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Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Alaudae Dom 23 Ott - 21:53:37

sì, non ho detto che dev'essere un sosia, solo che c'è una possibilità visto e considerato chi muove le pedine...
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Marek Dom 23 Ott - 21:58:07

Spero gli faccino la prova del dna...
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Alaudae Dom 23 Ott - 22:25:38

Marek ha scritto:Spero gli faccino la prova del dna...

e no...! neanche l'autopsia gli possono fare, l'unica ed ultima cosa che farà Gheddafi (se è Gheddafi) sarà sparire ad imitazione di Osama (presunta sparizione di un presunto Osama)
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in corso Arma sismica americana colpisce la Turchia

Messaggio Da Alaudae Dom 23 Ott - 22:37:59

2012 - Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 11 Curdi

Una segnalazione 'flash' ricevuta al Cremlino dalla flotta del Mar Nero dice che gli Stati Uniti hanno attaccato la Turchia con la sua temuta "Arma del Terremoto" come ritorsione per l'invasione massiccia del nord dell'Iraq la settimana scorsa.
Secondo questo rapporto, stazioni di monitoraggio in Russia e in tutto il Mar Nero hanno evidenziato un "rapido" riscaldamento della ionosfera che è culminato con un massiccio terremoto di magnitudo 7,3, che ha colpito la Turchia orientale.
Importante da notare è che il riscaldamento della ionosfera è un "marchio di fabbrica" ​​dell’ "Arma del Terremoto" impiegato dagli Stati Uniti dai loro impianti HAARP situati in tutto il mondo e controllati dalla loro base principale in Alaska. Il riscaldamento della ionosfera è stato rilevato anche a marzo contro il Giappone, causando un enorme terremoto di magnitudo 9,0 che ha portato alla morte di oltre 36.000 persone.


Anche se praticamente sconosciuto al popolo americano, l'uso e il perfezionamento della tecnologia dell’arma del terremoto ha una storia lunga che iniziò quando l’Unione Sovietica fece esplodere una bomba nucleare da 10 megatoni nel settembre del 1978 per poi 'reindirizzare' la sua onda d'urto verso Iran, dove si tradusse in un catastrofico terremoto di magnitudo 7,4, un evento che accelerò la caduta del regime appoggiato dagli Stati Uniti e guidato dallo Scià.
Questo attacco all'Iran da parte dei sovietici venne contrastato dagli americani nell'aprile del 1979 quando scatenarono una delle loro armi di nuova concezione contro la nazione ex comunista della Jugoslavia che provocò un terremoto di magnitudo 7,2.
Dalla fine degli anni 1970, gli Stati Uniti hanno portato lo stato dell’arma del terremoto ad un livello molto avanzato e, secondo questi rapporti, ora i dispositivi utilizzano una tecnologia Tesla elettromagnetica a impulsi, al plasma e la tecnologia Sonic, insieme con 'bombe d'urto' con cui precedentemente accusarono la Russia di impiegare nella loro guerra contro i popoli afgani, quando uno di questi 'apparecchi' esplose in Afghanistan nel marzo 2002 provocando un devastante terremoto di magnitudo 7,2.
Le armi Tesla in fase di sviluppo da parte degli Stati Uniti si basano sulla ricerca di Nikola Tesla, un inventore e un ingegnere meccanico ed elettrico. E' stato uno dei collaboratori più importanti per la nascita di elettricità commerciale ed è meglio conosciuto per i suoi molti sviluppi rivoluzionari nel campo dell'elettromagnetismo nel 19° secolo e all'inizio del ventesimo.
Brevetti di Tesla e il lavoro teorico formano la base della moderna corrente alternata (AC) sistemi di alimentazione elettrica, compreso il sistema polifase di distribuzione elettrica e il motore a corrente alternata, con il quale ha contribuito ad inaugurare la seconda rivoluzione industriale. Tesla è anche accreditato come l'inventore della radio moderna dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Lo scopo di questo attacco, dicono i funzionari russi della Naval Intelligence, era quello di "disturbare gravemente" la massiccia invasione di terra della Turchia nel nord Iraq la scorsa settimana, in risposta all’uccisione di 26 soldati turchi 4 giorni fa da parte dei ribelli curdi iracheni.
La "paura più grande" degli Stati Uniti, continua la presente relazione, è che l'invasione turca dell'Iraq porterà la Turchia a scontrarsi con il crescente potere dei curdi appoggiati da Israele.
Praticamente sconosciuto al popolo americano è che poco dopo l'invasione guidata dagli Usa in Iraq di centinaia, se non migliaia, di soldati delle forze speciali israeliane si sono riversati nelle aree curde del nord dell'Iraq al fine di costruire una "base di potere" per contrastare la Turchia, la Siria e l'Iran. Lo scorso agosto inoltre l'Iran ha riferito che Israele aveva, inoltre, iniziato lo schieramento di droni nel nord dell'Iraq.
Analisti dei servizi segreti russi hanno da tempo avvertito che il piano principale degli americani per tutto il Medio Oriente (alcuni dicono il mondo intero) è stato di partizionare l'intera regione nuovamente dentro i suoi confini tribali originali rispetto a quelli attualmente esistenti tratti dall’ex impero britannico all'indomani della prima guerra mondiale, che vide la sconfitta dell'Impero Ottomano.
Il successo di questo piano americano non può essere messo in dubbio, ossevando come negli ultimi 25 anni, da soli, sono riusciti a disintegrare l'Unione Sovietica, Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e ora la Libia, con i piani attualmente in vigore per dividere la Turchia, la Siria, l'Iran e successivamente l'Arabia Saudita.
La Turchia è venuta a conoscenza del complotto statunitense per distruggerli nel 2006, quando durante un discorso al Centro di Formazione della difesa della NATO a Roma, un ufficiale dell'esercito americano usò una mappa che mostra 18 città in Turchia chiaramente all'interno di un'area etichettata come "Kurdistan". Sebbene l'allora Segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld "chiese scusa" per questa mappa, funzionari militari turchi sono stati messi "alla nota" per i piani veri che gli americani hanno contro la loro nazione, e che questo ultimo attacco non è che uno dei tanti esempi.
Anche se le ramificazioni complete di questo colpo degli Stati Uniti contro la Turchia devono ancora essere valutati, autorità navali russe hanno "avvertito" il Cremlino in questo rapporto che l’attacco, se non di vera e propria guerra, dovrebbe essere considerato come "imminente".
traduzione ed adattamento a cura di: AltraNews
fonte originale: whatdoesitmean.com
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in corso Gheddafi: il piano per eliminarlo è stato deciso da Washington, Londra e Parigi. Doveva morire

Messaggio Da Alaudae Lun 24 Ott - 9:58:01

Il «Telegraph»: così la Nato ha spinto il raìs nelle mani dei miliziani islamici di Misurata

Le immagini di Gheddafi linciato e ucciso da una folla inferocita di miliziani sono state diffuse su scala mondiale, per dimostrare che quella libica è stata una ribellione popolare conclusasi col rovesciamento dell'odiato dittatore. Versione semplicistica, facente parte delle potenti «armi di distrazione di massa» usate nell'operazione Protettore Unificato. Ben diversa la realtà che sta venendo a galla, come dimostra la documentata ricostruzione degli avvenimenti fatta ieri dal quotidiano britannico The Telegraph.

Dopo aver svolto un ruolo chiave nella conquista di Tripoli, gli agenti della Cia e del servizio segreto britannico MI6, che operano sul terreno in Libia, si sono concentrati nella caccia a Gheddafi, sfuggito ai massicci bombardamenti Nato. Mentre i droni e altri aerei spia, dotati delle più sofisticate apparecchiature, volteggiavano giorno e notte sulla Libia, forze speciali statunitensi e britanniche setacciavano la zona di Sirte, probabile rifugio di Gheddafi. Questi, nelle ultime settimane, è stato costretto a interrompere il silenzio telefonico, usando un cellulare forse di tipo satellitare. La conunicazione è stata intercettata, confermando la sua presenza nella zona.

Quando un convoglio di alcune decine di veicoli è uscito dalla città, è stato subito avvistato dagli aerei spia: un Rivet Joint statunitense (che può individuare l'obiettivo a 250 km di distanza), un C160 Gabriel francese e un Tornado Gr4 britannico. A questo punto un drone Predator statunitense, decollato dalla Sicilia e telecomandato via satellite da una base presso Las Vegas, ha attaccato il convoglio con numerosi missili Hellfire. Anche se non viene specificato, si tratta di uno dei Predator MQ-9 Reaper dislocati a Sigonella, dove si trova il personale addetto al rifornimento e alla manutenzione, e guidati da un pilota e un addetto ai sensori seduti a una consolle negli Stati uniti, a oltre 10mila km di distanza. Il Reaper, in grado di trasportare un carico bellico di una tonnellata e mezza, è armato di 14 missili Hellfire («fuoco dell'inferno») a testata anticarro, esplosiva a frammentazione o termobarica. Subito dopo, il convoglio è stato colpito anche da caccia francesi Mirage-2000 con bombe Paveway da 500 libbre e munizioni di precisione Aasm, anch'esse a guida laser. Questo attacco è stato decisivo per la cattura di Gheddafi.

Tali fatti dimostrano che, in realtà, è stata la Nato a catturare Gheddafi, spingendolo nelle mani di miliziani islamici di Misurata, animati da particolare odio nei suoi confronti. E che è stata la Nato a vincere la guerra, non solo sganciando sulla Libia 40-50mila bombe in oltre 10mila missioni di attacco, così da spianare la strada ai «ribelli», ma infiltrando in territorio libico servizi segreti e forze speciali per attuare e dirigere le operazioni belliche.

Il piano - deciso a Washington, Londra e Parigi - era quello di eliminare Gheddafi, che in un pubblico processo avrebbe potuto rivelare verità scomode per i governi occidentali. Non è quindi escluso che tra la folla di miliziani urlanti, dietro al «ragazzo con la pistola d'oro» cui viene attribuita l'uccisione di Gheddafi, vi fossero ben più esperti killer di professione.

Autore: Manlio Dinucci / Fonte: ilmanifesto.it
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in corso Gheddafi e la nuova moneta africana

Messaggio Da Alaudae Mar 25 Ott - 9:28:14

In questo breve servizio, Russia Today si interroga sui motivi che hanno portato al rovesciamento di Gheddafi da parte della NATO, e suggerisce che il vero pericolo da lui rappresentato fosse il suo progetto di introdurre un “gold-standard” africano, legando nel contempo la nuova moneta al prezzo del petrolio.



TESTO IN ITALIANO:

ANNUNCIATORE: Circolano nuove domande sui motivi dell’intervento NATO in Libia. Come ci dice la corrispondente di RT, Laura Emmet, l’organizzazione potrebbe aver cercato di impedire a Gheddafi di seppellire il dollaro americano.

LAURA EMMETT: Alcuni credono che l’attacco della NATO alla Libia sia stato fatto per proteggere i civili.

DAVID CAMERON: Non dobbiamo tollerare che questo regime usi l’esercito contro la propria gente.

LAURA EMMETT: Altri dicono che il motivo è il petrolio.

RICHARD CELENTE: L’unico motivo per cui sono interessati alla Libia è il petrolio. Pensate che oggi saremmo in Iraq se la loro esportazione principale fossero i broccoli?

LAURA EMMETT: Ma c’è anche chi è convinto che l’intervento in Libia sia dovuto a questioni di valuta, ed in particolare al progetto di Gheddafi di introdurre il dinaro d’oro, una moneta unica per tutta l’Africa, fatta in oro, il vero parametro della ricchezza.

JAMES THRING: E’ una di quelle cose che devi pianificare quasi in segreto, perchè nel momento in cui annunci che vuoi passare dal dollaro a qualcos’altro entri subito nel mirino. Ci sono state due conferenze su questo argomento, nel 1996 e nel 2000, chiamate World Mathaba Conference, organizzate da Gheddafi. Erano tutti interessati, e penso che la maggioranza dei paesi africani fosse favorevole.

LAURA EMMETT: Gheddafi non ha mai rinunciato all’idea. Nei mesi che hanno preceduto l’intervento militare ha invitato gli stati africani e musulmani ad unirsi per creare questa nuova moneta, in competizione con il dollaro e con l’euro. Avrebbero venduto il petrolio e le altre risorse a tutto il mondo, solamente in cambio di dinari d’oro.

Una tale idea farebbe cambiare gli equilibri economici mondiali. La ricchezza di un paese dipenderebbe dalle quantità d’oro che possiede, e non dai dollari che scambia. E la Libia possiede 144 tonnellate di oro. Il Regno Unito ne ha il doppio, ma ha una popolazione dieci volte maggiore.

ANTHONY WILE: Se Gheddafi aveva l’intenzione di cambiare il prezzo del petrolio, e di qualunque altra cosa il paese vendesse sui mercati globali, accettando qualcosa di diverso come moneta, oppure introducendo il dinaro d’oro, una mossa di quel tipo non sarebbe stata certo gradita alle attuali elite di potere, che sono incaricate di gestire le banche centrali nel mondo. Quindi è chiaro che una cosa del genere avrebbe causato la sua eliminazione immediata, insieme alla necessità di creare altre motivazioni per rimuoverlo dal potere.

LAURA EMMETT: È già accaduto altre volte. Nel 2000, Saddam Hussein aveva annunciato che il petrolio iracheno sarebbe stato venduto in euro, non in dollari. C’è chi dice che le sanzioni e la susseguente invasione siano nate dal fatto che gli americani volessero impedire ad ogni costo che l’OPEC adottasse l’euro nel mercato del petrolio per tutti i suoi paesi membri.

L’oro inglese è depositato in un caveau di sicurezza da qualche parte sotto la Banca d’Inghilterra. Come nella maggioranza dei paesi moderni, non ce n’è abbastanza da metterlo in circolazione per tutti. La cosa è diversa nei paesi come la Libia e molti stati del Golfo. Il dinaro d’oro metterebbe le nazioni africane e mediorientali ricche di petrolio in grado di dire ai loro clienti assetati di energia: “Spiacenti, ma il prezzo è salito, e vogliamo essere pagati in oro”.

C’è chi dice che gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO non avrebbero letteralmente potuto permettere una cosa del genere.



Traduzione di Massimo Mazzucco per luogocomune.net
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Marek Mer 26 Ott - 20:14:09

11 11 11 Appello agli Indignados

Ci si aspetterebbe che i banchieri e i potenti iniziassero a tremare di fronte a mobilitazioni mondiali di questo tipo, giusto? Anche se non proprio a tremare almeno a provare una sorta di imbarazzo.

…Ma se non fosse così? Se i banchieri e i potenti appoggiassero questo nuovo movimento partito dal basso? Come dovremmo reagire, come dovrebbero reagire gli indignati? Si dovrebbe far finta di nulla e tirare avanti? Io mi fermerei un attimo a riflettere…

Mario Draghi governatore di Bankitalia e prossimo presidente della Banca Centrale Europea (retribuzione annuale 1.041.008 € [unmilionequarantunomilaotto euro] più, dal 2005, 14843 € di pensione mensile) la mattina del 15 ottobre, giorno della prima manifestazione globale contro le banche, era di buon umore e addirittura ha BENEDETTO la protesta, come riportato ad esempio da “Repubblica“.

George Soros, membro del CFR, della Commissione Trilaterale, miliardario di Wall Street (ha guadagnato più di UN MILIARDO di dollari in una sola notte, il 16 settembre 1992! Nel 1993 diventa proprietario del 10% di una delle più grandi miniere d’oro degli Stati Uniti), considerato il “simbolo vivente della globalizzazione”, inizia improvvisamente a preoccuparsi del “popolo” e si unisce agli Indignados, come possiamo ascoltare nel servizio di Euronews:


Mikhail Gorbaciov, forse uno dei mondialisti contemporanei più importanti, con vari contatti con uomini e fondazioni dell’Alta Finanza, in un discorso del 20 ottobre ha affermato di vedere nel movimento degli Indignados un opportunità per giungere ad un cambiamento. Già, ma un cambiamento verso dove?
Come già analizzato in questo articolo, il dominio del sito http://15october.net/ risultava registrato ad un indirizzo in cui vi è anche la sede del Lucis Trust. Non dovrebbe stupire, allora, sapere che Gorbaciov sia un membro dello stesso Lucis Trust (come riportato dall’agenzia EIR, Executive Intelligence Review di Washington) in cui viene considerato come un “Maestro che sorge”.
Ma c’è di più: allo stesso indirizzo, all’866 dell’United Nations Plaza, risulta esserci anche il “Millennium Forum” di… indovinate un po’? Esatto, Mikhail Gorbaciov! [Fonte] Strana coincidenza che uno dei siti più importanti del movimento gradito da Gorbaciov sia stato registrato nello stesso palazzo in cui vi è la sede del “Millennium Forum” dello stesso Gorbaciov e del “Lucis Trust” di cui l’ex-presidente è un membro importante…
Lasciamo le coincidenze ai teorici delle coincidenze e andiamo avanti: eravamo arrivati a parlare di un cambiamento. Per conoscerne la direzione vi cito tre frasi dei tre signoroni elencati qui sopra:




“È chiaro che forme di governo globale sono oggi indispensabili, ma è anche chiaro che esse richiedono il sacrificio di parti di sovranità nazionale” Mario Draghi [Fonte]

“Occorre un governo mondiale” George Soros [il Sole-24 Ore, 20 settembre 1995]

“…ora la gente vuole il cambiamento. Affrontando queste sfide, cioè i problemi sollevati da questi movimenti di protesta, giungeremo gradualmente ad un nuovo ordine mondiale” Mikhail Gorbaciov, riferendosi agli Indignados. [Fonte e Traduzione]

Qualcuno penserà che queste sono solo insignificanti coincidenze un po’ paranoiche.
Io, se fossi un Indignados, farei un passo indietro.
Non intendo assolutamente rimanere a casa a braccia conserte ma se c’è il rischio che il movimento sia “pilotato dall’alto”, beh, esistono manifestazioni alternative in cui tutto viene svolto alla luce del sole e di cui, però (forse proprio per questo?), non ne parlano le televisioni…

Fonte: http://lalternativaitalia.blogspot.com/2011/10/11-11-11-appello-agli-indignados.html



Tratto da: 11 11 11 Appello agli Indignados | Informare per Resistere http://informarexresistere.fr/2011/10/25/11-11-11-appello-agli-indignados/#ixzz1bv71sKur
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Messaggio Da Alaudae Mer 26 Ott - 20:52:17

l'11.11.11 ormai è vicino..e non solo per gli indignados
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Messaggio Da Marek Mer 26 Ott - 21:28:51

11 11 11 = 33...
Se non era l'inizio il 15 ott....
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Messaggio Da Alaudae Mer 26 Ott - 22:23:15

Marek ha scritto:11 11 11 = 33...
Se non era l'inizio il 15 ott....

11 11 11 = 33...: 3+3=6
"Se non era l'inizio il 15 ott...." 2012 - Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 11 301576
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Messaggio Da Marek Gio 27 Ott - 8:21:01

33 e il numero dei massoni...
Se non era il 15 potrebbe esserlo l'undici ,inizio dei disordini mondiali ,la nuova era....nwo
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in corso Truppe Usa in Uganda. Evidentemente si tratta di una delle tante missioni umanitarie di pace

Messaggio Da Alaudae Ven 28 Ott - 10:59:23

2012 - Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 11 02914_truppe_internazionali

“Il 14 ottobre 2011 il Presidente Barack Obama ha annunciato l'invio in UGANDA di truppe delle forze speciali USA perché là si uniscano alla guerra civile. Nei prossimi mesi, le truppe USA di combattimento saranno mandate nel Sudan Meridionale, nel Congo e nella Repubblica Centrale Africana. Saranno "impiegate" solo per "autodifesa", dice Obama ironicamente.

Dopo essersi assicurato la Libia, una invasione americana del continente africano è in corso...


La stampa definisce la decisione di Obama come "altamente insolita" e "sorprendente", persino "bizzarra". Nulla di tutto ciò. È la logica della politica estera americana dal 1945. Si pensi al Vietnam. La priorità fu di fermare l'influenza della Cina, come rivale per l'impero, e "proteggere" l'Indonesia, che il Presidente Nixon definì "la scorta della regione, più ricca di risorse naturali... il premio più grande".

Il Vietnam semplicemente era tra i piedi; e il massacro di più di 3 milioni di vietnamiti e la devastazione e avvelenamento della loro terra fu il prezzo americano per raggiungere il suo obiettivo. Come tutte le invasioni americane che sono seguite, una traccia di sangue che va dall'America Latina all'Afghanistan e Iraq, la giustificazione è stata abitualmente "autodifesa" o "umanitarismo", parole da tempo svuotate del loro significato.

In Africa, dice Obama, la "missione umanitaria" è assistere il governo dell'Uganda nello sconfiggere l'Esercito della Resistenza (Lord’s Resistance Army LRA), che "ha ucciso", violentato e rapito decine di migliaia di uomini, donne e bambini nell'Africa Centrale".

Questa è una descrizione accurata dell'LRA, che evoca le molteplici atrocità amministrate dagli USA, come il bagno di sangue negli anni '60 a seguito dell'omicidio, organizzato dalla CIA, di Patrice Lumumba, il leader congolese per la indipendenza ed il primo Primo Ministro legalmente eletto. Il colpo di stato della CIA insediò Mobutu Sese Seko, considerato il tiranno più venale dell'Africa.

C'è un'altra giustificazione di Obama che invita alla satira: la "sicurezza nazionale degli Stati Uniti". La LRA ha fatto cose orribili per 24 anni, attirando il minimo interesse degli USA. Oggi ha meno di 400 caccia e non è mai stata più debole di ora.

Tuttavia, la "sicurezza nazionale" americana di solito significa comprare un regime corrotto che ha qualcosa che Washington vuole. Il Presidente ugandese, "president-for-life", Yoweri Museveni già riceve la più parte dei 45 milioni di dollari dell'aiuto militare USA: inclusi i droni favoriti di Obama. Questa è la tangente per combattere una guerra per procura contro l'ultimo fantasma dell'America: il nemico islamico, il gruppo plebaglia al Shabaab che ha base in Somalia. La RTA giocherà un ruolo di relazioni pubbliche, distraendo i giornalisti occidentali con le sue perenni storie di orrore.

Tuttavia, la ragione principale della invasione USA dell'Africa non è diversa da quella che attizzò la guerra in Vietnam. È la Cina. In un mondo di paranoia istituzionalizzata, che giustifica ciò che intende il Generale David Petraeus, l'ex comandante ed ora direttore della CIA, è uno stato perpetuo di guerra. La Cina sta sostituendo al-Qaeda come minaccia "ufficiale" per l'America.

Quando l'anno scorso intervistai Bryan Whitman, un segretario assistente alla difesa del Pentagono, gli chiesi di descrivermi il pericolo attuale per l'America. Visibilmente combattuto, ripete: "minacce asimmetriche...minacce asimmetriche". Queste giustificano i conglomerati di armi sponsorizzati dallo stato, denaro riciclato e il più grande budget militare e di guerra della storia. Con Osama bin Laden aerografato, la cappa passa alla Cina.

L'Africa è la storia di successo della Cina. Dove gli Americani portano droni e destabilizzazione, i Cinesi portano strade, ponti, dighe. Quel che vogliono sono le risorse, specialmente combustibili fossili. Con l'Africa detentrice delle più grandi riserve di petrolio, la Libia sotto Gheddafi era una delle fonti di carburante più grandi della Cina.

Quando scoppiò la guerra civile e la NATO spalleggiò i "ribelli" con una storia inventata sul fatto che Gheddafi avesse pianificato il "genocidio" a Bengasi, la Cina evacuò i suoi 30.000 operai dalla Libia. La risoluzione successiva del consiglio di sicurezza dell'ONU che consentì all'Occidente di "intervenire per ragioni umanitarie" fu succintamente spiegato come una proposta al governo francese fatta dal "ribelle" National Transitional Council (Consiglio di Transizione Nazionale), che è stato rivelato il mese scorso sul quotidiano Liberation, in cui alla Francia venne offerto il 35 percento della produzione petrolifera lorda e nazionale della Libia, in "cambio" di supporto francese "totale e permanente" per l'NTC.

Issando stelle e strisce nella Tripoli "liberata", lo scorso mese l'ambasciatore americano Gene Cretz si è lasciato sfuggire: "Sappiamo che il petrolio è il gioiello sulla corona delle risorse naturali della Libia!"

La conquista de facto della Libia da parte degli USA e i suoi partners imperiali proclama una versione moderna dell' "arrampicata per l'Africa" della fine del 19° secolo. Come per la vittoria in Iraq, i giornalisti hanno svolto un ruolo cruciale nel dividere i Libici in vittime degne e indegne.

Una recente prima pagina del Guardian ha mostrato una foto di un terrificato combattente pro Gheddafi e dei suoi catturatori dagli occhi assetati che, dice la didascalia, "celebrano". Secondo il Generale Petraeus, c'è ora una guerra di "percezione... condotta continuamente attraverso le notizie dei media".

Per più di un decennio, gli USA hanno cercato di avere il comando sul continente africano: l'AFRICOM, cosa però che è stata snobbata dai governi, timorosi di ciò che le tensioni regionali avrebbero potuto creare. La Libia e ora l’Uganda, il Sudan Meridionale e il Congo, forniscono l’opportunità maggiore.

Come hanno rivelato le cablature di WikiLeaks e il National Strategy for Counter-terrorism Americano (Strategia Nazionale per il contro terrorismo), i piani americani per l’Africa sono parte di un disegno globale in cui 60.000 forze speciali, inclusi gli squadroni della morte, operano già in 75 paesi che presto saranno 120. Come fece rilevare Dick Cheney negli anni ‘90 , col piano di "strategia di difesa", l’America semplicemente vuole governare il mondo.

Che questo sia ora il dono di Barack Obama, il “figlio d’Africa” è massimamente ironico. O no? Come spiegò Frantz Fanon Black Skin, White Masks (pelle nera, maschere bianche) ciò che conta non è tanto il colore della tua pelle, quanto il potere che servi e i milioni che tradisci”.

Autore: John Pilger / Fonte originale: globalresearch.ca / Traduzione a cura di: Cristina Bassi / Fonte: cafedehumanite.blogspot.com

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in corso quello che le tv non dicono sulla Libia

Messaggio Da Alaudae Sab 29 Ott - 13:36:15

questo video verrà rimosso sicuramente, condividetelo!

Tutto ciò che volevate sapere, ma che non vi diranno mai le televisioni riguardo... ai conflitti e le guerre generate nei paesi arabi, Tunisia, Egitto, Libia. Questo è frutto di ciò che viene deciso a tavolino da diversi (e sono tanti) leaders mondiali e capi di stato facenti parte al NWO (Nuovo Ordine Mondiale). Questo documentario spiega in modo molto preciso i meccanismi che hanno portato all'assassinio di Gheddafi da parte del Nuovo Ordine Mondiale (Illuminati - NB) con lo scopo di creare stati dissestati intorno ad Israele sostituendo le attuali dittature con governi fantoccio. Come dai loro piani, si arriverà ad una terza guerra mondiale da parte di questi stati con Israele come già profetizzato nel famoso Armageddon.