Febbre del Nilo in Sardegna: fenicotteri “complici” delle zanzare killer
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Febbre del Nilo in Sardegna: fenicotteri “complici” delle zanzare killer
ORISTANO – I fenicotteri rosa sono “complici” delle pericolose zanzare killer che hanno portato la febbre del Nilo il Sardegna. La penisola del Sinis è nota per gli uccelli migratori, che assieme alla loro bellezza esotica hanno portato le zanzare infette dalla Febbre del Nilo o West Nile. Questo virus non si trasmette da uomo a uomo, ma solo attraverso la puntura di una zanzara. Solo in Sardegna i focolai riconosciuti che hanno dato il via all’epidemia sono 54. Il bilancio dei morti conta 34 uccelli e 18 cavalli, ma soprattutto 4 uomini. L’arrivo del freddo debella le uova delle zanzare, ma con l’arrivo della primavera il pericolo epidemia tornerà nella regione.
L’allarme, spiega Antonio Montisci, direttore del servizio sanità della Asl 5 di Oristano, arriva dal decesso dei polli negli allevamenti: “Li abbiamo individuati in due aziende e ogni 15 giorni passavamo a prelevarli per le analisi, lo scorso settembre hanno cominciato ad essere positivi alla West Nile”. Il virus è arrivato in poco tempo ai cavalli, e poi all’uomo. La dottoressa Caterina Rizzo, dell’Istituto superiore di sanità, ha spiegato: “Questa è una malattia subdola perché per l’80% dei casi è asintomatica, nel 20% genera febbre e soltanto nell’1% si presenta con una forma neuroinvasiva”. Il problema dunque è che non si riesce a quantificare quanti abbiano contratto il virus nella forma asintomatica.
Generalmente il virus è letale per anziani o persone affette da altre patologie che possono essere aggravate. Il caso del 34 enne morto in Sardegna costituisce un caso raro, osserva Rizzo: “La forma neuroinvasiva della malattia di solito colpisce anziani con patologie alla base, che vengono aggravate. E’ raro che soggetti giovani ed in buona salute presentino la forma più grave della malattia anche se casi simili sono stati descritti”.
Se il pericolo di un’epidemia di febbre del Nilo in Veneto è stato scongiurato dal freddo, che uccide le uova e dunque la possibilità che nuovi focolai nascano, la Sardegna non ha beneficiato di tale effetto dal clima, come ha spiegato Antonello Usai, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico di Sassari: “Le basse temperature impediscono la diffusione massiva, c’è da dire però che in Sardegna non c’è una temperatura così rigida neppure in inverno. E se in Veneto il freddo ha distrutto uova, da noi la temperatura potrebbe non aver fatto altrettanto”.
Gli abitanti della Sardegna sono ora nel panico e si sentono abbandonati dalla regione, che ritengono non abbia destinato sufficienti risorse. Le province però lamentano che dalla regione non sono giunte risorse aggiuntive per gestire l’emergenza, come ha detto Emanuele Cera, assessore provinciale all’ambiente di Oristano: “Abbiamo assunto 12 disinfestatori, oltre alle 20 unità che abbiamo in pianta stabile ma per gestire la straordinarietà dell’emergenza non abbiamo ricevuto risorse aggiuntive dalla Regione, nonostante ci avessero dato assicurazione che sarebbero arrivate. E’ stato preso atto della gravità della situazione ma in termini pratici non ci è stato dato nulla”.
Simona De Francisi, assessore regionale alla sanità, ha replicato: “Abbiamo subito creato un’unità di crisi e i primi di ottobre il presidente Ugo Cappellacci ha emanato un’ordinanza con dei provvedimenti urgenti come la disinfestazione, la rimozione dei sottovasi e dei copertoni d’auto dove spesso ristagna l’acqua. Poi abbiamo avviato una campagna di comunicazione per i cittadini e a marzo partirà un piano di sorveglianza. Stanzieremo delle risorse in giunta per la disinfestazione, vedremo a quali province saranno destinate -ed ha aggiunto -. Non stiamo sottovalutando il problema, siamo in un periodo di silenzio epidemico, non parliamo di emergenza”.
2 febbraio 2012 | 14:32
http://www.corriere.it/inchieste/febbre-nilo-sardegna-fenicotteri-rosa-tradiscono-sinis/7f519afe-4ced-11e1-8838-1be80b480ae6.shtml (video)
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L’allarme, spiega Antonio Montisci, direttore del servizio sanità della Asl 5 di Oristano, arriva dal decesso dei polli negli allevamenti: “Li abbiamo individuati in due aziende e ogni 15 giorni passavamo a prelevarli per le analisi, lo scorso settembre hanno cominciato ad essere positivi alla West Nile”. Il virus è arrivato in poco tempo ai cavalli, e poi all’uomo. La dottoressa Caterina Rizzo, dell’Istituto superiore di sanità, ha spiegato: “Questa è una malattia subdola perché per l’80% dei casi è asintomatica, nel 20% genera febbre e soltanto nell’1% si presenta con una forma neuroinvasiva”. Il problema dunque è che non si riesce a quantificare quanti abbiano contratto il virus nella forma asintomatica.
Generalmente il virus è letale per anziani o persone affette da altre patologie che possono essere aggravate. Il caso del 34 enne morto in Sardegna costituisce un caso raro, osserva Rizzo: “La forma neuroinvasiva della malattia di solito colpisce anziani con patologie alla base, che vengono aggravate. E’ raro che soggetti giovani ed in buona salute presentino la forma più grave della malattia anche se casi simili sono stati descritti”.
Se il pericolo di un’epidemia di febbre del Nilo in Veneto è stato scongiurato dal freddo, che uccide le uova e dunque la possibilità che nuovi focolai nascano, la Sardegna non ha beneficiato di tale effetto dal clima, come ha spiegato Antonello Usai, direttore generale dell’Istituto zooprofilattico di Sassari: “Le basse temperature impediscono la diffusione massiva, c’è da dire però che in Sardegna non c’è una temperatura così rigida neppure in inverno. E se in Veneto il freddo ha distrutto uova, da noi la temperatura potrebbe non aver fatto altrettanto”.
Gli abitanti della Sardegna sono ora nel panico e si sentono abbandonati dalla regione, che ritengono non abbia destinato sufficienti risorse. Le province però lamentano che dalla regione non sono giunte risorse aggiuntive per gestire l’emergenza, come ha detto Emanuele Cera, assessore provinciale all’ambiente di Oristano: “Abbiamo assunto 12 disinfestatori, oltre alle 20 unità che abbiamo in pianta stabile ma per gestire la straordinarietà dell’emergenza non abbiamo ricevuto risorse aggiuntive dalla Regione, nonostante ci avessero dato assicurazione che sarebbero arrivate. E’ stato preso atto della gravità della situazione ma in termini pratici non ci è stato dato nulla”.
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Alaudae- Moderatore Globale
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Re: Febbre del Nilo in Sardegna: fenicotteri “complici” delle zanzare killer
Disinfestazione = spargere veleni
in un modo o nell'altro ci rimtettiamo ugualmente.
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Arconte Segugio- Staff misteri
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sarà così... PERCHE' QUESTO E' IL MIO VOLERE!
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