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Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

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in corso Le rivoluzioni franco-britanniche

Messaggio Da Alaudae Ven 8 Apr - 20:33:22

Roma/Balcani – “Il Nord-Africa è in fiamme, un’escalation di rivolte trasformatesi ben presto in guerre civili. Questa è la guerra del Mediterraneo, volta a tracciare le nuove sfere di influenza energetiche e sottrarre ogni controllo all’Italia“. Questo quanto dichiarato da Michele Altamura, direttore dell’Osservatorio Italiano, secondo il quale sono ormai evidenti le manipolazioni delle campagne di disinformazione e dei falsi giustizialismi, volti a creare le “false rivoluzioni colorate” e così delle nuove false capitali islamiche. Un grande ruolo è ora svolto da Internet e dai social-network che rivelano così un volto molto pericolo, ossia di strumento per la creazione di assembramenti e riunioni di protesta, così come per il coordinamento delle grandi masse. In gioco vi sono gli interessi dei giganti petroliferi degli antichi colonizzatori franco-britannici dell’Africa, che con Total, Chevron, Exxon, Shell e BP hanno tracciato i propri imperi energetici, decidendo ora la destituzione di quei Governi che loro stessi hanno contribuito a creare. L’Italia, con i suoi piccoli giganti, è ora costretta ad arretrare sempre di più, vedendosi quasi costretta a lasciare Tripoli e la lunga serie di cooperazioni economiche sottoscritte con Gheddafi, mentre da sola dovrà affrontare l’ondata dei rifugiati che premono sulle coste di Lampedusa.

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Mappa_africa

Tali eventi non potranno non avere un’eco anche nei Balcani, dove i Governi dalla stabilità già precaria rischiano di essere bersaglio di manifestazioni incendiarie, viste le implicazioni etnico-religiose sempre in gioco. Si ingrossano così i forum e i blog che fomentano odio, malcontenti, scontri, utilizzando ogni banale pretesto per accendere le micce degli scontri. Dall’aumento dei prezzi al congelamento delle pensioni, dalla costruzione di una Chiesa all’espropriazione di un terreno. Le zone calde nell’area balcanica sono tante, primo tra tutti il Sangiaccato che rivendica l’autonomia e maggiori diritti per l’etnia bosniaco-musulmana, seguito poi dalla Bosnia Erzegovina, polveriera in cui vengono trafficate troppe armi e troppo esplosivo, ed infine la Macedonia che non ha ancora risolto l’equilibrio interno macedone-albanese. I governi, in questa guerra silenziosa, non hanno strumenti per monitorare queste nuove realtà, in cui vi sono programmi specializzati volti ad innescare conflitti inter-etnici ed interreligiosi, tutto questo gestito in maniera trasnazionale. “I media non rappresentano più la libertà di stampa, ma sono diventati solo ed esclusivamente dei cartelli di disinformazione e di provocazioni, sono delle società private con degli interessi economici. La nuova “rivoluzione internettiana” serve unicamente a cambiare le zone di influenza e a mettere al potere governi-fantoccio ingovernabili – afferma Altamura -.L’Italia resta a guardare impassibile questo scenario paradossale, in cui sia la Russia che l’America o l’Inghilterra, e persino l’ultimo paese sperduto, possono infliggere ovunque un qualsiasi colpo.

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Mappa_africa2

http://www.disinformazione.it/rivoluzioni_franco_britanniche.htm

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in corso sottomarini nucleari USA in sud Italia

Messaggio Da Alaudae Lun 11 Apr - 21:43:05

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Ussnightrabbit

Sono lo strumento di distruzione più micidiale della coalizione internazionale in guerra contro Gheddafi. Hanno sganciato centinaia di missili “Tomahawk” all’uranio impoverito, spargendo polveri radioattive nelle città e nei villaggi della Libia. Transitano in immersione nei mari del sud Italia, attraversando i corridoi marittimi più trafficati come lo stretto di Messina. Per le loro soste scelgono le popolatissime baie ai piedi di due vulcani, l’Etna e il Vesuvio, accanto a depositi di carburante e munizioni, raffinerie e industrie chimiche. Si tratta dei sottomarini a propulsione nucleare della marina militare USA, impianti antiquati e pericolosi tipo “centrale Chernobyl”, con l’aggravante che se ne vanno a spasso liberi per i nostri mari.
Uno di essi è approdato il 4 aprile ad Augusta (Siracusa), in un’area ad altissimo rischio ambientale, sede di un’importante base della Marina militare italiana e del principale polo navale delle forze USA e NATO nel Mediterraneo.
L’arrivo del sottomarino è stato comunicato dalla Capitaneria di Porto della cittadina siciliana. “Visto il vigente piano di emergenza e le norme per la sosta di unità militari a propulsione non convenzionale nel porto di Augusta - si legge nell’ordinanza firmata dal comandante Francesco Frisone - è fatto divieto a tutte le unità navali non specificatamente autorizzate di avvicinarsi, transitare o sostare ad una distanza inferiore a 1.000 metri dalla unità a propulsione non convenzionale posta alla fonda nel punto di latitudine 37° 10′ 18”N e longitudine 015° 14′ 36”E”.
Durante le manovre di ingresso e uscita dell’unità militare è stato pure sospeso il traffico mercantile nel golfo di Augusta.
Con la guerra la Sicilia è sempre più a sovranità limitata: il più grande porto industriale dell’isola è dichiarato off limits per consentire le spericolate manovre dei sottomarini atomici, l’aeroporto di Trapani-Birgi viene chiuso al traffico civile, l’uso dello spazio aereo di Catania-Fontanarossa viene limitato per non disturbare le missioni dei caccia e dei velivoli senza pilota della vicina base di Sigonella.
Le autorità italiane hanno mantenuto il più stretto riserbo sul sottomarino in rada ad Augusta. Fonti del Pentagono riferiscono che le unità subacquee dislocate nel Canale di Sicilia per bombardare gli obiettivi militari e civili libici sono tre: l’USS Providence (SSN 719), l’USS Scranton (SSN 756) e l’USS Florida (SSGN 728). Ma all’area operativa della VI flotta è pure assegnato l’USS Newport News (SSN 750).
Il Providence ha effettuato una sosta tecnica a Gibilterra dal 24 al 28 marzo e pare improbabile che all’equipaggio sia stata concessa un’altra licenza-premio dalla guerra in nord Africa. È presumibile dunque che il sottomarino nucleare approdato in Sicilia sia lo Scranton (già fotografato nelle acque di Augusta il 6 marzo 2011), il Florida (tra il 3 e il 4 marzo in sosta nel porto di Napoli) o il Newport News, transitato da Napoli, secondo il Comando delle forze navali statunitensi in Europa ed Africa, lo scorso 8 marzo.
In tutti e tre i casi c’è assai poco da star tranquilli. Scranton e Newport News (come il Providence) appartengono alla classe “Los Angeles”: realizzati nella prima metà degli anni ’80, sono lunghi 110 metri, pesano 6.184 tonnellate, imbarcano 110 uomini e dispongono di un imponente arsenale di morte (siluri Mk48 ADCAP, missili per attacco a terra “Tomahawk” block 3 SLCM con una gittata di 3.100 km. e missili anti-nave “Harpoon”). La loro spinta è assicurata da un reattore ad acqua pressurizzata S6G, dove la S sta per Submarine platform, il 6 per Sixth generation e la G per General Electric, la società realizzatrice dell’impianto nucleare con una potenza di 165 MW.
Ancora più imponente l’USS Florida, sottomarino della classe “Ohio”: varato nei primi anni ’80, è lungo 170 metri e pesa 18.750 tonnellate, mentre il reattore nucleare è indicato con il codice S8G PWR (di ottava generazione) con una potenza di 26,1 MW. Il suo carburante è l’uranio arricchito nell’isotopo U235, sostituito di norma ogni 7-8 anni invece dei 18 mesi previsti per i reattori degli impianti “civili” di terra. Nel 2003 il Florida è stato convertito da sommergibile con lanciatori di missili nucleari balistici intercontinentali (SSBN) a piattaforma lanciamissili per l’attacco a terra (SSGN), 22 gruppi di lanciatori con 7 missili ciascuno BGM-109 “Tomahawk” TLAM.
L’attacco sferrato contro la Libia ha segnato il battesimo di fuoco per le unità SSGN della classe “Ohio”. “Questo nuovo guided missile submarine dispone di un potere dodici volte maggiore dei vecchi sommergibili d’attacco della classe “Los Angeles”, e di gran lunga superiore perfino agli incrociatori lanciamissili”, scrive l’attivista Phil Rushton di Peacelink. “Oltre all’equipaggio composto da 159 uomini, il Florida può imbarcare 60 militari SEAL delle Special Operations Forces (SOF), specializzati in operazioni di incursioni segrete, sabotaggio e intelligence, e che dispongono dei propri mezzi sommergibili per arrivare al bersaglio”. L’unità è pure dotata di un sistema di comunicazione di ultima generazione con antenne “High Data Rate”, che le consente di operare da struttura di comando e coordinamento dell’attacco di più mezzi, organizzati intorno al concetto militare di Small Combatant Joint Command Center (piccolo centro combattente di comando congiunto).
Secondo quanto denunciato nel 2004 dall’allora parlamentare dei Verdi Mauro Bulgarelli, oltre ad Augusta e Napoli ci sarebbero altri nove porti italiani in cui vengono periodicamente ospitati sottomarini o unità navali a propulsione nucleare (Brindisi, Cagliari, Castellamare di Stabia, Gaeta, La Maddalena , La Spezia , Livorno, Taranto e Trieste).
“Per motivi di sicurezza e per l’impossibilità delle autorità militari di ottemperare secondo legge alle disposizioni delle autorità civili, in nessuno degli attuali porti italiani è ammissibile la presenza di unità nucleari”, afferma l’ingegnere Massimo Zucchetti, professore ordinario di “Impianti nucleari” presso il Politecnico di Torino. Autore del prezioso studio sull’utilizzo nel conflitto in Libia di missili “Tomahawk” all’uranio impoverito, il professore Zucchetti ha avuto modo di esaminare i cosiddetti “piani di emergenza esterna” relativi alla sosta di unità militari a propulsione nucleare nei porti di La Spezia , Taranto, Gaeta e La Maddalena.
“L’elaborazione dei piani e la loro pubblicità è richiesta dalla vigente legislazione civile sulla radioprotezione”, spiega il docente. “È indispensabile una informazione completa sui dettagli tecnici relativi all’impianto per effettuare un’analisi incidentale credibile e stimare adeguatamente il rischio. Nel caso di reattori nucleari a bordo di unità navali militari, molte di queste informazioni mancano o sono insufficienti. Quanto sarebbe necessario acquisire, conoscere, ispezionare ed accertare si scontra molto spesso con il segreto militare. Mancano molte delle informazioni che sarebbe necessario ottenere, oppure sono inottenibili o vengono trasmesse mediante comunicazioni da parte della Marina Militare o addirittura della US Navy, con una modalità di autocertificazione che è inaccettabile nel caso dell’analisi di sicurezza di un impianto nucleare”.
Massimo Zucchetti ricorda inoltre come le normative prevedano intorno ai reattori nucleari un’area in cui non sia presente popolazione civile (la cosiddetta “zona di esclusione”), mentre è richiesta, in una fascia esteriore più ampia, una scarsa densità di popolazione per ridurre le dosi collettive in caso di rilasci radioattivi, sia di routine che incidentali. Normalmente, la fascia di rispetto ha un raggio di 1.000 metri e vi sono requisiti di scarsa densità di popolazione per un raggio di non meno di 10 km dall’impianto.
“Nell’ambito della localizzazione e del licensing di reattori nucleari civili terrestri, questi requisiti vengono rispettati nella fase di selezione del sito e dell’installazione della centrale”, spiega Zucchetti. “Cosa del tutto diversa nel caso dei reattori nucleari a bordo di unità navali militari, dato che molti dei porti si trovano in aree metropolitane densamente popolate e i punti di attracco e di fonda delle imbarcazioni sono, in alcuni casi, posti a distanze minime dall’abitato”.
“La presenza di reattori nucleari in zone densamente popolate – conclude l’ingegnere - provoca poi, in caso di incidente, evidenti difficoltà di gestione dell’emergenza. Anche in caso di messa in opera di avventurose soluzioni di rimedio, l’impatto ambientale è comunque assai rilevante”. L’orrore di Fukushima è tutt’altro che remoto per milioni di inconsapevoli cittadini italiani.
fonte: megachip.info
http://altranews.blogspot.com/2011/04/sottomarini-nucleari-usa-in-sud-italia.html#more
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Alaudae Sab 30 Apr - 23:06:06

Gheddafi: “L’amico Berlusconi ha commesso un crimine, porterò la guerra in Italia”


Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Gheddafi_lap4-234x300

ROMA – ”Il mio amico Silvio Berlusconi ha commesso un crimine” autorizzando i bombardamenti italiani sulla Libia. E’ la prima accusa che piove da Muammar Gheddafi nel suo discorso di sabato mattina alla tv di Stato libica. Poi le accuse si moltiplicano, dal “nuovo colonialismo” al tradimento del “Trattato di amicizia”, fino alla minaccia finale: “Porteremo la guerra in Italia, lo vuole il popolo libico”.

Il “crimine” di Berlusconi. ”Avete commesso un crimine – dice il rais rivolgendosi all’Italia celebrando il 96/o anniversario della battaglia di Gardabiya contro gli italiani -, l’ha commesso il mio amico Berlusconi, l’ha commesso il Parlamento italiano. Ma ci rendiamo conto che non esiste un Parlamento in Italia, ne’ tanto meno la democrazia. Solo l’amico popolo italiano vuole la pace”.

La minaccia Quindi, da Gheddafi, una chiara minaccia: ”Mi sono rattristato quando ho sentito oggi i figli del popolo libico nei loro discorsi minacciare di trasferire la guerra in Italia. Hanno detto che oramai è una guerra tra noi e l’Italia perché l’Italia ammazza i nostri figli adesso nel 2011 come ha fatto nel 1911. Quindi i libici hanno ragione in quel che dicono e io non posso porre un veto sulle decisione dei libici che vogliono difendere la loro vita e la loro terra e trasferire la battaglia nei territori nemici”.

“Amico Berlusconi, dove sei?” Quindi Gheddafi si è rivolto con una serie di domande retoriche a Berlusconi e a tutti gli italiani. ”Dov’è il Trattato di amicizia che non permette l’uso delle basi italiane contro la Libia? Dov’e’ il Parlamento italiano? Dov’e’ il governo italiano? E dov’e’ il mio amico Berlusconi? Non avete chiesto scusa e condannato il colonialismo? Come mai ripetete adesso l’invasione con i vostri aerei?”.

Poco prima Gheddafi aveva aperto alla trattativa con la Nato. “Noi non li abbiamo attaccati, nè abbiamo oltrepassato i loro confini: perché allora ci stanno attaccando?”, ha detto il Colonnello in un’apparizione in diretta tv. “Paesi che ci attaccate, fateci negoziare con voi”, ha chiesto Gheddafi.

Poco prima, però, il rais aveva fatto capire che i margini per una trattativa sono ridotti, escludendo la possibilità dell’esilio: Non lascio il mio paese. Nessuno può obbligarmi a farlo o dirmi che non devo combattere per la Libia”.

30 aprile 2011 | 15:56
http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/gheddafi-berlusconi-criminale-guerra-itali-839630/
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Alaudae Mer 11 Mag - 8:54:16

Gheddafi è vivo o morto? La Nato non ha prove

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Gheddafi-2
Da dieci giorni di lui non si sa nulla, tutti si chiedono dove è il rais di Libia Muammar Gheddafi. Dall’ultimo disastroso bombardamento dei “volenterosi”, quello di sabato 30 aprile dove è morto il figlio Saif al Arab, non c’è traccia di lui e la Nato dice di non avere prove.

Il colonnello libico è adesso un fantasma e questo insospettisce abbastanza: sono nove, anzi dieci giorni, dall’ultimo momento in cui era vivo, di certo.Un’assenza che è già diventata un giallo: che fine ha fatto? Quello che sembra più plausibile è che sia rimasto ucciso da una bomba della Nato e gli indizi non sono pochi.

Secondo il racconto di un ambasciatore a Tripoli fatto alla Stampa «quella notte, la notte del bombardamento Nato, ci hanno portati in quella casa ed era tutto distrutto. La Nato ha utilizzato delle bombe speciali, di quelle che creano una violentissima pressione in orizzontale. Insomma, è difficile sopravvivere agli effetti di quelle bombe…».

Proviamo a ricostruire cosa è successo. Siamo al 10 maggio, il 30 aprile è la data dell’ultimo messaggio di Gheddafi: è pronto a una tregua, almeno a parole.

Poi lancia un avvertimento all’ex amico Silvio Berlusconi che invece ha dato il via libera agli aerei italiani per intervenire anche con le bombe: “L’Italia stia attenta”.

Infine, nel cuore della notte le forze alleate puntano al palazzo del colonnello: il figlio, la moglie e tre nipotini del rais Mohammad, Hanibal e Aisha muoiono tutti. Almeno la notizia è arrivata così, perché in realtà i testimoni hanno raccontato che i loro corpi appena arrivati nella camera ardente erano avvolti in teli bianchi. Il vicario apostolico di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli, ha detto di Saif al Arab: «Il cadavere era troppo sfigurato…».

Che Gheddafi padre sia vivo o morto resta un mistero: intanto otto raid aerei notturni nell’arco di tre ore hanno attaccato Tripoli e missili Nato avrebbero colpito il bunker del rais (i diretti interessati però negano). Nel frattempo Saif al Islam sembra abbia già ereditato la guida dell’offensiva dei ribelli.

10 maggio 2011 | 15:08
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/gheddafi-vivo-morto-libia-nato-850607/
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Messaggio Da Alaudae Lun 16 Mag - 23:11:57

SPESE USA: AFGHANISTAN BATTE IRAQ

Quattro conti sulle guerre americane in Iraq e in Afghanistan. Nel 2003, primo anno della guerra in Iraq, gli Usa spesero 53 miliardi di dollari in Iraq e 14,7 miliardi in Afghanistan. L’anno del massimo impegno finanziario americano per l’Iraq è stato il 2008: 142,1 miliardi di dollari. Nonostante le spese per l’Iraq sia andate da allora calando e quelle per l’Afghanistan crescendo, il sorpasso si è avuto solo nel 2010: 71,3 miliardi per l’Iraq, 93,8 per l’Afghanistan. Per il 2011 l’Iraq assorbirà 49,3 miliardi e l’Afghanistan 118,6; per il 2012, secondo le previsioni del budget federale Usa, rispettivamente 17,7 e 113, 7 miliardi di dollari.

http://www.fulvioscaglione.com/index.php/guerra/spese-usa-afghanistan-batte-iraq/
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Messaggio Da FALGORN Mar 17 Mag - 8:21:03

Alaudae ha scritto:SPESE USA: AFGHANISTAN BATTE IRAQ

Quattro conti sulle guerre americane in Iraq e in Afghanistan. Nel 2003, primo anno della guerra in Iraq, gli Usa spesero 53 miliardi di dollari in Iraq e 14,7 miliardi in Afghanistan. L’anno del massimo impegno finanziario americano per l’Iraq è stato il 2008: 142,1 miliardi di dollari. Nonostante le spese per l’Iraq sia andate da allora calando e quelle per l’Afghanistan crescendo, il sorpasso si è avuto solo nel 2010: 71,3 miliardi per l’Iraq, 93,8 per l’Afghanistan. Per il 2011 l’Iraq assorbirà 49,3 miliardi e l’Afghanistan 118,6; per il 2012, secondo le previsioni del budget federale Usa, rispettivamente 17,7 e 113, 7 miliardi di dollari.

http://www.fulvioscaglione.com/index.php/guerra/spese-usa-afghanistan-batte-iraq/
E ci si chiede ancora perchè si fanno le guerre........?
Io certe domande tenderea a non farle più.......sono troppo scontate le risposte.....

Mi chiederei, però, perchè noi gli permettiamo di spendere ancora così tanti soldi per ammazzarci....
Ci icazziamo se ci fanno una multa da 30€ per no aver pagato il parcheggio blu.....e non banfiamo se spendono migliardi per strminare intere popolazioni........Siamo poi strani noi essiri umani....
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Messaggio Da Alaudae Mar 17 Mag - 9:23:57

ma è sempre così: se rubi una mela perchè hai fame ti arrestano alla stregua di terrorista mentre se rubi miliardi alla comunità diventi un grande della finanza mondiale Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 675951
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Messaggio Da NEMOR Mar 17 Mag - 11:55:54

Alaudae ha scritto:Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Stalin4

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Molotovribbentrop

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 Monaco1

dunque qui abbiamo Adolf Hitler a braccietto con Stalin
Stalin con Molotov e Von Ribbentrop dopo la firma del patto d'acciaio
Mussolini con Chamberlain (la perfida Albione, il Regno Unito)............

tutti sappiamo poi com'è andata a finire.

Ti Manca Churchill con Hitler..... o credi davvero che la sospensione dell'invasione di 1 inghilterra ormai a pezzi e l'apertura del Fronte russo ... dopo la DISASTROSA esperienza della 1 guerra mondiale siano Frutto di 1 Mente Malata ??

Probabilmente ci fu 1 PATTO ... che poi quando le cose si misero male per i NAZI, l'inghilterra si affretto' a Disconoscere.....

Questo si e' 1 Bel mistero.....

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Messaggio Da Alaudae Mar 17 Mag - 12:14:21

WC e AH: mi sa tanto che non mancano solo a me...
comunque sfondi, come si dice, una porta aperta..
qui si aprirebbero discussioni a non finire, io ho voluto riportare solo fatti noti e ben documentati anche perchè immagino che non tutti siano interessati e si siano informati sulla materia.
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da FALGORN Mar 17 Mag - 18:57:12

Forse qualcuno ha dei dubbi sul fatto che le guerre siano fatte con accordi preventivi, e con piani ben organizati....!
Non mi sembra che in nessuna guerra siano morti Rockefeller, Mardok....e qualcune di quelle famose 13 famiglie......
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Alaudae Mar 17 Mag - 22:05:32

FALGORN ha scritto:Forse qualcuno ha dei dubbi sul fatto che le guerre siano fatte con accordi preventivi, e con piani ben organizati....!
Non mi sembra che in nessuna guerra siano morti Rockefeller, Mardok....e qualcune di quelle famose 13 famiglie......
questo dovrebbe far riflettere sul fatto che chi orchestra non è chi muore in geurra...... Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 663912

no, nessuno di loro è mai morto in guerra.
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in corso Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo

Messaggio Da Alaudae Gio 2 Giu - 20:09:23

Yemen, Londra: "E' peggio della Libia"

Sanaa 2 GIU – Infuriano i combattimenti a Sanaa, dove le forze fedeli al presidente yemenita Ali Abdallah Saleh combattono contro i miliziani della potente confederazione tribale degli Hashed guidata da Sadeq al Ahmar, cui hanno cercato di unirsi altre migliaia di uomini inviati a dar manforte al loro capo. Alla quarantina di morti di ieri, se ne sono aggiunti almeno altri 15 nei combattimenti notturni fra mercoledi' e giovedi'. Un quadro che ha spinto il Foreign Office a intimare ai britannici ancora presenti di lasciare ''immediatamente'' il Paese, dove la situazione sarebbe ''peggiore che in Libia'', secondo alcuni diplomatici. La fiammata di violenza nella capitale, soprattutto nel quartiere settentrionale di Hassaba distante 10 km dall'aeroporto, ha causato oggi anche la sospensione dei voli, smentita pero' dalla direzione dello scalo. Si combatte ancora anche a Taiz, grande citta' del sud ovest, dove lunedi' scorso un sit-in degli oppositori e' stato disperso dalle forze dell'ordine con un bilancio di cinquanta morti. Nelle due citta' appelli a manifestare domani, giorno islamico della preghiera, sono stati rivolti dagli avversi schieramenti. Dignitari tribali hanno reso noto che le migliaia di combattenti che si erano mossi dagli altipiani puntando su Sanaa hanno alla fine rinunciato a entrare nella capitale, dopo essersi scontrati con le forze lealiste ad Al Azraqein, distante una quindicina di km, mentre l'aviazione militare li sorvolava a bassa quota a scopo dissuasivo. Ma a Sanaa nella notte fra mercoledi' e giovedi', la terza consecutiva, e' infuriata la battaglia a Hassaba: ''Cadaveri sono disseminati nella vie, ma le ambulanze non riescono a passare'' ha riferito un medico. Davanti ai piu' sanguinosi combattimenti dalla guerra seguita alla tentata secessione del sud nel 1994, si sta intensificando l'esodo della popolazione da Sanaa, in buona parte priva di acqua e con la fornitura di elettricita' razionata: ''Se i combattimenti proseguono e' la fine dello Yemen'' ha affermato un patriarca settantenne, Mohsen Sinan, in partenza insieme a trenta famigliari, fra cui una ventina di nipoti. Per parlare di Yemen, e di come obbligare Saleh a cedere il potere, e' in missione nel Golfo l'emissario americano John Brennan, massimo consigliere per l'antiterrorismo del presidente Barack Obama: dopo l'Arabia Saudita, e' ora negli Emirati arabi uniti.

2 giugno 2011 | 19:47 Link
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in corso Gli Usa stanno preparando per ottobre l'invasione di terra della Libia

Messaggio Da Alaudae Ven 17 Giu - 12:46:03

Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo - Pagina 8 02690_san_obama

Il governo degli Stati Uniti starebbe preparando l'invasione militare della Libia. Questa operazione bellica dovrà avvenire entro il mese di ottobre 2011. Questa informazione è stata divulgata alla redazione di Infowars.com da una fonte di stanza a Fort. Hood, Texas.

La medesima fonte precisa che entro luglio partiranno delle forze speciali verso la Libia. Il primo contingente “1st Calvary Division”, accompagnato da altri tre plotoni, dovrebbero raggiungere la Libia per fine ottobre e inizio novembre. Si stima che la forza di intervento statunitense conterà di 30.000 soldati ben addestrati: 12.000 forze attive; 15.000 forze di supporto.

Inoltre ci sono informazioni, confermate da molte telefonate ed e-mails, su un massiccio dispiegamento di truppe statunitensi già a settembre. Sembrerebbe che i Rangers dell'esercito degli Stati Uniti si siano già dislocati in suolo libico.

I media ufficiali non raccontano che in Libia ci sarebbero già stati i primi morti americani. A dirlo sarebbe un informatore che lavora per gli affari mortuari sotto l'USCENTCOM. Secondo egli sarebbero morti due militari e tre civili statunitensi a causa delle gravi ferite inferte dai proiettili.

L'opinione del Dr. Webster Tarpley, esperto in Geo-politica, ha confermato le chiare intenzioni del Pentagono su un'invasione a larga scala della Libia. Egli ricorda che gli Stati Uniti si trovano ormai coinvolti simultaneamente in cinque conflitti: Iraq, Afghanistan, Pakistan, Libia e Yemen. L'invasione della Libia - continua il Dr. Webster Tarpley - potrebbe aprire dei scenari incontrollabili, come ad esempio un'espansione del conflitto regionale che potrebbe dar inizio, a sua volta, alla terza guerra mondiale.

Il presidente Barack Obama ha ignorato tutti i quesiti fatti dal Congresso inerenti alla prosecuzione del conflitto militare oltre il termine dei 60 giorni fissato ai sensi del “war powers act”.

Secondo Obama in Libia non si sta consumando una guerra bensì un' “azione cinetica”. Obama giustifica questa operazione delle forze militari statunitensi nel contesto di un mandato delle Nazioni Unite.

È chiaro insomma che Barack Obama se ne infischi del Congresso e che la sua intenzione, e di coloro che lo sostengono dietro le quinte, sia quella di invadere la Libia.