Calamità Centro Sud America
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Brutte notizie per la BP
Ancora brutte notizie per la Bp: gli ingegneri del colosso petrolifero hanno individuato un'altra fuoriuscita di greggio sul letto oceanico vicino al pozzo Macondo: e adesso il timore è che la fuga sia dovuta alla cupola di contenimento collocata la scorsa settimana sul pozzo danneggiato della Bp.
L'annuncio è stato dato domenica notte dalle autorità statunitensi le quali, molto preoccupate, hanno chiesto all'azienda britannica di accertare la situazione e tenersi pronta alla riapertura del pozzo appena sigillato.
Poche ore prima l'azienda britannica si era detta ottimista sul funzionamento del dispositivo che ha contribuito a sigillare il pozzo dal quale, da settimane, fuoriesce petrolio nel Golfo del Messico. In serata tuttavia il governo ha diffuso una lettera dell'ex ammiraglio della Guardia Costiera Ted Allen, responsabile statunitense della pulizia, indirizzata a Bob Dudley, capo delle operazioni in loco della Bp, nel quale si fa riferimento a una nuova perdita e ad altre "anomalie" di natura sconosciuta.
"Vi invito pertanto a fornirmi al più presto una procedura scritta per riaprire la valvola (del pozzo Macondo), qualora la fuoriuscita di idrocarburi presso il pozzo fosse confermata".
La Bp ha installato la scorsa settimana un'enorme campana sull'orifizio da cui fuoriesce greggio nel mare e che, da giovedì, funziona come una specie di tappo. Da giovedi' l'azienda sta realizzando anche i test di pressione per verificare se il pozzo sia in buono stato. Allen ha fatto notare che i livelli di pressione sono inferiori al previsto e ha esortato a capire i motivi. Le cause, ha spiegato, potrebbero essere due: o e' diminuita la quantita' di petrolio nel pozzo o ci sono potenziali fughe dovute a danni nella struttura. Il timore del governo Usa è che il tappo possa spingere il petrolio a defluire da altri punti se la struttura del pozzo è fragile.
Il disastro è già costato 3, 05 miliardi di euro
Il colosso britannico Bp ha reso noto che le operazioni per far fronte alla disastrosa fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico sono già costate all'azienda 3,05 miliardi di euro.
Rainews24.it
L'annuncio è stato dato domenica notte dalle autorità statunitensi le quali, molto preoccupate, hanno chiesto all'azienda britannica di accertare la situazione e tenersi pronta alla riapertura del pozzo appena sigillato.
Poche ore prima l'azienda britannica si era detta ottimista sul funzionamento del dispositivo che ha contribuito a sigillare il pozzo dal quale, da settimane, fuoriesce petrolio nel Golfo del Messico. In serata tuttavia il governo ha diffuso una lettera dell'ex ammiraglio della Guardia Costiera Ted Allen, responsabile statunitense della pulizia, indirizzata a Bob Dudley, capo delle operazioni in loco della Bp, nel quale si fa riferimento a una nuova perdita e ad altre "anomalie" di natura sconosciuta.
"Vi invito pertanto a fornirmi al più presto una procedura scritta per riaprire la valvola (del pozzo Macondo), qualora la fuoriuscita di idrocarburi presso il pozzo fosse confermata".
La Bp ha installato la scorsa settimana un'enorme campana sull'orifizio da cui fuoriesce greggio nel mare e che, da giovedì, funziona come una specie di tappo. Da giovedi' l'azienda sta realizzando anche i test di pressione per verificare se il pozzo sia in buono stato. Allen ha fatto notare che i livelli di pressione sono inferiori al previsto e ha esortato a capire i motivi. Le cause, ha spiegato, potrebbero essere due: o e' diminuita la quantita' di petrolio nel pozzo o ci sono potenziali fughe dovute a danni nella struttura. Il timore del governo Usa è che il tappo possa spingere il petrolio a defluire da altri punti se la struttura del pozzo è fragile.
Il disastro è già costato 3, 05 miliardi di euro
Il colosso britannico Bp ha reso noto che le operazioni per far fronte alla disastrosa fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico sono già costate all'azienda 3,05 miliardi di euro.
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Cina: marea nera di 50km
Pechino, 19-07-2010
Dal Golfo del Messico al porto di Dalian: è lotta contro il tempo in Cina per arginare la chiazza di petrolio di 50 chilometri quadrati riversatosi in mare dopo l'esplosione di due condutture nel porto nordorientale del Paese.
Il colosso petrolifero PetroChina, che controlla le due più grandi raffinerie a Dalian, ha messo a punto un piano d'emergenza. "Il porto è stato chiuso subito dopo l'esplosione", ha spiegato l'amministratore delegato della società petrolifera, "abbiamo attivato un piano d'emergenza di una settimana, ma speriamo che la marea nera possa essere ripulita al più presto possibile".
L'incidente - ha sottolineato la società - non ha causato alcun danno diretto ai principali impianti petroliferi ed è limitato alle strutture collaterali. "Sono ancora da valutare l'entità dei danni e le perdite di petrolio provocate dall'incidente", ha aggiunto la società. Centinaia di vigili del fuoco hanno lottato per oltre 15 ore per spegnere l'incendio scoppiato nella notte di venerdì, dopo l'esplosione di una conduttura per il trasporto del greggio da una nave a un serbatoio di stoccaggio. Nell'incidente, che non ha causato vittime, è esploso anche un secondo oleodotto.
La costa vicino a Dalian, nella provincia del Liaoning
La costa vicino a Dalian, nella provincia del Liaoning
Pechino, 19-07-2010
Dal Golfo del Messico al porto di Dalian: è lotta contro il tempo in Cina per arginare la chiazza di petrolio di 50 chilometri quadrati riversatosi in mare dopo l'esplosione di due condutture nel porto nordorientale del Paese.
Il colosso petrolifero PetroChina, che controlla le due più grandi raffinerie a Dalian, ha messo a punto un piano d'emergenza. "Il porto è stato chiuso subito dopo l'esplosione", ha spiegato l'amministratore delegato della società petrolifera, "abbiamo attivato un piano d'emergenza di una settimana, ma speriamo che la marea nera possa essere ripulita al più presto possibile".
L'incidente - ha sottolineato la società - non ha causato alcun danno diretto ai principali impianti petroliferi ed è limitato alle strutture collaterali. "Sono ancora da valutare l'entità dei danni e le perdite di petrolio provocate dall'incidente", ha aggiunto la società. Centinaia di vigili del fuoco hanno lottato per oltre 15 ore per spegnere l'incendio scoppiato nella notte di venerdì, dopo l'esplosione di una conduttura per il trasporto del greggio da una nave a un serbatoio di stoccaggio. Nell'incidente, che non ha causato vittime, è esploso anche un secondo oleodotto.
La televisione di Stato ha fatto sapere che il petrolio ha contaminato le acque al largo della provincia di Liaoning e i soccorritori stanno utilizzando apparecchiature di filtraggio e disperdenti per ripulire il porto e le zone circostanti. Non sono ancora chiare le cause dell'incidente, avvenuto mentre una nave petrolifera battente bandiera liberiana stava scaricando il greggio nell'impianto di stoccaggio. Rainews24.it
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Re: Calamità Centro Sud America
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Re: Calamità Centro Sud America
chiudere totalmente il pozzo no?
non prendere più nulla da quella zona martoriata?
evidentemente sono ancora una volta i soldi la ragione più importante del mondo.
Invece di usare i cervelli del mondo per trovare qualcosa di alternativo al petrolio si continua a fare i ladri del mondo in tutti i modi, secondo me gli altissimi capi della più grande multinazionale del mondo la BP andrebbero processati ad un tribunale internazionale per crimini contro l'umanità.
perchè se questo non è un crimine, ditemi voi cosa è.
non prendere più nulla da quella zona martoriata?
evidentemente sono ancora una volta i soldi la ragione più importante del mondo.
Invece di usare i cervelli del mondo per trovare qualcosa di alternativo al petrolio si continua a fare i ladri del mondo in tutti i modi, secondo me gli altissimi capi della più grande multinazionale del mondo la BP andrebbero processati ad un tribunale internazionale per crimini contro l'umanità.
perchè se questo non è un crimine, ditemi voi cosa è.
Re: Calamità Centro Sud America
Marius ha scritto:chiudere totalmente il pozzo no?
non prendere più nulla da quella zona martoriata?
evidentemente sono ancora una volta i soldi la ragione più importante del mondo.
Invece di usare i cervelli del mondo per trovare qualcosa di alternativo al petrolio si continua a fare i ladri del mondo in tutti i modi, secondo me gli altissimi capi della più grande multinazionale del mondo la BP andrebbero processati ad un tribunale internazionale per crimini contro l'umanità.
perchè se questo non è un crimine, ditemi voi cosa è.
è parte di un crimine inteso in senso globale (come da me postato poco tempo fa)
per la parte occidentale è stato scelto il golfo del Messico
per la parte orientale quella località cinese di cui ora mi sfugge il nome
praticamente si potrebbe dire che tra chemitrails ed enormi perdite di petrolio (non ci dimentichiamo la corrente del golfo) il 2012 è già cominciato.
e noi dobbiamo assistere inermi
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Re: Calamità Centro Sud America
Vudkos ha scritto:Povero Mondo
ecco, sta arrivando il N.W.O.
un solo governo mondiale, una sola moneta, un'umanita drasticamente ridotta e provata
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Re: Calamità Centro Sud America
Vudkos ha scritto:Povero Mondo
celo stanno ammazzando e poi dicono che il 2012 e tutta fantasia a me sembra che ci stiamo avvicinando sempre piu tutti pensano ad una fine del mondo kissa come ma non si rendono conto che le catastrofi sono gia iniziate , queste a causa dell'uomo altre a causa della natura ogni giorno c'e' un disatro speriamo di cavarcela
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Re: Calamità Centro Sud America
e se ce la dovessimo cavare...a cosa andremmo incontro?
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Re: Calamità Centro Sud America
a qualcosa di molto duro ma cela faremo ne sono sicuro certo e difficile se distruggono il mare e l'aria che respiriamo ma personalmente penso che prima di arrivare a distruggere tutto il mondo celi e mari succedera' qualcosa che lo impedisce con realta molto difficili ma almeno scongiuriamo il peggio questo e il mio pensiero .Alaudae ha scritto:e se ce la dovessimo cavare...a cosa andremmo incontro?
cristian- Staff misteri
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un mondo sterile
cristian ha scritto:a qualcosa di molto duro ma cela faremo ne sono sicuro certo e difficile se distruggono il mare e l'aria che respiriamo ma personalmente penso che prima di arrivare a distruggere tutto il mondo celi e mari succedera' qualcosa che lo impedisce con realta molto difficili ma almeno scongiuriamo il peggio questo e il mio pensiero .Alaudae ha scritto:e se ce la dovessimo cavare...a cosa andremmo incontro?
io non voglio, non ho alcuna intenzione di vivere in un mondo di gente infetta e niente animali e niente natura!
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Legame tra BP, geoingegneria e ing. genetica
La BP non si fermerà alla pericolosa trivellazione in alto mare: la compagnia è incline a progetti ancora più rischiosi, inclusa la manipolazione genetica e la distruzione dell’atmosfera terrestre...
I silenzi a volte vanno notati. Dov’è finito Steve Koonin, sottosegretario per la scienza al Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti, dopo il disastro del Golfo?
Koonin era intimamente familiare con le tecnologie che hanno fallito in modo tanto spettacolare nel caso della piattaforma della Deepwater Horizon a causa del suo precedente incarico come capo scienziato alla BP. Mentre il suo attuale datore di lavoro, Barack Obama, sta cercando di capire “chi prendere a calci nel culo” per la perdita di petrolio, potrebbe trovare istruttivo fare un salto indietro nel 2005 alla presentazione di Koonin al MIT - Massachusetts Insitute of Technology, in cui vediamo il petroliere Koonin vantarsi delle prodezze tecnologiche della sua azienda nell’esplorazione del petrolio e della sua produzione nelle profonde acque del Golfo.
In particolare, affermava che 50 milinioni di dollari USA per fare un buco nel fondale del Golfo avrebbero fruttato un milione di barili al giorno, descrivendo le sfide tecniche costituite dalla profondità e dalla pressione. Una piccola nota in fondo alle sue slides indicava: “l’ambiente marino crea delle sfide d’integrità” – linguaggio ingegneristico per “probabili incidenti”.
Note Incognite
Un senior management della BP come Koonin sapeva che ci si stava spingendo oltre i limiti della sicurezza ambientale nell’utilizzare queste tecnologie di trivellazione in mare ultra-profonda? Certo che lo sapevano. Ma come chiarito nella presentazione di Koonin al MIT, estendere i confini tecnologici fino alle aree rischiose è l’atteggiamento della BP nell’era del picco del petrolio. Il tanto lodato ruolo di Koonin alla BP era precisamente di applicare una scienza all’avanguardia al problema del calo delle riserve di petrolio e della crescente crisi climatica. Koonin guidava un team di ricercatori che avrebbero tenuto conto del modo più economico per estrarre il petrolio difficile da ottenere (ad esempio le sabbie di catrame, la trivellazione in alto mare).
In modo ancora più significativo, Koonin ha avuto un ruolo centrale nell’investire milioni di dollari della BP nel nuovo campo dell’estrema ingegneria genetica, conosciuto come biologia sintetica, dove gli imprenditori costruiscono da zero il DNA di microbi completamente nuovi in modo da convertire le piantagioni di zucchero, i campi di grano e le foreste in biocombustibili per rifornire la macchina dell’economia.
È stato quando Koonin era in carica alla BP che il gigante del petrolio ha investito una somma riservata alla Synthetic Genomics Inc. di Craig Venter per sviluppare microbi che potessero essere iniettati nei giacimenti di carbone e nelle sabbie di catrame per il rilascio di metano. Un tale batterio metanogeno esiste in natura in alcune parti della crosta terrestre, ma le implicazioni ecologiche di un inziezione artificiale di un super potente germe metanogenico ed il potenziale rilascio accidentale di forti gas serra nll’atmosfera non sono state ancora studiate. Ovviamente la BP replicherebbe che le loro tecnologie sperimentali non causeranno dispersioni, proprio come non era previsto che centinaia di migliaia di barili di petrolio sgorgassero dal fondale marino.
Organismi sintetici
Poco più di un mese fa, Venter ha annunciato la “nascita” di Synthia, il primo organismo artificiale in grado di auto-riprodursi, stimolando così un ulteriore investimento in questo campo controverso ed attraendo molti appelli ad una maggiore regolamentazione e sorveglianza di queste nuove tecnologie. Se abbiamo imparato qualcosa da disastro della BP-Halliburton-Transocean è questa: non fidarsi di chi trae beneficio dall’uso della tecnologia con la sua sicurezza.
E poi c’è la geo-ingegneria – il più grande gioco d’azzardo tecnologico di tutti – che Koonin e la BP considerano come un fattibile piano di riserva. La geo-ingegneria fa riferimento a schemi su larga scala apparentemente inconsueti per ri-organizzare i sistemi atmosferici ed oceanici in modo da contrastare il surriscaldamento globale. Come per i massicci, improbabili coperchi in calcestruzzo, le opzioni nucleari ed i piani per i sigilli che vengono applicati sulla cima del pozzo della Deepwater Horizon, tali schemi possiedono un certo sentimento fantascentifico adolescenziale – scaricando ferro nell’oceano per incrementare la produzione di plankton che divorerebbe l’anidride carbonica o sbiancando le nuvole per riflettere la luce del solare nello spazio.
Un piano B per il mondo
Nel 2008 David Eyton, vice presidente alla BP per la tecnologia e le scienze, ha anunnciato che la geo-ingegenria era di certo una nuova area di ricerca per la compagnia. “Non possiamo ignorare la portata della sfida”, scrisse, “e dobbiamo tutti avere un piano B se il mondo non sarà capace di stabilizzare le concentrazioni di gas serra e se il peggio delle previsioni sui cambiamenti climatici si realizzeranno”.
L’opzione preferita dalla BP è la proposta di lanciare delle particelle di zolfo nella parte più alta dell’atmosfera per imitare l’effetto di una fumata vulcanica. Infatti, nel caso di una vasta eruzione vulcanica (come quall del Pinatubo nel 1991) tali particelle riflettono la luce del sole nello spazio e riducono in modo significativo la temperatura terrestre.
Lo scorso anno Steve Koonin ha radunato una confraternita di un dozzina di scienziati per una settimana per osservare in dettaglio l’agenda della ricerca tecnica sull’ingegneria climatica ad onde corte, attraverso l’uso degli aerosol stratosferici.
Tale studio è stato il primo ad essere sponsorizzato dalla NOVIM, un’organizzazione che proclama di “fornire delle soluzioni scientifiche sicure ai problemi più urgenti… senza patrocinio legale e senza ordine del giorno”.
Il rapporto traccia un programma di ricerca di dieci anni che inizia con i computer nel laboratorio, e poi passa ad esperimenti sul campo fino alla “applicazione monitorata”. Lo scopo specifico del rapporto è di escogiatare un’agenda di ricerca che “ridurrà i rischi e le incertezze”.
Di certo, quando si parla dei sistemi complessi, fragili e già alquanto squilibrati della Terra, tutto ciò che costituisce un rischio accettabile dovrebbe essere una questione politica, e non mramente tecnica. È improbabile che petrolieri ed pescatori risponderebbero nello stesso modo. I governi ed i popoli dei due diversi emisferi è probabile che non siano d’accordo fra loro. Persino tra uomini e donne c’è una differenza nell’attitudine al rischio.
Proprio come l’industria del petrolio è impaziente di continuare a sfruttare le fonti dell’oro nero difficili da raggiungere, una crescente lobby eloquente e ben organizzata di geo-ingegneri è asniosa di continuare a testare una varietà di schemi per intervenire sul clima. Sottolinearli entrambi costituisce una velata insolenza alla quale il disastro del Golfo dovrebbe averci reso coscienti. Sia il petrolio che la geo-ingegneria hanno forti legami con Washington, a volte anche nelle stesse persone. Ovviamente, una gran quantità di petrolio sarebbe certo di giovamento se l’atmosfera potesse essere architettata in modo tale da resistere ad alte concentrazioni di gas serra.
Un numero crescente di cittadini sta facendo appello all’arresto di tali esperimenti sul pianeta (vedi www.handsoffmotherearth.org) e l’espandersi della spessa fanghiglia nera nel Golfo dovrebbe ricordare a tutti noi di ascoltarli. È troppo tardi per prevenire questo disastro; non lo è per prevenirne altri.
Jim Thomas è manager del programma di ricerca presso il Gruppo ETC – Action Group on Erosion, Technology and Concentration.
Titolo originale: "The link between BP, geoengineering and GM "
Fonte: http://www.theecologist.org
http://www.nexusedizioni.it/apri/Argomenti/Attualita/Il-legame-tra-BP-geoingegneria-e-ingegneria-genetica---di-Jim-Thomas/
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Re: Calamità Centro Sud America
Usa, si rompe pozzo petrolifero
Altro incidente nel Golfo del Messico
Piove sul bagnato nel Golfo del Messico. Una chiatta ha urtato un pozzo petrolifero nella baia di Barataria in Louisiana rompendo le tubature da cui esce un getto di gas e greggio ad altissima pressione che si aggiunge alla marea nera della falla piu' a largo della Deepwater Horizon. Ne ha dato notizia la Guardia costiera.
Altro incidente nel Golfo del Messico
Piove sul bagnato nel Golfo del Messico. Una chiatta ha urtato un pozzo petrolifero nella baia di Barataria in Louisiana rompendo le tubature da cui esce un getto di gas e greggio ad altissima pressione che si aggiunge alla marea nera della falla piu' a largo della Deepwater Horizon. Ne ha dato notizia la Guardia costiera.
Re: Calamità Centro Sud America
in generale nel mondo ci stiamo distruggendo con le nostre mani ma in america e clamoroso tra catastrofi naturali e catastrofi fatte dall'uomo ci metteranno poco a fare danni irreparabili purtroppo non solo per loro' pero visto che il mare in quelle condizioni causera' inevitabilmente cambiamenti climatici e kissa' cos'altro.
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Re: Calamità Centro Sud America
cristian ha scritto:in generale nel mondo ci stiamo distruggendo con le nostre mani ma in america e clamoroso tra catastrofi naturali e catastrofi fatte dall'uomo ci metteranno poco a fare danni irreparabili purtroppo non solo per loro' pero visto che il mare in quelle condizioni causera' inevitabilmente cambiamenti climatici e kissa' cos'altro.
"catastrofi fatte dall'uomo"
per inettitudine o è tutto programmato? (teoria del complotto)
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marea nera nel lago Michigan
(ANSA) - WASHINGTON, 29 LUG - Il lago Michigan potrebbe essere invaso da 4 milioni di litri di petrolio, i quali sono finiti nel fiume Kalamazoo da un oleodotto. Mentre dal Golfo del Messico arrivano i primi segnali positivi, un'altra potenziale marea nera minaccia gli Usa. L'oleodotto si e' rotto proprio sul fiume che attraversa lo Stato nel Midwest a sud del lago Michigan. Il Kalamazoo finisce nel grande lago e l'Environment Protection Agency (EPA) ha diffuso una nota di allerta alle autorita' della zona.
qualcuno ha evidentemente deciso che gli USA devono soccombere
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mar giallo: catastrofe peggiore Exxon Valdez
(AGI/AFP) - Pechino, 30 lug. - La marea nera nel Mar Giallo e' tra i peggiori disastri ecologici della storia, 60 volte piu' grave di quanto denunciato dal governo cinese: la denuncia arriva da Greenpeace, secondo cui l'esplosione di due gasdotti in un deposito di stoccaggio del petrolio nel porto di Dalian, avvenuta il 16 luglio, ha riversato in mare tra le 60mila e le 90mila tonnellate di greggio (le stime ufficiali parlano invece di 1.500 tonnellate). "Si tratta di una delle maggiori fuoriuscite di petrolio nella storia", ha detto nel corso di una conferenza stampa Richard Steiner, consulente di Greenpeace dell'universita' dell'Alaska. "Se le nostre stime sono corrette, si tratta certamente di un disastro peggiore della fuoriuscita di petrolio dalla Exxon Valdez in Alaska nel 1989".
Steiner, che ha trascorso un giorno e mezzo a Dalian per valutare i danni, ha aggiunto che la mancanza di un'adeguata verifica aerea dei danni significa che nessuno sa esattamente l'estensione della chiazza di petrolio che al momento potrebbe aver addirittura raggiunto la Corea del Nord. Secondo Greenpeace, le proprie stime potrebbero 'sforare' (in piu' o in meno) del 50 per cento, proprio perche' mancano dati certi da parte del governo. La Cina lunedi', dieci giorni dopo l'incidente, ha annunciato di aver riportato la situazione sotto-controllo e che il porto di Dalian era tornato alla normalita'. Il sindaco, Li Wancai, ha parlato di "decisiva vittoria" per contenere la fuoriuscita; e la stampa locale ha scritto che il petrolio nel mare e' stato per lo piu' ripulito e che la marea nera non ha raggiunto le acque internazionali.
Steiner ha invece sostenuto che c'e' ancora petrolio in acqua e sulle spiagge e che gli sforzi di ripulitura dovranno continuare per tutto agosto e anche in autunno; e che potrebbe servire una decina d'anni perche' l'ambiente si riprenda dalla catastrofe. (AGI) -
Steiner, che ha trascorso un giorno e mezzo a Dalian per valutare i danni, ha aggiunto che la mancanza di un'adeguata verifica aerea dei danni significa che nessuno sa esattamente l'estensione della chiazza di petrolio che al momento potrebbe aver addirittura raggiunto la Corea del Nord. Secondo Greenpeace, le proprie stime potrebbero 'sforare' (in piu' o in meno) del 50 per cento, proprio perche' mancano dati certi da parte del governo. La Cina lunedi', dieci giorni dopo l'incidente, ha annunciato di aver riportato la situazione sotto-controllo e che il porto di Dalian era tornato alla normalita'. Il sindaco, Li Wancai, ha parlato di "decisiva vittoria" per contenere la fuoriuscita; e la stampa locale ha scritto che il petrolio nel mare e' stato per lo piu' ripulito e che la marea nera non ha raggiunto le acque internazionali.
Steiner ha invece sostenuto che c'e' ancora petrolio in acqua e sulle spiagge e che gli sforzi di ripulitura dovranno continuare per tutto agosto e anche in autunno; e che potrebbe servire una decina d'anni perche' l'ambiente si riprenda dalla catastrofe. (AGI) -
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Re: Calamità Centro Sud America
Marea nera, BP: "Chiusa la falla"
Cemento per sigillare il pozzo Macondo
Ad oltre tre mesi dall'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon la Bp ha sigillato definitivamente la falla sul fondo del Golfo del Messico. Lo ha reso noto il gigante petrolifero britannico. Il pozzo è stato chiuso con colate di cemento. L'operazione, che ha avuto il via libera dal goveno Usa, ha avuto l'obiettivo di isolare la struttura.
Cemento per sigillare il pozzo Macondo
Ad oltre tre mesi dall'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon la Bp ha sigillato definitivamente la falla sul fondo del Golfo del Messico. Lo ha reso noto il gigante petrolifero britannico. Il pozzo è stato chiuso con colate di cemento. L'operazione, che ha avuto il via libera dal goveno Usa, ha avuto l'obiettivo di isolare la struttura.
Re: Calamità Centro Sud America
Marius ha scritto:Marea nera, BP: "Chiusa la falla"
Cemento per sigillare il pozzo Macondo
Ad oltre tre mesi dall'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon la Bp ha sigillato definitivamente la falla sul fondo del Golfo del Messico. Lo ha reso noto il gigante petrolifero britannico. Il pozzo è stato chiuso con colate di cemento. L'operazione, che ha avuto il via libera dal goveno Usa, ha avuto l'obiettivo di isolare la struttura.
si l'avevo letto: come dice l'antico detto: chiudono la stalla dopo che i buoi sono scappati!! non ti pare? ormai ritengono che il danno sia stato sufficientemente grave, ora possono anche fare gli eroi agli occhi del mondo!
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Re: Calamità Centro Sud America
Louisiana, il petrolio sgorga dalla spiaggia
Di petrolio in mare ce n'è relativamente poco ma se si scava leggermente nella sabbia della costa sud orientale della Louisiana è questo il triste spettacolo a cui si assiste. Petrolio che sgorga come fosse acqua dal sottosuolo a più di tre mesi dall'esplosione della Deepwater Horizon che ha riversato nel Golfo del Messico più di 700 milioni di litri di greggio.
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&IDmsezione=29&IDalbum=28525&tipo=VIDEO#mpos
Di petrolio in mare ce n'è relativamente poco ma se si scava leggermente nella sabbia della costa sud orientale della Louisiana è questo il triste spettacolo a cui si assiste. Petrolio che sgorga come fosse acqua dal sottosuolo a più di tre mesi dall'esplosione della Deepwater Horizon che ha riversato nel Golfo del Messico più di 700 milioni di litri di greggio.
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&IDmsezione=29&IDalbum=28525&tipo=VIDEO#mpos
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sisma mag. 6,1 al largo coste Messico
Una forte scossa di terremoto di magnitudo 6.1 è stata registrata al largo delle coste del Messico, con epicentro a 290 km a sudovest dalla città centroccidentale di Puerto Vallarta. Lo riporta il Servizio geologico degli Stati Uniti (Usgs). Al momento non risultano danni a persone o cose. "Stiamo monitorando la situazione", afferma un portavoce della protezione civile dello Stato di Jalisco. Il sisma è avvenuto a 10 km di profondità.
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo489226.shtml
Scossa nello astato di Jalisco: nessun allerta tsunami
Washington, 24 ago. (Apcom) - Un sisma di magnitudo 6,4 sulla scala Richter ha avuto luogo questa mattina al largo della costa occidentale del Messico, a 283 chilometri dalla città di Cihuatlan, nello stato di Jalisco: lo ha annunciato l'Istituto di geofisica americano (USGS). La scossa è stata avvertita alle 21.11 locali di ieri ed è stata individuata ad una profondità di 33 chilometri. Il sisma non ha generato danni né allerta tsunami. (fonte afp)
http://www.tgcom.mediaset.it/mondo/articoli/articolo489226.shtml
Scossa nello astato di Jalisco: nessun allerta tsunami
Washington, 24 ago. (Apcom) - Un sisma di magnitudo 6,4 sulla scala Richter ha avuto luogo questa mattina al largo della costa occidentale del Messico, a 283 chilometri dalla città di Cihuatlan, nello stato di Jalisco: lo ha annunciato l'Istituto di geofisica americano (USGS). La scossa è stata avvertita alle 21.11 locali di ieri ed è stata individuata ad una profondità di 33 chilometri. Il sisma non ha generato danni né allerta tsunami. (fonte afp)
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Scienziati sbalorditi!
Il Nostro pianeta ha dichiarato guerra all'inquinamento di petrolio nel Golfo del Messico. Nuove specie di batteri mangia-petrolio finora sconosciute stanno ”banchettando” e consumando ‘con voracita” il ‘pennacchio’ di petrolio che si e’ formato a causa del flusso di greggio fuoriuscito dal pozzo della BP nelle acque del Golfo del Messico.
SCIENZIATI SBALORDITI!!
Hanno degradato petrolio a ritmi piu’ sostenuti dei normali batteri mangia-petrolio finora noti e per di piu’ senza consumare ossigeno, quindi salvaguardando le altre specie viventi.
Sono i risultati emersi da uno studio che sara’ pubblicato questa settimana sulla rivista science e verranno anticipati oggi dagli scienziati che l’anno condotto nel corso del meeting della International Society for Microbial Ecology, i ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory. Diretti da Terry Hazen, hanno lavorato con due navi dal 25 maggio al 2 giugno e raccolto 200 campioni da 17 siti, per poi esaminarli con le piu’ moderne strumentazioni per l’analisi del Dna.
E’ emerso che la colonna di greggio del Golfo e’ stata mangiata a ritmi mai visti da una serie di batteri degradatori di idrocarburi con l’avanguardia di alcune specie finora ignote che hanno fatto la gran parte del lavoro, somiglianti, spiegano gli esperti, a membri della famiglia ‘Oceanospirillales’; si tratta cioe’ di batteri abituati a vivere in condizioni estreme di temperatura e pressione.
Secondo i biologi questi batteri sono divenuti cosi’ efficienti nel mangiare il petrolio adattandosi nel lungo periodo a ‘mangiucchiare’ idrocarburi naturalmente fuoriusciti attraverso crepe naturali del fondale. Nel loro lavoro di degradatori di greggio, spiegano i ricercatori, i batteri sono probabilmente stati avvantaggiati dagli effetti dello spargimento di una sostanza per ripulire le acque dal greggio che ha ridotto il petrolio in goccioline, facilitando loro il lavoro.
”I risultati mostrano che questi batteri giocano un ruolo significativo nel controllare il destino ultimo della macchia di petrolio dispersa nelle acque”, concludono i ricercatori.
Fonte: Ansa.it - liquidarea.com - Segnidalcielo.it
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esplode piattaforma al largo della Louisiana
WASHINGTON - Scoppia un'altra piattaforma petrolifera davanti alle coste della Louisiana. E nel Golfo del Messico torna per un giorno l'incubo 'marea nera'. Stavolta pero', a differenza dell'incidente sulla base della Bp dell'aprile scorso, non ci sono vittime e la Guardia Costiera in tarda serata ha confermato che le fiamme sulla piattaforma sono state spente e che non vi sono perdite di petrolio in mare.L'azienda petrolifera proprietaria della piattaforma aveva subito escluso ogni perdita di greggio. Qualche ora dopo, pero' era stata la stessa Guardia Costiera a riferire della presenza di una macchia ''lucente'' lunga circa un miglio attorno alla base. In serata invece il capitano di Guardia Costiera Peter Troedsson ha ufficialmente reso noto che l'allarme era rientrato: ''L'incendio e' spento, e gli elicotteri e le navi della Guardia Costiera sul posto non segnalano alcuna perdita. Ma continuiamo a sorvegliare la situazione per essere certi che non vi siano cambiamenti''.
L'incidente ha comunque messo un luce che questi grandi impianti non sono cosi' sicuri come sostengono le compagnie petrolifere. Con l'incidente di oggi le trivellazioni offshore tornano al centro di un dibattito acceso come non mai. In Italia il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha affermato che il nuovo incidente ''conferma l'esigenza'' di ''piu' stringenti regole a livello internazionale'', mettendo in evidenza la situazione nel Mediterraneo e sollecitando che ''il problema venga posto all'ordine del giorno nelle prossime settimane nell'agenda europea''.
I primi a dare l'allarme dello scoppio erano stati alcuni elicotteri e navi di passaggio che hanno scorto verso le nove di mattina del fumo provenire dalla Vermilion Oil 380, di proprieta' della americana Mariner Energy. Si trova a 128 km dalla costa, nello stesso specchio d'acqua in cui si trova la tristemente famosa Deepwater Horizon. In questo caso pero' i 13 operai sono riusciti a mettersi in salvo dalle fiamme buttandosi tutti in mare con i giubbotti salvagente, cosa che non era riuscita agli 11 lavoratori della Bp che morirono lo scorso 20 aprile. Quel giorno, l'esplosione provoco' il peggior disastro ambientale della storia americana. Quello di ieri solo una gran paura. Subito dopo l'allarme, sulla zona sono giunti in forza gli uomini della Guardia Costiera, con sette elicotteri, due aerei e quattro navi. Le prime sporadiche notizie parlavano di un ferito, circostanza piu' tardi smentita sempre dalla compagnia petrolifera. In serata, poi, e' arrivata anche l'esclusione di perdite.
Accantonata l'emergenza, s'indaga ora sulle cause dell'esplosione. La Mariner parla di un incendio in un deposito di gas, all'interno della base, e ricorda che al momento dello scoppio la piattaforma non era attiva, cioe' non era in atto alcuna attivita' di pompaggio del greggio dal profondo del mare. Ma anche questa circostanza e' stata messa in dubbio dal governatore della Louisiana, Bobby Jindal: ''Stanno dicendo che la base era chiusa. Se cio' e' vero - ha detto - allora e' un fatto molto importante. Tuttavia si tratta di qualcosa che non abbiamo ancora verificato in modo indipendente''. Anche secondo la Guardia Costiera, l'impianto stava estraendo greggio. http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/02/visualizza_new.html_1787911182.html
Ultima modifica di Alaudae il Ven 3 Set - 9:01:20 - modificato 1 volta.
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tracce di petrolio lunghe un miglio
(ANSA) - WASHINGTON, 2 SET - Attorno alla base della piattaforma esplosa oggi sono stati viste delle tracce di petrolio lunghe un miglio. Tuttavia non e' chiaro se provengano dalla piattaforma della Mariner Energy o da una perdita precedente. Lo ha detto la Guardia Costiera americana.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/02/visualizza_new.html_1787233673.html
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Messico: maltempo causa morti e sinistrati
CITTA' DEL MESSICO - Le piogge torrenziali che si sono abbattute su cinque stati del sud e dell'est del Messico in questi ultimi giorni hanno fatto sette morti e 914.000 sinistrati. Lo ha reso noto la Protezione civile.
Nel solo stato di Veracruz, sul Golfo del Messico, nell'est, il numero di sinistrati è passato da 200 mila a 500 mila, 16.000 dei quali sono ospitati in centri di soccorso.
"Il livello dell'acqua continua a salire e le zone inondate ad aumentare", ha detto il governatore del Veracruz, Fidel Herrera.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/08/visualizza_new.html_1785409760.html
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