Clima Globale
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2010, il più caldo in 150 anni dalla Nasa allarme per il clima
Registrato il nuovo record per la temperatura terrestre, che ormai si innalza di un quinto di grado ogni decennio. Gli scienziati: "Se non si riduce l'anidride carbonica il pianeta si surriscalderà ancora"
di LUIGI BIGNAMI (LA REPUBLICA)
Link articolo intero : http://www.repubblica.it/scienze/2011/01/13/news/2010_pi_caldo-11163243/?ref=HREC2-2
di LUIGI BIGNAMI (LA REPUBLICA)
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Clima: oceani assorbono 1/3 emissioni
(ANSA) - ROMA, 23 GEN - Gli oceani assorbono attualmente circa un terzo delle emissioni di Co2 del Pianeta. Questa capacita' li sta rendendo sempre piu' acidi con ripercussioni su ecosistemi e biologia marina, tema sul quale hanno discusso ad Okinawa, in Giappone, gli scienziati del gruppo intergovernativo dell'Onu, Ipcc. Il gruppo, di cui fa parte l'italiano Riccardo Valentini, dovra' produrre il Quinto rapporto Ipcc sul cambiamento del clima, per il quale l'acidificazione degli oceani e' 'una componente fondamentale'.
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Con il 2% del Pil mondiale il clima è salvo
La bella notizia è che si può fare. La brutta è che non hanno intenzione di farlo. Secondo l’Unep, il programma Onu per l’ambiente, basterebbe investire il 2% del Pil mondiale per trasformare l’economia e renderla ecocompatibile salvando il clima. Si tratta, in soldi, di 1.300 miliardi di dollari l’anno. Che sembrano molti, ma non lo sono perché avrebbero un effetto positivo sull’economia mondiale.
Considerato che, sempre secondo i calcoli Unep (rapporto “Towards a Green Economy: Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication“), oggi il mondo spende l’1% in sussidi a settori industriali ed energetici con un alto impatto sul riscaldamento globale (ad esempio i sussidi ai combustibili fossili) già si vede come metà della spesa verrebbe parificata. Il grosso, cioè l’1,25% del Pil mondiale, andrebbe speso in risparmio energetico e fonti rinnovabili.
http://www.ecoblog.it/post/12131/con-il-2-del-pil-mondiale-il-clima-e-salvo
L’obiettivo tecnico è quello di ridurre i consumi di energia del 9% nel 2020 (del 40% nel 2050). Altri settori importanti sono, oltre all’energia, quello agricolo e quello della pesca.
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Re: Clima Globale
Certo che non gli interessa investire il2% ,ci rimetterebbero . Lo stesso discorso si può fare con il petrolio ,loro hanno il petrolio e se lo vendono caro...se solo qualche casa automobilistica ci prova a fare progetti per combustibili alternativi più puliti ,stranamente NON vanno mai a buon fine...A quei signori non gliene frega proprio nulla del ecologia...!!!
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Re: Clima Globale
Marek ha scritto:Certo che non gli interessa investire il2% ,ci rimetterebbero . Lo stesso discorso si può fare con il petrolio ,loro hanno il petrolio e se lo vendono caro...se solo qualche casa automobilistica ci prova a fare progetti per combustibili alternativi più puliti ,stranamente NON vanno mai a buon fine...A quei signori non gliene frega proprio nulla del ecologia...!!!
si, è un mistero, continuano per una strada che ci porta tutti al baratro e fingono di non vedere..avranno, Loro, le Arche pronte ad accoglierli ma...che se ne faranno dopo delle immense fortune accumulate?
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Re: Clima Globale
Staranno rintanati per 5 anni...ma dubito che gli basterà il cibo,,con quel che mangiano,,,, finiranno a mangiarsi a vicenda. Poi i più forti usciranno.... se usciranno, e non ci sara nessuno che potrà vendergli il cibo...
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Re: Clima Globale
Marek ha scritto:Staranno rintanati per 5 anni...ma dubito che gli basterà il cibo,,con quel che mangiano,,,, finiranno a mangiarsi a vicenda. Poi i più forti usciranno.... se usciranno, e non ci sara nessuno che potrà vendergli il cibo...
divoreranno sè stessi
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Re: Clima Globale
Nuovo minimo storico ghiaccio Artico
Cosi scarsi solo nel 2006 per National Snow and Ice Data Center
26 marzo, 15:12
(ANSA) - ROMA, 26 MAR - Nuovo minimo storico per il ghiaccio dell'Artico: secondo i dati del National Snow and Ice Data Center americano la calotta ha cominciato a restringersi lo scorso 7 marzo, e l'area massima registrata e' la stessa del 2006, l'anno del record precedente. Secondo i dati riportati il massimo raggiunto quest'anno e' stato di 14,64 mln di kmq, piu' di 1,2 milioni di chilometri quadrati piu' bassa della media degli ultimi 30 anni e all'incirca pari al record negativo di cinque anni fa.
Cosi scarsi solo nel 2006 per National Snow and Ice Data Center
26 marzo, 15:12
(ANSA) - ROMA, 26 MAR - Nuovo minimo storico per il ghiaccio dell'Artico: secondo i dati del National Snow and Ice Data Center americano la calotta ha cominciato a restringersi lo scorso 7 marzo, e l'area massima registrata e' la stessa del 2006, l'anno del record precedente. Secondo i dati riportati il massimo raggiunto quest'anno e' stato di 14,64 mln di kmq, piu' di 1,2 milioni di chilometri quadrati piu' bassa della media degli ultimi 30 anni e all'incirca pari al record negativo di cinque anni fa.
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Buco dell’ozono: registrata una perdita record sull’Artico
Il buco dell'ozono sull'Antartide (la parte blu della foto)
ROMA – Una perdita record di ozono sull’Artico pari al 40 per cento è stata registrata in marzo dal satellite Envisat dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il fenomeno è stato causato da venti molto forti che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, generando temperature molto basse. Questa massa d’aria fredda, per effetto della luce solare, ha rilasciato in marzo prodotti dei clorofluorocarburi (Cfc), come atomi di cloro e bromo, veri e propri distruttori dell’ozono.
L’ultima perdita record di ozono sull’Artico risale a 14 anni fa. Anche nel 1997, come nell’inverno di quest’anno, si erano registrate temperature insolitamente basse e il perchè questo sia accaduto è ancora da capire. Un’ipotesi all’esame dei ricercatori e’ che i due inverni cosi’ freddi siano correlati statisticamente al cambiamento climatico globale. I venti molto forti che hanno isolato la massa d’aria fredda sull’Artico sono noti come ”vortice polare”, l’area di bassa pressione che staziona in modo semi-permanente sul Polo Nord.
‘Organizzazione metereologica mondiale (Omm) spiega che ”le osservazioni compiute dal suolo e attraverso palloni aerostatici al di sopra dell’Artico oltre che da satelliti rivelano che la colonna di ozono ha registrato una diminuzione di circa il 40% in questa zona tra l’inizio dell’inverno e la fine del mese di marzo” .
“Il precedente record sulla diminuzione di ozono – spiega ancora la Omm nel comunicato – era del 30% sui quattro mesi invernali”.
5 aprile 2011 | 12:50
http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/buco-dellozono-registrato-record-sullartico-810049/
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Clima: le fosse oceaniche influenzano il clima
Anche le fosse oceaniche influenzano il clima. É la conclusione formulato da un gruppo internazionale di ricercatori [ l’Istituto di microbiologia marina del Max Planck di Brema (Germania), l’Agenzia Giapponese della Scienza Marina, Terrestre e Tecnologiva (JAMSTEC) e l’Universita’ di Copenhagen (Danimarca)] che grazie all'ausilio di un nuovo sommergibile senza pilota, dotato di tutte le più moderne tecnologie, è riuscito a raccogliere dati sino a 10900 piedi di profondità all'interno della Fossa delle Marianne, la zona più profonda che si conosce dell’oceano.
I primi dati, riportati dalla BBC, mostrano soprattutto che le fosse oceaniche fungono da serbatoi di carbonio e il loro ruolo nella regolazione del clima e’ più grande di quello pensato fino ad ora. Secondo gli studiosi questa e’ la prima volta che l'uomo è in grado di installare strumenti sofisticati a tale profondità per misurare la quantità di carbonio immagazzinato. Sempre a loro dire fondamentalmente essi vogliano capire quanto materiale organico, vale a dire il materiale prodotto dalle alghe e dai pesci nelle zone meno profonde, e’ stato depositato sul fondo del mare, e se questo materiale viene divorato da batteri. I ricercatori sperano di avere una fotografia generale sulla capacita’ di assorbimento di carbonio delle fosse oceaniche. Anche se le fosse oceaniche coprono solo il 2% della superficie dell’oceano gli studiosi pensano che possano essere molto importanti.
Il robot e’ stato lanciato da un’imbarcazione e ha impiegato tre ore per raggiungere il fondo della fossa, dove ha condotto una serie di esperimenti. La pressione a circa 11 chilometri di profondità e’ di 1000 volte maggiore di quella che e’ fuori dall’acqua. Per questo i sensori sono stati rivestiti con un cilindro di titanio capace di resistere. Il prossimo passo di questo team internazionale di ricercatori e’ quello di calcolare la quantità che si accumula nel fondo dell’oceano e confrontarla con altre zone. In questo modo, gli scienziati sperano di determinare quale ruolo giocano le fosse oceaniche nella regolazione del del clima.
http://www.3bmeteo.com/news-meteo/clima-+le+fosse+oceaniche+influenzano+il+clima-51270
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Re: Clima Globale
tutto influenza il clima,il mare e quindi le maree,l'essere umano ,il sole ,la luna,le tempeste spaziali,secondo me tutto compreso lo spazio che non vediamo condiziona il nostro clima.
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Buco ozono: registrato record sull'Artico
ROMA - Una perdita record di ozono sull'Artico e' stata registrata in marzo dal satellite Envisat dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa). Il fenomeno e' stato causato da venti molto forti che hanno isolato la massa atmosferica sul Polo Nord, generando temperature molto basse. Questa massa d'aria fredda, per effetto della luce solare, ha rilasciato in marzo prodotti dei clorofluorocarburi (Cfc), come atomi di cloro e bromo, veri e propri distruttori dell'ozono.
Sull'argomento e' intervenuta anche l'Organizzazione metereologica mondiale (Omm). La distruzione è dovuta alla persistenza nell'atmosfera di sostanze nocive e ad un inverno molto freddo nella stratosfera, spiega l'Omm da Ginevra. Le osservazioni diffuse dall'ente internazionale rivelano che la colonna di ozono ha registrato una perdita di circa il 40% in questa regione tra l'inizio dell'inverno e la fine di marzo. Il precedente record per la distruzione dell'ozono era stato di una perdita di circa il 30% su tutto l'inverno. Per l'Omm, il grado di distruzione dello strato di ozono nel 2011 sopra l'Artico è senza precedenti, ma era prevedibile. Gli esperti avevano infatti annunciato che una grande perdita di ozono sopra l'Artico era possibile nel caso di un inverno stabile e freddo nella stratosfera.
Questa perdita record si è verificata nonostante un accordo internazionale che ha ridotto notevolmente la produzione e il consumo di sostanze nocive per l'ozono (come i clorofluorocarburi e gli halon ) a causa della lunga durata di vita di queste sostanze. Saranno necessari decenni prima che la loro concentrazione torni ai livelli precedenti al 1980, un obiettivo fissato nel Protocollo di Montreal sullo strato di ozono. ANSA
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Cambia il clima: vino e olio? Meglio in Val Padana
ROMA – Il granaio d’Italia? La Val Padana. Lo scenario non è poi così assurdo se la prospettiva viene aggiornata al 2050: in questa data, secondo il rapporto Circe promosso dall’Unione europea, il cambiamento climatico avrà fatto abbastanza da cambiare buona parte del paesaggio italiano che oggi conosciamo. E così L’Emilia Romagna, ad esempio, potrebbe diventare “la nuova Puglia” per quanto riguarda la produzione di olio. La notizia è che nel 2050 aumenterà la temperatura ( di circa uno o due gradi), salirà il livello del mare (tra i 6 e i 12 centimetri) mentre scenderà quello dei laghi e fiumi perché diminuiranno le piogge.
E non è detto che questa serie di cambiamenti avrà un effetto nefasto sull’agricoltura, semplicemente cambierà lo scenario: i vigneti diventeranno più vulnerabili ai climi secchi e caldi mentre l’area ottimale per gli ulivi si sposterà a nord e a est. Già oggi gli ulivi soffrono condizioni limite, con radici più corte e superficiali rispetto alla vite e periodi di siccità potrebbero metterli in crisi. Ecco perché gli ulivi migreranno al nord e con loro i vigneti.
31 maggio 2011 | 19:09
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E non è detto che questa serie di cambiamenti avrà un effetto nefasto sull’agricoltura, semplicemente cambierà lo scenario: i vigneti diventeranno più vulnerabili ai climi secchi e caldi mentre l’area ottimale per gli ulivi si sposterà a nord e a est. Già oggi gli ulivi soffrono condizioni limite, con radici più corte e superficiali rispetto alla vite e periodi di siccità potrebbero metterli in crisi. Ecco perché gli ulivi migreranno al nord e con loro i vigneti.
31 maggio 2011 | 19:09
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Ghiacciai Stelvio ridotti del 40% in 50 anni
Campione significativo della condizione dei ghiacciai alpini
Sale la febbre dei ghiacciai alpini: a causa dei cambiamenti climatici, la superficie dei ghiacciai dello Stelvio si è ridotta del 40% negli ultimi 50 anni, con una brusca accelerazione a partire dagli anni '90. E' quanto emerge dal progetto Share Stelvio, nato dalla collaborazione fra Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), soprattutto attraverso il Comitato Ev-K2-Cnr, Università e Politecnico di Milano.
Nel primo anno di ricerche è stata monitorata l'estensione dei quasi 50 ghiacciai dell'area lombarda del parco dello Stelvio, mettendo a confronto le foto aeree e satellitari scattate tra il 1954 e il 2007. "E' un campione significativo", ha osservato la coordinatrice del progetto, Guglielmina Diolaiuti, e che rappresenta la condizione dei ghiacciai del versante italiano delle Alpi.
"Dall'analisi delle immagini - prosegue Diolaiuti - abbiamo scoperto che i ghiacci si sono ritirati del 39,9%, con una perdita di superficie pari a 20 chilometri quadrati. La riduzione non è stata uniforme nel tempo - precisa - ma ha visto un'accelerazione negli ultimi decenni: nel periodo 2003-2007, ad esempio, si sono persi in media 0,69 chilometri quadrati di ghiaccio all'anno contro gli 0,24 persi annualmente nel periodo 1954-1981".
Dal laboratorio allestito presso il rifugio 'Alessandro Guasti' del Cai di Milano (a 3.200 metri di altitudine), arrivano però anche altri dati molto importanti per la ricerca sul clima e l'ambiente. Grazie a una perforazione record, i ricercatori hanno verificato che il permafrost (lo strato di terreno in cui la temperatura è inferiore allo zero) arriva fino a 235 metri di profondità. "Dall'analisi del profilo termico del pozzo - precisa la coordinatrice del progetto - potremo ricostruire la storia del clima dell'area del Passo dello Stelvio degli ultimi 300-500 anni".
Nuovi dati arriveranno nei prossimi mesi per quanto riguarda la presenza di inquinanti nell'atmosfera e le acque del Parco. "Il progetto triennale è solo agli inizi - conclude la ricercatrice - e per questo speriamo che possano sbloccarsi presto i fondi regionali che dovrebbero finanziare i prossimi mesi di studi". ANSA
Sale la febbre dei ghiacciai alpini: a causa dei cambiamenti climatici, la superficie dei ghiacciai dello Stelvio si è ridotta del 40% negli ultimi 50 anni, con una brusca accelerazione a partire dagli anni '90. E' quanto emerge dal progetto Share Stelvio, nato dalla collaborazione fra Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), soprattutto attraverso il Comitato Ev-K2-Cnr, Università e Politecnico di Milano.
Nel primo anno di ricerche è stata monitorata l'estensione dei quasi 50 ghiacciai dell'area lombarda del parco dello Stelvio, mettendo a confronto le foto aeree e satellitari scattate tra il 1954 e il 2007. "E' un campione significativo", ha osservato la coordinatrice del progetto, Guglielmina Diolaiuti, e che rappresenta la condizione dei ghiacciai del versante italiano delle Alpi.
"Dall'analisi delle immagini - prosegue Diolaiuti - abbiamo scoperto che i ghiacci si sono ritirati del 39,9%, con una perdita di superficie pari a 20 chilometri quadrati. La riduzione non è stata uniforme nel tempo - precisa - ma ha visto un'accelerazione negli ultimi decenni: nel periodo 2003-2007, ad esempio, si sono persi in media 0,69 chilometri quadrati di ghiaccio all'anno contro gli 0,24 persi annualmente nel periodo 1954-1981".
Dal laboratorio allestito presso il rifugio 'Alessandro Guasti' del Cai di Milano (a 3.200 metri di altitudine), arrivano però anche altri dati molto importanti per la ricerca sul clima e l'ambiente. Grazie a una perforazione record, i ricercatori hanno verificato che il permafrost (lo strato di terreno in cui la temperatura è inferiore allo zero) arriva fino a 235 metri di profondità. "Dall'analisi del profilo termico del pozzo - precisa la coordinatrice del progetto - potremo ricostruire la storia del clima dell'area del Passo dello Stelvio degli ultimi 300-500 anni".
Nuovi dati arriveranno nei prossimi mesi per quanto riguarda la presenza di inquinanti nell'atmosfera e le acque del Parco. "Il progetto triennale è solo agli inizi - conclude la ricercatrice - e per questo speriamo che possano sbloccarsi presto i fondi regionali che dovrebbero finanziare i prossimi mesi di studi". ANSA
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Re: Clima Globale
cristian ha scritto:potrebbe essere iniziata prima?? l'uomo quanto evoluto sia potrebbe sbagliare i suoi calcoliMarius ha scritto:si è successo in passato ma non cosi velocemente ci sono voluti migliaia di anni 10 mila anni e non 100 anni....
è qua che non mi tornano i conti.
peccato, leggo solo ora questo post. comunque sia, per quanto evoluto, ma quanto?, può sbagliare i suoi calcoli, peggio se li sbaglia in malafede.
"freddo record da 50anni, caldo record da 100anni a questa parte" si sente sempre dire; dunque non c'è mai niente di nuovo (a parte lo studio dell'attività solare, iniziata solo recentemente) al mondo, solo che, come dice Marius, non occorrono più le migliaia di anni ma decine solamente, complice la volontà di una certa parte occulta del potere.
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Clima: scoperti 6 punti critici pianeta
(ANSA) - ROMA, 23 GIU - I ghiacciai artici e alpini sono le aree piu' ''vulnerabili'' al riscaldamento globale tra sei zone potenzialmente instabili della Terra e in una di queste - la calotta dell'Antartico occidentale - il processo di ''destabilizzazione'' potrebbe essere gia' cominciato. E' quanto emerge dallo studio dell'Istituto tedesco di Potsdam per la ricerca sull'impatto climatico (Pik), pubblicato sulla rivista Climatic Change.
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Pack artico ai minimi storici in giugno
Il pack artico in deficit non è più una novità. Ormai questo trend negativo è iniziato ad inizio Maggio, quando temperature oltre la media del periodo hanno accelerato sensibilmente il disgelo primaverile. I dati ufficiali usciranno tra pochi giorni, ma dalle prime rilevazioni si può ben osservare che il pack artico sta vivendo uno dei suoi periodi di minor estensione della storia recente. Giugno si è concluso ben al di sotto della media climatica ed addirittura anche al di sotto dell'ultimo anno “nero” del 2007.
Dalle ultime rilevazione l'estensione attuale supera di poco i 10 milioni di chilometri quadrati, addirittura circa 500.000 chilometri quadrati in meno rispetto a quanto rilevato nel 2007 ed all'incirca 1,6-1,7 milioni di chilometri quadranti in meno rispetto alla media 1979-2000. Le perdite maggiori si registrano sul Mare di Chukchi tra Alaska e Siberia, il Mare di Kara ed il Mare di Barents settentrionale a nord della Russia, nella Baia di Hudson ed nel suo sbocco sul mare del Labrador.
Andrea Raggini
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La terra "ingrassa" sul punto vita equatore: si sciolgono i ghiacciai artici
Tra i vari effetti del riscaldamento globale ce n'e' uno inaspettato: secondo uno studio pubblicato dalla rivista Geophysical Research Letters la Terra sta 'ingrassando', con l'Equatore che dopo millenni in cui diminuiva la sua circonferenza sta riprendendo ad accumulare millimetri.
La ricerca, condotta dall'universita' del Colorado, si basa sui dati dei due satelliti gemelli della missione Grace (Gravity Recovery and Climate Experiment), condotta dalla Nasa e dall'agenzia spaziale tedesca Dlr e volta a misurare il campo gravitazionale terrestre. Dai dati e' emerso che si e' fermato il processo di dimagrimento della Terra che da 12.000 anni progrediva al ritmo di 7 millimetri a decennio: ''Sembra che la colpa sia della massa di ghiacci persa da Groenlandia e Antartide'', spiega John Wahr, uno degli autori.
''Le due regioni stanno perdendo 382 miliardi di tonnellate di ghiaccio l'anno. L'acqua risultante viene spinta verso l'Equatore dalle stesse forze che in passato avevano aumentato la circonferenza del pianeta''. Il processo per il momento fa ingrassare la Terra di 7 millimetri l'anno, la stessa quantita' persa negli ultimi anni, con il risultato di uno 'stallo' nel mantenimento della 'linea', ma potrebbe peggiorare nei prossimi anni, invertendo cosi' la tendenza.
11 luglio 2011 | 14:50
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La ricerca, condotta dall'universita' del Colorado, si basa sui dati dei due satelliti gemelli della missione Grace (Gravity Recovery and Climate Experiment), condotta dalla Nasa e dall'agenzia spaziale tedesca Dlr e volta a misurare il campo gravitazionale terrestre. Dai dati e' emerso che si e' fermato il processo di dimagrimento della Terra che da 12.000 anni progrediva al ritmo di 7 millimetri a decennio: ''Sembra che la colpa sia della massa di ghiacci persa da Groenlandia e Antartide'', spiega John Wahr, uno degli autori.
''Le due regioni stanno perdendo 382 miliardi di tonnellate di ghiaccio l'anno. L'acqua risultante viene spinta verso l'Equatore dalle stesse forze che in passato avevano aumentato la circonferenza del pianeta''. Il processo per il momento fa ingrassare la Terra di 7 millimetri l'anno, la stessa quantita' persa negli ultimi anni, con il risultato di uno 'stallo' nel mantenimento della 'linea', ma potrebbe peggiorare nei prossimi anni, invertendo cosi' la tendenza.
11 luglio 2011 | 14:50
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Ispezioni Sismiche in Adriatico
Notizia degli ultimi giorni: la Northern Petroleum ha ottenuto i permessi per fare ispezioni sismiche in Adriatico, davanti alla Puglia, con la tecnica dell'air gun. Le ispezioni sismiche sono violente esplosioni di aria compressa in mare che permettono di dare stime sui giacimenti delle riserve di petrolio grazie ai segnali riflessi. Sono dannosi al pescato, al delicato equilibrio marino e alla vita dei cetacei che spesso possono spiaggiare. Soprattutto sono il primo passo verso la petrolizzazione dei mari del Salentino e del Barese, che si concluderà secondo le intenzioni della Northern Petroleum, con l'installazione di almeno nove piattaforme a mare. A tutti coloro che ritengono tutto ciò inevitabile, e che "se volete riempire il serbatoio non lamentatevi", ricordiamo che tutto il petrolio (scadente) eventualmente ed ipoteticamente recuperabile in zona corrisponde a 29 giorni di fabbisogno italiano.
29 giorni.
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Re: Clima Globale
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ecco il film dello scioglimento dei ghiacci
Così si sono aperte le due vie navigabili
Arrivano dai satelliti le immagini straordinarie che mostrano il processo di scioglimento dei ghiacci nell'Artico avvenuto dal primo giugno ad oggi. Nell'animazione pubblicata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) é anche evidente come nel corso dell'estate si siano aperte dall'oceano Artico ben due vie navigabili.
Si è appena ripetuto, quindi, il fenomeno osservato per la prima volta nel 2008, quando lo scioglimento dei ghiacci ha liberato contemporaneamente il celebre Passaggio a Nord-Ovest (che attraversa le coste settentrionali di Canada e Alaska) e la rotta del Mare del Nord, che passa sopra la Russia.
"Per toccare il minimo potrebbero essere necessarie ancora due o tre settimane: dipenderà dalle condizioni meteo sull'Artico in questo periodo", ha osservato Leif Toudal Pedersen, dell'Istituto meteorologico danese. L'Esa continuerà a cntrollare la situazione con i satelliti Envisat, CryoSat e Smos. "Tuttavia - ha aggiunto il meteorologo - a prescindere dal fatto che i ghiacci raggiungeranno o meno un nuovo minimo, quest'anno abbiamo avuto un'ulteriore conferma che ci troviamo ormai in un nuovo regime, caratterizzato da un livello di ghiacci sostanzialmente inferiore a quello finora osservato nell'Artico". Questò, d'altro canto, lo dicono anche i dati registrati negli ultimi cinque anni, ognuno dei quali ha portato ad un nuovo record minimo. Si calcola che negli ultimi 30 anni i satelliti che hanno ossrvato i ghiacci artici si siano ridotti complessivamente dagli 8 milioni di chilometri quadrati dei primi anni '80 ai 4,2 milioni del 2007.
ANSA
Arrivano dai satelliti le immagini straordinarie che mostrano il processo di scioglimento dei ghiacci nell'Artico avvenuto dal primo giugno ad oggi. Nell'animazione pubblicata dall'Agenzia Spaziale Europea (Esa) é anche evidente come nel corso dell'estate si siano aperte dall'oceano Artico ben due vie navigabili.
Si è appena ripetuto, quindi, il fenomeno osservato per la prima volta nel 2008, quando lo scioglimento dei ghiacci ha liberato contemporaneamente il celebre Passaggio a Nord-Ovest (che attraversa le coste settentrionali di Canada e Alaska) e la rotta del Mare del Nord, che passa sopra la Russia.
"Per toccare il minimo potrebbero essere necessarie ancora due o tre settimane: dipenderà dalle condizioni meteo sull'Artico in questo periodo", ha osservato Leif Toudal Pedersen, dell'Istituto meteorologico danese. L'Esa continuerà a cntrollare la situazione con i satelliti Envisat, CryoSat e Smos. "Tuttavia - ha aggiunto il meteorologo - a prescindere dal fatto che i ghiacci raggiungeranno o meno un nuovo minimo, quest'anno abbiamo avuto un'ulteriore conferma che ci troviamo ormai in un nuovo regime, caratterizzato da un livello di ghiacci sostanzialmente inferiore a quello finora osservato nell'Artico". Questò, d'altro canto, lo dicono anche i dati registrati negli ultimi cinque anni, ognuno dei quali ha portato ad un nuovo record minimo. Si calcola che negli ultimi 30 anni i satelliti che hanno ossrvato i ghiacci artici si siano ridotti complessivamente dagli 8 milioni di chilometri quadrati dei primi anni '80 ai 4,2 milioni del 2007.
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Clima, torna allarme Ozono Al Polo Nord perdita record del 40%, meglio l'Antartide
Roma, 15 set. (Adnkronos) - Un calo improvviso, una perdita record del 40% in Artico. Il buco dell'ozono torna a far parlare di sé e quest'anno registra un peggioramento significativo al Polo Nord. Comincia con questo dato che ha scosso molti centri scientifici la Giornata internazionale per il mantenimento dello strato di ozono promossa per domani dall'Unep, il programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite.
"In Antartide la situazione è migliorata ma nel 2011 è sull'Artico che si registra una perdita record di ozono, una perdita mai registrata così" afferma all'Adnkronos il climatologo, Vincenzo Ferrara, responsabile della rivista scientifica on line "Eai" dell'Enea. Commentando la 'celebrazione' di domani voluta dall'Unep, Ferrara sottolinea che "si tratta di iniziative importanti perché mantengono desta l'attenzione di istituzioni e opinione pubblica su problematiche che gravano sul futuro del pianeta. Ed il buco dell'ozono - aggiunge lo scienziato - non è uno scherzo da poco".
"A provocare la perdita di ozono sull'Artico -spiega Ferrara- è stato un vortice polare artico molto forte e intenso che ha distrutto ozono sull'area artica". Non piu' quindi "solo problemi legati alle azioni dell'uomo -continua il climatologo dell'Enea- ma la causa potrebbe essere ricondotta al cambiamento di clima globale". "Il vortice polare artico di quest'anno, registrato a marzo proprio mentre scoppiava la crisi nucleare in Giappone, e' stato un fattore meteorologico molto forte -prosegue Ferrara- probabilmente collegato al cambiamento della circolazione atmosferica ed al clima". "Quando l'atmosfera si riscalda, la circolazione a grande scala (sinottica) -spiega- si intensifica nelle zone polari mentre e' piu' debole agli equatori e questo e' il motivo per cui il vortice polare artico si intensifica facilitando la distruzione del'ozono".
Ferrara, quindi, sottolinea come ulteriore conseguenza di questa situazione "anche rischi per il settore dell'energia eolica perché i venti, in quelle aree, si abbassano di intensita'". Commentando ancora la Giornata internazionale per il buco dell'ozono, Ferrara sottolinea che ad oggi l'attenzione e' dunque spostata "sull'Artico e non piu' solo sull'Antartide". "Ma il calo dell'ozono al polo nord -prosegue ancora- non e' attribuibile al freon o ad altri composti lesivi dell'ozono stratosferico. Non sembra esserci, insomma, la mano dell'uomo". La data scelta del 16 settembre ricorda il giorno in cui nel 1987 e' stato firmato il Protocollo di Montreal, con il quale vennero messi al bando i Cfc, i gas principali causa della distruzione dello strato di ozono sopra i poli. Il trattato e' stato ratificato fino ad oggi da 196 nazioni, più del Protocollo di Kyoto. Ma che cos'e' l'ozono? L'ozono e' una particolare molecola di ossigeno formata da tre atomi al posto degli abituali due di ossigeno. La Terra e' circondata da uno strato naturale di ozono che si trova nella stratosfera tra 15 e 35 chilometri di altitudine. A causa delle basse temperature, l'ozono tende a dissolversi sopra le regioni polari, Antartide e Artico, secondo l'alternarsi delle stagioni. Nei 20 anni passati, pero', le emissioni di gas distruttive per l'ozono hanno innescato una sorta di velocizzazione del naturale processo di perdita di ozono al punto da creare il famoso 'buco'. Fondamentale per la vita sulla terra, la perdita di ozono e' un fenomeno grave e preoccupante anche perche' assorbe le radiazioni ultraviolette emesse dal Sole, in particolare quelle piu' nocive (Uv-B) che, se arrivassero a terra, comprometterebbero il Dna delle cellule.
Link
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Clima-torna-allarme-Ozono-Al-Polo-Nord-perdita-record-del-40-meglio-lAntartide_312453396767.html
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ghiacci dell'Artico al minimo
Secondo Greenpeace e' segnale impatto cambiamenti
(ANSA) - ROMA, 16 SET - La contrazione dei ghiacci dell'Artico quest'anno ha raggiunto il secondo livello piu' basso della storia. Lo ha annunciato National Snow and Ice Center statunitense e Greenpeace - che ha una missione di studio sui ghiacci al Polo Nord a bordo della nave rompighiaccio Arctic Sunrise - commenta che ''si tratta di un chiaro segnale dell'impatto dei cambiamenti climatici sulla calotta polare''.
Il precedente record di riduzione, nel 2007, coincideva con un periodo di forti anomalie climatiche.
(ANSA) - ROMA, 16 SET - La contrazione dei ghiacci dell'Artico quest'anno ha raggiunto il secondo livello piu' basso della storia. Lo ha annunciato National Snow and Ice Center statunitense e Greenpeace - che ha una missione di studio sui ghiacci al Polo Nord a bordo della nave rompighiaccio Arctic Sunrise - commenta che ''si tratta di un chiaro segnale dell'impatto dei cambiamenti climatici sulla calotta polare''.
Il precedente record di riduzione, nel 2007, coincideva con un periodo di forti anomalie climatiche.
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Ghiacciai Everest a rischio
(ANSA) - ROMA, 25 SET - I rapidi cambiamenti climatici potrebbero presto trasformare l'ascensione al tetto del mondo in un sempre impervio sentiero in salita ma libero dai ghiacci. E' il grido d'allarme lanciato dagli scalatori e dai guardiani dell'Everest.
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Ciclo CO2 piu' rapido del previsto
Lo dimostrano dati 'El Nino', forse da rivedere modelli attuali
(ANSA) - MILANO, 28 SET - Il ciclo dell'anidride carbonica (CO2) tra atmosfera, oceani e terra potrebbe essere piu' rapido di quanto previsto finora. Lo dimostra un'analisi delle variazioni della CO2 associate a El Nino e rilevate nell'arco di 30 anni. I risultati, pubblicati su Nature, potrebbero costringere gli esperti a rivedere gli attuali modelli sui cambiamenti climatici, dato che l'assimilazione della CO2 da parte delle piante (GPP) passa cosi' da 120 a 150-175 miliardi di tonnellate di carbonio per anno.
(ANSA) - MILANO, 28 SET - Il ciclo dell'anidride carbonica (CO2) tra atmosfera, oceani e terra potrebbe essere piu' rapido di quanto previsto finora. Lo dimostra un'analisi delle variazioni della CO2 associate a El Nino e rilevate nell'arco di 30 anni. I risultati, pubblicati su Nature, potrebbero costringere gli esperti a rivedere gli attuali modelli sui cambiamenti climatici, dato che l'assimilazione della CO2 da parte delle piante (GPP) passa cosi' da 120 a 150-175 miliardi di tonnellate di carbonio per anno.
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