Calamità in Europa (e dintorni)
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
Alaudae ha scritto:M 3.2 - SICILY, ITALY - 2012-01-26 06:48 UTC
Magnitude ML 3.2
Region SICILY, ITALY
Date time 2012-01-26 06:48:15.0 UTC
Location 37.78 N ; 14.57 E
Depth 32 km
Distances 55 km NW Catania (pop 304,061 ; local time 07:48:15.0 2012-01-26)
16 km E Nicosia (pop 14,735 ; local time 07:48:15.0 2012-01-26)
3 km SW Troina (pop 9,824 ; local time 07:48:15.0 2012-01-26)
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questo mi preoccupa di piu' come tutti quelli che ci sono in sicilia,campania e dintorni,c'e' il nostro amico sottomarino che e' da un po troppo tempo che dorme
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
cristian ha scritto:Alaudae ha scritto:M 3.2 - SICILY, ITALY - 2012-01-26 06:48 UTC
Magnitude ML 3.2
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Vesuvio, Marsili, Etna, Campi Flegrei: pensate se si svegliassero tutti insieme, Yellowstone impallidirebbe...
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
Il terremoto e le profezie di Bendandi
Dopo il terremoto che ha colpito il Nord Italia, con magnitudo 4.9 ed epicentro a Reggio Emilia, spunta una nuova profezia del sismologo Raffaele Bendandi. “Il 5 e il 6 aprile 2012 una nuova serie impressionante di sismi colpirà l’intero pianeta e l’Italia potrebbe essere tra le zone più terremotate”, avrebbe affermato l’esperto. In passato gli era stata attribuita un’analoga “profezia” circa un terremoto che avrebbe dovuto colpire Roma l’11 maggio 2011. Profezia che puntualmente non si avverò. Nonostante il grande clamore suscitato da queste profezie, gli studiosi della Bendandiana, l’associazione presieduta da Paola Lagorio, smentirono fin da subito che nelle sue carte si trovassero previsioni relative al 2011. Ma chi era Bendandi?
La posizione della scienza sulla possibilità di prevedere i terremoti
Nato a Faenza il 17 ottobre 1893, in seguito al terribile sisma di Messina del 28 dicembre 1908 si appassionò ai terremoti sforzandosi di prevederli. Nel 1920 elaborò la sua teoria “sismogenica”. La teoria di Bendandi nacque mentre il sismologo stava compiendo una passeggiata sul bagnasciuga, durante la quale gli venne l’idea che la crosta terrestre, così come i mari, potesse subire gli effetti legati alla Luna. In occasione del terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915, si accorse che il 27 ottobre dell’anno precedente aveva lasciato un appunto in cui prevedeva che si sarebbe verificato.
Il progetto della Nasa per prevedere i terremoti con i satelliti
Più tardi, il 23 novembre 1923 davanti al notaio di Faenza decise di mettere a verbale una “profezia”: il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche. Bendandi sbagliò di soli due giorni. Tuttavia il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo “colui che prevede i terremoti”. Anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dal sismologo, che tentò di avvisare le autorità senza essere ascoltato. Bendandi fu trovato morto, in circostanze misteriose, il 3 novembre 1979 nella sua casa-osservatorio a Faenza.
Vulcani, un “monitor” internazionale per evitare le catastrofi
Dopo il terremoto che ha colpito il Nord Italia, con magnitudo 4.9 ed epicentro a Reggio Emilia, spunta una nuova profezia del sismologo Raffaele Bendandi. “Il 5 e il 6 aprile 2012 una nuova serie impressionante di sismi colpirà l’intero pianeta e l’Italia potrebbe essere tra le zone più terremotate”, avrebbe affermato l’esperto. In passato gli era stata attribuita un’analoga “profezia” circa un terremoto che avrebbe dovuto colpire Roma l’11 maggio 2011. Profezia che puntualmente non si avverò. Nonostante il grande clamore suscitato da queste profezie, gli studiosi della Bendandiana, l’associazione presieduta da Paola Lagorio, smentirono fin da subito che nelle sue carte si trovassero previsioni relative al 2011. Ma chi era Bendandi?
La posizione della scienza sulla possibilità di prevedere i terremoti
Nato a Faenza il 17 ottobre 1893, in seguito al terribile sisma di Messina del 28 dicembre 1908 si appassionò ai terremoti sforzandosi di prevederli. Nel 1920 elaborò la sua teoria “sismogenica”. La teoria di Bendandi nacque mentre il sismologo stava compiendo una passeggiata sul bagnasciuga, durante la quale gli venne l’idea che la crosta terrestre, così come i mari, potesse subire gli effetti legati alla Luna. In occasione del terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915, si accorse che il 27 ottobre dell’anno precedente aveva lasciato un appunto in cui prevedeva che si sarebbe verificato.
Il progetto della Nasa per prevedere i terremoti con i satelliti
Più tardi, il 23 novembre 1923 davanti al notaio di Faenza decise di mettere a verbale una “profezia”: il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche. Bendandi sbagliò di soli due giorni. Tuttavia il Corriere della Sera gli dedicò la prima pagina, chiamandolo “colui che prevede i terremoti”. Anche il terremoto del Friuli nel 1976 fu previsto dal sismologo, che tentò di avvisare le autorità senza essere ascoltato. Bendandi fu trovato morto, in circostanze misteriose, il 3 novembre 1979 nella sua casa-osservatorio a Faenza.
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
Magnitude Mw 5.0
Region NORTHERN ITALY
Date time 2012-01-27 14:53:14.0 UTC
Location 44.48 N ; 10.03 E
Depth 60 km
Distances 43 km SW Parma (pop 176,806 ; local time 15:53:14.5 2012-01-27)
29 km W Castelnovo ne' monti (pop 10,532 ; local time 15:53:14.5 2012-01-27)
4 km W Corniglio (pop 2,161 ; local time 15:53:14.5 2012-01-27)
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
Magnitude Mw 5.4
Region DODECANESE ISLANDS, GREECE
Date time 2012-01-27 01:33:23.0 UTC
Location 36.04 N ; 25.06 E
Depth 5 km
Distances 79 km NW Iráklion (pop 137,154 ; local time 03:33:23.8 2012-01-27)
80 km NW Néa alikarnassós (pop 11,886 ; local time 03:33:23.8 2012-01-27)
49 km SW Emboríon (pop 1,946 ; local time 03:33:23.8 2012-01-27)
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Terremoto bis, ma sarà finita? Si teme uno sciame sismico
I muri hanno tremato, ancora una volta, neppure tre giorni dopo la scossa di mercoledì 25 gennaio. Il Nord Italia tutto è tornato a scuotersi, e i suoi abitanti si chiedono se continuerà a farlo.
Al momento non si segnalano danni, ma ora la paura è del “non c’è due senza tre”, anche perché la scossa di venerdì 27 è stata ancora più forte di quella di mercoledì: 5.4 gradi della scala Richter, mentre la precedente si era fermata a 4.9. Una scossa comunque forte già di suo, seguita da altre scosse di assestamento di intensità minore.
Così quella di venerdì è arrivata inaspettata, ma temuta. Se mercoledì alcuni non hanno pensato subito che si trattasse di un terremoto, venerdì questo è stato il primo pensiero di tutti. Timori che hanno unito tutti gli italiani del Nord, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia.
Dalla Protezione Civile fanno sapere che si tratta di due eventi sismici differenti, ma quello che gli italiani del Nord sanno è che in questi giorni le scosse continuano, più o meno forti. Il pensiero torna all’Aquila, e nella notizia di una scuola di Garbagnate Milanese con i muri crepati il pensiero corre alla Casa dello Studente dell’Aquila.
L’unico collegamento tra i due terremoti di mercoledì e di venerdì è che sono stati provocati dal movimento della placca Adriatica. Dall’Istituto di geofisica e vulcanologia spiegano che a Nord-Est la placca Adriatica spinge verso l’Europa e in questo movimento scorre sotto le Alpi, generando terremoti nella zona di Verona e poi verso il Friuli e le Prealpi. Scendendo in direzione Sud, invece, si piega gradualmente sotto l’Appennino, inarcandosi. E’ stato questo movimento a generare il terremoto nel Reggiano, in un’area più vicina alla pianura e con una pericolosità sismica classificata come medio-bassa, così come venerdì ha colpito un’area più vicina ai rilievi e classificata con una pericolosità medio-alta.
La placca Adriatica colpisce sia in Pianura Padana sia nelle Prealpi Venete, ma in una mappa ufficiale della Protezione Civile usata per costruire gli edifici antisismici il rischio viene indicato come “medio-basso”. Ma in quella zona c’è stato il terremoto superiore a 5 gradi, e quindi definibile forte.
Dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fanno sapere che “C’è una sequenza in atto in Emilia Romagna e ulteriori scosse sono normali. Di solito la scossa avviene a 20-30 chilometri di profondità ma crea più danni per le cose e le persone. Il terremoto è dovuto al sottoscorrimento degli Appennini. Siamo in presenza di uno sciame sismico nell’Appennino emiliano, “ed è possibile che ci siano altre scosse dopo quella di oggi, anche più forti”.
La scossa di magnitudo 5.4 di venerdì, dicono all’Ingv, “è stato un terremoto particolarmente profondo molto più della media della zona che è di 25-30 chilometri e questo ha sicuramente attutito l’effetto. Ricordiamo che all’Aquila la profondità fu di appena 7 chilometri. La magnitudo è elevata, ma in questa zona sono possibili magnitudo anche più forti, fino a 6 gradi Richter. E vista la frequenza elevata con cui registriamo scosse nella zona è possibile che ce ne siano altre”.
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Al momento non si segnalano danni, ma ora la paura è del “non c’è due senza tre”, anche perché la scossa di venerdì 27 è stata ancora più forte di quella di mercoledì: 5.4 gradi della scala Richter, mentre la precedente si era fermata a 4.9. Una scossa comunque forte già di suo, seguita da altre scosse di assestamento di intensità minore.
Così quella di venerdì è arrivata inaspettata, ma temuta. Se mercoledì alcuni non hanno pensato subito che si trattasse di un terremoto, venerdì questo è stato il primo pensiero di tutti. Timori che hanno unito tutti gli italiani del Nord, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia.
Dalla Protezione Civile fanno sapere che si tratta di due eventi sismici differenti, ma quello che gli italiani del Nord sanno è che in questi giorni le scosse continuano, più o meno forti. Il pensiero torna all’Aquila, e nella notizia di una scuola di Garbagnate Milanese con i muri crepati il pensiero corre alla Casa dello Studente dell’Aquila.
L’unico collegamento tra i due terremoti di mercoledì e di venerdì è che sono stati provocati dal movimento della placca Adriatica. Dall’Istituto di geofisica e vulcanologia spiegano che a Nord-Est la placca Adriatica spinge verso l’Europa e in questo movimento scorre sotto le Alpi, generando terremoti nella zona di Verona e poi verso il Friuli e le Prealpi. Scendendo in direzione Sud, invece, si piega gradualmente sotto l’Appennino, inarcandosi. E’ stato questo movimento a generare il terremoto nel Reggiano, in un’area più vicina alla pianura e con una pericolosità sismica classificata come medio-bassa, così come venerdì ha colpito un’area più vicina ai rilievi e classificata con una pericolosità medio-alta.
La placca Adriatica colpisce sia in Pianura Padana sia nelle Prealpi Venete, ma in una mappa ufficiale della Protezione Civile usata per costruire gli edifici antisismici il rischio viene indicato come “medio-basso”. Ma in quella zona c’è stato il terremoto superiore a 5 gradi, e quindi definibile forte.
Dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fanno sapere che “C’è una sequenza in atto in Emilia Romagna e ulteriori scosse sono normali. Di solito la scossa avviene a 20-30 chilometri di profondità ma crea più danni per le cose e le persone. Il terremoto è dovuto al sottoscorrimento degli Appennini. Siamo in presenza di uno sciame sismico nell’Appennino emiliano, “ed è possibile che ci siano altre scosse dopo quella di oggi, anche più forti”.
La scossa di magnitudo 5.4 di venerdì, dicono all’Ingv, “è stato un terremoto particolarmente profondo molto più della media della zona che è di 25-30 chilometri e questo ha sicuramente attutito l’effetto. Ricordiamo che all’Aquila la profondità fu di appena 7 chilometri. La magnitudo è elevata, ma in questa zona sono possibili magnitudo anche più forti, fino a 6 gradi Richter. E vista la frequenza elevata con cui registriamo scosse nella zona è possibile che ce ne siano altre”.
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
essendo piu' profondo e' piu' negativo?
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
cristian ha scritto:essendo piu' profondo e' piu' negativo?
non saprei..abbiamo qualche sismologo nel forum?
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
http://www.fesn.org/Dinamica_terremoti/menu12.htm
Da quanto ho capito io da ignorante in materia .... più profondo e = più arriva lontano dal epicentro(ipocentro)
La forza sta nel ''magnitudo''
Da quanto ho capito io da ignorante in materia .... più profondo e = più arriva lontano dal epicentro(ipocentro)
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Re: Calamità in Europa (e dintorni)
Più è profondo il terremoto, meno è pericoloso, perché le scosse sono già attudite dalla distanza e poi dalla terra. Quindi, più è vicino l'epicentro, sia in longitudine, latitudine e profondità alla zona interessata, quella zona sarà sotto maggiore pressione (naturalmente quello che influisce maggiormente è la profondità). Poi, proprio come ha detto Marek, la forza sta anche nel magnitudo. Se c'è un magnitudo 8 in profondità, ti può arrivare un 5. Alla fine... Sperate di non trovarvi mai un sisma proprio sotto i piedi a poca distanza, perché quello che si avverte di forza 4 dalla profondità, se è vicino può essere 8/9.
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Se non credi neanche nelle piccole cose, come puoi credere a tutte le altre?
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El Hierro: la bocca del vulcano sempre piu vicina alla superficie del mare!
28 gennaio 2012 - Canarie - Il vulcano sottomarino che è in eruzione al largo della costa di El Hierro dall'estate è sempre più vicino alla superficie del mare, secondo i geologi.
Gli esperti hanno tenuto d'occhio i movimenti sismici intorno a La Restinga, la città costiera più vicina al cratere, migliaia di terremoti e eruzioni sub-acquatiche sono state registrate quasi ogni giorno nel corso dei mesi scorsi.
Ora hanno rivelato che la bocca del vulcano si trova a soli 130 metri dalla superficie dell'acqua, e che la lava in eruzione fuori di esso sta causando pilastri di vapore in arrivo dal mare da circa 2.000 metri più in basso.
Si stima che circa 145 milioni di metri cubi di lava sono stati emessi dal vulcano da quando ha iniziato a eruttare, e alle 17.00 di ieri sera Venerdì 27 gennaio 2012 una grande esplosione di lava incandescente è salita sulla superficie del mare.
La temperatura dell'acqua nella zona interessata dal vulcano è risultata essere in media di tre gradi superiori rispetto alle zone non interessate dall'eruzione.
http://www.thinkspain.com/news-spain/20666/el-hierro-underwater-volcano-rises-closer-to-the-surface
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Il grande gelo sta già avanzando
a inizio febbraio una delle più forti ondate fredde degli ultimi 50 anni, Europa e Italia a rischio paralisi
Un brivido gelido sta percorrendo la schiena dei meteo/appassionati che ieri sera si sono coricati (chi c’è riuscito!) con l’incubo di svegliarsi stamattina e osservare, nelle mappe, un clamoroso ritrattamento che avrebbe cancellato le previsioni di grande burian per la prossima settimana. Ma noi lo abbiamo scritto nella notte, ormai l’arrivo del gelo Siberiano è cosa fatta, la tendenza non può cambiare: in gioco ci sono ancora i dettagli e in merito a questi, gli aggiornamenti odierni dei principali centri di calcolo sono ancor più impressionanti rispetto ai giorni scorsi. La prossima settimana l’Italia potrebbe vivere un evento di gelo e neve di proporzioni davvero storiche, tra i più intensi di almeno l’ultimo mezzo secolo, e per questo motivo tutti gli appassionati di meteorologia denotano in queste ore ansia e frenesia nell’attesa di un evento sognato una vita, tale da rimanere impresso nella memoria e di essere tramandato di generazione in generazione, come alcuni nostri genitori possono fare per il 1956 o i nonni per il 1929.
La situazione è in procinto di precipitare verso una soglia critica di freddo e neve su vaste porzioni del continente Europeo, e il pensiero corre subito ad annate che solo i nostri padri o nonni hanno potuto sperimentare e vivere in prima persona, sì quelle annate quando gelava tutto per giorni, settimane, mesi. Quando a Londra c’era il “Festival del Ghiaccio” sul Tamigi e la laguna di Venezia congelava per gran parte dell’inverno.
Non a caso ad oggi, se si possono capire i movimenti barici in linea di massima, possiamo ormai esser certi che qualcosa di straordinario, eccezionale e molto molto raro è in procinto di avvolgere mezzo continente dove si corre purtroppo anche il concreto rischio di un clamoroso tilt in molte Nazioni date le termiche impressionanti che potranno toccarsi e per molti giorni. Trasporti e agricoltura sono i settori più a rischio, ed è bene iniziare a lanciare una preallerta.
Anche in altri episodi freddi e nevosi l’Europa e l’Italia andarono in tilt, ma parliamo di altre epoche: nel mondo di oggi siamo molto più dipendenti dalla benzina, dall’energia elettrica e da altri elementi che sono di primaria importanza, e che potrebbero avere dei seri problemi a causa diquella che si prospetta come una delle più potenti ondate di freddo russo/siberiano da almeno 50 anni.
E l’Italia? Una domanda che ad oggi trova risposta solo per l’ormai certa vicinanza dell’evento che, se da un lato è ormai realtà, lo stesso non lo si può dar per scontato per la sua intensità e durata.
Infatti se dovessimo stilare una media ad oggi di alcuni modelli, salta all’cchio come l’evento di BURIAN rischia di passare da un evento di forte intensità a uno di estrema e straordinaria intensità, proprio grazie ad un ponte di wejkoff che in base alla sua durata potrebbe consentire l’entrata di isoterme pazzesche e difficilmente riscontrabili se non in 2 rarissime occasioni (Febbraio 1929-Febbraio 1956).
Vi rimandiamo ai prossimi giorni con ulteriori aggiornamenti su questa che rischia di essere una ondata di gelo e neve eccezionale e rarissima per vaste zone del Continente nonchè dell’Italia.
Nella mappa principale a corredo dell’articolo notiamo addirittura temperature di -24°C a 850hpa vicinissime al nord/est Italiano.
Sarà davvero così estremo? Lo scopriremo prestissimo, continuate a seguirci …
link
Un brivido gelido sta percorrendo la schiena dei meteo/appassionati che ieri sera si sono coricati (chi c’è riuscito!) con l’incubo di svegliarsi stamattina e osservare, nelle mappe, un clamoroso ritrattamento che avrebbe cancellato le previsioni di grande burian per la prossima settimana. Ma noi lo abbiamo scritto nella notte, ormai l’arrivo del gelo Siberiano è cosa fatta, la tendenza non può cambiare: in gioco ci sono ancora i dettagli e in merito a questi, gli aggiornamenti odierni dei principali centri di calcolo sono ancor più impressionanti rispetto ai giorni scorsi. La prossima settimana l’Italia potrebbe vivere un evento di gelo e neve di proporzioni davvero storiche, tra i più intensi di almeno l’ultimo mezzo secolo, e per questo motivo tutti gli appassionati di meteorologia denotano in queste ore ansia e frenesia nell’attesa di un evento sognato una vita, tale da rimanere impresso nella memoria e di essere tramandato di generazione in generazione, come alcuni nostri genitori possono fare per il 1956 o i nonni per il 1929.
La situazione è in procinto di precipitare verso una soglia critica di freddo e neve su vaste porzioni del continente Europeo, e il pensiero corre subito ad annate che solo i nostri padri o nonni hanno potuto sperimentare e vivere in prima persona, sì quelle annate quando gelava tutto per giorni, settimane, mesi. Quando a Londra c’era il “Festival del Ghiaccio” sul Tamigi e la laguna di Venezia congelava per gran parte dell’inverno.
Non a caso ad oggi, se si possono capire i movimenti barici in linea di massima, possiamo ormai esser certi che qualcosa di straordinario, eccezionale e molto molto raro è in procinto di avvolgere mezzo continente dove si corre purtroppo anche il concreto rischio di un clamoroso tilt in molte Nazioni date le termiche impressionanti che potranno toccarsi e per molti giorni. Trasporti e agricoltura sono i settori più a rischio, ed è bene iniziare a lanciare una preallerta.
Anche in altri episodi freddi e nevosi l’Europa e l’Italia andarono in tilt, ma parliamo di altre epoche: nel mondo di oggi siamo molto più dipendenti dalla benzina, dall’energia elettrica e da altri elementi che sono di primaria importanza, e che potrebbero avere dei seri problemi a causa diquella che si prospetta come una delle più potenti ondate di freddo russo/siberiano da almeno 50 anni.
E l’Italia? Una domanda che ad oggi trova risposta solo per l’ormai certa vicinanza dell’evento che, se da un lato è ormai realtà, lo stesso non lo si può dar per scontato per la sua intensità e durata.
Infatti se dovessimo stilare una media ad oggi di alcuni modelli, salta all’cchio come l’evento di BURIAN rischia di passare da un evento di forte intensità a uno di estrema e straordinaria intensità, proprio grazie ad un ponte di wejkoff che in base alla sua durata potrebbe consentire l’entrata di isoterme pazzesche e difficilmente riscontrabili se non in 2 rarissime occasioni (Febbraio 1929-Febbraio 1956).
Vi rimandiamo ai prossimi giorni con ulteriori aggiornamenti su questa che rischia di essere una ondata di gelo e neve eccezionale e rarissima per vaste zone del Continente nonchè dell’Italia.
Nella mappa principale a corredo dell’articolo notiamo addirittura temperature di -24°C a 850hpa vicinissime al nord/est Italiano.
Sarà davvero così estremo? Lo scopriremo prestissimo, continuate a seguirci …
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Fine settimana glaciale con attività di aerosol clandestine
Come di consueto dobbiamo riportare attività di aerosol clandestine attualmente in corso, mentre la perturbazione presente sul paese è già stata parzialmente indebolita da composti igroscopici. Gran parte dei fenomeni in corso al Nord è il frutto di manipolazione climatica. Rendiamo conto del fatto che in Germania campioni di neve sono stati analizzati e sono state rilevate ingenti tracce di nanoparticolato polimerico e di ossido di zinco.
Lo zinco è un ottimo superconduttore, per cui bisogna supporre che le nevicate di questi giorni siano state sfruttate adeguatamente per impedire che i segnali elettromagnetici da e per i satelliti militari venissero attenuati dall'umidità atmosferica molto elevata di questi giorni. Verso le 13:45 di oggi, 3 febbraio, sono state inoltre osservate almeno cinque (5) shiptrails originate nel Mar Ligure e trasportate dal vento verso la Corsica e la Sardegna.
Al momento in cui si scrive la direzione del vento è ruotata ed i prodotti irrorati si stanno dirigendo verso la costa tirrenica.
Previsione per i giorni 4, 5 e 6 febbraio 2012
Il vortice depressionario insiste sul territorio italiano, ma è attualmente attivo solo sulle zone centrali e meridionali del paese. A Nord ed al centro gli elementi igroscopici dispersi nella notte lo hanno destrutturato. Per questo motivo le già presenti "schiarite" (cieli pallidi, bianchicci, come smerigliati e senza le peculiari nubi da bel tempo) su Liguria del Ponente e Piemonte meridionale caratterizzeranno anche la mattina del 4 febbraio, mentre si accentuerà la nuvolosità, in estensione su Emilia Romagna, Polesine, Mantovano, coste venete e Friuli verso sera. Temperature in calo nei minimi, con valori anche inferiori ai -10°C, massime tra -3 e 2°C. Venti tesi di Bora, anche forti sull'alto Adriatico, con mari molto mossi o agitati.
Al centro coperto con deboli nevicate fino al piano laziale, Umbria, Toscane e zone adriatiche. Temperature in ulteriore calo, massime tra -1°C e 4°C, superiori in Sardegna. Venti tesi-forti a rotazione ciclonica, mari molto mossi o agitati.
Sud instabile con rovesci diffusi, anche temporaleschi sul Tirreno, in attenuazione da Adriatiche e Sicilia, seguiti da ampie, ma ingannevoli schiarite; neve sino a quote molto basse tra Campania, Molise, Lucania e alta Puglia, oltre 700-1200 m su Calabria e Sicilia. Temperature in diminuzione, massime tra 4 e 9°C, superiori su Salento, Calabria e Sicilia. Venti sostenuti a rotazione ciclonica, mari fino ad agitati.
Domenica, 5 febbraio 2012
Al Nord residue deboli nevicate sino in pianura al Nord Est, in esaurimento da Ovest e seguite da parziali schiarite. Mortali velature da irrorazione notturna su Piemonte, Liguria ed Ovest Lombardia, con tendenza ad ulteriore ispessimento del layer elettroconduttivo simil-sereno. Temperature stazionarie e gelo intenso, massime tra -3 e 2°C, superiori in Liguria. Venti tesi di Bora, anche forti sull'alto Adriatico, con mari molto mossi o agitati. Molto nuvoloso o coperto al Centro, sul versante Adriatico con precipitazioni sparse, nevose sin sulla costa.
Al Sud tempo instabile, con precipitazioni possibili su Sicilia e Calabria, in estensione alle restanti regioni entro la serata. Nevicate a quote molto basse, fino in pianura tra Molise, Irpinia e Lucania, dai 300-700 m su Calabria e Sicilia. Temperature stazionarie o in lieve calo.
Lunedì, 6 febbraio 2012
Nord - Sole velato e cielo finto, con residui addensamenti sulla Romagna, ma senza fenomeni. In serata nuovo aumento delle nubi su Friuli e coste Adriatiche con qualche lieve nevicata. Temperature stazionarie, gelo intenso, massime tra -3° e 2°C, superiori in Liguria. Venti moderati-tesi da NE, mari mossi o molto mossi.
Centro - Molto nuvoloso o coperto sulle Adriatiche con qualche fiocco di neve sin sulle coste. Nubi sparse e qualche schiarita sulle regioni tirreniche. Variabilità in Sardegna con qualche rovescio sparso, nevoso a tratti fin sulle coste. Temperature stazionarie, gelo intenso, massime tra 0 e 5°C, superiori in Sardegna. Venti tesi-forti dai quadranti settentrionali, mari molto mossi o agitati.
Sud - Ancora instabile con rovesci sparsi, specie su Adriatiche, Ioniche e Sicilia. Neve a bassa quota. Maggiori schiarite su Campania, Calabria tirrenica e Sicilia meridionale. Temperature in calo. Venti sostenuti dai quadranti nord-occidentali, mari molto mossi o localmente agitati.
NOTA: Le condizioni meteo e le attività di aerosol clandestine sono previste in base alle informazioni indirettamente fornite dal Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare. Dati a loro volta incrociati con le previsioni fornite dai portali meteo che sono debitamente informati delle operazioni di geoingegneria clandestina sul territorio italiano ad opera dei militari.
Articolo originale commentato dai lettori
Autore: Straker
Fonte: tankerenemymeteo.blogspot.com
Altri canali informativi:tankerenemy.com - Scie Chimiche (Chemtrails) - TANKER ENEMY TV
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http://www.cez-okno.net/clanok/konspiracie/ship-tracks-chemtrails-od-lodi
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Ciclo 25
I dati suggeriscono che potremmo anche andare verso una piccola era glaciale che potrebbe rivaleggiare con il calo di temperature che durò 70 anni e che ha consentito di organizzare feste e fiere sul Tamigi ghiacciato nel 17° secolo. Questo sulla base delle letture di più di 30.000 stazioni, i cui dati sono stati trasmessi senza fanfare da parte dell'Ufficio Meteorologico e del Climatic Research Unit della University of East Anglia. Essi confermano che il trend di aumento delle temperature globali si è concluso nel 1997.
Nel frattempo, i climatologi di primo piano hanno dichiarato domenica al Mail, che il Sole, dopo aver emesso livelli insolitamente elevati di energia durante il 20 ° secolo, oggi si sta dirigendo verso un "grande minimo", minacciando estati più fredde, inverni più rigidi e un abbreviazione della stagione disponibile per le colture.
La produzione solare attraversa cicli di 11 anni, con un numero elevato di macchie solari al momento dei picchi. Siamo ora a quello che dovrebbe essere il picco del cosiddetto "ciclo di 24" , che qualche settimana fa ha prodotto una tempesta solare con aurore boreali avvistate a latitudini più a sud del solito. Ma il numero delle macchie solari si è dimezzato rispetto a quello osservato durante i picchi dei cicli del 20 ° secolo.
Le analisi degli esperti della NASA e della University of Arizona, dedotte dalla misurazione del campo magnetico a più di 220.000 chilometri sotto la superficie del Sole, suggeriscono che il ciclo 25, il cui picco è previsto nel 2022, sarà molto più debole.
Secondo l'articolo pubblicato la scorsa settimana dall'Ufficio Meteorologico, ci sono 92% di possibilità che anche il ciclo 25 e pure quelli dei prossimi decenni, siano più bassi e inferiori a quelli del periodo del "minimo di Dalton ", tra il 1790 e il 1830. A quel tempo, denominato con il nome del meteorologo John Dalton, le temperature medie in Europa erano scese di 2 ° C.
Tuttavia, è anche possibile che la nuova caduta dell’ energia solare possa essere tanto importante quanto quella del "minimo di Maunder" (dal nome dell'astronomo Edward Maunder), tra il 1645 e il 1715, nel momento più freddo della “Piccola Era Glaciale”, quando si davano feste sul Tamigi ghiacciato e i canali olandesi erano totalmente ghiacciati.
Tuttavia, nel suo articolo, l'Ufficio meteorologico scrive che le conseguenze sarebbero trascurabili, perché oggi, l'impatto del Sole sul clima è molto più basso di quello dell'anidride carbonica di origine umana. Anche se si prevede che la produzione solare diminuisca fino al 2100: " causerebbe soltanto una riduzione delle temperature globali di 0,08 ° C” . Peter Scott, uno degli autori, ha dichiarato: " I nostri risultati suggeriscono che una riduzione dell'attività solare a livelli sconosciuti di centinaia di anni, sarebbe insufficiente a controbilanciare l'influenza dominante dei gas ad effetto serra".
Questi risultati vengono messi in discussione con veemenza da altri esperti solari.
Henrik Svensmark, direttore della ricerca sul clima presso l'Istituto Spaziale della Danimarca, ha dichiarato "Le temperature globali possono diventare più fredde di oggi per i prossimi 50 anni o più. Sarà una lunga battaglia per convincere alcuni scienziati del clima che il Sole è importante. Ed è possibile che il Sole stesso ne faccia la dimostrazione senza l'aiuto di nessuno " .
Egli ha sottolineato che: dichiarando l'effetto di un minimo solare basso, l'Ufficio Meteorologico si è basato sugli stessi modelli informatici invalidati dall’attuale pausa del riscaldamento globale.
I livelli di CO2 hanno continuato ad aumentare senza interruzione e, nel 2007, l'Ufficio meteorologico aveva detto che il riscaldamento globale sarebbe tornato con forza e che tra il 2004 e il 2014, ci sarebbe un incremento complessivo di 0,3 ° C. Nel 2009 aveva previsto che per almeno tre anni, tra il 2009 e il 2014, avrebbe battuto i precedenti record di temperatura del 1998.
Per ora non vi è alcun segno dell’imminenza di tutto questo, ma un portavoce dell'Ufficio Meteorologico ha insistito sul fatto che i loro modelli sono ancora validi, aggiungendo che "Una proiezione a 10 anni, rimane una scienza d'avanguardia e il periodo annunciato per la proiezione non è ancora finito “.
Il dr. Nicola Scafetta, della Duke University nella California del Nord e autore di diversi articoli che contestano i modelli climatici dell'Ufficio meteorologico che riportano una “tendenza costante al riscaldamento a partire dal 2000 fino ad oggi”, dice che: "Se le temperature continueranno a rimanere stazionarie o se ripartono verso un nuovo raffreddamento, la differenza tra i modelli e i dati registrati alla fine diventerà così grande che tutta la comunità scientifica dovrà rivedere le teorie attuali".
Lo stesso ritiene che, visto che il modello dell'ufficio meteo attribuisce più importanza alla CO2 che al Sole, si debba concludere che non ci sarà un raffreddamento, ma "la vera questione è di sapere se il modello stesso sia accurato”.
Inoltre, uno dei più eminenti esperti del clima, la professoressa Judith Curry del Georgia Institute of Technology, ritiene che la fiduciosa previsione dell'ufficio meteorologico di un impatto trascurabile, sia difficile da capire.
Aggiunge che "ciò che sarebbe utile fare è di accettare il fatto che i modelli possono avere gravi difetti quando parlano dell’ influenza del Sole”. Per quanto riguarda l'interruzione del riscaldamento, ha detto che molti scienziati "non sono sorpresi. "
Inoltre ha fatto notare che sta diventando chiaro che altri fattori, oltre alla CO 2, svolgono un ruolo importante nell’ elevazione o la riduzione del riscaldamento, come i cicli di 60 anni della temperatura dell'acqua nel Pacifico e nell’Atlantico e aggiunge che "Sono stati sufficientemente apprezzati in termini di clima globale". Quando, in passato, questi due oceani erano freddi, come tra il 1940 e il 1970, il clima si è raffreddato. Il ciclo del Pacifico è passato dal caldo al freddo nel 2008 e si prevede che la tendenza si inverta anche nell’Atlantico nei prossimi anni.
Pal Brekke, consulente del Centro spaziale norvegese, ha detto che gli scienziati hanno difficoltà ad accettare l'importanza del ciclo dell'acqua, perché facendolo, sarebbe come ammettere che sono gli oceani e non la CO2, ad essere la causa del riscaldamento globale tra il 1970 e il 1997. Lo stesso vale per l'impatto solare, che è stato molto attivo nella maggior parte del 20 ° secolo.
"La natura è in procinto di realizzare un’ esperienza molto interessante, nei prossimi 10 o 15 anni saremo in grado di determinare meglio se il riscaldamento del secolo scorso fosse stato effettivamente causato dalla CO2 umana o invece da variazioni naturali ".
Nel frattempo, dalla fine dello scorso anno, le temperature globali sono diminuite di oltre mezzo grado con il riemergere dell'effetto di raffreddamento di “La Nina” nel Sud del Pacifico.
Benny Peiser, direttore della fondazione politica del riscaldamento globale, ha dichiarato: "Siamo effettivamente nella seconda decade di pausa. Se non vediamo una chiara evidenza del riscaldamento globale entro il 2015, diventerà chiaro che i modelli sono sbagliati. E se lo sono, alcuni scienziati ritengono che queste implicazioni potrebbero essere molto serie."
Traduzione di Tarn
links
Nel frattempo, i climatologi di primo piano hanno dichiarato domenica al Mail, che il Sole, dopo aver emesso livelli insolitamente elevati di energia durante il 20 ° secolo, oggi si sta dirigendo verso un "grande minimo", minacciando estati più fredde, inverni più rigidi e un abbreviazione della stagione disponibile per le colture.
La produzione solare attraversa cicli di 11 anni, con un numero elevato di macchie solari al momento dei picchi. Siamo ora a quello che dovrebbe essere il picco del cosiddetto "ciclo di 24" , che qualche settimana fa ha prodotto una tempesta solare con aurore boreali avvistate a latitudini più a sud del solito. Ma il numero delle macchie solari si è dimezzato rispetto a quello osservato durante i picchi dei cicli del 20 ° secolo.
Le analisi degli esperti della NASA e della University of Arizona, dedotte dalla misurazione del campo magnetico a più di 220.000 chilometri sotto la superficie del Sole, suggeriscono che il ciclo 25, il cui picco è previsto nel 2022, sarà molto più debole.
Secondo l'articolo pubblicato la scorsa settimana dall'Ufficio Meteorologico, ci sono 92% di possibilità che anche il ciclo 25 e pure quelli dei prossimi decenni, siano più bassi e inferiori a quelli del periodo del "minimo di Dalton ", tra il 1790 e il 1830. A quel tempo, denominato con il nome del meteorologo John Dalton, le temperature medie in Europa erano scese di 2 ° C.
Tuttavia, è anche possibile che la nuova caduta dell’ energia solare possa essere tanto importante quanto quella del "minimo di Maunder" (dal nome dell'astronomo Edward Maunder), tra il 1645 e il 1715, nel momento più freddo della “Piccola Era Glaciale”, quando si davano feste sul Tamigi ghiacciato e i canali olandesi erano totalmente ghiacciati.
Tuttavia, nel suo articolo, l'Ufficio meteorologico scrive che le conseguenze sarebbero trascurabili, perché oggi, l'impatto del Sole sul clima è molto più basso di quello dell'anidride carbonica di origine umana. Anche se si prevede che la produzione solare diminuisca fino al 2100: " causerebbe soltanto una riduzione delle temperature globali di 0,08 ° C” . Peter Scott, uno degli autori, ha dichiarato: " I nostri risultati suggeriscono che una riduzione dell'attività solare a livelli sconosciuti di centinaia di anni, sarebbe insufficiente a controbilanciare l'influenza dominante dei gas ad effetto serra".
Questi risultati vengono messi in discussione con veemenza da altri esperti solari.
Henrik Svensmark, direttore della ricerca sul clima presso l'Istituto Spaziale della Danimarca, ha dichiarato "Le temperature globali possono diventare più fredde di oggi per i prossimi 50 anni o più. Sarà una lunga battaglia per convincere alcuni scienziati del clima che il Sole è importante. Ed è possibile che il Sole stesso ne faccia la dimostrazione senza l'aiuto di nessuno " .
Egli ha sottolineato che: dichiarando l'effetto di un minimo solare basso, l'Ufficio Meteorologico si è basato sugli stessi modelli informatici invalidati dall’attuale pausa del riscaldamento globale.
I livelli di CO2 hanno continuato ad aumentare senza interruzione e, nel 2007, l'Ufficio meteorologico aveva detto che il riscaldamento globale sarebbe tornato con forza e che tra il 2004 e il 2014, ci sarebbe un incremento complessivo di 0,3 ° C. Nel 2009 aveva previsto che per almeno tre anni, tra il 2009 e il 2014, avrebbe battuto i precedenti record di temperatura del 1998.
Per ora non vi è alcun segno dell’imminenza di tutto questo, ma un portavoce dell'Ufficio Meteorologico ha insistito sul fatto che i loro modelli sono ancora validi, aggiungendo che "Una proiezione a 10 anni, rimane una scienza d'avanguardia e il periodo annunciato per la proiezione non è ancora finito “.
Il dr. Nicola Scafetta, della Duke University nella California del Nord e autore di diversi articoli che contestano i modelli climatici dell'Ufficio meteorologico che riportano una “tendenza costante al riscaldamento a partire dal 2000 fino ad oggi”, dice che: "Se le temperature continueranno a rimanere stazionarie o se ripartono verso un nuovo raffreddamento, la differenza tra i modelli e i dati registrati alla fine diventerà così grande che tutta la comunità scientifica dovrà rivedere le teorie attuali".
Lo stesso ritiene che, visto che il modello dell'ufficio meteo attribuisce più importanza alla CO2 che al Sole, si debba concludere che non ci sarà un raffreddamento, ma "la vera questione è di sapere se il modello stesso sia accurato”.
Inoltre, uno dei più eminenti esperti del clima, la professoressa Judith Curry del Georgia Institute of Technology, ritiene che la fiduciosa previsione dell'ufficio meteorologico di un impatto trascurabile, sia difficile da capire.
Aggiunge che "ciò che sarebbe utile fare è di accettare il fatto che i modelli possono avere gravi difetti quando parlano dell’ influenza del Sole”. Per quanto riguarda l'interruzione del riscaldamento, ha detto che molti scienziati "non sono sorpresi. "
Inoltre ha fatto notare che sta diventando chiaro che altri fattori, oltre alla CO 2, svolgono un ruolo importante nell’ elevazione o la riduzione del riscaldamento, come i cicli di 60 anni della temperatura dell'acqua nel Pacifico e nell’Atlantico e aggiunge che "Sono stati sufficientemente apprezzati in termini di clima globale". Quando, in passato, questi due oceani erano freddi, come tra il 1940 e il 1970, il clima si è raffreddato. Il ciclo del Pacifico è passato dal caldo al freddo nel 2008 e si prevede che la tendenza si inverta anche nell’Atlantico nei prossimi anni.
Pal Brekke, consulente del Centro spaziale norvegese, ha detto che gli scienziati hanno difficoltà ad accettare l'importanza del ciclo dell'acqua, perché facendolo, sarebbe come ammettere che sono gli oceani e non la CO2, ad essere la causa del riscaldamento globale tra il 1970 e il 1997. Lo stesso vale per l'impatto solare, che è stato molto attivo nella maggior parte del 20 ° secolo.
"La natura è in procinto di realizzare un’ esperienza molto interessante, nei prossimi 10 o 15 anni saremo in grado di determinare meglio se il riscaldamento del secolo scorso fosse stato effettivamente causato dalla CO2 umana o invece da variazioni naturali ".
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M 6.8 - SOUTHWESTERN SIBERIA, RUSSIA - 2012-02-26 06:17 UTC
Magnitude Mw 6.8
Region SOUTHWESTERN SIBERIA, RUSSIA
Date time 2012-02-26 06:17:19.0 UTC
Location 51.75 N ; 96.04 E
Depth 10 km
Distances 114 km E Kyzyl (pop 108,240 ; local time 13:17:19.5 2012-02-26)
91 km E Kaa-khem (pop 10,375 ; local time 13:17:19.5 2012-02-26)
41 km NE Saryg-sep (pop 4,582 ; local time 13:17:19.5 2012-02-26)
Global view
Source parameters reviewed by a seismologist
More information at:
USGS/NEIC Denver, USA
Geophysical Survey. Russian Academy of Sciences Obninsk, Russia
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Region SOUTHWESTERN SIBERIA, RUSSIA
Date time 2012-02-26 06:17:19.0 UTC
Location 51.75 N ; 96.04 E
Depth 10 km
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Terremoto di magnitudo 4,2 richter colpisce a largo della costa siciliana
Un terremoto di magnitudo(Ml) 4.2 è avvenuto alle ore 21:34:34 italiane del giorno 25/Feb/2012 (20:34:34 25/Feb/2012 - UTC).nel distretto sismico della regione Sicilia in Italia.
Il terremoto è stato localizzato a 33 km a Nord da Palermo l'evento sismico e' avvenuto ad una profondita' di 10 km a largo della costa siciliana.Non ci sono per il momento notizie di danni a cose o persone.
Emsc
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terremoto 3,7 Richter nel nord Italia
29 febbraio 2012 - Trema ancora il Nord Italia - un terremoto di magnitudo 3,7 della scala richter e' stato registrato dall'istituto sismologico europeo EMSC alle ore 16:34 locali tra Piemonte e Liguria,L'epicentro del sisma, avvenuto a soli 6 km di profondita' ,e' stato localizzato a 45 km a Nord da Genoa,14 km Sud Ovest da Solaro,2 km Sud Est da Casasco.Non ci sono notizie di danni a cose o persone.
http://www.emsc-csem.org/Earthquake/earthquake.php?id=257020#summary
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cosa sta accadendo nella remota Siberia Russa?
Una relazione inquietante, preparata da Viktor Seleznyov, direttore dell'Istituto di geofisica siberiano dell'Accademia Russa delle Scienze ( SB RAS ), sul terremoto di 6,8 magnitudo che ha colpito la Repubblica Tyva in Russia nella Siberia Orientale avverte che per le prossime settimane potrebbero avvenire nuovi eventi sismici di quella portata e' che sarebbero una prova dello spostamento dei poli sul nostro pianeta.
Il Direttore Seleznyov, e altri scienziati del SB RAS, sono stati sempre più preoccupati nelle ultime due settimane per questa regione, dopo le misteriose esplosioni avvenute il 9 e 12 febbraio che sembravano somigliare a quelle avvenute a Kemerovo nel 30 giugno 1908 il famoso Evento di Tunguska , che resta la più grande esplosione in tempi moderni che per oltre un secolo non e' stata ancora completamente spiegata.
Il "legame comune" tra queste esplosioni misteriose e l'incremento di eventi sismici in Siberia, dice la relazione , è dovuto allo spostamento rapido del polo magnetico della nostra Terra del Nord che è raddoppiato negli ultimi 50 anni , e dal 1990 che ha avuto un accelerazione in direzione nord-nord-ovest nel Mar Glaciale Artico a più di 55 chilometri all'anno.
l'effetto più immediato sulla nostra Terra, di questa "anomalia magnetica" e' stata la "strana rottura " della corrente a getto sopra l'emisfero nord che sul versante nord-americano ha prodotto l'inverno più secco e più caldo registrato nella storia , ma sul versante europeo ha causato record di freddo e neve con più di 650 vittime.
Secondo il Direttore Seleznyov il pianeta sarebbe attualmente in una fase di indebolimento del campo magnetico
Un'escursione geomagnetica, come un inversione geomagnetica, è un significativo cambiamento nel campo magnetico della Terra. Diversamente, un'escursione geomagnetica non rappresenta una variazione su larga scala dell' orientamento del campo, ma rappresenta piuttosto una drammatica diminuzione tipicamente di breve durata dell' intensità del campo, con una variazione di orientamento del polo che puo' arrivare fino a 45 gradi rispetto alla posizione precedente
.http://www.whatdoesitmean.com/index1563.htm
Cosa significa tutto questo?E' noto che lo spostamento del polo nord magnetico e' in atto oramai da tempo,ma cosa potrebbe innescare dei terremoti in una zona del pianeta cosi' remota?Chi ci dice che non si tratti di esperimenti militari?Ed il riferimento alla variazione della corrente di getto del mese di Febbraio 2012 non vi fa pensare a qualche esperimento effettuato nella ionosfera tramite HAARP?Non saprei dire quale sia il male minore,ma a questo punto preferirei che sia colpa veramente di esperimenti militari,perche' se si trattasse veramente di anomalie magnetiche significherebbe che stiamo entrando in un processo irreversibile con conseguenze inimmaginabili per la stabilita dell'intero Pianeta Terra.
terrarealtime
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scossa nel mediterraneo
mb 4.6
Region WESTERN MEDITERRANEAN SEA
Date time 2012-03-04 03:47:39.0 UTC
Location 42.03 N ; 7.63 E
Depth 2 km
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Nuova eruzione avvenuta sull'Etna
(ANSA) - CATANIA, 04 marzo 2012 - Una nuova fase eruttiva, la terza dell'anno, e' in corso sull'Etna con fontane di lava e attivita' stromboliana dal cratere di Sud-Est. Dalla 'bocca' emerge una colata, bene alimentata, che si dirige nella desertica Valle del bove, e fuorisce una colonna di cenere lavica dispersa in direzione nord-est. Secondo l'Ingv di Catania l'attivita' e' in fase conclusiva. La nuova eruzione dell'Etna non ha ripercussioni sul traffico aereo: l'aeroporto di Catania e' regolarmente operativo. (ANSA)
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Etna: eccezionale foto satellitare dell’eruzione di ieri, ecco come la cenere è arrivata in Calabria!
L’eruzione di ieri mattina dell’Etna ha provocato l’arrivo di ingenti quantità di cenere lavica nella Calabria centro/meridionale, a causa di un flusso eolico proveniente da sud/ovest in quota. La fotografia scattata dai satelliti Nasa che pubblichiamo a corredo di quest’articolo testimonia proprio la direzione delle ceneri e dei fumi vulcanici che dall’Etna si sono diretti proprio verso nord/est, andando a finire su Reggio Calabria e provincia.
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26 FEBBRAIO: TERREMOTO 4,4 IN ITALIA NORD OCCIDENTALE E PROVENZA. 28 FEBBRAIO: STRANO BOATO IN LIGURIA
Recentemente un terremoto ha scosso la Provenza e l’Italia nord occidentale. L’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha diramato i seguenti dati in merito al sisma: è stato un terremoto di magnitudo (Ml) 4.4, avvenuto alle ore 23:37:55 italiane del giorno 26/Feb/2012 (22:37:55 26/Feb/2012 - UTC). Il terremoto è stato localizzato dalla Rete Sismica Nazionale dell'I.N.G.V. nel distretto sismico delle Alpi Cozie. La profondità è stata di 6,9 kilometri.
La regione, come chiarisce François Thouvenot, dell’Istituto di Scienze della Terra di Grenoble, è un territorio sismicamente attivo, dove, però, sono di solito rilevati microsommovimenti e non forti scosse. Uno "sciame" di oltre 16.000 terremoti di magnitudo tra 1,3 e 2,7 è stato registrato tra il 2003 e il 2004. L'intera area è attraversata da profonde faglie, ma, secondo i geologi, è difficile stabilire se i sismi siano dovuti alla pressione della placca africana o alla rotazione della microplacca adriatica che include Italia, Montenegro e Serbia.
Sia come sia, in tutto il mondo i terremoti sono, in questi ultimi anni, aumentati sia di numero sia di intensità: è noto che alcuni di questi eventi sono stati provocati, manipolando la ionosfera con i sistemi H.A.A.R.P. I riscaldatori ionosferici con la loro energia colpiscono la ionosfera: tale energia si riverbera sulla terra, come contraccolpo, causando il cedimento delle linee di faglia. Forse il sisma rilevato nelle Alpi Cozie non è stato artificiale, ma le incessanti e massicce manipolazioni dei fenomeni atmosferici e geologici in qualche misura, prima o poi, incidono e, già altre volte, le nebbie chimiche, come quelle osservate prima del terremoto, sono state foriere di sommovimenti tellurici. Non si può, infine, escludere una rovinosa sinergia tra attività solare ed “esperimenti” strategici.
Sarà una coincidenza, ma il 28 febbraio è stato udito un forte boato, poco prima delle 13:00 ad Arma di Taggia (Imperia) ed in buona parte della Valle Argentina. Molti residenti hanno pensato ad un altro terremoto, ma una deflagrazione simile è stata sentita anche nel Cuneese, sia nella città capoluogo della ‘Granda’ sia in alcune vallate. Né le forze dell’ordine né i Vigili del fuoco, cui si sono rivolti cittadini in allarme, si sono pronunciati sulle possibili cause dell’assordante fragore: la solita bambinesca spiegazione del bang ipersonico è stata ventilata da alcuni giornalisti, ma gli organi ufficiali questa volta hanno preferito tacere.
Le attività chimico-biologiche, di natura militare, implicano obiettivi che il pubblico medio non può neanche immaginare: detonazioni e terremoti sono probabilmente le terribili manifestazioni di operazioni segrete ancora più terribili.
fonte: http://www.tankerenemy.com/2012/03/liguria-piemonte-e-provenza-squassate.html
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Tante scosse di terremoto nel Mediterraneo orientale, tra Grecia, Creta e Cipro
Tante scosse di terremoto stanno interessando stamattina il Mediterraneo centro/orientale, tra Grecia, Turchia, Creta e Cipro. L’ultima si è verificata alle 11:59 nel cuore della Grecia ed è stata di magnitudo 3,6 richter a 10km di profondità; la più forte, invece, ha interessato le acque tra Cipro e la Turchia meridionale alle 11:44 ed è stata di magnitudo 4,5 richter a 16km di profondità. Alle 11:02 la terra aveva tremato appena a sud di Creta per una scossa di magnitudo 3,5 richter a 10km di profondità. In Turchia ci sono state due scosse nella Regione di Van alle 10:07 e alle 10:11 rispettivamente di magnitudo 3,0 richter e 2,7 richter a una profondità entrambe di 5km, mentre alle 09:32 un’altra scossa ha colpito la Grecia centrale di magnitudo 2,9 richter a 8km di profondità. Sempre stamattina, altre tre scosse avevano colpito la regione turca di Van alle 08:29, 08:39 e 08:41 rispettivamente di magnitudo 3,2 richter, 3,4 richter e 3,1 richter a una profondità di 1 e 5km.
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Grossa frana interessa le bianche scogliere di Dover
Secondo la guardia costiera locale un’enorme parte delle famose bianche scogliere di Dover, nel Canale della Manica è franata in mare. Tonnellate di gesso si sono schiantate al suolo in una località conosciuta come Crab Bay, tra le scogliere Langdon e Sud Foreland Lighthouse. La causa potrebbe essere spiegata attraverso delle crepe presenti nel gesso, causate dalla pioggia e dal freddo della stagione invernale. La guardia costiera di Dover ha confermato che sarà effettuato uno studio completo e dettagliato per determinare cause ed effetti dell’evento, nel quale fortunatamente non si sono registrati feriti. Un portavoce consiglia di non incamminarsi nei pressi della scogliera, in quanto la roccia può ancora sbriciolarsi e crollare in mare. Non è la prima volta che accade. Anche in passato, nel corso degli anni, lungo la costa a Beachy Head, un promontorio calcareo sulla costa Sud dell’Inghilterra, nell’Est del territorio del Sussex, le scogliere si sono letteramente sbriciolate subito dopo un inverno rigido e piovoso. Il National Trust ha anche messo dei cartelli preventivi per informare eventuali escursionisti dei pericoli ai quali possono incorrere.
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