Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
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Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
MILANO—«Potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso». Enzo Boschi presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, pur nella cautela, ha toni preoccupati raccontando i risultati dell’ultima campagna di ricerche compiute sul Marsili, il più grande vulcano d’Europa, sommerso a 150 chilometri dalle coste della Campania. Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente essendo lunga 70 chilometri e larga 30. È un mostro nascosto di cui solo gli scandagli hanno rivelato il vero volto. Intorno si sono osservate diverse emissioni idrotermali con una frequenza ultimamente elevata e proprio queste, unite alla debole struttura delle pareti, potrebbero causare crolli più inquietanti della stessa possibile eruzione. Di recente sono stati registrati due eventi, per fortuna contenuti. «La caduta rapida di una notevole massa di materiale — spiega Boschi — scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri». Nel cuore del Marsili gli strumenti hanno dato un volto alla camera di magma incandescente che si è formata e che oggi raggiunge le dimensioni di quattro chilometri per due: è come una pentola ribollente con il coperchio ben tappato. Il Marsili è da anni un sorvegliato speciale per alcuni segni lanciati.
«URANIA» - La sua storia si confonde nel tempo e non si sa quando sia avvenuta l’ultima eruzione: di certo in epoche lontane. Ma proprio i segnali emessi hanno indotto a studiarlo e l’ultima campagna iniziata in febbraio con la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha fatto aumentare la preoccupazione. Le frane rilevate indicano una instabilità impossibile da ignorare. «Il cedimento delle pareti — nota Boschi — muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione ». La ragione sta nella situazione in cui si trova il vulcano. L’Etna in questi anni è stato tappezzato di strumenti in grado di avvisare se un’eruzione è imminente, almeno con un certo margine di preavviso. Il Marsili non solo è sommerso ma è privo di queste sonde pronte ad ascoltare le sue eventuali cattive intenzioni. Bisognerebbe installare una rete di sismometri attorno all’edificio vulcanico collegati a terra ad un centro di sorveglianza. Ma tutto ciò è al di fuori di ogni bilancio di spesa. Con le risorse a disposizione si collocherà qualche nuovo strumento ma non certo la ragnatela necessaria. «Quello che serve — conclude Boschi—è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire».
Fonte http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_marzo_29/vulcano_sommerso_6246e95a-3afc-11df-80d0-00144f02aabe.shtml
«URANIA» - La sua storia si confonde nel tempo e non si sa quando sia avvenuta l’ultima eruzione: di certo in epoche lontane. Ma proprio i segnali emessi hanno indotto a studiarlo e l’ultima campagna iniziata in febbraio con la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha fatto aumentare la preoccupazione. Le frane rilevate indicano una instabilità impossibile da ignorare. «Il cedimento delle pareti — nota Boschi — muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione ». La ragione sta nella situazione in cui si trova il vulcano. L’Etna in questi anni è stato tappezzato di strumenti in grado di avvisare se un’eruzione è imminente, almeno con un certo margine di preavviso. Il Marsili non solo è sommerso ma è privo di queste sonde pronte ad ascoltare le sue eventuali cattive intenzioni. Bisognerebbe installare una rete di sismometri attorno all’edificio vulcanico collegati a terra ad un centro di sorveglianza. Ma tutto ciò è al di fuori di ogni bilancio di spesa. Con le risorse a disposizione si collocherà qualche nuovo strumento ma non certo la ragnatela necessaria. «Quello che serve — conclude Boschi—è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire».
Fonte http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_marzo_29/vulcano_sommerso_6246e95a-3afc-11df-80d0-00144f02aabe.shtml
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
di grande interesse. sapevo che era l'Etna il più grande d'Europa ma evedentemente non si finisce mai d'imparare. un rischio mortale che si affaccia così all'improvviso...e non si può far niente!
"Una Cintura Di Fuoco"
Gli allarmismi, in una stagione che sembra conoscere solo disastri (tsnumani, maltempo), sono davvero fuori luogo, ma un monitoraggio del Golfo di Policastro si renderebbe davvero necessario. Non tutti sanno che la nostra area è cinturata da una serie di vulcani potenzialmente pericolosi: il Palinuro, ma soprattutto il Marsili. Lo studio del C.N.R. ne ha rilevato gli aspetti più pericolosi. Alto 3000 m. il vulcano sottomarino Marsili dista 150 km. a sud del golfo di Napoli e 70 km. dalle isole Eolie. Si sviluppa da 3000 a 505 m. di profondità. Lungo 55 km. e largo 35, ha due milioni di anni, le sue fumarole furono riprese nel 1990 da un video-robot di ricercatori americani.
Non meno pericoloso è il Palinuro, altro vulcano sommerso della cintura Tirrenica. Dista circa a 150 km. dal golfo partenopeo e a 83 dalla costa calabra di Diamante, in direzione nord-est rispetto al Marsili. L'origine risale a meno di due milioni di anni fa.
La pericolosità di questi vulcani è legata al fatto che possono essere definiti una vera e propria cintura di fuoco immersa negli abissi: il Vesuvio, il Marsili, il Valinov, il Palinuro, i vulcani delle Eolie. Il loro risveglio potrebbe essere drammatico per i paesi costieri della Calabria, della Campania e della Basilicata.
Di qui, la necessità di "non abbassare minimamente la guardia", senza drammatizzare i toni delle notizie che gradualmente si ricevono, ma sviluppare iniziative sempre più fitte di "Ricerca e di Monitoraggio Avanzato".
http://www.ecodibasilicata.it/html/vulcano_marsili.html
_________________
il più bel sentimento che si può provare è il senso del mistero. Colui che non ha mai conosciuto questa emozione, che non possiede il dono di meravigliarsi e di estasiarsi, tanto varrebbe che fosse morto: i suoi occhi sono chiusi"
"Una Cintura Di Fuoco"
Gli allarmismi, in una stagione che sembra conoscere solo disastri (tsnumani, maltempo), sono davvero fuori luogo, ma un monitoraggio del Golfo di Policastro si renderebbe davvero necessario. Non tutti sanno che la nostra area è cinturata da una serie di vulcani potenzialmente pericolosi: il Palinuro, ma soprattutto il Marsili. Lo studio del C.N.R. ne ha rilevato gli aspetti più pericolosi. Alto 3000 m. il vulcano sottomarino Marsili dista 150 km. a sud del golfo di Napoli e 70 km. dalle isole Eolie. Si sviluppa da 3000 a 505 m. di profondità. Lungo 55 km. e largo 35, ha due milioni di anni, le sue fumarole furono riprese nel 1990 da un video-robot di ricercatori americani.
Non meno pericoloso è il Palinuro, altro vulcano sommerso della cintura Tirrenica. Dista circa a 150 km. dal golfo partenopeo e a 83 dalla costa calabra di Diamante, in direzione nord-est rispetto al Marsili. L'origine risale a meno di due milioni di anni fa.
La pericolosità di questi vulcani è legata al fatto che possono essere definiti una vera e propria cintura di fuoco immersa negli abissi: il Vesuvio, il Marsili, il Valinov, il Palinuro, i vulcani delle Eolie. Il loro risveglio potrebbe essere drammatico per i paesi costieri della Calabria, della Campania e della Basilicata.
Di qui, la necessità di "non abbassare minimamente la guardia", senza drammatizzare i toni delle notizie che gradualmente si ricevono, ma sviluppare iniziative sempre più fitte di "Ricerca e di Monitoraggio Avanzato".
http://www.ecodibasilicata.it/html/vulcano_marsili.html
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
ROMA -- E' come un mostro marino, silenzioso ma micidiale. Stiamo parlando del vulcano sommerso Marsili. il più grande d'Europa che si trova a 150 chilometri dalle coste della Campania e che, stando ai dati rilevati dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, "potrebbe eruttare anche domani".
Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Ingv, uno che mangia pane e terremoti e di solito è molto cauto nelle previsioni. "Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso" ha detto il vulcanologo.
Gli esperti non nascondono qualche preoccupazione. Il Marsili, d'altronde, è un vulcano enorme. Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente, lunga 70 chilometri e larga 30.
“Lì, alla profondità di 3500 metri - spiega ancora Boschi - c’è la piana abissale su cui si è innalzato il Marsili meno di un milione di anni fa. E da vari segnali sembra proprio che questo vulcano sia ancora attivo”. È un gigante nascosto negli abissi marini, la cui forma è stata disegnata dagli ecoscandagli. Tutto intorno al vulcano gli strumenti hanno rivelato la presenza di emissioni idrotermali. Acque calde, che unite alla debolezza delle pareti potrebbero provocare crolli che, a loro volta, darebbero vita a uno tsunami.
Per ora gli esperti hanno rilevato due frane, per fortuna di piccola entità. "La caduta rapida di una notevole massa di materiale - spiega Boschi - scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri".
E poi c'è la possibile eruzione. Quella che verrebbe da una camera magmatica che gli strumenti hanno misurato in 4 chilometri per due. Per questo il Marsili è un sorvegliato speciale. Da quelle parti c'è una motonave, la Urania del Cnr che tiene sotto controllo costantemente il pericoloso vulcano. Gli ultimi rilievi non lasciano presagire nulla di buono.
Gli strumenti hanno rilevato un'instabilità geologica che preoccupa gli esperti. "Il cedimento delle pareti - nota Boschi - muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione".
Ma servirebbero soldi e investimenti tecnologici per tradurre i segnali lanciati dalle profondità. Strumentazion e sensori simili a quelli installati sull'Etna - estremante costosi - collegati a un centro di sorveglianza. Soldi che in questo momento non ci sarebbero.
“La ricerca assume anche una grande importanza per i suoi risvolti relativi alla prevenzione e alla previsione dei rischi sismico vulcanico e di maremoto - sottolinea Boschi -. Infatti, in questa parte del Tirreno, oltre al Marsili, sorgono numerosi altri vulcani sottomarini (Palinuro, Glauco, Sisifo), e più a Sud quelli emersi dell’arcipelago delle Eolie e di Ustica. Il fondale del Tirreno inoltre è solcato da numerose faglie probabilmente sismogenetiche. Sono tutti validi motivi per dedicare tempo e risorse a questa parte del Tirreno”.
http://www.scienze.tv/node/4701
insomma un bel possibile casino
Lo ha detto Enzo Boschi, presidente dell'Ingv, uno che mangia pane e terremoti e di solito è molto cauto nelle previsioni. "Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso" ha detto il vulcanologo.
Gli esperti non nascondono qualche preoccupazione. Il Marsili, d'altronde, è un vulcano enorme. Dal fondale si alza per tremila metri e la vetta del suo cratere è a 450 metri dalla superficie del mare. La sua struttura è imponente, lunga 70 chilometri e larga 30.
“Lì, alla profondità di 3500 metri - spiega ancora Boschi - c’è la piana abissale su cui si è innalzato il Marsili meno di un milione di anni fa. E da vari segnali sembra proprio che questo vulcano sia ancora attivo”. È un gigante nascosto negli abissi marini, la cui forma è stata disegnata dagli ecoscandagli. Tutto intorno al vulcano gli strumenti hanno rivelato la presenza di emissioni idrotermali. Acque calde, che unite alla debolezza delle pareti potrebbero provocare crolli che, a loro volta, darebbero vita a uno tsunami.
Per ora gli esperti hanno rilevato due frane, per fortuna di piccola entità. "La caduta rapida di una notevole massa di materiale - spiega Boschi - scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri".
E poi c'è la possibile eruzione. Quella che verrebbe da una camera magmatica che gli strumenti hanno misurato in 4 chilometri per due. Per questo il Marsili è un sorvegliato speciale. Da quelle parti c'è una motonave, la Urania del Cnr che tiene sotto controllo costantemente il pericoloso vulcano. Gli ultimi rilievi non lasciano presagire nulla di buono.
Gli strumenti hanno rilevato un'instabilità geologica che preoccupa gli esperti. "Il cedimento delle pareti - nota Boschi - muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione".
Ma servirebbero soldi e investimenti tecnologici per tradurre i segnali lanciati dalle profondità. Strumentazion e sensori simili a quelli installati sull'Etna - estremante costosi - collegati a un centro di sorveglianza. Soldi che in questo momento non ci sarebbero.
“La ricerca assume anche una grande importanza per i suoi risvolti relativi alla prevenzione e alla previsione dei rischi sismico vulcanico e di maremoto - sottolinea Boschi -. Infatti, in questa parte del Tirreno, oltre al Marsili, sorgono numerosi altri vulcani sottomarini (Palinuro, Glauco, Sisifo), e più a Sud quelli emersi dell’arcipelago delle Eolie e di Ustica. Il fondale del Tirreno inoltre è solcato da numerose faglie probabilmente sismogenetiche. Sono tutti validi motivi per dedicare tempo e risorse a questa parte del Tirreno”.
http://www.scienze.tv/node/4701
insomma un bel possibile casino
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
in caso di tsunami mi domando come mai non venga citata la sardegna fra le possibili, anzi certe, vittime dell'onda che sicuramente non si svilupperà in un'unica direzione!
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
stavo per fare la stessa domanda mir assisticiAlaudae ha scritto:in caso di tsunami mi domando come mai non venga citata la sardegna fra le possibili, anzi certe, vittime dell'onda che sicuramente non si svilupperà in un'unica direzione!
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
in effetti le coste della sardegna verrebbero comunque interessate,forse il discorso per loro è che le coste delle regioni tipo campania hanno una conformazione tale da rendere lo tsunami più violento(dato che per esempio il golfo davanti a battipaglia ecc non ha colline o monti che eviterebbero l'addentrarsi delle onde nell'entroterra)ma credo sia un'ipotesi nulla più,quelle della sardegna interessate invece avrebbero danni ingenti ma circoscritti appunto solo alle coste;ma ripeto è solo un'ipotesi e non so per quale motivo abbiamo tralasciato la sardegna e credo anche la sicilia,se il marsili eplodesse o crollasse parte del rivestimento credo che le onde si propagherebbero come le onde che si formano quando butti un sassolino in uno specchio d'acqua verso ogni direzione.
cercherò di tenermi informato anche su questo ^_^
cercherò di tenermi informato anche su questo ^_^
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
ecco, ha aperto una palpebra! tra un po' inizierà a stiracchiarsi............
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
az io sto prorpio sulla la costa sbagliata
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
cercati qualche bel nuraghe, magari un po' in alto, ajo!cristian ha scritto:az io sto prorpio sulla la costa sbagliata
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
fosse per me avrei gia trovato un'alternativa al posto dove sono in un posto sicuro ma purtroppo le possibilita economiche mi bloccano in quasi tutti i sensi almeno fino ad oggi per domani kissaAlaudae ha scritto:cercati qualche bel nuraghe, magari un po' in alto, ajo!cristian ha scritto:az io sto prorpio sulla la costa sbagliata
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
infatti questa è la situazione attuale, purtroppocristian ha scritto:fosse per me avrei gia trovato un'alternativa al posto dove sono in un posto sicuro ma purtroppo le possibilita economiche mi bloccano in quasi tutti i sensi almeno fino ad oggi per domani kissaAlaudae ha scritto:cercati qualche bel nuraghe, magari un po' in alto, ajo!cristian ha scritto:az io sto prorpio sulla la costa sbagliata
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Vulcano Marsili
a proposito, MIR, che fa quel vecchio brontolone del Marsili? più sentito niente? e il Vesuvio? e il sottosuolo di Pozzuoli? sembrerebbe essere tutto calmo!?
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
al momento solo piccole scosse tra 1.5 e 2.9 quindi abbastanza calmi tutti e tre,speriamo rimanga ancora così per parecchi tempo ^_^
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
mir stavo pensando che con le profondita del nostro mare l'onda che potrebbe arrivare qui in sardegna sarebbe molto meno alta almeno rispetto a quelle che si formano nell'oceano certo qualche danno alla circoscritta costa lo farebbe ma penso si limiterebbe a poche centinaia di metri(per modo dire si limiterebbe) o forse addirittura arriverebbe cosi smorzzata da allagare qualche cantina e qualche piano terra che ne pensi???
Rischi potenziali [modifica]
I fenomeni vulcanici sul monte Marsili sono tuttora attivi[3] e sui fianchi si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satelliti. I magmi del Marsili sono simili per composizione a quelli rilevati nell'arco Eoliano, la cui attività vulcanica è attribuita alla subduzione di antica crosta Tetidea (subduzione Ionica). Si stima che l'età d'inizio dell'attività vulcanica del Marsili sia inferiore a 200 mila anni. Sono state inoltre rilevate tracce di collassi di materiale dai fianchi di alcuni dei vulcani sottomarini i quali potrebbero aver causato maremoti nelle regioni costiere tirreniche dell'Italia Meridionale. Assieme al Magnaghi, al Vavilov e al Palinuro, il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno.
Nel febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso. Sono state rilevate preoccupanti frane che testimoniano una notevole instabilità. Una regione significativamente grande della sommità del Marsili risulta inoltre costitutita da rocce di bassa densità, fortemente indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale[6]. Il sismologo Enzo Boschi ha dichiarato: «La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri. Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un'onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione. Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità.»[3].
Rischi potenziali [modifica]
I fenomeni vulcanici sul monte Marsili sono tuttora attivi[3] e sui fianchi si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satelliti. I magmi del Marsili sono simili per composizione a quelli rilevati nell'arco Eoliano, la cui attività vulcanica è attribuita alla subduzione di antica crosta Tetidea (subduzione Ionica). Si stima che l'età d'inizio dell'attività vulcanica del Marsili sia inferiore a 200 mila anni. Sono state inoltre rilevate tracce di collassi di materiale dai fianchi di alcuni dei vulcani sottomarini i quali potrebbero aver causato maremoti nelle regioni costiere tirreniche dell'Italia Meridionale. Assieme al Magnaghi, al Vavilov e al Palinuro, il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno.
Nel febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso. Sono state rilevate preoccupanti frane che testimoniano una notevole instabilità. Una regione significativamente grande della sommità del Marsili risulta inoltre costitutita da rocce di bassa densità, fortemente indebolite da fenomeni di alterazione idrotermale[6]. Il sismologo Enzo Boschi ha dichiarato: «La caduta rapida di una notevole massa di materiale scatenerebbe un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri. Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un'onda di grande potenza. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione. Quello che serve è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità.»[3].
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
http://sardegna.blogosfere.it/2009/10/quel-maremoto-con-onde-alte-500-metri-che-spazzo-il-sud-sardegna-migliaia-di-anni-fa.html
qui si parla di uno tsunami con onde alte 500m che spazzò il sud della Sardegna migliaia di anni fa
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
onde possibili tra 250 e 800mt in teoria poi si sa la realtà e diversa ^_^'
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
mir2012 ha scritto:onde possibili tra 250 e 800mt in teoria poi si sa la realtà e diversa ^_^'
si, non è mai come te l'aspetti, comunque in Alaska (mi sembra di ricordare) in un fiordo a causa di una enorme frana, l'acqua, non potendo sfogare, raggiunse realmente i 500m.
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Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
Usa, si rompe pozzo petrolifero
Altro incidente nel Golfo del Messico
Piove sul bagnato nel Golfo del Messico. Una chiatta ha urtato un pozzo petrolifero nella baia di Barataria in Louisiana rompendo le tubature da cui esce un getto di gas e greggio ad altissima pressione che si aggiunge alla marea nera della falla piu' a largo della Deepwater Horizon. Ne ha dato notizia la Guardia costiera.
Altro incidente nel Golfo del Messico
Piove sul bagnato nel Golfo del Messico. Una chiatta ha urtato un pozzo petrolifero nella baia di Barataria in Louisiana rompendo le tubature da cui esce un getto di gas e greggio ad altissima pressione che si aggiunge alla marea nera della falla piu' a largo della Deepwater Horizon. Ne ha dato notizia la Guardia costiera.
Re: Torna a far paura il vulcano sommerso nel Tirreno
Ma basta!
Non capiscono che stanno distruggendo l'ecosistema della Terra già scombussolato per altri motivi?!
Secondo me i Maya volevano dirci che nel 2012 ci sarà un grande evento che farà ritornare tutto alle origini, la natura comanda sull'uomo in tutto!
Non capiscono che stanno distruggendo l'ecosistema della Terra già scombussolato per altri motivi?!
Secondo me i Maya volevano dirci che nel 2012 ci sarà un grande evento che farà ritornare tutto alle origini, la natura comanda sull'uomo in tutto!
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