Il risveglio dei vulcani
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Re: Il risveglio dei vulcani
Lo stato attuale dei vulcani attivi nel mondo: paura in Messico per il Popocatepetl
http://www.meteoweb.eu/2012/04/lo-stato-attuale-dei-vulcani-attivi-nel-mondo-paura-in-messico-per-il-popocatepetl/130185/
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Immagini Sat rilevano un eruzione vulcanica nelle sperdute isole Sandwich
4 maggio 2012 - Isole Sandwich - Grazie ad immagini satellitari e' stato rilevato un pennacchio di fumo vulcanico innalzarsi nel cielo dal Monte asfissia (Mt. Curry) vulcano, situato sull'isola di Zavodovski nell'Atlantico meridionale. L'immagine è stata acquisita il 27 aprile dal satellite Aqua della NASA. Zavodovski fa parte delle Isole Sandwich del Sud, un gruppo di 11 isole situate 217 km a sud est della Georgia del Sud di proprietà britannica.con i suoi Soli 3,1 km di larghezza, l'isola di ghiaccio è dominata dalla uno stratovulcano di1800 metri di altezza. Discovery News
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Un eruzione sottomarina avvenuta nel Pacifico a largo del Giappone
3 mag 2012 - GIAPPONE - Un'eruzione vulcanica sottomarina potrebbe essersi verificata nei pressi dell'isola di Iwoto,lo ha riferito l'Agenzia meteorologica giapponese The Maritime Self-Defense Force ha confermato un cambiamento del colore delle acque nel nord-est di Iwoto- a circa 1.250 chilometri a sud di Tokyo - Yomiuri
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Indonesia: evacuazione in vista per il vulcano Lokon
Il vulcano Lokon, che si trova sull'isola indonesiana di Sulawesi, si è risvegliato nei giorni scorsi. Dal 24 aprile ha iniziato ad espellere ceneri, spingendo gli esperti a raccomandare l'evacuazione dei residenti nelle vicinanze e la chiusura di un aeroporto a Sam Ratulangi.
A più di 10 mesi dall’ultima eruzione, il vulcano Lokon è esploso di nuovo, il 24 aprile verso le 10:20 ora locale. Fumo e cenere sono stati espulsi dal cratere Tompuloan, causando tremori fino a cinque chilometri dal vulcano. Se questa prima eruzione aveva già messo le autorità e gli esperti in allerta, una seconda, avvenuta ieri alle 11:55 ora locale ha alzato ancora di più i livelli di preoccupazione.
Questa eruzione è stata più forte di quella precedente secondo Surono, vulcanologo che dirige il centro di Vulcanologia indonesiano e Geologico Disaster Mitigation Agency del Ministero delle Risorse Minerarie ed Energetiche. Da martedì scorso, il vulcano ha cominciato a sputare cenere vulcanica fino a 2,5 km intorno al cratere. In seguito all'eruzione precedente le autorità avevano semplicemente consigliato al pubblico di evitare qualsiasi attività in questo ambito, senza ordine di evacuazione.
Tuttavia, questa volta, gli esperti hanno suggerito al governo di chiedere alle persone che vivono a circa 2.5 km di distanza dal vulcano Lokon di abbandonare temporaneamente le loro case, in prevenzione di un'altra eruzione.
thedayafter.it
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http://www.thedayafter.it/
http://fr.news.yahoo.com/indon%C3%A9sie-volcan-lokon-remet-%C3%A0-cracher-cendres-131300865.html
A più di 10 mesi dall’ultima eruzione, il vulcano Lokon è esploso di nuovo, il 24 aprile verso le 10:20 ora locale. Fumo e cenere sono stati espulsi dal cratere Tompuloan, causando tremori fino a cinque chilometri dal vulcano. Se questa prima eruzione aveva già messo le autorità e gli esperti in allerta, una seconda, avvenuta ieri alle 11:55 ora locale ha alzato ancora di più i livelli di preoccupazione.
Questa eruzione è stata più forte di quella precedente secondo Surono, vulcanologo che dirige il centro di Vulcanologia indonesiano e Geologico Disaster Mitigation Agency del Ministero delle Risorse Minerarie ed Energetiche. Da martedì scorso, il vulcano ha cominciato a sputare cenere vulcanica fino a 2,5 km intorno al cratere. In seguito all'eruzione precedente le autorità avevano semplicemente consigliato al pubblico di evitare qualsiasi attività in questo ambito, senza ordine di evacuazione.
Tuttavia, questa volta, gli esperti hanno suggerito al governo di chiedere alle persone che vivono a circa 2.5 km di distanza dal vulcano Lokon di abbandonare temporaneamente le loro case, in prevenzione di un'altra eruzione.
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La Super-eruzione di Yellowstone: meno super ma più vicina
Secondo i recenti studi, il supervulcano di Yellowstone sarebbe un po' meno super ma più attivo di quanto si pensasse in precedenza. I ricercatori della Washington State University e del Centro di Ricerca dell’Università Scottish Environmental hanno scoperto che la più grande eruzione dello Yellowstone, che ha creato 2 milioni di anni fa il deposito di Huckleberry Ridge, è avvenuta in realtà in due diversi momenti di almeno 6.000 anni di distanza.
I loro risultati dipingono una nuova immagine di un vulcano più attivo di quanto si pensasse e può aiutare a ricalibrare la probabilità di un altra grande eruzione nel futuro. Prima che i ricercatori dividessero l’eruzione in due, era considerata la quarta più grande nota alla scienza.
"Il comportamento precedente del vulcano di Yellowstone è la migliore guida di ciò che farà in futuro", dice Ben Ellis, co-autore e ricercatore post-dottorato presso la Scuola Washington State University dell'ambiente."Questa ricerca suggerisce che le esplosioni dello Yellowstone sono più frequenti di quanto si pensasse".
Le nuove età di ogni eruzione del Ridge Huckleberry riducono il volume del primo evento a 2.200 chilometri cubici di magma, circa il 12 per cento in meno di quanto si pensasse. Una seconda eruzione di 290 chilometri cubi si è svolta più di 6.000 anni dopo.
Questa prima eruzione merita ancora di essere chiamato "super", in quanto è una delle più grandi conosciute che si sono verificate sulla Terra oscurando i cieli con la cenere dalla California meridionale fino al fiume Mississippi. In confronto, l’eruzione del 1980 del Mount St. Helens ha prodotto 1 chilometro cubo di cenere. L'esplosione più grande dell'Oregon del Monte Mazama 6.850 anni fa ha prodotto 116 chilometri cubici di cenere.
Che sia super o meno, un’eventuale eruzione dello Yellowstone nella nostra epoca, sarebbe davvero un disastro naturale senza precedenti. Solo un meteorite potrebbe far peggio…
fonte: http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2137974/The-eruptions-super-volcano-Americas-Yellowstone-FAR-frequent-scientists-thought.html?ito=feeds-newsxml
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I loro risultati dipingono una nuova immagine di un vulcano più attivo di quanto si pensasse e può aiutare a ricalibrare la probabilità di un altra grande eruzione nel futuro. Prima che i ricercatori dividessero l’eruzione in due, era considerata la quarta più grande nota alla scienza.
"Il comportamento precedente del vulcano di Yellowstone è la migliore guida di ciò che farà in futuro", dice Ben Ellis, co-autore e ricercatore post-dottorato presso la Scuola Washington State University dell'ambiente."Questa ricerca suggerisce che le esplosioni dello Yellowstone sono più frequenti di quanto si pensasse".
Le nuove età di ogni eruzione del Ridge Huckleberry riducono il volume del primo evento a 2.200 chilometri cubici di magma, circa il 12 per cento in meno di quanto si pensasse. Una seconda eruzione di 290 chilometri cubi si è svolta più di 6.000 anni dopo.
Questa prima eruzione merita ancora di essere chiamato "super", in quanto è una delle più grandi conosciute che si sono verificate sulla Terra oscurando i cieli con la cenere dalla California meridionale fino al fiume Mississippi. In confronto, l’eruzione del 1980 del Mount St. Helens ha prodotto 1 chilometro cubo di cenere. L'esplosione più grande dell'Oregon del Monte Mazama 6.850 anni fa ha prodotto 116 chilometri cubici di cenere.
Che sia super o meno, un’eventuale eruzione dello Yellowstone nella nostra epoca, sarebbe davvero un disastro naturale senza precedenti. Solo un meteorite potrebbe far peggio…
fonte: http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-2137974/The-eruptions-super-volcano-Americas-Yellowstone-FAR-frequent-scientists-thought.html?ito=feeds-newsxml
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Korea: cresce la paura per il risveglio del Monte Bakedu
E' crescente la preoccupazione riguardo ad una possibile eruzione del Monte Bakedu, anche se le due Coree restano in particolare disaccordo su questo argomento. Da una parte la linea di pensiero è quella di un vulcano spento che non potrà mai dare segni di risveglio, dall'altra invece, secondo voci che si rincorrono tra alcuni geologi, sarebbero in aumento le possibilità che questo possa tornare ad essere attivo e provocare di conseguenza danni di violentissima fattura.
Alcune autorità locali avrebbero addirittura cominciato la pianificazione di determinate contromisure rapide che andrebbero inviate poi alle autorità nordcoreane. La sua potenza infatti potrebbe risultare addirittura più da 10 a 100 volte superiore a quanto avvenuto in Islanda nel 2010 e che le ceneri colpirebbero l'intera agricoltura delle regioni del Yanggang Hamgyeong.
Di conseguenza i danni materiali andrebbero ad abbracciare le intere nazioni di Corea, Cina,Giappone e Russia.
http://www.meteoportaleitalia.it/news-globali/2841-cresce-la-paura-in-corea-per-un-possibile-risveglio-del-monte-bakedu.html
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Russia: scompare lago Gorely all’interno del vulcano – possibile eruzione
Petropavlovsk, Russia – Il lago era dentro il cratere del vulcano Gorely , che si trova in Estremo Oriente, esattamente in Kamchatka, questo è scomparso senza lasciare traccia. I vulcanologi dichiarano che questa potrebbe essere un’indicazione di una prossima eruzione, come hanno commentano le agenzie di stampa locali.
I ricercatori dell’Istituto di vulcanologia e sismologia dell’Estremo Oriente della Russia, hanno notato l’assenza del lago per visitare il vulcano questa primavera [in autunno nell'emisfero sud], e hanno anche trovato grandi cambiamenti nel suo cratere. Quindi pensano che il vulcano si starebbe preparando per una eruzione.
Nel cratere del vulcano si trovava un pittoresco lago di acido, che è apparso dopo l’eruzione del 1986. Durante l’inverno il lago è scomparso e invece si è formato un campo di sfogo di grandi dimensioni.
I gas che ne fuoriescono hanno una temperatura molto alta e la stazione sismologica locale ha anche riportato un forte tremore vulcanico in base anche alle osservazioni satellitari, che indicano il surriscaldamento.
In Kamchatka ci sono 29 vulcani attivi e il Gorely è uno di loro. Si trova a 75 km dalla città di Petropavlovsk in Kamchatka. La sua altezza e di 1.829 metri sul livello del mare.
La parte superiore del vulcano consiste di tre coni che fondono sovrapposizione 11 crateri reciprocamente.
La città di Petropavlovsk , e molti villaggi nel distretto di Yelizovo , sono esposte alle precipitazioni di cenere quando il vulcano erutta.
La zona vulcanica è stato dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1996.
A cura della Redazione Segnidalcielo
Fonti
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Intensa eruzione con attività elettrica del vulcano Sakurajima, in Giappone
Sakurajima
Il Sakurajima è un vulcano alto 1117 metri s.l.m. della regione di Kyushu, facente parte della Prefettura di Kagoshima, nel Giappone sud-occidentale. E’ tra i più attivi al mondo ed uno dei pochi che sono in costante e persistente attività. La sua tipica attività stromboliana causa forti esplosioni di cenere ogni 4-24 ore. La montagna si trova di fronte a Kagoshima Bay a soli 8 km a est della città di Kagoshima, dove risiedono circa mezzo milione di abitanti. La sua storia eruttiva è stata registrata a partire dall’VIII secolo, grazie alla quale ha assunto la classificazione di un vulcano molto pericoloso, e quindi costantemente monitorato. In questi giorni la sua attività è molto elevata. Già durante la scorsa settimana forti esplosioni dal cratere principale avevano scosso la popolazione più volte al giorno, generando pennacchi di cenere sino a 4000 metri di altitudine. Un piccolo flusso piroclastico ha raggiunto la lunghezza di 300 metri durante un’esplosione del 21 Maggio. Nelle ultime ore però il vulcano ha dato il meglio di sé con lancio di frammenti di lava e attività elettrica dovuta ai fulmini vulcanici secchi. Le collisioni tra particelle di cenere sospese nell’aria, oltre all’anidride silicica, producono scariche ben visibili durante l’eruzione. Oggi, con un’età approssimativa di 15.000 anni (dunque, geologicamente giovanissimo), sorge con un nuovo cono vulcanico ad 8 km a S del centro della caldera, la cui prima eruzione storica documentata risalirebbe al 963 d.C. La caldera si formò circa 22.000 anni fa durante un’eruzione pliniana che produsse grandi flussi piroclastici. Le più grandi eruzioni risalgono al 1471-76 e al 1914, quando numerosi villaggi limitrofi vennero sepolti da grosse emissioni di cenere.
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Il vulcano Galeras si agita: colombiani preoccupati
L'avvistamento ieri mattina di una colonna di gas e cenere emessa dal vulcano Galeras, ha allarmato gli abitanti di Pasto, in Colombia, che associano di norma questi fenomeni con una possibile eruzione.
L'Osservatorio vulcanologico e sismologico di Pasto ha detto che si tratta di un evento normale e che anche se la situazione è in effetti instabile va ricordato che il vulcano Galeras è il più attivo della Colombia, con una permanente emissione di gas e cenere.
Riferiscono i funzionari che la situazione non dovrebbe causare panico tra la gente, ma raccomandano di essere sempre vigili.
Hanno affermato che verrà mantenuto l’allarme giallo poiché non vi è alcun motivo per pensare di passare all’arancione o al rosso. Tuttavia è necessario che le persone siano pronte ad eventuali cambiamenti imminenti.
Secondo l'ultimo bollettino del SGS, ex Ingeominas, le condizioni meteorologiche favorevoli hanno permesso l'osservazione delle emissioni di gas tra il 15 e il 18 maggio, evidenziando delle emissioni di cenere. L’altezza delle colonne non ha superato i 200 metri sopra la parte superiore del cratere e le principali fonti di emissione si trovano ancora nella zona nord del cratere principale e ad ovest del cono vulcanico.
Le attività recenti, riflettono un processo di intrusione di materiale magmatico che ha avuto inizio a comparire a metà marzo e inizio aprile 2012, con il record di deformazione del vulcano, riportando fratture di materiale crostale e aumentando il flusso di anidride solforosa con conseguente emissione di cenere.
Alla luce della storia eruttiva violenta e alla vicinanza della città di Pasto, popolata da 450.000 persone, il Galeras è stato inserito nel 1991 nella lista dei vulcani più pericolosi della Terra, ed è quindi entrato a far parte del programma delle Nazioni Unite per la prevenzione dei disastri naturali.
fonte: thedayafter.it
http://terrarealtime.blogspot.it/
L'Osservatorio vulcanologico e sismologico di Pasto ha detto che si tratta di un evento normale e che anche se la situazione è in effetti instabile va ricordato che il vulcano Galeras è il più attivo della Colombia, con una permanente emissione di gas e cenere.
Riferiscono i funzionari che la situazione non dovrebbe causare panico tra la gente, ma raccomandano di essere sempre vigili.
Hanno affermato che verrà mantenuto l’allarme giallo poiché non vi è alcun motivo per pensare di passare all’arancione o al rosso. Tuttavia è necessario che le persone siano pronte ad eventuali cambiamenti imminenti.
Secondo l'ultimo bollettino del SGS, ex Ingeominas, le condizioni meteorologiche favorevoli hanno permesso l'osservazione delle emissioni di gas tra il 15 e il 18 maggio, evidenziando delle emissioni di cenere. L’altezza delle colonne non ha superato i 200 metri sopra la parte superiore del cratere e le principali fonti di emissione si trovano ancora nella zona nord del cratere principale e ad ovest del cono vulcanico.
Le attività recenti, riflettono un processo di intrusione di materiale magmatico che ha avuto inizio a comparire a metà marzo e inizio aprile 2012, con il record di deformazione del vulcano, riportando fratture di materiale crostale e aumentando il flusso di anidride solforosa con conseguente emissione di cenere.
Alla luce della storia eruttiva violenta e alla vicinanza della città di Pasto, popolata da 450.000 persone, il Galeras è stato inserito nel 1991 nella lista dei vulcani più pericolosi della Terra, ed è quindi entrato a far parte del programma delle Nazioni Unite per la prevenzione dei disastri naturali.
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Messico: il Popocatepetl erutta e sprigiona una intensa colonna di cenere
MESSICO -Il Vulcano Popocatepetl in Messico ha sprigionato un'elevata colonna di cenere sulle città ed i villaggi vicini spingendo le autorità a prendere in considerazione la possibilità di evacuazioni.
Il Popocatepetl si trova a metà strada tra Città del Messico e la città di Puebla, il che significa che circa 25 milioni di persone che vivono nell'area circostante al vulcano sarebbero coinvolte per un area che si estende per circa 90 km.E' da piu' di un mese che le eruzioni vulcaniche stanno diventando sempre piu' frequenti ed intense,fenomeno che sta interessando la maggior parte dei vulcani del centro e sud America.
Fonte:http://www.bbc.co.uk/news/world-latin-america-18290809
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E' allarme in Guatemala per i vulcani Fuego e Santiaguito. Sono attivi ed emettono vaste colonne di cenere!
Il vulcano Santiaguito, in Guatemala, in costante attività in questi ultimi giorni, ha iniziato, a partire dalla giornata di venerdì, ad espellere vaste colonne di cenere e vapore che localmente hanno raggiunto i 200.000 di altezza, ricoprendo gran parte della città di Quetzaltenago, nell'est del Paese.
L'Istituto nazionale di Sismologia, Vulcanologia, Meteorologia e Idrologia ha dichiarato che l'attività del vulcano Santiaguito si mantiene comunque debole, anche se con esplosioni spesso moderate. L'Istituto ribadisce anche che la provenienza del vento da sud verso nord ha favorito la caduta di particelle di cenere sulla città di Quetzaltenago, ricoprendo i tetti delle case e le auto.
Naturalmente il tutto ha generato un certo allarme tra la popolazione, nonchè tra le autorità locali. Considerata l'attività del cratere, il Coordinatore Nazionale di Stato per la riduzione dei disastri ha raccomandato alle persone di prendere le precauzioni necessarie e di tenere sempre pronto il piano d'evacuazione già stabilito dalle autorità competenti.
Il cratere del Santiaguito si trova a 206 km ad ovest della Capitale, a ben 2.500 metri di altezza. Altro vulcano particolarmente attivo, sempre in Guatemala, è il Fuego, ben 3763 metri di altezza, che la scorsa settimana ha rilasciato cenere su diversi villaggi vicini.
Sempre nella passata settimana il Conrad ha emesso un avviso rosso-arancio per prendere le necessarie precauzioni anche per quel che concerne il traffico aereo. A sua volta dunque è stato anche chiesto di evitare di volare intorno ai due vulcani, tra i dipartimenti di Chimaltenago, Escuintla e Sacatepequez.
firma articolo RC
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L'Istituto nazionale di Sismologia, Vulcanologia, Meteorologia e Idrologia ha dichiarato che l'attività del vulcano Santiaguito si mantiene comunque debole, anche se con esplosioni spesso moderate. L'Istituto ribadisce anche che la provenienza del vento da sud verso nord ha favorito la caduta di particelle di cenere sulla città di Quetzaltenago, ricoprendo i tetti delle case e le auto.
Naturalmente il tutto ha generato un certo allarme tra la popolazione, nonchè tra le autorità locali. Considerata l'attività del cratere, il Coordinatore Nazionale di Stato per la riduzione dei disastri ha raccomandato alle persone di prendere le precauzioni necessarie e di tenere sempre pronto il piano d'evacuazione già stabilito dalle autorità competenti.
Il cratere del Santiaguito si trova a 206 km ad ovest della Capitale, a ben 2.500 metri di altezza. Altro vulcano particolarmente attivo, sempre in Guatemala, è il Fuego, ben 3763 metri di altezza, che la scorsa settimana ha rilasciato cenere su diversi villaggi vicini.
Sempre nella passata settimana il Conrad ha emesso un avviso rosso-arancio per prendere le necessarie precauzioni anche per quel che concerne il traffico aereo. A sua volta dunque è stato anche chiesto di evitare di volare intorno ai due vulcani, tra i dipartimenti di Chimaltenago, Escuintla e Sacatepequez.
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Stromboli: forti e frequenti esplosioni sulla sommita' del cratere
9 GIUGNO 2012 - ITALIA - Il vulcano Stromboli è in una fase di forte attività. Le relazioni da parte dei visitatori e le immagini scattate con le webcam mostrano che, in particolare, lo sfiato nord-occidentale del cratere sommitale spesso produce forti esplosioni di lava incandescente. Dall'ultima sua eruzione laterale risalente a marzo 2007,lo Stromboli è stato interessato da un elevata attività vulcanica negli ultimi anni, indice che i livelli di magma all'interno del condotto sono relativamente elevati. La domanda è quando di nuovo il magma trovera' la sua via d'uscita attraverso una fessura sul fianco sulla Sciara del Fuoco per la produzione di un'altra eruzione effusiva con una nuova colata lavica?.
http://www.volcanodiscovery.com/view_news/9423/Stromboli-volcano-Italy-activity-updates-strong-and-frequent-explosions-at-summit-crater.html
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L’Anello di Fuoco è sempre più caldo…
venerdì 18 marzo 2011
Se non avete mai sentito parlare del "Ring of Fire", ora sarebbe il momento ideale per iniziare a conoscerlo.
Il “Ring of Fire” o Anello di Fuoco, è una zona dove un gran numero di terremoti ed eruzioni vulcaniche si verificano nel bacino del Pacifico. In 40.000 km a forma di ferro di cavallo, sono associati una serie quasi continua di fosse oceaniche, archi e cinture vulcaniche e movimenti delle placche terrestri.
Circa il 90 per cento dei terremoti nel mondo si verificano lungo l'Anello di Fuoco. Circa il 75 per cento dei vulcani del mondo si trova lungo l'Anello di Fuoco.
I più devastanti terremoti ed eruzioni vulcaniche sono avvenuti proprio in questa zona negli ultimi anni:
- lo tsunami del 26 dicembre 2004 causato da un grande sisma in Indonesia
- il terremoto di 8,8 m che ha colpito il Cile centrale lo scorso febbraio 2010
- il grande terremoto che il mese scorso ha devastato Christchurch in Nuova Zelanda
- i vulcani della Kamchatka in Russia che dalla fine dello scorso anno sono in continua eruzione
- i vulcani dell’Indonesia, che dal 2010 sono superattivi (vedi Merapi, Sinabung, Krakatoa, Bromo e ora il Karangetang)
I vulcani dell'Indonesia
- i vulcani Fuego e Santiaguito in Guatemala, che stanno eruttando proprio negli ultimi mesi
- la costa occidentale degli Stati Uniti, che l'anno scorso, è stata tempestata da più di 2000 terremoti nel sud della California in una sola settimana.
Purtroppo, l'elenco di esempi potrebbe continuare a lungo.
E’ evidente che la Terra da queste parti sta diventando sempre più instabile. Inoltre, vi è la costante minaccia che il "big one" potrebbe devastare la California. La California si trova a destra lungo l'Anello di Fuoco e molti sono convinti che un giorno un terremoto gigantesco potrebbe modificare in modo permanente la geografia di questo stato. E la verità è che la California è in ritardo sul tabellino di marcia per un terremoto di grandi dimensioni. Secondo un articolo del Time Magazine la probabilità che un terremoto colpirà la California entro i prossimi 30 anni è "ben superiore al 50%."
L’Anello di Fuoco del nostro pianeta quindi va costantemente monitorato da vicino…
The Day After
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Se non avete mai sentito parlare del "Ring of Fire", ora sarebbe il momento ideale per iniziare a conoscerlo.
Il “Ring of Fire” o Anello di Fuoco, è una zona dove un gran numero di terremoti ed eruzioni vulcaniche si verificano nel bacino del Pacifico. In 40.000 km a forma di ferro di cavallo, sono associati una serie quasi continua di fosse oceaniche, archi e cinture vulcaniche e movimenti delle placche terrestri.
Circa il 90 per cento dei terremoti nel mondo si verificano lungo l'Anello di Fuoco. Circa il 75 per cento dei vulcani del mondo si trova lungo l'Anello di Fuoco.
I più devastanti terremoti ed eruzioni vulcaniche sono avvenuti proprio in questa zona negli ultimi anni:
- lo tsunami del 26 dicembre 2004 causato da un grande sisma in Indonesia
- il terremoto di 8,8 m che ha colpito il Cile centrale lo scorso febbraio 2010
- il grande terremoto che il mese scorso ha devastato Christchurch in Nuova Zelanda
- i vulcani della Kamchatka in Russia che dalla fine dello scorso anno sono in continua eruzione
- i vulcani dell’Indonesia, che dal 2010 sono superattivi (vedi Merapi, Sinabung, Krakatoa, Bromo e ora il Karangetang)
I vulcani dell'Indonesia
- i vulcani Fuego e Santiaguito in Guatemala, che stanno eruttando proprio negli ultimi mesi
- la costa occidentale degli Stati Uniti, che l'anno scorso, è stata tempestata da più di 2000 terremoti nel sud della California in una sola settimana.
Purtroppo, l'elenco di esempi potrebbe continuare a lungo.
E’ evidente che la Terra da queste parti sta diventando sempre più instabile. Inoltre, vi è la costante minaccia che il "big one" potrebbe devastare la California. La California si trova a destra lungo l'Anello di Fuoco e molti sono convinti che un giorno un terremoto gigantesco potrebbe modificare in modo permanente la geografia di questo stato. E la verità è che la California è in ritardo sul tabellino di marcia per un terremoto di grandi dimensioni. Secondo un articolo del Time Magazine la probabilità che un terremoto colpirà la California entro i prossimi 30 anni è "ben superiore al 50%."
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Trivellazioni Marsili, al momento è solo un progetto:" Nessun via dal 2013"
Ingv, Ismar e Cers cominciano seriamente a riflettere su di un progetto che avrebbe dello straordinario anche se emergono già le prime polemiche al riguardo: trivellazioni sul vulcano sottomarino Marsili e conseguente sfruttamento del calore che emana quotidianamente sarebbe un pericolo per la comunità. Paltrinieri invece crede che le acque vengono riscaldate fino a 400 gradi centigradi e sarebbe “un vero peccato non poter sfruttare questo forte cambiamento termico che avviene sott’acqua”.
Ci sono però parecchi dubbi da sciogliere ancora e sebbene il progetto sia guidato da Eurobuilding, sembrerebbe ancora in fase fortemente embrionale e “al momento c’è poco di concreto, se non la possibilità di fare una prima trivellazione per verificarne la validità”.
L’obiettivo è quello di arrivare al 2020 in un contesto energetico interessante per le regioni del Sud Italia e non solo. Ma al momento si tratta di una prima bozza stesa e , come noto , molti i punti su cui discutere.
Insomma, molta la carne al fuoco anche ed è lo stesso Ministero degli dello Sviluppo Economico a voler “dare una possibilità al progetto, anche se tale potrebbe rimanere”. Per questo durante i primi mesi del 2013 sarà fatta una verifica dell’impianto vulcanico e , qualora andasse a buon fine, la dinamica dello studio può essere affrontato a viso aperto.
Per ora quindi, nessun via è stato dato alla produzione ufficiale di energia tramite il Marsili.
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Spettacolo alle Hawaii, eruzione vulcanica sotto le stelle
La Natura a volte ci può offrire uno spettacolo incredibile. Se consideriamo che in questo caso è l’attività vulcanica del Kilauea alle Hawaii, che prima di esplodere ha emesso un grande bagliore e un conseguente rilascio di gas dal cratere “UYA”. La bellissima visione poteva essere ammirata anche dalle isole più lontane. C’è poco da aggiungere, lasciamo la parola a questa foto mozzafiato.
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Vesuvio, conto alla rovescia?
di Gianni Lannes
Per l’Etna parlano da sole le immagini rabbiose diffuse dalle televisioni di mezzo mondo ad ogni eruzione. Nella vicina base Usa di Sigonella sono state accumulati ordigni atomici, in violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare. Che succederà? Altrettanto inquietanti, ma sottovalutate, sono le proiezioni riferite all’apparentemente tranquillo collega napoletano. Gli esperti si confrontano sull’eventualità di un’ora X per l’eruzione. Rischierebbero la vita almeno un milione e mezzo di persone nell’area napoletana. Ma è meglio non farlo sapere all’opinione pubblica. Vero presidente Monti?
Previsione scientifica - Su di lui, però, ha le idee chiare il professor Flavio Dobran docente della New York University. Qual è la previsione dell’esperto americano? "All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani". Il tutto in appena 15 minuti.
Uno scenario catastrofico? Semplicemente un’ipotesi documentata, frutto di accurati studi, da non sottovalutare. Con una sola incognita: il giorno in cui scatterà la terribile esplosione. "Questa purtroppo non possiamo prevederla - precisa il professor Dobran - Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto sia per l’Etna che però il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri test si sono soffermati con particolare attenzione. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore".
Il magma che alimenta il Vesuvio se ne sta tranquillo nel suo serbatoio profondo o sta risalendo? "E’ il magma che spinge e vuole salire a far tremare il suolo della Campania". La tesi è di un vulcanologo napoletano, il professor Giuseppe Luongo , ex direttore dell’Osservatorio Vesuviano, che non condivide la diagnosi rassicurante fatta da un suo collega, Paolo Gasparini che descrive il vulcano come "un cono edificato dai prodotti eterogenei delle eruzioni, poggiato su un basamento di calcare che inizia a 2-3 chilometri di profondità". Molto al di sotto, a circa 10 km, la tomografia sismica a tre dimensioni individua materiali fluidi, interpretati come il bacino magmatico che alimenta il vulcano. Nei limiti della tomografia, che non distingue masse inferiori a circa 300 metri di diametro, Gasparini precisa che "non si vedono altre sacche magmatiche sopra il bacino, cioè sopra i 10 km". Luongo contesta queste interpretazioni e avanza l’ipotesi, rilevante per le implicazioni di protezione civile, che potrebbero esistere canali di risalita già colmi di magma, senza interruzione, dal bacino profondo 10 km, fino alle parti più superficiali, con dimensioni al di sotto del potere risolutivo della tomografia. "Il magma, per risalire in superficie, non dovrà vincere la resistenza di rocce rigide che lo sovrastano per uno spessore di 10 km, al contrario potrebbe trovare una facile via di risalita lungo i percorsi già occupati da masse a temperature elevata". Questo scenario, aggiunge Luongo, "sarebbe compatibile con un quadro fenomenologico dei precursori meno appariscente di quello atteso". Analizzare il passato può servire allora a immaginare il futuro.
Ed è proprio ciò che ha fatto il vulcanologo statunitense, Dobran, progettando il simulatore vulcanico globale. Si tratta di un modello informatico in grado di ricostruire le passate eruzioni del Vesuvio, per descrivere quelle future. Oltre ai dati storici nel computer vengono inseriti anche quelli sullo stato attuale del vulcano: l’attività sismica più recente, le emissioni di gas, i cambiamenti dei campi magnetici. "Abbiamo cercato di riprodurre al computer l’eruzione del 79 - dice Dobran - E il simulatore vulcanico globale, dopo aver analizzato i dati, ha disegnato uno scenario infernale: appena 20 secondi dopo l’esplosione il fungo di gas e ceneri incandescenti ha già raggiunto i 3 mila metri di altezza, da dove collassa lungo i fianchi del cono. Un minuto dopo, la valanga ardente si trova già a due chilometri dal cratere. In tre minuti ha già raggiunto Ottaviano, Somma Vesuviana e Boscoreale. In quattro minuti sono spacciate Torre del Greco ed Ercolano. Sessanta secondi dopo è la volta di Torre Annunziata". E’ successo in passato, potrebbe accadere in futuro. Gli esperti ne sono sicuri, anche se il giorno esatto non lo conosce nessuno.
Trivellazioni - Scavare una galleria sotterranea per spingere delle sonde fino alla caldera flegrea sotto il mare di Pozzuoli è considerato da molti altamente pericoloso. Il “Campi Flegrei Deep Drilling Project”, coordinato dall’ingegnere Giuseppe De Natale, costa 15 milioni di dollari e servirebbe a monitorare il rischio di terremoti ed eruzioni oltre che a studiare il bradisismo e a sfruttare l’energia del sottosuolo. Ma numerosi esperti mettono in guardia sugli effetti disastrosi che le trivellazioni potrebbero avere sul territorio. Gli ultimi avvertimenti in ordine di tempo provengono da due media americani, il “Popular Science” e la rivista scientifica “Nature”. Secondo entrambi le trivelle potrebbero incontrare sulla propria strada del magma sotto pressione, causando delle eruzioni e dei terremoti in tutta la zona intorno al Vesuvio. Clay Dillow, dalle pagine del Popular Science, si chiede se “il tentativo di difendere i Campi Flegrei, che nel mondo sono uno dei luoghi più a rischio di eruzioni vulcaniche, non possa addirittura peggiorare la situazione”.
Sulla questione si è espresso anche Benedetto De Vivo, ordinario di Geochimica ambientale alla Federico II di Napoli e consulente della procura sull’area dei Campi Flegrei. De Vivo ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui ha sottolineato il rischio di effettuare le rilevazioni in prossimità di centri abitati come Bagnoli, allegando pubblicazioni su altri incidenti «clamorosi» avvenuti in Nuova Zelanda e Islanda. Il professor De Vivo ha sottolineato che degli esami nel territorio «sono possibili, si fanno, ma in zone disabitate e in questo caso sono inutili, perché sappiamo già tutto della caldera flegrea». I precedenti del Vesuvio non sono in effetti confortanti.
Fonte:http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/06/vesuvio-conto-alla-rovescia.html#more
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EL Hierro: intrusioni magmatiche decrescenti fanno presagire una nuova eruzione vulcanica
19 giugno 2012 - El Hierro - (isole Canarie) - Un nuovo sciame sismico è iniziato ieri sera (18 giugno) sotto la zona di El Golfo. dove sono stati registrati 22 terremoti ieri sera e 7 oggi, di cui 3 di intensita' superiore a magnitudo 2. La profondità dei terremoti circa 17,5 km, e' molto meno profonda dello sciame verificatosi la scorsa settimana.
Una spiegazione plausibile potrebbe essere un incremento del magma sotto l'isola che sta producendo intrusioni a profondità decrescenti. Sarà interessante seguire gli sviluppi e vedere se aumenta il numero di terremoti e la loro profondità, in tal caso una nuova eruzione potrebbe essere alle porte a medio-breve periodo (settimane o mesi).
L'isola di El Hierro e' stata interessata da una eruzione sottomarina nei primi di ottobre 2011 preceduta da un lungo sciame sismico che era iniziato nel luglio 2011,e che ha portato alla formazione di un cono vulcanico sottomarino.Negli ultimi mesi l'attivita' sismica e vulcanica sull'isola sembrava essersi attenuata,ma nelle ultime settimane sembra voler riprendere,terremo sotto osservazione l'evolversi degli eventi restate sintonizzati...
Fonte:http://www.volcanodiscovery.com/el-hierro/submarine-eruption-2011.html
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Esplosiva eruzione del vulcano Cleveland, in Alaska. Colonne di cenere fino a 35.000 piedi di altezza
Il vulcano Cleveland, circa 1730 metri di altezza, situato a 940 miglia a sud-ovest di Anchorage, ha avuto un eruzione esplosiva intorno alle 02:05 ora locale di martedì, secondo quanto riferito dall'Alaska Volcano Observatory. Un aereo che vola in zona ha stimato che la nube di cenere ha raggiunto i 35.000 piedi sul livello del mare. Tuttavia le immagini satellitari mostrano solo una debole attività del vulcano, mostrando una nube di cenere sottile che rapidamente si è andata dissipando. Secondo Stephanie Prejeran "E' stata solo un'esplosione, che è molto tipica del Cleveland, proprio come successo l'anno scorso".
I piloti degli aerei che frequentano costantemente la zona sono stati avvertiti dei rischi potenziali del vulcano, che potrebbe eruttare di nuovo. Cleveland a volte "trasudava" lava dal suo cratere sommitale accompagnata da occasionali piccole esplosioni, nessuna dei quali aveva causato una nube di cenere che superasse i 20.000 piedi di altezza. Quota questa raggiunta, per l'appunto, nella giornata di martedì.
Anche se Cleveland è uno dei dieci più attivi vulcani dell'Alaska, esso non ha un necessario e costante monitoraggio. L'Alaska Volcano Observetory deve basarsi per le proprie analisi dalle immagini satellitari, come per esempio la frequenza dei fulmini, le testimonianze per determinare se effettivamente l'eruzione ha avuto luogo.
Nel frattempo proprio due forti scosse di terremoto hanno colpito l'area nella giornata di martedì, tra cui la più forte di 6.0 M registrata a nord-ovest di Attu, l'Isola più occidentale della catena delle Aleutine in Alaska. Intanto l'allerta eruzione del vulcano Cleveland è stata abbassata dal livello giallo a quello aracione.
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I piloti degli aerei che frequentano costantemente la zona sono stati avvertiti dei rischi potenziali del vulcano, che potrebbe eruttare di nuovo. Cleveland a volte "trasudava" lava dal suo cratere sommitale accompagnata da occasionali piccole esplosioni, nessuna dei quali aveva causato una nube di cenere che superasse i 20.000 piedi di altezza. Quota questa raggiunta, per l'appunto, nella giornata di martedì.
Anche se Cleveland è uno dei dieci più attivi vulcani dell'Alaska, esso non ha un necessario e costante monitoraggio. L'Alaska Volcano Observetory deve basarsi per le proprie analisi dalle immagini satellitari, come per esempio la frequenza dei fulmini, le testimonianze per determinare se effettivamente l'eruzione ha avuto luogo.
Nel frattempo proprio due forti scosse di terremoto hanno colpito l'area nella giornata di martedì, tra cui la più forte di 6.0 M registrata a nord-ovest di Attu, l'Isola più occidentale della catena delle Aleutine in Alaska. Intanto l'allerta eruzione del vulcano Cleveland è stata abbassata dal livello giallo a quello aracione.
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Allarme dagli Usa: «Vesuvio bomba per tutta l'Europa».
NAPOLI - Il ticchettio non lo sentiamo neanche più, abituati come siamo a considerare il Vesuvio soltanto come parte del panorama; immagine da cartolina che la rivista Nature (ripresa dal National Geographic) smonta ricordando che il vulcano che domina il golfo di Napoli è «la bomba a orologeria d’Europa». Secondo Nature il rischio Vesuvio è sottovalutato, così come lo era l’ipotesi di un terremoto disastroso in Giappone. La prossima eruzione potrebbe essere peggiore di quanto prevista dal piano d’emergenza.
La giornalista Katherine Barnes, autrice del servizio, raccoglie diversi studi e li mette a confronto. Il punto di partenza è rappresentato dagli studi del team di Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Osservatorio Vesuviano, che assieme ad altri studiosi già nel 2006 indagò sulla cosiddetta eruzione delle Pomici di Avellino, l’evento che circa 3.800 fa devastò l’intera Campania, con effetti ancora più disastrosi della successiva eruzione di Pompei del 79 d.C.
Il primo dato riguarda l’area da ritenere a rischio. La zona rossa comprende attualmente 18 comuni e circa 600mila residenti. Nature mette in discussione in piano di evacuazione e d’intervento. «Quando si appronta un piano di emergenza – sottolinea la rivista scientifica - occorre tener conto anche del cosiddetto ”worst-case scenario” cioè del peggiore caso possibile». Ed in effetti l’eruzione del Vesuvio con caratteristiche altamente distruttive metterebbe letteralmente in ginocchio non solo la Campania ma lo stesso sistema nazionale e, di conseguenza, l’intera Unione europea. Nature cita a proposito la teoria dei «cigni neri», vale a dire eventi poco probabili ma potenzialmente devastanti.
Ma quali sono gli elementi che creano allarme? Mastrolorenzo e la sua collega Lucia Pappalardo hanno ipotizzato, sulla base di una serie di indagini sismologiche, l’esistenza di una vasta camera magmatica a circa 8-10 chilometri di profondità sotto il Vesuvio; segno di un possibile risveglio violento del vulcano. Lo studio ribadisce la possibilità che i flussi colpiscano anche al di là della cosiddetta «zona rossa», della quale da anni lo stesso Mastrolorenzo chiede l’estensione all’intera area urbana di Napoli, il che imporrebbe un’evacuazione di tre milioni di persone invece delle 600mila attualmente previste.
Nature ha, quindi, interpellato anche i rappresentanti del dipartimento della Protezione Civile che ribattono come il piano di emergenza sia in continuo aggiornamento e che la valutazione del rischio viene compiuta «sulla base delle condizioni presenti del vulcano». Secondo il vulcanologo Warner Marzocchi dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia «non si può investire tutto in previsione del peggiore evento possibile: la riduzione del rischio deve basarsi su presupposti razionali. Un’evacuazione di tutti i tre milioni di abitanti dell’area urbana di Napoli sarebbe impossibile da gestire».
Mazzocchi e i suoi colleghi, segnala Nature, stanno sviluppando una serie di modelli probabilistici che potrebbero aiutare le autorità a valutare la situazione e a decidere le possibili soluzioni in caso di crisi. Un metodo simile a quello utilizzato dall'équipe di Peter Baxter dell’Università di Cambridge in occasione dell’eruzione avvenuta nel 1997 sull’isola di Montserrat, nei Caraibi. Le previsioni di Baxter consentirono di evitare l’evacuazione dell'intera isola. Per il Vesuvio, Baxter e i suoi colleghi hanno approntato un modello di previsione che tiene conto dei possibili scenari in caso di eruzione. In base allo studio, un’eruzione media come quella del 1944, con flussi di lava e moderate emissioni di cenere, resta l’evento più probabile. Qualora il vulcano dovesse risvegliarsi, la probabilità che lo faccia con un’eruzione pliniana, devastante come quelle di Pompei o di Avellino, viene calcolata intorno al 4%. Un simile approccio probabilistico, conclude l’articolo di Nature, sembra l’unico a disposizione di autorità e studiosi, in mancanza di sistemi più accurati per prevedere le eruzioni.
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=149289&sez=NAPOLI#
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Allarme El Hierro, record di terremoti odierni: circa 88. Isole Canarie in balia della paura
Continua a preoccupare l’attività sismica che sta interessando le Isole Canarie ad un passo dal vulcano sottomarino El Hierro. Secondo quanto appreso dall’istituto sismologico locale, sono circa 90 le scosse che hanno interessato la zona dalla mezzanotte.
Un dato che deve richiamare all’attenzione generale in quanto non si registrava dallo scorso settembre 2011, giorno in cui avvenne la famosa eruzione.
Sono tutti molto in allarme adesso anche tra le autrità, che stanno predisponendo un piano di emergenza presso l’isoletta che ora si ritrova a contatto con la paura che da un momento all’altro possa succedere qualcosa di importante.
L’attività sismica, in effetti, risulta in continua crescita sia dal punto di vista della potenza che dell’intensità. A questo punto ci aspettiamo un ulteriore rialzo del livello di allarme ad arancione.
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Molti gayser dormienti di Yellowstone si stanno risvegliando!
26 giugno 2012 - Wyoming - I gaysers del parco nazionale di Yellowstone sono diventati attivi dopo un periodo dormiente,questo viene riportato da alcuni appassionati del fenomeno,sembra che questa nuova attivita' geotermica abbia riattivato gayser spenti da decenni che hanno prodotto delle spettacolari fontane di vapore alte fino a 200 piedi.Yellowstone e' famoso per essere un super vulcano con un potenziale esplosivo inimmaginabile che potrebbe spazzare via gran parte degli Stati Uniti.I recenti cambiamenti dell'attivita' geotermica potrebbero essere dovuti ad un sottile cambiamento nella camera magmatica che si trova nelle profondita' del vulcano non dimentichiamoci che si trova sopra un hotspot uno dei punti piu' caldi della crosta terrestre.
http://theextinctionprotocol.wordpress.com/2012/06/23/yellowstone-geysers-become-active-again-after-dormant-periods/
http://www.greateryellowstone.org/news/index.php?id=1593
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Video/Audio: il "botto" del vulcano sottomarino El Hierro
Prosegue insistente l’attività sismica generata da vulcano sottomarino El Hierro, poco a sud di Tenerife. Secondo quanto appreso dalla rete AVCAN di rilevamento locale, sono circa 127 i terremoti che hanno interessato l’area dalla mezzanotte.
Un dato spaventoso che va a testimoniare quanto detto in precedenza: va mantenuta alta l’attenzione alla luce di un progressivo quanto improvviso aumento della sismicità locale.
In tal senso, la stessa rete ha reso pubblico un video dove, ad una scossa avvenuta ieri di M3.0, si è associato un suono “cupo” che secondo quanto riportato da loro si associa all’attività del vulcano stesso.
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Un dato spaventoso che va a testimoniare quanto detto in precedenza: va mantenuta alta l’attenzione alla luce di un progressivo quanto improvviso aumento della sismicità locale.
In tal senso, la stessa rete ha reso pubblico un video dove, ad una scossa avvenuta ieri di M3.0, si è associato un suono “cupo” che secondo quanto riportato da loro si associa all’attività del vulcano stesso.
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Nevado del Ruiz: allarme rosso per le comunita' limitrofe al vulcano
1 lug 2012 - Colombia - Dopo l'eruzione di sabato,le autorita' colombiane hanno deciso di evacuare le comunità vicine al vulcano Nevado del Ruiz, che ha sprigionato fumo e cenere dal cratere, facendo ripiombare le comunita' nell'incubo valanghe che nel 1985 seppellirono' decine di migliaia di persone sotto le rocce.Il presidente Juan Manuel Santos ha detto sul suo account Twitter che la zona limitrofa al Nevado del Ruiz, e' stata posta in allarme rosso e la gente dovrebbe lasciare immediatamente le abitazioni, i servizi di emergenza hanno esortato 4.800 residenti a Caldas e nella vicina provincia di Tolima di mettersi in salvo. Il vulcano si trova a circa 110 miglia ad ovest della capitale Bogotà. "E 'fondamentale che le comunità vicine al vulcano seguano tutte le raccomandazioni per la loro sicurezza; il che significa evacuazioni preventive mantenendo la calma", ha detto Marquez. - Reuters
http://theextinctionprotocol.wordpress.com/
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Resta alta l'allerta su El Hierro scossa da un nuovo forte sisma
1 luglio 2012 - Continua la crisi sismica sull'Isola di El Hierro nelle Canarie e di poco fa' notizia che un terremoto di magnitudo 4,2 della scala richter ha colpito, alle ore 12:11 italiane, nel sud ovest dell'isola, in mare ad una profondita' di 22 km.Gli esperti avvertono che c'e' un aumento della pressione nella camera magmatica sotto l'isola, importante capire la profondita' dei prossimi eventi per poter stabilire se ci sara' un processo di risalita magmatica prologo ad una eruzione vulcanica.Non e' da sottovalutare l'eventuale minaccia di tsunami che potrebbero essere generati da improvvisi crolli strutturali dell'edificio vulcanico evento gia' avvenuto in epoche passate.
Emsc
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