Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
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il mondo si muove per la Libia
ROMA - Tripoli sotto le bombe all’alba del secondo giorno di “Odissey Dawn”, l’operazione militare in Libia della coalizione internazionale. Nella notte si sono susseguiti attacchi dal cielo e dal mare sulle coste del Paese nordafricano, colpito da una pioggia di missili per costringere il Colonnello Muammar Gheddafi al “cessate il fuoco”. Lui, il rais però minaccia “l’inferno” all’Occidente traditore, Italia compresa e si riprende Misurata, roccaforte dei ribelli. Smorza le parole del padre il figlio Seif al Islam che “risparmia” aerei civili da eventuali attacchi libici nel Mediterraneo.
Ai raid, cominciati sabato a Bengasi, partecipano al momento Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Italia e Canada, gli altri due membri della coalizione internazionale, non hanno ancora preso parte attivamente agli attacchi. Ma il nostro Paese sta fornendo un importante supporto logistico, almeno finora, ma è arrivato il momento di agire anche con i nostri aerei come ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, mentre gli Usa annunciano che taglieranno i rifornimenti di Gheddafi. L’America non sa quanto dureranno i raid, quando si fermerà l’azione militare.
Poco prima dell’alba un bombardamento ha preso di mira Tripoli e il dispositivo antiaereo nella capitale libica è entrato in azione. Il fuoco della contraerea è stato seguito da esplosioni e crepitio di armi automatiche. Un aereo della coalizione ha sorvolato la zona a sud della città, dove si trova la residenza-caserma del Raìs a Bab al Azizia, stando a quanto riferisce un inviato dell’Afp che si trova in un hotel ad un chilometro dal bunker del Colonnello.
Le esplosioni continuano nella capitale e lungo tutta la costa della Libia. Gli attacchi sono stati condotti da statunitensi, inglesi e francesi, per far rispettare alle truppe del leader libico la no fly zone sul Paese decisa dalle Nazioni Unite. Le forze di Gheddafi avrebbero inoltre bombardato nuovamente Bengasi, secondo quanto riportato da Al Jazeera. Citando fonti anonime, il canale satellitare ha parlato di fuoco dai tank carriarmati e lancio di razzi.
La minaccia di Gheddafi. Il Mediterrano si è trasformato in “un campo di battaglia”. Questo il primo commento di Muammar Gheddafi all’attacco della coalizione internazionale in un discorso trasmesso soltanto via audio dalla tv di Stato libica. Il Colonnello ha anche annunciato che “i depositi di armi sono stati aperti” per consentire al popolo di difendere la Libia. Il colonnello libico Muammar Gheddafi ha poi minacciato di attaccare “obiettivi civili e militari” nel Mediterraneo. I Paesi occidentali, Italia compresa, per i Raìs sono dei traditori. ma la Libia, è l0′avvertimento di Gheddafi, “non permetterà ai crociati, agli aggressori di passeggiare per Bengasi, di arrivare con le mitragliatrici” né tantomeno consentirà “ai soldati francesi e inglesi di portare la loro bandiera e di aggredire”. “Noi vinceremo contro il partito di Satana col permesso di Allah” ha concluso il Colonnello. E rivolgendosi all’alleanza che sta conducendo i raid aerei contro il suo Paese ha avvertito: “Non rallegratevi presto. L’occidente ci ha dato la possibilità di condurre una rivoluzione mondiale”.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-diretta-live-la-guerra-si-allarga-790299/
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Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Canada, Italia: praticamente una guerra mondiale. come mai stati di tutto il mondo investono miliardi di dollari per quattro musulmani che si litigano (se si litigano)?
Immagine particolarmente crude Se ne sconsiglia la visione ai deboli di stomaco--> http://www.claudiomoffa.it/images/africa/africa0001.jpg
ricordate i massacri fra Hutu e Tutsi? come mai nessuno si è mosso? perchè sottoterra crescono solo rape!
Ai raid, cominciati sabato a Bengasi, partecipano al momento Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Italia e Canada, gli altri due membri della coalizione internazionale, non hanno ancora preso parte attivamente agli attacchi. Ma il nostro Paese sta fornendo un importante supporto logistico, almeno finora, ma è arrivato il momento di agire anche con i nostri aerei come ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, mentre gli Usa annunciano che taglieranno i rifornimenti di Gheddafi. L’America non sa quanto dureranno i raid, quando si fermerà l’azione militare.
Poco prima dell’alba un bombardamento ha preso di mira Tripoli e il dispositivo antiaereo nella capitale libica è entrato in azione. Il fuoco della contraerea è stato seguito da esplosioni e crepitio di armi automatiche. Un aereo della coalizione ha sorvolato la zona a sud della città, dove si trova la residenza-caserma del Raìs a Bab al Azizia, stando a quanto riferisce un inviato dell’Afp che si trova in un hotel ad un chilometro dal bunker del Colonnello.
Le esplosioni continuano nella capitale e lungo tutta la costa della Libia. Gli attacchi sono stati condotti da statunitensi, inglesi e francesi, per far rispettare alle truppe del leader libico la no fly zone sul Paese decisa dalle Nazioni Unite. Le forze di Gheddafi avrebbero inoltre bombardato nuovamente Bengasi, secondo quanto riportato da Al Jazeera. Citando fonti anonime, il canale satellitare ha parlato di fuoco dai tank carriarmati e lancio di razzi.
La minaccia di Gheddafi. Il Mediterrano si è trasformato in “un campo di battaglia”. Questo il primo commento di Muammar Gheddafi all’attacco della coalizione internazionale in un discorso trasmesso soltanto via audio dalla tv di Stato libica. Il Colonnello ha anche annunciato che “i depositi di armi sono stati aperti” per consentire al popolo di difendere la Libia. Il colonnello libico Muammar Gheddafi ha poi minacciato di attaccare “obiettivi civili e militari” nel Mediterraneo. I Paesi occidentali, Italia compresa, per i Raìs sono dei traditori. ma la Libia, è l0′avvertimento di Gheddafi, “non permetterà ai crociati, agli aggressori di passeggiare per Bengasi, di arrivare con le mitragliatrici” né tantomeno consentirà “ai soldati francesi e inglesi di portare la loro bandiera e di aggredire”. “Noi vinceremo contro il partito di Satana col permesso di Allah” ha concluso il Colonnello. E rivolgendosi all’alleanza che sta conducendo i raid aerei contro il suo Paese ha avvertito: “Non rallegratevi presto. L’occidente ci ha dato la possibilità di condurre una rivoluzione mondiale”.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-diretta-live-la-guerra-si-allarga-790299/
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Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Canada, Italia: praticamente una guerra mondiale. come mai stati di tutto il mondo investono miliardi di dollari per quattro musulmani che si litigano (se si litigano)?
Immagine particolarmente crude Se ne sconsiglia la visione ai deboli di stomaco--> http://www.claudiomoffa.it/images/africa/africa0001.jpg
ricordate i massacri fra Hutu e Tutsi? come mai nessuno si è mosso? perchè sottoterra crescono solo rape!
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
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Gheddafi il re della tripolitania
È passato il secolo e anche la prima decade del nuovo millennio non senza attese astrofisiche di segni nei cieli, sia del Sole come della Luna.
Questo vale per i "Paesi del Sole" come i popoli che vanno sotto tale dizione o epiteto o emblema compresi quelli della Mezzaluna.
Tutto ci riporta così alla grande attualità ridondante che si espande dalle rive dell'Africa, di remota eco romana, arrivando come i "cavalli libici" pardon "i cavalli cosacchi" a bere alle fontane di San Pietro.
È così che Nostradamus nei suoi scritti che ci riporta indietro di millenni, paragonando questo momento come ai tempi di Roma contro i Punici (Cartagine) perché è preannunciato nella quartina 1-9:
"Dall'Oriente verrà la Foy Punique-Unique a ingannare gli eredi dei romani lidi (rive) i Libici accompagnati da flotte..."
come se la storia "allora ci riservasse" un altro "ripiters con un altro" Annibale e i suoi Punici fanatici amici, nemici di Roma di questo gioco di equilibri tra Occidente (Europa-Italia) e il mondo arabo.
Questo è predetto nelle celebri quartine delle Centurie, scandagliate e confrontate con gli eventi mondiali alle porte da oltre un quarantennio.
E così che da decenni la figura del dittatore libico è stata confrontata con quanto appare evidente nelle quartine delle Centurie.
La coincidenza vuole che l'anno islamico 1432 (equivalente al nostro cristiano: 2011-2012) prossimo alle porte, con l'evidenza della cifra araba cifra nella stessa quartina (14)32... 7 che calza a pennello con Chi assurge con grande protagonismo sulla Scena da Ora: 1432 al 1437 (2017) ovvero nello scacchiere mediterraneo con i suoi giochi levantini e navali.
3-27
Il Principe Libico iniquo possente in Occidente
Le François d'Arabe verrà tanto ad infiammare
Il Sapiente in Lettere farà condiscendenza
Che la lingua araba traslare in françois (franco).
Riportiamo già quanto scritto da tempo (1976):
Il Capo libico (libinique-inique) iniquo (maligno), possente (piussant-an) contro l'Occidente. Due poli di forza che sono evidenti data la situazione arabo-libica anti-occidentale (Europa-Usa). "Gheddafi Moammar" (vedi bene cosa significa in arabo!) rappresenta bene questa contrapposizione alimentata anche dai vari popoli in precedenza sotto la Francia (Tunisia, Algeria, Libano, Siria...) E che si ingerisce nella situazione Medio Orientale a tal punto da infiammare (crisi croniche fuoco-guerre) da far assumere alla Libia ed ai paesi Arabi una posizione ambigua, pericolosa (levantina). Qui è incluso quel paese arabo con parla la lingua "François"... (Libano?) "Clibanon" in greco "Focolare", quindi che si infiamma! Non escluso intervento francese nell'area di questa scacchiera medio Orientale che potrà provocare "tant enflammer le mer"... sino a mettere a Fuoco il Mediterraneo!
L'ingerenza del Libico nell'area dalla Siria al Libano e l'Egitto dimostra che la politica araba d'espansione possa trovare condiscendenza da parte (Parti) fazioni dell'Islam per quella propaganda che vede la Libia svolgere nel mondo (Lettere scritti, Libro Verde).
Tutto ciò porta ad una maggiore diffusione culturale in tempo di pace, sia della lingua come dei traffici con i paesi arabi (necessità impellente dell'economia occidentale). Poi una più pericolosa espansione, quella militare... con lo spostamento di forze militari (militi, Milita-Malta) non farà che traslare ed accrescere "l'Impero Libico", non solo in Africa, a spese dell'Occidente.
Ragione per cui è legittimo oggi rileggere segnali e scenario che illuminerà le conseguenze che man mano diverranno chiare alla luce della Mezzaluna Araba.
Di certo Gheddafi troverà una spalla quasi contro tendenza anche da parte della sponda italiana. Forse l'idea del "fran çois", o meglio francese, evoca l'idea dell'antica diplomazia in auge nel passato (lingua francese) che si dipana nel bacino del Mediterraneo o d'Alboran o della Sirte.
Tutto sta a capire a tempo chi siano "i Soldati franchi (fran çois) e gli Arabi dei climi dell'Aurora (Levante); sarà piantato poi l'estendardo dardo Mauro (minareti) delle loro mosche su tutte le nostre città"!
Profezia che dal lontano 1976, ha ormai trovato conferma e chi dubiterebbe del successivo sviluppo che comprende l'evento militare... "Milite - Soldato! della Nuova, Finale Lepanto". Ma prima di questo altro deve svelarsi.
Esistono due Tripoli!
Eccoci alla più ambigua quartina sulla minaccia orientale, che ha fatto il giro del mondo che è stata letta dai più importanti Vertici di casa nostra dagli anni Settanta in poi, e il cui testo è apparso anche su giornali arabi-libici... ripreso da un celebre articolo su "Nostradamus: Ultimi Presagi" (1980 - Bancarella). Tutto su "Gheddafi-Re d'Italia"! Titolo che appunto aveva lo scopo di calamitare l'attenzione su tale protagonista ridondante, più che mai oggi, che ama dare spettacolo sino al cuore della "Città Eterna" grazie ai Cavalli arabi ed al Cavaliere! Da "Nostradamus. La Moderna Chiave di Lettura" (1984 - Musumeci).
Risulta evidente lo sviluppo di una (iman) minaccia bellica, un ciclo storico che Nostradamus ha ridipinto con termini latini, riaffacciandosi un'altra minaccia Punica e Annibalica nel Mediterraneo, la Spagna, la Francia e l'Italia.
Il Mosaico futuro appare molto complesso, ma non è impossibile - ricordando la storia appresa a scuola - capire da quali regioni (parti) si muoveranno le orde future, divenute apertamente anti-occidentali a causa della fede punica, fondamentalista.
1-9
Dall'Oriente verrà il Cuore (Fede) Punico
Affascinare l'Adria e gli eredi dei Romani lidi
Accompagnata dalla flotta (classe) libica
(Tre mari) Tremare Melitti (Maltesi) e le prossime isole (dall'Islam) deserte-svuotate
In relazione a questa quartina 1-9 già descritta qui cinque anni fa, si aggiunga l'altra (2-60) che annuncia lo sgretolamento della Fede Punica Islamica o Esaltazione religiosa degli Imani della Guerra contro l'Occidente.
Sono riferimenti evidenti al nostro tempo, poiché l'idea di una guerra santa totale contro l'Europa soffia evidente. Ovvero a quanti pensano ad un futuro di pace, costoro si illudono!
Questo è l'inizio dell'avventura islamica che si fa sempre più pungente contro le navi e i mercantili nel Mediterraneo, che presto o tardi si infiammerà.
Nella sequenza delle sestine cronologiche, è identificato il momento cruciale come Seicento-otto: "mare infiammato...".
Il ruolo e coinvolgimento dell'Italia in simile circostanze è stato già da tempo pronosticato: evolversi dei mutamenti politici a sinistra e il contrapporsi di altre forze di destra che lasciano ora immaginare in quali divisioni affonderà l'Italia se verrà ferità al suo tallone o stivale navale.
Poi con la Sinistra italiana ed altra sua chance... che si dimostra senza peli sulla lingua apertamente accondiscendente agli Arabi e contraria ad Israele, a motivo della causa palestinese.
Problema ormai cronico che mette in pericolo ogni possibile assetto nel Medio Oriente.
Dicono Pace ma sotto cova la brace dell'incendio che da millenni dilania queste terre, divenute fulcro di tanti interessi e poli religiosi.
Tutto si incentra sulla serie di quartine in cui Roma - Italia diventerà il bersaglio.
Quando Roma sarà poi coinvolta in una serie di alleanze con una delle sette teste dell'"impero orientale dei "dieci re arabi", come è anticipato negli scenari dell'Apocalisse con la Grande Babilonia Orientale e il Dragone... ma non per molto.
Intanto diffidiamo quindi dalle forze Libiche (indebitamente armate con la tecnologia europea) che si muoveranno, accompagnate, alleate ai Compagni?
Purtroppo le isole capisaldi dell'Occidente americano ed inglese dovranno quindi subire la sfida armata di tali Forze Puniche o punitive (rappresaglie) che metteranno tutti in fuga dalle isole mediterranee.
Per questo le suggestioni e le idee galoppano e dobbiamo frenare le nostre deduzioni per ricavare maggiori e più precisi dettagli con altre predizioni.
Esempio gli eventi che vanno sotto il 605 sono indicati: Malum Punicum, allegoria di un frutto (melo) che ci costerà caro se questo è frutto dell'inganno levantino in cui facilmente l'Italia cadrà, dimostrando di non avere imparato nulla dalla storia millenaria che ha ferito le sponde del Mare Nostrum nonostante gli avvisi del Nostro... Nostradamus.
Allora una intera pagina dell'Apocalisse sarà leggibile in chiaro.
http://www.edicolaweb.net/param61a.htm
Questo vale per i "Paesi del Sole" come i popoli che vanno sotto tale dizione o epiteto o emblema compresi quelli della Mezzaluna.
Tutto ci riporta così alla grande attualità ridondante che si espande dalle rive dell'Africa, di remota eco romana, arrivando come i "cavalli libici" pardon "i cavalli cosacchi" a bere alle fontane di San Pietro.
È così che Nostradamus nei suoi scritti che ci riporta indietro di millenni, paragonando questo momento come ai tempi di Roma contro i Punici (Cartagine) perché è preannunciato nella quartina 1-9:
"Dall'Oriente verrà la Foy Punique-Unique a ingannare gli eredi dei romani lidi (rive) i Libici accompagnati da flotte..."
come se la storia "allora ci riservasse" un altro "ripiters con un altro" Annibale e i suoi Punici fanatici amici, nemici di Roma di questo gioco di equilibri tra Occidente (Europa-Italia) e il mondo arabo.
Questo è predetto nelle celebri quartine delle Centurie, scandagliate e confrontate con gli eventi mondiali alle porte da oltre un quarantennio.
E così che da decenni la figura del dittatore libico è stata confrontata con quanto appare evidente nelle quartine delle Centurie.
La coincidenza vuole che l'anno islamico 1432 (equivalente al nostro cristiano: 2011-2012) prossimo alle porte, con l'evidenza della cifra araba cifra nella stessa quartina (14)32... 7 che calza a pennello con Chi assurge con grande protagonismo sulla Scena da Ora: 1432 al 1437 (2017) ovvero nello scacchiere mediterraneo con i suoi giochi levantini e navali.
3-27
Il Principe Libico iniquo possente in Occidente
Le François d'Arabe verrà tanto ad infiammare
Il Sapiente in Lettere farà condiscendenza
Che la lingua araba traslare in françois (franco).
Riportiamo già quanto scritto da tempo (1976):
Il Capo libico (libinique-inique) iniquo (maligno), possente (piussant-an) contro l'Occidente. Due poli di forza che sono evidenti data la situazione arabo-libica anti-occidentale (Europa-Usa). "Gheddafi Moammar" (vedi bene cosa significa in arabo!) rappresenta bene questa contrapposizione alimentata anche dai vari popoli in precedenza sotto la Francia (Tunisia, Algeria, Libano, Siria...) E che si ingerisce nella situazione Medio Orientale a tal punto da infiammare (crisi croniche fuoco-guerre) da far assumere alla Libia ed ai paesi Arabi una posizione ambigua, pericolosa (levantina). Qui è incluso quel paese arabo con parla la lingua "François"... (Libano?) "Clibanon" in greco "Focolare", quindi che si infiamma! Non escluso intervento francese nell'area di questa scacchiera medio Orientale che potrà provocare "tant enflammer le mer"... sino a mettere a Fuoco il Mediterraneo!
L'ingerenza del Libico nell'area dalla Siria al Libano e l'Egitto dimostra che la politica araba d'espansione possa trovare condiscendenza da parte (Parti) fazioni dell'Islam per quella propaganda che vede la Libia svolgere nel mondo (Lettere scritti, Libro Verde).
Tutto ciò porta ad una maggiore diffusione culturale in tempo di pace, sia della lingua come dei traffici con i paesi arabi (necessità impellente dell'economia occidentale). Poi una più pericolosa espansione, quella militare... con lo spostamento di forze militari (militi, Milita-Malta) non farà che traslare ed accrescere "l'Impero Libico", non solo in Africa, a spese dell'Occidente.
Ragione per cui è legittimo oggi rileggere segnali e scenario che illuminerà le conseguenze che man mano diverranno chiare alla luce della Mezzaluna Araba.
Di certo Gheddafi troverà una spalla quasi contro tendenza anche da parte della sponda italiana. Forse l'idea del "fran çois", o meglio francese, evoca l'idea dell'antica diplomazia in auge nel passato (lingua francese) che si dipana nel bacino del Mediterraneo o d'Alboran o della Sirte.
Tutto sta a capire a tempo chi siano "i Soldati franchi (fran çois) e gli Arabi dei climi dell'Aurora (Levante); sarà piantato poi l'estendardo dardo Mauro (minareti) delle loro mosche su tutte le nostre città"!
Profezia che dal lontano 1976, ha ormai trovato conferma e chi dubiterebbe del successivo sviluppo che comprende l'evento militare... "Milite - Soldato! della Nuova, Finale Lepanto". Ma prima di questo altro deve svelarsi.
Esistono due Tripoli!
Eccoci alla più ambigua quartina sulla minaccia orientale, che ha fatto il giro del mondo che è stata letta dai più importanti Vertici di casa nostra dagli anni Settanta in poi, e il cui testo è apparso anche su giornali arabi-libici... ripreso da un celebre articolo su "Nostradamus: Ultimi Presagi" (1980 - Bancarella). Tutto su "Gheddafi-Re d'Italia"! Titolo che appunto aveva lo scopo di calamitare l'attenzione su tale protagonista ridondante, più che mai oggi, che ama dare spettacolo sino al cuore della "Città Eterna" grazie ai Cavalli arabi ed al Cavaliere! Da "Nostradamus. La Moderna Chiave di Lettura" (1984 - Musumeci).
Risulta evidente lo sviluppo di una (iman) minaccia bellica, un ciclo storico che Nostradamus ha ridipinto con termini latini, riaffacciandosi un'altra minaccia Punica e Annibalica nel Mediterraneo, la Spagna, la Francia e l'Italia.
Il Mosaico futuro appare molto complesso, ma non è impossibile - ricordando la storia appresa a scuola - capire da quali regioni (parti) si muoveranno le orde future, divenute apertamente anti-occidentali a causa della fede punica, fondamentalista.
1-9
Dall'Oriente verrà il Cuore (Fede) Punico
Affascinare l'Adria e gli eredi dei Romani lidi
Accompagnata dalla flotta (classe) libica
(Tre mari) Tremare Melitti (Maltesi) e le prossime isole (dall'Islam) deserte-svuotate
In relazione a questa quartina 1-9 già descritta qui cinque anni fa, si aggiunga l'altra (2-60) che annuncia lo sgretolamento della Fede Punica Islamica o Esaltazione religiosa degli Imani della Guerra contro l'Occidente.
Sono riferimenti evidenti al nostro tempo, poiché l'idea di una guerra santa totale contro l'Europa soffia evidente. Ovvero a quanti pensano ad un futuro di pace, costoro si illudono!
Questo è l'inizio dell'avventura islamica che si fa sempre più pungente contro le navi e i mercantili nel Mediterraneo, che presto o tardi si infiammerà.
Nella sequenza delle sestine cronologiche, è identificato il momento cruciale come Seicento-otto: "mare infiammato...".
Il ruolo e coinvolgimento dell'Italia in simile circostanze è stato già da tempo pronosticato: evolversi dei mutamenti politici a sinistra e il contrapporsi di altre forze di destra che lasciano ora immaginare in quali divisioni affonderà l'Italia se verrà ferità al suo tallone o stivale navale.
Poi con la Sinistra italiana ed altra sua chance... che si dimostra senza peli sulla lingua apertamente accondiscendente agli Arabi e contraria ad Israele, a motivo della causa palestinese.
Problema ormai cronico che mette in pericolo ogni possibile assetto nel Medio Oriente.
Dicono Pace ma sotto cova la brace dell'incendio che da millenni dilania queste terre, divenute fulcro di tanti interessi e poli religiosi.
Tutto si incentra sulla serie di quartine in cui Roma - Italia diventerà il bersaglio.
Quando Roma sarà poi coinvolta in una serie di alleanze con una delle sette teste dell'"impero orientale dei "dieci re arabi", come è anticipato negli scenari dell'Apocalisse con la Grande Babilonia Orientale e il Dragone... ma non per molto.
Intanto diffidiamo quindi dalle forze Libiche (indebitamente armate con la tecnologia europea) che si muoveranno, accompagnate, alleate ai Compagni?
Purtroppo le isole capisaldi dell'Occidente americano ed inglese dovranno quindi subire la sfida armata di tali Forze Puniche o punitive (rappresaglie) che metteranno tutti in fuga dalle isole mediterranee.
Per questo le suggestioni e le idee galoppano e dobbiamo frenare le nostre deduzioni per ricavare maggiori e più precisi dettagli con altre predizioni.
Esempio gli eventi che vanno sotto il 605 sono indicati: Malum Punicum, allegoria di un frutto (melo) che ci costerà caro se questo è frutto dell'inganno levantino in cui facilmente l'Italia cadrà, dimostrando di non avere imparato nulla dalla storia millenaria che ha ferito le sponde del Mare Nostrum nonostante gli avvisi del Nostro... Nostradamus.
Allora una intera pagina dell'Apocalisse sarà leggibile in chiaro.
http://www.edicolaweb.net/param61a.htm
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La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
LIBIA/ 1. Pelanda: ecco il vero progetto della Francia che danneggia l'Italia
lunedì 21 marzo 2011
LIBIA/ 1. Pelanda: ecco il vero progetto della Francia che danneggia l'Italia Non è solo una questione umanitaria (Imagoeconomica)
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Approfondisci
LIBIA/ Parsi: ecco perché anche l'Italia è "costretta" a entrare in guerra
MEDIO ORIENTE/ E ora le mire dell’Iran tolgono il sonno all’Arabia Saudita, di M. Calculli
vai allo speciale Rivolta in Libia
L’indecisione dell’America che per quasi 60 anni ha presidiato il Mediterraneo, stabilizzandolo sostanzialmente, sta lasciando spazio alle ambizioni neo-imperiali di Francia e Regno Unito. Questa è la vera ragione dell’attacco franco-inglese alla Libia, con timido e riluttante sostegno tecnico degli Stati Uniti, e non certo il motivo umanitario. L’Italia è in grave imbarazzo morale, politico ed economico. Dobbiamo riflettere su come uscire da questa situazione, intanto cercando di capirla.
La vera guerra - indiretta, non spaventatevi - è tra Francia e Italia. Non solo per il controllo delle risorse petrolifere della Libia, ma, soprattutto, per ottenere il mandato proconsolare dagli Stati Uniti, in ritirata, per la gestione del Mediterraneo. Sarkozy ne ha bisogno per: (a) recuperare consenso entro un elettorato nazionalista in vista delle elezioni presidenziali; (b) bilanciare con tale ruolo di potenza lo strapotere tedesco sulle questioni economiche e monetarie nell’Eurozona, cioè per poter finanziare in deficit il consenso in violazione delle euroregole; (c) ergersi a potenza protettrice degli arabi sunniti in alleanza privilegiata con l’Arabia Saudita che si sente sempre meno protetta dall’America.
Da tempo la Francia ha creato una base militare negli Emirati a protezione dei regimi arabi sunniti contro l’Iran sciita. Infatti sta collaborando con i sauditi per la repressione delle popolazioni sciite in rivolta negli Emirati stessi. Parigi, inoltre, ha il problema di contenere la crescente influenza geoeconomica della Cina nell’Africa francofona, obiettivo per cui ha bisogno del sostegno dei movimenti islamisti. Esattamente quelli, maggioritari in Cirenaica, che si sono ribellati al dominio delle tribù tripolitane alleate di Gheddafi cogliendo l’occasione dei moti popolari in Egitto e Tunisia.
Lo scopo finale è quello di portare il petrolio libico entro l’orbita dell’influenza saudita, con un sostanzioso assegno per Parigi se ci riesce. Conoscendo queste cose, Londra si è ingaggiata con la Francia proprio per non lasciarle campo libero, puntando ad obiettivi simili sia proconsolari sia di protettore degli arabi sunniti, questi rilevanti anche perché i loro capitali tengono in vita la piazza finanziaria di Londra.
Lo scenario è molto più articolato, ma quanto detto è sufficiente per almeno far sospettare ai lettori quanto sia ridicolo parlare di primavera araba - pur origine reale dei moti, poi strumentalizzati per giochi di potere - e di interventi umanitari. Prova ne è che la risoluzione Onu, il cui testo prevede azioni limitate, è stata violata da Francia e Regno Unito che stanno portando un attacco militare totale contro le tribù della Tripolitania alleate con Gheddafi a favore di quelle islamiste filo-saudite della Cirenaica, sostenuto dalle televisioni a diffusione panaraba controllate dagli Emirati (Al Jazeera e Al Arabjia).
Gli sviluppi della situazione descritta comportano gravi rischi di danni economici per l’Italia. Quello della perdita delle nostre concessioni petrolifere in Libia sarebbe il minore, pur pesante per l’Eni. Danni sistemici verrebbero dall’instabilità areale creata dall’azione francese che, se fuori controllo, ed è probabile, colpirebbe l’Algeria, regime laico che i sauditi vorrebbero rovesciare, e complicherebbe la stabilizzazione dell’Egitto, inducendo crisi dei rifornimenti energetici, del nostro export, problemi di immigrazione, ecc.
Al momento l’Italia ha deciso di assecondare Parigi per poterla ingabbiare. Ma sarà difficile e bisogna pensare a qualche azione più forte.
www.carlopelanda.com
lunedì 21 marzo 2011
LIBIA/ 1. Pelanda: ecco il vero progetto della Francia che danneggia l'Italia Non è solo una questione umanitaria (Imagoeconomica)
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LIBIA/ Parsi: ecco perché anche l'Italia è "costretta" a entrare in guerra
MEDIO ORIENTE/ E ora le mire dell’Iran tolgono il sonno all’Arabia Saudita, di M. Calculli
vai allo speciale Rivolta in Libia
L’indecisione dell’America che per quasi 60 anni ha presidiato il Mediterraneo, stabilizzandolo sostanzialmente, sta lasciando spazio alle ambizioni neo-imperiali di Francia e Regno Unito. Questa è la vera ragione dell’attacco franco-inglese alla Libia, con timido e riluttante sostegno tecnico degli Stati Uniti, e non certo il motivo umanitario. L’Italia è in grave imbarazzo morale, politico ed economico. Dobbiamo riflettere su come uscire da questa situazione, intanto cercando di capirla.
La vera guerra - indiretta, non spaventatevi - è tra Francia e Italia. Non solo per il controllo delle risorse petrolifere della Libia, ma, soprattutto, per ottenere il mandato proconsolare dagli Stati Uniti, in ritirata, per la gestione del Mediterraneo. Sarkozy ne ha bisogno per: (a) recuperare consenso entro un elettorato nazionalista in vista delle elezioni presidenziali; (b) bilanciare con tale ruolo di potenza lo strapotere tedesco sulle questioni economiche e monetarie nell’Eurozona, cioè per poter finanziare in deficit il consenso in violazione delle euroregole; (c) ergersi a potenza protettrice degli arabi sunniti in alleanza privilegiata con l’Arabia Saudita che si sente sempre meno protetta dall’America.
Da tempo la Francia ha creato una base militare negli Emirati a protezione dei regimi arabi sunniti contro l’Iran sciita. Infatti sta collaborando con i sauditi per la repressione delle popolazioni sciite in rivolta negli Emirati stessi. Parigi, inoltre, ha il problema di contenere la crescente influenza geoeconomica della Cina nell’Africa francofona, obiettivo per cui ha bisogno del sostegno dei movimenti islamisti. Esattamente quelli, maggioritari in Cirenaica, che si sono ribellati al dominio delle tribù tripolitane alleate di Gheddafi cogliendo l’occasione dei moti popolari in Egitto e Tunisia.
Lo scopo finale è quello di portare il petrolio libico entro l’orbita dell’influenza saudita, con un sostanzioso assegno per Parigi se ci riesce. Conoscendo queste cose, Londra si è ingaggiata con la Francia proprio per non lasciarle campo libero, puntando ad obiettivi simili sia proconsolari sia di protettore degli arabi sunniti, questi rilevanti anche perché i loro capitali tengono in vita la piazza finanziaria di Londra.
Lo scenario è molto più articolato, ma quanto detto è sufficiente per almeno far sospettare ai lettori quanto sia ridicolo parlare di primavera araba - pur origine reale dei moti, poi strumentalizzati per giochi di potere - e di interventi umanitari. Prova ne è che la risoluzione Onu, il cui testo prevede azioni limitate, è stata violata da Francia e Regno Unito che stanno portando un attacco militare totale contro le tribù della Tripolitania alleate con Gheddafi a favore di quelle islamiste filo-saudite della Cirenaica, sostenuto dalle televisioni a diffusione panaraba controllate dagli Emirati (Al Jazeera e Al Arabjia).
Gli sviluppi della situazione descritta comportano gravi rischi di danni economici per l’Italia. Quello della perdita delle nostre concessioni petrolifere in Libia sarebbe il minore, pur pesante per l’Eni. Danni sistemici verrebbero dall’instabilità areale creata dall’azione francese che, se fuori controllo, ed è probabile, colpirebbe l’Algeria, regime laico che i sauditi vorrebbero rovesciare, e complicherebbe la stabilizzazione dell’Egitto, inducendo crisi dei rifornimenti energetici, del nostro export, problemi di immigrazione, ecc.
Al momento l’Italia ha deciso di assecondare Parigi per poterla ingabbiare. Ma sarà difficile e bisogna pensare a qualche azione più forte.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
La guerra segreta delle 'Operazioni Psicologiche'
21 marzo, 13:10
ROMA - La guerra non si combatte solo con le bombe ma anche con la psicologia: e gli aerei che trasmettono i messaggi 'subliminali' ai libici sono già entrati in azione. Secondo quanto racconta il centro olandese di monitoraggio delle frequenze, Fmc, accanto ad Odyssey Dawn sono partite le 'Psyops', o 'Operazioni psicologiche': da alcuni aerei della coalizione dei volenterosi vengono diffusi messaggi di minaccia per l'esercito libico. ''Navi libiche, se cercate di lasciare il porto, sarette immediatamente attaccate e distrutte quindi non vi muovete'', ''Per la vostra sicurezza, non cercate di lasciare il porto'', è uno dei messaggi scanditi in inglese, francese e arabo.
audio originale: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/03/21/visualizza_new.html_1533206995.html
21 marzo, 13:10
ROMA - La guerra non si combatte solo con le bombe ma anche con la psicologia: e gli aerei che trasmettono i messaggi 'subliminali' ai libici sono già entrati in azione. Secondo quanto racconta il centro olandese di monitoraggio delle frequenze, Fmc, accanto ad Odyssey Dawn sono partite le 'Psyops', o 'Operazioni psicologiche': da alcuni aerei della coalizione dei volenterosi vengono diffusi messaggi di minaccia per l'esercito libico. ''Navi libiche, se cercate di lasciare il porto, sarette immediatamente attaccate e distrutte quindi non vi muovete'', ''Per la vostra sicurezza, non cercate di lasciare il porto'', è uno dei messaggi scanditi in inglese, francese e arabo.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia: Putin, Onu fa appello a crociata
La Russia fa bene a riarmarsi, raddoppieremo produzione missili
21 marzo, 14:51
(ANSA) - MOSCA, 21 MAR - Per il premier russo Putin la risoluzione dell'Onu sulla Libia e' come ''un appello medioevale alle Crociate. Gli avvenimenti in Libia - ha proseguito - sono la prova che la Russia fa bene a rafforzare la propria capacita' difensiva. Le interferenze degli Usa negli affari interni di paesi terzi sono ormai una costante. La Russia,ha annunciato raddoppiera' la propria produzione di missili a partire dal 2013 e prevede di ammodernare completamente il sistema di difesa anti-aerea.
La Russia fa bene a riarmarsi, raddoppieremo produzione missili
21 marzo, 14:51
(ANSA) - MOSCA, 21 MAR - Per il premier russo Putin la risoluzione dell'Onu sulla Libia e' come ''un appello medioevale alle Crociate. Gli avvenimenti in Libia - ha proseguito - sono la prova che la Russia fa bene a rafforzare la propria capacita' difensiva. Le interferenze degli Usa negli affari interni di paesi terzi sono ormai una costante. La Russia,ha annunciato raddoppiera' la propria produzione di missili a partire dal 2013 e prevede di ammodernare completamente il sistema di difesa anti-aerea.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Alaudae ha scritto:Libia: Putin, Onu fa appello a crociata
La Russia fa bene a riarmarsi, raddoppieremo produzione missili
21 marzo, 14:51
(ANSA) - MOSCA, 21 MAR - Per il premier russo Putin la risoluzione dell'Onu sulla Libia e' come ''un appello medioevale alle Crociate. Gli avvenimenti in Libia - ha proseguito - sono la prova che la Russia fa bene a rafforzare la propria capacita' difensiva. Le interferenze degli Usa negli affari interni di paesi terzi sono ormai una costante. La Russia,ha annunciato raddoppiera' la propria produzione di missili a partire dal 2013 e prevede di ammodernare completamente il sistema di difesa anti-aerea.
andiamo bene.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Il presidente russo Dmitry Medvedev ha reagito duramente alle affermazioni del primo ministro Vladimir Putin, suo predecessore, che aveva criticato la risoluzione delle Nazioni Unite, in forza della quale è scattato l’intervento militare occidentale in Libia, paragonandola a una “chiamata alle Crociate come nel Medio Evo”, aggiungendo che l’esistenza di un regime quale quello di Muammar Gheddafi di per se’ non autorizza un’operazione bellica del genere.
Parole del genere, ha denunciato Medvedev, sono semplicemente “inaccettabili” giacche’ “in nessuna circostanza è tollerabile l’uso di espressioni, tipo ‘crociata’ o altro, che in sostanza conducono a uno scontro di civiltà.
Si tratta della più clamorosa manifestazione pubblica di contrasto mai avvenuta tra i due leader del Cremlino, in concorrenza tra loro per le presidenziali previste in Russia l’anno prossimo. “E’ inaccettabile”, ha ripetuto Medvedev, “altrimenti qualsiasi cosa può andare a finire peggio ancora di come sta andando adesso la situazione. Chiunque”, ha volutamente rimarcato, “se lo deve ricordare”. Poi ha sottolineato che quanto sta avvenendo nel Paese nord-africano “deriva dall’orrendo comportamento dei suoi vertici” e “dai crimini da essi perpetrati contro il loro stesso popolo”.
Il presidente russo ha quindi ribadito che Mosca non intende unirsi alla coalizione multinazionale anti-Gheddafi, ma è tuttavia disposta a partecipare ad attivita’ di interposizione tra ribelli e lealisti libici.
http://www.express-news.it/news/medvedev-versus-putin/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Tensione nella Nato, lo sfogo di Rasmussen contro Francia e Germania
Anders Fogh Rasmussen
ROMA – Alla fine l’accordo è arrivato, il comando dell’intervento in Libia passa alla Nato. Ma nei rapporti segreti, dietro le quinte l’Alleanza atlantica ha sfiorato la crisi.
Sembra che mentre la Francia tirava la corda e teneva distante la Nato, mentre tutti la invocavano (Italia compresa), il segretario generale Anders Fogh Rasmussen si sia sfogato più o meno così: «A questo punto non si capisce per quale motivo la Nato dovrebbe continuare ad esistere così com’è, con questo assetto, con una struttura così estesa e articolata nel comando, se poi i Paesi membri non sono intenzionati ad usarla. Se qualcuno di voi mi sa dare una risposta sono in attesa…».
Due giorni fa,quando in Consiglio era arrivata l’ennesima fumata nera su un’eventuale partecipazione alla no fly zone da imporre nel Paese del colonnello Muammar Gheddafi, già Rasmussen aveva tentennato e puntato il dito contro il comportamento dei paesi dell’Alleanza.
Ha mostrato tensione nei confronti della Turchia e della reticenza nell’appoggiare l’intervento, anche se alla fine Ankara ha detto sì, ma è stato duro anche contro la Germania: «È inconcepibile che la nazione che ospita gli Awacs Nato sul proprio territorio e fornisce il 40% degli equipaggi non sia disposta a lasciare che l’Alleanza utilizzi tali mezzi»; e contro la Francia: «È inconcepibile che una Nazione recentemente rientrata nelle strutture di comando integrate della Nato oggi non voglia utilizzarle per un’operazione nella quale è già impegnata».
23 marzo 2011 | 08:53
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/nato-rasmussen-francia-germania-794536/
Anders Fogh Rasmussen
ROMA – Alla fine l’accordo è arrivato, il comando dell’intervento in Libia passa alla Nato. Ma nei rapporti segreti, dietro le quinte l’Alleanza atlantica ha sfiorato la crisi.
Sembra che mentre la Francia tirava la corda e teneva distante la Nato, mentre tutti la invocavano (Italia compresa), il segretario generale Anders Fogh Rasmussen si sia sfogato più o meno così: «A questo punto non si capisce per quale motivo la Nato dovrebbe continuare ad esistere così com’è, con questo assetto, con una struttura così estesa e articolata nel comando, se poi i Paesi membri non sono intenzionati ad usarla. Se qualcuno di voi mi sa dare una risposta sono in attesa…».
Due giorni fa,quando in Consiglio era arrivata l’ennesima fumata nera su un’eventuale partecipazione alla no fly zone da imporre nel Paese del colonnello Muammar Gheddafi, già Rasmussen aveva tentennato e puntato il dito contro il comportamento dei paesi dell’Alleanza.
Ha mostrato tensione nei confronti della Turchia e della reticenza nell’appoggiare l’intervento, anche se alla fine Ankara ha detto sì, ma è stato duro anche contro la Germania: «È inconcepibile che la nazione che ospita gli Awacs Nato sul proprio territorio e fornisce il 40% degli equipaggi non sia disposta a lasciare che l’Alleanza utilizzi tali mezzi»; e contro la Francia: «È inconcepibile che una Nazione recentemente rientrata nelle strutture di comando integrate della Nato oggi non voglia utilizzarle per un’operazione nella quale è già impegnata».
23 marzo 2011 | 08:53
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/nato-rasmussen-francia-germania-794536/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, la denuncia dei ribelli: “Gheddafi ordina ai suoi di stuprare le donne”
TUNISI – Ai miliziani pro-Gheddafi sarebbe stato chiesto, una volta entrati a Bengasi, di ”violentare tutte le donne”. Lo scrive in un reportage da Bengasi, Fatma Ben Dhaou (l’inviata del giornale tunisino Le Quotidien, che si è messa in contatto con i familiari dopo giorni, facendo temere che potesse essere stata sequestrata dai sostenitori del colonnello), citando uno degli insorti che sta resistendo all’avanzata delle truppe lealiste.
A sostegno di questa tesi Le Quotidien pubblica una foto di un ”kit” trovato in uno dei mezzi blindati fermati dagli insorti alle porte di Bengasi: un notevole quantitativo di preservativi e confezioni di Viagra e Levitra.
23 marzo 2011 | 10:48
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-ribelli-gheddafi-stupri-donne-794681/
TUNISI – Ai miliziani pro-Gheddafi sarebbe stato chiesto, una volta entrati a Bengasi, di ”violentare tutte le donne”. Lo scrive in un reportage da Bengasi, Fatma Ben Dhaou (l’inviata del giornale tunisino Le Quotidien, che si è messa in contatto con i familiari dopo giorni, facendo temere che potesse essere stata sequestrata dai sostenitori del colonnello), citando uno degli insorti che sta resistendo all’avanzata delle truppe lealiste.
A sostegno di questa tesi Le Quotidien pubblica una foto di un ”kit” trovato in uno dei mezzi blindati fermati dagli insorti alle porte di Bengasi: un notevole quantitativo di preservativi e confezioni di Viagra e Levitra.
23 marzo 2011 | 10:48
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-ribelli-gheddafi-stupri-donne-794681/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
premetto che sono contro qualsiasi guerra ma ci vorrebbe piu' decisione,con la no flay zone non si risolve nulla,o vai a prenderlo a terra per impedirgli di continuare a stuprare le donne ad uccidere e torturare chi non la pensa come lui anche con amputazioni di mani e detenzioni senza condana anzi addirittura assolti senno' non si risolve una beneamata ceppa ,poi ovviamente ci sono anche altri interessi economici e di controllo territorio,in terzo piano ma secondo me in primo in assolto(non so per loro) non possiamo lasciari sfuggire l'occasione di portare la democrazia in stati come libia,egitto,tunusia e altri ora che il popolo si sta ribellando e ci sta chiedendo aiuto al contrario di pochi mesi fa che ci vedevano come l'occidente cattivo e padrone(anche grazie ad alcaeda),se non lo facciamo adesso non lo facciamo piu'.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
http://www.express-news.it/news/militari-usa-si-sono-fatti-ritrarre-con-i-corpi-straziati-come-con-un-trofeo/
purtroppo finchè questi militari si divertono ad abusare di civili indifesi come passatempo non vedo come possano portare avanti operazioni più importanti e comunque molto più rischiose per le loro vite come andare a stanare il sig. Gheddafi avendo ragione dei suoi "fedelissimi pronti a tutto". politicamente parlando non vorrei che anche Gheddafi fosse come Bin Laden, il fantomatico Bin Laden, che continua evidentemente a scorazzare tra Aghanistan e Pakistan, lui e la sua altrettanto fantomatica Al Qaida. ho paura che gli imbrogli della politica internazionale, soprattutto quando hanno a che fare con il medio oriente=petrolio e gas, vadano ben oltre la nostra possibilità di immaginazione.
purtroppo finchè questi militari si divertono ad abusare di civili indifesi come passatempo non vedo come possano portare avanti operazioni più importanti e comunque molto più rischiose per le loro vite come andare a stanare il sig. Gheddafi avendo ragione dei suoi "fedelissimi pronti a tutto". politicamente parlando non vorrei che anche Gheddafi fosse come Bin Laden, il fantomatico Bin Laden, che continua evidentemente a scorazzare tra Aghanistan e Pakistan, lui e la sua altrettanto fantomatica Al Qaida. ho paura che gli imbrogli della politica internazionale, soprattutto quando hanno a che fare con il medio oriente=petrolio e gas, vadano ben oltre la nostra possibilità di immaginazione.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Alaudae ha scritto:http://www.express-news.it/news/militari-usa-si-sono-fatti-ritrarre-con-i-corpi-straziati-come-con-un-trofeo/
purtroppo finchè questi militari si divertono ad abusare di civili indifesi come passatempo non vedo come possano portare avanti operazioni più importanti e comunque molto più rischiose per le loro vite come andare a stanare il sig. Gheddafi avendo ragione dei suoi "fedelissimi pronti a tutto". politicamente parlando non vorrei che anche Gheddafi fosse come Bin Laden, il fantomatico Bin Laden, che continua evidentemente a scorazzare tra Aghanistan e Pakistan, lui e la sua altrettanto fantomatica Al Qaida. ho paura che gli imbrogli della politica internazionale, soprattutto quando hanno a che fare con il medio oriente=petrolio e gas, vadano ben oltre la nostra possibilità di immaginazione.
questi sono imbecilli non penso siano tutti cosi',per quanto riguarda la "fantomatica" al qaida ancora non sono convinto sia del tutto fantomatica.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
dov'erano, a Guantanamo o in Iraq quelle famose immagini dei soldati torturatori dei prigionieri iracheni? naturalmente non sono tutti così, ma una certa tendenza ce l'hanno..guardati il film "Redacted" di Brian De Palma: " un soldato americano in Iraq raccoglie con una videocamera le testimonianze dei colleghi, la sua vita e quella dei suoi commilitoni avrà una svolta drammatica a causa di commilitoni che, presa di mira un'adolescente irachena, le sterminano la famiglia e la violentano per poi ucciderla barbaramente" (note dal DVD)
questa naturalmente è una storia vera, una di tante.
questa naturalmente è una storia vera, una di tante.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Si passa agli attacchi al suolo. Odissey Dawn cambia pagina
Ridotta all’impotenza l’avazione libica, scatta ora l’offensiva contro gli obiettivi al suolo. Secondo concordi affermazioni di vertici militari britannici e statunitensi, l’operazione Odyssey Dawn passa a una nuova fase. Dopo più di 330 raid in cinque giorni, gli attacchi si concentrano ora su mezzi e strutture militari lealiste che minacciano le città di Agedabia, Misurata e Zawia.
La Nato di sice pronta a intervenire se e quando richiesto. La Francia ribadisce però il suo scetticismo, passando all’azione.
“Con il mio collega britannico – ha detto il Ministro degli esteri francese Alain Juppé – abbiamo preso l’iniziativa di riunire martedì prossimo a Londra un gruppo di contatto, composto dai paesi che partecipano all’intervento, l’Unione Africana, la Lega Araba e tutti gli stati europei che vogliano parteciparvi, al fine di chiarire che la guida politica dell’operazione non spetta alla Nato, ma a questo gruppo di contatto”.
All’Italia dovrebbe invece essere affidato il controllo dei mari per il rispetto dell’embargo delle armi imposto alla Libia. Il Pentagono ha fatto intanto sapere che un calendario per la fine delle operazioni non è ancora previsto.
http://it.euronews.net/2011/03/23/si-passa-agli-attacchi-al-suolo-odyssey-dawn-volta-pagina/
Ridotta all’impotenza l’avazione libica, scatta ora l’offensiva contro gli obiettivi al suolo. Secondo concordi affermazioni di vertici militari britannici e statunitensi, l’operazione Odyssey Dawn passa a una nuova fase. Dopo più di 330 raid in cinque giorni, gli attacchi si concentrano ora su mezzi e strutture militari lealiste che minacciano le città di Agedabia, Misurata e Zawia.
La Nato di sice pronta a intervenire se e quando richiesto. La Francia ribadisce però il suo scetticismo, passando all’azione.
“Con il mio collega britannico – ha detto il Ministro degli esteri francese Alain Juppé – abbiamo preso l’iniziativa di riunire martedì prossimo a Londra un gruppo di contatto, composto dai paesi che partecipano all’intervento, l’Unione Africana, la Lega Araba e tutti gli stati europei che vogliano parteciparvi, al fine di chiarire che la guida politica dell’operazione non spetta alla Nato, ma a questo gruppo di contatto”.
All’Italia dovrebbe invece essere affidato il controllo dei mari per il rispetto dell’embargo delle armi imposto alla Libia. Il Pentagono ha fatto intanto sapere che un calendario per la fine delle operazioni non è ancora previsto.
http://it.euronews.net/2011/03/23/si-passa-agli-attacchi-al-suolo-odyssey-dawn-volta-pagina/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia. Wikileaks: “Gheddafi ha ancora le bombe chimiche”
ROMA – Muammar Gheddafi avrebbe ancora bombe chimiche: molte tonnellate e letali – tra cui l’iprite, un gas che distrugge pelle e polmoni – sarebbero ancora presenti in Libia: Gheddafi avrebbe infatti ‘barato’ sulla loro distruzione, riporta un’anticipazione dell’Espresso sulla base di una serie di cable Wikileaks ‘in esclusiva’ tra alcune cancellerie europee e gli Usa.
Tripoli disporrebbe di un arsenale di armi chimiche, che potrebbe essere usato contro gli insorti (non verso l’Europa, non avendo più a disposizione missili a lunga gittata), sottolinea l’anticipazione spiegando le complicate trattative degli anni scorsi sul disarmo che doveva essere completato entro il 2011. Ma su cui è ‘forte’ il sospetto che ”il Rais possa aver barato, occultando agli ispettori stock di ordigni”.
Negli anni ’80 Gheddafi aveva avviato un ambizioso programma di impianti chimici e nucleari ed il simbolo – si ricorda nell’anticipazione – era lo stabilimento di Rabta. Poi l’invasione dell’Iraq e la caduta di Saddam Hussein aveva convinto il Colonnello a rinunciare, aprendo agli ispettori internazionali e cominciando la distruzione dei gas.
Ma chiedendo che fosse l’Occidente a pagare il disarmo, a cominciare dalla fabbrica di Rabta, dove si sarebbero distillate fino a 40 tonnellate di veleni mortali ogni mese. Fabbrica che l’Italia avrebbe voluto trasformare in stabilimento per confezionare farmaci mentre la Germania – secondo quanto emerso dai cablo dell’ambasciata Usa a Roma – ”avrebbe voluto” vederla ”distrutta piuttosto che riconvertita perché quella struttura rappresenta un dilemma per i politici tedeschi” per i loro ”passati trasferimenti ‘illegali’ di materiale”.
Per disinnescare gli ordigni si era poi aperta un’asta tra le capitali per finanziare la bonifica. E i libici – spiega l’Espresso – avrebbero sfruttano la situazione prendendo tempo e soldi. Con le ambasciate Usa del vecchio continente che rimbalzavano cable sullo ”scarso livello di sicurezza dei depositi” e parlavano di una ”situazione preoccupante”. Il sospetto che emerge incrociando i vari cable è quindi – conclude l’anticipazione – che ”Gheddafi si sia fatto pagare due volte per lo stesso lavoro, senza nemmeno completarlo”. E la Libia avrebbe ancora a disposizione ”tonnellate di bombe letali”.
24 marzo 2011 | 17:48
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-wikileaks-gheddafi-bombe-chimiche-797077/
ROMA – Muammar Gheddafi avrebbe ancora bombe chimiche: molte tonnellate e letali – tra cui l’iprite, un gas che distrugge pelle e polmoni – sarebbero ancora presenti in Libia: Gheddafi avrebbe infatti ‘barato’ sulla loro distruzione, riporta un’anticipazione dell’Espresso sulla base di una serie di cable Wikileaks ‘in esclusiva’ tra alcune cancellerie europee e gli Usa.
Tripoli disporrebbe di un arsenale di armi chimiche, che potrebbe essere usato contro gli insorti (non verso l’Europa, non avendo più a disposizione missili a lunga gittata), sottolinea l’anticipazione spiegando le complicate trattative degli anni scorsi sul disarmo che doveva essere completato entro il 2011. Ma su cui è ‘forte’ il sospetto che ”il Rais possa aver barato, occultando agli ispettori stock di ordigni”.
Negli anni ’80 Gheddafi aveva avviato un ambizioso programma di impianti chimici e nucleari ed il simbolo – si ricorda nell’anticipazione – era lo stabilimento di Rabta. Poi l’invasione dell’Iraq e la caduta di Saddam Hussein aveva convinto il Colonnello a rinunciare, aprendo agli ispettori internazionali e cominciando la distruzione dei gas.
Ma chiedendo che fosse l’Occidente a pagare il disarmo, a cominciare dalla fabbrica di Rabta, dove si sarebbero distillate fino a 40 tonnellate di veleni mortali ogni mese. Fabbrica che l’Italia avrebbe voluto trasformare in stabilimento per confezionare farmaci mentre la Germania – secondo quanto emerso dai cablo dell’ambasciata Usa a Roma – ”avrebbe voluto” vederla ”distrutta piuttosto che riconvertita perché quella struttura rappresenta un dilemma per i politici tedeschi” per i loro ”passati trasferimenti ‘illegali’ di materiale”.
Per disinnescare gli ordigni si era poi aperta un’asta tra le capitali per finanziare la bonifica. E i libici – spiega l’Espresso – avrebbero sfruttano la situazione prendendo tempo e soldi. Con le ambasciate Usa del vecchio continente che rimbalzavano cable sullo ”scarso livello di sicurezza dei depositi” e parlavano di una ”situazione preoccupante”. Il sospetto che emerge incrociando i vari cable è quindi – conclude l’anticipazione – che ”Gheddafi si sia fatto pagare due volte per lo stesso lavoro, senza nemmeno completarlo”. E la Libia avrebbe ancora a disposizione ”tonnellate di bombe letali”.
24 marzo 2011 | 17:48
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-wikileaks-gheddafi-bombe-chimiche-797077/
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le bugie che i Media raccontano sulla guerra di Libia
Intervista di Jacopo Venier al giornalista Amedeo Ricucci, inviato di guerra.
Un racconto di prima mano sulla micidiale manipolazione con cui viene costruito il consenso alla guerra in Libia.
http://www.ecplanet.com/node
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http://www.ecplanet.com/node
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Gheddafi, Finmeccanica, petrolio, acqua e Dinaro...
Marcello Pamio - 30 marzo 2011
Gheddafi e la Francia
Per circa 3 anni il presidente sionista francese, Nicolas Sarkozy, si è occupato personalmente, assieme al suo staff, di due colossali affari con la Libia: la vendita di una intera flotta aerea da combattimento e un mega investimento per costruire centrali atomiche a Tripoli e dintorni. Tutto ovviamente di marca francese! Stiamo parlando di affari da centinaia di miliardi di euro.
Questi contratti nessuno di noi ovviamente li ha visti, né tantomeno Sarkò.
Di volta in volta infatti il dittatore libico ha sostituito le aziende francesi con aziende russe e anche italiane, facendo schiumare dalla rabbia il presidente francese.
Ecco perché a fine novembre scorso, il presidente francese inizia una controffensiva mediatica verso Gheddafi.
Casualmente, proprio in quei giorni, arriva a Parigi con tutta la famiglia, uno degli uomini più vicini al colonnello libico, Nouri Mesmari, capo del protocollo di Gheddafi.
Mesmari chiedendo asilo politico per sé e la famiglia è diventato, da allora, il più prezioso collaboratore di Sarkò, svelando segreti militari ed economici della Libia…
A guerra iniziata, sempre casualmente, il primo obiettivo dei caccia francesi è stata la flotta aerea libica, composta da 20 aerei tutti russi (Mig21-23 e Sukhol22), come pure da 40 elicotteri, sempre di produzione russa...
Gheddafi e l’oro
Dopo che la Cina ha annunciato il conio dello Yuan d’oro si sono alzate strane voci sul sistema aureo del Medio Oriente.
Non a caso il principale iniziatore e fautore del pagamento senza dollari né euro è stato proprio Gheddafi, il quale ha fatto appello al mondo arabo per adottare una valuta unica: il dinaro d’oro!
Il colonnello libico ha anche proposto di creare uno Sato Africano Unito che conti 200 milioni di persone!
Questo ovviamente non s’ha da fare e infatti secondo il sionista Sarkò: “i libici hanno attaccato la sicurezza finanziaria del genere umano”!
Gheddafi in pratica ha deciso di ripetere i tentativi del generale francese De Gaulle, di abbandonare l’uso della carta igienica americana, chiamata dollaro, e tornare all’oro.
Verso la metà degli anni 60 infatti il generale De Gaulle con l’aiuto di un influente monetarista francese, Jacques Rueff, denunciò la pericolosa egemonia del dollaro, proponendo per questo il ritorno all’oro come mezzo di regolazione delle transizioni internazionali (abbandonò anche la NATO).
Molto probabilmente Gheddafi stava attaccando il principale potere della moderna democrazia sionista: il sistema bancario internazionale!
Gheddafi e l’oro nero
Secondo le ultime ricerche, la Libia risulta avere un capitale incalcolabile di greggio e gas.
Non solo, il petrolio che possiede è di ottima qualità perché raffinarlo costa pochissimo, cosa questa rarissima in natura. Stiamo parlando di circa 44 miliardi di barili.[1]
Inoltre la Libia, a differenza degli altri paesi africani non è indebitata con la Banca Mondiale o con il Fondo Monetario Internazionale, quindi Gheddafi può dettare le condizioni e non subirle.
Il petrolio della Libia finirà nelle mani dell’inglese British Petroleum (che dopo il disastro ambientale non naviga in buone acque), della francese Total e dell’americana Chevron.
L’italiana ENI è fuori! L’Eni infatti perde le concessioni a favore della BP, Chevron e Total.
Gheddafi e l’oro blu
La Libia, oltre all’oro nero e al gas è ricchissima di acqua, l’oro blu.
Sotto i piedi di Gheddafi, sembra esservi un mare grande quanto la Germania, una riserva blu grande almeno 35.000 chilometri cubi.[2]
Gheddafi & Unicredit
La Central Bank of Libya, ha in portafoglio il 4,99% delle azioni dell’Unicredit e insieme alla Libyan Investment Authority – che detiene il 2,59% di Finmeccanica di cui è il secondo azionista - ha raggiunto il 7,58% del capitale di Unicredit[3].
Per tanto oggi, la Libia è il primo azionista di Unicredit![4]
Gheddafi & Finmeccanica
Non tutti sono al corrente che Finmeccanica è una delle principali aziende mondiali che si aggiudica ogni anno miliardi in commesse con i vari governi occidentali.
Nel 2007 il Pentagono, sede della Difesa statunitense, ha commissionato a Finmeccanica la fornitura del valore di 6 miliardi di dollari per la costruzione di 145 velivoli per l’esercito e l’aeronautica.[5] Nel quinquennio 2011-2016 sempre Finmeccanica si è aggiudicata un contratto del valore di circa 570 milioni di sterline con il Ministero della Difesa Britannico.[6]
Dal 2008, dopo l’acquisizione dell’americana Drs, Finmeccanica è uno dei principali fornitori del Pentagono[7] e dal 2009 Gheddafi è entrato nel gioco acquistando le azioni di Finmeccanica.
Gli Stati Uniti d’America sono molto preoccupati per questa pesantissima ingerenza libica nei loro sporchi affari economici e guerrafondai!
Conclusione
Dopo tutto questo, viene da sé, che il colonnello non poteva rimanere nel suo trono d’orato per molto tempo ancora.
A questo punto è importante non farsi confondere le idee dalla propaganda vergognosa del Regime mediatico: in Libia non c’entrano nulla le sommosse popolari, i movimenti o le rivolte.
La Libia NON è la Tunisia, NON è il Marocco o l’Egitto!
L’intervento criminale guerrafondaio di Francia, Inghilterra Usa e Italia era in programma da tempo e non dopo le recenti sommosse radiocomandate.
I motivi sono assai diversi, ma il filo conduttore è sempre lo stesso: interessi economici!
Da una parte Gheddafi ha commesso il grosso errore di ficcare il naso negli affari sporchi anglostatunitensi mediante Finmeccanica, dall’altra il colonnello nel corso degli ultimi anni si è fatto alcuni potenti nemici tra cui Israele, Usa, Francia e Inghilterra.
Non si può scardinare il sistema monetario internazionale senza pagarne conseguenze pesantissime.
Ultimo ma non per importanza, la Libia possiede allettanti e ricchi giacimenti (petrolio di ottima qualità, gas, acqua dolce e perfino uranio nel sahara libico). Tutto questo, per gli squali e gli avvoltoi mascherati da banchieri internazionali, è grasso che cola.
Ricordiamo che i banchieri internazionale sono gli unici che guadagnano miliardi di dollari da guerre, carestie, disastri naturali e artificiali, attentati, terremoti.
Per approfondimenti:
“La Libia viene bombardata perché Gheddafi vuole introdurre il Dinaro d’oro?” http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8108
“Ma quale Gheddafi, Sarkò ha dichiarato guerra all’Italia”, Franco Bechis, fbechis.blogspot.com
[1] “Breve analisi sulle motivazioni della guerra e il probabile dopo Gheddafi”, http://www.agoravox.it/Breve-analisi-sulle-motivazioni.html
[2] “Libia, acqua dolce sotterranea grande come la Germania”, Paolo della Sala, “Il Secolo XIX” del 25 marzo 2011
[3] “Unicredit, Finmeccanica, i capitali libici e le armi italiane” di Giorgio Beretta, Unimondo
[4] “Gheddafi entra in Finmeccanica”, “La Repubblica”, 22 gennaio 2011
[5] “Finmeccanica: commessa dal Pentagono per 6 miliardi di dollari”, www.corrispondenti.net/index.php?id=18983
[6] “Finmeccanica si aggiudica commessa da 570 milioni di sterline”, http://www.investireoggi.it/news/finmeccanica-si-aggiudica-commessa-da-570-mln-di-sterline/
[7] “Gheddafi entra in Finmeccanica i libici al 2%, gli USA in allarme” http://www.dirittiglobali.it
www.disinformazione.it
Gheddafi e la Francia
Per circa 3 anni il presidente sionista francese, Nicolas Sarkozy, si è occupato personalmente, assieme al suo staff, di due colossali affari con la Libia: la vendita di una intera flotta aerea da combattimento e un mega investimento per costruire centrali atomiche a Tripoli e dintorni. Tutto ovviamente di marca francese! Stiamo parlando di affari da centinaia di miliardi di euro.
Questi contratti nessuno di noi ovviamente li ha visti, né tantomeno Sarkò.
Di volta in volta infatti il dittatore libico ha sostituito le aziende francesi con aziende russe e anche italiane, facendo schiumare dalla rabbia il presidente francese.
Ecco perché a fine novembre scorso, il presidente francese inizia una controffensiva mediatica verso Gheddafi.
Casualmente, proprio in quei giorni, arriva a Parigi con tutta la famiglia, uno degli uomini più vicini al colonnello libico, Nouri Mesmari, capo del protocollo di Gheddafi.
Mesmari chiedendo asilo politico per sé e la famiglia è diventato, da allora, il più prezioso collaboratore di Sarkò, svelando segreti militari ed economici della Libia…
A guerra iniziata, sempre casualmente, il primo obiettivo dei caccia francesi è stata la flotta aerea libica, composta da 20 aerei tutti russi (Mig21-23 e Sukhol22), come pure da 40 elicotteri, sempre di produzione russa...
Gheddafi e l’oro
Dopo che la Cina ha annunciato il conio dello Yuan d’oro si sono alzate strane voci sul sistema aureo del Medio Oriente.
Non a caso il principale iniziatore e fautore del pagamento senza dollari né euro è stato proprio Gheddafi, il quale ha fatto appello al mondo arabo per adottare una valuta unica: il dinaro d’oro!
Il colonnello libico ha anche proposto di creare uno Sato Africano Unito che conti 200 milioni di persone!
Questo ovviamente non s’ha da fare e infatti secondo il sionista Sarkò: “i libici hanno attaccato la sicurezza finanziaria del genere umano”!
Gheddafi in pratica ha deciso di ripetere i tentativi del generale francese De Gaulle, di abbandonare l’uso della carta igienica americana, chiamata dollaro, e tornare all’oro.
Verso la metà degli anni 60 infatti il generale De Gaulle con l’aiuto di un influente monetarista francese, Jacques Rueff, denunciò la pericolosa egemonia del dollaro, proponendo per questo il ritorno all’oro come mezzo di regolazione delle transizioni internazionali (abbandonò anche la NATO).
Molto probabilmente Gheddafi stava attaccando il principale potere della moderna democrazia sionista: il sistema bancario internazionale!
Gheddafi e l’oro nero
Secondo le ultime ricerche, la Libia risulta avere un capitale incalcolabile di greggio e gas.
Non solo, il petrolio che possiede è di ottima qualità perché raffinarlo costa pochissimo, cosa questa rarissima in natura. Stiamo parlando di circa 44 miliardi di barili.[1]
Inoltre la Libia, a differenza degli altri paesi africani non è indebitata con la Banca Mondiale o con il Fondo Monetario Internazionale, quindi Gheddafi può dettare le condizioni e non subirle.
Il petrolio della Libia finirà nelle mani dell’inglese British Petroleum (che dopo il disastro ambientale non naviga in buone acque), della francese Total e dell’americana Chevron.
L’italiana ENI è fuori! L’Eni infatti perde le concessioni a favore della BP, Chevron e Total.
Gheddafi e l’oro blu
La Libia, oltre all’oro nero e al gas è ricchissima di acqua, l’oro blu.
Sotto i piedi di Gheddafi, sembra esservi un mare grande quanto la Germania, una riserva blu grande almeno 35.000 chilometri cubi.[2]
Gheddafi & Unicredit
La Central Bank of Libya, ha in portafoglio il 4,99% delle azioni dell’Unicredit e insieme alla Libyan Investment Authority – che detiene il 2,59% di Finmeccanica di cui è il secondo azionista - ha raggiunto il 7,58% del capitale di Unicredit[3].
Per tanto oggi, la Libia è il primo azionista di Unicredit![4]
Gheddafi & Finmeccanica
Non tutti sono al corrente che Finmeccanica è una delle principali aziende mondiali che si aggiudica ogni anno miliardi in commesse con i vari governi occidentali.
Nel 2007 il Pentagono, sede della Difesa statunitense, ha commissionato a Finmeccanica la fornitura del valore di 6 miliardi di dollari per la costruzione di 145 velivoli per l’esercito e l’aeronautica.[5] Nel quinquennio 2011-2016 sempre Finmeccanica si è aggiudicata un contratto del valore di circa 570 milioni di sterline con il Ministero della Difesa Britannico.[6]
Dal 2008, dopo l’acquisizione dell’americana Drs, Finmeccanica è uno dei principali fornitori del Pentagono[7] e dal 2009 Gheddafi è entrato nel gioco acquistando le azioni di Finmeccanica.
Gli Stati Uniti d’America sono molto preoccupati per questa pesantissima ingerenza libica nei loro sporchi affari economici e guerrafondai!
Conclusione
Dopo tutto questo, viene da sé, che il colonnello non poteva rimanere nel suo trono d’orato per molto tempo ancora.
A questo punto è importante non farsi confondere le idee dalla propaganda vergognosa del Regime mediatico: in Libia non c’entrano nulla le sommosse popolari, i movimenti o le rivolte.
La Libia NON è la Tunisia, NON è il Marocco o l’Egitto!
L’intervento criminale guerrafondaio di Francia, Inghilterra Usa e Italia era in programma da tempo e non dopo le recenti sommosse radiocomandate.
I motivi sono assai diversi, ma il filo conduttore è sempre lo stesso: interessi economici!
Da una parte Gheddafi ha commesso il grosso errore di ficcare il naso negli affari sporchi anglostatunitensi mediante Finmeccanica, dall’altra il colonnello nel corso degli ultimi anni si è fatto alcuni potenti nemici tra cui Israele, Usa, Francia e Inghilterra.
Non si può scardinare il sistema monetario internazionale senza pagarne conseguenze pesantissime.
Ultimo ma non per importanza, la Libia possiede allettanti e ricchi giacimenti (petrolio di ottima qualità, gas, acqua dolce e perfino uranio nel sahara libico). Tutto questo, per gli squali e gli avvoltoi mascherati da banchieri internazionali, è grasso che cola.
Ricordiamo che i banchieri internazionale sono gli unici che guadagnano miliardi di dollari da guerre, carestie, disastri naturali e artificiali, attentati, terremoti.
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“La Libia viene bombardata perché Gheddafi vuole introdurre il Dinaro d’oro?” http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8108
“Ma quale Gheddafi, Sarkò ha dichiarato guerra all’Italia”, Franco Bechis, fbechis.blogspot.com
[1] “Breve analisi sulle motivazioni della guerra e il probabile dopo Gheddafi”, http://www.agoravox.it/Breve-analisi-sulle-motivazioni.html
[2] “Libia, acqua dolce sotterranea grande come la Germania”, Paolo della Sala, “Il Secolo XIX” del 25 marzo 2011
[3] “Unicredit, Finmeccanica, i capitali libici e le armi italiane” di Giorgio Beretta, Unimondo
[4] “Gheddafi entra in Finmeccanica”, “La Repubblica”, 22 gennaio 2011
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
articolo proprio di disinformazione visto che gheddafi con sarkozy o gli usa non erano x niente nemici, anzi BUONI AMICI..e qua le cose non tornano di certo.
amici per la pelle
dunque qui abbiamo Adolf Hitler a braccietto con Stalin
Stalin con Molotov e Von Ribbentrop dopo la firma del patto d'acciaio
Mussolini con Chamberlain (la perfida Albione, il Regno Unito)............
tutti sappiamo poi com'è andata a finire.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
non ho mai visto foto dove hitler e stalin sono a braccetto
ma cmq la cosa non mi quadra
troppo banale per essere il petrolio
banale e scontata che non può essere di certo questa la causa..
ma una causa ancora nascosta..
una causa primaria mai raccontata
ma cmq la cosa non mi quadra
troppo banale per essere il petrolio
banale e scontata che non può essere di certo questa la causa..
ma una causa ancora nascosta..
una causa primaria mai raccontata
Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Marius ha scritto:non ho mai visto foto dove hitler e stalin sono a braccetto
ma cmq la cosa non mi quadra
troppo banale per essere il petrolio
banale e scontata che non può essere di certo questa la causa..
ma una causa ancora nascosta..
una causa primaria mai raccontata
secondo me c'e' un po di tutto,interessi,posizione strategica della libia(cosa secondo me piu' interessante del petrolio o del gas,perche' se si controlla(indirettamente) la libia si ha in poche parole il controllo oltre che del mediterraneo ma anche il nord africa e in particolare l'egitto(canale di suez e' importantissimo divide norda africa e mediterraneo da paesi come iraq,iran siria e via via arrivando all'afganistan(paesi definiti vicini al terrorismo),rimane in mezzo l'arabia saudita che sembra essere dalla parte "giusta"),poi come detto petrolio e gas,poi la protezione della popolazione civile(purtroppo e speriamo ne muoiano pochi con sta guerra,sicuramente meno di prima secondo me),poi come giustamente dicevi te marius c'e' qualcos'altro che non sappiamo ma che sinceramente provo ogni tanto e pensarci ma non mi viene in mente niente.
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Libia bombardata con missili all'uranio impoverito
Lo sostiene in uno studio scientifico il professor Massimo Zucchetti del Politecnico di Torino: nel peggiore dei casi fino a seimila morti.
I Cruise lanciati sulla Libia contengono uranio impoverito, le cui conseguenze, nel peggiore dei casi, potrebbero essere stimabili nell'ordine di seimila morti.
A lanciare l'allarme è il professor Massimo Zucchetti, docente di Impianti nucleari al Politecnico di Torino, esperto di radioprotezione e autore di numerosi lavori scientifici sull'uranio impoverito.
Nello studio di Zucchetti si prendono in esame i missili Cruise Tomahawk, prodotti dalla statunitense Raytheon. Utilizzati nella Guerra del Golfo del 1991, i bombardamenti Nato sulla Bosnia nel 1995, sulla Jugoslavia nel 1999, nel 2001 in Afghanistan e nel 2003 in Iraq. In Libia ne sono stati esplosi finora oltre cento, lanciati da unità navali britanniche e statunitensi nel Mediterraneo. Dettagliato bibliograficamente con la più recente letteratura scientifica, lo studio (qui in allegato PDF o visitabile su FaceBook) riprende i modelli di un precedente lavoro di Zucchetti (Bosnia '95), riprendendone i modelli e calcolando le conseguenze.
Il risultato varia a seconda della quantità di Uranio impoverito contenuto nei Cruise. Nonostante la presenza dell'elemento radioattivo all'interno dei missili sia stata esclusa dagli ambienti militari, la pubblicistica in circolazione e le fonti - anche di origine militare - abilitano l'autore a nutrire dubbi sulla loro veridicità.
Gli scenari ipotizzati sono due, a seconda del modello di missile: il carico di uranio impoverito può essere di tre chili (se usato solo come stabilizzatore nelle ali) o di quattrocento (se contenuto nella testata). Postulando mille missili lanciati, se questi fossero del primo tipo (best case scenario), si avrebbero 3mila chili di uranio utilizzati. Se del secondo, 400mila chili (worst case scenario).
Il 70 percento del materiale radioattivo brucia e viene disperso nell'ambiente. Nel primo caso, le dosi radioattive stimate sarebbero quindi di 780 Sievert (il Sievert è l'unità di misurazione della radioattività), e il numero di tumori attesi sarebbe molto esiguo, non rilevante dal punto di vista statistico. “Una difficoltà statistica - sottolinea Zucchetti - che nulla ha a che vedere con un'assoluzione di questa pratica, una sua accettazione e meno che mai con una asserzione di scarsa rilevanza o addirittura di innocuità”.
Nel secondo caso, invece, con oltre 100mila Sievert, ci si troverebbe di fronte a un numero di insorgenze tumorali pari ad alcune migliaia. Queste, rilevabili facilmente a livello epidemiologico, destano indubbiamente forte preoccupazione. L'esortazione di Zucchetti è rivolta ai governi: facciano sapere con prove certe la presenza o meno, e in che quantità, di uranio nei missili. “È importante infine - conclude il ricercatore - raccogliere dati e ricerche nel campo degli effetti delle 'nuove guerre' su uomo e ambiente. Bisogna mostrare come le armi moderne, per nulla chirurgiche, producano dei danni inaccettabili; occorre studiare cosa hanno causato a uomini e ambiente che le hanno subite, le guerre 'umanitarie' condotte a partire dal 1991”.
Fonte: it.peacereporter.net
http://www.ecplanet.com/node/2395
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Al Jazeera: “Bombe di Gheddafi sui pozzi petroliferi di Misla”
IL CAIRO – Forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno bombardato il campo petrolifero di Misla, nell’est della Libia. Lo riferisce il canale satellitare Al Jazira citando testimoni anonimi.
4 aprile 2011 | 12:45
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-bombe-gheddafi-pozzi-misla-petrolio-808623/
IL CAIRO – Forze fedeli a Muammar Gheddafi hanno bombardato il campo petrolifero di Misla, nell’est della Libia. Lo riferisce il canale satellitare Al Jazira citando testimoni anonimi.
4 aprile 2011 | 12:45
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-bombe-gheddafi-pozzi-misla-petrolio-808623/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, visita guidata con sorpresa: i cronisti scoprono le foto delle torture di Gheddafi
Zawiya non porta bene al governo libico: una visita guidata nella cittadina a poche decine di chilometri da Tripoli, con la quale il regime voleva celebrare il ritorno alla normalità, si è trasformato in un clamoroso autogol, con i giornalisti stranieri che hanno scoperto in un cassetto foto che mostrano torture e vessazioni ai danni dei prigionieri.
“Nell’ufficio al secondo piano di una stazione di polizia bruciata – ha rivelato il corrispondente del New York Times da Tripoli, David D. Kirkpatrick – le fotografie sparse sul pavimento raccontano le storie degli sfortunati prigionieri. Alcune mostrano cadaveri che portano i segni di torture. Una mostra cicatrici sulla schiena di un uomo con indosso solo le mutande, un’altra un uomo nudo a faccia in giù sotto un lenzuolo con le mani legate. Le facce dei morti – continua Kirkpatrick – hanno espressioni di terrore. Altre foto mostrano pozze di sangue, un tavolo pieno di vasi, bottiglie e polveri e, in una, una lunga sega”.
“In un’altra stanza tenuta al buio, un inserviente fa il segno di un mitra con le mani e mormora ‘Gheddafi’, a suggerire che quella era una camera di esecuzione”. Certo i funzionari che hanno portato i cronisti a Zawiya non avrebbero immaginato una così clamorosa gaffe. La seconda, se si conta anche la prima ‘visita guidata’ in quella stessa città che il governo assicurava oramai pacificata e sotto il proprio controllo, mentre i cronisti si trovarono di fronte le forze dei ribelli. Oltretutto, tornando nella cittadina dopo qualche settimana, i giornalisti hanno potuto verificare che la moschea che campeggiava sulla piazza principale è stata letteralmente rasa al suolo.
Le foto delle torture scovate a Zawiya confermano poi indirettamente le accuse lanciate ieri dal procuratore della Corte penale internazionale (Cpi): le autorità libiche avevano pianificato di sparare sui dimostranti molto prima che la rivolta scoppiasse. “Abbiamo le prove che dopo le rivolte in Tunisia ed Egitto esponenti del regime hanno pianificato come controllare eventuali disordini in Libia”, ha detto ieri, 5 aprile, Luis Moreno-Ocampo, “Sparare sui civili era un piano predeterminato”.
I numeri della repressione sono ancora incerti, si stima che almeno 1.000 persone abbiano perso la vita. Centinaia poi sarebbero le persone ancora imprigionate, ma i resoconti sono scarsi e difficilmente verificabili. Amnesty International è riuscita a verificare che centinaia di persone risultano ancora scomparse dall’inizio della rivolta a metà febbraio.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-visita-guidata-torture-foto-812172/
Zawiya non porta bene al governo libico: una visita guidata nella cittadina a poche decine di chilometri da Tripoli, con la quale il regime voleva celebrare il ritorno alla normalità, si è trasformato in un clamoroso autogol, con i giornalisti stranieri che hanno scoperto in un cassetto foto che mostrano torture e vessazioni ai danni dei prigionieri.
“Nell’ufficio al secondo piano di una stazione di polizia bruciata – ha rivelato il corrispondente del New York Times da Tripoli, David D. Kirkpatrick – le fotografie sparse sul pavimento raccontano le storie degli sfortunati prigionieri. Alcune mostrano cadaveri che portano i segni di torture. Una mostra cicatrici sulla schiena di un uomo con indosso solo le mutande, un’altra un uomo nudo a faccia in giù sotto un lenzuolo con le mani legate. Le facce dei morti – continua Kirkpatrick – hanno espressioni di terrore. Altre foto mostrano pozze di sangue, un tavolo pieno di vasi, bottiglie e polveri e, in una, una lunga sega”.
“In un’altra stanza tenuta al buio, un inserviente fa il segno di un mitra con le mani e mormora ‘Gheddafi’, a suggerire che quella era una camera di esecuzione”. Certo i funzionari che hanno portato i cronisti a Zawiya non avrebbero immaginato una così clamorosa gaffe. La seconda, se si conta anche la prima ‘visita guidata’ in quella stessa città che il governo assicurava oramai pacificata e sotto il proprio controllo, mentre i cronisti si trovarono di fronte le forze dei ribelli. Oltretutto, tornando nella cittadina dopo qualche settimana, i giornalisti hanno potuto verificare che la moschea che campeggiava sulla piazza principale è stata letteralmente rasa al suolo.
Le foto delle torture scovate a Zawiya confermano poi indirettamente le accuse lanciate ieri dal procuratore della Corte penale internazionale (Cpi): le autorità libiche avevano pianificato di sparare sui dimostranti molto prima che la rivolta scoppiasse. “Abbiamo le prove che dopo le rivolte in Tunisia ed Egitto esponenti del regime hanno pianificato come controllare eventuali disordini in Libia”, ha detto ieri, 5 aprile, Luis Moreno-Ocampo, “Sparare sui civili era un piano predeterminato”.
I numeri della repressione sono ancora incerti, si stima che almeno 1.000 persone abbiano perso la vita. Centinaia poi sarebbero le persone ancora imprigionate, ma i resoconti sono scarsi e difficilmente verificabili. Amnesty International è riuscita a verificare che centinaia di persone risultano ancora scomparse dall’inizio della rivolta a metà febbraio.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
La Germania fa dietrofront: “Pronti alla missione umanitaria anche armata se lo chiede l’Onu”
BERLINO – Il governo tedesco è pronto a impegnare le Forze Armate del paese per missioni militari a scopo umanitario in Libia: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle.
Se dovesse esserci una richiesta da parte delle Nazioni Unite, ha detto il ministro all’emittente televisiva N24, ”naturalmente noi non ci sottrarremmo alla nostra responsabilità”. Westerwelle ha spiegato che la Bundeswehr parteciperebbe a missioni militari per proteggere i rifornimenti di medicinali e il trasporto dei rifugiati in Libia.
7 aprile 2011 | 19:00
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-germania-missioni-umanitaria-onu-814001/
BERLINO – Il governo tedesco è pronto a impegnare le Forze Armate del paese per missioni militari a scopo umanitario in Libia: lo ha detto oggi il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle.
Se dovesse esserci una richiesta da parte delle Nazioni Unite, ha detto il ministro all’emittente televisiva N24, ”naturalmente noi non ci sottrarremmo alla nostra responsabilità”. Westerwelle ha spiegato che la Bundeswehr parteciperebbe a missioni militari per proteggere i rifornimenti di medicinali e il trasporto dei rifugiati in Libia.
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