Cameron taglia anche i boschi A rischio la foresta di Sherwood
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Cameron taglia anche i boschi A rischio la foresta di Sherwood
di Marina Mastrolucatutti gli articoli dell'autore
Via ai tagli per tappare il deficit pubblico britannico, sotto l’ascia del Cancelliere dello Scacchiere Osborne finiscono anche le foreste. È atteso nelle prossime settimane il piano sulla cessione della metà dei 748.000 ettari di bosco oggi affidati alla Commissione forestale: per quanto se ne sa a finire sotto la scure potrebbero esserci anche le «foreste antiche», inclusa quella di Sherwood, scenario delle avventure di Robin Hood. «Cerchiamo di energizzare le nostre foreste portando idee nuove e investimenti e affidando la conservazione alle comunità locali», è questo l’orientamento del governo. Tradotto in linguaggio corrente, il patrimonio boschivo passato ai privati farà da sfondo a villaggi vacanze, campi da golf e centri sportivi e servirà ovviamente allo sfruttamento del legname. Si taglierà, nel vero senso della parola.
La Commissione forestale è stata pesantemente penalizzata dalla manovra annunciata la scorsa settimana dal governo, con una riduzione del 30% delle risorse. Da qui lo spunto per una riorganizzazione radicale. I particolari del piano di cessione delle foreste non ci sono ancora - si parla della vendita di un terzo entro il 2015 e della restante parte per il 2020 - ma le organizzazioni ambientaliste hanno già rizzato le antenne, tra chi punta ad una tutela integrale, compresa quella dei cittadini privati dei boschi, e chi avverte che il diavolo, come sempre è nei dettagli. «Tutto dipende da quale sarà il 50% messo in vendita, se è valutabile in termini di natura, conservazione e paesaggio, o per il suo alto valore commerciale per il taglio», sostiene l’organizzazione National Trust. Meno possibilisti i sindacati della Commissione forestale: «Ci opporremo ad ogni vendita. Una volta venduto, non tornerà più indietro».
Perché insomma questa smania di tagliare tutto e subito che domina il governo conservatore non sembra poi del tutto giustificata dai conti. A dirlo è il neolaureato premio nobel per l’economia, il britannico Christopher Pissarides, che sul Sunday Mirror ieri ha criticato il programma del governo. E non per ragioni politiche. Pissarides non crede che la Gran Bretagna corra i rischi della Grecia e soprattutto non crede che i tagli facciano bene ad un’economia indebolita dalla crisi, con la disoccupazione che avanza. «Con le misure annunciate dal Cancelliere dello Scacchiere la situazione potrebbe peggiorare», meglio sarebbe stato rinviare i tagli ad una ripresa meno fragile di quella attuale.
Lo Stato leggero
Parole che sono miele per l’opposizione laburista. Non che il partito di Ed Miliband non avesse previsto tagli, ma la ferocia di Cameron, ufficialmente dettata dalla necessità di far quadrare i conti, sembra ideologicamente ispirata. «Naturalmente il deficit è alto e bisogna ridurlo - ha detto Ed Miliband all’Observer -. Ma l’idea che rischiamo la bancarotta è una pura trovata politica per giustificare il progetto ideologico di uno Stato leggero».
Critiche che colgono nel segno se il premier Cameron ha sentito il bisogno di spiegare che a pagare sarà chi «ha le spalle più larghe». I conti fatti dall’affidabile Institute for fiscal Studies smentiscono Cameron e mettono in difficoltà i libdem nella maggioranza. Perché a pagare, dicono i numeri, saranno soprattutto i poveri colpiti dai tagli al welfare. Uno degli effetti più evidenti sarà l’esodo di 200.000 persone dal cuore di Londra, a causa dei tagli all’assistenza alloggiativa. Secondo le amministrazioni 82.000 famiglie non saranno più in condizione di pagare l’affitto a prezzi di mercato. I consigli locali stanno già prenotando in blocco bed and breakfast in periferia per far fronte all’emergenza. Per il Labour «è un esercizio di pulizia sociale ed economica». E il Libdem Simon Hughes spera ora che il governo faccia un passo indietro.
24 ottobre 2010
http://www.unita.it/news/mondo/105001/cameron_taglia_anche_i_boschi_a_rischio_la_foresta_di_sherwood
non bastano i tagli nella foresta amazzonica? il danno all'ecosistema non viene neanche menzionato
Via ai tagli per tappare il deficit pubblico britannico, sotto l’ascia del Cancelliere dello Scacchiere Osborne finiscono anche le foreste. È atteso nelle prossime settimane il piano sulla cessione della metà dei 748.000 ettari di bosco oggi affidati alla Commissione forestale: per quanto se ne sa a finire sotto la scure potrebbero esserci anche le «foreste antiche», inclusa quella di Sherwood, scenario delle avventure di Robin Hood. «Cerchiamo di energizzare le nostre foreste portando idee nuove e investimenti e affidando la conservazione alle comunità locali», è questo l’orientamento del governo. Tradotto in linguaggio corrente, il patrimonio boschivo passato ai privati farà da sfondo a villaggi vacanze, campi da golf e centri sportivi e servirà ovviamente allo sfruttamento del legname. Si taglierà, nel vero senso della parola.
La Commissione forestale è stata pesantemente penalizzata dalla manovra annunciata la scorsa settimana dal governo, con una riduzione del 30% delle risorse. Da qui lo spunto per una riorganizzazione radicale. I particolari del piano di cessione delle foreste non ci sono ancora - si parla della vendita di un terzo entro il 2015 e della restante parte per il 2020 - ma le organizzazioni ambientaliste hanno già rizzato le antenne, tra chi punta ad una tutela integrale, compresa quella dei cittadini privati dei boschi, e chi avverte che il diavolo, come sempre è nei dettagli. «Tutto dipende da quale sarà il 50% messo in vendita, se è valutabile in termini di natura, conservazione e paesaggio, o per il suo alto valore commerciale per il taglio», sostiene l’organizzazione National Trust. Meno possibilisti i sindacati della Commissione forestale: «Ci opporremo ad ogni vendita. Una volta venduto, non tornerà più indietro».
Perché insomma questa smania di tagliare tutto e subito che domina il governo conservatore non sembra poi del tutto giustificata dai conti. A dirlo è il neolaureato premio nobel per l’economia, il britannico Christopher Pissarides, che sul Sunday Mirror ieri ha criticato il programma del governo. E non per ragioni politiche. Pissarides non crede che la Gran Bretagna corra i rischi della Grecia e soprattutto non crede che i tagli facciano bene ad un’economia indebolita dalla crisi, con la disoccupazione che avanza. «Con le misure annunciate dal Cancelliere dello Scacchiere la situazione potrebbe peggiorare», meglio sarebbe stato rinviare i tagli ad una ripresa meno fragile di quella attuale.
Lo Stato leggero
Parole che sono miele per l’opposizione laburista. Non che il partito di Ed Miliband non avesse previsto tagli, ma la ferocia di Cameron, ufficialmente dettata dalla necessità di far quadrare i conti, sembra ideologicamente ispirata. «Naturalmente il deficit è alto e bisogna ridurlo - ha detto Ed Miliband all’Observer -. Ma l’idea che rischiamo la bancarotta è una pura trovata politica per giustificare il progetto ideologico di uno Stato leggero».
Critiche che colgono nel segno se il premier Cameron ha sentito il bisogno di spiegare che a pagare sarà chi «ha le spalle più larghe». I conti fatti dall’affidabile Institute for fiscal Studies smentiscono Cameron e mettono in difficoltà i libdem nella maggioranza. Perché a pagare, dicono i numeri, saranno soprattutto i poveri colpiti dai tagli al welfare. Uno degli effetti più evidenti sarà l’esodo di 200.000 persone dal cuore di Londra, a causa dei tagli all’assistenza alloggiativa. Secondo le amministrazioni 82.000 famiglie non saranno più in condizione di pagare l’affitto a prezzi di mercato. I consigli locali stanno già prenotando in blocco bed and breakfast in periferia per far fronte all’emergenza. Per il Labour «è un esercizio di pulizia sociale ed economica». E il Libdem Simon Hughes spera ora che il governo faccia un passo indietro.
24 ottobre 2010
http://www.unita.it/news/mondo/105001/cameron_taglia_anche_i_boschi_a_rischio_la_foresta_di_sherwood
non bastano i tagli nella foresta amazzonica? il danno all'ecosistema non viene neanche menzionato
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