Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
cristian ha scritto:diecimila mi sembrano un po troppi
LIBIA, OLTRE DIECIMILA MORTI.
"MERCENARI SPARANO A VISTA
E STUPRANO LE DONNE" VIDEO
TRIPOLI - 10mila morti e 50mila feriti. Sono i numeri scioccanti della rivolta in Libia, secondo la tv satellitare Al Arabiya, che con un messaggio su Twitter, citando un membro della Corte penale internazionale, ha dato un bilancio incredibile dei caduti e dei feriti. A riferire l'agghiacciante bilancio è stato il componente libico della Cpi, Sayed al Shanuka, intervistato da Parigi. Il bilancio ufficiale fornito dal governo di Tripoli ieri era di 300 morti, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva detto stamani di ritenere verosimile la morte di «più di mille le persone innocenti».
articolo completo: http://www.leggo.it/articolo.php?id=108237&sez=ESTERI
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Alaudae ha scritto:cristian ha scritto:diecimila mi sembrano un po troppi
LIBIA, OLTRE DIECIMILA MORTI.
"MERCENARI SPARANO A VISTA
E STUPRANO LE DONNE" VIDEO
TRIPOLI - 10mila morti e 50mila feriti. Sono i numeri scioccanti della rivolta in Libia, secondo la tv satellitare Al Arabiya, che con un messaggio su Twitter, citando un membro della Corte penale internazionale, ha dato un bilancio incredibile dei caduti e dei feriti. A riferire l'agghiacciante bilancio è stato il componente libico della Cpi, Sayed al Shanuka, intervistato da Parigi. Il bilancio ufficiale fornito dal governo di Tripoli ieri era di 300 morti, mentre il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva detto stamani di ritenere verosimile la morte di «più di mille le persone innocenti».
articolo completo: http://www.leggo.it/articolo.php?id=108237&sez=ESTERI
si ala ho letto e sentito un po' dappertutto dopo il tuo post e sono rimasto a bocca a perta,un paio di giorni fa parlavano di 1000 morti oggi di 10000,come si fa???? o i giornalisti hanno sbagliato o ci sono stati 9000 morti in un paio di giorni
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Con il massimo rispetto per le idee di tutti, e convinto che questo mondo sia tutto tranne che perfetto,mi sento di invitare a riflettere che questo non è un forum per rivoluzionari o demagogisti. Quindi sarebbe meglio non affrontare certe discussioni sulle pagine di " Misteri 2012 ". Nulla vieta che tutti siamo liberi di discutere fare e dialogare di tutto ciò che vogliamo. Ma ogni cosa a la sede adatta per essere discussa.Vudkos ha scritto:Ottima ideacristian ha scritto:se ci pensiamo bene,non serve tanto per scombussolare certe cose,qui ovviamente non posso scrivere,o vi mando un messaggio provato o appena vedo marius le dico di aprire un topico dove abbiamo accesso solo io ,ala,marius,vuldkos come inizio ,poi se altri vorranno sentire le idee di vudkos e mie(ala mi sembra di aver capito non essere molto convinto)allora si dara' accesso al topic.che dite???
Qua si discute di misteri...
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
non mi trovi daccordo,si parla anche di tecniche di sopravvivenza,di universo,di scienza etc etc,non si parla solo di misteri anche se e' l'argomento principe del forum.FALGORN ha scritto:Con il massimo rispetto per le idee di tutti, e convinto che questo mondo sia tutto tranne che perfetto,mi sento di invitare a riflettere che questo non è un forum per rivoluzionari o demagogisti. Quindi sarebbe meglio non affrontare certe discussioni sulle pagine di " Misteri 2012 ". Nulla vieta che tutti siamo liberi di discutere fare e dialogare di tutto ciò che vogliamo. Ma ogni cosa a la sede adatta per essere discussa.Vudkos ha scritto:Ottima ideacristian ha scritto:se ci pensiamo bene,non serve tanto per scombussolare certe cose,qui ovviamente non posso scrivere,o vi mando un messaggio provato o appena vedo marius le dico di aprire un topico dove abbiamo accesso solo io ,ala,marius,vuldkos come inizio ,poi se altri vorranno sentire le idee di vudkos e mie(ala mi sembra di aver capito non essere molto convinto)allora si dara' accesso al topic.che dite???
Qua si discute di misteri...
chiuso off topic:per discussione piu approffondite scriviamo nei topic dei moderatori i nostri pensieri.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
"si parla anche di tecniche di sopravvivenza,di universo,di scienza etc etc,non si parla solo di misteri anche se e' l'argomento principe del forum"
infatti Falgorn, per lo meno da parte mia si parla di questi gravi fatti perchè sono legati ad un'escalation di disastri, naturali ed umani, che ci porteranno sempre più velocemente alla fine profetizzata. si parla di questi fatti nord africani così strani e veloci, non è anche questo un mistero?, tali da preparare a breve termine lo scoppio della III WW che, come prefetizzato, farà uso di ordigni atomici. sarà meglio prepararsi a "sopravvivere" all'enorme afflusso in Italia di quelle popolazioni disperate in mezzo alle quali inevitabilmente si mischieranno terroristi islamici ed alle conseguenze stesse del conflitto atomico. la fine predetta è vicina?
per ulteriori discussioni al merito, come ha scritto Cristian, usiamo l'addetto forum moderatori.
infatti Falgorn, per lo meno da parte mia si parla di questi gravi fatti perchè sono legati ad un'escalation di disastri, naturali ed umani, che ci porteranno sempre più velocemente alla fine profetizzata. si parla di questi fatti nord africani così strani e veloci, non è anche questo un mistero?, tali da preparare a breve termine lo scoppio della III WW che, come prefetizzato, farà uso di ordigni atomici. sarà meglio prepararsi a "sopravvivere" all'enorme afflusso in Italia di quelle popolazioni disperate in mezzo alle quali inevitabilmente si mischieranno terroristi islamici ed alle conseguenze stesse del conflitto atomico. la fine predetta è vicina?
per ulteriori discussioni al merito, come ha scritto Cristian, usiamo l'addetto forum moderatori.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia: Gheddafi si rifugia nel bunker di Tripoli. Obama: "Basta violenze"
In Libia il regime di Gheddafi ha ormai perso il controllo della Cirenaica e di tutte le città delle costa, eccetto Tripoli. Migliaia di mercenari africani intanto si dirigono verso la Capitale libica, per sostenere il regime, mentrre il Colonello si sarebbe rifugiato nel suo bunker. Secondo quanto riportato da Al Arabiyah le truppe fedeli a Gheddafi avrebbero isolato Tripoli, e attendono rinforzi. Il presidente americano Obama è tornato a condannare le violenze definendole inaccettabili: "Violano le norme internazionali e qualsiasi standard di decenza umana". Il presidente americano ha spiegato che la rivolta in corso in Medio Oriente nasce dalle aspirazioni del popolo che "sta chiedendo il rispetto dei più basilari diritti umani. Il cambiamento non rappresenta necessariamente il lavoro degli Stati Uniti e di qualche altra potenza estera". Quanto al bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. Alcuni testimoni parlano di 2.000 morti soltanto a Bengasi, ma il numero delle vittime potrebbe esser ormai superiore a 10mila. Al Qaida, secondo fonti libiche, avrebbe creato un emirato islamico a Derna. A ovest si gonfia intanto il fiume umano diretto verso la Tunisia: negli ultimi due giorni avrebbero attraversato il confine non meno di 5.700 persone. La diretta:
10:05 - Tre connazionali lasciano Bengasi grazie ad aiuto turco - Tre ragazze italiane sono andate via da Bengasi ieri grazie alla seconda nave che la Turchia ha inviato per rimpatriare I cittadini della Mezzaluna che si trovano su suolo libico. Lo ha appreso Tmnews dal Consolato italiano a Smirne. Le ragazze sono arrivate questa notte a Marmaris e attualmente si trovano a Smirne. Sono in buona condizioni e stanno già organizzando il loro rientro in Italia. La nave con cui sono arrivate trasportava altri cittadini stranieri, fra cui inglesi, tedeschi e canadesi.
10:01 - Ex ministro libico: "Gheddafi finirà come Hitler" - Muammar Gheddafi si suiciderà "come ha fatto Hitler": lo prevede il ministro libico dimissionario della Giustizia, Moustapha Abdel Jalil. "I giorni di Gheddafi sono contati. Farà come Hitler, si suiciderà", ha detto Jalil intervistato dallo svedese Expressen.
10:00 - Nave italiana Mimbelli a trenta miglia da Misurata - Il cacciatorpediniere Mimbelli è giunto a trenta miglia dalla costa libica di Misurata ed è in attesa della necessaria autorizzazione per l'attracco: è quanto si apprende da fonti qualificate. La nave, salpata da Taranto, imbarcherà un nutrito gruppo di italiani che hanno fatto richiesta di rimpatrio. Nei giorni scorsi sono salpate da Brindisi anche le due unità anfibie gemelle San Marco e San Giusto, con elicotteri, mezzi da sbarco, unità del Reggimento San Marco, forze speciali della marina militare (Comsubin): le due navi si fermeranno, al momento, in acque internazionali, di fronte delle coste della Libia.
9:58 - Usa preoccupati per armi chimiche di Gheddafi - Il Pentagono e l'intelligence americana sarebbero preoccupati per gli arsenali di armi chimiche (come gas mostarda e varie) del regime libico. Secondo gli esperti, scrive oggi il Washington Times, la Libia dispone di circa 14 tonnellate di gas mostarda che non sarebbero ancora state distrutte nonostante l'annuncio del 2003 della rinuncia da parte della Libia al suo arsenale di armi di distruzione di massa. Un senatore americano, citato sempre dal quotidiano, esplicita il timore che Gheddafi potrebbe ricorrere alle armi chimiche per stroncare la rivolta affidandole alle sue milizie di fedelissimi.
9:57 - Testimoni confermano bombardamento Zawia - "Le milizie di Gheddafi stanno bombardando Zawia, la stanno massacrando, la gente sta morendo". Dopo la notizia diffusa da Al Arabiya, ora arriva una convferma anche da una testimone oculare.
9:43 - Al Qaida:,"Gheddafi è un assassino di innocenti" - Il ramo nordafricano di Al Qaida (Aqmi) accusa Muammar Gheddafi di essere un 'assassino di innocenti'. Lo riferisce il Site, il gruppo di monitoraggio dei siti estremisti islamici, citando un comunicato dell'Aqmi pubblicato online. Stando al New York Times, migliaia di mercenari e fedelissimi armati stanno raggiungendo Tripoli nell'apparente tentativo del leader libico di assicurare la difesa della capitale. Intanto i manifestanti pianificano una nuova dimostrazione per domani a Tripoli.
9:39 - Parigi esclude intervento militare straniero - Il ministro della Difesa francese, Alain Juppé, ha escluso oggi l'ipotesi di un intervento militare in Libia contro il regime di Muammar Gheddafi. Ieri, il Segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, ha dichiarato che Francia e Italia sono i paesi che hanno più risorse per imporre una zona di interdizione del volo sopra la Libia. Interpellato da France Inter sull'ipotesi, "tra quelle in discussione", di un intervento militare straniero in Libia, Juppé ha risposto: "No. Non ci sarà alcun intervento militare. Ma merita di essere valutata l'ipotesi di inasprire ogni tipo di sanzione, in particolare quella sullo spazio aereo".
9:17 - La Russa: "Missione di pace? Non se n'è mai parlato" - Di un'ipotesi di missione militare di pace per fermare gli scontri armati in Libia "non ne abbiamo mai neanche lontanamente parlato". Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, ospite dalla 'Telefonata' di Canale 5. "Io credo - ha spiegato - che non sarà neanche ipotizzata, non credo siamo nelle condizioni in cui le missioni di pace sono state attuate". L'ipotesi potrebbe eventualmente tornare di attualità, ha osservato il ministro, solo "se la situazione si evolvesse".
9:15 - La Russa: "Dobbiamo essere preparati a migrazioni bibliche" - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa lancia l'allarme profughi: "Dobbiamo essere preparati a migrazioni bibliche", dice in una intervista a Mattino 5 sulla situazione libica. "Già in condizioni normali - osserva - il punto di partenza di tanti barconi era la Libia, il flusso si è poi interrotto grazie all'accordo con la Libia". Oggi quindi, avverte La Russa, "ci potrebbe essere un flusso straordinario e sappiamo che solo di stranieri che lavorano in Libia vi sono circa 2 milioni e mezzo di persone. Una percentuale di questi potrebbe decidere di raggiungere l'Europa".
8:50 - Saadi Gheddafi: mio padre resterà la guida del Paese -Il leader libico Muammar Gheddafi potrà svolgere il ruolo di "grande padre" di qualsiasi nuovo regime si insedi a Tripoli e le proteste in corso nel Paese sono un "terremoto positivo", perchè aprono la strada alle riforme necessarie al Paese. E' quanto afferma Saadi Gheddafi, uno dei sette figli del colonnello, in un'intervista telefonica concessa al Financial Times, in cui sostiene che nell'85% del Paese la situazione è "calma e sicura".
8:45 - Saif al Islam: Mai bombardato civili, solo depositi armi - I caccia dell'aviazione libica non hanno mai bombardato contro i manifestanti civili. Lo ha sostenuto il primogenito di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, in un messaggio trasmesso nella tarda serata di ieri dalla radio di Stato libica. Saif ha sottolineato che in seguito ai raid aerei, che avevano come obiettivo esclusivo depositi di armi, non ci sono stati feriti. Negli ultimi giorni i media arabi avevano scritto che i bombardamenti erano diretti contro magazzini e depositi di munizioni, e che l'intenzione di Gheddafi era di impedire ai rivoltosi di procurarsi armi da usare contro le sue milizie.
Numerosi testimoni hanno tuttavia riferito che i caccia hanno aperto ripetutamente il fuoco contro i manifestanti. Mercoledì il quotidiano libico Qurina ha scritto di due piloti che hanno disertato dopo il rifiuto di bombardare la città di Bengasi, gettandosi da un aereo che si è andato a schiantare 160 chilometri a sudovest dal capoluogo della Cirenaica.
8:40 - Insorti prendono Misurata, scontri a Sabratha - Le persone fuggite dalla Libia e l'emittente araba al Jazeera sostengono che i ribelli anti-Gheddafi hanno preso il controllo della città nordoccidentale di Misurata, situata a circa 200 chilometri da Tripoli. Violenti scontri si sono verificati nelle ultime notti anche nella città di Sabratha, 80 chilometri a ovest di Tripoli, dove si trova un importante sito archeologico romano. In questa località, riferiscono testimoni locali citati dal New York Times, ci sarebbe un massiccio dispiegamento di mercenari stranieri. Per la prima volta ci sono notizie di proteste anche nella città meridionale di Sabha, considerata una roccaforte del leader libico.
08.25 Napolitano: " Serve nuovo corso" - Un nuovo corso per il popolo libico. In una intervista a Die Welt, ripresa in prima pagina da La Stampa, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene sulla crisi libica e dei paesi nordafricani. "Credo che l'Europa negli anni passati sia stata un po' disattenta nei confronti degli sviluppo nel Nordafrica. Abbiamo sottovalutato l'aggravarsi dei problemi di larghe masse popolari. Ora l'Europa deve adoperarsi decisamente a trovare una linea comune, una politica mediterranea comune", dice il capo dello Stato, oggi in visita ufficiale a Berlino per incontrare la cancelliera Angela Merkel.
08.15 Ue: "Garantire la sicurezza degli europei" - L'Unione europea ha chiesto alla Libia di "garantire" la sicurezza degli stranieri mentre sono circa 10.000 i cittadini comunitari ancora in Libia. Un charter britannico ha lasciato Londra per prendere 300 britannici a Tripoli mentre 170 risultano bloccati in campi nel deserto. La Francia ha riportato idietro 165 turisti (152 francesi) che si trovavano nel sud a sehba, e in due giorni la Francia ha evacuato 556 persone (di cui 487 francesi). Tre aerei tedeschi sono atterrati due giorni fa a Tripoli dove si trovano circa 400 tedeschi. L'Italia ha rimpatriato 800 concittadini ma diversi altri sono sempre bloccati a tripoli e Bengasi.
07.50 Aisha Gheddafi non è fuggita - Aisha, figlia del leader libico Muammar Gheddafi, è apparsa sulla televisione di Stato per smentire la notizia diffusa dalle emittenti arabe di una sua fuga dal Paese. "Voglio dire ai libici e alle libiche che amo e che mi amano che resisto in questa casa bunker", ha detto la donna, parlando dalla residenza di Bab Al Aziziya, a Tripoli, semidistrutta dal bombardamento Usa del 1986.
07.30 Al Qaida sostiene la rivoluzione - Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) ha assicurato il suo pieno sostegno ai manifestanti libici, promettendo di "fare tutto il possibile per sostenere" la rivolta contro il leader libico Muammar Gheddafi. "Faremo tutto il possibile per aiutarvi, con il volere di Allah, perchè la vostra lotta è la lotta di ogni musulmano che ama Allah e il suo profeta", si legge in un comunicato.
07.10 Mercenari in marcia verso Tripoli - Migliaia di mercenari e miliziani africani si stanno dirigendo verso Tripoli per portare rinforzi al leader libico Muammar Gheddafi, mentre gli oppositori al suo regime avrebbero preso il controllo di diverse città vicine alla capitale libica. Lo riferisce il New York Times, citando testimoni locali.
24 febbraio 2011
Al Qaeda: "Sosterremo la rivoluzione in Libia"
Il movimento terroristico si schiera a fianco dei rivoltosi: "Non vi abbandoneremo".
In Libia il regime di Gheddafi ha ormai perso il controllo della Cirenaica e di tutte le città delle costa, eccetto Tripoli. Migliaia di mercenari africani intanto si dirigono verso la Capitale libica, per sostenere il regime, mentrre il Colonello si sarebbe rifugiato nel suo bunker. Secondo quanto riportato da Al Arabiyah le truppe fedeli a Gheddafi avrebbero isolato Tripoli, e attendono rinforzi. Il presidente americano Obama è tornato a condannare le violenze definendole inaccettabili: "Violano le norme internazionali e qualsiasi standard di decenza umana". Il presidente americano ha spiegato che la rivolta in corso in Medio Oriente nasce dalle aspirazioni del popolo che "sta chiedendo il rispetto dei più basilari diritti umani. Il cambiamento non rappresenta necessariamente il lavoro degli Stati Uniti e di qualche altra potenza estera". Quanto al bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. Alcuni testimoni parlano di 2.000 morti soltanto a Bengasi, ma il numero delle vittime potrebbe esser ormai superiore a 10mila. Al Qaida, secondo fonti libiche, avrebbe creato un emirato islamico a Derna. A ovest si gonfia intanto il fiume umano diretto verso la Tunisia: negli ultimi due giorni avrebbero attraversato il confine non meno di 5.700 persone. La diretta:
10:05 - Tre connazionali lasciano Bengasi grazie ad aiuto turco - Tre ragazze italiane sono andate via da Bengasi ieri grazie alla seconda nave che la Turchia ha inviato per rimpatriare I cittadini della Mezzaluna che si trovano su suolo libico. Lo ha appreso Tmnews dal Consolato italiano a Smirne. Le ragazze sono arrivate questa notte a Marmaris e attualmente si trovano a Smirne. Sono in buona condizioni e stanno già organizzando il loro rientro in Italia. La nave con cui sono arrivate trasportava altri cittadini stranieri, fra cui inglesi, tedeschi e canadesi.
10:01 - Ex ministro libico: "Gheddafi finirà come Hitler" - Muammar Gheddafi si suiciderà "come ha fatto Hitler": lo prevede il ministro libico dimissionario della Giustizia, Moustapha Abdel Jalil. "I giorni di Gheddafi sono contati. Farà come Hitler, si suiciderà", ha detto Jalil intervistato dallo svedese Expressen.
10:00 - Nave italiana Mimbelli a trenta miglia da Misurata - Il cacciatorpediniere Mimbelli è giunto a trenta miglia dalla costa libica di Misurata ed è in attesa della necessaria autorizzazione per l'attracco: è quanto si apprende da fonti qualificate. La nave, salpata da Taranto, imbarcherà un nutrito gruppo di italiani che hanno fatto richiesta di rimpatrio. Nei giorni scorsi sono salpate da Brindisi anche le due unità anfibie gemelle San Marco e San Giusto, con elicotteri, mezzi da sbarco, unità del Reggimento San Marco, forze speciali della marina militare (Comsubin): le due navi si fermeranno, al momento, in acque internazionali, di fronte delle coste della Libia.
9:58 - Usa preoccupati per armi chimiche di Gheddafi - Il Pentagono e l'intelligence americana sarebbero preoccupati per gli arsenali di armi chimiche (come gas mostarda e varie) del regime libico. Secondo gli esperti, scrive oggi il Washington Times, la Libia dispone di circa 14 tonnellate di gas mostarda che non sarebbero ancora state distrutte nonostante l'annuncio del 2003 della rinuncia da parte della Libia al suo arsenale di armi di distruzione di massa. Un senatore americano, citato sempre dal quotidiano, esplicita il timore che Gheddafi potrebbe ricorrere alle armi chimiche per stroncare la rivolta affidandole alle sue milizie di fedelissimi.
9:57 - Testimoni confermano bombardamento Zawia - "Le milizie di Gheddafi stanno bombardando Zawia, la stanno massacrando, la gente sta morendo". Dopo la notizia diffusa da Al Arabiya, ora arriva una convferma anche da una testimone oculare.
9:43 - Al Qaida:,"Gheddafi è un assassino di innocenti" - Il ramo nordafricano di Al Qaida (Aqmi) accusa Muammar Gheddafi di essere un 'assassino di innocenti'. Lo riferisce il Site, il gruppo di monitoraggio dei siti estremisti islamici, citando un comunicato dell'Aqmi pubblicato online. Stando al New York Times, migliaia di mercenari e fedelissimi armati stanno raggiungendo Tripoli nell'apparente tentativo del leader libico di assicurare la difesa della capitale. Intanto i manifestanti pianificano una nuova dimostrazione per domani a Tripoli.
9:39 - Parigi esclude intervento militare straniero - Il ministro della Difesa francese, Alain Juppé, ha escluso oggi l'ipotesi di un intervento militare in Libia contro il regime di Muammar Gheddafi. Ieri, il Segretario alla Difesa Usa, Robert Gates, ha dichiarato che Francia e Italia sono i paesi che hanno più risorse per imporre una zona di interdizione del volo sopra la Libia. Interpellato da France Inter sull'ipotesi, "tra quelle in discussione", di un intervento militare straniero in Libia, Juppé ha risposto: "No. Non ci sarà alcun intervento militare. Ma merita di essere valutata l'ipotesi di inasprire ogni tipo di sanzione, in particolare quella sullo spazio aereo".
9:17 - La Russa: "Missione di pace? Non se n'è mai parlato" - Di un'ipotesi di missione militare di pace per fermare gli scontri armati in Libia "non ne abbiamo mai neanche lontanamente parlato". Lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, ospite dalla 'Telefonata' di Canale 5. "Io credo - ha spiegato - che non sarà neanche ipotizzata, non credo siamo nelle condizioni in cui le missioni di pace sono state attuate". L'ipotesi potrebbe eventualmente tornare di attualità, ha osservato il ministro, solo "se la situazione si evolvesse".
9:15 - La Russa: "Dobbiamo essere preparati a migrazioni bibliche" - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa lancia l'allarme profughi: "Dobbiamo essere preparati a migrazioni bibliche", dice in una intervista a Mattino 5 sulla situazione libica. "Già in condizioni normali - osserva - il punto di partenza di tanti barconi era la Libia, il flusso si è poi interrotto grazie all'accordo con la Libia". Oggi quindi, avverte La Russa, "ci potrebbe essere un flusso straordinario e sappiamo che solo di stranieri che lavorano in Libia vi sono circa 2 milioni e mezzo di persone. Una percentuale di questi potrebbe decidere di raggiungere l'Europa".
8:50 - Saadi Gheddafi: mio padre resterà la guida del Paese -Il leader libico Muammar Gheddafi potrà svolgere il ruolo di "grande padre" di qualsiasi nuovo regime si insedi a Tripoli e le proteste in corso nel Paese sono un "terremoto positivo", perchè aprono la strada alle riforme necessarie al Paese. E' quanto afferma Saadi Gheddafi, uno dei sette figli del colonnello, in un'intervista telefonica concessa al Financial Times, in cui sostiene che nell'85% del Paese la situazione è "calma e sicura".
8:45 - Saif al Islam: Mai bombardato civili, solo depositi armi - I caccia dell'aviazione libica non hanno mai bombardato contro i manifestanti civili. Lo ha sostenuto il primogenito di Muammar Gheddafi, Saif al Islam, in un messaggio trasmesso nella tarda serata di ieri dalla radio di Stato libica. Saif ha sottolineato che in seguito ai raid aerei, che avevano come obiettivo esclusivo depositi di armi, non ci sono stati feriti. Negli ultimi giorni i media arabi avevano scritto che i bombardamenti erano diretti contro magazzini e depositi di munizioni, e che l'intenzione di Gheddafi era di impedire ai rivoltosi di procurarsi armi da usare contro le sue milizie.
Numerosi testimoni hanno tuttavia riferito che i caccia hanno aperto ripetutamente il fuoco contro i manifestanti. Mercoledì il quotidiano libico Qurina ha scritto di due piloti che hanno disertato dopo il rifiuto di bombardare la città di Bengasi, gettandosi da un aereo che si è andato a schiantare 160 chilometri a sudovest dal capoluogo della Cirenaica.
8:40 - Insorti prendono Misurata, scontri a Sabratha - Le persone fuggite dalla Libia e l'emittente araba al Jazeera sostengono che i ribelli anti-Gheddafi hanno preso il controllo della città nordoccidentale di Misurata, situata a circa 200 chilometri da Tripoli. Violenti scontri si sono verificati nelle ultime notti anche nella città di Sabratha, 80 chilometri a ovest di Tripoli, dove si trova un importante sito archeologico romano. In questa località, riferiscono testimoni locali citati dal New York Times, ci sarebbe un massiccio dispiegamento di mercenari stranieri. Per la prima volta ci sono notizie di proteste anche nella città meridionale di Sabha, considerata una roccaforte del leader libico.
08.25 Napolitano: " Serve nuovo corso" - Un nuovo corso per il popolo libico. In una intervista a Die Welt, ripresa in prima pagina da La Stampa, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene sulla crisi libica e dei paesi nordafricani. "Credo che l'Europa negli anni passati sia stata un po' disattenta nei confronti degli sviluppo nel Nordafrica. Abbiamo sottovalutato l'aggravarsi dei problemi di larghe masse popolari. Ora l'Europa deve adoperarsi decisamente a trovare una linea comune, una politica mediterranea comune", dice il capo dello Stato, oggi in visita ufficiale a Berlino per incontrare la cancelliera Angela Merkel.
08.15 Ue: "Garantire la sicurezza degli europei" - L'Unione europea ha chiesto alla Libia di "garantire" la sicurezza degli stranieri mentre sono circa 10.000 i cittadini comunitari ancora in Libia. Un charter britannico ha lasciato Londra per prendere 300 britannici a Tripoli mentre 170 risultano bloccati in campi nel deserto. La Francia ha riportato idietro 165 turisti (152 francesi) che si trovavano nel sud a sehba, e in due giorni la Francia ha evacuato 556 persone (di cui 487 francesi). Tre aerei tedeschi sono atterrati due giorni fa a Tripoli dove si trovano circa 400 tedeschi. L'Italia ha rimpatriato 800 concittadini ma diversi altri sono sempre bloccati a tripoli e Bengasi.
07.50 Aisha Gheddafi non è fuggita - Aisha, figlia del leader libico Muammar Gheddafi, è apparsa sulla televisione di Stato per smentire la notizia diffusa dalle emittenti arabe di una sua fuga dal Paese. "Voglio dire ai libici e alle libiche che amo e che mi amano che resisto in questa casa bunker", ha detto la donna, parlando dalla residenza di Bab Al Aziziya, a Tripoli, semidistrutta dal bombardamento Usa del 1986.
07.30 Al Qaida sostiene la rivoluzione - Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) ha assicurato il suo pieno sostegno ai manifestanti libici, promettendo di "fare tutto il possibile per sostenere" la rivolta contro il leader libico Muammar Gheddafi. "Faremo tutto il possibile per aiutarvi, con il volere di Allah, perchè la vostra lotta è la lotta di ogni musulmano che ama Allah e il suo profeta", si legge in un comunicato.
07.10 Mercenari in marcia verso Tripoli - Migliaia di mercenari e miliziani africani si stanno dirigendo verso Tripoli per portare rinforzi al leader libico Muammar Gheddafi, mentre gli oppositori al suo regime avrebbero preso il controllo di diverse città vicine alla capitale libica. Lo riferisce il New York Times, citando testimoni locali.
24 febbraio 2011
Al Qaeda: "Sosterremo la rivoluzione in Libia"
Il movimento terroristico si schiera a fianco dei rivoltosi: "Non vi abbandoneremo".
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Al Qaeda: "Sosterremo la rivoluzione in Libia"
Il movimento terroristico si schiera a fianco dei rivoltosi: "Non vi abbandoneremo".
al di là di tutte le chiacchere sarebbe interessante sapere chi pilota questi disordini che, non dimentichiamo, anche se non se ne parla già più, hanno interessato anche Egitto, Tunisia, Bharein..per esempio: che fine ha fatto l'Egitto e il suo leader Mubarak?
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al di là di tutte le chiacchere sarebbe interessante sapere chi pilota questi disordini che, non dimentichiamo, anche se non se ne parla già più, hanno interessato anche Egitto, Tunisia, Bharein..per esempio: che fine ha fatto l'Egitto e il suo leader Mubarak?
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Alaudae ha scritto:Al Qaeda: "Sosterremo la rivoluzione in Libia"
Il movimento terroristico si schiera a fianco dei rivoltosi: "Non vi abbandoneremo".
al di là di tutte le chiacchere sarebbe interessante sapere chi pilota questi disordini che, non dimentichiamo, anche se non se ne parla già più, hanno interessato anche Egitto, Tunisia, Bharein..per esempio: che fine ha fatto l'Egitto e il suo leader Mubarak?
secondo me ci potrebbe essere dietro al qaeda e il terrorismo mondiale,creando disordine nell'africa del nord (senza dimenticarci dell'iran che sta li a 2 passi e che secondo me e' la vera bomba ad orologeria) inevitabilmente tutti comincieranno ad emigrare in europa(italia in primis)tenendo conto che si stimano piu di 2milioni di persone in uscita da quei paesi ,immaginiamo i disordini e disagi che potrebbero creare in giro per l'europa essendo gia' in una situazione pessima e poco predisposta ad ospitare immigrati,l'obbiettivo secondo me e' destabilizare l'europa e prendere possesso dei paesi(governi) che stanno cadendo uno ad uno(inserendo uomini loro non esplicitamente publicizati ma sotto banco) ,fatto questo ci vuole davvero poco a scatenare una guerra infinita.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
è così, il delicato equilibrio che continua ad assicurarci una "certa" pace in Europa" sta per incrinarsi e se la falla dovesse ingrandirsi...catastrofe!
chi è in grado poi di tenere sotto controllo milioni di musulmani in crisi di nervi?
in crisi di nervi ed intolleranti verso le altre religioni sino al parossismo, da non dimenticare: noi siamo gli "infedeli" e le donne saranno tenute alla stregua di prostitute (da un certo punto di vista come dare loro torto: basta dare un'occhiata alla TV, ad una qualsiasi rivista)
chi è in grado poi di tenere sotto controllo milioni di musulmani in crisi di nervi?
in crisi di nervi ed intolleranti verso le altre religioni sino al parossismo, da non dimenticare: noi siamo gli "infedeli" e le donne saranno tenute alla stregua di prostitute (da un certo punto di vista come dare loro torto: basta dare un'occhiata alla TV, ad una qualsiasi rivista)
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, doppio incubo per l’Occidente: oggi il rischio di ostaggi, domani l’obbligo di intervento militare
ROMA-Un dispaccio di agenzia di stampa, in gergo un “take” dell’Ansa alle 12 e 36 di giovedì 24 febbraio laconicamente informa: “L’unione Europea sta cercando un appoggio navale militare per far rientrare a casa migliaia di cittadini europei dalla Libia”. Un linguaggio al tempo stesso pudico, misurato e disperato per avvertire l’Europa di quel che l’aspetta, poche righe che mettono insieme, non a caso accostano due parole: “cittadini” e “militari”. Sono i due problemi, grossi e urgenti, che l’Europa e anche gli Usa, insomma tutte le nazioni occidentali hanno di fronte alla guerra civile in Libia.
I cittadini: sono migliaia e migliaia gli europei e gli americani che sono in Libia, molti di loro cercano di andarserne, altri aspettano cercando quel minimo di sicurezza possibile. Sui moli del porto di Tripoli se ne contavano cinquemila e tutti in attesa di imbarco, imbarco che però non arriva. Il timore inconfessato ma sussurato a mezza bocca di tutti i governi è che quei cittadini occidentali possano diventare ostaggi del regime di Gheddafi, Arma di scambio, di pressione, perfino di vendetta. Lo temono a Washington soprattutto: Gheddafi ha indicato gli Usa come mandanti primi della rivolta contro di lui. Lo temono a Roma, anche se a Roma nessuno osa nemmeno sussurrarlo il timore. Ostaggi che se divenissero tali sarebbe difficilissimo andare a recuperare. Cittadini europei e americani che bisogna fare in fretta a tirar fuori, prima che possano eventualmente diventare appunto ostaggi. Non riescono a partire, non si sa se bloccati dalla difficoltà delle comunicazioni o anche da un calcolo del regime, di quel che resta del regime di Gheddafi che comunque controlla Tripoli e il suo porto.
Paura che americani, italiani, inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi possano diventare ostaggi e frenesia per ora impotente o quasi nell’organizzare l’evacuazione di massa. Da fare senza proclamarla per non “indurre in tentazione” Gheddafi e le sue milizie. E poi la seconda parola: “militari”. Militari per portarli fuori i cittadini, ma, anche quando sarà evitato e scongiurato il rischio ostaggi, anche allora i paesi occidentali dovranno usare qualche strumento militare in Libia. Libia che è già di fatto e sempre più si avvia ad essere divisa in due o tre entità sotto il controllo di forze reciprocamente ostili se non in guerra. La Tripolitania in mano a Gheddafi, il sud desertico in mano di nessuno e la Cirenaica in mano agli insorti. Affari loro? Perché mai dovrebbero comparire in quell’area militari occidentali? Perché l’Europa e gli Usa non possono permettersi, convivere con una Libia così. Anche se le ragioni “umanitarie” di un intervento occidentale non dovessero essere sentite e condivise da governi e opinioni pubbliche europee ed americane, una Libia così significa meno petrolio per tutti. Meno petrolio libico vuol dire petrolio estratto altrove più caro. E l’intero occidente, anzi l’intero pianeta, può tollerare il petrolio sopra i cento dollari a barile per una settimana, due, tre. Altrimenti tutti i calcoli della ripresa mondiale saltano, tutta l’economia planetaria entra in sofferenza: il duro calcolo lo ha già fatto il Fondo Monetario Internazionale. E anche a non voler, potendo ma non si può, consumare meno petrolio, l’occidente, Europa e Usa una Libia fatta di pezzi che si combattono non può reggerla. Significa avere una guerra che si espande e contagia l’Africa orientale e può risalire fino al Medio Oriente, fino agli altri produttori di petrolio e allora sarebbe l’Apocalisse economica, fino ad Israele e allora sarebbe…nessuno sa cosa sarebbe.
Militari dunque, ma militari come e a far cosa? Si sta già discutendo di “No Fly Zone”, zona con divieto di sorvolo, insomma ombrello aereo militare sulla Cirenaica per impedire bombardamenti. Come si è fatto nel Kurdistan iracheno. Non tanto e non solo per salvare libici nemici di Gheddafi a rischio bombardamento, quanto per impedire vengano fatti saltare i pozzi e gli oleodotti. La “No Fly Zone”, se si fa, si fa con arei militari. Di chi? Italiani per primi e poi di altri paesi europei. Operazione militare complessa, operazione politica che rischia di essere tanto obbligata quanto al di là delle risorse di tenuta e sangue freddo dei governi interessati, quello di Berlusconi per primo. E si è discusso, accantonado per ora, anche di una spedizione umanitario-militare del tipo di quella che si attuò quando ci fu il terremoto ad Haiti. Fino a che Gheddafi spara non se ne parla, ma dopo può diventare necessaria e di sopravvivenza, ancora una volta non tanto per le popolazioni libiche quanto per la stabilità economica e strategica dell’occidente. Perfino la Cina che in linea di principio è contraria ad ogni ingerenza sta valutando, la Russia è tentata: a certe condizioni non direbbe di no. Per Haiti si mosse la flotta americana, per la Cirenaica dovrebbero muoversi le flotte europee.
Oggi ostaggi potenziali occidentali e domani occidentali soldati sulla Libia o in Libia: sono problemi perfino può grandi e urgenti della temuta onda di profughi. Dalla eventuale, possibile frantumazione della Libia, dal suo collasso non potremo soltanto difenderci, occorrerà, saremo trascinati a metterci mano. L’Italia per prima. L’Italia?
ROMA-Un dispaccio di agenzia di stampa, in gergo un “take” dell’Ansa alle 12 e 36 di giovedì 24 febbraio laconicamente informa: “L’unione Europea sta cercando un appoggio navale militare per far rientrare a casa migliaia di cittadini europei dalla Libia”. Un linguaggio al tempo stesso pudico, misurato e disperato per avvertire l’Europa di quel che l’aspetta, poche righe che mettono insieme, non a caso accostano due parole: “cittadini” e “militari”. Sono i due problemi, grossi e urgenti, che l’Europa e anche gli Usa, insomma tutte le nazioni occidentali hanno di fronte alla guerra civile in Libia.
I cittadini: sono migliaia e migliaia gli europei e gli americani che sono in Libia, molti di loro cercano di andarserne, altri aspettano cercando quel minimo di sicurezza possibile. Sui moli del porto di Tripoli se ne contavano cinquemila e tutti in attesa di imbarco, imbarco che però non arriva. Il timore inconfessato ma sussurato a mezza bocca di tutti i governi è che quei cittadini occidentali possano diventare ostaggi del regime di Gheddafi, Arma di scambio, di pressione, perfino di vendetta. Lo temono a Washington soprattutto: Gheddafi ha indicato gli Usa come mandanti primi della rivolta contro di lui. Lo temono a Roma, anche se a Roma nessuno osa nemmeno sussurrarlo il timore. Ostaggi che se divenissero tali sarebbe difficilissimo andare a recuperare. Cittadini europei e americani che bisogna fare in fretta a tirar fuori, prima che possano eventualmente diventare appunto ostaggi. Non riescono a partire, non si sa se bloccati dalla difficoltà delle comunicazioni o anche da un calcolo del regime, di quel che resta del regime di Gheddafi che comunque controlla Tripoli e il suo porto.
Paura che americani, italiani, inglesi, francesi, spagnoli, tedeschi possano diventare ostaggi e frenesia per ora impotente o quasi nell’organizzare l’evacuazione di massa. Da fare senza proclamarla per non “indurre in tentazione” Gheddafi e le sue milizie. E poi la seconda parola: “militari”. Militari per portarli fuori i cittadini, ma, anche quando sarà evitato e scongiurato il rischio ostaggi, anche allora i paesi occidentali dovranno usare qualche strumento militare in Libia. Libia che è già di fatto e sempre più si avvia ad essere divisa in due o tre entità sotto il controllo di forze reciprocamente ostili se non in guerra. La Tripolitania in mano a Gheddafi, il sud desertico in mano di nessuno e la Cirenaica in mano agli insorti. Affari loro? Perché mai dovrebbero comparire in quell’area militari occidentali? Perché l’Europa e gli Usa non possono permettersi, convivere con una Libia così. Anche se le ragioni “umanitarie” di un intervento occidentale non dovessero essere sentite e condivise da governi e opinioni pubbliche europee ed americane, una Libia così significa meno petrolio per tutti. Meno petrolio libico vuol dire petrolio estratto altrove più caro. E l’intero occidente, anzi l’intero pianeta, può tollerare il petrolio sopra i cento dollari a barile per una settimana, due, tre. Altrimenti tutti i calcoli della ripresa mondiale saltano, tutta l’economia planetaria entra in sofferenza: il duro calcolo lo ha già fatto il Fondo Monetario Internazionale. E anche a non voler, potendo ma non si può, consumare meno petrolio, l’occidente, Europa e Usa una Libia fatta di pezzi che si combattono non può reggerla. Significa avere una guerra che si espande e contagia l’Africa orientale e può risalire fino al Medio Oriente, fino agli altri produttori di petrolio e allora sarebbe l’Apocalisse economica, fino ad Israele e allora sarebbe…nessuno sa cosa sarebbe.
Militari dunque, ma militari come e a far cosa? Si sta già discutendo di “No Fly Zone”, zona con divieto di sorvolo, insomma ombrello aereo militare sulla Cirenaica per impedire bombardamenti. Come si è fatto nel Kurdistan iracheno. Non tanto e non solo per salvare libici nemici di Gheddafi a rischio bombardamento, quanto per impedire vengano fatti saltare i pozzi e gli oleodotti. La “No Fly Zone”, se si fa, si fa con arei militari. Di chi? Italiani per primi e poi di altri paesi europei. Operazione militare complessa, operazione politica che rischia di essere tanto obbligata quanto al di là delle risorse di tenuta e sangue freddo dei governi interessati, quello di Berlusconi per primo. E si è discusso, accantonado per ora, anche di una spedizione umanitario-militare del tipo di quella che si attuò quando ci fu il terremoto ad Haiti. Fino a che Gheddafi spara non se ne parla, ma dopo può diventare necessaria e di sopravvivenza, ancora una volta non tanto per le popolazioni libiche quanto per la stabilità economica e strategica dell’occidente. Perfino la Cina che in linea di principio è contraria ad ogni ingerenza sta valutando, la Russia è tentata: a certe condizioni non direbbe di no. Per Haiti si mosse la flotta americana, per la Cirenaica dovrebbero muoversi le flotte europee.
Oggi ostaggi potenziali occidentali e domani occidentali soldati sulla Libia o in Libia: sono problemi perfino può grandi e urgenti della temuta onda di profughi. Dalla eventuale, possibile frantumazione della Libia, dal suo collasso non potremo soltanto difenderci, occorrerà, saremo trascinati a metterci mano. L’Italia per prima. L’Italia?
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
terza guerra mondiale?
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Vudkos ha scritto:terza guerra mondiale?
bhoooo,vediamo come si evolve e se l'iran verra' immischiato
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Fidel Castro e la Libia
Fidel all’attacco dei media Usa: “Preparano l’intervento della Nato in Libia”
L’AVANA – L’ex presidente cubano Fidel Castro ha accusato i media americani di aver preparato le condizioni per un intervento della Nato in Libia dove, sostiene Castro, è in corso una guerra civile che permettera’ di garantire il petrolio all’Europa.
”E’ evidente che in Libia è in corso una guerra civile”, ha scritto Fidel in un articolo pubblicato oggi, anche se ammette che ”nessuno sarebbe capace di sapere in questo momento ciò che sta davvero succedendo. Tutte le notizie sono state diffuse dagli Stati Uniti e hanno provocato il caos”. Ma i media americani ”hanno preparato le condizioni per agire. Non sarebbe strano un intervento militare in Libia il quale inoltre permetterebbe di garantire all’Europa i quasi due milioni di barili di petrolio se nel caso non si riesca a porre fine alla presidenza o alla vita di Gheddafi”.
Fidel sostiene che ”il ruolo di Obama è abbastanza difficile” e afferma che il motivo della situazione attuale è il fatto che ”la politica di saccheggio imposta dagli Stati Uniti e i suoi alleati della Nato in Medio Oriente è entrata in crisi”. Gli Stati Uniti hanno dato milioni di dollari in armi a Israele e ”ai paesi arabi umiliati da questo Paese” e adesso ”il genio è uscito dalla bottiglia e la Nato non sa come controllarlo”. Castro denuncia che ”cercheranno di trarre il massimo profitto dei deplorevoli successi in Libia” in un ”balletto macabro di cinismo”.
24 febbraio 2011 | 16:57
http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/libia-fidel-media-usa-nato-762688/
L’AVANA – L’ex presidente cubano Fidel Castro ha accusato i media americani di aver preparato le condizioni per un intervento della Nato in Libia dove, sostiene Castro, è in corso una guerra civile che permettera’ di garantire il petrolio all’Europa.
”E’ evidente che in Libia è in corso una guerra civile”, ha scritto Fidel in un articolo pubblicato oggi, anche se ammette che ”nessuno sarebbe capace di sapere in questo momento ciò che sta davvero succedendo. Tutte le notizie sono state diffuse dagli Stati Uniti e hanno provocato il caos”. Ma i media americani ”hanno preparato le condizioni per agire. Non sarebbe strano un intervento militare in Libia il quale inoltre permetterebbe di garantire all’Europa i quasi due milioni di barili di petrolio se nel caso non si riesca a porre fine alla presidenza o alla vita di Gheddafi”.
Fidel sostiene che ”il ruolo di Obama è abbastanza difficile” e afferma che il motivo della situazione attuale è il fatto che ”la politica di saccheggio imposta dagli Stati Uniti e i suoi alleati della Nato in Medio Oriente è entrata in crisi”. Gli Stati Uniti hanno dato milioni di dollari in armi a Israele e ”ai paesi arabi umiliati da questo Paese” e adesso ”il genio è uscito dalla bottiglia e la Nato non sa come controllarlo”. Castro denuncia che ”cercheranno di trarre il massimo profitto dei deplorevoli successi in Libia” in un ”balletto macabro di cinismo”.
24 febbraio 2011 | 16:57
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Chi ha venduto le armi a Gheddafi
Un reparto delle truppe speciali del colonnello Gheddafi.
Chi ha venduto alla Libia le armi con cui il Colonnello oggi fa ammazzare centinaia di civili? Dal 2003, cioè da quando il Rais ebbe l’illuminazione e trascinò la Libia tra le nazioni di nuovo gradite all’Occidente, c’è stata la corsa verso Tripoli degli armigeri di ogni parte del mondo, finalmente liberi di commerciare con il dittatore di una potenza petrolifera dopo tanti anni di blocchi ed embarghi. Lui, Gheddafi, non ha tradito le loro aspettative: oggi la Libia, con soli 6,5 milioni di abitanti, è il quarto maggior importatore di armi dell’Africa del Nord.
Tra i più svelti, com’è tradizione, ci siamo noi italiani. Il primo colpo lo mettemmo a segno già nel 2006, vendendo all’esercito libico 10 elicotteri per un importo di 80 milioni di euro. L’articolo 20 del Trattato di cooperazione e amicizia firmato nel 2008 prevede “un forte e ampio partenariato industriale nel settore della Difesa e delle industrie militari”. In quello stesso anno il fatturato delle fabbriche d’armi italiane con la Libia era già di 93,2 milioni di euro (56,7 l’anno prima), somma che faceva del Paese africano il nostro nono miglior cliente. Importante anche l’accordo siglato il 28 luglio 2009 tra Finmeccanica e Lybian Investment Authority (il fondo sovrano libico) per una joint venture destinata a operare in tutto il Medio Oriente nel settore della Difesa.
Noi svelti, sì, ma i russi grossi. Così, dopo essere passato da Roma, nel 2008 Gheddafi volò a Mosca per incontrare il presidente russo Medvedev. Tenda piantata entro le mura del Cremlino, la promessa di una base d’appoggio per le navi russe nel Mediterraneo e un po’ di shopping militare: aerei, missili e carri armati per quasi 1,5 miliardi di euro. Devono essersi trovati bene perché non sono mancate le repliche: nel 2009, 730 milioni di euro spesi da Gheddafi soprattutto in caccia Sukhoi; nel 2010, 1,3 miliardi di euro per i soliti aerei e carri armati ma anche per sofisticati sistemi d’arma per la difesa antiaerea.
Non male neppure la Gran Bretagna, che solo in queste ore ha bloccato le licenze per l’esportazione di armi in Libia e in Bahrein: 240 milioni di euro di armi al Rais nei soli primi 10 mesi del 2010. E la Francia? Ricordate nel 2007 il caso delle cinque infermiere bulgare arrestate e condannate a morte in Libia, la folgorante missione a Tripoli di Carla Bruni Sarkozy, la liberazione delle infermiere e gli applausi del mondo? Bene. Una settimana esatta dopo la liberazione delle poverette, Sarkozy firma con il Rais una fornitura di armi francesi per il valore di 300 milioni di euro. Tra Francia e Libia sono poi seguiti altri accordi (centrali nucleari e di nuovi ordigni di distruzione). Ma quello siglato con l’aiuto della Bruni passerà comunque alla storia. Se non altro, per eleganza.
E per finire, gli Usa. Nel 2008 l’azienda americana General Dynamics ha firmato un contratto da 150 milioni di euro per fornire alla Libia i più moderni sistemi di comunicazione. L’attrezzatura era destinata in particolare alla Seconda Brigata d’élite, un corpo scelto agli ordini di Khamis Gheddafi, uno dei figli del Rais. La Seconda Brigata è stata impegnata nella repressione delle proteste nella città di Al Bayda, dove ci sono state decine di morti.
http://www.fulvioscaglione.com/index.php/medio-oriente/chi-ha-venduto-le-armi-a-gheddafi/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Il messaggio del Raiss dal bunker
Il leader libico Muammar Gheddafi torna a parlare alla popolazione, con un messaggio audio in collegamento telefonico con la tv libica, e fa riferimento ad Al Qaida parlando delle manifestazioni di protesta che stanno insanguinando il Paese. "I rivoltosi - dice il colonnello - sono manipolati da Osama bin Laden e dovrebbero essere giudicati secondo la legge libica. Non ci deve essere misericordia verso Bin Laden e i suoi uomini". Il leader libico ha anche ordinato "a ogni famiglia di andare a cercare i propri figli e riportarli a casa" e ha aggiunto che il suo governo non usa le armi contro la gente innocente".I disordini, accusa ancora Gheddafi, sono da ricondurre al terrorismo internazionale: "Questa è una farsa a cui dovremo porre fine", dice riferendosi alle violenze, "una farsa portata avanti dai giovani, ai quali non possiamo applicare la legge perché sono ancora dei ragazzi, controllati attraverso l'uso delle droghe". "Il Paese ci sta sfuggendo di mano perché ascolta Osama Bin Laden".
Il leader libico Muammar Gheddafi torna a parlare alla popolazione, con un messaggio audio in collegamento telefonico con la tv libica, e fa riferimento ad Al Qaida parlando delle manifestazioni di protesta che stanno insanguinando il Paese. "I rivoltosi - dice il colonnello - sono manipolati da Osama bin Laden e dovrebbero essere giudicati secondo la legge libica. Non ci deve essere misericordia verso Bin Laden e i suoi uomini". Il leader libico ha anche ordinato "a ogni famiglia di andare a cercare i propri figli e riportarli a casa" e ha aggiunto che il suo governo non usa le armi contro la gente innocente".I disordini, accusa ancora Gheddafi, sono da ricondurre al terrorismo internazionale: "Questa è una farsa a cui dovremo porre fine", dice riferendosi alle violenze, "una farsa portata avanti dai giovani, ai quali non possiamo applicare la legge perché sono ancora dei ragazzi, controllati attraverso l'uso delle droghe". "Il Paese ci sta sfuggendo di mano perché ascolta Osama Bin Laden".
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Il filmato choc: agenti-disertori fucilati in Libia
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/24646/
Decine di cadaveri stesi faccia a terra, mani e piedi legati, uccisi con un colpo in testa. Il video choc, che arriva dalla Libia, è stato pubblicato da uno dei canali Internet dei rivoltosi col titolo "soldati giustiziati per aver rifiutato di cooperare" e mostrerebbe dunque la fine riservata dal governo di Gheddafi ai disertori che si uniscono ai manifestanti.
http://multimedia.lastampa.it/multimedia/nel-mondo/lstp/24646/
Decine di cadaveri stesi faccia a terra, mani e piedi legati, uccisi con un colpo in testa. Il video choc, che arriva dalla Libia, è stato pubblicato da uno dei canali Internet dei rivoltosi col titolo "soldati giustiziati per aver rifiutato di cooperare" e mostrerebbe dunque la fine riservata dal governo di Gheddafi ai disertori che si uniscono ai manifestanti.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
“Le fosse comuni di Tripoli sono una bufala”: Giovanardi ‘smonta’ il caso“Le fosse comuni di Tripoli sono una bufala”: Giovanardi ‘smonta’ il caso[b]
ROMA – ”Le fosse comuni di Tripoli sono una bufala. In tutti i giornali di oggi in prima pagina c’è la foto delle fosse comuni di Tripoli: la foto è un normale cimitero libico, con tombe prescavate in cemento e una tomba, addirittura, è già coperta con il nome del defunto!”: così il sottosegretario Carlo Giovanardi alla ‘Zanzara’ di Radio 24 smonta il caso Libia.
”Sono tombe molto curate, singole – ha continuato – e non mi possono far vedere quelle foto e dirmi che ci sono così tanti morti: quelle foto sono una presa in giro perché non giustificano i 10.000 e oltre morti: e chi lo dice? In Libia c’è una rivoluzione in corso e se Gheddafi dovesse in qualche modo cavarsela e restare al potere dopo un mese tutti i paesi del mondo gli parlerebbero ancora”. Giovanardi conclude con l’Iran: ”E’ molto peggio l’ Iran della Libia: come Gheddafi ci sono altri 30, 40 e forse 50 paesi”.
24 febbraio 2011 | 19:46
http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/fosse-comuni-tripoli-gheddafi-libia-763006/
ROMA – ”Le fosse comuni di Tripoli sono una bufala. In tutti i giornali di oggi in prima pagina c’è la foto delle fosse comuni di Tripoli: la foto è un normale cimitero libico, con tombe prescavate in cemento e una tomba, addirittura, è già coperta con il nome del defunto!”: così il sottosegretario Carlo Giovanardi alla ‘Zanzara’ di Radio 24 smonta il caso Libia.
”Sono tombe molto curate, singole – ha continuato – e non mi possono far vedere quelle foto e dirmi che ci sono così tanti morti: quelle foto sono una presa in giro perché non giustificano i 10.000 e oltre morti: e chi lo dice? In Libia c’è una rivoluzione in corso e se Gheddafi dovesse in qualche modo cavarsela e restare al potere dopo un mese tutti i paesi del mondo gli parlerebbero ancora”. Giovanardi conclude con l’Iran: ”E’ molto peggio l’ Iran della Libia: come Gheddafi ci sono altri 30, 40 e forse 50 paesi”.
24 febbraio 2011 | 19:46
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Egitto, Libia, Tunisia: medesima regia
Ascoltando il telegiornale di questa sera ho sentito una notizia quasi incredibile: la regione libica della Cirenaica si sarebbe "liberata" (dal giogo di Gheddafi) e sarebbe al momento "autogestita dal popolo con la collaborazione di uomini dell'esercito e della polizia che in gran numero hanno appoggiato la rivolta".
Ovviamente, per chi sa leggere un poco al di là della propaganda governativa, ci si trova di fronte ad una sorta di ossimoro: libertà ed autogestione con la collaborazione delle stesse forze che fino a pochi giorni prima rappresentavano il duro braccio della legge, la forza repressiva utilizzata dal quello stesso dittatore che adesso vogliono spodestare.
Se davvero tutti questi poliziotti fossero stati contrari alla cosiddetta tirannide di Gheddafi (intendiamoci, non voglio qui difendere quest'uomo, che non mi piace affatto, ma definirlo tiranno forse è un poco eccessivo viste le persone che governano Italia, Stati Uniti, Russia ed altri paesi "democratici") avrebbero potuto benissimo pensarci prima e cambiare mestiere.
Ma a quanto pare ci vuole un input dall'alto, da parte di chi manovra occultamente, per scatenare l'ennesima rivolta a dir poco ambigua, che si manifesta adesso in Libia come se ci fosse un contagio, un contagio molto particolare che a quanto pare segue sempre la stessa regia e usa (guarda caso) sempre gli stessi simboli. A tal proposito è opportuna la lettura dell'articolo la prova! le rivolte in medio oriente sono innescate dagli USA (basta leggere le prime righe dell'articolo e guardare le immagini per convincersi rapidamente che c'è qualcosa di molto losco dietro quiesta serie di rivoluzioni "popolari").
Altrettanto strana e repentina è la notizia del voltafaccia, appena un giorno o due dopo l'inizio della "rivolta" degli ambasciatori libici all'ONU; gli ambasciatori, soprattutto in una dittatura (quale ci viene descritta la reggenza di Gheddafi) di norma sono scelti tra la gente più fidata del regime, e sembra decisamente strano vederli cambiare bandiera così rapidamente. Di certo potrebbero aver capito subito che aria tirava ed quindi potrebbero aver pensato di andare dove spirava il vento, però per essere così sicuri sin dall'inizio che il regime di Gheddafi sarebbe crollato avrebbero dovuto avere un po' troppa lungimiranza, oppure troppa conoscenza dei piani occulti delle élite. In ogni caso è facile pensare che siano stati cooptati da tempo e/o corrotti da chi sta costruendo questa enorme manovra di riassetto politico del Nord-Africa; e non ditemi per favore che il popolo ha fatto una mega colletta per corrompere gli ambasciatori e portarli dalla propria parte.
http://scienzamarcia.blogspot.com/
Ovviamente, per chi sa leggere un poco al di là della propaganda governativa, ci si trova di fronte ad una sorta di ossimoro: libertà ed autogestione con la collaborazione delle stesse forze che fino a pochi giorni prima rappresentavano il duro braccio della legge, la forza repressiva utilizzata dal quello stesso dittatore che adesso vogliono spodestare.
Se davvero tutti questi poliziotti fossero stati contrari alla cosiddetta tirannide di Gheddafi (intendiamoci, non voglio qui difendere quest'uomo, che non mi piace affatto, ma definirlo tiranno forse è un poco eccessivo viste le persone che governano Italia, Stati Uniti, Russia ed altri paesi "democratici") avrebbero potuto benissimo pensarci prima e cambiare mestiere.
Ma a quanto pare ci vuole un input dall'alto, da parte di chi manovra occultamente, per scatenare l'ennesima rivolta a dir poco ambigua, che si manifesta adesso in Libia come se ci fosse un contagio, un contagio molto particolare che a quanto pare segue sempre la stessa regia e usa (guarda caso) sempre gli stessi simboli. A tal proposito è opportuna la lettura dell'articolo la prova! le rivolte in medio oriente sono innescate dagli USA (basta leggere le prime righe dell'articolo e guardare le immagini per convincersi rapidamente che c'è qualcosa di molto losco dietro quiesta serie di rivoluzioni "popolari").
Altrettanto strana e repentina è la notizia del voltafaccia, appena un giorno o due dopo l'inizio della "rivolta" degli ambasciatori libici all'ONU; gli ambasciatori, soprattutto in una dittatura (quale ci viene descritta la reggenza di Gheddafi) di norma sono scelti tra la gente più fidata del regime, e sembra decisamente strano vederli cambiare bandiera così rapidamente. Di certo potrebbero aver capito subito che aria tirava ed quindi potrebbero aver pensato di andare dove spirava il vento, però per essere così sicuri sin dall'inizio che il regime di Gheddafi sarebbe crollato avrebbero dovuto avere un po' troppa lungimiranza, oppure troppa conoscenza dei piani occulti delle élite. In ogni caso è facile pensare che siano stati cooptati da tempo e/o corrotti da chi sta costruendo questa enorme manovra di riassetto politico del Nord-Africa; e non ditemi per favore che il popolo ha fatto una mega colletta per corrompere gli ambasciatori e portarli dalla propria parte.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
La Prova! Le Rivolte in Medio Oriente Sono Innescate dagli USA
Notate per la prima volta dall'analista geopolitico e storico Dr. Webster Tarpley, si possono vedere alcune somiglianze sospette tra l'agitazione egiziana ed un'altra sollevazione avvenuta in Serbia e notoriamente sostenuta dagli USA. L'Otpor, o “resistenza”, della Serbia, fu sovvenzionata in termini di milioni di dollari dal National Endowment for Democracy statunitense. La sua firma, il logo con il pugno chiuso, ha ornato bandiere, insegne, cartelli e t-shirt portate da Astro Turf, messo in carica dal Dipartimento di Stato americano fino alla cacciata di Slobodan Milosevic nel 2000.
Esattamente lo stesso logo si ripresenterebbe 11 anni dopo in tutto il Mar Mediterraneo e per le strade del Cairo, spiegando ulteriormente la natura assurda, sostenuta dagli stranieri dei moti egiziani. Potrebbe essere solo una coincidenza, e il Dott. Tarpley ha fatto solo una semplice congettura speculativa? Neanche per sogno.
Dopo il suo successo, l'Otpor serbo avrebbe continuato a ricevere fondi dall'Occidente e sarebbe divenuto una sorta di “college della CIA per i colpi di stato”, con il nome CANVAS, o “Center for Applied Non-Violent Action and Strategies”. Emerge che, dopo che i partecipanti al Movimento Giovanile Egiziano 6 Aprile erano finiti a frequentare le confabulazioni finanziate dal Dipartimento di Stato americano, a New York City nel 2008, essi avrebbero fatto un viaggio per visitare il CANVAS nel 2009. Da là hanno assunto il “curriculum” del CANVAS e, a quanto pare, il loro logo, e hanno iniziato a mettere insieme una folla sovvenzionata dagli USA in Egitto.
Tra gli attuali “partner” del CANVAS ci sono l'Albert Einstein Institution, la Freedom House, e l'International Republican Institute (IRI). L'IRI comprende nel suo consiglio di amministrazione John McCain, Lindsey Graham, e Brent Scowcroft. Quando John McCain dice “Avremmo dovuto vederla arrivare” riferendosi alla sollevazione in Egitto, ovviamente non parla di se stesso, in quanto ha contribuito a farla accadere.
Guardate con i vostri occhi la mistificazione assolutamente spudorata imposta a voi, il pubblico in generale, dai vostri principali media di proprietà delle corporazioni, dal Dipartimento di Stato, e da tutti i dirigenti in malafede che hanno finto l'ignoranza e la sorpresa per i disordini meticolosamente pianificati e premeditati che ancora si dispiegano in tutto il Medio Oriente, oggi, e non credete MAI ad una sola parola che possano ancora pronunciare.
Un'ultima cosa da considerare è che il CANVAS è citato nella rivista Foreign Policy, nell'articolo “Revolution U” per aver assistito la “Rivoluzione Rosa” della Georgia, la “Rivoluzione Arancione” dell'Ucraina, e per operare attualmente con reti dalla Bielorussia, dal Myanmar (Birmania) e da 50 altri paesi. Osservando le loro attività e il programma globalista complessivo è chiaro che essi sono coinvolti nel cambiamento di regime che assisterà direttamente i globalisti nel loro accerchiamento della Russia e della Cina.
John McCain ha proseguito dicendo della sommossa che il suo IRI aveva contribuito a sovvenzionare in Egitto: “Oggi sarei meno sicuro al Cremlino con i miei compagni del KGB, se fossi Vladimir Putin. Sarei un po' meno sicuro, nella residenza al mare [del] Presidente Hu e di pochi uomini che governano e decidono il destino di 1,3 miliardi di persone”.
Gli spietati commenti di McCain, originati dalla senilità o dal disprezzo totale che nutre per l'opinione pubblica in generale, si lasciano sfuggire la vera natura del gioco messo in atto dalle rivoluzioni colorate innescate dagli USA che si dispiegano intorno al mondo. Sicuramente questo riguarda l'esazione di concessioni e la forzatura dell'integrazione di nazioni sovrane nell'impero modiale unipolare angloamericano.
Gli articoli di Tony Cartalucci sono apparsi su molti siti di media alternativi, compreso il suo, Land Destroyer.
http://nwo-truthresearch.blogspot.com/2011/02/la-prova-le-rivolte-in-medio-oriente.html
Notate per la prima volta dall'analista geopolitico e storico Dr. Webster Tarpley, si possono vedere alcune somiglianze sospette tra l'agitazione egiziana ed un'altra sollevazione avvenuta in Serbia e notoriamente sostenuta dagli USA. L'Otpor, o “resistenza”, della Serbia, fu sovvenzionata in termini di milioni di dollari dal National Endowment for Democracy statunitense. La sua firma, il logo con il pugno chiuso, ha ornato bandiere, insegne, cartelli e t-shirt portate da Astro Turf, messo in carica dal Dipartimento di Stato americano fino alla cacciata di Slobodan Milosevic nel 2000.
Esattamente lo stesso logo si ripresenterebbe 11 anni dopo in tutto il Mar Mediterraneo e per le strade del Cairo, spiegando ulteriormente la natura assurda, sostenuta dagli stranieri dei moti egiziani. Potrebbe essere solo una coincidenza, e il Dott. Tarpley ha fatto solo una semplice congettura speculativa? Neanche per sogno.
Dopo il suo successo, l'Otpor serbo avrebbe continuato a ricevere fondi dall'Occidente e sarebbe divenuto una sorta di “college della CIA per i colpi di stato”, con il nome CANVAS, o “Center for Applied Non-Violent Action and Strategies”. Emerge che, dopo che i partecipanti al Movimento Giovanile Egiziano 6 Aprile erano finiti a frequentare le confabulazioni finanziate dal Dipartimento di Stato americano, a New York City nel 2008, essi avrebbero fatto un viaggio per visitare il CANVAS nel 2009. Da là hanno assunto il “curriculum” del CANVAS e, a quanto pare, il loro logo, e hanno iniziato a mettere insieme una folla sovvenzionata dagli USA in Egitto.
Tra gli attuali “partner” del CANVAS ci sono l'Albert Einstein Institution, la Freedom House, e l'International Republican Institute (IRI). L'IRI comprende nel suo consiglio di amministrazione John McCain, Lindsey Graham, e Brent Scowcroft. Quando John McCain dice “Avremmo dovuto vederla arrivare” riferendosi alla sollevazione in Egitto, ovviamente non parla di se stesso, in quanto ha contribuito a farla accadere.
Guardate con i vostri occhi la mistificazione assolutamente spudorata imposta a voi, il pubblico in generale, dai vostri principali media di proprietà delle corporazioni, dal Dipartimento di Stato, e da tutti i dirigenti in malafede che hanno finto l'ignoranza e la sorpresa per i disordini meticolosamente pianificati e premeditati che ancora si dispiegano in tutto il Medio Oriente, oggi, e non credete MAI ad una sola parola che possano ancora pronunciare.
Un'ultima cosa da considerare è che il CANVAS è citato nella rivista Foreign Policy, nell'articolo “Revolution U” per aver assistito la “Rivoluzione Rosa” della Georgia, la “Rivoluzione Arancione” dell'Ucraina, e per operare attualmente con reti dalla Bielorussia, dal Myanmar (Birmania) e da 50 altri paesi. Osservando le loro attività e il programma globalista complessivo è chiaro che essi sono coinvolti nel cambiamento di regime che assisterà direttamente i globalisti nel loro accerchiamento della Russia e della Cina.
John McCain ha proseguito dicendo della sommossa che il suo IRI aveva contribuito a sovvenzionare in Egitto: “Oggi sarei meno sicuro al Cremlino con i miei compagni del KGB, se fossi Vladimir Putin. Sarei un po' meno sicuro, nella residenza al mare [del] Presidente Hu e di pochi uomini che governano e decidono il destino di 1,3 miliardi di persone”.
Gli spietati commenti di McCain, originati dalla senilità o dal disprezzo totale che nutre per l'opinione pubblica in generale, si lasciano sfuggire la vera natura del gioco messo in atto dalle rivoluzioni colorate innescate dagli USA che si dispiegano intorno al mondo. Sicuramente questo riguarda l'esazione di concessioni e la forzatura dell'integrazione di nazioni sovrane nell'impero modiale unipolare angloamericano.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ." - David Rockefeller, 1991 -
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
mai sentita questa citazioneAlaudae ha scritto:"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ." - David Rockefeller, 1991 -
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Vudkos ha scritto:mai sentita questa citazioneAlaudae ha scritto:"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ." - David Rockefeller, 1991 -
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per la verità neanche io, comunque sono tante le cose che non vengono dette riguardo al Führer
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Panorama Internazionale
COSTA D'AVORIO
In migliaia
in fuga dal paese
Circa 5mila persone sono fuggite dalla Costa d'Avorio e sono entrate in Liberia ieri a causa della crisi che rischia di far ricadere il paese in una guerra civile. Lo ha reso noto l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati. Il numero dei rifugiati ivoriani in Liberia è così salito a quasi 45mila, mentre altre 39mila persone hanno lasciato le proprie case per trasferirsi nell'ovest del paese, lontano dagli scontri che, soprattutto ad Abidjan, si sono intensificati tra i sostenitori di Alassane Ouattara (nella foto), riconosciuto come il nuovo presidente della Costa d'Avorio dalla comunità internazionale, e quelli di Laurent Gbagbo, non intenzionato a lasciare il potere.
RUSSIA
Scatta una stretta di 0,25% sui tassi
La Banca centrale russa ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto, portando il tasso di rifinanziamento all'8%. La misura entra in vigore lunedì e si tratta del primo aumento dal dicembre 2008 e dopo 14 ribassi consecutivi. La decisione - ha spiegato la banca centrale in un comunicato - è stata presa per contrastare le aspettative di alta inflazione e per frenare l'afflusso di capitali stranieri.
USA/1
Wisconsin: primo
sì anti-sindacato
La Camera del Wisconsin, a maggioranza repubblicana, ha votato a favore della legge voluta dal governatore, Scott Walker (nella foto), che prevede tagli alla spesa pubblica e una forte riduzione delle contrattazioni collettive per i rinnovi del contratti dei dipendenti pubblici, e di altre categorie. Ora la legge dovrà essere approvata dal Senato.
USA/2
Obama: un gay
al cerimoniale
Barack Obama rompe l'ennesimo tabù della politica americana. Il primo presidente afro-americano della storia ha assunto oggi una persona dichiaratamente gay come capo del cerimoniale, un ruolo che finora era stato ricoperto solo da donne. È Jeremy Barnard, e avrà l'incarico di social secretary, cioè il responsabile degli eventi mondani e pubblici che avverranno all'interno della Casa Bianca. Barnard, prima di arrivare alla corte di Obama, era il capo dello staff dell'ambasciatore americano a Parigi. È nato a San Antonio, in Texas, e tra il 2008 e il 2010 ha tenuto i rapporti tra la Casa Bianca e il National Endowment for the Hunamities.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-02-26/panorama-internazionale-081331.shtml?uuid=AaEaTfBD
In migliaia
in fuga dal paese
Circa 5mila persone sono fuggite dalla Costa d'Avorio e sono entrate in Liberia ieri a causa della crisi che rischia di far ricadere il paese in una guerra civile. Lo ha reso noto l'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati. Il numero dei rifugiati ivoriani in Liberia è così salito a quasi 45mila, mentre altre 39mila persone hanno lasciato le proprie case per trasferirsi nell'ovest del paese, lontano dagli scontri che, soprattutto ad Abidjan, si sono intensificati tra i sostenitori di Alassane Ouattara (nella foto), riconosciuto come il nuovo presidente della Costa d'Avorio dalla comunità internazionale, e quelli di Laurent Gbagbo, non intenzionato a lasciare il potere.
RUSSIA
Scatta una stretta di 0,25% sui tassi
La Banca centrale russa ha alzato il costo del denaro di un quarto di punto, portando il tasso di rifinanziamento all'8%. La misura entra in vigore lunedì e si tratta del primo aumento dal dicembre 2008 e dopo 14 ribassi consecutivi. La decisione - ha spiegato la banca centrale in un comunicato - è stata presa per contrastare le aspettative di alta inflazione e per frenare l'afflusso di capitali stranieri.
USA/1
Wisconsin: primo
sì anti-sindacato
La Camera del Wisconsin, a maggioranza repubblicana, ha votato a favore della legge voluta dal governatore, Scott Walker (nella foto), che prevede tagli alla spesa pubblica e una forte riduzione delle contrattazioni collettive per i rinnovi del contratti dei dipendenti pubblici, e di altre categorie. Ora la legge dovrà essere approvata dal Senato.
USA/2
Obama: un gay
al cerimoniale
Barack Obama rompe l'ennesimo tabù della politica americana. Il primo presidente afro-americano della storia ha assunto oggi una persona dichiaratamente gay come capo del cerimoniale, un ruolo che finora era stato ricoperto solo da donne. È Jeremy Barnard, e avrà l'incarico di social secretary, cioè il responsabile degli eventi mondani e pubblici che avverranno all'interno della Casa Bianca. Barnard, prima di arrivare alla corte di Obama, era il capo dello staff dell'ambasciatore americano a Parigi. È nato a San Antonio, in Texas, e tra il 2008 e il 2010 ha tenuto i rapporti tra la Casa Bianca e il National Endowment for the Hunamities.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, ribelli controlliamo giacimenti greggio est Ras Lanuf
BENGASI (Reuters) - I ribelli controllano la quasi totalità degli impianti petroliferi a est della città libica di Ras Lanuf, con campi e terminal petroliferi operativi al 25% della capacità. Lo ha annunciato un ingegnere petrolifero che è membro della leadership che governa ad interim Bengasi.
"Quasi tutti i giacimenti petroliferi in Libia a est di Ras Lanuf sono ora controllati dal popolo e il governo non ha il controllo in questa area", ha detto Abdessalam Najib, ingegnere petrolifero della compagnia libica Agico e membro della coalizione del 17 febbraio che dice di stare gestendo la seconda città della Libia ad interim.
"La gente nei campi e quella che sta trasportando (il petrolio) ai terminal è ancora al lavoro ma (il lavoro è stato) ridotto, diciamo del 75%. Io lavoro nei giacimenti petroliferi e mi è stato detto da qualcuno di una compagnia molto grossa a Brega."
Marsa El Brega è un porto petrolifero nella Libia orientale, a sud di Bengasi.
Molte delle aree cruciali per la produzione petrolifera della Libia e dei terminal sono situate a est nel Paese membro Opec e sono ora sotto il controllo degli insorti che vogliono spodestare il leader Muammar Gheddafi.
-- Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia
BENGASI (Reuters) - I ribelli controllano la quasi totalità degli impianti petroliferi a est della città libica di Ras Lanuf, con campi e terminal petroliferi operativi al 25% della capacità. Lo ha annunciato un ingegnere petrolifero che è membro della leadership che governa ad interim Bengasi.
"Quasi tutti i giacimenti petroliferi in Libia a est di Ras Lanuf sono ora controllati dal popolo e il governo non ha il controllo in questa area", ha detto Abdessalam Najib, ingegnere petrolifero della compagnia libica Agico e membro della coalizione del 17 febbraio che dice di stare gestendo la seconda città della Libia ad interim.
"La gente nei campi e quella che sta trasportando (il petrolio) ai terminal è ancora al lavoro ma (il lavoro è stato) ridotto, diciamo del 75%. Io lavoro nei giacimenti petroliferi e mi è stato detto da qualcuno di una compagnia molto grossa a Brega."
Marsa El Brega è un porto petrolifero nella Libia orientale, a sud di Bengasi.
Molte delle aree cruciali per la produzione petrolifera della Libia e dei terminal sono situate a est nel Paese membro Opec e sono ora sotto il controllo degli insorti che vogliono spodestare il leader Muammar Gheddafi.
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