Cosa sta rallentando le sonde Pioneer? Un'altra teoria
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Cosa sta rallentando le sonde Pioneer? Un'altra teoria
L’ anomalia dei Pioneer, l’effetto che causa il rallentamento anomalo delle sonde NASA Pioneer 10 e 11, potrebbe finalmente avere una spiegazione.
Da decenni gli esperti cercano di trovare una soluzione a questo mistero: un rallentamento difficile da spiegare nel moto delle due sonde, lanciate nei primi anni settanta dalla NASA verso gli estremi confini del Sistema Solare, in direzioni opposte.
Che l’attrazione gravitazione del Sole causi una decelerazione nel loro moto è normale, ma quella decelerazione è ben maggiore di quanto ci si aspetterebbe.
La nuova teoria arriva da uno studio di Sergei Kopeikin, un ricercatore dell’Università del Missouri (USA): "Le sonde Pioneer – dice Kopeikin – sembrano violare le leggi di gravità newtoniane decelerando in modo anomalo durante il loro viaggio spaziale, ma, fin’ora, non era mai stato possibile dare delle spiegazioni secondo le leggi della fisica".
Il suo recente studio, pubblicato su Physical Review D, dimostra che la deviazione non è così strana come si pensava.
Proprio lo scorso anno, una serie di studi avevano offerto una possibile spiegazione: la cosiddetta thermal recoil force (un effetto non gravitazionale, legato unicamente alla radiazione termica che esce dalle sonde). Secondo il team del Missouri, però, l’effetto di thermal recoil può spiegare al massimo il 15-20 per cento dell’effetto osservato.
La soluzione del restante 80 per cento va invece cercata nelle equazioni che descrivono il movimento dei fotoni radio che portano sulla Terra le informazioni su posizione e velocità delle sonde. Le gemelle Pioneer sono state letteralmente bombardate di onde radio, che rimbalzando contro le sonde e tornando a Terra consentono di calcolare la distanza.
Per Kopeikin e colleghi, le navicelle non rallentano, ma sono le onde radio che emettono arrivano sulla Terra a una velocità diversa da quella che ci si aspetterebbe stando alle teorie di Newton. E questo perché l’espansione dell’Universo altera le nostre osservazioni dei fotoni che compongono le onde radio provenienti dalle sonde, facendo sembrare che stiano rallentando.
La scoperta sull’anomalia delle sonde Pioneer è solo una parte di un progetto più grande al quale sta lavorando il team, su come l’espansione dell’Universo alteri alcuni parametri fisici nel Sistema Solare, in modi di cui finora gli astronomi non avevano tenuto conto: "Avere misure accurate dei parametri fisici dell’universo ci aiuterà a porre le basi per nuovi progetti di esplorazione interstellare", ha detto Kopeikin. [media.inaf.it].Il Programma Pioneer fu un progetto americano costituito da una serie di missioni spaziali senza equipaggio destinate all'esplorazione dei pianeti del sistema solare.
Numerose furono le missioni nell'ambito del programma, ma le più importanti e famose furono quelle del Pioneer 10 e del Pioneer 11 che portarono all'esplorazione dei pianeti esterni e dello spazio oltre il sistema solare.
Entrambe le sonde avevano a bordo una placca d'oro con il disegno di un uomo e di una donna e con informazioni sulle origini e i creatori delle sonde stesse, destinate ad ogni entità extraterrestre che eventualmente un giorno le trovasse.
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Da decenni gli esperti cercano di trovare una soluzione a questo mistero: un rallentamento difficile da spiegare nel moto delle due sonde, lanciate nei primi anni settanta dalla NASA verso gli estremi confini del Sistema Solare, in direzioni opposte.
Che l’attrazione gravitazione del Sole causi una decelerazione nel loro moto è normale, ma quella decelerazione è ben maggiore di quanto ci si aspetterebbe.
La nuova teoria arriva da uno studio di Sergei Kopeikin, un ricercatore dell’Università del Missouri (USA): "Le sonde Pioneer – dice Kopeikin – sembrano violare le leggi di gravità newtoniane decelerando in modo anomalo durante il loro viaggio spaziale, ma, fin’ora, non era mai stato possibile dare delle spiegazioni secondo le leggi della fisica".
Il suo recente studio, pubblicato su Physical Review D, dimostra che la deviazione non è così strana come si pensava.
Proprio lo scorso anno, una serie di studi avevano offerto una possibile spiegazione: la cosiddetta thermal recoil force (un effetto non gravitazionale, legato unicamente alla radiazione termica che esce dalle sonde). Secondo il team del Missouri, però, l’effetto di thermal recoil può spiegare al massimo il 15-20 per cento dell’effetto osservato.
La soluzione del restante 80 per cento va invece cercata nelle equazioni che descrivono il movimento dei fotoni radio che portano sulla Terra le informazioni su posizione e velocità delle sonde. Le gemelle Pioneer sono state letteralmente bombardate di onde radio, che rimbalzando contro le sonde e tornando a Terra consentono di calcolare la distanza.
Per Kopeikin e colleghi, le navicelle non rallentano, ma sono le onde radio che emettono arrivano sulla Terra a una velocità diversa da quella che ci si aspetterebbe stando alle teorie di Newton. E questo perché l’espansione dell’Universo altera le nostre osservazioni dei fotoni che compongono le onde radio provenienti dalle sonde, facendo sembrare che stiano rallentando.
La scoperta sull’anomalia delle sonde Pioneer è solo una parte di un progetto più grande al quale sta lavorando il team, su come l’espansione dell’Universo alteri alcuni parametri fisici nel Sistema Solare, in modi di cui finora gli astronomi non avevano tenuto conto: "Avere misure accurate dei parametri fisici dell’universo ci aiuterà a porre le basi per nuovi progetti di esplorazione interstellare", ha detto Kopeikin. [media.inaf.it].Il Programma Pioneer fu un progetto americano costituito da una serie di missioni spaziali senza equipaggio destinate all'esplorazione dei pianeti del sistema solare.
Numerose furono le missioni nell'ambito del programma, ma le più importanti e famose furono quelle del Pioneer 10 e del Pioneer 11 che portarono all'esplorazione dei pianeti esterni e dello spazio oltre il sistema solare.
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