Diventa anche tu un cacciatore di pianeti Terra
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Diventa anche tu un cacciatore di pianeti Terra
La Nasa arruola aspiranti astronomi
FABIO SINDICI
Davanti il computer; sullo schermo L’Universo. Non quello virtuale di Internet, ma lo spazio esterno - e reale - della galassia: la Via Lattea, con nebulose, agglomerati, centinaia di migliaia di stelle. E pianeti, naturalmente. Uno sguardo sull'orlo dell'infinito.
Certo, l'accesso avviene attraverso un sito Web: Planethunters.org. Cacciatori di pianeti. Basta un clic e si apre la banca dati di Kepler, il telescopio spaziale che la Nasa nel 2009 ha mandato in orbita intorno al Sole. Con una missione: cercare, fuori dal nostro sistema, pianeti dalle dimensioni e caratteristiche simili a quelle della Terra, in grado di ospitare la vita. Proprio nei giorni scorsi è arrivata la prima grande scoperta: un pianeta roccioso grande una volta e mezzo la Terra, il più piccolo finora trovato fuori dal Sistema solare. Ha molte somiglianze con Mercurio, ma l'orbita intorno alla sua stella, Kepler 10, è 20 volte più vicina. Le temperature sulla sua superficie raggiungono quindi i 1300 gradi.
Kepler è un telescopio fotometrico, che registra l'intensità e le variazioni di luminosità delle stelle. Lo strumento ha un campo visivo di 105 gradi quadrati ed è costantemente puntato su un'area della Via Lattea, tra le costellazioni del Cigno e della Lira. «L'abbiamo scelta perché è una regione dello spazio con molte stelle simili al nostro Sole, situate ad una distanza che va dai 300 ai circa 3 mila anni luce. Oltre questo limite la luce stellare diventa troppo debole per registrare delle variazioni», spiega l'astronoma Nathalie Batalha, dello staff scientifico della missione. L'occhio di Kepler è puntato simultaneamente su 160 mila stelle.
Sono proprio questi leggeri «salti» di luce negli astri a segnalare la presenza di pianeti. Quando l'orbita di uno si sovrappone alla stella, la sua luce ha un lieve abbassamento. Gli astronomi li chiamano «transit», passaggi. Più familiarmente, «blinks», battiti di ciglia. L'oscillazione è leggerissima, paragonabile a quella di una mosca che tagli la luce del faro di un'auto che viaggia di notte. Dato il numero di stelle sotto osservazione, gli scienziati della Nasa hanno scritto un algoritmo per permettere ai computer di elaborare le curve di luce e segnalare le anomalie.
Ma i computer non bastano. «Non sono bravi come gli esseri umani a gestire dati complessi e a capire variazioni infinitesimali», dice Batalha. Da qui il lancio del sito Internet, nel dicembre scorso. Planet Hunters è collegato alla missione della Nasa ed è gestito dall'università di Yale e da «Zooniverse», un insieme di progetti che coinvolgono appassionati di scienze nel raccogliere dati utili agli scienziati professionisti. La possibilità di scoprire un pianeta attraverso un telescopio spaziale è di sicuro la più intrigante tra quelle offerte agli astronomi dilettanti.
Che avranno così la possibilità di co-firmare la pubblicazione scientifica che documenterà l'eventuale scoperta. Proprio come un astronomo di mestiere. I cacciatori devono familiarizzare con diagrammi e curve di luminosità, distinguere le oscillazioni provocate da macchie come quelle solari oppure dai passaggi planetari. E' qui che si gioca la sfida tra gli aspiranti Galileo e i mega-computers.
Dal suo lancio nello spazio Kepler ha scoperto nove pianeti, mentre ci sono centinaia di candidati in lista per la prova finale. Nessuno è stato ancora scoperto dai cacciatori di Internet. «Il sito è stato appena inaugurato, è ancora presto. Abbiamo molta fiducia in questa collaborazione con il pubblico», ribadisce Batalha, autrice principale della pubblicazione sulla scoperta di Kepler 10b (come è stato chiamato il piccolo pianeta roccioso) e accettata dall'«Astrophysical Journal». Ma cosa rende speciale l'ultimo pianeta? «La sua composizione rocciosa, prima di tutto. Il pianeta è compresso, ha subito le collisioni di diversi corpi celesti, la sua massa è di 4.6 volte rispetto alla Terra. Anche se non può ospitare la vita, è una conferma importante».
Individuare un’altra Terra sarà più difficile. Se ha un’orbita simile a noi, avrà un transito ogni anno. Per la conferma di una scoperta sono necessari tre transiti e la durata prevista della missione è di tre anni e mezzo, anche se può essere prolungata. Ma alla Nasa le aspettative sono alte. Per la fine della missione ci si aspetta di trovare almeno 50 esopianeti come la Terra. Quale sarà allora il passo successivo? «Vedere se il pianeta ha un'atmosfera di tipo terrestre, attraverso un esame spettrografico, il che confermerebbe la presenza di acqua e la possibilità di vita - dice Batalha -. Nei prossimi anni dovremmo essere in grado di avere delle fotografie di esopianeti e in un tempo più lungo potremmo lanciare dei segnali radio».
Nell'attesa gli astronomi del Web setacciano lo spazio cosmico sullo schermo di un computer, sperando che una stella gli faccia l'occhiolino.
http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/386068/
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Re: Diventa anche tu un cacciatore di pianeti Terra
Spazio: scoperti 'sosia' della Terra
Telescopio Kepler svela sistema solare con sei piccoli pianeti
02 febbraio, 19:26
ANSA) - ROMA, 2 FEB - A 2.000 anni luce dalla Terra c'e' un sistema solare composto da sei pianeti, cinque dei quali hanno dimensioni confrontabili con quelle della Terra. Anche se la distanza dal loro sole, la stella Kepler-11, e' simile a quella di Mercurio dal Sole. La scoperta, annunciata dalla Nasa e alla quale Nature dedica la copertina, si deve al telescopio Kepler, lanciato nel marzo 2009 e specializzato nella caccia ai sosia della Terra. Finora aveva scoperto sistemi con pianeti molto grandi, simili a Giove.
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