. Secondo il presidente della Polychemical Bruce Gebhardt, il governo americano non fa altro che utilizzare una sostanza con la quale si trova a suo agio, avendola già utilizzata in altre occasioni. Il Corexit è infatti il disperdente più prodotto ed immagazzinato negli Stati Uniti, nonostante molti altri agenti disperdenti si siano già dimostrati più efficaci e più eco-friendly.
Ma il Dispersit, il meno letale dei due contendenti chimici, è stato iscritto nel piano "National Oil and Hazardous Substances Pollution Contingency Plan" fin dal 1999 come sostanza adatta all'utilizzo in situazioni come quella del Golfo del Messico, nel caso cioè di contenimento di perdite di petrolio che minacciano l'ambiente.
Non che il Dispersit sia come una sorsata d'acqua di sorgente, sia chiaro. Sia Corexit che Dispersit sono entrambe sostanze chimiche che hanno dimostrato di danneggiare l'ambiente e l'ecosistema marino. Ma perchè utilizzare il più pericoloso dei due quando l'altro si è già dimostrato adatto ad affrontare situazioni d'emergenza?
http://www.ditadifulmine.com/2010/05/disperdenti-del-petrolio-in-messico-si.html
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ghiacciai che se ne vanno
Allarme per il ghiacciaio del Rodano, all'estremita' nord-est del Canton Vallese in Svizzera.
La superficie ghiacciata e' sempre meno estesa, cento anni fa ricopriva l'intero suolo roccioso.
Secondo gli studiosi, il ghiacciaio ha perso almeno 1.300 metri in lunghezza nell'ultimo secolo.
Dal ghiacciaio prende origine il fiume Rodano. Una galleria scavata nel ghiaccio permette di visitare l'interno del ghiacciaio (ANSA)
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La manipolazione delle jet streams all’origine del recente caos climatico
Nel 2006, in un articolo intitolato Scie chimiche, H.A.A.R.P. e correnti a getto, avevamo evidenziato la correlazione tra le armi elettromagnetiche e gli sconvolgimenti meteorologici e climatici. Il sito eastlund.com illustra il dispositivo di un apparato per modificare le condizioni meteorologiche, attraverso un fascio di microonde sparato da un satellite verso le correnti a getto. Sappiamo come molti brevetti siano in ritardo sulle applicazioni di natura strategica. Il Solar power satellite è un indizio di quei sofisticati impianti, ubicati sia a terra sia nello spazio, con cui i militari stanno devastando i biomi? E’ molto probabile.
Le correnti a getto o jet streams sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri. La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli. Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri. Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questo getto sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini.
Da tempo si sa che tale corrente non è solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come, ad esempio, le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che è usata dai sistemi H.A.A.R.P.
Ecco come è presentato il brevetto cui si accennava.
“Solar power satellite è un sistema che è in grado di dirigere un fascio di microonde, comprese tra 50 e 100 GHz ed in grado di riscaldare le correnti a getto.
[...] La loro posizione è determinata da differenze di pressione tra grandi masse d'aria. Le principali correnti a getto sono venti occidentali sia nell'emisfero settentrionale sia nell'emisfero meridionale. Il percorso della corrente ha in genere una forma sinuosa.
Questi flussi incidono sui sistemi ciclonici nei livelli inferiori nell'atmosfera e così la conoscenza del loro corso è diventata una parte importante delle previsioni meteorologiche. Le correnti a getto svolgono anche un ruolo importante nella creazione di supercelle, i sistemi di tempesta che determinano gli uragani. Grandi siccità ed inondazioni possono essere associate con la jet stream, quando essa rimane ferma per settimane. (E’ quello che è accaduto in Russia ed Ucraina, cfr infra, n.d.r.) Il Satellite Jet Stream Solar Power è un satellite adatto ad un doppio uso che può concentrare energia a microonde in una corrente a getto o per cambiarne la posizione o per impedire che resti stazionaria per un lungo periodo di tempo”.
I vantaggi derivanti dall’impiego di questo sistema satellitare sono i seguenti: la possibilità di ridurre le inondazioni, combattere la siccità, i cicloni, combattere gli effetti del riscaldamento globale.”
Intanto anche qualche meteorologo dei media mainstream si è accorto di alcune anomalie. All’interno di Channel4, reperiamo le seguenti istruttive informazioni.
“I monsoni superpotenti confondono i meteorologi. Il corrispondente scientifico Tom Clarke ricorda che la jet stream è molto importante nella determinazione di modelli meteorologici di ampio raggio. Il flusso attuale risulta spaccato in due. Un braccio si è diretto verso nord, l'altra diramazione a sud. Il lembo in mezzo è occupato dalla zona in cui si è manifestata la siccità, la regione della Russia. La circolazione d'aria si è bloccata sulla Russia per molto più tempo del normale, causando le temperature estreme e gli incendi. Ciò che sta avvenendo in Pakistan è ancora più strano. Il braccio meridionale del flusso è avanzato tortuosamente e, valicato l'Himalaya, si è rivolto nel Pakistan nord-occidentale. Gli esperti presso l'Ufficio meteorologico riferiscono che questo è molto insolito. Il risultato è che il movimento rapido e vorticoso della jet stream ha contribuito a 'succhiare' il caldo umido dell’oceano, generando monsoni ancora più veloci e più elevati nell'atmosfera rispetto a quelli usuali. Tale configurazione atmosferica ha provocato piogge torrenziali: così copiose non si ricordano a memoria d’uomo”.
http://www.tankerenemy.com/
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Islam: Canada, nel circolo polare artico la moschea piu' a nord del mondo
Toronto, 24 set. (Adnkronos) - Sorgera' all'interno del Circolo Polare artico la moschea piu' a nord del mondo. Dopo un lungo viaggio e' infatti appena arrivato nella citta' canadese di Inuvik il prefabbricato che ospitera' le preghiere della comunita' musulmana locale, sempre piu' numerosa tra i 3.200 residenti.
ma quanti sono?! e poi sono dappertutto! e tutti detrminati nella stessa maniera! basta un ordine e questi, che abitano accanto a noi, si scatenano!
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Re: Clima Globale
Marius ha scritto:dimmi una città o una nazione senza una chiesa
sempre più vuote...
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Re: Clima Globale
sempre più vuote nei paesi maxi occidentali e non nei paesi più poveri.
Eppoi non credo che tutti i musulmani siano mostri.
Forse gli esaltati lo sono.
Credo che ci vorrebbe proprio lo sbarco di una civiltà aliena per far si che la terra si unisca sotto un unica voce
Eppoi non credo che tutti i musulmani siano mostri.
Forse gli esaltati lo sono.
Credo che ci vorrebbe proprio lo sbarco di una civiltà aliena per far si che la terra si unisca sotto un unica voce
Re: Clima Globale
Marius ha scritto:sempre più vuote nei paesi maxi occidentali e non nei paesi più poveri.
Eppoi non credo che tutti i musulmani siano mostri.
Forse gli esaltati lo sono.
Credo che ci vorrebbe proprio lo sbarco di una civiltà aliena per far si che la terra si unisca sotto un unica voce
nei paesi più poveri saranno più affollate probabilmente perchè sono più calde delle loro abitazioni (o più fresco d'estate).
mai detto che i musulmani siano mostri, Marivs, solo più motivati.
credo anch'io
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Re: Clima Globale
tra qualsiasi fazione religiosa trovi sia i tranquilli che gli esaltati quindi....
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i ghiacciai dell'Artico che si sciolgono, rivelano le tracce di una civiltà perduta !
I grandi ghiacci dell'Artico che continuano a sciogliersi a ritmo impressionante hanno appena permesso agli scienziati di effettuare una stupefacente scoperta.
Gli archeologi, in un sito in Norvegia, hanno infatti scoperto un insieme di utensili che comprendono armi e scarpe, tra gli altri oggetti di uso quotidiano, e a quanto sembra i reperti risalirebbero a migliaia di anni fa, molto tempo prima che i Vichingi si aggirassero nella zona.
Il fenomeno in realtà non è affatto nuovo: è ormai da tempo che, con lo scioglimento dei ghiacciai, e il loro ritiro, gli archeologi continuano a scoprire reperti di civiltà sconosciute.
Già un mese fa, è stata scoperta una atlat (una antica arma da caccia), vecchia di ben 10.000 anni.
Questo tipo di ricerche è particolarmente difficile perché - come già successe per la mummia di Similaun, ritrovata tra i ghiacciai delle Alpi - i ricercatori devono lottare contro il tempo per raccogliere i reperti che possono marcire pochi giorni dopo lo scongelamento e l'estrazione dalle loro tombe gelide.
Tra gli oggetti ritrovati e che gli scienziati stanno cercando di preservare, una scarpa in pelle 3.400 anni, una freccia perfettamente conservata, completa di piume e perfino antichi odori rilasciati dallo sterco di renna conservati.
Il bordo anteriore di questo particolare ghiacciaio si è ritirato di 18 metri nel corso dell'ultimo anno, e ciò spiega l'autentica corsa contro il tempo che stanno facendo gli archeologi, visto che una grande quantità di reperti vengono distrutti prima di essere scoperti.
Ecco una foto della scarpa di cuoio antico:
http://mysterium.blogosfere.it/2010/10/incredibile-i-ghiacciai-dellartico-che-si-sciolgono-rivelano-le-tracce-di-una-civit.html
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Re: Clima Globale
chissa' cos'altro nasconde il ghiaccio alle massime profondita'
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Re: Clima Globale
soprattutto quello del polo sud(la cosidetta terra della regina maul)che secondo spettografiche e termografiche risulta avere sotto i ghiacci montagne e insediamenti ^_^
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Re: Clima Globale
cristian ha scritto:chissa' cos'altro nasconde il ghiaccio alle massime profondita'
sorpresa!! credo che possiamo aspettarci altre novità, a cominciare dal lago antartico!!
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Clima: i 10 luoghi piu' belli in pericolo
ROMA - Il Canal Grande o le favolose spiagge bianche delle Maldive, i ghiacciai delle Alpi o quelli della Terra del fuoco sono alcuni dei luoghi piu' belli del mondo che il sito ambientalista Mother Nature consiglia di andare a visitare prima che i cambiamenti climatici in corso li distruggano o li deturpino in maniera irrimediabile. La denuncia si collega ai noti allarmi sulla desertificazione o sull'innalzamento dei livelli del mare, ma e' nuova la scelta dei dieci siti piu' a rischio.
Non si specifica quale scomparira' prima, ma i tempi sono comunque ''allarmanti'' in quanto di certo coinvolgeranno le generazioni attuali, secondo il sito. In particolare inoltre preoccupa che ben due localita' su dieci siano in Italia, Venezia prima di tutto: il livello medio del mare, calcolato come media dei valori massimi e minimi registrati in un anno, si e' progressivamente alzato nel corso dei decenni rischiando cosi' di far sommergere la citta' ritenuta piu' romantica al mondo. Come riportato dagli ultimi studi in merito, attualmente il livello del mare e' di oltre 30 cm piu' alto rispetto a quello del 1897.
Per lo stesso fenomeno sono inseriti nella top ten di Mother Nature anche le sovrappopolate basse coste del Bangladesh e le Maldive. Queste ultime in particolare rischiano di diventare, secondo gli studiosi, la prima nazione ad essere inghiottita dal mare a causa del riscaldamento globale.
In pericolo in Italia anche i ghiacciai delle Alpi che, secondo quanto affermato dai ricercatori dell'universita' di Zurigo, rischiano di sciogliersi entro la fine del secolo: nell'ultimo decennio infatti il loro arretramento ha toccato picchi del 10% annuo. Stesso discorso purtroppo vale anche per la Patagonia e per il Glacier National Park americano dove resistono solamente 27 dei 150 ghiacciai di un tempo. Numerose analisi hanno dimostrato che le banchise di ghiaccio del Cile e dell'Argentina si stanno assottigliando a un ritmo sempre piu' rapido. Ad esempio nel Perito Moreno, come affermato dal Centro Australe di ricerca scientifica di Buenos Aires, la riduzione e' stata alcuni anni di 14 metri di spessore.
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/inviaggio/itinerari/2010/11/13/visualizza_new.html_1701250251.html?idPhoto=7
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Re: Clima Globale
Clima: India, nel 2050 saremo morti
Ministro: 'Usa deludenti, assumano impegni di breve periodo'
(ANSA) - NEW DELHI, 7 DIC - Il ministro indiano all'Ambiente Jairam Ramesh, che si trova a Cancun, ha respinto come 'deludente' l'impegno degli Stati Uniti a ridurre le emissioni, aggiungendo che prima che si vedranno gli effetti 'saremo tutti morti'. Lo riporta oggi Times of India. Ramesh ha rivolto un appello a Washington perche' si assuma degli impegni di breve periodo 'prima che sia troppo tardi': il traguardo del 2050 (80% di riduzione dai livelli del 2005) e' un obiettivo troppo lontano nel tempo.
Ministro: 'Usa deludenti, assumano impegni di breve periodo'
(ANSA) - NEW DELHI, 7 DIC - Il ministro indiano all'Ambiente Jairam Ramesh, che si trova a Cancun, ha respinto come 'deludente' l'impegno degli Stati Uniti a ridurre le emissioni, aggiungendo che prima che si vedranno gli effetti 'saremo tutti morti'. Lo riporta oggi Times of India. Ramesh ha rivolto un appello a Washington perche' si assuma degli impegni di breve periodo 'prima che sia troppo tardi': il traguardo del 2050 (80% di riduzione dai livelli del 2005) e' un obiettivo troppo lontano nel tempo.
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Clima: approvato 'pacchetto' di Cancun
(ANSA) - CANCUN, 11 DIC - Approvato il 'pacchetto' di Cancun sul clima, ovvero gli obiettivi a lungo termine tra cui un fondo verde e il riconoscimento della scienza per fermare il riscaldamento a 2 gradi. Il via libera da parte della 16/a Conferenza Onu sul clima a Cancun, in Messico, riguarda un pacchetto di 'visione condivisa' composto da 32 pagine e sette capitoli con premessa e annessi. Previste azioni di adattamento, mitigazione (tagli di Co2) e finanza (subito 30 miliardi di euro per il periodo 2010-2013).
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Re: Clima Globale
cristian ha scritto:(ANSA) - CANCUN, 11 DIC - Approvato il 'pacchetto' di Cancun sul clima, ovvero gli obiettivi a lungo termine tra cui un fondo verde e il riconoscimento della scienza per fermare il riscaldamento a 2 gradi. Il via libera da parte della 16/a Conferenza Onu sul clima a Cancun, in Messico, riguarda un pacchetto di 'visione condivisa' composto da 32 pagine e sette capitoli con premessa e annessi. Previste azioni di adattamento, mitigazione (tagli di Co2) e finanza (subito 30 miliardi di euro per il periodo 2010-2013).
staremo a vedere, dopotutto, come sappiamo, non sono i partecipanti alla conferenza a comandare...
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Re: Clima Globale
Clima: 2010, caldo record
Nasa, temperatura media mondiale maggiore degli ultimi 130 anni
(ANSA) - ROMA, 13 DIC - Prime conferme sulle previsioni che danno il 2010 come l'anno piu' caldo di sempre: secondo il Goddard Institute for Space Studies della Nasa il 2010 infatti e' stato l''anno meteorologico' (da novembre a novembre) con le temperature maggiori degli ultimi 130 anni. La temperatura media mondiale e' stata di 14,65 gradi, 0,65 in piu' rispetto alla media di riferimento, che e' quella tra il '51 e l''80. Una cifra superiore al record precedente, che era stato raggiunto nel 2005 con 14,53.
Nasa, temperatura media mondiale maggiore degli ultimi 130 anni
(ANSA) - ROMA, 13 DIC - Prime conferme sulle previsioni che danno il 2010 come l'anno piu' caldo di sempre: secondo il Goddard Institute for Space Studies della Nasa il 2010 infatti e' stato l''anno meteorologico' (da novembre a novembre) con le temperature maggiori degli ultimi 130 anni. La temperatura media mondiale e' stata di 14,65 gradi, 0,65 in piu' rispetto alla media di riferimento, che e' quella tra il '51 e l''80. Una cifra superiore al record precedente, che era stato raggiunto nel 2005 con 14,53.
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Paradossi climatici artificiali: il rallentamento della Corrente del Golfo e le sue ripercussioni
I fragili equilibri della Terra sono stati sconvolti da decenni di manipolazioni. Tra le più recenti aberrazioni climatiche suscita particolare inquietudine il rischio che la Corrente del Golfo deceleri, per via del riscaldamento dell'atmosfera, in buona parte dovuto alle emissioni elettromagnetiche. Stando ad alcuni studi, la corrente calda che si forma ad est del Messico avrebbe già subìto una diminuzione della velocità: è un fenomeno foriero di ulteriori sconquassi meteorologici, suscettibili di influire sugli ecosistemi, sulle produzioni agricole, sullo stile di vita, sui consumi…
Per comprendere le ragioni e le possibili conseguenze di queste "discrasie", è necessario soffermarsi sul cosiddetto "meccanismo della pompa salina".
"Gli oceani del pianeta ricoprono circa il 70% della superficie della Terra. Il volume del mare è immenso e contiene molto calore. Parte di questo calore, per opera delle correnti marine, è trasferito dalle aree calde vicino all’Equatore ad aree più fredde a nord e a sud. Questo trasporto di calore è essenziale per le condizioni climatiche e meteorologiche nelle aree più fredde, poiché esse ricevono proprio dalle correnti marine la maggior parte del calore. Le condizioni climatiche e meteorologiche sono determinate generalmente dagli oceani. La Corrente del Golfo porta calore nel Nord Atlantico ed ha un impatto considerevole sul clima europeo. La salinità della Corrente del Golfo è una condizione fondamentale per consentire la formazione di acque profonde nel Mare del Nord e nel Mare della Groenlandia.
Le condizioni climatiche e meteorologiche in Europa dipendono molto dalla Corrente del Golfo che, dal mare al largo della Florida, porta calore al Nord Europa raggiungendo prima l’Islanda, poi le isole Far Oer e la Norvegia settentrionale. In queste parti dell’Oceano Atlantico l’atmosfera è riscaldata dalla Corrente del Golfo. L’aria calda soffia attraverso l’Europa con venti da ovest. Per questo motivo l’Europa ha inverni più miti.
Nel Mare del Nord e nel Mare della Groenlandia, l’acqua di superficie discende per diversi chilometri fino a raggiungere il fondo dell’oceano per poi dirigersi nuovamente verso sud. La discesa dell’acqua di superficie determina l’arrivo di nuova acqua di superficie da sud. Questa corrente da sud è la Corrente del Golfo.
La formazione di acque profonde nel Nord Atlantico è come una pompa gigantesca. Essa è responsabile della creazione di una corrente marina di profondità che agisce sotto correnti di superficie ben note e che interessa l’intero pianeta. Prima che le acque profonde del Nord Atlantico ritornino in superficie, riapparendo in luoghi diversi, anche nell’Oceano Pacifico, trascorrono molte centinaia (forse persino migliaia) di anni. Ma per quale motivo le masse d’acqua nel Nord Atlantico scendono in profondità? Che cosa determina il funzionamento ininterrotto della pompa? L’acqua scende in profondità in prossimità del fronte di ghiaccio polare e poi scorre nuovamente verso sud.
La discesa è accelerata quando l’acqua di superficie ghiaccia. Il sale nell’acqua di superficie si libera dal ghiaccio e si aggiunge all’acqua proprio sotto il ghiaccio che si è appena formato. L’aumento nella salinità dell’acqua porta anche un aumento di densità dell’acqua. Quindi è l’aumento di salinità il fenomeno che determina la discesa di acqua in profondità. La pompa salina attira acqua calda e salata da sud (la Corrente del Golfo) e spinge acqua fredda e salata di profondità verso sud.
Il Nord Atlantico si caratterizza per una bassa salinità quindi la Corrente del Golfo deve fornire sempre nuova acqua salata per far funzionare la pompa; ecco il perché del nome: pompa salina. Il funzionamento della pompa è determinato anche dal fatto che l’acqua ghiaccia e poi si scioglie nuovamente.
Affinché la pompa salina possa funzionare con efficacia è essenziale che la profondità del mare sia notevole. È quindi importante che la calotta glaciale si trovi nelle aree di fondale profondo del Nord Atlantico, ossia nel Mare di Groenlandia e nel Mare del Nord.
La temperatura media dell’atmosfera è in aumento costante ormai da molti anni. [...] Temperature più elevate nell’atmosfera sposteranno il fronte dei ghiacci polari verso nord e più vicino alla terraferma. Il fronte di ghiaccio, allontanandosi dai tratti di mare profondi tra la Groenlandia e la Norvegia ed entrando in acque più basse, può determinare una sostanziale riduzione della forza della pompa salina.
Se la pompa salina perde in potenza, diminuirà in proporzione anche la fornitura di acqua salata calda verso il Nord Atlantico per opera della Corrente del Golfo. La salinità dell’acqua diminuirà ed anche la potenza della pompa salina diminuirebbe ulteriormente.
Tale processo potrebbe determinare una glaciazione rapida e permanente delle acque a nord dell’Islanda e delle Isole Far Oer. A questo punto la pompa salina e la Corrente del Golfo non potrebbero più portare calore nelle acque a nord dell’Islanda. Le temperature in queste aree diminuirebbero fino a un livello più basso rispetto a quello attuale determinando, in nord Europa, un clima significativamente più freddo, forse vicino a quello dell’Era glaciale.
Alessandro ed Alessio De Angelis chiamano in causa anche l'incidente occorso nella piattaforma petrolifera "Deep water horizon": "L'acqua mista a petrolio è più leggera e può impedirne l'inabissamento, bloccando il meccanismo della pompa salina. Inoltre la marea nera potrebbe sporcare le superfici dei ghiacciai della Groenlandia e del pack artico, determinando un maggiore assorbimento dei raggi solari, in grado di accelerare il processo di scioglimento dei ghiacciai con un più consistente afflusso di acqua dolce, più leggera di quella salata. Ciò aumenterebbe il rischio del blocco della Corrente del Golfo. Circa 11.400 anni or sono avvenne l'ultima "piccola era glaciale", causata dall'immissione di enormi quantità di acqua dolce provenienti dal lago Agassiz nel Nord Atlantico che interruppe la Corrente sicché i ghiacciai si espansero in Europa fino alle Alpi ed in America fino al New England".
E' possibile che l'esplosione della piattaforma “Deep water horizon” non sia stata casuale: per sciogliere il greggio è stato impiegato un solvente estremamente tossico: il Corexit 9527.
http://www.tankerenemy.com/
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Re: Clima Globale
Scioglimento dei ghiacci: Alpi sono a rischio
L’Europa trema. Secondo fonti scientifiche autorevoli, le Alpi sono a rischio scioglimento dei ghiacci. A causa del riscaldamento globale, infatti, i ghiacciai delle Alpi europee potrebbero ridursi del 75% entro la fine del secolo. dati veramente allarmanti, e che noi italiani dovremmo avere molto a cuore visto ch le Alpi sono mete turistiche e motivo d’orgoglio, parte del nostro territorio. Ma non sono le uniche catene montuose o zone glaciali coinvolte. Vediamo insieme tutte le informazioni salienti.
A causa del surriscaldamento del globo, le calotte polari si restringeranno circa del 15-27%. Con picchi, appunto, del 70-75% come potrebbe appunto avvenire nelle Alpi e in Nuova Zelanda. Per Groenlandia e alcune catene montuose asiatiche, invece, il valore si assesta attorno al 10%.
I ricercatori della University of British Columbia (Vancouver, Canada) sostengono che questo si tradurrà in “effetti sostanziali” sulla disponibilità idrica regionale, così come un aumento del livello del mare. Il continuo dissolversi dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio minaccia, inoltre, l’approvvigionamento idrico di alcune città mondiali, con gravi danni anche per l’agricoltura.
Dalla ricerca, inoltre, è emerso che i ghiacciai di montagna e le calotte di ghiaccio hanno dato un contributo significativo dell’aumento di livello del mare negli ultimi decenni.
http://www.ecoo.it/articolo/scioglimento-dei-ghiacci-alpi-sono-a-rischio/10653/
L’Europa trema. Secondo fonti scientifiche autorevoli, le Alpi sono a rischio scioglimento dei ghiacci. A causa del riscaldamento globale, infatti, i ghiacciai delle Alpi europee potrebbero ridursi del 75% entro la fine del secolo. dati veramente allarmanti, e che noi italiani dovremmo avere molto a cuore visto ch le Alpi sono mete turistiche e motivo d’orgoglio, parte del nostro territorio. Ma non sono le uniche catene montuose o zone glaciali coinvolte. Vediamo insieme tutte le informazioni salienti.
A causa del surriscaldamento del globo, le calotte polari si restringeranno circa del 15-27%. Con picchi, appunto, del 70-75% come potrebbe appunto avvenire nelle Alpi e in Nuova Zelanda. Per Groenlandia e alcune catene montuose asiatiche, invece, il valore si assesta attorno al 10%.
I ricercatori della University of British Columbia (Vancouver, Canada) sostengono che questo si tradurrà in “effetti sostanziali” sulla disponibilità idrica regionale, così come un aumento del livello del mare. Il continuo dissolversi dei ghiacciai e delle calotte di ghiaccio minaccia, inoltre, l’approvvigionamento idrico di alcune città mondiali, con gravi danni anche per l’agricoltura.
Dalla ricerca, inoltre, è emerso che i ghiacciai di montagna e le calotte di ghiaccio hanno dato un contributo significativo dell’aumento di livello del mare negli ultimi decenni.
http://www.ecoo.it/articolo/scioglimento-dei-ghiacci-alpi-sono-a-rischio/10653/
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