Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
"come si può vedere, la storia si ripete con meccanismi ben collaudati (finchè ci sono i media ad appoggiarli...)"
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Domani al Quirinale il presidente Giorgio Napolitano presiederà un Consiglio supremo di Difesa di cruciale importanza, poiché si esprimerà non solo sull’acquisto dei costosissimi cacciabombardieri F-35, ma anche sulla delicata decisione di autorizzare bombardamenti aerei italiani in Afghanistan.
L’imbarazzo e lo scaricabarile del premier Monti di fronte alla domanda di Lilli Gruber, sommato alle numerose dichiarazioni pubbliche del ministro della Difesa Di Paola sull’assoluta necessità di “andare avanti” con il programma F-35, suggeriscono che non vi saranno retromarcia sostanziali su questa folle spesa militare (almeno 13 miliardi di euro, destinati a lievitare di molto). Si può sperare solo in minime riduzioni o dilazioni.
Silenzio di tomba invece, anche da parte del mondo politico, sull’altra importantissima questione che verrà discussa domani in Consiglio supremo di Difesa al punto dell’ordine del giorno che recita “riqualificazione dell’impegno italiano” nelle missioni militari internazionali: la scelta di rimuovere i ‘caveat’ che finora hanno impedito ai nostri cacciabombardieri Amx (proprio quelli che andrebbero rimpiazzati dagli F-35) di effettuare azioni di bombardamento.
tratto da un articolo pubblicato su MEGACHIP
E' una grande vergogna, ma perchè non siamo ancora scesi in piazza contro questa folle spesa? Fanno tagli su tutto e soprattutto su quelli che stanno peggio e poi elargiscono MILIARDI per la guerra!
E poi perchè devono bombardare in Afganistan? BASTA CON QUESTE GUERRE!!
L’imbarazzo e lo scaricabarile del premier Monti di fronte alla domanda di Lilli Gruber, sommato alle numerose dichiarazioni pubbliche del ministro della Difesa Di Paola sull’assoluta necessità di “andare avanti” con il programma F-35, suggeriscono che non vi saranno retromarcia sostanziali su questa folle spesa militare (almeno 13 miliardi di euro, destinati a lievitare di molto). Si può sperare solo in minime riduzioni o dilazioni.
Silenzio di tomba invece, anche da parte del mondo politico, sull’altra importantissima questione che verrà discussa domani in Consiglio supremo di Difesa al punto dell’ordine del giorno che recita “riqualificazione dell’impegno italiano” nelle missioni militari internazionali: la scelta di rimuovere i ‘caveat’ che finora hanno impedito ai nostri cacciabombardieri Amx (proprio quelli che andrebbero rimpiazzati dagli F-35) di effettuare azioni di bombardamento.
tratto da un articolo pubblicato su MEGACHIP
E' una grande vergogna, ma perchè non siamo ancora scesi in piazza contro questa folle spesa? Fanno tagli su tutto e soprattutto su quelli che stanno peggio e poi elargiscono MILIARDI per la guerra!
E poi perchè devono bombardare in Afganistan? BASTA CON QUESTE GUERRE!!
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Napolitano!...ci siamo allevati una serpe in seno
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Siria: Ue e USA divisi sulla guerra. Ma Qatar e G. Bretagna già combattono
di Marco Santopadre - contropiano.org.
Bruxelles e Washington divisi sulla guerra. Ma truppe speciali di Londra - insieme a quelle dell'onnipresente Qatar - starebbero già combattendo ad Homs contro l'esercito siriano. E’ netta la diversità di vedute su come intervenire sulla crisi siriana con gli Stati Uniti che parlano apertamente di intervento militare diretto mentre le diplomazie europee lo escludono categoricamente. La novità delle ultime ore viene da Washington dove l’amministrazione Obama ha alla fine gettato la maschera.
A rendere noto ciò che tutti i più attenti analisti sapevano da mesi è stata ieri la Cnn. Scrive NenaNews: CONTINUA
Bruxelles e Washington divisi sulla guerra. Ma truppe speciali di Londra - insieme a quelle dell'onnipresente Qatar - starebbero già combattendo ad Homs contro l'esercito siriano. E’ netta la diversità di vedute su come intervenire sulla crisi siriana con gli Stati Uniti che parlano apertamente di intervento militare diretto mentre le diplomazie europee lo escludono categoricamente. La novità delle ultime ore viene da Washington dove l’amministrazione Obama ha alla fine gettato la maschera.
A rendere noto ciò che tutti i più attenti analisti sapevano da mesi è stata ieri la Cnn. Scrive NenaNews: CONTINUA
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Notizie dalla Siria
Leggo sul giornale filoamericano e supporter della democrazia sospesa, «La Repubblica», un titolo a quattro colonne: “Quattrocento bambini uccisi in Siria. La denuncia dell’Unicef. La Cnn rivela: gli Usa valutano l’opzione militare”. Leggo ogni riga, per capire la drammatica situazione. L’Unicef è un organismo potente. Dovrebbe avere buoni mezzi per scavare nelle informazioni. Quali sono questi potenti mezzi? Non si sa, non si dice.
Però ad un certo punto si riporta che l’Unicef afferma di avere “notizie” di “minorenni arrestati arbitrariamente, torturati, abusati sessualmente”.
Notizie? Questi sono i mezzi di intelligence dell’ONU? E notizie da parte di chi? Ovviamente da parte della “resistenza”. «La Repubblica» non lo dice, così come sembra non dirlo l’Unicef. Ma qui e là salta fuori.
Notizie. Talmente poco che anche l’articolista deve ammettere «In queste cifre c’è necessariamente un elemento di congettura. Come in ogni guerra la manipolazione dei dati è evidente».
Ovviamente per i redattori di «Repubblica» le congetture comode sono verità assolute. E così si spara il titolo.
Notizie. Quella contro la Siria sarà quindi l’ennesima guerra basata su notizie non verificate.
La memoria corre subito ai soldati di Gheddafi «rimpinzati di Viagra» (perché mai rimpinzare di Viagra giovani maschi abili al servizio militare?) per poter violentare donne e bambini. E allora si torna indietro alla «esecuzione di Bin Laden»: anche nel suo cosiddetto rifugio si ritrovarono pillole di Viagra sul comodino, assieme a film pornografici. Però non si trovò nessuno strumento per la dialisi di cui aveva assoluto bisogno per sopravvivere. Potenza del sesso!
Ma poi la memoria ritorna in Libia, alla psichiatra di Bengasi Siham Sergewa che aveva affermato di aver distribuito per posta (sotto i bombardamenti) 70mila dossier ad altrettante donne e di avere ricevuto 60mila risposte (sempre sotto le bombe) da cui si evinceva che 259 donne, con cui era rimasta in contatto, avevano subito violenza sessuale da parte dei soldati governativi.
Peccato che quando Diana Eltahawy, inviata della filoccidentale Amnesty International, le avesse chiesto di poter incontrare alcune di quelle donne, la Sergewa le avesse risposto che non era più in contatto con nessuna di esse.
E peccato che quando le fu chiesto di vedere i famosi 60mila questionari compilati, la Sergewa avesse detto che non li trovava più.
Non contenta di essere stata sbugiardata anche da agenzie amiche, qualche mese dopo tornò alla carica con la storia delle “amazzoni” di Gheddafi stuprate da padre e figli. Un’altra storia strombazzata con grandi titoli dai nostri media, più sputtanati ancora dalla psichiatra libica mendace.
Così bombarderemo la Siria sulla base di notizie e di congetture che vantano una lunga tradizione di falsità.
Ben inteso, quando dico “noi” intendo proprio “noi”, la nostra coscienza che fu già piallata in modo discontinuo dalle bugie su Saddam, collaudata con la “rivoluzione verde” in Iran, rettificata con precisione dalle falsità sulla Libia ed ora è un ponte di lancio senza un difetto per bombardieri.
Gli aggressori, invece, sanno benissimo perché bombarderanno la Siria, grazie alla nostra ignavia o complicità.
Basta leggere per bene la conclusione dell’articolo in oggetto, che in realtà ha come target militare il tentativo di mediazione del Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: «Se l’Occidente promuove la democrazia, il Cremlino vede una questione di geopolitica».
Ci sarebbe da ridere per non piangere. La tabella di marcia ricevuta su un appunto al Pentagono dal generale Wesley Clark era tutto tranne che una strategia per difendere la democrazia (termine che negli studi degli strateghi USA non compare mai se non come occasionale arma propagandistica di guerra).
Una tabella che diceva “Afghanistan, Iraq, Libia, Libano, Siria, Somalia, Yemen e Iran”. Una tabella di marcia stilata nel 2001. Ben prima della “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein, ben prima dei “brogli elettorali” di Ahmadinejad, ben prima degli “stupri al Viagra” dei soldati di Gheddafi, ben prima dei “quattrocento bambini ammazzati da Assad”. Ben prima di tutto.
E gli Stati Uniti, per Giove, sono di parola.
E hanno fretta. In maggio sono programmate in Siria elezioni democratiche pluripartitiche, sotto lo scrutinio di osservatori internazionali. Magari tra gli osservatori ci sarà anche quel rompiballe di Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti, che osò affermare che le elezioni vinte da Hamas erano state le più democratiche di tutto il Medio Oriente.
Non sia mai!
Gli USA sanno benissimo che le elezioni saranno inevitabilmente e ignominiosamente perse dagli “oppositori” da loro foraggiati con armi e soldi tramite Arabia Saudita e Qatar e con gli uffici a Londra.
Gli esportatori di democrazia devono quindi fermare a tutti i costi quelle elezioni. Perché, come si sa, le elezioni sono democratiche solo quando vince chi vuole il padrone.
articolo pubblicato su MEGACHIP
Però ad un certo punto si riporta che l’Unicef afferma di avere “notizie” di “minorenni arrestati arbitrariamente, torturati, abusati sessualmente”.
Notizie? Questi sono i mezzi di intelligence dell’ONU? E notizie da parte di chi? Ovviamente da parte della “resistenza”. «La Repubblica» non lo dice, così come sembra non dirlo l’Unicef. Ma qui e là salta fuori.
Notizie. Talmente poco che anche l’articolista deve ammettere «In queste cifre c’è necessariamente un elemento di congettura. Come in ogni guerra la manipolazione dei dati è evidente».
Ovviamente per i redattori di «Repubblica» le congetture comode sono verità assolute. E così si spara il titolo.
Notizie. Quella contro la Siria sarà quindi l’ennesima guerra basata su notizie non verificate.
La memoria corre subito ai soldati di Gheddafi «rimpinzati di Viagra» (perché mai rimpinzare di Viagra giovani maschi abili al servizio militare?) per poter violentare donne e bambini. E allora si torna indietro alla «esecuzione di Bin Laden»: anche nel suo cosiddetto rifugio si ritrovarono pillole di Viagra sul comodino, assieme a film pornografici. Però non si trovò nessuno strumento per la dialisi di cui aveva assoluto bisogno per sopravvivere. Potenza del sesso!
Ma poi la memoria ritorna in Libia, alla psichiatra di Bengasi Siham Sergewa che aveva affermato di aver distribuito per posta (sotto i bombardamenti) 70mila dossier ad altrettante donne e di avere ricevuto 60mila risposte (sempre sotto le bombe) da cui si evinceva che 259 donne, con cui era rimasta in contatto, avevano subito violenza sessuale da parte dei soldati governativi.
Peccato che quando Diana Eltahawy, inviata della filoccidentale Amnesty International, le avesse chiesto di poter incontrare alcune di quelle donne, la Sergewa le avesse risposto che non era più in contatto con nessuna di esse.
E peccato che quando le fu chiesto di vedere i famosi 60mila questionari compilati, la Sergewa avesse detto che non li trovava più.
Non contenta di essere stata sbugiardata anche da agenzie amiche, qualche mese dopo tornò alla carica con la storia delle “amazzoni” di Gheddafi stuprate da padre e figli. Un’altra storia strombazzata con grandi titoli dai nostri media, più sputtanati ancora dalla psichiatra libica mendace.
Così bombarderemo la Siria sulla base di notizie e di congetture che vantano una lunga tradizione di falsità.
Ben inteso, quando dico “noi” intendo proprio “noi”, la nostra coscienza che fu già piallata in modo discontinuo dalle bugie su Saddam, collaudata con la “rivoluzione verde” in Iran, rettificata con precisione dalle falsità sulla Libia ed ora è un ponte di lancio senza un difetto per bombardieri.
Gli aggressori, invece, sanno benissimo perché bombarderanno la Siria, grazie alla nostra ignavia o complicità.
Basta leggere per bene la conclusione dell’articolo in oggetto, che in realtà ha come target militare il tentativo di mediazione del Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: «Se l’Occidente promuove la democrazia, il Cremlino vede una questione di geopolitica».
Ci sarebbe da ridere per non piangere. La tabella di marcia ricevuta su un appunto al Pentagono dal generale Wesley Clark era tutto tranne che una strategia per difendere la democrazia (termine che negli studi degli strateghi USA non compare mai se non come occasionale arma propagandistica di guerra).
Una tabella che diceva “Afghanistan, Iraq, Libia, Libano, Siria, Somalia, Yemen e Iran”. Una tabella di marcia stilata nel 2001. Ben prima della “armi di distruzione di massa” di Saddam Hussein, ben prima dei “brogli elettorali” di Ahmadinejad, ben prima degli “stupri al Viagra” dei soldati di Gheddafi, ben prima dei “quattrocento bambini ammazzati da Assad”. Ben prima di tutto.
E gli Stati Uniti, per Giove, sono di parola.
E hanno fretta. In maggio sono programmate in Siria elezioni democratiche pluripartitiche, sotto lo scrutinio di osservatori internazionali. Magari tra gli osservatori ci sarà anche quel rompiballe di Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti, che osò affermare che le elezioni vinte da Hamas erano state le più democratiche di tutto il Medio Oriente.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
inizio a non capire nulla
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Vudkos ha scritto:inizio a non capire nulla
questa foto da me fortunosamente trovata è essenziale per capire il come ed il perchè di tante cose
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PENTAGONO: Israele potrebbe colpire l'Iran nel mese di aprile
Il segretario alla Difesa americano, Leon Panetta, riconosce che è "molto probabile" che Israele attaccherà l'Iran nella primavera di quest'anno, secondo l'opinionista del Washington Post, David Ignatius. Secondo Panetta, gli Stati Uniti, hanno già espresso la loro "preoccupazione su questo problema", dice il giornalista. Tuttavia, il capo del Pentagono ha rifiutato di commentare le affermazioni del giornale, e se l'intervista, presumibilmente presa durante l'incontro con i ministri della difesa della NATO, ha avuto luogo.
RT.com
Israele: l'Iran ha materiale per creare quattro bombe nucleari
Questo giovedì Israele ha parlato anche dell'Iran e del suo controverso programma nucleare.
"L'Iran sta lavorando duramente per acquisire la capacità militare nucleare", ha avvertito il direttore dei servizi segreti militari di Israele, il generale Aviv Kochavi, il quale ha detto che la repubblica islamica "ha abbastanza materiale per fare quattro bombe".
Il funzionario israeliano ha anche detto che a suo parere, Teheran vuole che le armi nucleari per tre motivi: l'egemonia regionale, la dissuasione e il desiderio di essere un paese chiave nella zona.
Tuttavia, l'Iran vuole sottolineare la natura pacifica del suo programma nucleare che - assicura - cerca solo di fornire al popolo iraniano l'energia generata da centrali nucleari. Inoltre, le autorità iraniane sono pronte a discutere i loro piani nucleari con la Comunità Europea e gli esperti dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA, N.d.T.).
Al centro della tempesta
Le dichiarazioni contro la Repubblica Islamica coincidono con l'approvazione al Senato degli Stati Uniti del disegno di legge che avrebbe esteso le sanzioni contro il settore petrolchimico iraniano. Queste ritorsioni, potrebbero aggiungersi a quelle già approvate dall'Unione Europea e che potrebbero entrare in vigore questa estate.
Parallelamente, Washington e i suoi alleati aumentano le loro truppe nel Golfo Persico. Secondo fonti della sicurezza iraniane, bombardieri strategici degli Stati Uniti hanno appena raggiunto una base aerea in Qatar. Alcuni media israeliani hanno anche riferito che, un eventuale attacco all'Iran potrebbe aver luogo in giugno di quest'anno, cosa che Panetta non ha negato.link
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il Pentagono pronto a stanziare 7 milioni di dollari per il programma AVATAR
Dopo gli studi inglesi sull’applicazione delle neuroscienze nell’ambito militare, il Pentagono ha finanziato con sette milioni di dollari l’avvenieristico progetto ‘Avatar’. In sostanza, i soldati si comporteranno come nel film di James Cameron, con robot al posto degli alieni.
In sostanza, i soldati si comporteranno come nel film di James Cameron, con robot al posto degli alieni. “Il programma Avatar – spiegano – svilupperà le interfacce e gli algoritmi per consentire a un soldato di controllare in modo efficace un robot che agirebbe come suo surrogato”.
Questi robot andrebbero a svolgere il ‘lavoro sporco’ negli scenari di guerra. Così, sarebbero già pronti due prototipi, Petman (una sorta di umanoide senza testa) e AlphaDog (una specie di macchinona a quattro zampe).
Naturalmente, questi super robot sono ancora lontani dal poter scendere sui campi di battaglia, ma il Pentagono confida di arrivare a risultati rilevanti nel giro di qualche anno.
links
In sostanza, i soldati si comporteranno come nel film di James Cameron, con robot al posto degli alieni. “Il programma Avatar – spiegano – svilupperà le interfacce e gli algoritmi per consentire a un soldato di controllare in modo efficace un robot che agirebbe come suo surrogato”.
Questi robot andrebbero a svolgere il ‘lavoro sporco’ negli scenari di guerra. Così, sarebbero già pronti due prototipi, Petman (una sorta di umanoide senza testa) e AlphaDog (una specie di macchinona a quattro zampe).
Naturalmente, questi super robot sono ancora lontani dal poter scendere sui campi di battaglia, ma il Pentagono confida di arrivare a risultati rilevanti nel giro di qualche anno.
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Riarmamento senza precedenti della Russia
I rapporti internazionali non potrebbero essere più tesi tra Cina, Russia, Iran e Siria da una parte e Usa, Europa e Lega Araba dall'altra.
Vladimir Putin, il primo ministro russo, candidato a ridiventare presidente alle prossime elezioni nazionali, ha promesso un riarmamento senza precedenti di Mosca.
L'annuncio giunge in vista del dispiegamento di una base anti missile in Europa da parte di Stati Uniti e Nato. In un articolo scritto nel giornale ufficiale della Gazzetta Russa (Rossiïskaïa Gazeta) e interamente dedicato alla questione militare, Putin mette in primo piano la necessità di rispondere con i fatti prima ancora che percorrendo la via diplomatica.
"L'epoca in cui ci troviamo esige una politica determinata al rafforzamento del sistema di difesa aereo e spaziale del paese. È la politica di Stati Uniti e Nato in materia di difesa antimissile che ci spinge a farlo", scrive Putin.
"Ventitre mila miliardi di rubli (590 miliardi di euro) saranno consacrati totalmente a questi obiettivi (di riarmamento) nei prossimi dieci anni", precisa Putin, sottolineando che "non il patriottismo non è mai troppo in questa materia".
"Dobbiamo imbastire una nuova armata. Moderna, in grado di essere mobilitata in qualsiasi momento". La storia insegna che in tempi di crisi, la probabilità di uno scoppio di una guerra è più alta. E in quel caso Mosca non ha alcuna intenzione di farsi trovare impreparata.
Fonte: wallstreetitalia.com
link
Vladimir Putin, il primo ministro russo, candidato a ridiventare presidente alle prossime elezioni nazionali, ha promesso un riarmamento senza precedenti di Mosca.
L'annuncio giunge in vista del dispiegamento di una base anti missile in Europa da parte di Stati Uniti e Nato. In un articolo scritto nel giornale ufficiale della Gazzetta Russa (Rossiïskaïa Gazeta) e interamente dedicato alla questione militare, Putin mette in primo piano la necessità di rispondere con i fatti prima ancora che percorrendo la via diplomatica.
"L'epoca in cui ci troviamo esige una politica determinata al rafforzamento del sistema di difesa aereo e spaziale del paese. È la politica di Stati Uniti e Nato in materia di difesa antimissile che ci spinge a farlo", scrive Putin.
"Ventitre mila miliardi di rubli (590 miliardi di euro) saranno consacrati totalmente a questi obiettivi (di riarmamento) nei prossimi dieci anni", precisa Putin, sottolineando che "non il patriottismo non è mai troppo in questa materia".
"Dobbiamo imbastire una nuova armata. Moderna, in grado di essere mobilitata in qualsiasi momento". La storia insegna che in tempi di crisi, la probabilità di uno scoppio di una guerra è più alta. E in quel caso Mosca non ha alcuna intenzione di farsi trovare impreparata.
Fonte: wallstreetitalia.com
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L'embargo iraniano faciliterà il fallimento dell'Europa
Pronti per il gasolio a 2 Euro al litro? È questione di un mesetto.
Per rappresaglia, già da questa settimana l'Inghilterra non riceve più greggio dall'Iran. Toccherà* tra poco anche a Francia, Italia, Portogallo, Grecia, Spagna ed Olanda... se questi paesi continueranno ad appoggiare le sanzioni dell'Unione Europea all'Iran.
Italia, Grecia e Spagna da sole contano per il 68% di tutto il greggio iraniano importato in Europa. In più, l'Italia è storicamente il paese che ha importato in totale la maggiore quantità di greggio dall'Iran...
Le nostre raffinerie hanno vissuto di Iran. Abbiamo democraticamente costruito le nostre case, prodotto pasta e coltivato campi, consumato tutto e tutti a spese dei giacimenti iraniani per quasi 50 anni e con la forza delle armi, la pressione del nostro oro e l'appoggio della Russia, ed a prezzi ridicoli mentre la metà degli iraniani, da trent'anni sotto dittature più o meno rigide, non ha mai nemmeno guidato una automobile, mettiamocelo in testa.
La scelta è presto fatta: continuare a fare i "duri" democratici (ma possiamo permettercelo?) o cercare sul mercato il greggio che ci verrà a mancare tra circa tre o quattro settimane, andando ancora più rapidi verso il fallimento, perché non è possibile sostituire su un mercato asfittico quella quota in uno spazio di tempo di un mese, forse sono necessari tre mesi, ne restano scoperti due in cui i raffinati possono anche raddoppiare di prezzo: in piena recessione, non è una buona notizia. Bisogna spalancare letteralmente il portafoglio per trovare greggio e poter acquistare i raffinati: ma ce la faranno migliaia di imprese sul lastrico e senza ordini?
È un po' il dilemma di chi è al ventesimo piano di un palazzo in fiamme: morire bruciato o morire buttandosi.
Articolo correlato:
*link 1: Europe Must Choose Between an Iranian Oil Embargo and Default
*link 2: Iran cuts oil exports to six European countries
Fonte: petrolitico.blogspot.com
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
eh ma poi a chi lo vendono? anche loro ci rimettono economicamente,o sto dicendo un'eresia?
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
La Cina ha incrementato l'acquisto di greggio dall'Iran. Ho letto un articolo alcuni giorni fa.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
ah ecco,allora siamo nei casini,che poi se non sbaglio anche politicamente la cina e' vicina all'iran.Arconte Segugio ha scritto:La Cina ha incrementato l'acquisto di greggio dall'Iran. Ho letto un articolo alcuni giorni fa.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Arconte Segugio ha scritto:La Cina ha incrementato l'acquisto di greggio dall'Iran. Ho letto un articolo alcuni giorni fa.
infatti, avendo come partner la cina in pieno sviluppo economico all'Iran che importa dell'italietta?
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
infatti,un'altra cosa,la russia e' molto vicina alla siria politicamente e la siria e' molto vicina all'iran che e' molto vicina alla russia che e' vicina alla cina(corregetemi se sbaglio),immaginate un intervento europa/stati uniti lega araba in siria o iran come fatto in libiaAlaudae ha scritto:Arconte Segugio ha scritto:La Cina ha incrementato l'acquisto di greggio dall'Iran. Ho letto un articolo alcuni giorni fa.
infatti, avendo come partner la cina in pieno sviluppo economico all'Iran che importa dell'italietta?
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Il piano per cui lavora Mario Monti
guardate per intero questo video, riassume molte delle problematiche che ci porteranno ad essere schiavi di persone senza scrupoli.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
video (molto) interessante che certamente "riassume molte delle problematiche che ci porteranno ad essere schiavi di persone senza scrupoli"
Ultima modifica di Alaudae il Dom 18 Mar - 22:56:12 - modificato 1 volta.
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La guerra segreta della Francia contro il popolo siriano
DAMASCO - Nel prendere la roccaforte degli insorti nel quartiere di Bab Amr, a Homs, l'esercito siriano ha fatto più di 1.500 prigionieri, per lo più stranieri. Di questi, una dozzina di francesi hanno chiesto lo status di prigioniero di guerra fornendo la loro identità, il grado e il corpo di appartenenza. Uno di questi è un colonnello del servizio trasmissioni della DGSE (Direction générale de la sécurité extérieure). Nell’armare la rivolta wahhabita e nel fornirle informazioni satellitari, la Francia ha dunque condotto una guerra segreta contro l'esercito siriano, che ha portato, in dieci mesi di combattimenti, all’uccisione di circa 3.000 militari e oltre 1.500 civili.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Arconte Segugio ha scritto:guardate per intero questo video, riassume molte delle problematiche che ci porteranno ad essere schiavi di persone senza scrupoli.
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Pronto il piano di intervento militare in Siria. C'è anche l'Italia
«Procedere come in Libia». Da un lato armando i ribelli. Dall’altro bombardando i centri militari nevralgici del regime. Perché – è questo il ragionamento che viene fatto – la misura è colma. Non si può più aspettare. Soprattutto dopo che i soldati lealisti di Assad hanno deliberatamente ucciso i due giornalisti, Marie Colvin e il fotografo Remi Ochik, decidendo di bombardare l’albergo che ospitava i reporter stranieri. Altri tre colleghi sono rimasti feriti. La crisi siriana sembra quindi giunta a una svolta. In molti ambienti diplomatici sull’asse Tel Aviv-Gerusalemme è circolata per tutto il giorno di ieri la notizia – non smentita – che almeno cinque grandi Paesi si starebbero preparando militarmente per intervenire contro Assad. Si tratta – o meglio: si tratterebbe – di Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Turchia e Italia.
Negli ultimi giorni – rivelano alcune fonti – ci sarebbero state telefonate delicatissime tra Washington e Londra, tra Parigi, Roma e Ankara. Ma la cabina di regia delle operazioni sarebbe il ministero degli Affari esteri di Londra, dove i più acuti osservatori avrebbero notato un gran via vai di diplomatici e capi militari. Al centro delle discussioni: cosa fare per risolvere la situazione nel Paese e come muoversi in seguito. Dicono, le stesse fonti, che sul fronte americano, il Pentagono starebbe aspettando soltanto il via libera del presidente Barack Obama, il comandante in capo. Sarebbe tutto pronto: i piani di attacco militare, quelli di protezione della popolazione. L’unico impedimento sarebbe costituito dal ruolo dell’intervento dei cinque Paesi e da una sua eventuale contraddizione con il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, dove c’è il veto della Russia a qualsiasi attacco. Intanto già da qualche giorno sarebbe iniziato il rifornimento – con armi e denaro – dei ribelli. Le munizioni sarebbero stati trasportati attraverso i confini con la Turchia e la Giordania. I cinque governi di «volenterosi» starebbero vagliando la possibilità di sfruttare l’incontro degli «Amici della Siria» che ci sarà oggi – 24 febbraio – a Tunisi e dove un’ottantina di Paesi si riuniranno per decidere cosa farne del regime di Assad e come fermare le violenze. Ecco, l’occasione potrebbe essere quella giusta per dare il via definitivo al piano per fermare il bagno di sangue che dura ormai da mesi. Qui un ruolo cruciale lo giocherà il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton: inviata nel Paese nordafricano non solo per tastare gli umori, ma anche per allargare il gruppo di nazioni che decidono di intervenire. Cercando, nello scenario migliore, di convincere Arabi Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Qatar di abbandonare Assad al suo destino. «I governi di tutto il mondo devono raddoppiare gli sforzi per fermare la campagna di terrore del regime di Assad», ha detto il ministro degli Esteri britannico William Hague. Non ha precisato come. Un modo, a sentire certi vertici militari israeliani, «per lasciare aperta qualsiasi opzione». Certo, resta da capire cosa stanno facendo russi e cinesi. Secondo l’intelligence francese e quella britannica il presidente siriano Assad resta ancora al comando grazie all’aiuto dei satelliti dei due colossi che gli forniscono in tempo reale i movimenti dei ribelli, la loro posizione, le «criticità» del regime. Sembra che anche il palazzo che ospitava i giornalisti stranieri a Homs sarebbe stato individuato grazie ai satelliti russi e cinesi. Intanto l’ultimo bilancio – aggiornato al 23 febbraio – parla di 8.557 civili uccisi dall’inizio degli scontri (di cui 3.051 soltanto a Homs). I detenuti arrestati perché accusati di attività anti-regime sono 20.065.
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Un testimone: in Siria i responsabili delle atrocità sono gli oppositori armati
L'ingegnere di cui abbiamo raccolto la testimonianza viveva nella città di Homs fino a che, nel giugno 2011, terrorizzato dagli orrori commessi dagli estremisti sunniti nel suo quartiere, è fuggito dalla città con la famiglia per rifugiarsi presso i genitori in un villaggio vicino (*). Le sue affermazioni in questa intervista con Silvia Cattori contraddicono tutti i resoconti comparsi sui nostri principali media. Ci viene svelato come crimini efferati siano stati commessi dagli estremisti sunniti e non, come questi ultimi affermano, dall'esercito governativo.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Arconte Segugio ha scritto:L'ingegnere di cui abbiamo raccolto la testimonianza viveva nella città di Homs fino a che, nel giugno 2011, terrorizzato dagli orrori commessi dagli estremisti sunniti nel suo quartiere, è fuggito dalla città con la famiglia per rifugiarsi presso i genitori in un villaggio vicino (*). Le sue affermazioni in questa intervista con Silvia Cattori contraddicono tutti i resoconti comparsi sui nostri principali media. Ci viene svelato come crimini efferati siano stati commessi dagli estremisti sunniti e non, come questi ultimi affermano, dall'esercito governativo.
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" Le sue affermazioni in questa intervista con Silvia Cattori contraddicono tutti i resoconti comparsi sui nostri principali media ": questa frase è stata detta anche ai tempi dell'occupazione della Libia, evidentemente fa parte di un medesimo copione..come volevasi dimostrare e come è già stato scritto
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si, identico scenario informativo. Lo schema è vincente, informazioni faziose su tutti i media.
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