Fukushima Daichii - 東京 電力
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Marius ha scritto:più preoccupante che un uomo di potere come lui pianga...
questo significa che la situazione è veramente da non sottovalutare..
a me ha fatto venire in mente quella telefonata famosa in questo video di Marek:
http://www.misteri2012.net/t5111-ufo-principali-notizie-avvistamenti-di-massa-in-tv
e se queste persone appena più informate di noi piangono senza ritegno significa che siamo messi veramente male...
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Giappone, incendio nella centrale nucleare di Tokai
Non ci sono fughe radioattive nella zona nell'Est del Paese
09:57 - Quasi quattro mesi dopo il disastro di Fukushima, un rogo si è sviluppato in un impianto per lo smaltimento di scorie nucleari accanto al reattore N.2 di Tokai, nell'Est del Giappone. Lo riferiscono fonti ufficiali aggiungendo che l'incendio nell'impianto della Japan Atomic Powerè stato domato e che non ci sono state fughe di materiali radioattivi. Le fiamme sono divampate mentre gli operai spostavano i rifiuti in una vasca.
Intanto il governo giapponese ha annunciato che effettuerà stress test su tutte le centrali nucleari del Paese. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Banri Kaieda. Dopo lo tsunami seguito al forte terremoto dell'11 marzo, sono stati disattivati 35 dei 54 reattori atomici del Paese. Ciò ha provocato un calo sensibile della produzione di energia elettrica e le autorità hanno imposto alle società e alle amministrazioni pubbliche di ridurre del 15% per tutta l'estate, il consumo nelle regioni delle megalopoli di Tokyo e Tohoku. Ciò per evitare black out.
Ora la realizzazione degli stress test, unita alle ispezioni di sicurezza di routine, potrebbe ritardare ulteriormente la ripresa dell'attività dei reattori, che forniscono il 30% dell'energia elettrica del Paese. Kaieda ha detto che il governo farà di tutto per evitare blackout.
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Non ci sono fughe radioattive nella zona nell'Est del Paese
09:57 - Quasi quattro mesi dopo il disastro di Fukushima, un rogo si è sviluppato in un impianto per lo smaltimento di scorie nucleari accanto al reattore N.2 di Tokai, nell'Est del Giappone. Lo riferiscono fonti ufficiali aggiungendo che l'incendio nell'impianto della Japan Atomic Powerè stato domato e che non ci sono state fughe di materiali radioattivi. Le fiamme sono divampate mentre gli operai spostavano i rifiuti in una vasca.
Intanto il governo giapponese ha annunciato che effettuerà stress test su tutte le centrali nucleari del Paese. Lo ha annunciato il ministro dell'Economia, Banri Kaieda. Dopo lo tsunami seguito al forte terremoto dell'11 marzo, sono stati disattivati 35 dei 54 reattori atomici del Paese. Ciò ha provocato un calo sensibile della produzione di energia elettrica e le autorità hanno imposto alle società e alle amministrazioni pubbliche di ridurre del 15% per tutta l'estate, il consumo nelle regioni delle megalopoli di Tokyo e Tohoku. Ciò per evitare black out.
Ora la realizzazione degli stress test, unita alle ispezioni di sicurezza di routine, potrebbe ritardare ulteriormente la ripresa dell'attività dei reattori, che forniscono il 30% dell'energia elettrica del Paese. Kaieda ha detto che il governo farà di tutto per evitare blackout.
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Forte aumento di mortalità infantile negli Stati Uniti: a causa di Fukushima?
I neonati americani stanno morendo in una percentuale incredibile. (…) Gli USA sono al 28° posto per mortalità infantile (DHHS, CDC, National Center for Health Statistics. Health United States 2010, Table 20, p. 131, February 2011.)
(…) 8 città nel Nord Ovest degli USA (Boise ID, Seattle WA, Portland OR, più nel nord della California le città di: Santa Cruz, Sacramento, San Francisco, San Jose, and Berkeley) riportano i seguenti dati sulla mortalità tra i bambini con meno di 1 anno di età:
prima di Fukushima: 4 settimane, fino alla fine del 19 marzo 2011: 37 morti (media: 9.25 per settimana), dopo Fukushima, 10 settimane, fino alla fine del 28 maggio 2011: 125 morti (media:12.50 per settimana)
Questo equivale al 35 per cento di aumento (il totale per tutti gli USA ammonta a circa 2.3%) e statisticamente è significativo. Di ancor più significativo (further significance) è che questi dati includono le 4 settimane prima e le dieci dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima.
Nel 2001 la mortalità infantile fu di 6.834 per 1000 nascite, che sono aumentate a 6.845 nel 2007. Tutti gli anni dal 2002 al 2007 hanno avuto un tasso più elevato di quello del 2001.
Dal reattore di Fukushoma “eruttano” isotopi radioattivi, che includono iodio (I-131), stronzio (Sr-90) e cesio (Cs-134 e Cs-137) e tutti vengono presi dal cibo e dall’acqua.
Lo iodio si concentra nella tiroide, Lo stronzio 90 nelle ossa e nei denti e il cesio 134 e 137 nei tessuti molli, incluso il cuore.
I bambini non ancora nati sono più vulnerabili perché le cellule si dividono rapidamente e la dose che arriva è più grande proporzionalmente di quella che arriva ad un adulto.
I dati di Chernobyl, che esplose 25 anni fa, mostrano chiaramente un aumento nel numero di neonati malati e deboli ed anche di feti e di neonati, specialmente subito dopo il meltdown.
Queste avvenne sia in Europa che nella ex Unione Sovietica. Simili riscontri si trovano anche nella fauna che vive intorno alle aree con alto fallout radioattivo. (Chernobyl – Consequences of the Catastrophe for People and the Environment, Alexeiy V. Yablokov, Vasily B. Nesterenko, and Alexey V. Nesterenko. Consulting Editor: Janette D. Sherman-Nevinger. New York Academy of Sciences, 2009.)
Si misurarono i livelli dei radiotopi nei bambini che erano morti nell’area di Minsk che aveva ricevuto il fallout di Chernobyl: i dati sulla situazione cardiaca erano gli stessi di quelli visti in test di animali a cui era stato somministrato Cs-137. (Bandashevsky, Y. I, Pathology of Incorporated Ionizing Radiation, Belarus Technical University, Minsk. 136 pp., 1999: per il suo lavoro da pioniere il Prof. Bandashevsky fu arrestato nel 2001 ed imprigionato per cinque anni su una sentenza che lo condannò ad 8)
Il tasso nazionale sul basso peso alla nascita (sotto i 2500 grammi) è aumentato del 23% dal 1984 al 2006. Negli USA quasi 400.000 neonati nascono ogni anno al di sotto dei 2500gr.
La maggior parte dell’aumento della mortalità infantile è dovuto specificatamente a bambini nati con peso inferiore ai 750 gr. Nascite multiple sono un risultato abituale con bambini sottopeso ma il maggior aumento di nascite al di sotto dei 750 gr è avvenuto in nascite singole da madri tra i 20 e 34 anni di età. (CDC, National Vital Statistics Report, 52 (12): 1-24, 2005.)
Da un punto di vista ostetrico, le donne tra i 20 e i 34 sono coloro fisicamente più in grado di partorire un figlio sano. Dunque: cosa è andato storto? Qualche idea sulla causa la si associa spesso a questi casi: un cambiamento dovuto ad incidente, una distribuzione geografica sospetta o un aumento nei pericoli che si sa colpiscono in modo avverso la salute e lo sviluppo.
(…) il 5 Giugno 2011, The Japan Times ha riportato che la radiazione nella centrale 1 era di 4000 milliseverts all’ora. Mettendola in prospettiva, un operaio riceverebbe una dose massima “ammissibile” in 4 minuti.
In aggiunta ci sono oltre 40000 tonnellate di acqua radioattiva sotto il reattore, con più radioattività che fuoriesce nell’aria e nel mare. Le barre radioattive si sono fuse e sono sprofondate (melted and sunk) nella base dei reattori 1, 2 e 3.
(…) Perché dovremmo preoccuparci se c’è un collegamento tra Fukushima e la morte dei bambini? Perché dobbiamo misurare i veri livelli di isotopi nell’ambiente e nei corpi delle persone esposte, per determinare se il fallout è mortale per coloro che sono più vulnerabili
La ricerca tecnicamente non è difficile: sono le barriere economiche e politiche che possono esserlo ed esserlo maggiormente. Bandshevsky ed altri lo fecero e confermarono il collegamento (si veda il libro sopracitato).
Le scoperte biologiche di Chernobyl non possono essere ignorate: se si sono incorporati o meno isotopi determina il futuro di tutta la vita sulla terra: animali, pesci, uccelli, piante e umani.
È fondamentale conoscere questa informazione se vogliamo evitare un catastrofico danno futuro.
** autrice di Life's Delicate Balance: Causes and Prevention of Breast Cancer and Chemical Exposure and Disease, e specialista in medicina interna e tossicologia. Ha editato il libro Chernobyl: Consequences of the Catastrophe for People and Nature, scritto da A. V. Yablokov, V. B., Nesterenko e A. V. Nesterenko, pubblicato dalla New York Academy of Sciences nel 2009. Il suo interesse primario è la prevenzione della malattia attraverso l’educazione del pubblico.
Per scriverle: toxdoc.js@verizon.net e www.janettesherman.com
***Joseph Mangano , epidemiologo e Direttore Generale del gruppo di ricerca Radiation and Public Health Project.
By Janette D. Sherman, M. D.** e Joseph Mangano*** / counterpunch.org Traduzione e sintesi a cura di: Cristina Bassi / Fonte: thelivingspirits.net
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Lo immaginavo che le esplosioni nucleari militari sono una quantità enorme ,che schifo ,SOLO CHE NESSUNO LO DICE.... Incidenti come cernobil e fukuscima in confronto sono solo briciole ,solo che fanno molta notizia.....
E non parliamo di armi al uranio impoverito o altre porcherie radioattive che usano.......Ma che senso ha??????
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Marek ha scritto:Lo immaginavo che le esplosioni nucleari militari sono una quantità enorme ,che schifo ,SOLO CHE NESSUNO LO DICE.... Incidenti come cernobil e fukuscima in confronto sono solo briciole ,solo che fanno molta notizia.....
E non parliamo di armi al uranio impoverito o altre porcherie radioattive che usano.......Ma che senso ha??????
la misteriosa natura umana....
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A Fukushima la Tepco manipola abilmente i dati delle emissioni radioattive
Il dato di fine giugno rappresenta un sorprendente riduzione dall’emissione massima di 2.000 terabecquerels all’ora del 15 marzo, è in realtà due milionesimi del massimo, ha detto la TEPCO nella Guida di riferimento n. 2 riguardante la “roadmap” dei progressi.
Sono, 1 miliardo di becquerel emessi all’ora, un dato rasserenante? Matsumoto della TEPCO, nella conferenza stampa del 19 luglio, ha evitato di dare un giudizio, dicendo che non lo sapeva.
Leggendo bene il documento, però, si può notare una cosa strana per quanto riguarda le emissioni. La TEPCO sta parlando delle emissioni di radiazioni misurandole in cesio (cesio-134 e 137), non con l’equivalente in iodio.
Per fare una equivalenza con lo iodio-131, si deve moltiplicare il cesio-134 per 3, e il cesio-137 per 40 (con riferimento al manuale INES). La TEPCO non ha nemmeno effettuato la ripartizione del cesio in 134 e in 137 nei suoi calcoli, che hanno dato come risultato il “rasserenante” dato. Altri nuclidi hanno moltiplicatori ancora più elevati: l’americio-241 per 8.000, il plutonio-239 per 10.000.
Se la metà del miliardo di becquerel è cesio-134 e l’altra metà è cesio-137, e poi facciamo l’equivalenza con lo iodio-131 come nel calcolo precedente, l’emissione sarebbe:
(0,5 * 3) + (0.5 * 40) = 1,5 + 20 = 21.500.000.000 becquerel / ora
Invece di 1 miliardo di becquerel / ora, sarebbero 21,5 miliardi becquerel / ora con l’equivalenza in iodio, o 516 miliardi du becquerel al giorno. In meno di 2 giorni, andremo oltre il terabecquerels.
Perché la TEPCO dovrebbe fare i calcoli in cesio invece che con l’equivalente in iodio? Per fare un veloce paragone con il calcolo delle emissioni precedenti e per dare quindi l’impressione che il numero sia basso?
E per quanto riguarda lo iodio? È probabile che non lo rilevino nei pressi del reattore 1 dell’impianto nucleare di Fukushima, ma lo iodio-131 viene ancora rilevato nei fanghi di depurazione a Tokyo e in altre parti di Kanto.
Fonte originale: ex-skf.blogspot.com / Fonte: neovitruvian.wordpress.com
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Sono, 1 miliardo di becquerel emessi all’ora, un dato rasserenante? Matsumoto della TEPCO, nella conferenza stampa del 19 luglio, ha evitato di dare un giudizio, dicendo che non lo sapeva.
Leggendo bene il documento, però, si può notare una cosa strana per quanto riguarda le emissioni. La TEPCO sta parlando delle emissioni di radiazioni misurandole in cesio (cesio-134 e 137), non con l’equivalente in iodio.
Per fare una equivalenza con lo iodio-131, si deve moltiplicare il cesio-134 per 3, e il cesio-137 per 40 (con riferimento al manuale INES). La TEPCO non ha nemmeno effettuato la ripartizione del cesio in 134 e in 137 nei suoi calcoli, che hanno dato come risultato il “rasserenante” dato. Altri nuclidi hanno moltiplicatori ancora più elevati: l’americio-241 per 8.000, il plutonio-239 per 10.000.
Se la metà del miliardo di becquerel è cesio-134 e l’altra metà è cesio-137, e poi facciamo l’equivalenza con lo iodio-131 come nel calcolo precedente, l’emissione sarebbe:
(0,5 * 3) + (0.5 * 40) = 1,5 + 20 = 21.500.000.000 becquerel / ora
Invece di 1 miliardo di becquerel / ora, sarebbero 21,5 miliardi becquerel / ora con l’equivalenza in iodio, o 516 miliardi du becquerel al giorno. In meno di 2 giorni, andremo oltre il terabecquerels.
Perché la TEPCO dovrebbe fare i calcoli in cesio invece che con l’equivalente in iodio? Per fare un veloce paragone con il calcolo delle emissioni precedenti e per dare quindi l’impressione che il numero sia basso?
E per quanto riguarda lo iodio? È probabile che non lo rilevino nei pressi del reattore 1 dell’impianto nucleare di Fukushima, ma lo iodio-131 viene ancora rilevato nei fanghi di depurazione a Tokyo e in altre parti di Kanto.
Fonte originale: ex-skf.blogspot.com / Fonte: neovitruvian.wordpress.com
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Temporali in Giappone: evacuati in 110.000
TOKYO, 29 LUG – Le prefetture di Niigata e Fukushima hanno diffuso l'avviso di evacuazione a oltre 100.000 residenti, a causa delle pesanti precipitazioni registrate nella regione.
Nella provincia di Niigata, sulla costa occidentale del Sol Levante, sono quasi 110.000 le persone interessate dal provvedimento, per un totale di 36.000 nuclei familiari, per poter permettere di effettuare lo scarico in sicurezza dell'acqua raccolta in due dighe nella citta' di Sanjo.
A Fukushima, la prefettura gia' alle prese con la crisi nucleare innescata dal sisma/tsunami dell'11 marzo, la citta' di Tadami ha invitato i cuoi abitanti – circa 4.800 in tutto – a lasciare le proprie case per l'insistente maltempo con piogge pari a 110 millimetri all'ora.
Le due prefetture hanno chiesto l'intervento delle forze militari di autodifesa per aiutare i soccorsi, il ritrovamento dei dispersi e la messa in sicurezza di quanti sono rimasti bloccati a causa di gravi frane e smottamenti.
L'Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha riferito che le attuali precipitazioni sono paragonabili a quelle che hanno colpito durante le stesse aree nel 2004. Nella sola citta' di Tokamachi (Niigata) si sono registrati piogge di 121 millimetri di acqua all'ora.
29 luglio 2011 | 18:10
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Nella provincia di Niigata, sulla costa occidentale del Sol Levante, sono quasi 110.000 le persone interessate dal provvedimento, per un totale di 36.000 nuclei familiari, per poter permettere di effettuare lo scarico in sicurezza dell'acqua raccolta in due dighe nella citta' di Sanjo.
A Fukushima, la prefettura gia' alle prese con la crisi nucleare innescata dal sisma/tsunami dell'11 marzo, la citta' di Tadami ha invitato i cuoi abitanti – circa 4.800 in tutto – a lasciare le proprie case per l'insistente maltempo con piogge pari a 110 millimetri all'ora.
Le due prefetture hanno chiesto l'intervento delle forze militari di autodifesa per aiutare i soccorsi, il ritrovamento dei dispersi e la messa in sicurezza di quanti sono rimasti bloccati a causa di gravi frane e smottamenti.
L'Agenzia meteorologica giapponese (Jma) ha riferito che le attuali precipitazioni sono paragonabili a quelle che hanno colpito durante le stesse aree nel 2004. Nella sola citta' di Tokamachi (Niigata) si sono registrati piogge di 121 millimetri di acqua all'ora.
29 luglio 2011 | 18:10
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Fukushima, Tepco: forti radiazioni in reattore 1
TOKYO – Elevate dosi di radioattivita', pari a 5 sieverts per ora, sono state segnate all'interno del secondo piano del reattore n.1 della centrale di Fukushima.
Si tratta, ha spiegato la Tepco, il gestore del disastrato impianto nucleare, del livello piu' alto registrato finora negli edifici della struttura colpita dal sisma/tsunami di marzo. Le rilevazioni, in particolare, sono state fatte di fronte a un tubo dell'aria condizionata della sala macchine, mentre il dosaggio potrebbe essere maggiore alla quantita' trovata in quanto superiore alla stessa capacita' di misurazione.
Secondo la Tepco, le sostanze radioattive potrebbero essere rimaste nel tubo dopo il rilascio della pressione dal serbatoio di contenimento del reattore, avvenuto il 12 marzo, negli sforzi per evitare l'esplosione.
Appena ieri, l'utility ha riferito il ritrovamento di detriti accumulati in un tubo di scarico, tra i reattori n.1 e n.2, con una radioattivita' di almeno 10 sieverts all'ora. Un record per le rilevazioni fatte all'esterno.
2 agosto 2011 | 15:15
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TOKYO – Elevate dosi di radioattivita', pari a 5 sieverts per ora, sono state segnate all'interno del secondo piano del reattore n.1 della centrale di Fukushima.
Si tratta, ha spiegato la Tepco, il gestore del disastrato impianto nucleare, del livello piu' alto registrato finora negli edifici della struttura colpita dal sisma/tsunami di marzo. Le rilevazioni, in particolare, sono state fatte di fronte a un tubo dell'aria condizionata della sala macchine, mentre il dosaggio potrebbe essere maggiore alla quantita' trovata in quanto superiore alla stessa capacita' di misurazione.
Secondo la Tepco, le sostanze radioattive potrebbero essere rimaste nel tubo dopo il rilascio della pressione dal serbatoio di contenimento del reattore, avvenuto il 12 marzo, negli sforzi per evitare l'esplosione.
Appena ieri, l'utility ha riferito il ritrovamento di detriti accumulati in un tubo di scarico, tra i reattori n.1 e n.2, con una radioattivita' di almeno 10 sieverts all'ora. Un record per le rilevazioni fatte all'esterno.
2 agosto 2011 | 15:15
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A Fukushima doppio radiazioni stime Analisi indica anche radioattivita'da vasche combustile nucleare
(ANSA) - ROMA, 26 OTT - Il disastro di Fukushima potrebbe aver rilasciato nell'atmosfera il doppio delle radiazioni rispetto a quanto affermato dalle autorita' giapponesi. Lo suggerisce uno studio pubblicato dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics. I ricercatori guidati da Andreas Stohl del Norwegian Institute for Air Research hanno esaminato i dati di decine di stazioni di monitoraggio delle radiazioni in tutto il mondo, sia indipendenti sia membri del Cbcto dell'Onu.
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Non è Chernobyl
AMBIENTE – Su Atmospheric Chemistry & Physics, un articolo di Andreas Stohl e altri specialisti di dinamica degli aerosol mappa la dispersione in atmosfera e la deposizione al suolo di cesio-137 e di xeno-133 opo l’incidente alla centrale di Fukushima-Daiichi.
Con misure, modelli e simulazioni, i ricercatori correggono le stime pubblicate via via dalla TEPCO, che gestisce la centrale, e dall’Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare. Nella nuova ricostruzione, il 13 marzo il vento soffiava verso est, la nube iniziale s’è dispersa sopra il Pacifico, arrivando negli Stati Uniti il 15 e in Europa il 22. Poi il vento è cambiato e le emissioni sono rimaste elevate fino al 19 marzo. Quel giorno si è cominciato a versare acqua nelle piscine a cielo aperto, dove c’erano le barre di combustibile “spento”, sembra che il cesio-137 venisse soprattutto da quelle.
Il rilascio dello xeno-133, un gas a vita breve è stato il maggiore mai registrato, esplosioni atomiche a parte. E’ iniziato l’11 marzo, subito dopo il primo grande terremoto e lo spegnimento d’emergenza dei reattori. Circa il 19% dello xeno-133 e e del cesio-137 rilasciati entro il 22 aprile sono ricaduti sul Giappone.
Per delimitare le zone a rischio servirebbero mappe analoghe per i vari radionuclidi, lo iodio-131 in particolare, scrivono i ricercatori. Non sarà facile:
abbiamo raccolto dati da una varietà di fonti, virtualmente nessuna pubblica ed è probabile che non abbiamo avuto accesso a dati ancora più utili… Bisognerebbe creare un archivio centrale con i dati controllati, in un unico formato, e di pubblico dominio.
I “dati ancora più utili” sono quelli dei governi che sorvegliano gli arsenali atomici di nemici e alleati. Per un archivio del genere bisognerà aspettare un conflitto nucleare tra India e Pakistan?
Ci sono anche buone notizie
Oltre alle raccomandazioni per la bonifica e la sicurezza della popolazione, il 27 ottobre l’Agenzia internazionale per l’energia atomica di Vienna ha pubblicato un resoconto dei propri controlli:
- il tetto del reattore 1 è completato, calerà ulteriormente il rilascio di radionuclidi;
- nei reattori 1-3 la temperatura è stabile sotto i 70 gradi, anche la fissione si è stabilizzata;
- nei gusci di contenimento esterni e interni del reattore 3 la pressione è ampiamente sotto un’atmosfera; soltanto in quelli esterni dei reattori 1 e 2 è ancora sopra;
- da un mese una canalizzazione raccoglie una parte dell’acqua persa dai 4 reattori, non finisce più in mare;
- dal 14 ottobre è in funzione il “trattamento chimico” per diluire la concentrazione di cesio-137 nell’acqua di raffreddamento; 128 mila tonnellate sono state già trattate, sono meno rischiose da stoccare in attesa di altri trattamenti a spegnimento ultimato;
- last but not least, nella centrale è stata costruita un’infermeria con medici e infermieri specializzati 24 ore su 24; “sale di riposo”, dormitori, bagni, mense, anche una lavanderia. Un bel progresso, a luglio tecnici e operai erano ancora stipati in container.
http://atomicpowerreview.blogspot.com/2011/10/fukushima-daiichi-update-october-28.html
http://oggiscienza.wordpress.com/2011/10/31/non-e-chernobyl/
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Fukushima, segni di possibile fusione nucleare
TOKYO - I riflettori si sono riaccesi sulla centrale di Fukushima, con il rischio di possibile fissione nucleare al reattore n.2: la Tepco, il gestore dell'impianto, ha "a scopo precauzionale" cominciato a iniettare acido borico, mentre l'Agenzia per la sicurezza atomica (Nisa) ha avviato i riscontri, senza segnalare particolari "criticità". L'utility, in mattinata, ha lanciato le procedure d'allerta a seguito della rilevazione nel vaso di contenimento di tracce di xenon, gas generato di solito dalla fissione nucleare. Isotopi di xenon 133 (ieri) e 135 (oggi), sono stati trovati nel vaso di contenimento: con tempi di decadimento, rispettivamente, di 5 e 9 giorni è verosimile che il rilascio sia avvenuto di recente. La Nisa ha fatto sapere che lo xenon rilevato è in piccole quantità.
I fattori da tenere in considerazione sono molteplici e anche la prova della presenza del gas non è detto possa suggerire che il combustibile, parzialmente fuso dopo lo stop al sistema di raffreddamento per il sisma/tsunami di marzo, sia in condizione di criticità, con reazione a catena auto-sostenuta. In altri termini, per la fissione è necessaria la presenza di neutroni che, in questo caso, potrebbero essere stati generati non dal processo di fissione stesso, ma dall'attività di cosiddetti 'emettitori' di neutroni o da reazioni di natura secondaria. Ogni processo fissile nel reattore numero 2, qualora si fosse verificato, sarebbe estremamente limitato, "mancando riscontri sul grande rilascio di energia".
L'agenzia ha notato che ci sono state misure anomali di temperature o pressione e l' iniezione di acido borico vuole 'neutralizzare' i neutroni. "Non neghiamo alcuna ipotesi, compresa quella di criticità localizzate all'interno del reattore", ha detto in conferenza stampa Yoshinori Moriyama, portavoce della Nisa. L'importante, ha aggiunto, "é continuare a monitorare eventuali segnali di reazione fissile e mantenere una capacità di controllo". La scoperta, paradossalmente, coincide con il primo riavvio autorizzato di un reattore dopo il disastro dell'11 marzo. La Kyushu Electric Power, infatti, ha detto che il reattore n.4 di Genkai, spentosi automaticamente il 4 ottobre dopo un guasto, ha ripreso la produzione di elettricità nel pomeriggio. ANSA
I fattori da tenere in considerazione sono molteplici e anche la prova della presenza del gas non è detto possa suggerire che il combustibile, parzialmente fuso dopo lo stop al sistema di raffreddamento per il sisma/tsunami di marzo, sia in condizione di criticità, con reazione a catena auto-sostenuta. In altri termini, per la fissione è necessaria la presenza di neutroni che, in questo caso, potrebbero essere stati generati non dal processo di fissione stesso, ma dall'attività di cosiddetti 'emettitori' di neutroni o da reazioni di natura secondaria. Ogni processo fissile nel reattore numero 2, qualora si fosse verificato, sarebbe estremamente limitato, "mancando riscontri sul grande rilascio di energia".
L'agenzia ha notato che ci sono state misure anomali di temperature o pressione e l' iniezione di acido borico vuole 'neutralizzare' i neutroni. "Non neghiamo alcuna ipotesi, compresa quella di criticità localizzate all'interno del reattore", ha detto in conferenza stampa Yoshinori Moriyama, portavoce della Nisa. L'importante, ha aggiunto, "é continuare a monitorare eventuali segnali di reazione fissile e mantenere una capacità di controllo". La scoperta, paradossalmente, coincide con il primo riavvio autorizzato di un reattore dopo il disastro dell'11 marzo. La Kyushu Electric Power, infatti, ha detto che il reattore n.4 di Genkai, spentosi automaticamente il 4 ottobre dopo un guasto, ha ripreso la produzione di elettricità nel pomeriggio. ANSA
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Ci vorranno almeno 30 anni per mettere in sicurezza la centrale di Fukushima
Fukushima, 30 anni per bonificare la centrale nucleare. La stima proviene dalla Commissione per l’Energia giapponese e tiene conto della necessità di procedere a tutta una serie di delicate operazioni di rimozione e pulizia degli elementi radioattivi. In particolare dovranno essere asportate le barre di combustibile, fuse durante il surriscaldamento seguito al forte terremoto dello scorso 11 marzo.
Un’operazione non semplice quindi, che addirittura dovrà inoltre aspettare a lungo: per poter cominciare lo smantellamento delle componenti radioattive sarà necessario attendere ancora 10 anni. Attesa che scende a tre anni per quanto concerne il carburante già “esaurito”. Decisamente più rapidi i tempi di smantellamento dei quattro reattori coinvolti: sembra possa partire in tempi brevi, appena la centrale sarà portata a quello stadio sicuro conosciuto come “cold shutdown” o “arresto a freddo”.
Nel frattempo crescente è la preoccupazione per i rifiuti nucleari. Nonostante siano già passati quasi otto mesi dal disastro, i siti di stoccaggio promessi dal Governo nipponico dovranno attende ancora tre anni. Questo mentre le scorie vengono conservate a livello locale dalle singole cittadine, con tutti i pericoli per la salute che ne conseguono.
Nelle dichiarazioni rilasciate all’agenzia Reuters, Toshiaki Kusano, un funzionario della città di Fukushima, ha manifestato l’urgenza di provvedere a soluzioni immediate ed efficaci per i rifiuti nucleari:
Abbiamo l’obiettivo di avviare la pulizia non appena possibile, per fare però questo abbiamo bisogno di definire i siti di stoccaggio per i rifiuti, tuttavia non siamo stati ancora in grado di rispondere alla domanda che i residenti si chiedono: per quanto tempo saranno destinati a rimanere lì?
Molti però continuano a domandarsi il perché di tanto attendismo da parte del Governo di Tokyo, che non prenderà in mano le operazioni di pulizia prima di gennaio (quando dovrebbe essere approvato un disegno di legge sulla decontaminazione), lasciando ancora tutto alla gestione delle autorità locali.
Fonte originale: The Guardian / Traduzione a cura di: greenstyle.it
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Un’operazione non semplice quindi, che addirittura dovrà inoltre aspettare a lungo: per poter cominciare lo smantellamento delle componenti radioattive sarà necessario attendere ancora 10 anni. Attesa che scende a tre anni per quanto concerne il carburante già “esaurito”. Decisamente più rapidi i tempi di smantellamento dei quattro reattori coinvolti: sembra possa partire in tempi brevi, appena la centrale sarà portata a quello stadio sicuro conosciuto come “cold shutdown” o “arresto a freddo”.
Nel frattempo crescente è la preoccupazione per i rifiuti nucleari. Nonostante siano già passati quasi otto mesi dal disastro, i siti di stoccaggio promessi dal Governo nipponico dovranno attende ancora tre anni. Questo mentre le scorie vengono conservate a livello locale dalle singole cittadine, con tutti i pericoli per la salute che ne conseguono.
Nelle dichiarazioni rilasciate all’agenzia Reuters, Toshiaki Kusano, un funzionario della città di Fukushima, ha manifestato l’urgenza di provvedere a soluzioni immediate ed efficaci per i rifiuti nucleari:
Abbiamo l’obiettivo di avviare la pulizia non appena possibile, per fare però questo abbiamo bisogno di definire i siti di stoccaggio per i rifiuti, tuttavia non siamo stati ancora in grado di rispondere alla domanda che i residenti si chiedono: per quanto tempo saranno destinati a rimanere lì?
Molti però continuano a domandarsi il perché di tanto attendismo da parte del Governo di Tokyo, che non prenderà in mano le operazioni di pulizia prima di gennaio (quando dovrebbe essere approvato un disegno di legge sulla decontaminazione), lasciando ancora tutto alla gestione delle autorità locali.
Fonte originale: The Guardian / Traduzione a cura di: greenstyle.it
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ben oltre la fusione del nocciolo
Fonti ufficiali giapponesi ritengono probabile che il combustibile nucleare in tre reattori (1, 2 e 3) dell’impianto atomico di Fukushima si sia fuso e fuoriuscito, attraverso il contenitore a pressione, anche all’esterno del contenitore principale. La situazione peggiore che si può verificare in un incidente nucleare.
Nel silenzio della stampa internazionale dal Giappone iniziano di nuovo ad arrivare notizie molto preoccupanti sulla sempre critica situazione dei reattori di Fukushima. Il combustibile nucleare in tre reattori (1, 2 e 3) dell’impianto atomico di Fukushima probabilmente si è sciolto e fuoriuscito attraverso il contenitore a pressione accumulandosi in fondo e all’esterno del contenitore principale. Lo afferma il governo giapponese alla Yomiuri Shimbun. Una tale eventualità, spiegano diverse fonti ufficiali, è di gran lunga peggiore di una fusione del nocciolo ed è la peggiore situazione che possa accadere in un incidente nucleare. Questo quadro è stato sottoposto con un ampio rapporto all’attenzione dell’International Atomic Energy Agency (AIEA) e confermerebbe ormai che la fusione dei noccioli e la rottura dei contenitori dei 3 reattori, da molti esperti ipotizzata da tempo, sia ormai una realtà.
Sapevamo infatti che il contenitore dove sono poste le barre fosse danneggiato e che da qui ci fossero perdite di acqua altamente radioattiva, anche all’esterno degli edifici che ospitano i reattori. Ora, dal rapporto inviato alla AIEA si delinea un quadro molto più drammatico di quanto ammesso fin dalle prime ore dell’incidente avvenuto lo scorso 11 marzo.
Infatti si afferma, secondo le analisi della Nuclear and Industrial Safety Agency nipponica, che già a 5 ore dal terremoto il contenitore a pressione del reattore n.1 di Fukushima Daiichi fosse danneggiato, ovviamente per la mancanza quasi totale di acqua di raffreddamento. La Tepco, la società elettrica che gestisce l’impianto, parla invece di almeno 15 ore dopo, così come una notevole discrepanza tra NISA e Tepco c’è in merito alla rottura del contenitore del reattore n.2 (80 ore dopo contro 109). Ma la sostanza non cambia. Il danno è stato gravissimo fin dal primo giorno e le fonti ufficiali si sono guardate bene dall’informare l’opinione pubblica e forse anche lo stesso governo, presumiamo noi.
Ad aggravare la posizione della Tepco, che esce malissimo da questo rapporto (circa 750 pagine) per la sua gestione della crisi, c’è anche la notizia che l’ammontare delle radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima nella prima settimana sia stato probabilmente più del doppio di quanto inizialmente la società elettrica avesse stimato e comunicato.
Scarsa anche l’attenzione della Tepco per i circa 7.800 lavoratori che sono stati coinvolti fino alla fine di maggio nel difficile compito di stabilizzare le condizioni dei reattori. Alcuni di questi potrebbero essere stati esposti a dose di radioattività molto superiori ai 250 millisievert per anno, la massima quantità accettabile per la salute secondo i nuovi parametri indicati dal governo dopo il disastro. Sappiamo però che a livello internazionale la dose massima alla quale possono essere esposti i lavoratori di una centrale nucleare è di 20 millisievert, cioè 12 volte meno.
In questa fase il problema più urgente è come trattare l’enorme quantità di acqua altamente radioattiva (100mila tonnellate) usata per abbassare il calore dei reattori che si è accumulata negli edifici, nel seminterrato e nei fossati adiacenti. Un ostacolo che impedisce di riparare i sistemi di raffreddamento. La Tepco spera di mettere in funzione a metà mese un sistema capace di rimuovere le sostanze radioattive dall’acqua per poi procedere al raffreddamento dei reattori. Un’impresa che, detta così, sembra essere complicata, per non dire immane.
Leonardo Berlen
08 giugno 2011
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Nel silenzio della stampa internazionale dal Giappone iniziano di nuovo ad arrivare notizie molto preoccupanti sulla sempre critica situazione dei reattori di Fukushima. Il combustibile nucleare in tre reattori (1, 2 e 3) dell’impianto atomico di Fukushima probabilmente si è sciolto e fuoriuscito attraverso il contenitore a pressione accumulandosi in fondo e all’esterno del contenitore principale. Lo afferma il governo giapponese alla Yomiuri Shimbun. Una tale eventualità, spiegano diverse fonti ufficiali, è di gran lunga peggiore di una fusione del nocciolo ed è la peggiore situazione che possa accadere in un incidente nucleare. Questo quadro è stato sottoposto con un ampio rapporto all’attenzione dell’International Atomic Energy Agency (AIEA) e confermerebbe ormai che la fusione dei noccioli e la rottura dei contenitori dei 3 reattori, da molti esperti ipotizzata da tempo, sia ormai una realtà.
Sapevamo infatti che il contenitore dove sono poste le barre fosse danneggiato e che da qui ci fossero perdite di acqua altamente radioattiva, anche all’esterno degli edifici che ospitano i reattori. Ora, dal rapporto inviato alla AIEA si delinea un quadro molto più drammatico di quanto ammesso fin dalle prime ore dell’incidente avvenuto lo scorso 11 marzo.
Infatti si afferma, secondo le analisi della Nuclear and Industrial Safety Agency nipponica, che già a 5 ore dal terremoto il contenitore a pressione del reattore n.1 di Fukushima Daiichi fosse danneggiato, ovviamente per la mancanza quasi totale di acqua di raffreddamento. La Tepco, la società elettrica che gestisce l’impianto, parla invece di almeno 15 ore dopo, così come una notevole discrepanza tra NISA e Tepco c’è in merito alla rottura del contenitore del reattore n.2 (80 ore dopo contro 109). Ma la sostanza non cambia. Il danno è stato gravissimo fin dal primo giorno e le fonti ufficiali si sono guardate bene dall’informare l’opinione pubblica e forse anche lo stesso governo, presumiamo noi.
Ad aggravare la posizione della Tepco, che esce malissimo da questo rapporto (circa 750 pagine) per la sua gestione della crisi, c’è anche la notizia che l’ammontare delle radiazioni rilasciate dalla centrale di Fukushima nella prima settimana sia stato probabilmente più del doppio di quanto inizialmente la società elettrica avesse stimato e comunicato.
Scarsa anche l’attenzione della Tepco per i circa 7.800 lavoratori che sono stati coinvolti fino alla fine di maggio nel difficile compito di stabilizzare le condizioni dei reattori. Alcuni di questi potrebbero essere stati esposti a dose di radioattività molto superiori ai 250 millisievert per anno, la massima quantità accettabile per la salute secondo i nuovi parametri indicati dal governo dopo il disastro. Sappiamo però che a livello internazionale la dose massima alla quale possono essere esposti i lavoratori di una centrale nucleare è di 20 millisievert, cioè 12 volte meno.
In questa fase il problema più urgente è come trattare l’enorme quantità di acqua altamente radioattiva (100mila tonnellate) usata per abbassare il calore dei reattori che si è accumulata negli edifici, nel seminterrato e nei fossati adiacenti. Un ostacolo che impedisce di riparare i sistemi di raffreddamento. La Tepco spera di mettere in funzione a metà mese un sistema capace di rimuovere le sostanze radioattive dall’acqua per poi procedere al raffreddamento dei reattori. Un’impresa che, detta così, sembra essere complicata, per non dire immane.
Leonardo Berlen
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Giappone catastrofe di Fukushima messa a tacere
2 Agosto 2011
La maggioranza dei giapponesi non ha fiducia di ciò che viene detto loro da parte del loro governo e della Tepco (Società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima), per tutto quello che riguarda la situazione a Fukushima e dintorni, e hanno tutte le loro buone ragioni.
Tanto più che qualche giorno fa il governo del Giappone aveva ufficialmente emesso un’ordinanza alle società di telecomunicazioni e ai webmaster di censurare qualsiasi tipo di documento che contraddice i comunicati stampa dello Stato, secondo i quali la catastrofe nucleare di Fukushima si è risolta.
La nazione ha, addirittura, imposto a tali a società di oscurare il contenuto dei siti Internet che contrastano la posizione ufficiale del governo ossia: “la catastrofe è sotto controllo e non sussiste alcuna minaccia provenire dalle radiazioni”.
Il governo afferma che i danni causati dalla forte scossa di terremoto, dallo tsunami con conseguente incidente nucleare vengono amplificati dalle voci irresponsabili, pertanto occorre adottare adeguate misure per la salvaguardia della popolazione.
Il gruppo del progetto ha, quindi, provveduto a trasmettere tutte le informative emesse dal governo giapponese alle varie organizzazioni, come: società telefoniche, gestori server di Internet, reti televisive via cavo e non, al fine di “adottare le misure idonee, basate sulla linea direttiva, in risposta ad informazioni illegali”.
Tali misure prevedono di cancellare tutte quelle notizie che provengono dai blog, che le autorità giudicano nocive al morale della popolazione e all’ordine pubblico. (Asia Pacific journal).
In parte questo è dovuto, anche, ai numerosi documenti archiviati dai giornalisti tradizionali che sono poco propensi a visitare la zona contaminata di Fukushima. Ma soprattutto per non entrare in opposizione con i rapporti diffusi da Tepco e dal governo.
Molti funzionari governativi giapponesi insistono che la situazione è ormai sicura e i timori ingiustificati danneggiano l’economia del paese.Tuttavia, sono numerosi i giornalisti freelance che smentiscono: “Il rapporto di Tokyo sottovaluta la voluminosa perdita radioattiva e la minaccia costante che grava sulla salute pubblica”.
La Commissione di Sicurezza nucleare del Giappone ha pubblicato soltanto due rapporti riguardanti i dati della dispersione di sostanze radioattive, dall’incidente nucleare di Fukushima Daiichi, mentre sono oltre 2000 le stime realizzate dagli elaboratori, sui livelli di rischio. Lo hanno reso noto fonti vicine all’ente preposto al controllo dei dati.
The Christian Science Monitor cita Iouli Andreev, specialista russo negli incidenti nucleari, che contribuì 25 anni fa a ripulire la regione di Chernobyl, accusa l’Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) di essere troppo vicina alle imprese. “E’ un’organizzazione falsa che dipende solo dall’industria nucleare, quindi non può funzionare correttamente”.
In realtà, i tecnici dell’AIEA non hanno neppure avuto il coraggio di entrare nei luoghi di Fukushima per accertarne la situazione. I lavoratori di Tepco sono stati condannati ad una morte a distanza, per intervenire sui gravi danni della centrale. Tutto ciò, mentre il grande proprietario di Tepco disperato, si lamenta per gli sforzi adoperati e di essere sottoposto a continua pressione. Ma probabilmente la peggio tocca a quei poveri lavoratori che hanno deciso di sacrificare le loro vite per tentare di evitare il peggio.
Benché sia difficile da immaginare, Tepco aveva previsto di costruire due reattori supplementari nel sito della centrale di Fukushima Daiichi, n° 7 e 8, facendone richiesta ufficiale nei giorni seguenti alla catastrofe (11 marzo 2011). I nuovi reattori della centrale avrebbero dovuto essere operanti nel 2016 e 2017. Tuttavia, il presidente Masataka Shimizu ha annunciato, recentemente, che la società aveva abbandonato il progetto.
Una cosa è certa, come il gigante bancario Morgan Stanley, che ha preparato i bagagli ed ha abbandonato la costruzione di Tokio con una grande perdita di denaro, il buon senso ci detta, allora, che loro sanno qualcosa che i cittadini non sanno. Tokio riceve una quantità importante di radiazioni nucleari che provengono dalla fusione nucleare di Fukushima.
Ma in tutto il Giappone risuona una sola frase, ovunque: “Non c’è nessun rischio per la salute e la sicurezza umana”.
Ultimo aggiornamento 02 agosto 2011 ore 15,00
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La maggioranza dei giapponesi non ha fiducia di ciò che viene detto loro da parte del loro governo e della Tepco (Società che gestisce la centrale nucleare di Fukushima), per tutto quello che riguarda la situazione a Fukushima e dintorni, e hanno tutte le loro buone ragioni.
Tanto più che qualche giorno fa il governo del Giappone aveva ufficialmente emesso un’ordinanza alle società di telecomunicazioni e ai webmaster di censurare qualsiasi tipo di documento che contraddice i comunicati stampa dello Stato, secondo i quali la catastrofe nucleare di Fukushima si è risolta.
La nazione ha, addirittura, imposto a tali a società di oscurare il contenuto dei siti Internet che contrastano la posizione ufficiale del governo ossia: “la catastrofe è sotto controllo e non sussiste alcuna minaccia provenire dalle radiazioni”.
Il governo afferma che i danni causati dalla forte scossa di terremoto, dallo tsunami con conseguente incidente nucleare vengono amplificati dalle voci irresponsabili, pertanto occorre adottare adeguate misure per la salvaguardia della popolazione.
Il gruppo del progetto ha, quindi, provveduto a trasmettere tutte le informative emesse dal governo giapponese alle varie organizzazioni, come: società telefoniche, gestori server di Internet, reti televisive via cavo e non, al fine di “adottare le misure idonee, basate sulla linea direttiva, in risposta ad informazioni illegali”.
Tali misure prevedono di cancellare tutte quelle notizie che provengono dai blog, che le autorità giudicano nocive al morale della popolazione e all’ordine pubblico. (Asia Pacific journal).
In parte questo è dovuto, anche, ai numerosi documenti archiviati dai giornalisti tradizionali che sono poco propensi a visitare la zona contaminata di Fukushima. Ma soprattutto per non entrare in opposizione con i rapporti diffusi da Tepco e dal governo.
Molti funzionari governativi giapponesi insistono che la situazione è ormai sicura e i timori ingiustificati danneggiano l’economia del paese.Tuttavia, sono numerosi i giornalisti freelance che smentiscono: “Il rapporto di Tokyo sottovaluta la voluminosa perdita radioattiva e la minaccia costante che grava sulla salute pubblica”.
La Commissione di Sicurezza nucleare del Giappone ha pubblicato soltanto due rapporti riguardanti i dati della dispersione di sostanze radioattive, dall’incidente nucleare di Fukushima Daiichi, mentre sono oltre 2000 le stime realizzate dagli elaboratori, sui livelli di rischio. Lo hanno reso noto fonti vicine all’ente preposto al controllo dei dati.
The Christian Science Monitor cita Iouli Andreev, specialista russo negli incidenti nucleari, che contribuì 25 anni fa a ripulire la regione di Chernobyl, accusa l’Agenzia Internazionale Energia Atomica (AIEA) di essere troppo vicina alle imprese. “E’ un’organizzazione falsa che dipende solo dall’industria nucleare, quindi non può funzionare correttamente”.
In realtà, i tecnici dell’AIEA non hanno neppure avuto il coraggio di entrare nei luoghi di Fukushima per accertarne la situazione. I lavoratori di Tepco sono stati condannati ad una morte a distanza, per intervenire sui gravi danni della centrale. Tutto ciò, mentre il grande proprietario di Tepco disperato, si lamenta per gli sforzi adoperati e di essere sottoposto a continua pressione. Ma probabilmente la peggio tocca a quei poveri lavoratori che hanno deciso di sacrificare le loro vite per tentare di evitare il peggio.
Benché sia difficile da immaginare, Tepco aveva previsto di costruire due reattori supplementari nel sito della centrale di Fukushima Daiichi, n° 7 e 8, facendone richiesta ufficiale nei giorni seguenti alla catastrofe (11 marzo 2011). I nuovi reattori della centrale avrebbero dovuto essere operanti nel 2016 e 2017. Tuttavia, il presidente Masataka Shimizu ha annunciato, recentemente, che la società aveva abbandonato il progetto.
Una cosa è certa, come il gigante bancario Morgan Stanley, che ha preparato i bagagli ed ha abbandonato la costruzione di Tokio con una grande perdita di denaro, il buon senso ci detta, allora, che loro sanno qualcosa che i cittadini non sanno. Tokio riceve una quantità importante di radiazioni nucleari che provengono dalla fusione nucleare di Fukushima.
Ma in tutto il Giappone risuona una sola frase, ovunque: “Non c’è nessun rischio per la salute e la sicurezza umana”.
Ultimo aggiornamento 02 agosto 2011 ore 15,00
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Fukushima, il combustibile nucleare è fuori dai reattori e ha eroso le fondamenta
Per la serie: adesso è ufficiale quello che si supponeva da un pezzo, ieri la Tepco – la società proprietaria di Fukushima – ha ammesso che il corium, il combustibile nucleare fuso, è uscito dai reattori e si è aperto una strada verso il basso. E’ la cosiddetta sindrome cinese, dal titolo del film Anni 70 che ipotizzò le conseguenze estreme di un incidente nucleare.
Attenzione, perchè la Tepco – è sempre ufficiale, ufficialissimo – non presume solo che dai reattori sia uscito un pochettino poco poco di combustibile nucleare (quello che si era limitata semmai ad ammettere finora): presume invece che dal reattore 1 sia uscito tutto (tutto!) il combustibile nucleare, e che dai reattori 2 e 3 sia uscito per una parte non meglio specificata.
Adesso si pongono due problemi. Primo, fin dove è sceso il combustibile nucleare erodendo le fondamenta: ha eroso ed è sceso solo un pochettino poco poco, dice in sostanza la Tepco, mentre altri esperti ritengono che, nel caso del reattore 1, sia sprofondato di due metri, attraversando ormai completamente le barriere di cemento e acciaio che separano l’impianto dal sottosuolo.
Secondo problema: come si può pensare di raffreddare il combustibile nucleare che è fuori dai reattori iniettando acqua dentro i reattori. Ma per la Tepco, in buona sostanza, questo problema non esiste nemmeno.
Tutte queste informazioni sono venute fuori ieri, in occasione di un workshop organizzato dalla Nisa, l’agenzia giapponese per la sicurezza nucleare.
Il combustibile nucleare fuso ovviamente diffonde radioattività tutt’attorno a sè. Ma dov’è adesso? Non lo sa nessuno: troppa radioattività per effettuare qualsivoglia ispezione.
Prima di esercitarsi sugli scenari, il contesto: sotto al fondo dei reattori da cui è uscito il combustibile nucleare c’è uno strato di cemento e sotto al cemento c’è una barriera d’acciaio, per uno spessore complessivo di due metri circa.
Per il momento, esistono solo stime e ipotesi a proposito del, diciamo, grado di affondamento del combustibile nucleare nel reattore 1. Sugli altri, nessuna informazione.
L’immagine sopra rappresenta la situazione nel reattore 1 secondo la peggiore delle ipotesi ammessa dalla Tepco: la massa marrone chiaro è il corium; la zona rosa è il cemento “mangiato” dal calore e dalla radioattività del corium; il grigio rappresenta il cemento ancora solido; la barriera d’acciaio è marrone scuro.
Lo schema è stato pubblicato dal blog Ex-Skf, mai abbastanza lodato (non mi stancherò di ripeterlo) perchè traduce in inglese documenti e notizie importanti su Fukushima che sono disponibili solo in giapponese.
Sempre grazie a Ex-Skf arriva un’altra informazione. Durante il workshop della Nisa anche l’Institute of Applied Energy ha presentato un rapporto sulla situazione dei reattori commissionato dal Governo giapponese.
L’Institute stima che l’85% del combustibile fuso sia uscito dal reattore 1 (una stima inferiore a quella della Tepco, quindi), e che il 70% sia uscito dai reattori 2 e 3. Soprattutto, stima che il combustibile nucleare fuso del reattore 1 possa essere sceso fino a due metri di profondità, dopo aver “mangiato” cemento e acciaio: più nessuna barriera, in questo caso, rispetto all’ambiente; pericolo di crollo per l’edificio.
Un portavoce della Tepco, riferisce il New York Times, dichiara che ormai il combustibile nucleare fuso non sta più erodendo il cemento e che la situazione non dovrebbe impedire di raffreddare e mettere in sicurezza i reattori entro la fine dell’anno.
La Tepco ha sempre minimizzato, salvo poi ammettere in ritardo e a rate. E chissà in cosa consisterà la prossima rata di ammissioni.
Sul New York Times il meltdown di Fukushima può essere peggiore di quanto si era pensato
Su Ex-Skf reattore 1, il corium e il cemento
Su Ex-Skf il corium può essere sceso di due metri nel cemento
Il film Sindrome cinese su Wikipedia
link
Attenzione, perchè la Tepco – è sempre ufficiale, ufficialissimo – non presume solo che dai reattori sia uscito un pochettino poco poco di combustibile nucleare (quello che si era limitata semmai ad ammettere finora): presume invece che dal reattore 1 sia uscito tutto (tutto!) il combustibile nucleare, e che dai reattori 2 e 3 sia uscito per una parte non meglio specificata.
Adesso si pongono due problemi. Primo, fin dove è sceso il combustibile nucleare erodendo le fondamenta: ha eroso ed è sceso solo un pochettino poco poco, dice in sostanza la Tepco, mentre altri esperti ritengono che, nel caso del reattore 1, sia sprofondato di due metri, attraversando ormai completamente le barriere di cemento e acciaio che separano l’impianto dal sottosuolo.
Secondo problema: come si può pensare di raffreddare il combustibile nucleare che è fuori dai reattori iniettando acqua dentro i reattori. Ma per la Tepco, in buona sostanza, questo problema non esiste nemmeno.
Tutte queste informazioni sono venute fuori ieri, in occasione di un workshop organizzato dalla Nisa, l’agenzia giapponese per la sicurezza nucleare.
Il combustibile nucleare fuso ovviamente diffonde radioattività tutt’attorno a sè. Ma dov’è adesso? Non lo sa nessuno: troppa radioattività per effettuare qualsivoglia ispezione.
Prima di esercitarsi sugli scenari, il contesto: sotto al fondo dei reattori da cui è uscito il combustibile nucleare c’è uno strato di cemento e sotto al cemento c’è una barriera d’acciaio, per uno spessore complessivo di due metri circa.
Per il momento, esistono solo stime e ipotesi a proposito del, diciamo, grado di affondamento del combustibile nucleare nel reattore 1. Sugli altri, nessuna informazione.
L’immagine sopra rappresenta la situazione nel reattore 1 secondo la peggiore delle ipotesi ammessa dalla Tepco: la massa marrone chiaro è il corium; la zona rosa è il cemento “mangiato” dal calore e dalla radioattività del corium; il grigio rappresenta il cemento ancora solido; la barriera d’acciaio è marrone scuro.
Lo schema è stato pubblicato dal blog Ex-Skf, mai abbastanza lodato (non mi stancherò di ripeterlo) perchè traduce in inglese documenti e notizie importanti su Fukushima che sono disponibili solo in giapponese.
Sempre grazie a Ex-Skf arriva un’altra informazione. Durante il workshop della Nisa anche l’Institute of Applied Energy ha presentato un rapporto sulla situazione dei reattori commissionato dal Governo giapponese.
L’Institute stima che l’85% del combustibile fuso sia uscito dal reattore 1 (una stima inferiore a quella della Tepco, quindi), e che il 70% sia uscito dai reattori 2 e 3. Soprattutto, stima che il combustibile nucleare fuso del reattore 1 possa essere sceso fino a due metri di profondità, dopo aver “mangiato” cemento e acciaio: più nessuna barriera, in questo caso, rispetto all’ambiente; pericolo di crollo per l’edificio.
Un portavoce della Tepco, riferisce il New York Times, dichiara che ormai il combustibile nucleare fuso non sta più erodendo il cemento e che la situazione non dovrebbe impedire di raffreddare e mettere in sicurezza i reattori entro la fine dell’anno.
La Tepco ha sempre minimizzato, salvo poi ammettere in ritardo e a rate. E chissà in cosa consisterà la prossima rata di ammissioni.
Sul New York Times il meltdown di Fukushima può essere peggiore di quanto si era pensato
Su Ex-Skf reattore 1, il corium e il cemento
Su Ex-Skf il corium può essere sceso di due metri nel cemento
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Ultima modifica di Alaudae il Ven 16 Dic - 11:53:51 - modificato 1 volta.
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Oddio, spero che si sia fermata la discesa :S
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Se continuano così, con il nuclere, alla fine ci si ritrova a mangiare mele grosse 3 X 2 metri, marce e per di più bacate con il vermicello gigante mutante!
- Spoiler:
- Ho dovuto scrivere 2 volte questo messaggio pk ieri, mentre lo mandavo internet mi è saltato, dicendo che la chiavetta era scollegata, invece era dimerto ma attaccata al modem... In più l'avevo trscritto in Block notes, l'ho salvato e prima quando sono tornato, ho aperto il block dove l'avevo scritto ed invece delle lettere ho trovato soltanto spazi O.O Dimmi te mo come è possibile!
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16 Dicembre 2011 09:03
Tokyo annuncia: Fukushima messa in sicurezza
Il premier: "Ora accelerare la dismissione". Ma per i tecnici i dubbi rimangono
16 Dicembre 2011 09:03 - Il governo nipponico ha annunciato la messa in sicurezza dei reattori della centrale di Fukushima, duramente colpita dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo. Ora, una volta effettuato l'arresto a freddo, il premier Yoshihiko Noda ha detto in un messaggio trasmesso dalla tv pubblica Nhk che "bisogna andare avanti e accelerare con il suo decommissionamento".
"I reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno raggiunto condizioni di arresto a freddo", ha affermato Noda durante un incontro del governo. La dichiarazione è stata formulata in maniera prudente, perché il gestore Tokyo electric power Co. (Tepco) non può misurare le temperature del combustibile fuso all'interno dei reattori danneggiati allo stesso modo che in quelli normalmente funzionanti. Si tratta di un passo decisivo verso una nuova fase della gestione della crisi, indispensabile perché lo stato delle zone evacuate intorno all'impianto possa essere rivista e perché le autorità possano iniziare il processo di dismissione della centrale.
Gli esperti ritengono tuttavia che la centrale resti in una situazione critica per vari fattori e che ci vorranno decenni prima di riuscire a decommissionare gli impianti. Il terremoto e tsunami della primavera scorsa ha innescato la peggior crisi nucleare da quella di Chernobyl, con tre reattori a rischio meltdown.
La crisi ha costretto all'evacuazione di 100mila persone e gli esperti inizieranno ora a valutare se parte di loro possa tornare nelle zone a minore contaminazione. Un'area di circa 12 chilometri di diametro intorno alla centrale resterà tuttavia inaccessibile per anni.
Link : http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1031208/tokyo-annuncia-fukushima-messa-in-sicurezza.shtml
Il premier: "Ora accelerare la dismissione". Ma per i tecnici i dubbi rimangono
16 Dicembre 2011 09:03 - Il governo nipponico ha annunciato la messa in sicurezza dei reattori della centrale di Fukushima, duramente colpita dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo. Ora, una volta effettuato l'arresto a freddo, il premier Yoshihiko Noda ha detto in un messaggio trasmesso dalla tv pubblica Nhk che "bisogna andare avanti e accelerare con il suo decommissionamento".
"I reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno raggiunto condizioni di arresto a freddo", ha affermato Noda durante un incontro del governo. La dichiarazione è stata formulata in maniera prudente, perché il gestore Tokyo electric power Co. (Tepco) non può misurare le temperature del combustibile fuso all'interno dei reattori danneggiati allo stesso modo che in quelli normalmente funzionanti. Si tratta di un passo decisivo verso una nuova fase della gestione della crisi, indispensabile perché lo stato delle zone evacuate intorno all'impianto possa essere rivista e perché le autorità possano iniziare il processo di dismissione della centrale.
Gli esperti ritengono tuttavia che la centrale resti in una situazione critica per vari fattori e che ci vorranno decenni prima di riuscire a decommissionare gli impianti. Il terremoto e tsunami della primavera scorsa ha innescato la peggior crisi nucleare da quella di Chernobyl, con tre reattori a rischio meltdown.
La crisi ha costretto all'evacuazione di 100mila persone e gli esperti inizieranno ora a valutare se parte di loro possa tornare nelle zone a minore contaminazione. Un'area di circa 12 chilometri di diametro intorno alla centrale resterà tuttavia inaccessibile per anni.
Link : http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1031208/tokyo-annuncia-fukushima-messa-in-sicurezza.shtml
Fukushima. Tepco: "reattori in sicurezza", Greenpeace: "è una bugia"
A distanza di nove mesi dal devastante terremoto/tsunami che ha messo in ginocchio il Giappone e provocato il più grave disastro nucleare dai tempi di Chernobyl, il governo giapponese ha annunciato la messa in sicurezza dei reattori dell'impianto di Fukushima, con il raggiungimento della condizione di 'arresto a freddo'. Il Primo Ministro Yoshihiko Noda ha sottolineato la necessità di “andare avanti e accelerare con il decommissionamento della centrale nucleare”.
Lo stato di blocco a freddo dei reattori costituisce un passaggio decisivo verso il ritorno alla normalità, sebbene secondo molti esperti saranno necessari una quarantina d'anni affinché venga completamente ripristinata la zona colpita dalla fuoriuscita di radiazioni.
Il 'blocco a freddo' si verifica quando la temperatura dell'acqua utilizzata per raffreddare le barre di combustibile nucleare si mantiene al di sotto dei 100 gradi centigradi, ovvero ad una temperatura inferiore al punto di ebollizione, impedendo così che le barre medesime si surriscaldino. I tecnici della Tepco, in realtà, avevano constatato un calo della temperatura al di sotto del punto di ebollizione in tutti i tre reattori già lo scorso settembre, ma avevano evitato di ufficializzare un effettivo blocco per poter prima verificare se e quanto a lungo la temperatura e il livello di radioattività sarebbero rimasti stabili.
“La crisi nucleare non è ancora finita, ma con l'arresto a freddo è stato fatto un grande passo in avanti e si è aperta una nuova fase”. È quanto ha affermato il premier nipponico Yoshihiko Noda, nella conferenza stampa in cui ha ufficializzato la messa in sicurezza dei reattori della disastrata centrale di Fukushima.
In risposta all'annuncio di oggi da parte del Governo giapponese e dei funzionari della TEPCO secondo i quali i reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno raggiunto lo stato di 'arresto a freddo' Greenpeace Italia ha smentito. "Non può esserci 'arresto a freddo' se i reattori sono fusi. La terminologia si riferisce, infatti, allo stato di un reattore normale – non danneggiato – in cui il contenitore a pressione (vessel) può essere aperto e il reattore raffreddato con acqua depressurizzata a una temperatura al di sotto dei 100°C. Una condizione assai distante da quello che abbiamo a Fukushima: i tre reattori sono fusi del tutto (come si pensa del n. 1) o parzialmente (come si stima nel caso del n. 2 e 3)" ha scritto Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia sul suo blog.
Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Giappone, commenta: "Le autorità giapponesi sono chiaramente ansiose di dare l'impressione che la crisi sia giunta al termine, ma questo non riflette chiaramente la realtà. Invece di usare i media per alzare una cortina di fumo per nascondere il fallimento negli aiuti alle persone che vivono con le conseguenze del disastro, la priorità del governo dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza pubblica e iniziare la chiusura di tutti i reattori nucleari in Giappone".
"TEPCO non ha raggiunto realmente l'arresto a freddo, quindi né la società né il governo dovrebbe rivendicare che il lavoro è quasi finito. Materiale radioattivo sta ancora fuoriuscendo dal sito, e non è dato sapere lo stato esatto delle tonnellate di combustibile fuso all'interno dei reattori. Decine di migliaia di tonnellate di acqua altamente contaminata si trovano ancora nei reattori e negli edifici che contengono le turbine, con perdite in mare avvenute anche la settimana scorsa. La costante minaccia radiologica posta dal disastro nucleare di Fukushima rimane enorme".
"Moltissime persone continuano a essere a rischio per le radiazioni causate dal disastro senza ricevere adeguato supporto. A distanza di nove mesi coloro che hanno visto le proprie case e città contaminate dalle radiazioni sono ancora in attesa di aiuto da parte del governo e dei risarcimento di TEPCO. Finora solo trentacinque case sono state decontaminate, delle migliaia colpite nella città di Fukushima. Le analisi più recenti effettuate da Greenpeace mostrano come ci siano ancora molti punti della città di Fukushima contaminati e che gli sforzi di decontaminazione sono stati finora inadeguati".
Intanto due politici della Camera dei Rappresentanti giapponese, Tomoyuki Taira e l'ex primo ministro Yukio Hatoyama chiedono di nazionalizzare l'impianto nucleare di Fukushima per fare luce sulle cause e sulle conseguenze dell'incidente avvenuto in seguito allo tsunami dello scorso marzo.
I due politici giapponesi fanno parte di una commissione indipendente istituita lo scorso 24 marzo per indagare sull'incidente nucleare. Taira e Hatoyama su Nature descrivono la difficoltà del loro compito che ancora non ha portato a svelare tutti i dati necessari per avere un quadro chiaro e completo della situazione.
Nell'intervista su Nature i due politici hanno fatto riferimento in particolare al manuale dell'impianto, richiesto ad agosto alla Tepco e ottenuto soltanto un mese dopo con diverse parti cancellate. Solo sei mesi dopo Taira e Hatoyama sono riusciti ad avere il manuale integrale. Tra i punti tuttora da chiarire vi sono le cause delle esplosioni avvenute nei giorni successivi al terremoto e lo stato di attività dei reattori.
A.P.
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Lo stato di blocco a freddo dei reattori costituisce un passaggio decisivo verso il ritorno alla normalità, sebbene secondo molti esperti saranno necessari una quarantina d'anni affinché venga completamente ripristinata la zona colpita dalla fuoriuscita di radiazioni.
Il 'blocco a freddo' si verifica quando la temperatura dell'acqua utilizzata per raffreddare le barre di combustibile nucleare si mantiene al di sotto dei 100 gradi centigradi, ovvero ad una temperatura inferiore al punto di ebollizione, impedendo così che le barre medesime si surriscaldino. I tecnici della Tepco, in realtà, avevano constatato un calo della temperatura al di sotto del punto di ebollizione in tutti i tre reattori già lo scorso settembre, ma avevano evitato di ufficializzare un effettivo blocco per poter prima verificare se e quanto a lungo la temperatura e il livello di radioattività sarebbero rimasti stabili.
“La crisi nucleare non è ancora finita, ma con l'arresto a freddo è stato fatto un grande passo in avanti e si è aperta una nuova fase”. È quanto ha affermato il premier nipponico Yoshihiko Noda, nella conferenza stampa in cui ha ufficializzato la messa in sicurezza dei reattori della disastrata centrale di Fukushima.
In risposta all'annuncio di oggi da parte del Governo giapponese e dei funzionari della TEPCO secondo i quali i reattori della centrale nucleare di Fukushima Daiichi hanno raggiunto lo stato di 'arresto a freddo' Greenpeace Italia ha smentito. "Non può esserci 'arresto a freddo' se i reattori sono fusi. La terminologia si riferisce, infatti, allo stato di un reattore normale – non danneggiato – in cui il contenitore a pressione (vessel) può essere aperto e il reattore raffreddato con acqua depressurizzata a una temperatura al di sotto dei 100°C. Una condizione assai distante da quello che abbiamo a Fukushima: i tre reattori sono fusi del tutto (come si pensa del n. 1) o parzialmente (come si stima nel caso del n. 2 e 3)" ha scritto Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia sul suo blog.
Junichi Sato, direttore esecutivo di Greenpeace Giappone, commenta: "Le autorità giapponesi sono chiaramente ansiose di dare l'impressione che la crisi sia giunta al termine, ma questo non riflette chiaramente la realtà. Invece di usare i media per alzare una cortina di fumo per nascondere il fallimento negli aiuti alle persone che vivono con le conseguenze del disastro, la priorità del governo dovrebbe essere quello di garantire la sicurezza pubblica e iniziare la chiusura di tutti i reattori nucleari in Giappone".
"TEPCO non ha raggiunto realmente l'arresto a freddo, quindi né la società né il governo dovrebbe rivendicare che il lavoro è quasi finito. Materiale radioattivo sta ancora fuoriuscendo dal sito, e non è dato sapere lo stato esatto delle tonnellate di combustibile fuso all'interno dei reattori. Decine di migliaia di tonnellate di acqua altamente contaminata si trovano ancora nei reattori e negli edifici che contengono le turbine, con perdite in mare avvenute anche la settimana scorsa. La costante minaccia radiologica posta dal disastro nucleare di Fukushima rimane enorme".
"Moltissime persone continuano a essere a rischio per le radiazioni causate dal disastro senza ricevere adeguato supporto. A distanza di nove mesi coloro che hanno visto le proprie case e città contaminate dalle radiazioni sono ancora in attesa di aiuto da parte del governo e dei risarcimento di TEPCO. Finora solo trentacinque case sono state decontaminate, delle migliaia colpite nella città di Fukushima. Le analisi più recenti effettuate da Greenpeace mostrano come ci siano ancora molti punti della città di Fukushima contaminati e che gli sforzi di decontaminazione sono stati finora inadeguati".
Intanto due politici della Camera dei Rappresentanti giapponese, Tomoyuki Taira e l'ex primo ministro Yukio Hatoyama chiedono di nazionalizzare l'impianto nucleare di Fukushima per fare luce sulle cause e sulle conseguenze dell'incidente avvenuto in seguito allo tsunami dello scorso marzo.
I due politici giapponesi fanno parte di una commissione indipendente istituita lo scorso 24 marzo per indagare sull'incidente nucleare. Taira e Hatoyama su Nature descrivono la difficoltà del loro compito che ancora non ha portato a svelare tutti i dati necessari per avere un quadro chiaro e completo della situazione.
Nell'intervista su Nature i due politici hanno fatto riferimento in particolare al manuale dell'impianto, richiesto ad agosto alla Tepco e ottenuto soltanto un mese dopo con diverse parti cancellate. Solo sei mesi dopo Taira e Hatoyama sono riusciti ad avere il manuale integrale. Tra i punti tuttora da chiarire vi sono le cause delle esplosioni avvenute nei giorni successivi al terremoto e lo stato di attività dei reattori.
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la nube radioattiva di Fukushima provoca 14.000 decessi negli USA
Un articolo di Dicembre 2011 pubblicato sul giornale medico statunitense the International Journal of Health Services riporta l'aumento negli Stati Uniti di 14.000 decessi dovuti alla fuoriuscita della nube radioattiva dalla centrale nucleare di Fukushima.Questo e' stato il primo studio pubblicato su una rivista medica che documenta i rischi per la salute pubblica dovuti al disastro nucleare giapponese ed e' stato realizzato da Joseph Mangano e Janette Sherman che fanno notare come questo incremento di 14.000 decessi dovuti a contaminazione radioattiva sia paragonabile all'incremento di 16.500 casi che furono registrati dopo il catastrofico disastro nucleare di Cernobyl del 1986.Nel 2011 negli Stati Uniti si e' registrato un incremento delle mortalita infantile dell' 1,8 % durante solo il periodo primaverile contro il decremento dell'8,37 % delle precedenti 14 settimane.Appena sei giorni dopo il disastro nucleare di Fukushima furono registrati sul suolo statunitense livelli di radioattivita' in aria,acqua e latte centinaia di volte superiori alla norma,sufficienti per contaminare vaste aree della popolazione con il tacito silenzio delle autorita' e dei governi.
http://www.marketwatch.com/story/medical-journal-article-14000-us-deaths-tied-to-fukushima-reactor-disaster-fallout-2011-12-19
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Siam 7 miliardi sulla terra, siamo ancora troppi per loro.
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sarà così... PERCHE' QUESTO E' IL MIO VOLERE!
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Arconte Segugio ha scritto:Siam 7 miliardi sulla terra, siamo ancora troppi per loro.
per loro ma anche per noi...siamo troppi e basta
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Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Attenti a che dite XD alla finevi accontentano veramente D:
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Il reattore 2 fa ancora paura
Torna la paura a Fukushima, il reattore numero 2 nonostante l'arresto ha ripreso a scaldarsi
La Tepco ha deciso di tornare a iniettare acqua. Per ora nessuna reazione nucleare
12 Febbrario 2012
07:02 - La temperatura sul fondo del reattore n.2 della centrale di Fukushima torna a salire, fino a 78,3 gradi, al punto più alto da quando lo scorso dicembre è stato dichiarato lo stato di arresto a freddo della struttura danneggiata dal sisma. Lo rende la Tepco, che, aumentando le iniezioni di acqua da 13,6 a 14,6 tonnellate all'ora, ha escluso "elementi di criticità" in mancanza di reazioni nucleari, come confermato dall'assenza di xenon radioattivo.
Con l'arresto a freddo la temperatura del reattore avrebbe dovuto mantenersi costantemente sotto gli 80 gradi, mentre sul fondo doveva attestarsi sotto i 100 gradi, in considerazione del margine di errore attribuibile alla strumentazione. Così la Tepco ha spiegato ai media.
Gli ultimi sviluppi sono maturati dopo che, sabato, l'utility ha rafforzato il raffreddamento iniettando più acqua, visto che la temperatura si era riportata prima a 73,3 gradi alle ore 21 (le 13 in Italia), raggiungendo poi quota 74,9 alle 23.
Uno dei tre termometri che controllano il fondo del reattore ha cominciato a dare misurazioni in aumento a partire dal primo febbraio: l'ultima lettura degli altri due, invece, è regolare, visto che ha fornito temperature stabili a circa 35 gradi.
Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1036803/torna-la-paura-a-fukushima-il-reattore-numero-2-nonostante-larresto-ha-ripreso-a-scaldarsi.shtml
La Tepco ha deciso di tornare a iniettare acqua. Per ora nessuna reazione nucleare
12 Febbrario 2012
07:02 - La temperatura sul fondo del reattore n.2 della centrale di Fukushima torna a salire, fino a 78,3 gradi, al punto più alto da quando lo scorso dicembre è stato dichiarato lo stato di arresto a freddo della struttura danneggiata dal sisma. Lo rende la Tepco, che, aumentando le iniezioni di acqua da 13,6 a 14,6 tonnellate all'ora, ha escluso "elementi di criticità" in mancanza di reazioni nucleari, come confermato dall'assenza di xenon radioattivo.
Con l'arresto a freddo la temperatura del reattore avrebbe dovuto mantenersi costantemente sotto gli 80 gradi, mentre sul fondo doveva attestarsi sotto i 100 gradi, in considerazione del margine di errore attribuibile alla strumentazione. Così la Tepco ha spiegato ai media.
Gli ultimi sviluppi sono maturati dopo che, sabato, l'utility ha rafforzato il raffreddamento iniettando più acqua, visto che la temperatura si era riportata prima a 73,3 gradi alle ore 21 (le 13 in Italia), raggiungendo poi quota 74,9 alle 23.
Uno dei tre termometri che controllano il fondo del reattore ha cominciato a dare misurazioni in aumento a partire dal primo febbraio: l'ultima lettura degli altri due, invece, è regolare, visto che ha fornito temperature stabili a circa 35 gradi.
Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/articoli/1036803/torna-la-paura-a-fukushima-il-reattore-numero-2-nonostante-larresto-ha-ripreso-a-scaldarsi.shtml
Re: Fukushima Daichii - 東京 電力
Terremoti:rischio a Fukishima maggiore
Potrebbe essersi riattivata faglia sismica nell'area
(ANSA) - ROMA, 14 FEB 2012 - Il rischio sismico nell'area dove si trova l'impianto nucleare di Fukushima potrebbe essere aumentato dopo il terremoto che ha colpito il Giappone l'11 marzo del 2011. Lo sostiene uno studio coordinato dall'universita' giapponese di Tohoku e pubblicato sulla rivista Solid Earth della European Geosciences Union (Egu). Secondo lo studio potrebbe infatti essersi riattivata una faglia sismica nell'area vicina all'impianto nucleare. (ANSA)
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2012/02/14/visualizza_new.html_98714282.html
Potrebbe essersi riattivata faglia sismica nell'area
(ANSA) - ROMA, 14 FEB 2012 - Il rischio sismico nell'area dove si trova l'impianto nucleare di Fukushima potrebbe essere aumentato dopo il terremoto che ha colpito il Giappone l'11 marzo del 2011. Lo sostiene uno studio coordinato dall'universita' giapponese di Tohoku e pubblicato sulla rivista Solid Earth della European Geosciences Union (Egu). Secondo lo studio potrebbe infatti essersi riattivata una faglia sismica nell'area vicina all'impianto nucleare. (ANSA)
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/scienza/2012/02/14/visualizza_new.html_98714282.html
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