Venti di guerra Cina

Ormai il coro è diventato generale – anche se allo stato dei fatti l’Italia non vi partecipa: esortazioni alla Cina perchè si decida a rivalutare la propria moneta negli ultimi giorni sono giunte dal finanziere miliardario Geore Soros, dal Fondo Monetario Inernazionale e dai candidati democratici e repubblicani in lizza per le elezioni di medio termine americane del 2 novembre.

Soros, dopo aver definito l’attuale sistema valutario ”asimmetrico” e ”controllato” dalla Cina per via dello yuan sottovalutato, ha dichiarato che ”uno dei maggiori squilibri alla radice della crisi finanziaria del 2008, e che deve essere corretto, sono la cronica eccedenza commerciale in Cina e il massiccio disavanzo negli Stati Uniti”.

Mentre gli italiani sembrano non accorgersi di nulla, gli americani sono preoccupati al massimo e la loro preoccupazione si riflette nella campagna elettorale dove la Cina è diventata un capro espiatorio tanto per i democratici che per i repubblicani, che si accusano a vicenda di aver favorito l’esportazione di impieghi americani in Cina, ormai considerato il principale rivale economico a fronte del declino degli Stati Uniti.
Nella settimana scorsa almeno 29 candidati hanno pubblicato spot in cui accusano i loro avversari di essere stati troppo indulgenti con la Cina a danno dei lavoratori americani. Si scende anche nel dettaglio. Un enornme manifesto con foto di Mao Zedong e musica cinese, il deputato repubblicano Spike Maynard accusa il suo avversario democratico Nick Rahall di aver appoggiato un disegno di legge per la costruzione di turbine a vento in Cina.

La raffica di annunci, che secondo le stime a fine campagna sarà costato decine di milioni di dollari, si sta verificando nel momento in cui i politici si sforzano di rassicurare la principale preoccupazione degli elettori: la disoccupazione, salita al 9,7 per cento, ovvero oltre 15 milioni di americani senza lavoro. ”La Cina è diventata un facile capro espiatorio”, dice Erika Franklin Fowler, docente di scienze politiche alla Wesleyan University e direttrice del Wesleyan Media Project, che studia la pubblicità elettorale.

In questo clima, i sondaggi non solo indicano che gli americani sono sempre più preoccupati che il peso globale degli Stati Uniti diminuirà, ma temono anche che il ruolo della Cina diventerà dominante. A conferma di queste percezioni, un sondaggio della Pew ha accertato che il 41 per cento degli intervistati crede che la Cina sia già la potenza economica dominante, poco più di coloro che credono lo siano gli Stati Uniti.
La pubblicità anticinese è così vivida e penetrante che non sono in pochi a temere che aumenterà l’ostilità verso la Cina e complicherà le già difficili relazioni tra i due Paesi. Uno di essi è Robert Kapp, ex-presidente dell’US-China Business Council, secodo il quale – sebbene tensioni vi siano state in passato – non ha mai visto la Cina presa di petto in questo modo dagli uomini politici americani.

”Trascinare un Paese in tante contese elettorali locali quando la campagna è già così avanti reppresenta qualcosa di nuovo e una scommesssa, che io trovo deplorevole e degradante”, ha detto Kapp.
http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/usa-elezioni-cina-soros-fmi-italia-berlusconi-585459/

10 ottobre 2010 | 13:22 http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/usa-elezioni-cina-soros-fmi-italia-berlusconi-585459/

MANILA, Filippine (AP) - Il governo filippino dice la sua più grande nave da guerra è impegnato in uno scontro con navi di sorveglianza cinesi che bloccato quando tentò di arrestare i pescatori cinesi ancorati ad un Mar Cinese Meridionale secca dove entrambe le parti sostengono la sovranità.
10 aprile 2012
Link solo in inglese per ora: http://hosted.ap.org/dynamic/stories/A/AS_SOUTH_CHINA_SEA?SITE=AP&SECTION=HOME&TEMPLATE=DEFAULT&CTIME=2012-04-10-21-17-50

ahia!!