prima medusa artificiale creata con cellule cardiache
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prima medusa artificiale creata con cellule cardiache
Sembra una medusa, si muove in acqua come una medusa, ma è costituita da cellule cardiache dei ratti e silicone. E’ stata portata alla “vita” con un impulso elettrico, proprio come nel romanzo ottocentesco di Mary Shelley, ma è realtà e dovrebbe aiutare, secondo i ricercatori, nella ricerca sulle malattie cardiache.
La Harvard University e il California Institute of Tecnology hanno realizzato questo piccolo Frankenstein e hanno pubblicato la ricerca oggi sulla rivista Nature Biotechnology, che mostra per la prima volta come sia possibile creare forme simili alla vita biologica replicando la struttura e la funzione di creature semplici, in questo caso una medusa. Le sue proprietà pulsanti, come quelle di un cuore umano, suggeriscono anche che il “Medusoide” un giorno potrebbe portare a nuovi dispositivi terapeutici, quali pacemaker, costituiti da sostanze organiche.
“Come ingegneri, siamo molto bravi con le materie plastiche e i metalli, ma nel lungo termine riteniamo che l’approccio più valido sia quello di costruire questi componenti con materiali biologici,” ha detto John Dabiri, autore dello studio e professore presso il CalTech. “Il quadro generale è quello di cercare di sviluppare strumenti per migliorare la tecnologia biomedica – in modo da riparare un cuore danneggiato.”
Gli scienziati hanno realizzato il medusoide dalle cellule cardiache di cavie per poter fornire la funzione di pompaggio, ed hanno utilizzato una membrana di silicone per dare una struttura elastica al sistema in modo da realizzare la funzione di pompa. Infine, la membrana è stata ricoperta da una proteina disposta nello stesso schema di montaggio dei muscoli di una medusa. Hanno poi verificato che effettivamente si muovesse liberando il medusoide in una pozza di liquido fornendo una scossa elettrica per attivare il moto.
Dabiri ha detto di voler creare una versione del medusoide che non ha bisogno di una fonte esterna di energia – a meno di quella biologica per le cellule, un passo fondamentale verso la creazione di un organo vitale. Gli attuali cuori artificiali sono passivi, e hanno bisogno di una carica elettrica per che dà loro l’impulso.
L’analogia con la creatura di Frankenstein “mi è venuta in mente quando ho iniziato a lavorare su questo progetto”, ha detto Dabiri. “Il nostro obiettivo però è più nobile, almeno mi auguro – vogliamo usare questo simil-organismo per migliorare la vita delle persone.”
Un organo sostitutivo che non ha bisogno di energia elettrica per funzionare e in grado di assorbire le sostanze nutritive dal flusso sanguigno di un paziente, proprio come fanno gli organi veri e propri, sarebbe qualcosa di realizzabile a breve,entro un anno secondo i ricercatori del team.
Tags: Infarto, malattie cadiache, mudusa artificiale, problemi cardiaci
Posted in Dalla Redazione, Scienza&tec |
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