illuminati chi sono e cosa vogliono
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La manovra Monti per salvare l'Italia in realtà favorisce i suicidi
Mario Monti riuscirà a salvarci, come scrivono giornali e televisioni? No, purtroppo: sempre ammesso che l’obiettivo del governo tecnico sia il salvataggio del paese, e non invece la sua sostanziale svendita a prezzi di realizzo ai dominus della finanza mondiale, ansiosi di mettere le mani sui “gioielli di famiglia” come Eni e Finmeccanica, senza contare immobili prestigiosi, terreni agricoli, beni comuni come l’acqua. Loretta Napoleoni è pessimista: «Penso che stiamo scivolando verso la Grecia», dice, perché «quello che sta succedendo oggi in Italia l’abbiamo già visto in Grecia e lo vediamo quotidianamente». Come se non bastasse, c’è un nuovo campanello d’allarme: l’aumento dei suicidi. «È uno dei primi segnali di un Paese che scivola lungo la china del default e della bancarotta».
Chiaramente, aggiunge l’economista in un intervento pubblicato sul blog “Cado in piedi”, il baratro della crisi è anche un problema di percezione. E’ Grecia, proteste e scontriaccaduto anche ad Atene: il numero di suicidi è vertiginosamente aumentato quando il paese ha affrontato lo choc della realtà: il buco nero del debito e i tagli selvaggi imposti alla spesa sociale. Fino a poco prima, la Grecia non aveva il minimo sospetto che la catastrofe fosse dietro l’angolo. E adesso, a quanto pare, tocca a noi: «Fino a poche settimane fa – scrive Loretta Napoleoni – gli italiani neanche sapevano di trovarsi in questa situazione, perché si continuava a dire che tutto andava bene», stando appunto alle surreali rassicurazioni del Cavaliere. Poi, di colpo, il precipizio. Fino alla “cura” Loretta NapoleoniMonti. Che, secondo la Napoleoni, peggiorerà solo le cose.
«Ci troviamo in una situazione in cui la politica di austerità imposta dall’Europa unita non funzionerà», dice l’economista. Il “rigore” «ci porterà a una spirale deflazionista e di depressione». Finale scontato: «Andremo verso il destino della Grecia, con 519 miliardi da pagare nel 2012 e da rastrellare sul mercato per pagare gli interessi sul debito». Prima o poi dovremo chiedere aiuto: soccorso finanziario che «sicuramente non ci verrà dato».
Il rischio? «Si porrà il problema del default incontrollato», la bancarotta improvvisa e selvaggia, il panico. «Noi dovremmo avere un “piano B” per un default controllato, una rinegoziazione del debito e una potenziale uscita dall’Euro o la costituzione di un Euro a due velocità», insiste Loretta Napoleoni: «Dovremo fare un po’ più di quello che fa Cameron e un po’ meno di quello che fa Papademos e che ha fatto fino a oggi Papandreou».
Fonte: libreidee.org
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La cura di Monti: salassi alle famiglie, devozione al Vaticano
I mercati esultano per la manovra ammazza-popolo varata dal governo non-eletto. Trenta miliardi di euro lordi – di cui 12-13 miliardi di tagli alla spesa ed il resto spremuto, nel triennio 2012-14, dalle tasche dei contribuenti – per salvare la moneta unica europea. Altrimenti “l’Italia rischia di macchiarsi della responsabilità di contribuire a far andare in senso negativo l’economia europea” ha detto il premier – che rinuncerà allo stipendio da presidente del Consiglio e ministro dell’Economia (tanto ha quello da neo-senatore a vita: 25mila euro al mese, in aggiunta ad altri redditi). Banche entusiaste della norma relativa alle garanzie di Stato su passività e bond. Lo spread crolla sotto ai quattrocento punti.
A piangere – lacrime da coccodrillo del ministro Elsa Fornero a parte – sono invece pensionati e lavoratori del Belpaese, sulle cui spalle gravano tutti i sacrifici.
L’ex consulente di Goldman Sachs, ex presidente europeo della Commissione Trilaterale – una delle massime organizzazioni neoliberiste mondiali – nonché ex membro dell’oscuro gruppo Bilderberg, ha precisato che l’esecutivo i disagi ha “avuto grande cura nel distribuirli nel modo che ci è parso equo”. Ai tecnocrati è parso equo: tassare la prima casa e rivalutare le rendite catastali al 60%; calare la mannaia sulle pensioni e bloccarne l’adeguamento all’inflazione; aumentare l’Iva e le accise sui carburanti; sgretolare le Province. Mentre non è parso equo far pagare ai ricchi: nessuna imposta sui grandi patrimoni che, secondo Monti “sono un concetto facilissimo da cogliere mentalmente, difficilissimo da cogliere fiscalmente”. Al massimo si tasseranno elicotteri privati e yatch, mentre l’imposta sui capitali fatti rientrare dall’estero è di un irrisorio 6,5%, contro la pressione fiscale complessiva del 45% sul Paese – dove un’indagine Istat ha riscontrato, nel 2010, un nucleo famigliare su cinque sull’orlo della povertà.
Secondo Giuseppe Bertolussi, segretario della Cgia (Associazione artigiani e piccole imprese) di Mestre, la manovra “peserà sulle famiglie italiane con un importo medio pari a 635 euro. Se teniamo conto anche delle manovre estive elaborate dal precedente governo Berlusconi, l’importo complessivo che graverà sulle famiglie italiane, raggiungerà, nel quadriennio 2011-2014, i 6.400 euro”. Questo bizzarro concetto di equità, Monti lo avrà imparato all’elitaria Università di Yale – sede della confraternita Skull & Bones (teschio e ossa), a cui appartengono anche i Bush e pure il tanto democratico John F. Kerry, nelle presidenziali 2004 suo “avversario” (si fa per dire) [1] – o presso l’Istituto dei gesuiti Leone XIII, ove si è diplomato nel 1961?
Di allievi eccellenti, le scuole private gesuitiche ne possono vantare una sfilza: ad iniziare dal presidente della Bce, Mario Draghi. Forgiati dai severi princìpi del fondatore Sant’Ignazio di Loyola (1491-1556) anche Carlo Azeglio Ciampi, Luca Cordero di Montezemolo, l’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, il presidente della Bnl Luigi Abete, Francesco Rutelli, Leoluca Orlando, Piero Fassino e inoltre Marcello Dell’Utri, Enrico La Loggia e molti altri ancora [2]. Per non dimenticare Giovanni Battista Montini: Paolo VI.
Un’intera classe dirigente addestrata dall’esercito del papa. “Far pagare l’Ici alla Chiesa? È una questione che non ci siamo posti ancora” ha dichiarato Monti alla conferenza stampa tenutasi a Roma. Niente Ici sui cinquantamila (approssimativamente) immobili ecclesiastici disseminati sul suolo italiano: almeno due miliardi e quattrocentomila euro di risparmi per le dorate casse del Vaticano. Detassazione completa, un devoto omaggio prenatalizio a Benedetto XVI – il pontefice che ama passeggiare con indosso dei mocassini rossi firmati Prada [3]. Strano: Il diavolo veste Prada! [4]
La Chiesa è esente pure da Iva e Irpef. Può beneficiare dell’8 per mille – circa 970 milioni di euro, versati dallo Stato italiano fra il 1990 e il 2007. Inoltre, “il Vaticano è una delle maggiori potenze investitrici nelle borse di molti Paesi. I suoi profitti e i vescovi di tutto il mondo, che devono fornire al Vaticano le tasse della diocesi, sono in grado di superare ogni crisi con il multimilionario management di dollari che il Vaticano riceve dal globo. (...) Le sue riserve d’oro, che sono state usucapite, dal 1930 al 1990 da tutte le diocesi, sono state depositate nella Federal Reserve Bank di New York. (...) Senza avere paura di sbagliare, possiamo dire che i tesori d’oro e d’argento amministrati dal Vaticano, oggi comprendono circa il 49% delle riserve auree mondiali” [5]. Giunti a tal punto, ci siamo fatti un’idea più chiara del concetto d’equità e ingenti patrimoni che sfuggono al Fisco: è “facilissimo da cogliere mentalmente”, come asserisce Monti.
Non sarà, forse, che per salvaguardare la scuderia si voglia abbattere il cavallo zoppo? Anche il fiammeggiante purosangue rosso-Ferrari sogna di lasciare il nostro Paese. La “cura”, prima d’essere somministrata al malfermo paziente, necessiterà – probabilmente – del voto di fiducia in tempi brevi. Riflettori delle Borse puntati sulle nostre tasche: i mercati non lasciano alternativa. Lo spread non transige, i tecnocrati obbediscono – in particolar modo, quando l’obbedienza è stata loro inculcata quale ferrea disciplina gesuitica, unita alla tipica “asprezza del combattente”.
Note:
[1] Ne ha parlato diffusamente in Italia pure la nota trasmissione Voyager nella puntata del 29 ottobre 2008.
[2] Marco Nese, Fassino, ma anche Rutelli, Dell’Utri e Monti tutti a scuola dai gesuiti. Compreso Castro, “Corriere della Sera”, 29 settembre 2005. Vedi anche: Fabrizio Caccia, Quelli del Massimo: si trova all’Eur la scuola dei campioni, ivi, 22 dicembre 2005.
[3] Orazio La Rocca, Il look di Papa Ratzinger – spuntano le scarpe Prada, “la Repubblica”, 5 novembre 2005.
[4] Il diavolo veste Prada (The Devil Wears Prada) è un romanzo del 2003 di Lauren Weisberger (in Italia: traduzione di Roberta Corradin, Piemme, Casale Monferrato 2006). Sempre nel 2006 è uscito l’omonimo film diretto da David Frankel, interpretato da Meryl Streep e Anne Hathaway nel ruolo delle protagoniste.
[5] Monsignor Rafael Rodríguez Guillén, The Vatican’s finances, 2003, da pag. 37. Ved.: http:// wikicompany.org/ books/ Guillen_ The_ Vatican_ s_ Finances_ 2003_.pdf
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Black Out Globale
3) La sospensione della corrente elettrica.
La cosa che mi ha più impensierito è questa storia della sospensione della corrente elettrica.
Ci sarà o no?
Sono mesi che osservo e cerco di capire.
Vediamo cosa ho potuto constatare.
1) Di recente c’è stata una sospensione della corrente elettrica in Belgio per diverse ore. Cause sconosciute.
2) Pochi giorni prima del Belgio era toccato alla California: 5 milioni di persone sono rimaste al buio per giorni. Anche qui le cause sono sconosciute e i media non hanno riportato alcuna notizia sulle conseguenze del black out. Silenzio tombale su un evento che pure meritava qualche riga in più.
3) A questo punto sono andato a rivedere le notizie relative al black out del 2004 in Italia. A quel tempo, andò via la corrente in tutta Italia per circa 12 ore. I giornali ci raccontarono che il fatto fu dovuto ad un albero che cadde su una linea dell’alta tensione in Svizzera. In questi anni ho parlato con persone che lavorano all’Enel e mi hanno tutte confermato che tale notizia era una balla clamorosa, perché una spiegazione di questo tipo è impossibile. Incuriosito maggiormente allora sono andato a leggermi la relazione tecnica della commissione di inchiesta istituita a suo tempo dal parlamento per indagare le cause del balck out. Il risultato è che i periti nominati non ci hanno capito un cazzo, finendo per concludere che erano necessari altri mesi per poter approfondire la questione. In conclusione: né i periti nominati, né il governo, né il parlamento, almeno ufficialmente, sanno perché ci fu il black out.
Insomma, si può ragionevolmente concludere che questi black out altro non siano che prove generali del black out futuro.
Dunque, leggendo le notizie relative ai black out, in effetti sembra di poter concludere che stiano facendo delle prove generali da qualche anno a questa parte per un futuro black out generale.
Ora la domanda è: quale scusa troveranno?
Mi pare infatti inverosimile che blocchino la corrente ovunque in Europa e America e poi ci raccontino che è stato un albero che è caduto su un traliccio.
Quindi ho pensato, o la notizia è falsa e viene diffusa solo per ingenerare terrore, oppure è vera, ma devo capire quale scusa troveranno.
La risposta mi è giunta inaspettata guardando un video di Swami Kriyananda – un leader spirituale della comunità Ananda, che si rifà agli insegnamenti di Paramahansa Yogananda – il quale ha parlato di una sospensione dell’energia elettrica per tre settimane, in conseguenza di una tempesta solare che ci sarà nel 2012. La cosa che mi ha colpito è la precisione e la sicurezza con cui indicava le modalità e la durata di questo evento, come se fosse informato con molta precisione.
A questo punto faccio un ulteriore controllo. In effetti pare che sia prevista una tempesta solare proprio per il 2012. Ce ne fu una alla fine dell’800, ma ovviamente non ebbe gli esiti disastrosi che potrebbe avere questa tempesta, in un’era in cui tutto funziona in base all’elettricità.
Ecco quindi il possibile colpo di genio dei nostri governanti. La sospensione dell’energia elettrica ci sarà e la colpa sarà addossata alla tempesta solare.
5) Il possibile scenario futuro.
A questo punto lo scenario mi appare chiaro. Ci sarà la crisi, e per giunta sarà uno scenario apocalittico, perché si sommerà alla sospensione dell’energia elettrica in buona parte del mondo, cui seguirà un giro di vite dittatoriale.
La sospensione – o meglio le catastrofi cui porterà – non sarà però dovuta alla tempesta solare, come vorranno farci credere, e come la gente più credulona sarà disposta a pensare.
Sarà voluta dal sistema, perché sarebbe possibile informare la gente già fin da ora su come è possibile affrontare una simile catastrofe, mentre invece colpevolmente tacciono tutti.
Qualcuno obietta che non bisogna creare il panico tra la popolazione, e in questo trova la giustificazione al silenzio dei media.
Ma in realtà non si tratta di creare il panico.
Si tratta semplicemente di informare, senza creare allarmismi, e preparare le persone all’evento che probabilmente ci sarà.
Se poi tale evento non si verificherà, per un errore di previsione, per un miracolo, o semplicemente perché l’informazione è falsa, sarà tanto meglio per tutti.
continua a leggere
La cosa che mi ha più impensierito è questa storia della sospensione della corrente elettrica.
Ci sarà o no?
Sono mesi che osservo e cerco di capire.
Vediamo cosa ho potuto constatare.
1) Di recente c’è stata una sospensione della corrente elettrica in Belgio per diverse ore. Cause sconosciute.
2) Pochi giorni prima del Belgio era toccato alla California: 5 milioni di persone sono rimaste al buio per giorni. Anche qui le cause sono sconosciute e i media non hanno riportato alcuna notizia sulle conseguenze del black out. Silenzio tombale su un evento che pure meritava qualche riga in più.
3) A questo punto sono andato a rivedere le notizie relative al black out del 2004 in Italia. A quel tempo, andò via la corrente in tutta Italia per circa 12 ore. I giornali ci raccontarono che il fatto fu dovuto ad un albero che cadde su una linea dell’alta tensione in Svizzera. In questi anni ho parlato con persone che lavorano all’Enel e mi hanno tutte confermato che tale notizia era una balla clamorosa, perché una spiegazione di questo tipo è impossibile. Incuriosito maggiormente allora sono andato a leggermi la relazione tecnica della commissione di inchiesta istituita a suo tempo dal parlamento per indagare le cause del balck out. Il risultato è che i periti nominati non ci hanno capito un cazzo, finendo per concludere che erano necessari altri mesi per poter approfondire la questione. In conclusione: né i periti nominati, né il governo, né il parlamento, almeno ufficialmente, sanno perché ci fu il black out.
Insomma, si può ragionevolmente concludere che questi black out altro non siano che prove generali del black out futuro.
Dunque, leggendo le notizie relative ai black out, in effetti sembra di poter concludere che stiano facendo delle prove generali da qualche anno a questa parte per un futuro black out generale.
Ora la domanda è: quale scusa troveranno?
Mi pare infatti inverosimile che blocchino la corrente ovunque in Europa e America e poi ci raccontino che è stato un albero che è caduto su un traliccio.
Quindi ho pensato, o la notizia è falsa e viene diffusa solo per ingenerare terrore, oppure è vera, ma devo capire quale scusa troveranno.
La risposta mi è giunta inaspettata guardando un video di Swami Kriyananda – un leader spirituale della comunità Ananda, che si rifà agli insegnamenti di Paramahansa Yogananda – il quale ha parlato di una sospensione dell’energia elettrica per tre settimane, in conseguenza di una tempesta solare che ci sarà nel 2012. La cosa che mi ha colpito è la precisione e la sicurezza con cui indicava le modalità e la durata di questo evento, come se fosse informato con molta precisione.
A questo punto faccio un ulteriore controllo. In effetti pare che sia prevista una tempesta solare proprio per il 2012. Ce ne fu una alla fine dell’800, ma ovviamente non ebbe gli esiti disastrosi che potrebbe avere questa tempesta, in un’era in cui tutto funziona in base all’elettricità.
Ecco quindi il possibile colpo di genio dei nostri governanti. La sospensione dell’energia elettrica ci sarà e la colpa sarà addossata alla tempesta solare.
5) Il possibile scenario futuro.
A questo punto lo scenario mi appare chiaro. Ci sarà la crisi, e per giunta sarà uno scenario apocalittico, perché si sommerà alla sospensione dell’energia elettrica in buona parte del mondo, cui seguirà un giro di vite dittatoriale.
La sospensione – o meglio le catastrofi cui porterà – non sarà però dovuta alla tempesta solare, come vorranno farci credere, e come la gente più credulona sarà disposta a pensare.
Sarà voluta dal sistema, perché sarebbe possibile informare la gente già fin da ora su come è possibile affrontare una simile catastrofe, mentre invece colpevolmente tacciono tutti.
Qualcuno obietta che non bisogna creare il panico tra la popolazione, e in questo trova la giustificazione al silenzio dei media.
Ma in realtà non si tratta di creare il panico.
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Se poi tale evento non si verificherà, per un errore di previsione, per un miracolo, o semplicemente perché l’informazione è falsa, sarà tanto meglio per tutti.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Tremonti: serve un Nuovo Ordine Mondiale
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Ciao a tutti, sono nuovo, e ho già lasciato il messaggio di presentazione nell'apposita sezione. Volevo un parere sul presunto futuro blackout.. Ma potrebbe essere davvero possibile che ci stacchino la corrente per un tempo così prolungato? cioè voglio dire, secondo me basteranno 2 giorni per scatenare il caos totale.. se veramente dovesse capitare una cosa simile si tornerebbe al medioevo.. senza contare che se davvero sarà per causa della mega tempesta solare, non ne risentiranno anche i satelliti? e quindi anche i cellulari... sarebbe uno scenario apocalittico..
Simone84- Partecipante Novizio
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
niente satelliti, niente voli, niente cellulari e famiglia, niente acqua, niente di niente, articoli in questo senso esistono in rete e nel forum. il post sul black out parla abbastanza chiaramente sui come e perchè - tre settimane sarebbero meglio di tre giorni per portare il mondo al giusto punto di cottura per rendere possibile l'istaurazione del Nuovo Ordine Mondiale - medioevo? nel medioevo neanche sapevano dell'esistenza dell'elettricità, al tramonto se non avevi una candela non avevi altra scelta che andartene a letto e d'altra parte l'unico sfogo che la maggior parte della popolazione aveva era rappresentato da una bella visita in chiesa - però c'era anche la taberna dove era possibile mangiare, bere, giocare a dadi, ammazzarsi tranquillamente a vicenda e...fornicare grazie alle onnipresenti prostitute - ma adesso che non ci alziamo neanche dal letto senza elettricità? altro che medioevo, paleolitico, direi
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Alaudae ha scritto:niente satelliti, niente voli, niente cellulari e famiglia, niente acqua, niente di niente, articoli in questo senso esistono in rete e nel forum. il post sul black out parla abbastanza chiaramente sui come e perchè - tre settimane sarebbero meglio di tre giorni per portare il mondo al giusto punto di cottura per rendere possibile l'istaurazione del Nuovo Ordine Mondiale - medioevo? nel medioevo neanche sapevano dell'esistenza dell'elettricità, al tramonto se non avevi una candela non avevi altra scelta che andartene a letto e d'altra parte l'unico sfogo che la maggior parte della popolazione aveva era rappresentato da una bella visita in chiesa - però c'era anche la taberna dove era possibile mangiare, bere, giocare a dadi, ammazzarsi tranquillamente a vicenda e...fornicare grazie alle onnipresenti prostitute - ma adesso che non ci alziamo neanche dal letto senza elettricità? altro che medioevo, paleolitico, direi
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Christian ha scritto:Alaudae ha scritto:niente satelliti, niente voli, niente cellulari e famiglia, niente acqua, niente di niente, articoli in questo senso esistono in rete e nel forum. il post sul black out parla abbastanza chiaramente sui come e perchè - tre settimane sarebbero meglio di tre giorni per portare il mondo al giusto punto di cottura per rendere possibile l'istaurazione del Nuovo Ordine Mondiale - medioevo? nel medioevo neanche sapevano dell'esistenza dell'elettricità, al tramonto se non avevi una candela non avevi altra scelta che andartene a letto e d'altra parte l'unico sfogo che la maggior parte della popolazione aveva era rappresentato da una bella visita in chiesa - però c'era anche la taberna dove era possibile mangiare, bere, giocare a dadi, ammazzarsi tranquillamente a vicenda e...fornicare grazie alle onnipresenti prostitute - ma adesso che non ci alziamo neanche dal letto senza elettricità? altro che medioevo, paleolitico, direi
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Blackout
di Gianni Tirelli
Siamo a tal punto dipendenti dal Sistema e dalle sue logiche perverse, che se venisse a mancare per una sola settimana l’energia elettrica, la nostra quotidianità si trasformerebbe in un campo di battaglia – dopo un solo mese, ogni città apparirebbe un ospedale da campo a un cimitero di guerra, e dopo un solo anno, di questo mondo non resterebbe che cenere, fumo e macerie!
Mai nella storia del mondo si era prospettata una tale eventualità e questo dato la dice lunga riguardo alla stupidità dell’uomo di questo secolo, ammaliato e asservito alle lusinghe e alle seduzioni di una modernità canaglia e foriera di sventure.
Chi mai avrebbe potuto solo immaginare che un giorno, ogni azione, pensiero e parola di ogni singolo individuo della terra, sarebbero stati condizionati e manipolati da un progetto di omologazione e di schiavitù oltre i confini della realtà? Un’arma di ricatto, senza precedenti, che come una spada di Damocle pende sulle nostre teste – una maledizione che abbiamo fomentato in virtù dei nostri comportamenti
La Grande Paura non è pertanto relativa alle armi di distruzione di massa (tecnologiche, chimiche e batteriologiche), ma alla possibilità percepita che a breve ci stacchino la spina.
Presto, i costi dell’energia prodotta e relativi rincari sulle bollette, saranno talmente esorbitanti da rendere improponibile qualsiasi altra condizione, offerta e opzione – al punto che saremo costretti a limitare al massimo i consumi, in una sorta di volontario BLACKOUT che finalmente ci costringerà (volenti o nolenti) a rivedere, riscoprire e recuperare le ragioni di uno stile di vita che un tempo limitava l’utilizzo energetico all’essenziale in una condizione di sobrietà e dignitosa autonomia. Un concetto da me espresso fino alla nausea, in molti dei miei articoli e per lo più snobbato e sottovalutato da quella moltitudine di ignavi che come beoti brancolano fra le fitte nebbie del girone degli ottusi.
La possibilità dunque di un BLACKOUT GLOBALE che si pensava ascritta nel novero, delle ipotesi catastrofiste, è oggi una eventualità palpabile e reale. Arrivare impreparati e disorganizzati al giorno di quel fatidico momento, ci preclude ogni speranza di salvezza. E’ un destino ineluttabile! Un atto dovuto, che la vita, in virtù delle sue ragioni, si appresta a compiere, perché l’equilibrio e l’armonia del tutto si riappropino dei loro posti di comando e perché niente e nessuno si frapponga ad interrompere quel meccanismo perfetto e imperturbabile che, all’origine, ha deciso ogni cosa.
E’ arrivato il momento di alzare il culo dal divano delle libertà e impugnare la zappa per produrre vera energia!!
Ed è l’energia, oggi, è il vero cancro di questo secolo nefasto! Le sue metastasi, hanno intaccato i gangli vitali della società, e incenerito gli ultimi barlumi di residua consapevolezza!!
La sola energia rinnovabile e sostenibile siamo noi, ed è racchiusa nella forza delle nostre braccia, e in quella passione mortificata ridotta a flebile fiammella ai margini del nostro cuore.
Sono in molti a non credere alla possibilità che il mondo stia per collassare!
Una seconda categoria di fanatici e cultori di profezie, al contrario, è convinta della prossima fine del mondo (apocalisse).
Quelli come me, un’estrema minoranza di osservatori sereni e disincantati sanno, con matematica certezza che, presto, il sistema Liberista Relativista imploderà su se stesso e, dolore follia e morte, si spartiranno questa terra.
Una quarta e affollata categoria, che chiamerei di androidi zombeggianti (diversamente da tutte le altre), vive la realtà presente, come una sorta di moderno paradiso terrestre, condividendone ogni mostruosità, e respirandone ogni fetore. Sono gli stessi che hanno prodotto la fine.
Si, siamo alla fine, comunque la si voglia immaginare!
Tornare al passato, è il percorso più praticabile e meno utopico, contrariamente del perseverare in questa direzione.
Solo con un radicale intervento di riconversione del Sistema Liberista Relativista, potremo limitare i danni di una tragedia annunciata dai contorni apocalittici.
Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=11649
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
E tutto questo perché la gente si sta dimenticando delle vecchie religioni... Dall' Antica religione in poi... In queste rispettavano la natura e vivevano in simbiosi con essa, curandola e vivendo con essa... Adesso invece la stanno distruggendo per cosa fare? Mmm... Quella foresta mi impedisce di vedere quel micromillimetro di super industria inquinante... Abbattetela! Ed ecco che un'intera foresta viene buttata giù .-.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
sagge paroleChristian ha scritto:E tutto questo perché la gente si sta dimenticando delle vecchie religioni... Dall' Antica religione in poi... In queste rispettavano la natura e vivevano in simbiosi con essa, curandola e vivendo con essa....-.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Christian ha scritto:E tutto questo perché la gente si sta dimenticando delle vecchie religioni... Dall' Antica religione in poi... In queste rispettavano la natura e vivevano in simbiosi con essa, curandola e vivendo con essa... Adesso invece la stanno distruggendo per cosa fare? Mmm... Quella foresta mi impedisce di vedere quel micromillimetro di super industria inquinante... Abbattetela! Ed ecco che un'intera foresta viene buttata giù .-.
la religione adesso si chiama "ELETTRONICA", se gesù cristo dovesse tornare sulla terra senza un ipod o ipad o come diavolo si chiama...chi gli darebbe retta?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Bravissimo come sempre!! Siamo stati presi,comandati dalla tecnologia!Alaudae ha scritto:Christian ha scritto:E tutto questo perché la gente si sta dimenticando delle vecchie religioni... Dall' Antica religione in poi... In queste rispettavano la natura e vivevano in simbiosi con essa, curandola e vivendo con essa... Adesso invece la stanno distruggendo per cosa fare? Mmm... Quella foresta mi impedisce di vedere quel micromillimetro di super industria inquinante... Abbattetela! Ed ecco che un'intera foresta viene buttata giù .-.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Io l'unica cosa che mi dispiacerebbe se va via la'elettricità è che non posso più comunicare in questo sito e che le perle che contiene non possono essere viste da altri...
Comunque dovrebbe avere anche gli abiti firmati e la ferrari, Gesu!
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Christian ha scritto:Io l'unica cosa che mi dispiacerebbe se va via la'elettricità è che non posso più comunicare in questo sito e che le perle che contiene non possono essere viste da altri...
Comunque dovrebbe avere anche gli abiti firmati e la ferrari, Gesu!
se ti dovessi dire di cosa avrebbe bisogno al giorno d'oggi...impallidiresti e forse mi accuseresti di blasfemia: meglio finire qui
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La futura carta di identità biometrica tra schedatura generalizzata e lucrosi affari
Basta!
Il 13 dicembre è stato dibattuto un progetto di introduzione di una nuova carta di identità. Sarà biometrica e fornita di chip elettronici che potrebbero consentire di tracciare il comportamento di ogni cittadino. La creazione di un schedario centralizzato, con l’incrocio di tutti i dati che aprono la possibilità al riconoscimento facciale, è sostenuta anche dal Ministro degli Interni, Claude Guéant. Un attentato senza precedenti alla libertà pubblica e un lucroso mercato per le imprese del settore.
“Una carta di identità non può essere un mezzo di pagamento! Questa commistione di generi è inammissibile“: Jean-Claude Vitran, membro della Lega dei Diritti dell’Uomo (LDH), si è fortemente opposto al progetto di nuova carta di identità biometrica: “Ci batteremo fino alla fine, con un ricorso al Consiglio di Stato e alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.”
Il 13 dicembre l’Assemblea Nazionale esaminerà per una seconda volta la proposta di legge che riguarda la creazione di una nuova carta d’identità biometrica, che verrà rilasciata in Francia a partire dal 2012. Ma perché così tanta fretta? Questa carta conterrà un chip “regale”, coi dati di identità e quelli biometrici (stato civile, l’indirizzo, taglia e colore degli occhi, impronte digitali, fotografia). E un chip opzionale, “commerciale“, che permetterà di realizzare una firma elettronica su Internet grazie a un piccolo conto collegato a un computer.
Pedinare i cittadini?
È una possibilità che presenta numerosi rischi, ha sottolineato la Commissione Nazionale dell’Informatica e delle Libertà (CNIL) [1]. Queste funzioni elettroniche, che si affidano a “garanzie particolari“, se venissero mal utilizzate potrebbero consentire di registrare il comportamento dei cittadini, quello che acquistano, dove viaggiano. Con la possibilità di sfruttare le notizie delle transazioni private che sono state effettuate.
Un rischio fatto presente dal socialista Serge Blisko quando la legge fu presentata all’Assemblea nazionale nel luglio scorso: “Mettere i due chip, quello ‘regale’ e quello ‘commerciale’, sulla carta d’identità comporta un pericolo ancora più grave: quello di rendere possibile una tracciatura degli individui, ad esempio con i dati del pass Navigo. La RATP può seguire tutti gli spostamenti di un viaggiatore che ha questo titolo di trasporto e può comunicare queste notizie alla polizia o ad un giudice istruttore dietro mandato giudiziario.”
Il deputato teme un tracciamento simile anche su Internet, dato che questa secondo chip verrebbe gestito dal Ministero dell’Interno. “Avete bisogno, come Ministro degli Interni, di conoscere le abitudini di acquisto e di consumo o il via vai di milioni di cittadini? Siamo arrivati nel mondo descritto da Orwell in ‘1984’”, denuncia Serge Blisko. La risposta di Christian Vanneste, deputato dell’UMP,: “Non ha niente a che vedere con Orwell! L’informatica a quel tempo non esisteva!”
Una schedatura generalizzata “sproporzionata”
Per fortuna che l’informatica ci apre nuove prospettive. Quella di un schedatura biometrica generalizzata e centralizzata dei 45 milioni di francesi che hanno più di 15 anni. Obiettivo fissato dalla nuova carta di identità biometrica: lottare contro l’usurpazione di identità. Il problema riguarderebbe ogni anno 13.900 persone secondo l’Osservatorio Nazionale della Delinquenza e delle Risposta Penali. Si è ben lontani dai 200.000 casi contro cui lo stato si schiera per introdurre questo dispositivo, come ricorda il rapporto presentato al Senato. La nuova carta biometrica permetterà quindi di aggiornare uno “schedario delle persone oneste“, usando le parole di François Pillet, senatore dell’UMP e relatore della proposta di legge. I dati verranno raggruppati in una base centralizzata comune a quella dei passaporti biometrici, TES, da Titoli Elettronici Securizzati. “L’adeguatezza della conservazione centralizzata dei dati biometrici nei riguardi dell’obbiettivo legittimo della lotta contro la frode documentale non è stata ancora dimostrata”, afferma il CNIL.
All’epoca della prima stesura della proposta di legge del 2010, il Senato aveva sostenuto l’esistenza di un “legame debole” tra dati biometrici e una schedatura centralizzata. Questo “legame debole” permetterebbe di verificare, a partire dai dati biometrici, che una persona sia censita nello schedario e che la foto o le impronte digitali corrispondono, senza però fornire l’identità di questa persona con tutti i dati connessi [2]. Ciò consentirebbe di identificare il 99,9% dei casi di furti di identità, senza dover attentare alla vita privata dei cittadini. Invece, un “legame forte” consentirebbe l’identificazione di una persona a partire dalle sue sole impronte digitali grazie alla consultazione dello schedario. Una possibilità che apre la strada a una deriva pericolosa.
Alcune lezioni fornite dalla storia
“Il collegamento debole non permette di identificare persone colpite da amnesia, le vittime degli attentati, i bambini”, ribatte Claude Guéant che ha difeso con successo davanti all’Assemblea nazionale la necessità di un “collegamento forte”. Un’opzione criticata dal CNIL: gli archivi devono avere una sola finalità, per evitare ogni abuso. Una banca dati delle carte di identità non può servire per l’uso poliziesco. L’ipotesi di Claude Guéant è ben lontana dall’essere unanime, anche all’interno dell’UMP. Per il senatore del Cher Francesco Pillet (UMP), un simile schedario centralizzata “potrebbe costituire, se non è circondato dalle garanzie richieste, una bomba a scoppio ritardato per le libertà pubbliche“.
“I democratici che hanno a cuore i diritti e che proteggono le libertà pubbliche non possono lasciarsi alle spalle un archivio che, nel futuro e nell’ambito di una storia che non vivremo, si può trasformare in uno strumento pericoloso e liberticida”, avverte il parlamentare: “Cosa potrebbero dirci le vittime guardandoci negli occhi? […] Signor Ministro, non voglio che da questo schedario si possa tirar fuori un nome, che sia il vostro, il mio o il nostro.”
Verso un sistema di riconoscimento facciale?
L’emendamento di Claude Guéant è stato rigettato con forza dal Senato, 340 voci contro 4), un schiaffo per il ministro degli Interni. Se questo profondo disaccordo tra deputati (che hanno votato per il “collegamento forte”) e i senatori persiste, la scelta verrà presa definitivamente nelle prossime settimane dalla commissione mista paritaria. “Quale che sia l’opzione che verrà decisa, uno schedario centralizzato di questo tipo è inammissibile e pericoloso”, ricorda Jean-Claude Vitran. “Anche nel caso di un ‘collegamento debole’, bisogna essere davvero ingenui per credere che con una tale banca dati al ministero dell’Interno, non si vada ogni tanto ad autorizzare qualcuno per darci un’occhiata“.
Il Senato si è opposto anche all’utilizzo delle immagini digitali del viso, nella cornice di un dispositivo di riconoscimento facciale. Ciò aprirebbe la possibilità di identificare le persone nella pubblica via, nel corso di una manifestazione, nei trasporti urbani, a partire dalle telecamere di sorveglianza confrontando i dati dello schedario. Di fronte all’inquietudine dei deputati, Claude Guéant pianta il chiodo: “Il riconoscimento facciale, che al momento non offre tutte le garanzie di affidabilità che sono necessarie, è una tecnologia che si evolve molto rapidamente: si può pensare dunque che molto presto sarà tanto affidabile quanto il riconoscimento digitale.”
Piraterie possibili
Altro argomento controverso: la carta di identità sarà dotata di microchip RFID [3], che sono al momento utilizzati nei passaporti biometrici. Sono dei microchip che possono essere lette dai lettori wireless, come il Navigo della RATP. Problema, rivela Jean-Claude Vitran, del LDH: “Non è necessario che ci sia un lettore di microchip RFID per captare i dati della carta senza contatto.” Il pass Navigo, ad esempio, può essere letto a quaranta centimetri.
“Con la nuova generazioni di microchip RFID, si possono leggere i dati ad alcune decine di metri di distanza. È possibile riuscire a produrre una carta falsa con i dati raccolti.» La nuova carta d’identità non riuscirà quindi a fermare i furti di identità. ”Con 90 euro, si può fabbricare un lettore”, spiega il militante della LDH: “Negli Stati Uniti qualcuno è riuscito a clonare i microchip negli aeroporti, per dimostrare all’amministrazione i difetti del sistema RFID.”
La schedatura, uno sport nazionale
A tutte queste critiche si aggiunge un sospetto sulla finalità di questa iniziativa. Per Jean-Claude Vitran, non ci sono dubbi: “Non è tanto una questione che riguarda la lotta contro i furti di identità, quanto la volontà di creare una vetrina per l’industria francese.” I leader mondiali delle tecnologie delle carte con microchip e dei documenti di identità biometrici sono francesi: Morpho, ex Sagem Sécurité, filiale del gruppo Safran, che produce il passaporto biometrico francese, rivendica “130 casi di soluzioni per l’identità biometrica, in 70 paesi diversi“.
Tra queste imprese troviamo anche Gemalto, Oberthur, o ancora Thales che ha consegnato 250 milioni di documenti securizzati in 25 paesi, particolarmente in Marocco, Uzbekistan, Etiopia e Regno Unito. Nel 2010 Morpho si è lanciato in un progetto allargato: raccogliere i dati biometrici di 1,2 miliardi di indiani per un archivio che incrocia le impronte digitali con il tracciato dell’iris.
“Come si può ignorare […] che il passaggio alla biometrica sia una formidabile opportunità di creare un mercato remunerativo per quelle imprese che sono specializzate in questo settore?”, si chiede la senatrice comunista Éliane Assassi, nel corso di una seduta al Senato. “Dietro a questa legge c’è un’enorme campagna di lobby da parte del raggruppamento professionale delle industrie di componenti e sistemi elettronici (Gixel), e in particolare da parte di Morpho”, ci spiega Jean-Marc Manach, giornalista di Owni.fr.
La Francia va controcorrente
Purtroppo i tempi sono duri: il Regno Unito, che nel 2008 ha firmato con Thalès un contratto per la creazione di carte di identità biometriche per un totale di 23 milioni di euro, ha cambiato idea. Nel 2010, il nuovo governo britannico ha abbandonato il progetto di carta di identità biometrica e di schedatura sistematica. Il governo olandese ha annunciato di voler rinunciare all’archiviazione delle impronte digitali e distruggere gli schedari esistenti.
In Israele un archivio nazionale contenente i dati personali di nove milioni di persone ha fatto per due anni il giro di Internet, dopo essere stato rubato da un impiegato del governo. In Algeria la realizzazione del passaporto biometrico suscita numerosi interrogativi, soprattutto sulla pertinenza dell’aver affidato la realizzazione di un archivio biometrico – quindi altamente sensibile – a un’impresa straniera, Oberthur. In India risulta che ci siano alcune imprese, tra quelle che raccolgono i dati, che venderebbero queste informazioni a fini di marketing mirato. Altre cattive notizie penalizzare il settore.
La paranoia del controllo sociale
In questo contesto, il mercato francese delle carte biometriche rappresenterebbe una manna dal cielo. La Francia “ha oggi un ritardo considerevole. Le imprese francesi sono in punta ma non vendono niente in Francia, ciò che li penalizza all’esportazione rispetto ai concorrenti americani”, si lamenta Jean-René Lecerf, senatore dell’UMP che ha depositato la proposta di legge al Senato.
Di fronte a questi rovesci, Claude Guéant vuole fare probabilmente un gesto per le imprese del settore. E impegnare la Francia in un processo di schedatura biometrica generalizzato. Un’altra schedatura, quando in Francia il numero degli archivi della polizia è già raddoppiato negli ultimi cinque anni. Un Libro Bianco sulla Pubblica Sicurezza [4] viene del resto di essere rimesso a Claude Guéant. Preconizza la creazione “di un terzo grande archivio basato sulle immagini del volto” con un sempre maggior ricorso ai software di riconoscimento automatizzato, per poter accelerare la soluzione delle “inchieste giudiziarie che dispongono di indizi che sono bloccati dalla protezione per i dati video.” Un nuovo schedario da incrociare probabilmente con quello di identità biometrica: “Ci danno di paranoici”, conclude Jean-Claude Vitran: “Ma non siamo certo in una democrazia addormentata. Uno strumento simile otterrebbe un controllo totale della popolazione. È la volontà di schedare il mondo intero ad essere una vera paranoia.”
Note:
[1] Leggere le osservazioni del CNIL del 25 ottobre del 2011.
[2] “Le impronte dei titolari della carta d’identità sono stoccate in un grande archivio informatico e contrassegnate da un numero specifico, evitando un legame diretto tra identità e impronte. Nel caso di una verifica di identità, i dati ci indicano solamente se questa identità corrisponde a un’impronta dell’archivio, senza specificarla”, attesta il Senato.
[3] Radio Frequency IDentification: una tecnologia che permette di memorizzare e di recuperare dati a distanza, senza contatto, utilizzando delle “radio-etichette” incollate o incorporate negli oggetti o nei prodotti.
[4] Scritto da un comitato di controllo presieduto dal Prefetto della polizia di Parigi, Michel Gaudin, e dal presidente dell’Osservatorio Nazionale della Delinquenza e delle Risposte Penali (ONDRP), Alain Bauer.
**********************************************
Fonte: La future carte d’identité biométrique : entre fichage généralisé et business juteux
Visto su: http://cogitoergo.it/?p=10319
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Se riescano ad inserire i microchip ci sarebbero più casi di pazienti con paranoia che per il raffreddore...
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Christian ha scritto:Se riescano ad inserire i microchip ci sarebbero più casi di pazienti con paranoia che per il raffreddore...
qualcuno sarebbe anche contento e inneggerebbe al progresso...
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Bé... Proprio un gruppo mooooolto ristretto sarebbe contento XD E quel gruppo sono persone che imitano le seguenti immagini:
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un piano per eliminare granparte della popolazione diffondendo pandemie attraverso vaccini
Nel video che vi proponiamo, la principessa giapponese Kaoru Nakamaru, regala dichiarazioni schock sui vaccini, le pandemie e i governi ombra. Come detto, nel video, dichiara che la sorella dell’allora vicepresidente Al Gore, gli avrebbe fatto vedere un documento, in cui si dichiara l'esistenza di un governo ombra e che questo avrebbe progettato un piano per eliminare gran parte della popolazione mondiale diffondendo pandemie attraverso i vaccini. Il motivo? Siamo in troppi su questo pianeta!
Durante il periodo che e’ stata ospite di Al Gore in USA, la principessa Kaoru Nakamaru afferma di aver conosciuto i leader della Commissione Trilaterale (di cui fa parte anche il nostro premier Mario Monti), del Gruppo Bilderberg e del Foreign Affairs, i quali constituiscono tre veri e propri governi ombra che operano a livello mondiale.
Il Magazine On-Line "Notizie Fresche" pubblica a nome di un certo Mister X, un articolo interessante che riguarda l'intervista alla principessa Nakamaru che fa delle dichiarazioni sconcertanti. Ovvio che molti già sapevano di questa notizia, riguardo i programmi occulti del Governo Ombra, che avrebbe un piano per eliminare gran parte della popolazione mondiale diffondendo pandemie attraverso i vaccini e scie chimiche. Come detto sopra, a parlare nel video, che vi proponiamo e’ la principessa giapponese Kaoru Nakamaru, la quale regala dichiarazioni schock sui vaccini, le pandemie e i governi ombra. La principessa Nakamaru, ai tempi della presidenza Clinton, venne invitata dalla famiglia del vice presidente Al Gore a Washington. Nel video che vi mostriamo sotto, Nakamaru dichiara che la sorella dell’allora vicepresidente Al Gore, confermava l’esistenza di un governo ombra che agisce a livello mondiale sul mercato del petrolio, dei diamanti, dell’oro e dell’energia atomica. Il giorno dopo incontra il vicepresidente che conferma che tutti i piu’ grandi media mondiali sono manipolati e che stanno diffondendo al mondo informazioni false.
Un docuemento top secret mostrato alla principessa Nakamaru da Al Gore, dimostrerebbe come esiste un piano per eliminare gran parte della popolazione mondiale diffondendo pandemie attraverso i vaccini. Il motivo? Siamo in troppi su questo pianeta.Su questo misterioso documento, sarebbe riportato non solo il nome del dottore responsabile della strategia da attuare perr l’eliminazione della gran parte della popolazione mondiale, ma erano listate tutte le strategie e i passi da seguire, influenza dopo influenza, organi militari, i periodi della diffusione delle epidemie, quale paese doveva essere colpito, e da quale virus. Tutto era gia’ stato pianificato e definito. Veramente raccapricciante tutto ciò! Su questo docuemnto, viene dichiarato anche come, attraverso la somministrazione del vaccino antipolio, sia stato diffuso l’AIDS in India, nei paesi asiatici e in Africa, con l’intento di decimare la popolazione di questi paesi. Tutto cio’ che circonda il potere politico e’ manipolato. Al Gore racconta alla principessa Nakamaru che lui non ha alcun potere in qualita’ di vicepresidente, ma che l’unico potere che i cittadini hanno per cambiare le cose e’ di non votare certa gente.
Tutte queste informazioni che Al Gore ha passato alla principessa, non potevano essere pubblicate negli Stati Uniti e in questo senso le chiese se potevano essere pubblicate in Giappone. Dopo aver vissuto una incredibile esperienza spirituale, grazie alla quale ha capito che l’oscurita’ viene creata solamente nella nostra mente attraverso la paura, Nakamaru ha cominciato a scrivere ben 54 libri.
Durante il periodo che e’ stata ospite di Al Gore in USA, la principessa Kaoru Nakamaru afferma di aver conosciuto, a sua insaputa, i leader della Commissione Trilaterale]b] (di cui fa parte anche il nostro premier Mario Monti),[/b] del Gruppo Bilderberg e del Foreign Affairs, i quali constituiscono tre veri e propri governi ombra che operano a livello mondiale.
L’intervento, riproposto nel video seguente, e’ stato registrato durante la conferenza “2012: oltre il mistero” tenutasi a Roviano il 14 novembre 2010.
link
Durante il periodo che e’ stata ospite di Al Gore in USA, la principessa Kaoru Nakamaru afferma di aver conosciuto i leader della Commissione Trilaterale (di cui fa parte anche il nostro premier Mario Monti), del Gruppo Bilderberg e del Foreign Affairs, i quali constituiscono tre veri e propri governi ombra che operano a livello mondiale.
Il Magazine On-Line "Notizie Fresche" pubblica a nome di un certo Mister X, un articolo interessante che riguarda l'intervista alla principessa Nakamaru che fa delle dichiarazioni sconcertanti. Ovvio che molti già sapevano di questa notizia, riguardo i programmi occulti del Governo Ombra, che avrebbe un piano per eliminare gran parte della popolazione mondiale diffondendo pandemie attraverso i vaccini e scie chimiche. Come detto sopra, a parlare nel video, che vi proponiamo e’ la principessa giapponese Kaoru Nakamaru, la quale regala dichiarazioni schock sui vaccini, le pandemie e i governi ombra. La principessa Nakamaru, ai tempi della presidenza Clinton, venne invitata dalla famiglia del vice presidente Al Gore a Washington. Nel video che vi mostriamo sotto, Nakamaru dichiara che la sorella dell’allora vicepresidente Al Gore, confermava l’esistenza di un governo ombra che agisce a livello mondiale sul mercato del petrolio, dei diamanti, dell’oro e dell’energia atomica. Il giorno dopo incontra il vicepresidente che conferma che tutti i piu’ grandi media mondiali sono manipolati e che stanno diffondendo al mondo informazioni false.
Un docuemento top secret mostrato alla principessa Nakamaru da Al Gore, dimostrerebbe come esiste un piano per eliminare gran parte della popolazione mondiale diffondendo pandemie attraverso i vaccini. Il motivo? Siamo in troppi su questo pianeta.Su questo misterioso documento, sarebbe riportato non solo il nome del dottore responsabile della strategia da attuare perr l’eliminazione della gran parte della popolazione mondiale, ma erano listate tutte le strategie e i passi da seguire, influenza dopo influenza, organi militari, i periodi della diffusione delle epidemie, quale paese doveva essere colpito, e da quale virus. Tutto era gia’ stato pianificato e definito. Veramente raccapricciante tutto ciò! Su questo docuemnto, viene dichiarato anche come, attraverso la somministrazione del vaccino antipolio, sia stato diffuso l’AIDS in India, nei paesi asiatici e in Africa, con l’intento di decimare la popolazione di questi paesi. Tutto cio’ che circonda il potere politico e’ manipolato. Al Gore racconta alla principessa Nakamaru che lui non ha alcun potere in qualita’ di vicepresidente, ma che l’unico potere che i cittadini hanno per cambiare le cose e’ di non votare certa gente.
Tutte queste informazioni che Al Gore ha passato alla principessa, non potevano essere pubblicate negli Stati Uniti e in questo senso le chiese se potevano essere pubblicate in Giappone. Dopo aver vissuto una incredibile esperienza spirituale, grazie alla quale ha capito che l’oscurita’ viene creata solamente nella nostra mente attraverso la paura, Nakamaru ha cominciato a scrivere ben 54 libri.
Durante il periodo che e’ stata ospite di Al Gore in USA, la principessa Kaoru Nakamaru afferma di aver conosciuto, a sua insaputa, i leader della Commissione Trilaterale]b] (di cui fa parte anche il nostro premier Mario Monti),[/b] del Gruppo Bilderberg e del Foreign Affairs, i quali constituiscono tre veri e propri governi ombra che operano a livello mondiale.
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l'inquietante banalità
di Italo Romano
Oltre la Coltre
Ne siamo circondati, avvolti e spesso travolti. Sto parlando della banalità. Viviamo tempi di sintesi e semplificazione, dove ogni concetto, anche il più astruso, è banalizzato. Tutto sprofonda nell’abisso oscuro della mediocrità, o rasenta un insignificante piattume. La convinzione indotta è la migliore arma di banalizzazione di massa mai creata. Esse, oggi, sono strabordanti e si propagano alla velocità della luce, grazie ai grandi mezzi di diffusione di massa, vere fabbriche di convinti.
Spesso, però, la convinzione è una falsa credenza, dettata da una palese ignoranza, velata da uno pseudo fortino di arroganza mista a superficialità. Ciò porta a riassumere fatti, concetti e idee nell’unica forma possibile che consente questo modus vivendi, con la banalità. La persuasione subliminale ha creato questa dotta ignoranza che purtroppo riesce a far scadere ogni discussione nei soliti elementari archetipi del banale.
Saul Bellow nel suo romanzo biografico “Ravelstein” ha scritto che “la banalità è il travestimento di una potentissima volontà tesa ad abolire la coscienza“. Niente di più vero. Questo qualunquismo filosofico è premeditatamente presentato alle deboli menti, la maggioranza, che si auto schiavizzano, scadendo in una condizione di servilismo. Un servilismo che si palesa nella più abietta forma, servo è fiero di esserlo, perchè essendo l’unica forma di vita conosciuta, è sicuramente la migliore. L’individuo diviene suddito perchè non riesce più a distinguere la finzione dalla realtà.
Chi sta dietro questo progetto di banalizzazione di massa deve essere un genio.
Sempre secondo lo scrittore americano, “il sistema esige la mediocrità, non la grandezza. Il sistema è basato sul lavoro. Il lavoro connesso all’arte è banalità“. Giusto. Ma io aggiungerei un nuovo pezzo del puzzle. Il sistema si è evoluto e ora si basa sul non-lavoro. Nel senso che intere generazioni crescono e vivono con il miraggio e l’utopia di un lavoro degno di essere chiamato con tal nome. Questo vivere di illusione ha creato una nuova schiera di schiavi. Presi per fame, essi elemosinano l’entrata tra le file dei devoti servi. La speranza è una catena invisibile che cinge polsi e caviglie.
Così anche lo scrivere, il dipingere, il comporre musica o qualsiasi altra forma d’arte è stata tramutata in lavoro. Niente di più banale. Da una mente compromessa da questa condizione, di certo, non può uscire nulla di geniale. L’arte ha bisogno di pace, amore e serenità. Mentre oggi è schiacciata da guerra, odio e mera apparenza. Le doti e le menti eccentriche sono devastate e uccise dalle richieste di mercato. La cultura è annichilita, standardizzata, amorfizzata e prosaicizzata. Anch’essa è stata sacrificata all’altare della banalità. Oggi l’istruzione sistemica crea burattini, persone prive di spunto individuale o criticità. Si covano, sin da tenera età, menti arrendevoli, disincantate e comuni. Si forgiano intere generazioni che mai e poi mai avranno in sè il seme della ribellione, perchè avvelenate e inertizzate della banalità. E oggi, la libertà vista con gli spenti occhi della mediocrità, non è altro che la libertà di scegliere tra la coca cola e la coca cola light o tra destra e sinistra o tra inter e milan. Chi mostra segni di insofferenza, chi esce fuori dagli schemi, chi si eleva, o tenta di elevarsi, al di sopra degli stereotipati canali è abbattuto, deriso, etichettato e isolato. Oggi, chi ha creato questo mostro non ha più bisogno di intervenire (tranne per piccoli ritocchi o ammodernamenti). E’ una macchina che va da sè, in moto perpetuo, che si autoregola e auto genera, eliminando i corpi estranei. Dal sistema? No, dalle sue creature.
Chi cerca di districarsi tra le sabbie mobili del mediocre e silenzioso vivere, è risucchiato e sprofonda inesorabilmente in una condizione di asocialità, che lo rende facilmente distinguibile, ergo identificabile, da ogni membro del sistema. Nel regno della banalità la grandezza non è contemplata, ma osteggiata e avvilita. La dittatura del capitale non ha fatto altro che amplificare e proliferare tutto questo nulla. L’uomo merce è quanto di più banale potesse essere pensato. Una meraviglia del creato usata come merce di scambio. La competitività ha formato un estremo e violento appiattimento delle condizioni di vita, banalizzando il pianeta e tutti gli esseri viventi, equiparando la maestosità della vita all’abisso della morte dei sensi. Perchè, se il metro di giudizio di un essere vivente è un pezzo di carta o un numerino sullo schermo di un computer, hanno ridotto il tutto al nulla e il nulla in tutto. Può esistere qualcosa di più banale?
Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=9836
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L'Arma dei Carabinieri verrà assorbita da Eurogendfor
L'UNIONE EUROPEA VUOLE IMPORRE LA SMILITARIZZAZIONE DELLA QUARTA FORZA ARMATA E L'ACCORPAMENTO DEI CARABINIERI ALLA POLIZIA DI STATO. CHE C'ENTRI QUALCOSA EUROGENDFOR, LA POLIZIA EUROPEA CON POTERI ILLIMITATI?A PENSAR MALE SI FA PECCATO, PERÒ NON SI SBAGLIA MAI.. INTANTO IL SITO DEI CARABINIERI CI INFORMA DEL DOLOROSO SCIOGLIMENTO..
Il caso ha voluto che proprio ieri ho deciso di inserire l'Eurogendfor tra gli argomenti in primo piano. Sentivo che a breve avrei letto una notizia come quella che mi accingo a darvi. Ebbene cari lettori di Free Italy, in un futuro non molto lontano l'Arma dei Carabinieri non esisterà più. È destinata allo scioglimento. Senza se e senza ma. Accadrà perché così hanno deciso e così deve essere. Accadrà perché il piano dei poteri forti è proprio questo: sostituire le forze di polizie nazionali, sottoposte al controllo degli stati e dei loro Parlamenti,con una forza i polizia sovranazionale, l'Eurogendfor,con poteri illimitati e totalmente sciolta dal controllo di organi democraticamente eletti.
A dare la notizia sono proprio loro,i carabinieri.Se ne trova notizia nel sito Carabinieri-Unione.it dove viene comunicata con sconcerto e velata tristezza:
Sembrerebbe una bufala attendibile quanto la profezia dei Maya, invece è vero. L’Arma dei carabinieri in un futuro più o meno prossimo, ma certamente non remoto, è destinata ad un inevitabile scioglimento: Benemerita addio, è solo questione di tempo e di trattative politiche.
Chissà a quanti di voi verrà un groppo in gola pensando al gruppo leggendario Crimor, appartenente al Ros, protagonista dell’arresto del capo dei capi, Totò Riina, capitanato da Ultimo, o alle investigazioni scientifiche del Ris agli ordini del colonnello, ora generale in congedo, Luciano Garofalo, per non parlare del delizioso ‘I racconti del maresciallo’ di Mario Soldati. E chissà quale sarà mai l'animo chi dell'Arma ha fatto la storia o semplicemente ne ha fatto o ne fa parte.
L'Unione Europea comanda e noi da bravi cagnolini dei poteri forti rispondiamo con un cenno d'assenso. È successo quando abbiamo firmato il Trattato di Mastricht e di Lisbona, iniziando a cedere importanti pezzi di sovranità monetaria. È successo qualche mese fa con Monti e Papedemos, premier scuola Goldman Sachs giunti al governo di Italia e Grecia sotto la pressione della Bce e dell'Ue. E sta succedendo anche coi Carabinieri. E quindi giù con un bel colpo di spugna sui militari caduti in servizio. E giù con un bel colpo di spugna sulla figura tranquillizzante e familiare del maresciallo di paese. Un colpo di spugna sui militari caduti in servizio, ma pure sulla figura paciosa e tranquillizzate del maresciallo di paese, un po' buon padre di famiglia, un po' tutore della legge, filosofo e psicologo, che sapeva dosare perfettamente il bastone e la carota.
Ma perché l'Ue ha questa fretta? E da dove viene la notizia? Ce lo spiegano i carabinieri nell'articolo:
Sono annosi ormai i richiami del ministero dell’Interno in merito alla necessità di una riforma che veda una reale unificazione delle Forze di Polizia con il contestuale passaggio dell’Arma alle dipendenze di tale dicastero. Al contempo, si susseguono le esternazioni in senso contrario del ministro della difesa che giura, invece, che i carabinieri resteranno alla Difesa. Versione non del tutto inesatta, i carabinieri in quanto tali, sopravviverebbero con un’aliquota destinata a supportare le nostre missioni all’estero con compiti di polizia militare.
La fonte è il ministero dell'Interno. Più autorevole di quella... La richiesta dell'Ue è ufficiale e rientra nell'ambito di quella che Monti ha chiamato "una cessione necessaria di pezzetti di sovranità all'Ue" in quel famoso video che ha spopolato e preoccupato mezzo web. Vogliono smilitarizzare l'arma e accorparla con polizia. La domanda è perché? Ecco la risposta dei carabinieri:
Secondo la Ue e il ministero dell’Interno la militarità dell’Arma non è quindi vista come necessità di combattere più efficacemente la criminalità, dal momento che il codice di procedura penale stabilisce modalità di intervento uguali per tutte le Forze di Polizia, aggiungendo che non è ammissibile che le stesse forze dell’ordine si occupino di ordine pubblico dipendendo da amministrazioni diverse. Per arrivare ai colpi bassi, ossia ai dubbi sull’efficienza dell’Arma, voci neanche troppo di corridoio sostengono che con lo scioglimento dell’Arma si spezzerebbe ogni legame con la difesa che, sempre stando a queste voci, in maniera soffocante e per quasi duecento anni, ha condizionato destini, carriere ed efficienza di una forza armata che, nonostante il suo impegno, vede da sempre intere regioni ancora sotto il controllo della criminalità organizzata. Europa solo la Francia, con la Gendarmerie Nationale, ha una forza di polizia paragonabile ai nostri carabinieri ma con alcuni tratti distintivi essenziali: il Capo del Corpo è un Direttore civile, i compiti sono nettamente distinti da quelli della Police Nationale per aree territoriali di competenza e per specializzazioni. In Olanda, la Koninklijke Marechaussee, oltre ai compiti di polizia militare ha solo compiti di polizia di frontiera. In Belgio, la Gendarmerie è stata sciolta ed è confluita nella Police Nationale. In Spagna, la Guardia Civil, un Corpo di polizia a ordinamento militare, ha tuttavia un Direttore civile.
L'Arma dei Carabinieri è un altro dei nostri gioielli così invidiati che ce lo vogliono distruggere non potendocelo portare via. Ma non è tanto l'invidia il motore di questa scelta. Le ragioni sono molto più banali. Si tratta di una forza organizzata a tal punto da essere giudicata pericolosa da quei poteri forti che vogliono controllarci attraverso quella forza di polizia anti democratica e con poteri illimitati nota come Eurogendfor, di cui vi ricordo i compiti e il raggio d'azione:
«condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici»
«EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche» (art. 5).
La Gendarmeria europea assume tutte le funzioni delle normali forze dell’ordine (carabinieri e polizia), indagini e arresti compresi. Ahh hai capito perché allora i carabinieri non servono? Tanto c'è Eurogendfor che è pure meglio e che piace anche alla Nato e agli Stati Uniti, i quali avranno voce in capitolo persino nella sua gestione operativa! Il nuovo corpo, se non bastasse, risponde esclusivamente a un comitato interministeriale, composto dai ministri degli Esteri e della Difesa dei paesi firmatari. In pratica, significa che avremo per le strade poliziotti veri e propri, che non si limitano a missioni militari, sottoposti alla supervisione di un’organizzazione sovranazionale in mano a una potenza extraeuropea cioè gli Usa, e che, come se non bastasse, è svincolata dal controllo del governo e del parlamento nazionali.
Alla faccia del del maresciallo di paese,un po' buon padre di famiglia, un po' tutore della legge, filosofo e psicologo, che sapeva dosare perfettamente il bastone e la carota...
Fonte: comesantommaso.blogspot.com
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SCONVOLGENTE!!!
Henry Kissinger: "Se non riesci a sentire i tamburi di guerra allora devi essere sordo"
NEW YORK - Stati Uniti - Con una notevole ammissione l'ex Segretario di Stato dell'era Nixon, Henry Kissinger, rivela ciò che sta accadendo in questo momento nel mondo e in particolare in Medio Oriente. Parlando dal suo lussuoso appartamento di Manhattan, l'anziano statista, che compirà 89 anni a maggio, con la sua analisi della situazione attuale, è molto più avanti del forum mondiale di geo-politica ed economia.
Di Alfred Heinz
Daily Squib
"Gli Stati Uniti stanno tenendo a freno Cina e Russia, e l'ultimo chiodo nella bara sarà l'Iran, che è, naturalmente, l'obiettivo principale di Israele. Abbiamo permesso alla Cina di aumentare la sua forza militare e alla Russia di riprendersi dalla sovietizzazione, per dare loro un falso senso di spavalderia, questo creerà un crollo più veloce per tutti loro insieme. Siamo come un tiratore sveglio che sfida l'inesperto a prendere la pistola, ma quando ci prova, è bang bang. La prossima guerra sarà così grave che una sola superpotenza può vincere, e siamo noi gente. È per questo che l'UE ha tanta fretta di formare un superstato completo perché sanno che sta arrivando, e per sopravvivere, l'Europa dovrà essere un unico stato coeso. La loro urgenza mi dice che loro sanno benissimo che la grande resa dei conti è alle porte. Oh quanto ho sognato questo momento delizioso. "
"Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla il popolo".
Il Signor Kissinger ha poi aggiunto: "Se sei una persona comune, allora puoi prepararti per la guerra spostandoti verso la campagna e mantenendo una fattoria, ma devi portare con te le armi, perchè ci saranno in giro orde di affamati. Inoltre, anche se l'elite avrà i suoi ripari e rifugi speciali, deve essere altrettanto attenta durante la guerra, come i civili semplici, perché anche i loro rifugi possono essere compromessi".
Dopo una pausa di alcuni minuti per raccogliere i suoi pensieri, il signor Kissinger, ha continuato:
"Abbiamo detto ai militari che avremmo dovuto prendere più di sette paesi del Medio Oriente per le loro risorse e hanno quasi completato il loro lavoro. Sappiamo tutti cosa penso dei militari, ma devo dire che questa volta hanno obbedito anche troppo. Resta solo l'ultimo gradino, cioè l'Iran che sarà davvero l'ago della bilancia. Per quanto tempo la Cina e la Russia possono stare a guardare mentre l'America fa il repulisti? Il grande orso russo e la falce cinese saranno risvegliati dal loro sonno e questo accadrà quando Israele dovrà combattere con tutte le sue forze e le sue armi per uccidere più arabi che può. Se tutto andrà bene come speriamo, la metà del Medio Oriente sarà Israeliano. I nostri giovani sono stati addestrati bene più o meno nell'ultimo decennio sulle console dei giochi da combattimento, è stato interessante vedere il nuovo gioco Call of Duty Modern Warfare 3, che rispecchia esattamente ciò che avverrà nel prossimo futuro con la sua programmazione predittiva. I nostri giovani, negli Stati Uniti e in Occidente, vengono preparati perché sono stati programmati per essere buoni soldati , carne da cannone, e quando gli sarà ordinato di uscire in strada e combattere quei pazzi Cinesi e Russi, obbediranno agli ordini. Dalle ceneri noi costruiremo una società nuova, resterà solo una superpotenza, e sarà il governo mondiale che vince. Non dimenticare, gli Stati Uniti, hanno le armi migliori, abbiamo roba che nessun altra nazione ha, e diffonderemo quelle armi nel mondo, quando sarà il momento giusto."
Fine del colloquio. Il nostro giornalista viene scortato fuori dalla stanza dal sorvegliante di Kissinger.
Pubblicato da I Lupi di Einstein
tratto da: VOCI DALLA STRADA
NEW YORK - Stati Uniti - Con una notevole ammissione l'ex Segretario di Stato dell'era Nixon, Henry Kissinger, rivela ciò che sta accadendo in questo momento nel mondo e in particolare in Medio Oriente. Parlando dal suo lussuoso appartamento di Manhattan, l'anziano statista, che compirà 89 anni a maggio, con la sua analisi della situazione attuale, è molto più avanti del forum mondiale di geo-politica ed economia.
Di Alfred Heinz
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"Gli Stati Uniti stanno tenendo a freno Cina e Russia, e l'ultimo chiodo nella bara sarà l'Iran, che è, naturalmente, l'obiettivo principale di Israele. Abbiamo permesso alla Cina di aumentare la sua forza militare e alla Russia di riprendersi dalla sovietizzazione, per dare loro un falso senso di spavalderia, questo creerà un crollo più veloce per tutti loro insieme. Siamo come un tiratore sveglio che sfida l'inesperto a prendere la pistola, ma quando ci prova, è bang bang. La prossima guerra sarà così grave che una sola superpotenza può vincere, e siamo noi gente. È per questo che l'UE ha tanta fretta di formare un superstato completo perché sanno che sta arrivando, e per sopravvivere, l'Europa dovrà essere un unico stato coeso. La loro urgenza mi dice che loro sanno benissimo che la grande resa dei conti è alle porte. Oh quanto ho sognato questo momento delizioso. "
"Chi controlla il petrolio controlla le nazioni, chi controlla il cibo controlla il popolo".
Il Signor Kissinger ha poi aggiunto: "Se sei una persona comune, allora puoi prepararti per la guerra spostandoti verso la campagna e mantenendo una fattoria, ma devi portare con te le armi, perchè ci saranno in giro orde di affamati. Inoltre, anche se l'elite avrà i suoi ripari e rifugi speciali, deve essere altrettanto attenta durante la guerra, come i civili semplici, perché anche i loro rifugi possono essere compromessi".
Dopo una pausa di alcuni minuti per raccogliere i suoi pensieri, il signor Kissinger, ha continuato:
"Abbiamo detto ai militari che avremmo dovuto prendere più di sette paesi del Medio Oriente per le loro risorse e hanno quasi completato il loro lavoro. Sappiamo tutti cosa penso dei militari, ma devo dire che questa volta hanno obbedito anche troppo. Resta solo l'ultimo gradino, cioè l'Iran che sarà davvero l'ago della bilancia. Per quanto tempo la Cina e la Russia possono stare a guardare mentre l'America fa il repulisti? Il grande orso russo e la falce cinese saranno risvegliati dal loro sonno e questo accadrà quando Israele dovrà combattere con tutte le sue forze e le sue armi per uccidere più arabi che può. Se tutto andrà bene come speriamo, la metà del Medio Oriente sarà Israeliano. I nostri giovani sono stati addestrati bene più o meno nell'ultimo decennio sulle console dei giochi da combattimento, è stato interessante vedere il nuovo gioco Call of Duty Modern Warfare 3, che rispecchia esattamente ciò che avverrà nel prossimo futuro con la sua programmazione predittiva. I nostri giovani, negli Stati Uniti e in Occidente, vengono preparati perché sono stati programmati per essere buoni soldati , carne da cannone, e quando gli sarà ordinato di uscire in strada e combattere quei pazzi Cinesi e Russi, obbediranno agli ordini. Dalle ceneri noi costruiremo una società nuova, resterà solo una superpotenza, e sarà il governo mondiale che vince. Non dimenticare, gli Stati Uniti, hanno le armi migliori, abbiamo roba che nessun altra nazione ha, e diffonderemo quelle armi nel mondo, quando sarà il momento giusto."
Fine del colloquio. Il nostro giornalista viene scortato fuori dalla stanza dal sorvegliante di Kissinger.
Pubblicato da I Lupi di Einstein
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Aggiungiamo carne al fuoco...
Fine della produzione industriale europea
In poche drammatiche parole, il blog di una piccola fondazione inglese spiega l’assurdità di tutto il sistema di produzione odierno. Per niente liberista, peraltro, visto che concede vantaggi fiscali a chi produce in determinati posti e non in altri.
Leggo con curiosità dell’avvento del Raspberry Pi, il computer da 25 dollari creato dall’Università di Cambridge a scopi didattici, che sarà in vendita tra qualche settimana.
Per saperne di più, finisco sul blog dei creatori di questa piccola grande idea e trovo un racconto che mi lascia senza parole. Non si tratta di chissà che novità, ma della storia nero su bianco di come sia diventato impossibile produrre qualcosa, anche di innovativo, in un Paese europeo, e si sia alla fine letteralmente costretti a mandare la produzione in Cina. Piccoli problemi uno in fila all’altro, raccontati con una certa soavità, che dipingono un quadro inconsapevolmente catastrofico e senza ritorno. Eccovi la storia del Raspberry Pi.
Sfortunatamente, non siamo stati in grado di avviare la produzione nel modo che desideravamo. Come sapete, la Raspberry Pi Foundation aveva intenzione di produrre interamente in Gran Bretagna; dopotutto, siamo una no profit inglese e volevamo aiutare l’industria elettronica del nostro Paese.
Abbiamo contattato svariate industrie inglesi, ma incontrato tali problemi da rendere la cosa impossibile. Anzitutto, i tempi di consegna variavano tra le 12 e le 14 settimane, contro le 3-4 settimane offerte dalle fabbriche asiatiche.
Secondo, abbiamo scoperto che i prezzi in UK cambiano enormemente a seconda della capacità delle aziende. Se un’azienda ha la capacità sufficiente per la nostra produzione di massa, ha anche prezzi altissimi; noi ci aspettavamo certo una differenza di prezzo con l’Asia, ma non al punto da farci saltare tutti i conti. Altre industrie ci offrivano un prezzo migliore, ma non riuscivano a consegnare più di qualche centinaio di pezzi al mese. E anche così, il prezzo era superiore di almeno cinque dollari a pezzo. Qui si parla di decine di migliaia di pezzi per una fondazione no profit (il cui scopo è un computer per tutti gli studenti, ndt) e la spesa ci sembrava irresponsabile.
Inoltre, per produrre in Gran Bretagna, avremmo pagato molte più tasse. Se un’azienda inglese importa componenti, paga tasse su ciascuno di essi. Se invece viene importato un prodotto finito, non si paga alcuna tassa. Questo significa che è del tutto inefficiente per un’industria produrre in Gran Bretagna. Per come stanno le cose, significa che se una compagnia produce interamente all’estero, deprivando l’economia inglese, ottiene un premio fiscale. E’ un’assoluta follia.
In poche drammatiche parole, il blog di una piccola fondazione inglese spiega l’assurdità di tutto il sistema di produzione odierno. Per niente liberista, peraltro, visto che concede vantaggi fiscali a chi produce in determinati posti e non in altri. E’ questo il meccanismo che mette in ginocchio le nostre industrie, anche quelle ad alto valore tecnologico, e che ne induce altre a chiudere baracca e burattini, lasciare a casa gli operai e correre all’estero. Messa così, non c’è rimedio.
E i più catastrofisti non riusciranno a non porsi una domanda: se dovesse succedere qualcosa in Oriente, come una guerra, problemi nei trasporti internazionali, un aumento dei prezzi dell’energia, una crisi di qualsiasi genere, come diamine riusciremo a riavviare una produzione interna? Come potremo far ripartire le nostre industrie, ormai morte e sepolte?
Foto – Raspberry Pi
http://crisis.blogosfere.it/2012/01/fine-della-produzione-industriale-europea.html
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/12/fine-della-produzione-industriale-europea/#ixzz1jKJPWP61
Tratto da: Fine della produzione industriale europea | Informare per Resistere
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Una bella guerra che distrugge le fabbricche asiastiche, un' Europa spolpata delle sue fabbriche e gli USA unici detentori di materiale tecnologico...pensateci
In poche drammatiche parole, il blog di una piccola fondazione inglese spiega l’assurdità di tutto il sistema di produzione odierno. Per niente liberista, peraltro, visto che concede vantaggi fiscali a chi produce in determinati posti e non in altri.
Leggo con curiosità dell’avvento del Raspberry Pi, il computer da 25 dollari creato dall’Università di Cambridge a scopi didattici, che sarà in vendita tra qualche settimana.
Per saperne di più, finisco sul blog dei creatori di questa piccola grande idea e trovo un racconto che mi lascia senza parole. Non si tratta di chissà che novità, ma della storia nero su bianco di come sia diventato impossibile produrre qualcosa, anche di innovativo, in un Paese europeo, e si sia alla fine letteralmente costretti a mandare la produzione in Cina. Piccoli problemi uno in fila all’altro, raccontati con una certa soavità, che dipingono un quadro inconsapevolmente catastrofico e senza ritorno. Eccovi la storia del Raspberry Pi.
Sfortunatamente, non siamo stati in grado di avviare la produzione nel modo che desideravamo. Come sapete, la Raspberry Pi Foundation aveva intenzione di produrre interamente in Gran Bretagna; dopotutto, siamo una no profit inglese e volevamo aiutare l’industria elettronica del nostro Paese.
Abbiamo contattato svariate industrie inglesi, ma incontrato tali problemi da rendere la cosa impossibile. Anzitutto, i tempi di consegna variavano tra le 12 e le 14 settimane, contro le 3-4 settimane offerte dalle fabbriche asiatiche.
Secondo, abbiamo scoperto che i prezzi in UK cambiano enormemente a seconda della capacità delle aziende. Se un’azienda ha la capacità sufficiente per la nostra produzione di massa, ha anche prezzi altissimi; noi ci aspettavamo certo una differenza di prezzo con l’Asia, ma non al punto da farci saltare tutti i conti. Altre industrie ci offrivano un prezzo migliore, ma non riuscivano a consegnare più di qualche centinaio di pezzi al mese. E anche così, il prezzo era superiore di almeno cinque dollari a pezzo. Qui si parla di decine di migliaia di pezzi per una fondazione no profit (il cui scopo è un computer per tutti gli studenti, ndt) e la spesa ci sembrava irresponsabile.
Inoltre, per produrre in Gran Bretagna, avremmo pagato molte più tasse. Se un’azienda inglese importa componenti, paga tasse su ciascuno di essi. Se invece viene importato un prodotto finito, non si paga alcuna tassa. Questo significa che è del tutto inefficiente per un’industria produrre in Gran Bretagna. Per come stanno le cose, significa che se una compagnia produce interamente all’estero, deprivando l’economia inglese, ottiene un premio fiscale. E’ un’assoluta follia.
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E i più catastrofisti non riusciranno a non porsi una domanda: se dovesse succedere qualcosa in Oriente, come una guerra, problemi nei trasporti internazionali, un aumento dei prezzi dell’energia, una crisi di qualsiasi genere, come diamine riusciremo a riavviare una produzione interna? Come potremo far ripartire le nostre industrie, ormai morte e sepolte?
Foto – Raspberry Pi
http://crisis.blogosfere.it/2012/01/fine-della-produzione-industriale-europea.html
http://www.informarexresistere.fr/2012/01/12/fine-della-produzione-industriale-europea/#ixzz1jKJPWP61
Tratto da: Fine della produzione industriale europea | Informare per Resistere
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
I costi nascosti della benzina
Le città in cui viviamo non sono state progettate per i mezzi pubblici ma, per quanto la si possa odiare, appositamente per usare lei, l’automobile. Ci sono addirittura lavori che non esisterebbero senza le nefaste quattro ruote, come quello del commerciale, del rappresentante o del trasportatore. E poi potete comprarvi tutte le biciclette che volete, ma se vivete in una grande metropoli come Milano (dove le corsie per le due ruote sono una presa per i fondelli), ci sono cose che non farete mai senza una macchina. Anche solo per via delle distanze da percorrere o delle persone da trasportare (bimbi piccoli, genitori anziani e malandati che abitano magari fuori città e con i mezzi ci metterebbero almeno due ore all’andata e due ore a ritorno). Un buon sistema di trasporti pubblici, veloce e capillare, dispiacerebbe ai petrolieri e soprattutto agli amministratori comunali, i quali vedono gli automobilisti come una batteria di mucche da mungere in quella forma di tassazione poco esplicita ma molto redditizia che sono le multe.
Ad oggi, infatti, il costo al litro nei distributori di benzina è condizionato da una tassazione che definire assurda appare come un eufemismo. Paghiamo ancora 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980; 205 lire per la missione in Libano del 1983; 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004; 2 centesimi per il Fondo unico per lo spettacolo 2011; 4 centesimi per far fronte all’emergenza immigrati dovuta allacrisi libica del 2011; 9,9 centesimi per la manovra economica Monti del 2011. Fanno 0,35 centesimi al litro in tutto. Ovvero, quasi venti euro in più per ogni pieno da 90. Di cui 2 euro, ad esempio, per l’emergenza immigrati dalla libia, o 60 centesimi per la missione in Bosnia, o ancora 5 euro e mezzo per la missione in Libano di trent’anni fa!
Siamo come i precari, disposti cioè a sopportare tutto senza lamentarci mai, purché ci lascino la speranza di poter tirare fino alla fine del mese. E’ una forma di “precariato della mente”. Come potremmo accettare, altrimenti, di versare ancora 1,90 lire su ogni litro di benzina per pagare la guerra d’Abissinia voluta daBenito Mussolini? E come potremmo accettare, senza battere ciglio, che dal 2008 il prezzo della benzina sia aumentato di 15 centesimi al litro mentre quello di un barile di petrolio, considerati i cambi, nello stesso lasso di tempo sia diminuito di 19 euro? Forse potremmo chiedere all’ENI, società che raffina e distribuisce benzina di cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze (presieduto da Mario Monti) detiene il3.93%?
E come se tutte queste accise non fossero già, per definizione stessa, tasse, lo Stato ha sfidato ogni logica, oltre alla nostra proverbiale capacità di sopportazione, inventandosi le tasse al quadrato. Ovvero tasse sulle tasse, perché sulle accise sulla benzina paghiamo anche l’Iva, che abbiamo appena aumentato al 21% e che prossimamente porteremo al 23.
Ecco, forse, perché non fanno le piste ciclabili. I comuni dovrebbero rinunciare alle multe. Lo Stato alle gabelle sulla benzina. I petrolieri ai loro imperi economici. E noi dobbiamo sempre mantenere tutti, mentre l’aria si avvelena, i tumori organizzano circoli di bridge nei nostri polmoni e le chiazze oleose distruggono gli ecosistemi marini.
Ad Amesterdam è pericoloso attraversare la strada. Se lo fate incautamente vi tirano sotto. No, non le auto: le biciclette. Ed è solo un esempio tra le tante capitali europee. Poi vi risentite se qualcuno dice che il nostro è un paese a forma di cesso.
http://www.byoblu.com/post/2012/01/11/I-costi-nascosti-della-benzina.aspx
Tratto da: I costi nascosti della benzina | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/01/12/i-costi-nascosti-della-benzina/#ixzz1jKLpxHG4
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
Le città in cui viviamo non sono state progettate per i mezzi pubblici ma, per quanto la si possa odiare, appositamente per usare lei, l’automobile. Ci sono addirittura lavori che non esisterebbero senza le nefaste quattro ruote, come quello del commerciale, del rappresentante o del trasportatore. E poi potete comprarvi tutte le biciclette che volete, ma se vivete in una grande metropoli come Milano (dove le corsie per le due ruote sono una presa per i fondelli), ci sono cose che non farete mai senza una macchina. Anche solo per via delle distanze da percorrere o delle persone da trasportare (bimbi piccoli, genitori anziani e malandati che abitano magari fuori città e con i mezzi ci metterebbero almeno due ore all’andata e due ore a ritorno). Un buon sistema di trasporti pubblici, veloce e capillare, dispiacerebbe ai petrolieri e soprattutto agli amministratori comunali, i quali vedono gli automobilisti come una batteria di mucche da mungere in quella forma di tassazione poco esplicita ma molto redditizia che sono le multe.
Ad oggi, infatti, il costo al litro nei distributori di benzina è condizionato da una tassazione che definire assurda appare come un eufemismo. Paghiamo ancora 1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935; 14 lire per la crisi di Suez del 1956; 10 lire per il disastro del Vajont del 1963; 10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966; 10 lire per il terremoto del Belice del 1968; 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976; 75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980; 205 lire per la missione in Libano del 1983; 22 lire per la missione in Bosnia del 1996; 0,020 euro per rinnovo contratto autoferrotranviari 2004; 2 centesimi per il Fondo unico per lo spettacolo 2011; 4 centesimi per far fronte all’emergenza immigrati dovuta allacrisi libica del 2011; 9,9 centesimi per la manovra economica Monti del 2011. Fanno 0,35 centesimi al litro in tutto. Ovvero, quasi venti euro in più per ogni pieno da 90. Di cui 2 euro, ad esempio, per l’emergenza immigrati dalla libia, o 60 centesimi per la missione in Bosnia, o ancora 5 euro e mezzo per la missione in Libano di trent’anni fa!
Siamo come i precari, disposti cioè a sopportare tutto senza lamentarci mai, purché ci lascino la speranza di poter tirare fino alla fine del mese. E’ una forma di “precariato della mente”. Come potremmo accettare, altrimenti, di versare ancora 1,90 lire su ogni litro di benzina per pagare la guerra d’Abissinia voluta daBenito Mussolini? E come potremmo accettare, senza battere ciglio, che dal 2008 il prezzo della benzina sia aumentato di 15 centesimi al litro mentre quello di un barile di petrolio, considerati i cambi, nello stesso lasso di tempo sia diminuito di 19 euro? Forse potremmo chiedere all’ENI, società che raffina e distribuisce benzina di cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze (presieduto da Mario Monti) detiene il3.93%?
E come se tutte queste accise non fossero già, per definizione stessa, tasse, lo Stato ha sfidato ogni logica, oltre alla nostra proverbiale capacità di sopportazione, inventandosi le tasse al quadrato. Ovvero tasse sulle tasse, perché sulle accise sulla benzina paghiamo anche l’Iva, che abbiamo appena aumentato al 21% e che prossimamente porteremo al 23.
Ecco, forse, perché non fanno le piste ciclabili. I comuni dovrebbero rinunciare alle multe. Lo Stato alle gabelle sulla benzina. I petrolieri ai loro imperi economici. E noi dobbiamo sempre mantenere tutti, mentre l’aria si avvelena, i tumori organizzano circoli di bridge nei nostri polmoni e le chiazze oleose distruggono gli ecosistemi marini.
Ad Amesterdam è pericoloso attraversare la strada. Se lo fate incautamente vi tirano sotto. No, non le auto: le biciclette. Ed è solo un esempio tra le tante capitali europee. Poi vi risentite se qualcuno dice che il nostro è un paese a forma di cesso.
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