Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
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Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
LONDRA – Dovremmo ringraziare la perdita di alcuni filamenti di Dna se gli uomini, oggi, non hanno spine sul pene.
A sostenerlo è uno studio pubblicato su Nature dagli scienziati statunitensi delle università di Stanford, Georgia e Pennsylvania State.
Sono stati loro a spiegare che, un tempo, anche gli uomini avevano i baffi sensoriali e dei piccoli aculei sui genitali, che ancora si trovano in diverse specie di mammiferi, compresi gli scimpanzé, con cui condividiamo il 96 per cento del Dna.
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, ciò che distingue gli esseri umani dagli altri animali non è dunque qualche gene in più, ma qualche frammento in meno. L’evoluzione, infatti, ha cancellato dal nostro genoma 510 sequenze di Dna, che hanno permesso lo sviluppo di alcune aree del cervello umano, nonché, appunto, la perdita degli aculei sul pene.
Il loro ruolo, in altre specie, è quello di aumentare la stimolazione del maschio durante l’accoppiamento e di indurre l’ovulazione femminile. Ma i cambiamenti nel corteggiamento umano, dai rapporti sessuali meno frettolosi alle relazioni di coppia più stabili e durature, ne avrebbero favorito la scomparsa, per la gioia delle partner femminili.
A sostenerlo è uno studio pubblicato su Nature dagli scienziati statunitensi delle università di Stanford, Georgia e Pennsylvania State.
Sono stati loro a spiegare che, un tempo, anche gli uomini avevano i baffi sensoriali e dei piccoli aculei sui genitali, che ancora si trovano in diverse specie di mammiferi, compresi gli scimpanzé, con cui condividiamo il 96 per cento del Dna.
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, ciò che distingue gli esseri umani dagli altri animali non è dunque qualche gene in più, ma qualche frammento in meno. L’evoluzione, infatti, ha cancellato dal nostro genoma 510 sequenze di Dna, che hanno permesso lo sviluppo di alcune aree del cervello umano, nonché, appunto, la perdita degli aculei sul pene.
Il loro ruolo, in altre specie, è quello di aumentare la stimolazione del maschio durante l’accoppiamento e di indurre l’ovulazione femminile. Ma i cambiamenti nel corteggiamento umano, dai rapporti sessuali meno frettolosi alle relazioni di coppia più stabili e durature, ne avrebbero favorito la scomparsa, per la gioia delle partner femminili.
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
cristian ha scritto:LONDRA – Dovremmo ringraziare la perdita di alcuni filamenti di Dna se gli uomini, oggi, non hanno spine sul pene.
A sostenerlo è uno studio pubblicato su Nature dagli scienziati statunitensi delle università di Stanford, Georgia e Pennsylvania State.
Sono stati loro a spiegare che, un tempo, anche gli uomini avevano i baffi sensoriali e dei piccoli aculei sui genitali, che ancora si trovano in diverse specie di mammiferi, compresi gli scimpanzé, con cui condividiamo il 96 per cento del Dna.
Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, ciò che distingue gli esseri umani dagli altri animali non è dunque qualche gene in più, ma qualche frammento in meno. L’evoluzione, infatti, ha cancellato dal nostro genoma 510 sequenze di Dna, che hanno permesso lo sviluppo di alcune aree del cervello umano, nonché, appunto, la perdita degli aculei sul pene.
Il loro ruolo, in altre specie, è quello di aumentare la stimolazione del maschio durante l’accoppiamento e di indurre l’ovulazione femminile. Ma i cambiamenti nel corteggiamento umano, dai rapporti sessuali meno frettolosi alle relazioni di coppia più stabili e durature, ne avrebbero favorito la scomparsa, per la gioia delle partner femminili.
questa poi è la prima volta che la sento. chissà cosa si perse le signore in tutti questi anni..
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
sicuramente hanno trovato persone con aculei sul pene.. ma perfavore!
e la prova quale sarebbe, l'autore dell'articolo su aculei che vende audience?
e la prova quale sarebbe, l'autore dell'articolo su aculei che vende audience?
Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
Marius ha scritto:sicuramente hanno trovato persone con aculei sul pene.. ma perfavore!
e la prova quale sarebbe, l'autore dell'articolo su aculei che vende audience?
infatti, qual'è la fonte dell'articolo
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
Marius ha scritto:sicuramente hanno trovato persone con aculei sul pene.. ma perfavore!
e la prova quale sarebbe, l'autore dell'articolo su aculei che vende audience?
http://www.blitzquotidiano.it/scienze/pene-spine-dna-uomo-scimmia-779473/
trovo questo sito molto affidabile ,devo dire che di qualsiasi argomento trattano che sia sport o altro ho quasi sempre riscontrato la veridicita' della notizia,poi per carita' i millantatori ci sono dappertutto,ora bisognerebbe fare una ricerca piu approffondita sulla notizia e verificare che sia attendibile.
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
blizquotidiano? non avete sentito di molte notizie false ma inventate per fare in qualche modo audience? pure tgcom le usa molte volte, questa cosa degli aculei sul pene è talmente AAHAHAHA che farebbe rabbrividire pure i nostri presunti antenati aculeosi
Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
si ho sentito di notizie fatte ad hoc,in questo articolo pero' c'e' pure il nome dell'universita,bho.ripeto mi documento meglio poi faccio sapere se gli aculei esistevano o menoMarius ha scritto:blizquotidiano? non avete sentito di molte notizie false ma inventate per fare in qualche modo audience? pure tgcom le usa molte volte, questa cosa degli aculei sul pene è talmente AAHAHAHA che farebbe rabbrividire pure i nostri presunti antenati aculeosi
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
ho mandato un email a Gill Bejerano
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
sarebbe inquitetante cmq fosse vera,povere le donzelle del periodoMarius ha scritto:ho mandato un email a Gill Bejerano
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
Marius ha scritto:ho mandato un email a Gill Bejerano
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
cristian ha scritto:sarebbe inquitetante cmq fosse vera,povere le donzelle del periodoMarius ha scritto:ho mandato un email a Gill Bejerano
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
non vorrei sconfinare nel porno ma mi sembra qualche anno fa di aver visto in vendita dei condom fatti in modo da ricordare certi attributi preistorici....
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
ekko vedi tutto combacia, ora spettiamo la risposta all'email che ha mandato il bossAlaudae ha scritto:cristian ha scritto:sarebbe inquitetante cmq fosse vera,povere le donzelle del periodoMarius ha scritto:ho mandato un email a Gill Bejerano
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
non vorrei sconfinare nel porno ma mi sembra qualche anno fa di aver visto in vendita dei condom fatti in modo da ricordare certi attributi preistorici....
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
cristian ha scritto:ekko vedi tutto combacia, ora spettiamo la risposta all'email che ha mandato il bossAlaudae ha scritto:cristian ha scritto:sarebbe inquitetante cmq fosse vera,povere le donzelle del periodoMarius ha scritto:ho mandato un email a Gill Bejerano
lo scopritore di questa cosa.. vediamo se è vera o no questa news
non vorrei sconfinare nel porno ma mi sembra qualche anno fa di aver visto in vendita dei condom fatti in modo da ricordare certi attributi preistorici....
curioso curioso!
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Quando il pene dell'uomo perse le spine
l genere Homo avrebbe perso questa caratteristica, presente in molti animali moderni, prima della comparsa dei Neandertal
Uno scimpanzé maschio lancia il suo richiamo da un albero. Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
di Christine Dell'Amore
Le spine del primate
Quando il pene dell'uomo perse le spine
Un primo piano delle spine sul pene di un primate. Immagine per gentile concessione di Philip Reno, Stanford University (immagine alla fine dell'articolo)
I maschi del genere Homo hanno perso quella parte di DNA che un tempo rendeva il loro pene "spinoso”: lo rivela un recente studio sul genoma umano pubblicato dalla rivista Nature.
Le spine del pene, ancora presenti in numerosi animali moderni, come ad esempio il gatto, si presentano come delle piccole formazioni di cheratina che ricoprono l'esterno dell'organo.
Secondo il biologo della Stanford University Gill Bejerano, coautore dello studio, questa caratteristica era presente nell'antenato comune di esseri umani e scimpanzé, vissuto circa sei milioni di anni fa, ma è scomparso dal codice genetico umano prima ancora che l'antenato comune desse origine all'uomo moderno (Homo sapiens) e ai Neandertal, circa 700.000 anni fa.
Confrontando il genoma umano con quello di una serie di specie sia attuali che estinte, tra cui scimpanzé e Neandertal, gli studiosi hanno rilevato almeno 510 "cancellature” genetiche che si sarebbero verificate durante l'evoluzione umana. Ciò avrebbe provocato una serie di mutamenti nel nostro organismo, ad esempio facendo aumentare le dimensioni del cervello o facendo sparire le vibrisse dal volto di Homo.
Secondo
Bejerano, oltre alla scomparsa delle spine del pene, "vi sono probabilmente altre 500 scoperte affascinanti ancora da fare che riguardano l'evoluzione del genoma umano. È questa la cosa interessante di questo studio”.
Piccoli mutamenti, grandi ripercussioni
Le "cancellazioni” dal DNA (in realtà il risultato di rare mutazioni cellulari), non compromettono la funzione complessiva di un gene, spiegano i ricercatori. "Pensate a una lampadina controllata da una miriade di interruttori diversi”, dice il coautore della ricerca David Kingsley, anche lui della Stanford. "Se rompiamo la lampadina, la luce si spegne. Se invece rimuoviamo un interruttore, abbiamo solo alterato la risposta a un singolo input. Ciò può produrre un effetto significativo in un piccolo circuito, ma mantiene molte altre funzioni”.
Bejerano sottolinea il fatto che l'apetto più importante messo in luce dallo studio è il fatto che a volte piccoli cambiamenti nelle sequenze del DNA possono dare origine a strutture molto più ampie ed elaborate negli organismi, come ad esempio un cervello più complesso.
La genetista Rhonda Snook della University of Sheffield (che non ha preso parte alla ricerca) ritiene che questo concetto sia interessante almeno quanto la scoperta che riguarda le spine del pene.
Alcuni "possono pensareche questi piccoli mutamenti siano marginali”, dice la studiosa. “Ma possono aver avuto effetti davvero importanti sul modo in cui gli organismi si evolvono rispetto ai loro predecessori”.
La monogamia ha prodotto un pene meno complesso?
Ad esempio, è stato un piccolo mutamento a rendere il pene umano più liscio e più semplice nel corso del tempo. Ciò può essere accaduto perché Homo non aveva più bisogno di questo tratto addizionale. In alcuni animali moderni, come appunto il gatto domestico, il pene spinoso contribuisce alla fertizilizzazione delle femmine quando la competizione fra lo sperma di diversi maschi è feroce. Ad esempio, le spine possono "rompere” le secrezioni di fluidi coagulati depositati da altri maschi all'interno delle femmine per impedire che sperma di altri fertilizzi l'ovulo.
Ma le donne sono perlopiù monogame, e i maschi "non solo sono presenti durante la fertilizzazione, ma stabiliscono relazioni a lungo termine con le femmine”, dice Kingsley.
Snook, che ha studiato l'evoluzione della forma e della funzione dello sperma, afferma che gli elementi a favore di una teoria che colleghi la monogamia a strutture riproduttive più semplice sono ancora abbastanza labili. Ad esempio, un'analisi filogenetica - ovvero un'analisi comparativa della presenza/assenza nel tempo di spine sul pene in diversi organismi - può offrire maggiori spunti.
Il "mistero impenetrabile” dell'evoluzione umana.
Nel complesso, questo tipo di ricerche genetiche così sofisticate sono possibili da dieci anni a questa parte, da quando cioè è stato pubblicato il genoma umano. "Adesso abbiamo questa incredibile capacità di sapere molte più cose su come avviene e come cambia l'evoluzione”, dice la studiosa.
Aggiunge Kingsley: "Abbiamo la fortuna di vivere in questo momento magico in cui disponiamo di tutto il sequenzionamento del nostro genoma e di quello dei nostri parenti". Scoprire come siamo diventati ciò che siamo "può essere un gigantesco e impenetrabile mistero”, dice lo studioso, "ma stiamo cominciando a intravedere alcune delle differenze molecolari che fanno di noi degli esseri umani”.
(10 marzo 2011)
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/03/10/news/perch_il_pene_umano_senza_spine-215370/
Un primo piano delle spine sul pene di un primate. Immagine per gentile concessione di Philip Reno, Stanford University
Uno scimpanzé maschio lancia il suo richiamo da un albero. Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
di Christine Dell'Amore
Le spine del primate
Quando il pene dell'uomo perse le spine
Un primo piano delle spine sul pene di un primate. Immagine per gentile concessione di Philip Reno, Stanford University (immagine alla fine dell'articolo)
I maschi del genere Homo hanno perso quella parte di DNA che un tempo rendeva il loro pene "spinoso”: lo rivela un recente studio sul genoma umano pubblicato dalla rivista Nature.
Le spine del pene, ancora presenti in numerosi animali moderni, come ad esempio il gatto, si presentano come delle piccole formazioni di cheratina che ricoprono l'esterno dell'organo.
Secondo il biologo della Stanford University Gill Bejerano, coautore dello studio, questa caratteristica era presente nell'antenato comune di esseri umani e scimpanzé, vissuto circa sei milioni di anni fa, ma è scomparso dal codice genetico umano prima ancora che l'antenato comune desse origine all'uomo moderno (Homo sapiens) e ai Neandertal, circa 700.000 anni fa.
Confrontando il genoma umano con quello di una serie di specie sia attuali che estinte, tra cui scimpanzé e Neandertal, gli studiosi hanno rilevato almeno 510 "cancellature” genetiche che si sarebbero verificate durante l'evoluzione umana. Ciò avrebbe provocato una serie di mutamenti nel nostro organismo, ad esempio facendo aumentare le dimensioni del cervello o facendo sparire le vibrisse dal volto di Homo.
Secondo
Bejerano, oltre alla scomparsa delle spine del pene, "vi sono probabilmente altre 500 scoperte affascinanti ancora da fare che riguardano l'evoluzione del genoma umano. È questa la cosa interessante di questo studio”.
Piccoli mutamenti, grandi ripercussioni
Le "cancellazioni” dal DNA (in realtà il risultato di rare mutazioni cellulari), non compromettono la funzione complessiva di un gene, spiegano i ricercatori. "Pensate a una lampadina controllata da una miriade di interruttori diversi”, dice il coautore della ricerca David Kingsley, anche lui della Stanford. "Se rompiamo la lampadina, la luce si spegne. Se invece rimuoviamo un interruttore, abbiamo solo alterato la risposta a un singolo input. Ciò può produrre un effetto significativo in un piccolo circuito, ma mantiene molte altre funzioni”.
Bejerano sottolinea il fatto che l'apetto più importante messo in luce dallo studio è il fatto che a volte piccoli cambiamenti nelle sequenze del DNA possono dare origine a strutture molto più ampie ed elaborate negli organismi, come ad esempio un cervello più complesso.
La genetista Rhonda Snook della University of Sheffield (che non ha preso parte alla ricerca) ritiene che questo concetto sia interessante almeno quanto la scoperta che riguarda le spine del pene.
Alcuni "possono pensareche questi piccoli mutamenti siano marginali”, dice la studiosa. “Ma possono aver avuto effetti davvero importanti sul modo in cui gli organismi si evolvono rispetto ai loro predecessori”.
La monogamia ha prodotto un pene meno complesso?
Ad esempio, è stato un piccolo mutamento a rendere il pene umano più liscio e più semplice nel corso del tempo. Ciò può essere accaduto perché Homo non aveva più bisogno di questo tratto addizionale. In alcuni animali moderni, come appunto il gatto domestico, il pene spinoso contribuisce alla fertizilizzazione delle femmine quando la competizione fra lo sperma di diversi maschi è feroce. Ad esempio, le spine possono "rompere” le secrezioni di fluidi coagulati depositati da altri maschi all'interno delle femmine per impedire che sperma di altri fertilizzi l'ovulo.
Ma le donne sono perlopiù monogame, e i maschi "non solo sono presenti durante la fertilizzazione, ma stabiliscono relazioni a lungo termine con le femmine”, dice Kingsley.
Snook, che ha studiato l'evoluzione della forma e della funzione dello sperma, afferma che gli elementi a favore di una teoria che colleghi la monogamia a strutture riproduttive più semplice sono ancora abbastanza labili. Ad esempio, un'analisi filogenetica - ovvero un'analisi comparativa della presenza/assenza nel tempo di spine sul pene in diversi organismi - può offrire maggiori spunti.
Il "mistero impenetrabile” dell'evoluzione umana.
Nel complesso, questo tipo di ricerche genetiche così sofisticate sono possibili da dieci anni a questa parte, da quando cioè è stato pubblicato il genoma umano. "Adesso abbiamo questa incredibile capacità di sapere molte più cose su come avviene e come cambia l'evoluzione”, dice la studiosa.
Aggiunge Kingsley: "Abbiamo la fortuna di vivere in questo momento magico in cui disponiamo di tutto il sequenzionamento del nostro genoma e di quello dei nostri parenti". Scoprire come siamo diventati ciò che siamo "può essere un gigantesco e impenetrabile mistero”, dice lo studioso, "ma stiamo cominciando a intravedere alcune delle differenze molecolari che fanno di noi degli esseri umani”.
(10 marzo 2011)
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/03/10/news/perch_il_pene_umano_senza_spine-215370/
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
allora e' prorpio vero,povere donzelle dell'epoca
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
Con mia grande sorpresa
ho ricevuto l'email dallo scienziato americano Gill Bejerano dell'università di Stanford
Hi Marius
We never tell a lie
I attach the original paper for you you to make your own call.
-Gill
Mi ha spedito l'articolo originale pubblicato da lui in Formato pdf
Scaricabile direttamente qui sotto
insomma avevamo le spine li sotto
ho ricevuto l'email dallo scienziato americano Gill Bejerano dell'università di Stanford
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Re: Evoluzione: anche gli uomini, un tempo, avevano piccoli aculei sul pene
Marius ha scritto:Con mia grande sorpresa
ho ricevuto l'email dallo scienziato americano Gill Bejerano dell'università di Stanford
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