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sarà così... PERCHE' QUESTO E' IL MIO VOLERE!
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l'ultima idea di Monti: taglia sugli evasori...
di TONTOLO
L’idea di trasformare, un po’ alla cubana, tutti gli abitanti di questa penisola in delatori al servizio del “leader maximo” è parsa evidente sin dai tempi del ministro più piccolo del mondo, quel Renato Brunetta che aveva invitato i sindaci a vestire i panni degli occhiuti agenti del fisco, promettendo loro una lauta ricompensa per ogni euro sottratto agli evasori.
Ieri, ho appreso – leggendo Milano Finanza – che il diabolico Mario Monti ha elucubrato qualcosa di ancor peggiore e l’ha infilato nelle pieghe del decreto “liberalizzazioni”: la taglia sugli evasori. Riprendiamo la notizia dal quotidiano economico: “Si tratta, testualmente, dell’istituzione di un Premio alla lotta all’evasione fiscale, così recita il titolo dell’articolo ancora senza numero. Ecco il testo che sicuramente, se approvato, è destinato a far scoppiare un putiferio: «Qualora le sanzioni per violazioni delle leggi fiscali e tributarie siano casualmente riconducibili a una denuncia di un soggetto privato, al denunciante spetta una percentuale tra il 10 e il 30% della sanzione». La norma, che è allo studio dei tecnici e deve essere anche vistata dal ministero dell’Economia, precisa anche che ‘la percentuale è determinata in relazione alla quantità e alla qualità delle informazioni contenute nella denuncia’ e che non ‘si applica ai soggetti che hanno acquisito l’informazione in ragione del proprio ufficio pubblico o che hanno l’obbligo di denunciare l’illecito tributario’».
Quest’infame porcata, che manderà in sollucchero gli sbavatori d’invidia, trasformerà mezza Italia in un popolo di untori di manzoniana memoria. Me lo vedo già il sindacalista accidioso che, calcolatrice alla mano, si metterà a far di conto pensando quanto segue: “Se io denuncio quel padrone sfruttatore e borghese (e un po’ bastardo magari), qualora gli trovassero un milione di nero a me verrebbero in tasca ben 300.000 euro”.
Tutti contro tutti, insomma, come piace ai regimi veri, come meglio riesce fare allo Stato – per dirla con Bastiat – per continuare a spadroneggiare e schiavizzare i suoi derelitti sudditi.
Ormai, siamo all’incitamento all’odio di classe come neanche quegli “straccioni” di sessantottini erano riusciti a fare. Altro che lotta all’evasione fiscale.
Di fronte ad un governo canagliesco, composto da una sequela di nominati e di boiardi della burocrazia, i media non si sveneranno certo nel ricordare, a tambur battente, che la pressione fiscale italica è la più alta del mondo a fronte di servizi che nemmeno nel Burkina Faso sono indegni come quelli nostrani; che nel solo mese di maggio saranno 82 le scadenze fiscali; che le istruzioni per fare la dichiarazione dei redditi sono composte di 110 pagine; che la spesa pubblica e i benefit della casta di parassiti parlamentari sono intangibili; che la corruzione colloca il “belpaese di merda” in fondo alle classifiche delle nazioni incivili; che l’Imu è una gabella degna della tassa sulle finestre di medievale memoria; che gli imprenditori scappano e si suicidano; che le tasse indirette sono schizzate verso l’alto nell’ultimo decennio e, infine, che la manleva tributaria a livello locale è gravata da imposte cresciute del quasi 200% in quindici anni.
Niente affatto, i megafoni del “diktator Monti” continueranno raccontar balle sull’immoralità dell’evasione e i vari “Tinti-Goebbles” imperverseranno su tutti gli schermi per compiere, con ardore ed applicazione, il loro lavoro di mistificatori della realtà, vaneggiando di “tasse-belle”, solo perché ne va dei loro stipendi dorati.
Leggo che Monti potrebbe diventare – per via della perdita di credibilità dei partiti (che per inciso sono associazioni a delinquere) – il candidato leader di un raggruppamento di “moderati” in vista delle elezioni del 2013. Probabilmente, anche i servi sciocchi di Berlusconi sosterranno questa operazioni di maquillage politico. Per non saper né leggere né scrivere, io che son Tontolo consiglio loro di evitare di sforzarsi troppo nell’inventare nomi nuovi per il futuro movimento del premier, basterà che cambino un paio di consonanti alla vecchia “Forza Italia”, basterà che la chiamino “Fogna I-taglia”.
Questa democrazia farsesca – per dirla con Locke – impone una sola reazione: la rivolta, che – come ha scritto Max Stirner – “non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste”.
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Anche il colosso Amica chips scappa dall'Italia
«Con l'imposta sui cibi considerati non sani dovrei pagare un euro per ogni chilo di prodotto: 75 mila euro al giorno. Piuttosto vendo tutto a una multinazionale e me ne vado via dall'Italia».
È quanto afferma al Giornale, Alfredo Moratti, titolare del colosso degli snack, 'Amica chips'.
«L'Italia - protesta l'imprenditore - è ormai finita, spacciata. La gente non ha più voglia di lavorare e ai pochi che ce l'hanno ci pensa Monti a farla passare».
Moratti lamenta di «non trovare gli operai: i giovani non vogliono faticare» mentre sul governo aggiunge:
11.615
AZIENDE CHIUSE
NEL 2011
«Vogliono rendersi conto sì o no che gli operai guadagnano poco e a noi costano troppo?
Lo sanno che il 20 per cento dei miei dipendenti ha dovuto fare ricorso alla cessione del quinto dello stipendio per mantenere la famiglia?».
Fonte: leggo.it
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È quanto afferma al Giornale, Alfredo Moratti, titolare del colosso degli snack, 'Amica chips'.
«L'Italia - protesta l'imprenditore - è ormai finita, spacciata. La gente non ha più voglia di lavorare e ai pochi che ce l'hanno ci pensa Monti a farla passare».
Moratti lamenta di «non trovare gli operai: i giovani non vogliono faticare» mentre sul governo aggiunge:
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AZIENDE CHIUSE
NEL 2011
«Vogliono rendersi conto sì o no che gli operai guadagnano poco e a noi costano troppo?
Lo sanno che il 20 per cento dei miei dipendenti ha dovuto fare ricorso alla cessione del quinto dello stipendio per mantenere la famiglia?».
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“Sgoverno MONTI”: LIBERTA’ DI PENSIERO ADDIO
di Gianni Lannes
Finale di partita o dipartita finale? Un fatto è certo: la censura totale. La libertà di pensiero non è gradita a chi detiene il potere per conto terzi. Ora tocca ai blog: la democrazia va annichilita per sempre, tanto la popolazione italiana non reagirà mai, avranno pensato i maggiordomi dell’alta finanza e i soliti boiardi di Stato. Al totalitarismo soft del terzo millennio imposto da un potere straniero in salsetta tricolore, non basta controllare le leve dell’economia, le forze armate, la stragrande maggioranza degli organi di informazione o ricattare i morenti partiti. Adesso che iniziano a manifestarsi i veri effetti delle manovre governative, ovvero fallimenti di massa e suicidi a catena, spunta fuori la proposta ministeriale di Paola Severino:una regolamentazione per i diari liberi che navigano su internet. Niente di nuovo: ci aveva già provato il piduista di Arcore, con tessera 1816 rilasciata dalla loggia P 2 di Eugenio Cefis (il mandante degli omicidi Mattei, De Mauro ePasolini). Lo ha annunciato proprio il ministro della Giustizia, non eletta democraticamente, ma imposta con un golpe presidenziale – in barba alla Costituzione repubblicana e alla sovranità popolare – intervenendo al Festival del giornalismo di Perugia, evento già sponsorizzato dall’Enel con tanto di propaganda nuclearista. Nessun giornalista di fama ha reagito: l’atonia intellettuale è più che completa.
Un pretesto - «Il cittadino ha il diritto di interloquire con un altro cittadino – ha detto il guardasigilli abusivo – ma lo deve fare seguendo le regole: credo che questo sia un dovere di tutti, anche di chi scrive su un blog». «Il fatto di scrivere su un blog – ha aggiunto – non ti autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se stai trattando di diritti di altri. Ricordiamoci che i diritti di ciascuno di noi sono limitati dai diritti degli altri, io non posso intaccare il diritto di un'altra persona solo perché sono lasciato libero di esprimermi». Sui blog, in particolare, Severino ha sottolineato come «il problema non è vederli con sfavore ma reprimere gli abusi che vengono fatti, anche se su internet è più difficile. Non c’è un preconcetto – ha ribadito – ma questo mondo va regolamentato altrimenti si finisce nell’arbitrio». L’autentico problema italiano, almeno per il ministro è quello di reprimere i cosiddetti e presunti abusi. «Il giornale – ha detto la Severino – ha una sua consistenza cartacea. Il giornalista è individuabile e l’editore anche ed è dunque possibile intervenire. Il blog ha invece una diffusione assolutamente non controllata e non controllabile. E’ in grado di provocare dei danni estremamente più diffusi. Ecco perché bisogna vederne anche la parte oscura. E’ un fenomeno certamente positivo per certi aspetti ma nel quale si possono annidare anche cose negative (può essere un punto criminogeno). Questo mondo va regolamentato e pur nella spontaneità che ne rappresenta la caratteristica non può trasformarsi in arbitrio».
Senti chi sproloquia - «Il cittadino – ha spiegato il ministro – ha il diritto di interloquire con un altro cittadino ma lo deve fare anche lui seguendo le regole. Credo questo sia un dovere di tutti, anche di chi scrive sui blog. Il fatto di scrivere su un blog non ti autorizza a scrivere qualunque cosa soprattutto se stai trattando di diritti di altri. Ricordiamoci che i diritti di ciascuno di noi sono limitati da quelli degli altri. Non posso intaccarlo solo perché sono lasciato libero di scrivere. Mi devo sentire libero di scrivere e i blog hanno questa grandissima capacità di diffondere il pensiero in tempo reale, un grandissimo pregio che riconosco. Ma questo non deve far trasformare la libertà in arbitrio. Questa è una regola che tutti dovrebbero seguire». Del resto «è molto difficile» configurare un obbligo di rettifica per i blog.
Repentino l’intervento del deputato Massimo Donadi: «Il web è un patrimonio di tutti, è e deve restare libero. Siamo contrari a qualsiasi forma di censura sui blog, che sono fondamentali per la circolazione delle notizie, del pensiero e della cultura». «Non c’è bisogno di leggi restrittive perché le norme attuali già sono sufficienti contro la diffamazione e la circolazione di notizie false. I blog sono un esempio di libertà, un fenomeno culturale e informativo da coltivare e sostenere, non certo da controllare o imbavagliare. I blogger sono una risorsa, i problemi dell’informazione sono ben altri».
Tallone giudiziario - Secondo l’avvocato Severino «è nelle fasi interlocutorie delle indagini che più di frequente avviene la comunicazione e la diffusione della notizia». La selezione spetta quindi, secondo il ministro, al pubblico ministero o al giudice, a seconda dei momenti. «L’idea di base è lasciare al magistrato il compito di escludere le notizie che non sono rilevanti e attengono esclusivamente alla sfera personale delle persone interessate dal provvedimento, anche in quelle fasi nelle quali il provvedimento stesso viene consegnato alle parti» ha spiegato. In pratica quella cui sta pensando il ministro è una regolamentazione imperniata su tre cardini. Primo fra tutti la libertà della magistratura i secretare informazioni che metterebbero in crisi le indagini e allo stesso momento «salvaguardare la sfera personale». Perché, sostiene il ministro non è utile, neppure ai giudici, che si divulghino elementi non riconducibili alle indagini. I tre punti sono: «il diritto-dovere del giornalista di informare su fatti che hanno una rilevanza sociale, quello del magistrato di portare avanti le proprie indagini con una tutela della riservatezza indispensabile in alcune fasi e infine il diritto del cittadino, anche sotto indagine, di vedere pubblicate notizie che attengano all’inchiesta ma non esclusivamente la sua vita privata e anche di non vedere sui mezzi d’informazione contenuti di intercettazioni non rilevanti per il procedimento». Insomma, in questa ottica, dopo la sentenza decalogo dellaCassazione, saranno i magistrati a stabilire come e cosa scrivere o raccontare.
Addio articolo 21 - «I blog possono fare più danni dei giornali», ha detto Severino, accennando a una regolamentazione in sede di Unione europea per evitare che iprovider si possano trasferire in Paesi dove le maglie della legge sono più larghe. «Il cittadino ha il diritto di interloquire con un altro. Ma deve seguire le regole», ha detto la Severino. «Scrivere su un blog non autorizza a scrivere qualunque cosa, soprattutto se si sta trattando di diritti di altri. I blog hanno capacità di diffondere pensiero ma questo non deve trasformarsi in libertà di arbitrio», ha ripetuto Severino che appunto prevede presto una forma di regolamentazione. Anche se sarà «difficile pensare a un obbligo di rettifica nei blog». Sarebbe invece opportuno introdurre nel codice penale un nuovo reato: ossia l’ostacolo alla libera informazione. Una norma positiva per rafforzare la difesa di un diritto sancito dalla Costituzione e dalla carta fondamentali dei diritti europei.
Deriva pericolosa - Sereni e sorridenti e spensierati. Ridere senza pensare: è l’imperativo categorico. Ci vogliono come tifosi lobotomizzati, mentre ingiustizia, corruzione e mafie statali imperversano. Al popolo italiano vengono tenute nascoste verità inconfessabili, ad esempio la presenza sul suolo nazionale di centinaia di ordigni atomici targati USA, in violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare (TNP). Al popolo italiano vengono tenute nascoste da più di mezzo secolo le cose essenziali per la libertà. Per dirla con il grande presidenteSandro Pertini: «Libertà e giustizia sociale costituiscono un binomio inscindibile». A quando la concretezza di una nuova resistenza che salvaguardi le libertà e i diritti fondamentali? L’Italia, come abbastanza noto, è al 75° posto della classifica mondiale della libertà d’informazione. Vogliono farci retrocedere all’ultimo gradino planetario con tanto di decreto governativo? Il peggio, forse deve ancora arrivare: il Parlamento è stato già platealmente esautorato da ogni facoltà. Ci vogliono sudditi, non cittadini e così tentano di privarci anche della libertà d’opinione. Non dimentichiamo che in punta di diritto costituzionale, il governo Monti è privo di autorità legittima, in quanto non sottoposto al voto democratico, ovvero alla sovranità popolare. Allora: congediamo pacificamente Monti Mario e la sua banda di autoritari burocrati, prima che l’addomesticamento in atto dia i suoi frutti più deleteri.
Fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/04/sgoverno-monti-liberta-di-pensiero.html
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Un milione di immigrati ha fatto la valigia...
di Riccardo Galli
Lapresse
ROMA – A settembre del 2011 erano 4 milioni 968 mila, un mese dopo, ad ottobre, l’Istat ne ha censiti 3 milioni 800 mila. Sono gli immigrati residenti nel nostro Paese. Che fine ha fatto quel milione e passa che manca all’appello? La prima indagine era condotta sì dall’Istat, ma in collaborazione con la Caritas, e avrà quindi questa rivelazione trovato anche immigrati che al censimento ufficiale hanno preferito nascondersi, magari perché in possesso di regolare permesso di soggiorno, ma non di “regolare” domicilio. Ma in realtà quel milione di “assenti” fotografa altro: fotografa la crisi. L’Italia comincia a non esser più un paese così allettante in quanto a prospettive di lavoro. Quindi meglio tornare a casa o cercar fortuna altrove, questo il motivo e la spiegazione della discrepanza tra i due dati.
continua
Lapresse
ROMA – A settembre del 2011 erano 4 milioni 968 mila, un mese dopo, ad ottobre, l’Istat ne ha censiti 3 milioni 800 mila. Sono gli immigrati residenti nel nostro Paese. Che fine ha fatto quel milione e passa che manca all’appello? La prima indagine era condotta sì dall’Istat, ma in collaborazione con la Caritas, e avrà quindi questa rivelazione trovato anche immigrati che al censimento ufficiale hanno preferito nascondersi, magari perché in possesso di regolare permesso di soggiorno, ma non di “regolare” domicilio. Ma in realtà quel milione di “assenti” fotografa altro: fotografa la crisi. L’Italia comincia a non esser più un paese così allettante in quanto a prospettive di lavoro. Quindi meglio tornare a casa o cercar fortuna altrove, questo il motivo e la spiegazione della discrepanza tra i due dati.
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Libero: “Fini spende 200 mila euro l’anno per il fotografo personale”
ROMA – Un articolo pubblicato dal quotidiano Libero a firma Franco Bechis, racconta che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha speso nel 2011 ben 201mila euro per farsi fotografare da Enrico Para, il suo fotografo personale. Il giornale diretto da Bnelpietro svela che a pagare per questo particolare servizio sarebbero i contribuenti italiani.
Si deve piacere un fracco il presidente della Camera, visto che per le sue foto ha fatto sborsare (ai contribuenti, mica paga lui) la bellezza di 201.014,44 euro l’anno scorso”.
“A tanto ammontano le fatture pagate nel primo e nel secondo semestre alla Impero Fotografico srl di Para (che ne è il proprietario insieme alla moglie, anche lei fotografa). Nel primo semestre una fattura da 73.075,20 euro, e una da 34.449,60 euro. Nel secondo semestre la terza fattura, da 93.489,64 euro. Per Fini dunque il 2011 è stato l’anno del Gran Pavone, e per il fido Para l’anno della cuccagna. L’anno prima, secondo i dati rivelati dai soliti radicali e messi a disposizione dei contribuenti su Linked Open data Italia alla Impero fotografico srl erano stati pagati in tutto 76.692 euro. In un anno dunque la cifra è quasi triplicata.
articolo ed immagini
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In Italia la disoccupazione è ormai un allarme
Dati preoccupanti per un Primo Maggio in cui il lavoro per molti è un miraggio. Confermando sostanzialmente i recenti dati dell’Istat, ieri l’Ilo (l’Organizzazione internazionale del Lavoro, l’agenzia Onu che si occupa appunto del lavoro) ha diffuso il suo report. La scheda che illustra la situazione italiana evidenzia così un crollo del mercato del lavoro nel quarto trimestre del 2011.
Con un tasso di disoccupazione «ufficiale» che raggiunge quota 9,7% (pari a 2,1 milioni di persone che cercano e non trovano un impiego). Ma che considerando i 250mila lavoratori in cassa integrazione potrebbe anche superare la soglia del 10%. Scende anche il tasso di occupazione nella fascia 15-64 anni, al 56,9%.
In più, dice sempre il report Ilo, bisogna fare i conti con l’«allarmante» situazione dei cosiddetti Neet, ovvero le persone Not in Education, Employment or Training, cioè che non studiano, non lavorano e non sono neanche in formazione. Si tratta di quasi 1,5 milioni di italiani. Per quanto riguarda i giovani, la disoccupazione risulta pari al 32,6%, più che raddoppiata dall’inizio del 2008.
I lavoratori che non cercano più lavoro perché «scoraggiati» hanno raggiunto il 5% del totale della forza lavoro, mentre i disoccupati di lunga durata rappresentano il 51,1% dei disoccupati totali. «Seri problemi» esistono anche riguardo alla qualità dei posti di lavoro creati. Dall’inizio della crisi, la proporzione dell’occupazione a tempo determinato e a tempo parziale è aumentata fino a raggiungere rispettivamente il 13,4% e il 15,2% dell’occupazione totale.
Inoltre, il 50% del lavoro a tempo parziale e il 68% del lavoro a tempo determinato non è frutto della libera scelta dei lavoratori, ma è una condizione imposta dall’impossibilità di trovare un impiego migliore e più stabile. Nel suo rapporto generale l’Ilo non manca di sottolineare come le recenti misure di austerità rischino «di alimentare ulteriormente il ciclo di recessione e di rinviare ancora l’inizio della ripresa economica e il risanamento fiscale».
Infatti, la ripresa viene frenata dalla contrazione del consumo privato; e «tale contrazione è aggravata dal fatto che gli stipendi crescono meno velocemente rispetto all’inflazione». La priorità secondo l’agenzia Onu è quella di «trovare un equilibrio sostenibile tra risanamento fiscale e ripresa dell’occupazione. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, infine, nel 2012 la disoccupazione nel mondo colpirà 202 milioni di individui proprio a causa dei contraccolpi delle misure di austerità messe in atto in diversi paesi. Nel 2013 il tasso mondiale sarà del 6,3%.
Numeri allarmanti in un Primo Maggio pesantemente segnato da una crisi, iniziata nel 2008 e di cui, dopo più di quattro anni, non si vede la conclusione. «Sarà il primo maggio - dice il leader della Cgil Susanna Camusso - di un Paese in cui le persone sono sempre più preoccupate della disoccupazione, della difficoltà di reggere con il reddito a disposizione. Ma non c’è un declino ineluttabile, non ci rassegniamo».
Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni esprime preoccupazione per la «miscela esplosiva» che si sta creando. «La gente - spiega - è stanca di fare sacrifici, senza un segnale altrettanto chiaro da parte delle istituzioni e della politica. Vogliamo un patto per la crescita in cui tutti facciano la propria parte per favorire il rilancio degli investimenti».
«Il principale messaggio - conclude Luigi Angeletti, leader della Uil - è che bisogna ridurre le tasse sulle buste paga, lo strumento più importante per evitare l’acuirsi della recessione e quindi della perdita dei posti di lavoro».
www3.lastampa.it
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In Italia i pensionati devono aprire un conto corrente, ma poi ci pensa Equitalia
Ecco come massacrano i pensionati. Per aggirare la legge che impone il pignoramento di un importo massimo corrispondente a un quinto della pensione, costringono i pensionati a ricevere il pagamento in banca: dove grazie alla legge sui prelievi forzosi, può essere pignorato integralmente. Se il malcapitato ha qualcuno che può provvedere a garantirgli ugualmente un piatto di pastasciutta, in qualche modo sopravvive.
MA COLORO CHE NON HANNO NESSUNO CHE POSSA AIUTARLI?!?
Il governo Monti ha limitato a 1.000€ il tetto massimo per i pagamenti in contanti: e questo ha costretto numerosi pensionati che percepiscono un importo mensile superiore – anche di pochi euro – a dotarsi di un conto corrente bancario, con relative spese e commissioni.
Ma non è finita qui.
Dall’Ottobre scorso infatti, il governo Berlusconi ha concesso nuovi poteri ad Equitalia, tra cui quello di prelevare direttamente dai conti correnti dei debitori. Se un cittadino ha un debito, Equitalia può svuotargli il conto corrente per recuperare l’insoluto: indipendentemente dalla provenienza di tali soldi, e se ci trova 1.000€ preleva quelli.
E’ quanto sta succedendo ad alcuni pensionati che si vedono accreditare la pensione sul conto corrente, e subito dopo vedono svuotarsi il conto, grazie alle mani lunghe di Equitalia.
Nel caso di insoluti, Equitalia ha infatti la facoltà di pignorare fino a 1/5 (un quinto) della pensione: (funziona così anche per gli stipendi) ma in alcuni casi, quando senza il quinto dello stipendio diventa difficile andare avanti (familiari a carico, spese si affitto/mutuo etc) viene disposto il pignoramento di una quota minore dell’assegno, per esempio solo 1/10 (un decimo) della pensione. Regole a tutela dell’individuo che non sono previste nel caso dei prelievi forzosi dai conti correnti.
Se poi quel mese, dopo che la pensione si è volatilizzata il “fortunato” non ha i soldi necessari per mangiare e fronteggiare le spese, a loro non importa: le regole sono queste.
C’è davvero da sorprendersi che qualcuno, preso dalla disperazione, decida di farla finita?
Fonte: informarexresistere.fr
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"CLAMOROSO", lo Stato non pagherà più per le calamità naturali: dopo il danno, la beffa!!!
La riforma della Protezione Civile porta con sé una brutta sorpresa per gli italiani e le loro tasche: da oggi lo Stato non pagherà più i danni dovuti a terremoti, alluvioni o qualsiasi altra calamità naturale. È scritto chiaramente nel decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale. Lo conferma anche il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, secondo il quale i cittadini de L’Aquila saranno gli ultimi a ricevere assistenza dallo Stato per la ricostruzione.
D’ora in poi tutti i danni a immobili o altri beni dovuti a catastrofi naturali saranno totalmente a carico del cittadino che, se previdente, dovrà stipulare un’assicurazione ad hoc. Questo perché, come ammette lo stesso Gabrielli, lo Stato non è più in grado di sostenere i costi della ricostruzione. In questo modo, si sostiene, i cittadini potranno intervenire in prima persona e sarà rispettato il principio di uguaglianza.
Ma è davvero così? Non proprio, visto che il decreto non prevede l’obbligatorietà dell'assicurazione sulle calamità (per cui è solo prevista da alcuni anni una detrazione sulle tasse), né tantomeno un costo unitario. È evidente che, stando così le cose, chi vive nelle zone a rischio da un lato sarà più portato a stipulare una polizza, ma dall’altro dovrà sostenere costi più alti dettati dalle compagnie.
Nel decreto si prevede che entro 90 giorni venga varato un decreto attuativo, in cui forse verrà resa obbligatoria l’assicurazione contro le calamità a un prezzo fisso per tutti, forse un centinaio di euro all’anno. Un nuovo balzello per i proprietari di immobili, dopo l’Imu. Inoltre la riforma della Protezione Civile introduce la cosiddetta “tassa sulle disgrazie”, le Regioni potranno alzare le accise sulla benzina fino a 5 centesimi per fronteggiare spese dovute a calamità naturali. C’è stato comunque un passo avanti: in una prima versione l’aumento scattava automaticamente. Insomma... dopo il danno, la beffa!!!
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D’ora in poi tutti i danni a immobili o altri beni dovuti a catastrofi naturali saranno totalmente a carico del cittadino che, se previdente, dovrà stipulare un’assicurazione ad hoc. Questo perché, come ammette lo stesso Gabrielli, lo Stato non è più in grado di sostenere i costi della ricostruzione. In questo modo, si sostiene, i cittadini potranno intervenire in prima persona e sarà rispettato il principio di uguaglianza.
Ma è davvero così? Non proprio, visto che il decreto non prevede l’obbligatorietà dell'assicurazione sulle calamità (per cui è solo prevista da alcuni anni una detrazione sulle tasse), né tantomeno un costo unitario. È evidente che, stando così le cose, chi vive nelle zone a rischio da un lato sarà più portato a stipulare una polizza, ma dall’altro dovrà sostenere costi più alti dettati dalle compagnie.
Nel decreto si prevede che entro 90 giorni venga varato un decreto attuativo, in cui forse verrà resa obbligatoria l’assicurazione contro le calamità a un prezzo fisso per tutti, forse un centinaio di euro all’anno. Un nuovo balzello per i proprietari di immobili, dopo l’Imu. Inoltre la riforma della Protezione Civile introduce la cosiddetta “tassa sulle disgrazie”, le Regioni potranno alzare le accise sulla benzina fino a 5 centesimi per fronteggiare spese dovute a calamità naturali. C’è stato comunque un passo avanti: in una prima versione l’aumento scattava automaticamente. Insomma... dopo il danno, la beffa!!!
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Re: pranzetto alla Camera
ce' un link del gazzettino ufficiale per verificare se vera sta cosa?Alaudae ha scritto:La riforma della Protezione Civile porta con sé una brutta sorpresa per gli italiani e le loro tasche: da oggi lo Stato non pagherà più i danni dovuti a terremoti, alluvioni o qualsiasi altra calamità naturale. È scritto chiaramente nel decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale. Lo conferma anche il capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, secondo il quale i cittadini de L’Aquila saranno gli ultimi a ricevere assistenza dallo Stato per la ricostruzione.
D’ora in poi tutti i danni a immobili o altri beni dovuti a catastrofi naturali saranno totalmente a carico del cittadino che, se previdente, dovrà stipulare un’assicurazione ad hoc. Questo perché, come ammette lo stesso Gabrielli, lo Stato non è più in grado di sostenere i costi della ricostruzione. In questo modo, si sostiene, i cittadini potranno intervenire in prima persona e sarà rispettato il principio di uguaglianza.
Ma è davvero così? Non proprio, visto che il decreto non prevede l’obbligatorietà dell'assicurazione sulle calamità (per cui è solo prevista da alcuni anni una detrazione sulle tasse), né tantomeno un costo unitario. È evidente che, stando così le cose, chi vive nelle zone a rischio da un lato sarà più portato a stipulare una polizza, ma dall’altro dovrà sostenere costi più alti dettati dalle compagnie.
Nel decreto si prevede che entro 90 giorni venga varato un decreto attuativo, in cui forse verrà resa obbligatoria l’assicurazione contro le calamità a un prezzo fisso per tutti, forse un centinaio di euro all’anno. Un nuovo balzello per i proprietari di immobili, dopo l’Imu. Inoltre la riforma della Protezione Civile introduce la cosiddetta “tassa sulle disgrazie”, le Regioni potranno alzare le accise sulla benzina fino a 5 centesimi per fronteggiare spese dovute a calamità naturali. C’è stato comunque un passo avanti: in una prima versione l’aumento scattava automaticamente. Insomma... dopo il danno, la beffa!!!
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Re: pranzetto alla Camera
Alaudae ha scritto:prova qui: http://www.assinews.it/articolo_stampa_oggi.aspx?art_id=9312
grazie ala poi do un'occhiata.
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ennesimo caso
Oppresso da debiti si butta giù con l'auto da una scogliera
L'uomo, 48 anni, viveva in provincia di Benevento
MATTINATA (FOGGIA) - Si sarebbe suicidato perché oppresso dai debiti contratti con le banche e con i fornitori Carmine Capozzi, di 48 anni, di San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento, titolare di una stazione di servizio. La notte scorsa l'uomo, alla guida della sua Fiat Uno, si sarebbe lanciato dalla scogliera di Mattinata, nel Gargano. Secondo quanto accertato dai carabinieri, intervenuti sul luogo dell'incidente, l'uomo, non sposato, non ha retto al peso dei debiti contratti.
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chissà come mai governanti e papi non si suicidano mai!?
eppure un suicidato per lo Stato rappresenta solo un introito di meno...
L'uomo, 48 anni, viveva in provincia di Benevento
MATTINATA (FOGGIA) - Si sarebbe suicidato perché oppresso dai debiti contratti con le banche e con i fornitori Carmine Capozzi, di 48 anni, di San Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento, titolare di una stazione di servizio. La notte scorsa l'uomo, alla guida della sua Fiat Uno, si sarebbe lanciato dalla scogliera di Mattinata, nel Gargano. Secondo quanto accertato dai carabinieri, intervenuti sul luogo dell'incidente, l'uomo, non sposato, non ha retto al peso dei debiti contratti.
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chissà come mai governanti e papi non si suicidano mai!?
eppure un suicidato per lo Stato rappresenta solo un introito di meno...
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Italia: spendera' oltre 13 milioni di euro per armare la propria flotta di droni!
Secondo fonti di stampa Usa, all’Italia costerà 17 milioni di dollari (13,7 milioni di euro) armare la propria flotta di droni, composta da sei Mq-9 Reaper in in forza al 28° Gruppo Velivoli Teleguidati del 32° Stormo di Amendola (Foggia).
secondo l’agenzia Reuters, è la cifra che la Difesa italiana sborserà per acquistare dalle aziende militari statunitensi i kit di armamento, che comprendono software di puntamento e sgancio, piloncini alari per l’attacco degli ordigni e ovviamente questi ultimi: missili Agm-114 Hellfire (54mila euro l’uno) e bombe a guida laser Gbu-38 e Gbu-12 (rispettivamente, 28mila e 15mila euro al pezzo). La vendita di questi sistemi d’arma all’Italia, che attende a giorni il via libera del Congresso, farebbe dell’Italia il primo paese straniero – Gran Bretagna a parte – ad acquisire questa sofisticata tecnologia che – conferma a Reuters una fonte politica Usa – l’Italia vuole utilizzare sul fronte di guerra afgano.
http://www.laperfettaletizia.com/2012/05/italia-oltre-13-milioni-di-euro-per.html
link
secondo l’agenzia Reuters, è la cifra che la Difesa italiana sborserà per acquistare dalle aziende militari statunitensi i kit di armamento, che comprendono software di puntamento e sgancio, piloncini alari per l’attacco degli ordigni e ovviamente questi ultimi: missili Agm-114 Hellfire (54mila euro l’uno) e bombe a guida laser Gbu-38 e Gbu-12 (rispettivamente, 28mila e 15mila euro al pezzo). La vendita di questi sistemi d’arma all’Italia, che attende a giorni il via libera del Congresso, farebbe dell’Italia il primo paese straniero – Gran Bretagna a parte – ad acquisire questa sofisticata tecnologia che – conferma a Reuters una fonte politica Usa – l’Italia vuole utilizzare sul fronte di guerra afgano.
http://www.laperfettaletizia.com/2012/05/italia-oltre-13-milioni-di-euro-per.html
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Re: pranzetto alla Camera
... ...
Arconte Segugio- Staff misteri
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sarà così... PERCHE' QUESTO E' IL MIO VOLERE!
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la Casta dei Videopoker
L'immagine con una risoluzione maggiore la trovi qui
In questi giorni - sul web - si parla delle lobby delle slot, a cui il governo italiano, grazie a una legge di Berlusconi, sta scandalosamente per regalare 285.000.000 di euro; vedi articolo
Le stesse aziende a cui nel 2007 è stata accerta un'evasione fiscale da 98.000.000.000 di euro, e che se la sono cavata pagando, nel Febbraio scorso, solo 2.500.000.000 di euro, con uno sconto del 96,5%... più o meno la stessa percentuale che molti cittadini pagano in più ad Equitalia, a titolo di interessi, penali, spese di notifica. Umberto Rapetto, Il Colonnello della GdF che ha scoperto la maxi evasione, non ha ricevuto un encomio, ma è stato recentemente costretto a rassegnare le dimissioni. vedi articolo
Le stesse aziende dei videopoker a cui pochi mesi fa, lo stato ha regalato nuove licenze, che avrebbero potuto assegnare mediante asta pubblica, ricavando un introito milionario per le casse dell'erario. vedi articolo
Il "bello" è che i videopoker, che da qualche anno troviamo in praticamente tutti i bar, possono generare una forte dipendenza, e migliaia di persone ci si sono rovinate (o ci si stanno rovinando) se ti viene da pensare che sono "sciocchi", sappi che la dipendenza dal gioco non ha niente a che invidiare a quella che inducono le sostanze stupefacenti... vedi articolo
Passaparola condividendo sui social network: se non lo facciamo noi, non lo fa nessuno...
(qui l'immagine Facebook da condividere...)
Staff nocensura.com
Fonti
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Monti possibile indagato? “Manipolazione di mercato pluriaggravata e continuata”
Sembra incredibile, ma basta andare su questa pagina della New York University, per avere conferma di qualcosa su cui tutti i media tacciono pur essendo di fatto una bomba: il premier italiano è membro del Senior European Advisory Council of Moody’s. Vale a dire è tra coloro che contribuiscono a dare giudizi sulle aziende e sugli stati europei che poi l’agenzia di rating diffonde, causando a volte sfracelli. Siamo già molto oltre il conflitto di interessi, siamo al dramma e alla farsa di una democrazia.
Quanto alla possibilità di essere indagato deriva dall’inchiesta portata avanti dalla Procura di Trani fin dal 2010, su denuncia dell’Adusbef e della Federconsumatori: le due associazioni si decisero a coinvolgere la magistratura dopo un report di Moody’s del 6 maggio 2010 che concludeva etichettando l’ Italia come “Paese a rischio”. L’inchiesta si è allargata poi alle altre agenzie di rating Fitch e Standars e Poor’s , anch’esse coinvolte in giudizi che hanno portato poi al degradarsi della situazione economica. Proprio in questi giorni l’inchiesta su S&B si è chiusa con l’ipotesi di reato di manipolazione di mercato continuata e pluriaggravata a carico di cinque persone: il presidente di Standard & Poor’s financial service Deven Sharma, il managing director del rating di Londra Yann Le Pallec, Eileen Zhang (di S&P Europe); Frankiln Crawford Gill e Moritz Kraemer della direzione europea del rating sui debiti sovrani. Secondo i magistrati queste persone, “attraverso descritti artifici, a carattere informativo – costituenti condotte solo in apparenza lecite, ma effettivamente illecite per come combinate fra loro, con modalità e tempi accuratamente pianificati – fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari, quindi agli investitori, un’informazione tendenziosa e distorta (come tale anche “falsata”) in merito all’affidabilità creditizia italiana ed alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano, per modo di disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il valore”.
Che le agenzie di rating fossero nient’altro che interessati ufficiali di rotta della speculazione finanziaria, pesci remora degli squali, pronti a cibarsi dei resti del banchetto, è assolutamente chiaro a chiunque, ma in questo caso i magistrati hanno ricostruito un filo logico che rende difficile giustificare i giudizi come semplice “opinione”. E con l’imputazione di manipolazione di mercato sulla quale sarà chiamata ad esprimersi anche la Consob, S&B rischia il divieto di operare in Italia.
Questo però è solo un ramo dell’inchiesta, rimangono aperti quelli su Fitch e Moody’s. Senonché c’è un fatto clamoroso sebbene finora sconosciuto: il premier italiano è advisor proprio di una di quelle agenzie di rating grazie anche alle quali si è creata quell’emergenza che lo ha portato a capo del governo. Per la verità qualche cosa riguardo a questa incredibile opacità era trapelata, ma a parte una citazione di questa singolare posizione del professor premier nella brochure di un convegno tenutosi in Bocconi nel 2006 (qui) era praticamente impossibile fare altri accertamenti. Ma ora la piccola biografia della New York University, aggiornata al 2011 e di certo non smentita, parrebbe indicare che egli era ancora nel consiglio di Moody’s in tempi recentissimi e comunque all’epoca dei fatti di cui si occupa l’inchiesta dei magistrati di Trani.
Non so se Monti salendo a Palazzo Chigi, abbia avuto il buon gusto di rinunciare a sedere nel Senior European Advisory Council di Moody’s o se ne sia andato prima o sieda ancora tra i ben remunerati consigliori dell’agenzia di rating. Ma è stupefacente che un’intera classe politica non abbia sentito il bisogno di andare a fondo su un conflitto di questo genere e lo stesso Monti non paia avere la minima intenzione di chiarire il punto, affidandosi al silenzio dei media. Anche perché è evidente che aver collaborato a “una destabilizzazione dell’immagine, prestigio e affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari” come dicono i magistrati, per poi diventarne come se niente fosse il premier, in parte grazie ai giudizi di Moody’s, appartiene alla peggiore storia possibile.
Certo è assai strano che dopo il declassamento di 26 banche italiani da parte di Moody’s che ha suscitato un vespaio di reazioni dei partiti e indotto la Consob a convocare i responsabili dell’agenzia di rating, dal governo, così prodigo di dichiarazioni, consigli e fantasie, non è venuto un fiato.
Ecco cosa rimane della “trasparenza” promessa il primo giorno: il silenzio totale del protagonista e del Palazzo che gli tiene bordone, l’omertà complice dei media, la cecità di un Paese per il quale il premier e il suo governo sono la sabbia sotto la quale nascondere la testa. Se fossi in Moody’s darei una bella D: fallimento assicurato.
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L’ITALIA UNA COLONIA? NO, E’ SOLO UNA SOCIETA’. ECCO LA PROVA!
L’ITALIA E’ UNA SOCIETA’ PRIVATA REGISTRATA ALLA S.E.C. DI WASHINGTON D.C., IN AMERICA. LA PROVA!
maggio 2012, Italo Cillo. Ecco la grande menzogna, affinché tutti la possano vedere …
Questa pagina prova che l’Italia non è una “Repubblica costituzionale fondata sul lavoro”, ma una Società Privata registrata presso la S.E.C. di Washington D.C., in America:
http://www.sec.gov/cgi-bin/browse-edgar?action=getcompany&CIK=0000052782?ITALY REPUBLIC OF CIK#:?0000052782 (see all company filings)
SIC: 8888 – FOREIGN GOVERNMENTS
State location: L6 | Fiscal Year End: 1231
(Assistant Director Office: 99)Business Address MINISTRY OF ECONOMY AND FINANCE – VIA XX SETTEMBRE, 97 ROME L6 00187 (39) 06-86391271
Mailing Address C/O STUDIO LEGALE BISCONTI – VIA A. SALANDRA, 18 ROME L6 0018
IN QUESTO EPISODIO:
Ecco la grande menzogna, affinché tutti la possano vedere: questo documento prova che l’Italia non è una “Repubblica costituzionale fondata sul lavoro”, ma una Società Privata registrata presso la S.E.C. di Washington D.C., in America!
TU e la persona indicata su tutti i tuoi Documenti di Identità siete la stessa cosa, giusto? Sbagliato! La scioccante frode che si consuma ai nostri danni, fin dal giorno in cui siamo nati.?- Tre documenti medioevali, scritti su pelle umana, sono alla base del Sistema Feudale in vigore ancora oggi?!??
“Avvertimento” e “Silenzio-Assenso”: gli stratagemmi usati dall’Elite Mondiale per conservare il Potere.?- In corso di svolgimento: la più massiccia operazione di “bancarotta pianificata” di tutte le Nazioni, dal Primo Dopoguerra ad oggi.?
La Legge Universale del Libero Arbitrio: perché l’Elite Criminale che governa il mondo ha assoluto bisogno del nostro consenso per sopravvivere (e come ritirare il nostro consenso!).?Italo Cillo?Fondatore e Direttore di Miglioriamo.it e CerchiaRistretta.it
Link Attivo: http://blog.miglioriamo.it/1704/tempodicambiare-08/?Gli altri episodi: liberamenteservo.it
LINK: http://www.liberamenteservo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=4738
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Questa pagina prova che l’Italia non è una “Repubblica costituzionale fondata sul lavoro”, ma una Società Privata registrata presso la S.E.C. di Washington D.C., in America:
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Ecco la grande menzogna, affinché tutti la possano vedere: questo documento prova che l’Italia non è una “Repubblica costituzionale fondata sul lavoro”, ma una Società Privata registrata presso la S.E.C. di Washington D.C., in America!
TU e la persona indicata su tutti i tuoi Documenti di Identità siete la stessa cosa, giusto? Sbagliato! La scioccante frode che si consuma ai nostri danni, fin dal giorno in cui siamo nati.?- Tre documenti medioevali, scritti su pelle umana, sono alla base del Sistema Feudale in vigore ancora oggi?!??
“Avvertimento” e “Silenzio-Assenso”: gli stratagemmi usati dall’Elite Mondiale per conservare il Potere.?- In corso di svolgimento: la più massiccia operazione di “bancarotta pianificata” di tutte le Nazioni, dal Primo Dopoguerra ad oggi.?
La Legge Universale del Libero Arbitrio: perché l’Elite Criminale che governa il mondo ha assoluto bisogno del nostro consenso per sopravvivere (e come ritirare il nostro consenso!).?Italo Cillo?Fondatore e Direttore di Miglioriamo.it e CerchiaRistretta.it
Link Attivo: http://blog.miglioriamo.it/1704/tempodicambiare-08/?Gli altri episodi: liberamenteservo.it
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MONTI E I PIZZINI SUL BILDERBERG 2012
Tutto come da regolamento, o quasi: Chi sta a capo di un governo, non può essere invitato alla riunione del Bilderberg. Neanche se ti chiami Mario Monti, uno dei Membri Permanenti del Gruppo, uno dei più influenti là dentro.
Ergo, niente Bilberberg 2012 per il premier. Da qui la trovata di farsi sostituire da un fidato, uno che potesse portare il verbo montiamo dentro la Riunione e le sacre sentenze fuori dalla Riunione: Il nostro capo di governo non c’è la fa proprio a non intrallazzare con i potenti del Mondo, non riesce proprio a starne fuori…E ciò lascia solo presagire l’importanza delle decisioni prese là dentro.
Il fidato talpone da imbucare nel Bilderberg é Enrico Letta, l’enfant prodige della politica italiana, deputato del PD e nipote di quell’altro Enrico Letta, il berlusconiano.
I due hanno comunicato per tutta la durata del Meeting con dei pizzini. In pieno stile mafioso, cercando il modo più discreto possibile per comunicare nell’era delle intercettazioni telematiche, si sono affidati alla scuola Riina e Provenzano, comunicando con dei pezzi di carta scritti a mano, fatti poi recapitare al diretto interessato, in questo caso fin dentro il Parlamento, da persone fidate, in piena segretezza.
Come si sa tutto questo? Semplicemente perché abbiamo il primo pizzino che Letta ha fatto recapitare a Monti: Eh si, il premier, in udienza in Parlamento, si é fatto fotografare con il pizzino in mano, sciaguratamente rivolto verso l’obiettivo di una macchina fotografica.
« Mario, quando vuoi, dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono ! »
Purtroppo il Post Sciptum a fondo pagina é coperto dalla dita di Monti che lo hanno saldamente afferrato.
Quindi il talpone Letta é dentro, eccitato come un bambino in un negozio di caramelle, invoca al miracolo: Trovarsi a decidere le sorti dell’economia mondiale, anche se per conto terzi, deve essere stata la sua massima aspirazione. Subito si mette a disposizione, vuol sapere da Monti in che forme e modi può mettersi al suo servizio. S’intuisce che chiede addirittura consigli a Bersani, un’altro che predica democrazia e uguaglianza, ma che in realtà é completamente connivente ai poteri dei padroni del Mondo, vile schiavo del potere e traditore della fiducia degli Italiani.
Insieme a Monti che monitora a distanza e allo spifferatore Letta, gli altri italiani presenti alla riunione, che si é tenuta a Chantilly, nello stato della Virginia, negli Stati uniti d’America tra il 31 maggio e il 3 giugno 2012, sono:
Franco Bernabé: Direttore Generale di Telecom Italia e di La7
Fulvio Conti: Direttore Generale dell’ENEL s.p.a.
John Elkan: Direttore Generale del Gruppo FIAT
E misteriosamente la nota giornalista di LA7 Lili Gruber
(fonte: sito ufficiale del gruppo Bilberberg)
Fa effetto vedere tra gli uomini più potenti e ricchi d’Italia, a capo delle più importanti aziende nostrane, proprio quella Gruber che solo qualche mese fa aveva pubblicamente dato del massone a Monti, in diretta su LA7.
Chissà che strigliate avrà preso da Bernabé, il suo capo, proprietario dell’emittente televisiva per cui lavora e assiduo membro del Bilberberg dell’amico Monti…poi però, li vedi lì, a braccetto che vanno insieme al Bilberberg, quasi come se si volesse tenere buona la giornalista, allettandola, facendole respirare l’aria delle stanze in cui aleggia il potere. Chissà adesso se la Gruber si permetterà mai più di dare del massone a qualcun’altro, ora che é stato con loro.
Tratto da: Informare per Resisterehttp://www.informarexresistere.fr/2012/06/08/monti-e-i-pizzini-sul-bilderberg-2012/#ixzz1xDfs7GBF
link
Ergo, niente Bilberberg 2012 per il premier. Da qui la trovata di farsi sostituire da un fidato, uno che potesse portare il verbo montiamo dentro la Riunione e le sacre sentenze fuori dalla Riunione: Il nostro capo di governo non c’è la fa proprio a non intrallazzare con i potenti del Mondo, non riesce proprio a starne fuori…E ciò lascia solo presagire l’importanza delle decisioni prese là dentro.
Il fidato talpone da imbucare nel Bilderberg é Enrico Letta, l’enfant prodige della politica italiana, deputato del PD e nipote di quell’altro Enrico Letta, il berlusconiano.
I due hanno comunicato per tutta la durata del Meeting con dei pizzini. In pieno stile mafioso, cercando il modo più discreto possibile per comunicare nell’era delle intercettazioni telematiche, si sono affidati alla scuola Riina e Provenzano, comunicando con dei pezzi di carta scritti a mano, fatti poi recapitare al diretto interessato, in questo caso fin dentro il Parlamento, da persone fidate, in piena segretezza.
Come si sa tutto questo? Semplicemente perché abbiamo il primo pizzino che Letta ha fatto recapitare a Monti: Eh si, il premier, in udienza in Parlamento, si é fatto fotografare con il pizzino in mano, sciaguratamente rivolto verso l’obiettivo di una macchina fotografica.
« Mario, quando vuoi, dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall’esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono ! »
Purtroppo il Post Sciptum a fondo pagina é coperto dalla dita di Monti che lo hanno saldamente afferrato.
Quindi il talpone Letta é dentro, eccitato come un bambino in un negozio di caramelle, invoca al miracolo: Trovarsi a decidere le sorti dell’economia mondiale, anche se per conto terzi, deve essere stata la sua massima aspirazione. Subito si mette a disposizione, vuol sapere da Monti in che forme e modi può mettersi al suo servizio. S’intuisce che chiede addirittura consigli a Bersani, un’altro che predica democrazia e uguaglianza, ma che in realtà é completamente connivente ai poteri dei padroni del Mondo, vile schiavo del potere e traditore della fiducia degli Italiani.
Insieme a Monti che monitora a distanza e allo spifferatore Letta, gli altri italiani presenti alla riunione, che si é tenuta a Chantilly, nello stato della Virginia, negli Stati uniti d’America tra il 31 maggio e il 3 giugno 2012, sono:
Franco Bernabé: Direttore Generale di Telecom Italia e di La7
Fulvio Conti: Direttore Generale dell’ENEL s.p.a.
John Elkan: Direttore Generale del Gruppo FIAT
E misteriosamente la nota giornalista di LA7 Lili Gruber
(fonte: sito ufficiale del gruppo Bilberberg)
Fa effetto vedere tra gli uomini più potenti e ricchi d’Italia, a capo delle più importanti aziende nostrane, proprio quella Gruber che solo qualche mese fa aveva pubblicamente dato del massone a Monti, in diretta su LA7.
Chissà che strigliate avrà preso da Bernabé, il suo capo, proprietario dell’emittente televisiva per cui lavora e assiduo membro del Bilberberg dell’amico Monti…poi però, li vedi lì, a braccetto che vanno insieme al Bilberberg, quasi come se si volesse tenere buona la giornalista, allettandola, facendole respirare l’aria delle stanze in cui aleggia il potere. Chissà adesso se la Gruber si permetterà mai più di dare del massone a qualcun’altro, ora che é stato con loro.
Tratto da: Informare per Resisterehttp://www.informarexresistere.fr/2012/06/08/monti-e-i-pizzini-sul-bilderberg-2012/#ixzz1xDfs7GBF
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In epoca di tagli quanto costano i ministeri? 1 MILIARDO AL GIORNO!!!
Il professore, così chiamano l'avvoltoio inviato dagli strozzini, sta facendo tagli a tutto spiano, eppure le cose più evidenti non le tocca nemmeno. Non ci pensa proprio. Come scrivevo prima, loro non si fermeranno mai, e voi? Cosa vi aspettate da questi personaggi che tagliano risorse a pensionati, operai e invalidi civili ma finanziano generosamente la guerra o la Tav in Val di Susa? Una grande opera per le banche
Niente di buono spero ...
E' il risultato del dossier del servizio bilancio del Senato. In un anno la spesa totale ammonta a 283 miliardi di euro. Sono queste le cifre su cui la spending review del governo Monti dovrà risparmiare, per evitare un ulteriore aumento dell'Iva ad ottobre.
Entra nel vivo la prima fase della spending review e accende le polemiche per le spese dei Ministeri. E' attesa per oggi la presentazione delle linee guida del decreto legge alla base dell'operazione che dovrebbe assicurare risparmi per 5 miliardi di euro, a fronte di una prima stima di 4.2 miliardi (aumento reso necessario dagli effetti devastanti del terremoto in Emilia). L'obiettivo principale della spending review è evitare l'aumento dell'Iva previsto per ottobre, anche perché nei prossimi sei mesi si riuscisse a ridurre la spesa nelle cifre previste, si otterrebbe un risparmio strutturale di 8,5 miliardi di entro il 2013.
238 MILIARDI DI EURO, LA META' PER FARLI FUNZIONARE – Di quei 5 miliardi, tre miliardi dovrebbero arrivare dal taglio della spesa di cui si sta occupando il commissario Enrico Bondi. Il resto dovrebbe essere recuperato da ulteriori sforbiciate alla spesa corrente dei ministeri. A tal proposito, il servizio del bilancio del Senato ha fatto un po' di conti, giungendo ad un importo totale di 283 miliardi di euro (inclusi gli stipendi). Metà delle risorse, cioè 108 miliardi, servono a farli funzionare. Innanzitutto, sono stati evidenziati gli stanziamenti più consistenti rispetto al totale di quelli previsti per il 2012. Ad esempio i 79 miliardi trasferiti dal ministero dell'Economia a società pubbliche: 1,8 miliardi servono alle Ferrovie dello Stato, ad Anas e Enav; 4,3 miliardi vanno all’Inps a copertura del disavanzo fondo pensioni per il personale Fs. Interessante anche il contributo (1,4 miliardi) per rilanciare la lotta all’evasione fiscale e quello per la repressione di frodi e violazioni fiscali (2,6 miliardi). Curioso sapere che tra le voci di spesa c'è anche oltre un miliardo che va alle confessioni religiose.
http://www.nocensura.com/2012/06/quanto-ci-costano-i-ministeri-quasi-1.html
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Niente di buono spero ...
E' il risultato del dossier del servizio bilancio del Senato. In un anno la spesa totale ammonta a 283 miliardi di euro. Sono queste le cifre su cui la spending review del governo Monti dovrà risparmiare, per evitare un ulteriore aumento dell'Iva ad ottobre.
Entra nel vivo la prima fase della spending review e accende le polemiche per le spese dei Ministeri. E' attesa per oggi la presentazione delle linee guida del decreto legge alla base dell'operazione che dovrebbe assicurare risparmi per 5 miliardi di euro, a fronte di una prima stima di 4.2 miliardi (aumento reso necessario dagli effetti devastanti del terremoto in Emilia). L'obiettivo principale della spending review è evitare l'aumento dell'Iva previsto per ottobre, anche perché nei prossimi sei mesi si riuscisse a ridurre la spesa nelle cifre previste, si otterrebbe un risparmio strutturale di 8,5 miliardi di entro il 2013.
238 MILIARDI DI EURO, LA META' PER FARLI FUNZIONARE – Di quei 5 miliardi, tre miliardi dovrebbero arrivare dal taglio della spesa di cui si sta occupando il commissario Enrico Bondi. Il resto dovrebbe essere recuperato da ulteriori sforbiciate alla spesa corrente dei ministeri. A tal proposito, il servizio del bilancio del Senato ha fatto un po' di conti, giungendo ad un importo totale di 283 miliardi di euro (inclusi gli stipendi). Metà delle risorse, cioè 108 miliardi, servono a farli funzionare. Innanzitutto, sono stati evidenziati gli stanziamenti più consistenti rispetto al totale di quelli previsti per il 2012. Ad esempio i 79 miliardi trasferiti dal ministero dell'Economia a società pubbliche: 1,8 miliardi servono alle Ferrovie dello Stato, ad Anas e Enav; 4,3 miliardi vanno all’Inps a copertura del disavanzo fondo pensioni per il personale Fs. Interessante anche il contributo (1,4 miliardi) per rilanciare la lotta all’evasione fiscale e quello per la repressione di frodi e violazioni fiscali (2,6 miliardi). Curioso sapere che tra le voci di spesa c'è anche oltre un miliardo che va alle confessioni religiose.
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Governo, sottobanco trasferisce 2 miliardi e 567 milioni nelle casse della banca Morgan Stanley!
di Gianni Lannes
Basta dare un’occhiata ai diversi provvedimenti varati dall'attuale Governo - non eletto democraticamente, ma eterodiretto da David Rockfeller - tra cui il decreto-legge numero 201 del 2011, noto come manovra «salva-Italia», che, basando il 75 per cento delle proprie disposizioni su nuove entrate, ha previsto la revisione della tassazione sugli immobili e l'aumento dell'addizionale regionale all'Irpef e dell'Iva che, congiuntamente all'attuale grave crisi economica finanziaria, graveranno pesantemente su tutte le famiglie italiane, comprimendo la domanda interni di consumi e determinando al contempo una riduzione del prodotto interno lordo nazionale, già previsto in forte ribasso dagli esperti economici.
Sotto banco - Il Ministero dell'economia e delle finanze, nei primi giorni di gennaio 2012, ha effettuato un trasferimento nelle casse della banca Morgan Stanley per una cifra pari a due miliardi e 567 milioni di euro. In risposta ad una interpellanza parlamentare urgente (numero 2/01385) presentata dall'onorevole Antonio Borghesi, il sottosegretario all'istruzione, all'università e alla ricerca Marco Rossi Doria, ha dichiarato che «Per quanto riguarda, in particolare, la vicenda relativa alla Morgan Stanley, riportata da alcuni organi di stampa e richiamata nell'interpellanza, si fa presente che alla fine del 2011 e con regolamento il Ministero dell'economia e delle finanze, in data 3 gennaio 2012, ha proceduto alla chiusura di alcuni derivati in essere con Morgan Stanley (due interest rate swap e due swaption) in conseguenza di una clausola di «Additional Termination Event» presente nel contratto quadro (Isda Master Agreement) che regolava i rapporti tra la Repubblica Italiana e la banca in questione. Tale clausola, risalente alla data di stipula del contratto, nel 1994, era unica e non presente in nessun altro contratto quadro vigente tra il ministero e le sue controparti, e non è stato possibile, nel corso degli ultimi anni, rinegoziare la stessa. In virtù di tale clausola, si è proceduto alla chiusura anticipata di alcuni derivati con Morgan Stanley, regolandone il controvalore in 2,567 miliardi senza il coinvolgimento di terze parti».
La denuncia - Recentemente, un cittadino di Roma ha trasmesso un esposto alla Procura della Repubblica di Trani, già impegnata peraltro in una indagine sulle agenzie affaristiche Standard&Poor's, nonché Moody’s, sostenendo l'opportunità di delucidazioni del Presidente del Consiglio italiano (Monti Mario), anche in ragione del fatto che, così come sostenuto dallo stesso all'interno dell'esposto, quando il Ministero dell'economia e delle finanze sottoscrisse il contratto con la Morgan Stanley, a capo della banca c'era l'attuale Governatore della Banca della comunità europea Mario Draghi (altro soggetto Bilderberg), mentre, al momento della chiusura dei contratti in derivati tra il Governo italiano e l'Istituto di credito americano, la carica di vicepresidente della banca Morgan Stanley era allora ricoperto dal figlio del Presidente del Consiglio italiano, ovvero da Giovanni Monti. All'interno dell'esposto inoltre, viene rimarcata più volte la singolarità dell'evento, allorché le clausole di estinzione anticipata a favore degli istituti di credito che riguardano il rischio per lo Stato di un rientro anticipato per l'intero, sono operazioni molto rare, senza considerare che inserire il diritto di rientro in qualsiasi momento a discrezione del creditore sembra essere un dato costante dei contratti stipulati dalla banca Morgan Stanley. L’affare descritto sulla pelle dell’Italia, evidenzia come le operazioni in derivati gestite dal Ministero dell'economia e delle finanze si caratterizzino per un altro livello di opacità, laddove nessuno è a conoscenza esattamente dell'ammontare di tali operazioni e di quale sia l'eventuale guadagno, o perdita complessivamente registrata dallo Stato. Presidente pro tempore, Monti Mario, quanti sono complessivamente i suoi conflitti di interessi? Della serie: prima speculo in un Paese e poi lo distruggo definitivamente indossando l’aureola del salvatore. Al diavolo l’amen.
Fonte:http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2012/06/le-regalie-di-monti-con-i-nostri-soldi.html
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Re: pranzetto alla Camera
la persona che mi dà più irritazione è il sig. Napolitano
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Oscar Giannino su Radio 24: "Stato LADRO! " (05-05-2012)
Il Grande Oscar Giannino su Radio 24, puntata del (05-05-2012).
Una voce controcorrente, che - giustamente - non si allinea all'informazione di regime.
Lo voglio Ministro delle Finanze!
Link originale:
https://www.facebook.com/photo.php?v=3874679155116
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Boato per gol Italia interrompe Monti e Hollande
Palazzo Chigi, 14 Giugno 2012.
I nostri parlamentari interessatissimi si preoccupano di risolvere la crisi con un incontro congiunto tra Italia-Francia.
Alcuni, però, seguivano un altro incontro. . . Italia-Croazia agli Europei di calcio.
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