Pianeta Marte
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Re: Pianeta Marte
cristian ha scritto:ieri su vojager avete visto il servizio su marte??? c'e' ghiaccio sotto uno strato di terra quindi e' possibile sia stata abitata e quindi non e' da escludere che possa essere una statua di gente che prima abitava li.
si confermo, la presenza di ghiaccio è più diffusa nel sistema solare di quanto si creda. c'è un post mio di oggi su uno strano pianeta nano ghiacciato posto ai confini del sistema solare (software astronomia)
sicuramente Marte è stato abitato molto prima che la Terra vedesse l'uomo
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Re: Pianeta Marte
eppure ditemi quello che volete ma io ho sta fissa che la terra e' una colonia di altre popolazioni antiche e che perche' no, l'hanno resa loro vivibile com'e',come noi potremmo fare su marte fra un secolo circa,magari prorpio gli omoni alti 2 metri??
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Re: Pianeta Marte
cristian ha scritto:eppure ditemi quello che volete ma io ho sta fissa che la terra e' una colonia di altre popolazioni antiche e che perche' no, l'hanno resa loro vivibile com'e',come noi potremmo fare su marte fra un secolo circa,magari prorpio gli omoni alti 2 metri??
non è solo tua "sta fissa", te lo ricordi "Mission to Mars" mi pare alla fine del del film quando su Marte l'alieno o aliena con un ologramma mostra agli astronauti come finì la vita su Marte per riapparire sulla Terra?
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Re: Pianeta Marte
Alaudae ha scritto:cristian ha scritto:eppure ditemi quello che volete ma io ho sta fissa che la terra e' una colonia di altre popolazioni antiche e che perche' no, l'hanno resa loro vivibile com'e',come noi potremmo fare su marte fra un secolo circa,magari prorpio gli omoni alti 2 metri??
non è solo tua "sta fissa", te lo ricordi "Mission to Mars" mi pare alla fine del del film quando su Marte l'alieno o aliena con un ologramma mostra agli astronauti come finì la vita su Marte per riapparire sulla Terra?
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Re: Pianeta Marte
non l'ho mai visto,lo guardero' di sicuro.
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Re: Pianeta Marte
cristian ha scritto:non l'ho mai visto,lo guardero' di sicuro.
allora ti preparo: la gran parte del film è la solita minestra riscaldata statunitense, la parte interessante, quando si avvicinano e sbarcano su Marte con tutto quello che ne segue, compreso faccione-su-Marte, intreressa l'ultima parte della pellicola. solo per questa parte bisogna vedere il film.
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Re: Pianeta Marte
domanda: se facessimo al contrario da marte guardassimo la terra sai quante puttanate vedremo? quindi la domanda è che cosa ce di strano in queste foto?
spirale82- Esploratore delle stelle
- crederci sempre arrendersi mai
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Re: Pianeta Marte
spirale82 ha scritto:domanda: se facessimo al contrario da marte guardassimo la terra sai quante puttanate vedremo? quindi la domanda è che cosa ce di strano in queste foto?
la somiglianza con le cacchiate della terra?
Re: Pianeta Marte
spirale82 ha scritto:domanda: se facessimo al contrario da marte guardassimo la terra sai quante puttanate vedremo? quindi la domanda è che cosa ce di strano in queste foto?
sonon daccordo in parte,perche' forse ha ragione marius,quella foto da risalto ad una figura troppo delineata ,a mo' di statua,come se noi da marte vedessimo una foto con i 4 faccioni scolpiti in pietra se non ricordo male in america!!! aiutatemi in questo.
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Re: Pianeta Marte
Marius ha scritto:volevo rispondere invece ho editato il tuo msg
e hai ggiunto la foto !!
cristian- Staff misteri
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Re: Pianeta Marte
cristian ha scritto:spirale82 ha scritto:domanda: se facessimo al contrario da marte guardassimo la terra sai quante puttanate vedremo? quindi la domanda è che cosa ce di strano in queste foto?
sonon daccordo in parte,perche' forse ha ragione marius,quella foto da risalto ad una figura troppo delineata ,a mo' di statua,come se noi da marte vedessimo una foto con i 4 faccioni scolpiti in pietra se non ricordo male in america!!! aiutatemi in questo.
si, sono 4 presidenti degli stati uniti tra i quali Washington e Lincoln
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Re: Pianeta Marte
Thomas Jefferson e Theodore Roosevelt sono gli altri due. Il monte si chiama: monte rushmore
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La Nasa progetta la prima missione andata-ritorno da un Asteroide .
Si chiama Osiris-Rex ed e' la prima missione americana di andata e ritorno da un asteroide e prevede di prelevare un campione da studiare sulla Terra. Il lancio e' previsto per il 2016 e l'arrivo sull'asteroide nel 2010. Indietro nel tempo!!
La missione della Nasa Origins-Spectral Interpretation-Resource Identification-Security-Regolith Explorer, (Osiris-Rex), secondo l'amministratore della Nasa, Charlie Bolden ''aprira' la strada a future missioni spaziali umane verso un asteroide''.
Gli asteroidi sono considerati i relitti della nube di gas e polveri, la nebulosa solare, che e' collassata per formare il Sole e i pianeti circa 4,5 miliardi di anni fa.
Questi 'fossili' del nostro sistema planetario secondo i ricercatori possono raccontarci come e' nato il Sistema Solare e ci potrebbero dire anche come si e' formata la vita.
Obiettivo della missione e' l'asteroide 1999 RQ36, del diametro di circa 579 metri che secondo gli esperti, rappresenta probabilmente una istantanea dell'infanzia del Sistema Solare.
La sonda impieghera' sei mesi per mappare tutta la superficie dell'asteroide e in base a questi dati gli scienziati della Nasa selezioneranno il punto dell'asteroide dove un braccio robotico prelevera' il campione da portare a Terra.
Si trattera' di circa 57 grammi di materiale che sara' custodito in una capsula simile a quella a bordo della onda della Nasa Stardust che per la prima volta ha raccolto campioni di una cometa e li ha portati sulla Terra.
La missione, escluso il lancio della sonda costera' circa 800 milioni di dollari e secondo il programma il campione di asteroide dovrebbe arrivare sulla Terra nel 2023.
Questa e' la terza missione del programma della Nasa Nuove Frontiere: la prima, New Horizons, lanciata nel 2006, raggiungera' il sistema Plutone Caronte nel luglio 2015 per poi volare verso gli oggetti della Fascia di Kuiper, ai confini del Sistema Solare. La seconda si chiama Juno, il lancio e' previsto per il mese di agosto prossimo con l'obiettivo di raggiungere Giove per studiare l'atmosfera e le parti interne del piu' grande pianeta del Sistema Solare.
fonte ANSA
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"anomalia" su Marte
Lunedì 6 Giugno 2011, 12:00
CLAMOROSO: un astronomo dilettante scopre una MISTERIOSA STRUTTURA sulla SUPERFICIE DI MARTE ! di Gordon Francis Ferri
E' una di quelle cose che fanno sobbalzare sulla sedia, ma che prima di essere dichiarata come VERA dovrà passare al vaglio di molte contro-analisi.
E però la notizia è clamorosa e viene da un astronomo dilettante, David Martines, che analizzando le scansioni di Google Mars ha scoperto quello che sembrerebbe un edificio bianco e lungo sulla superficie di Marte !
Martines, onde evitare di essere additato come un visionario ha anche fornito le coordinate della sua 'scoperta':
(49'19.73"N 29 33'06.53"W)
Martines ha già battezzato l'edificio: 'Bio-station Alpha'. Dalle misurazioni sembrerebbe che la struttura, che parrebbe di fonte cilindrica, sia piuttosto grande: lunga più di 700 piedi (210 metri) e larga 150 (45 metri).
Nasa e Google finora non hanno risposto ufficialmente alle richieste di chiarimento formulate dai blog e dai media americani.
estratto dai commenti del sito:
...vorrei precisare che le coordinate esatte sono:
71° 49'19.73"N , 29° 33'06.53"W
Ciao
Simone
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CLAMOROSO: un astronomo dilettante scopre una MISTERIOSA STRUTTURA sulla SUPERFICIE DI MARTE ! di Gordon Francis Ferri
E' una di quelle cose che fanno sobbalzare sulla sedia, ma che prima di essere dichiarata come VERA dovrà passare al vaglio di molte contro-analisi.
E però la notizia è clamorosa e viene da un astronomo dilettante, David Martines, che analizzando le scansioni di Google Mars ha scoperto quello che sembrerebbe un edificio bianco e lungo sulla superficie di Marte !
Martines, onde evitare di essere additato come un visionario ha anche fornito le coordinate della sua 'scoperta':
(49'19.73"N 29 33'06.53"W)
Martines ha già battezzato l'edificio: 'Bio-station Alpha'. Dalle misurazioni sembrerebbe che la struttura, che parrebbe di fonte cilindrica, sia piuttosto grande: lunga più di 700 piedi (210 metri) e larga 150 (45 metri).
Nasa e Google finora non hanno risposto ufficialmente alle richieste di chiarimento formulate dai blog e dai media americani.
estratto dai commenti del sito:
...vorrei precisare che le coordinate esatte sono:
71° 49'19.73"N , 29° 33'06.53"W
Ciao
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Un utente di Google Mars svela: “Su Marte c’è vita”
Internet svela l’esistenza di vita su Marte. L’ultimo caso viene segnalato da un utente di Google Mars, l’applicazione che in modo simile a Google Earth permette di vedere la superficie del pianeta rosso. Questa persona mostra un elemento che a suo modo di vedere potrebbe assomigliare ad un essere vivente.
Il perimetro rettilineo dell’ipotetico manufatto fa pensare più ad un edificio che ad un essere che ha il “dono” della vita, ma la”scoperta” in Rete ha già totalizzato un milione di visitatori.
L’autore del filmato, assalito probabilmente dal dubbio, invita a verificare e dà le coordinate: 71 49’19.73″N 29 33’06.53″W”.
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Il perimetro rettilineo dell’ipotetico manufatto fa pensare più ad un edificio che ad un essere che ha il “dono” della vita, ma la”scoperta” in Rete ha già totalizzato un milione di visitatori.
L’autore del filmato, assalito probabilmente dal dubbio, invita a verificare e dà le coordinate: 71 49’19.73″N 29 33’06.53″W”.
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Re: Pianeta Marte
praticamente sarebbe già passato..
tra l' 8-9 giugno...
se è cosi tante chiacchiere e nulla di che
edit: volevo rispondere sul post della terra rallenta
la stanchezza si fa sentire
tra l' 8-9 giugno...
se è cosi tante chiacchiere e nulla di che
edit: volevo rispondere sul post della terra rallenta
la stanchezza si fa sentire
Scoperte nuove misteriose strutture su Marte
Grazie alle foto satellitari, un’altra anomalia su Marte è stata scoperta tramite Google Mars.
Diverse strutture simmetriche di forma rettangolare di 100 metri di lunghezza, sono state riprese.
La clamorosa scoperta è stata effettuata da un lettore del sito americano, il quale ha riferito che le strutture
oltre ad essere simmetriche e ad avere una lunghezza di oltre 100 metri, sono anche situate tutte sulla stessa linea
longitudinale.
Le coordinate sono le seguenti (40° 6’28.53 “N 100° 35’7.47″E).
Ecco di seguito il video:
Fonte: http://www.latest-ufo-sightings.net/2011/06/new-discovery-of-mysterious-structures.html
Link
Diverse strutture simmetriche di forma rettangolare di 100 metri di lunghezza, sono state riprese.
La clamorosa scoperta è stata effettuata da un lettore del sito americano, il quale ha riferito che le strutture
oltre ad essere simmetriche e ad avere una lunghezza di oltre 100 metri, sono anche situate tutte sulla stessa linea
longitudinale.
Le coordinate sono le seguenti (40° 6’28.53 “N 100° 35’7.47″E).
Ecco di seguito il video:
Fonte: http://www.latest-ufo-sightings.net/2011/06/new-discovery-of-mysterious-structures.html
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"Acqua salata scorre su Marte" L'annuncio arriva dalla Nasa
La ricerca è stata pubblicata su Science dal gruppo di ricercatori. A testimoniare la presenza di acqua allo stato liquido tracce scure e lunghe che compaiono sul pianeta rosso solo durante le estati marziane
WASHINGTON - Su Marte ci sarebbe acqua salata in forma liquida, che scorre stagionalmente e in piccole quantità lungo la superficie del pianeta. Lo testimonierebbero alcune tracce scure e lunghe anche centinaia di metri che compaiono sul pianeta rosso solo durante le estati marziane. L'ipotesi è stata presentata dalla Nasa durante una conferenza stampa ed è stata pubblicata su Science dal gruppo di ricercatori coordinato da Alfred McEwen dell'università dell'Arizona.
L'idea che su Marte possa scorrere dell'acqua è nata osservando le immagini catturate dal telescopio HiRISE, che viaggia a bordo della sonda della Nasa 'Mars Reconnaissance Orbiter' (MRO). Nelle foto è infatti possibile osservare delle particolari tracce scure, delle scanalature larghe fino a 5 metri e lunghe anche centinaia di metri, che sono visibili dalla tarda primavera fino agli inizi dell'autunno marziano lungo alcuni versanti che guardano l'equatore e sono quindi più esposti al Sole. Anche se non si hanno ancora prove sufficienti a dimostrarlo, i ricercatori dell'Arizona ipotizzano che queste possano essere le tracce lasciate dallo scorrere di acqua salata. "La spiegazione più convincente che abbiamo per queste osservazioni è che si tratti di un flusso di acqua salata, anche se ancora manca una conferma ufficiale", ha dichiarato a Science Alfred McEwen del Lunar and Planetary Laboratory della University of Arizona In precedenza era stata confermata la presenza di acqua allo stato solido sotto forma di ghiaccio ai poli o l'antica presenza (centinaia di milioni di anni fa) allo stato liquido. Stavolta si tratterebbe della prima volta di acqua seppur salata allo stato liquido.
"Questa ipotesi è la più probabile da un punto di vista chimico e fisico - commenta Giovanni Bignami, astrofisico dell'Istituto universitario di studi superiori di Pavia - perché la presenza di sali abbassa la temperatura di congelamento dell'acqua e innalza quella di ebollizione. Durante l'estate marziana le temperature si avvicinano allo zero: in queste condizioni l'acqua salata può rimanere liquida il tempo necessario per formare queste scanalature, e riesce a non evaporare subito nonostante l'atmosfera sia molto rarefatta".
Resta ancora molto da capire riguardo l'origine di queste piccole 'colate' di acqua salata. "Potrebbero provenire dal sottosuolo marziano, dove l'acqua salata può conservarsi grazie alle basse temperature", aggiunge Bignami. "Bisogna indagare meglio questo fenomeno, soprattutto la sua stagionalità - precisa l'astrofisico - ma in ogni caso potrebbe rappresentare un'ulteriore conferma della presenza nel sottosuolo di significative quantità di acqua sopravvissute all'evaporazione degli oceani che due miliardi di anni fa ricoprivano Marte".
Questa scoperta è "l'ulteriore conferma che Marte è un pianeta geologicamente vivo, con una superficie che si modifica anche rapidamente nel tempo", spiega Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). "Le brine ghiacciate erano già state osservate dalle sonde Viking - aggiunge - e la presenza di sali nel ghiaccio è stata confermata più di recente da Phoenix. Gli ingredienti quindi ci sono". Per quanto riguarda l'origine di queste tracce "potrebbero essere dovute a piccoli depositi ghiacciati sotto la superficie che si sciolgono quando arrivano vicino alla parte esposta del pendio. In ogni caso - conclude - è difficile immaginarsi un meccanismo che non implichi la presenza, anche se temporanea, di acqua liquida".
(04 agosto 2011)
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Test in Atlantico per missione asteroide Spedizione della Nasa comincera' il 17 ottobre
(ANSA) - ROMA, 21 SET - Il 17 ottobre la Nasa dara' il via alla nuova spedizione sottomarina Neemo 15, che portera' un gruppo di astronauti nelle profondita' dell'oceano Atlantico per 13 giorni per simulare una futura spedizione su un asteroide.
Quest'ultima missione del programma Neemo (Nasa Extreme Environment Mission Operations) mettera' a punto tre aspetti cruciali per una eventuale futura esplorazione di un asteroide: ancoraggio, spostamento sulla superficie e disposizione degli strumenti per la raccolta dati.
Quest'ultima missione del programma Neemo (Nasa Extreme Environment Mission Operations) mettera' a punto tre aspetti cruciali per una eventuale futura esplorazione di un asteroide: ancoraggio, spostamento sulla superficie e disposizione degli strumenti per la raccolta dati.
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nuova "faccia" scoperta su marte !
Matteo Ianneo
" An Italian explorer interested in astronomy and exploring of Mars has yet again discovered a great structure on Mars which is very similar to the Cydonia region of Mars where there are a couple of pyramids and what looks like an Egyptian sphinx. Mr. Matteo Ianneo’s discovery however looks like the head of an Asian, more specifically a Japanese warrior, a Samurai.
Although shocking, this is not his first discovery, he has many previous discoveries. The Samurai head on Mars could be a natural formation of rocks or it could be an artificial construction like a statue. Taking into consideration the Cydonia region and Matteo Ianneo’s previous discoveries it is quite possible that these were artificially built structures by either a former civilization which ruled the surface of Mars years ago and now went extinct, or maybe a species of aliens which live underground because Mars has no atmosphere.
In any case, this discovery is certainly interesting and it is worth having a look at. You can see the Samurai Head on Google Earth at the following coordinates:
6°17’47.27″S 120°06’32.49″W "
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Bizzarrie marziane: pozzi di ghiaccio secco nel Polo Sud del pianeta
pozzi di ghiaccio secco su Marte
ROMA – Pozzi di ghiaccio secco sono stati osservati nel Polo Sud di Marte. La Mro, Mars Reconaissance Orbiter, della Nasa ha fotografato delle formazioni glaciali custodite in una parete di materiale color oro. E proprio oro potrebbe essere lo sconosciuto elemento che contiene il diossido di carbonio allo stato solido, elemento principale di cui l’atmosfera marziana è costituita, come sostengono gli scienziati che stanno analizzando le immagini. I pozzi sono decisamente grandi: quello nel centro della foto ha infatti un diametro di 61 metri.
Il ghiaccio secco è composto di anidride carbonica ed è caratterizzato dalla proprietà di passare dallo stato solido allo stato gassoso, un processo detto sublimazione, al contrario del ghiaccio a base di acqua, che passa per lo stato intermedio liquido. I bizzarri ghiacci dei poli marziani iniziano il processo di sublimazione durante l’estate di Marte, quando le temperature divengono abbastanza calde per innescare il passaggio di stato. Ma l’estate marziana è breve e le temperature tornano basse rapidamente, riportando dunque il diossido di carbonio allo stato di ghiaccio.
27 settembre 2011 | 19:31
http://io9.com/5843745/the-beautiful-and-bizarre-dry-ice-pits-of-mars
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Galactic Ghoul
Nell'agosto del 2008, il celebre sito di astronomia Universe Today pubblicò un articolo molto interessante sui 10 misteri ancora irrisolti del Sistema Solare. Quando pensiamo ai più grandi misteri della storia dell'uomo, spesso siamo soliti scomodare universi alternativi, passaggi dimensionali e leggi fisiche tirate al limite; ma se solo ci concentrassimo per un istante sul nostro "vicinato cosmico", ci accorgeremmo che è pieno di enigmi ben lontani dall'essere risolti.
Consiglio caldamente la lettura dell'articolo di Universe Today. Si va dall'evento di Tunguska ai misteri di Marte e di Urano, sfiorando anche quella che è stata definita come la "Maledizione di Marte", l'elevatissimo tasso di fallimento delle missioni dirette verso il Pianeta Rosso.
Ed è proprio di questo che voglio parlare oggi. Esiste davvero una sorta di maledizione sulle sonde marziane? Chi mi conosce sa bene che tendo a non dare il minimo credito a questo genere di voci, specialmente se si parla di scienza. Ma dando un'occhiata veloce ai dati che vengono presentati in alcuni siti o show televisivi, viene effettivamente da chiedersi perchè due terzi delle missioni dirette verso Marte siano terminate in un fallimento.
Prestandosi al gioco, la NASA chiama "Galactic Ghoul" l'entità inesistente dietro agli incidenti e ai malfunzionamenti delle sonde marziane.
Come fonte dei dati, utilizziamo direttamente una pagina del sito della NASA, Chronology of Mars Exploration, che elenca tutte le missioni marziane dagli anni '60 a oggi, sia sovietiche che americane.
Fino ad ora, 26 delle 43 missioni dirette verso Marte realizzate fino ad ora (da qualunque Paese o Agenzia possedesse i mezzi necessari per farlo) hanno fatto registrare un fallimento per uno o più malfunzionamenti o errori di calcolo. Teniamo sempre bene a mente che una missione marziana non ha nulla a che vedere con la messa in orbita di carichi più o meno pesanti: le variabili in gioco sono enormemente più complesse, e non c'è modo di eseguire interventi d'emergenza in tempo reale.
Gli Stati Uniti e la NASA hanno avuto totalizzato il 70% di successi (su 20 missioni), mentre le missioni sovietiche/russe (18 in totale) solo l'11%. Le due missioni europee, Rosetta e Mars Express, sono state un completo successo.
Dal 1960 al 1975, quasi tutte le missioni per Marte hanno fatto registrare malfunzionamenti. Fatto cercamente singolare, ma se consideriamo che molti di questi episodi si verificarono ben lontani da Marte (anzi, spesso in orbita attorno alla Terra), la storia della maledizione di Marte inizia a cedere sotto i colpi della realtà dei fatti.
La lista di fallimenti, tuttavia, rimane incredibile. Mars 2 e Mars 3, le prime sonde ad atterrare su Marte, non sono di certo note per la durata della loro attività scientifica. La prima è celebre per essere il primo oggetto di costruzione umana ad aver toccato il suolo marziano, ma anche il primo ad aver creato un cratere sul pianeta; la seconda, invece, atterrò con successo su Marte e riuscì a trasmettere un segnale verso la Terra per 20 secondi, per poi ammutolirsi probabilmente a causa di una delle peggiori tempeste di sabbia mai osservate su Marte.
Ma questi sono casi considerati solo relativamente sfortunati. Nel 1993 il Mars Observer, in viaggio da 337 giorni nello spazio con destinazione Marte, smise improvvisamente di funzionare a soli 3 giorni di distanza dal Pianeta rosso. Il problema fu causato probabilmente da una perdita da uno dei serbatoi, perdita che avrebbe forzato il cervello della sonda ad entrare in "safe-mode", e interrompere le comunicazioni.
Uno degli episodi più celebri, se non il più noto della storia dell'esplorazione marziana, è recente: nel 1999, il Mars Climate Orbiter si inserì in orbita marziana circa 100 km più in basso dei previsti 150. A soli 50 km dal suolo marziano, la sonda è entrata nell'atmosfera del pianeta ed è bruciata.
La causa dell'incidente? Errore umano: la Lockheed Martin, una delle aziende coinvolte nel progetto, aveva utilizzato il sistema imperiale britannico di misurazione invece del sistema metrico utilizzato come standard dalla NASA, causando enormi errori di calcolo dell'orbita.
Andando più a fondo, si nota che il fattore umano gioca un ruolo vitale nel fenomeno della maledizione di Marte. Nel 1988, la sonda Phobos 1 andò perduta per via di una subroutine software non utilizzata dal satellite, e lasciata nella programmazione per problemi di costi e di tempi di lancio. Questo frammento di codice si attivò da solo, facendo diventare la sonda una trottola spaziale incapace di orientare i propri pannelli solari e di creare energia per il suo funzionamento.
Parlare di maledizione, tuttavia, rimane inappropriato. Il fatto che tra il '60 e il '75 si sia registrato il maggior numero di fallimenti porta a pensare che l'avventura marziana, con tutte le sue sfide, era soltanto agli inizi, e che l'insuccesso è parte integrante del processo di esplorazione di mondi lontani, specialmente quando si è "giovani" e inesperti in missioni così pionieristiche.
Di certo alcuni episodi, pochissimi rispetto al totale dei fallimenti, rimangono ancora parzialmente avvolti nel mistero per quanto riguarda le dinamiche che hanno portato ai guasti. Ma ogni fallimento ha contribuito a perfezionare le sonde successive, e i dati raccolti anche durante un rientro esplosivo nell'atmosfera marziana sono stati estremamente preziosi per evitare che certi episodi potessero verificarsi nuovamente in futuro.
Spirit e Opportunity sono la dimostrazione di come le sonde perdute nello spazio, distrutte nell'atmosfera di Marte o nell'impatto con il pianeta, ci abbiamo spinto verso traguardi sempre più importanti, tanto che la durata della loro missione è già stata estesa per cinque volte oltre il limite teorico di utilizzo dei rover.
Sembra che il Ghoul Galattico non esista proprio, o che abbia perso buona parte del suo appetito. Nelle ultime due decadi il tasso di successo delle sonde marziane sembra essersi impennato, anche se i fallimenti dovuti alla complessità delle missioni rimangono costantemente dietro l'angolo.
Il Ghoul potrebbe essersi spostato sul nostro pianeta, dato che circa il 5% degli astronauti che hanno lasciato il nostro pianeta sono morti durante il volo. Sarà il caso di iniziare a parlare di Maledizione della Terra?
The “Mars Curse”: Why Have So Many Missions Failed?
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« Ghoul: Specie di Vampiro arabo e turchesco, maschio o femmina; si sposta con facilità fra cielo e terra e ama frequentare i cimiteri. [...] l'occupazione principale dei Ghoul consiste nel battere le campagne, far abortire le donne incinte, succhiare il sangue dei giovani, divorare i cadaveri, urlare nel vento, aggirarsi fra i ruderi, gettare il malocchio, provocare sventure. »
(Dictionnaire Infernal di Jaques Collin de Plancy)
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Marte temperato e umido
Che clima aveva Marte miliardi di anni fa? Temperato e umido, sostengono i ricercatori del California Institute of Technology che, per la prima volta nella storia dello studio del Pianeta Rosso, hanno determinato la temperatura e l'umidità che la superficie marziana faceva registrare quando, sulla Terra, il nostro antenato globale comune iniziava a fare la sua comparsa.
Le analisi del celebre meteorite ALH84001, noto al pubblico per le speculazioni sulla possibile esistenza di forme di vita fossili al suo interno, hanno portato a ritenere che i minerali che compongono il bolide si sarebbero formati ad una temperatura di circa 18°C.
"La cosa davvero entusiasmante è che 18°C non è particolarmente freddo o caldo" dice Woody Fischer, professore di geobiologia e co-autore della ricerca. "E' un risultato notevole".
In effetti, 18 gradi sopra lo zero è una temperatura che pochi si sarebbero aspettati, soprattutto se rapportata alle temperature abbondantemente sotto lo zero riscontrabili oggi su Marte. In media, il Pianeta Rosso ha una temperatura superficiale di -63°C, troppo freddo per consentire l'esistenza di acqua liquida superficiale.
Ma una temperatura 18°C permette di certo l'esistenza di acqua allo stato liquido. Fino ad ora, tuttavia, pensare a Marte come un pianeta relativamente caldo e umido era soltanto un'ipotesi supportata da nessuna prova.
"Questa è una prova che, nella storia passata di Marte, almeno una località del pianeta era in grado di mantenere un clima simile a quello terrestre da poche ore fino a qualche giorno" dice John Eiler, professore di geologia e co-autore della ricerca.
I ricercatori hanno analizzato il meteorite ALH84001, scoperto nel 1984 in Antartide. Questo pezzo di roccia si sarebbe formato a qualche decina di metri sotto la superficie marziana, e proiettato nello spazio dalla collisione di un meteorite ben più grosso.
Molto si è discusso in passato, e lo si fa ancora oggi, sulla possibilità di forme di vita fossili a bordo del meteorite ALH84001, ma le ipotesi dipendono interamente dalla temperatura in cui il meteorite si sarebbe formato, e dalla presenza di dischi di minerali carbonatici le cui origini potrebbero essere molteplici.
I globi di minerali carbonatici trovati nel meteorite ALH84001
"E' terribilmente difficile capire il processo che ha generato i minerali carbonatici" spiega Eiler. Di ipotesi sulla loro formazione ne sono state formulate molte: da magma raffreddato e cristallizzato, fino a reazioni chimiche avvenute in presenza di processo idrotermali che potrebbero aver visto anche la partecipazione di ipotetiche forme di vita microscopiche.
Scoprire a quale temperatura si siano formati i carbonati del meteorite ALH84001 può contribuire ad escludere alcuni degli scenari formulati finora, e a sostenerne altri. Per ottenere la temperatura di formazione dei minerali carbonatici del meteorite, i ricercatori hanno misurato le quantità di ossigeno-18 e carbonio-13, due isotopi contenuti nei campioni di carbonati la cui presenza più o meno massiccia può essere messa in relazione alla temperatura e al grado di umidità di Marte.
"Molte delle ipotesi finora formulate sono state scartate. Non si può far crescere in altro modo i minerali carbonatici a 18°C se non in presenza di acqua".
Ma questo clima marziano umido e temperato potrebbe aver ospitato forme di vita più o meno complesse? Per ora gli scienziati escludono questo scenario, sostenendo che i pochi giorni necessari a far evaporare l'acqua liquida marziana non avrebbero creato condizioni sufficientemente stabili per permettere alla vita di emergere.
Rimane il fatto che, miliardi di anni fa, alcune regioni marziane sono state molto più simili alla Terra di quanto potessimo immaginare soltanto una settimana fa. Possiamo essere certi, tuttavia, che non possiamo chiudere così facilmente la questione dell'antico clima marziano, dato che le conclusioni tratte nella ricerca di Fischer ed Eiler si basano su un solo pezzo di roccia che ha suscitato numerosissime discussioni e controversie in ambito scientifico.
http://www.physorg.com/news/2011-10-mild-temperature-mars.html
link
Le analisi del celebre meteorite ALH84001, noto al pubblico per le speculazioni sulla possibile esistenza di forme di vita fossili al suo interno, hanno portato a ritenere che i minerali che compongono il bolide si sarebbero formati ad una temperatura di circa 18°C.
"La cosa davvero entusiasmante è che 18°C non è particolarmente freddo o caldo" dice Woody Fischer, professore di geobiologia e co-autore della ricerca. "E' un risultato notevole".
In effetti, 18 gradi sopra lo zero è una temperatura che pochi si sarebbero aspettati, soprattutto se rapportata alle temperature abbondantemente sotto lo zero riscontrabili oggi su Marte. In media, il Pianeta Rosso ha una temperatura superficiale di -63°C, troppo freddo per consentire l'esistenza di acqua liquida superficiale.
Ma una temperatura 18°C permette di certo l'esistenza di acqua allo stato liquido. Fino ad ora, tuttavia, pensare a Marte come un pianeta relativamente caldo e umido era soltanto un'ipotesi supportata da nessuna prova.
"Questa è una prova che, nella storia passata di Marte, almeno una località del pianeta era in grado di mantenere un clima simile a quello terrestre da poche ore fino a qualche giorno" dice John Eiler, professore di geologia e co-autore della ricerca.
I ricercatori hanno analizzato il meteorite ALH84001, scoperto nel 1984 in Antartide. Questo pezzo di roccia si sarebbe formato a qualche decina di metri sotto la superficie marziana, e proiettato nello spazio dalla collisione di un meteorite ben più grosso.
Molto si è discusso in passato, e lo si fa ancora oggi, sulla possibilità di forme di vita fossili a bordo del meteorite ALH84001, ma le ipotesi dipendono interamente dalla temperatura in cui il meteorite si sarebbe formato, e dalla presenza di dischi di minerali carbonatici le cui origini potrebbero essere molteplici.
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"E' terribilmente difficile capire il processo che ha generato i minerali carbonatici" spiega Eiler. Di ipotesi sulla loro formazione ne sono state formulate molte: da magma raffreddato e cristallizzato, fino a reazioni chimiche avvenute in presenza di processo idrotermali che potrebbero aver visto anche la partecipazione di ipotetiche forme di vita microscopiche.
Scoprire a quale temperatura si siano formati i carbonati del meteorite ALH84001 può contribuire ad escludere alcuni degli scenari formulati finora, e a sostenerne altri. Per ottenere la temperatura di formazione dei minerali carbonatici del meteorite, i ricercatori hanno misurato le quantità di ossigeno-18 e carbonio-13, due isotopi contenuti nei campioni di carbonati la cui presenza più o meno massiccia può essere messa in relazione alla temperatura e al grado di umidità di Marte.
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Ma questo clima marziano umido e temperato potrebbe aver ospitato forme di vita più o meno complesse? Per ora gli scienziati escludono questo scenario, sostenendo che i pochi giorni necessari a far evaporare l'acqua liquida marziana non avrebbero creato condizioni sufficientemente stabili per permettere alla vita di emergere.
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Tempesta solare in arrivo su Marte Per mercoledì 26 ottobre, possibili aurore 'marziane'
(ANSA) - ROMA, 25 OTT - Una tempesta solare si sta dirigendo verso Marte: generata da una luminosa eruzione solare, dovrebbe raggiungere il Pianeta rosso mercoledi' 26 ottobre, dando vita a spettacolari aurore 'marziane'. Le immagini della corona solare riprese dalla Nasa hanno dato l'impressione che l'espulsione di massa coronale (Cme), ossia lo sciame di particelle liberato da una potente eruzione avvenuta superficie del Sole, si muovesse verso Marte. Secondo le previsioni la tempesta lo colpira' tra due giorni.
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