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il flop della vaccinazione influenza A

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Messaggio Da Alaudae Mer 6 Gen - 18:35:54

E’ recente la notizia di un bambino di 9 anni, piuttosto fragile di salute, deceduto in Francia dopo la somministrazione del vaccino contro l’influenza A. La magistratura francese ha aperto un’indagine. Anche un altro cittadino italiano è morto, ma l’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) non ha correlato il decesso al vaccino, perché la persona aveva patologie pregresse. Sempre l’Aifa ha segnalato 190 reazioni avverse che si sono manifestate dopo la vaccinazione, ma sembrano essere simili a quelle dei vaccini stagionali (cefalea, febbre, dolori articolari).


Il tema del vaccino contro l’influenza A è controverso, poiché le persone a rischio e soprattutto i medici che dovrebbero consigliarne la somministrazione, continuano ed essere molto scettici, non solo per la mancanza o per la contraddittorietà delle informazioni riguardo alla sua sicurezza, ma soprattutto perché solo pochi hanno reputato necessario vaccinarsi e far vaccinare contro un’influenza che attualmente sembra essere una fra le più miti degli ultimi tempi.

Internet ha certamente contribuito al fallimento della campagna, diffondendo preoccupazioni e incertezze sia sugli adiuvanti come lo squalene, reputato rischioso, sia sulle presunte connivenze fra governi e industrie farmaceutiche coinvolte. Tuttavia nessuna autorità si è esposta con dichiarazioni chiare e trasparenti per placare gli animi su queste argomentazioni, fornendo dettagli e informazioni precise, atti a fugare i dubbi al riguardo. Anche le aziende farmaceutiche non hanno reso noti i prezzi pagati dagli Stati per l’acquisto delle dosi, ma si parla di cifre molto alte e prezzi fuori mercato data l’urgenza. Sembra inoltre che i vaccini inutilizzati quest’anno, non potranno più essere impiegati il prossimo in quanto, come la stagionale, anche l’influenza A sarà soggetta a mutazioni che renderanno necessarie delle modifiche alla formula del vaccino.

Una recente ordinanza firmata dal neo ministro della Salute Fazio ha “esteso l’offerta vaccinale anche ai sani, fra i sei mesi e i 17 anni di età, e agli adulti a rischio sopra i 65 anni”, nella convinzione che nel nuovo anno “il virus si ripresenterà con un altro picco”. Sempre il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali, nell’ultimo aggiornamento del 19 dicembre informa sulla situazione: “Dall’inizio della campagna vaccinale, sono state distribuite 7.423.851 dosi di vaccino. Entro la fine di dicembre si raggiungeranno circa 10 milioni di dosi. Complessivamente sono state somministrate 749.842 prime dosi e 12.257 seconde dosi”.

Lo Stato italiano però ha affrontato la pandemia acquistando 48 milioni di dosi per proteggere 24 milioni di cittadini dal virus A(H1N1); tra questi figuravano soprattutto le categorie considerate ‘a rischio’: tra queste gli operatori socio sanitari (inclusi i medici), che però non hanno creduto in questa campagna e solo il 14% di essi si è vaccinato. E le donne in gravidanza, tra le quali è prevalsa la cautela e solo l’11% si è vaccinato.

D’altra parte vi sono pareri discordanti e contraddittori sull’utilizzo del vaccino per questa categoria. La Francia ad esempio suggerisce di non usare vaccini adiuvati nelle donne in gravidanza e anche gli Stati Uniti hanno bandito lo squalene dai vaccini. In Italia è disponibile, almeno per ora, soltanto un vaccino adiuvato, il Focetria, quindi nel dubbio molte donne incinta non si sono vaccinate. Sempre secondo le nostre fonti ministeriali “il totale di casi stimati di influenza dall’inizio della pandemia al 19 dicembre sono 3.777.000 e il totale delle vittime italiane correlate alla nuova influenza A/H1N1è di 178. Il totale delle vittime mondiali, sempre a questa data, ammonta a 11.877, di cui 1.570 in Europa (fonte ECDC).

Le fonti ministeriali informano che a gennaio dovrebbe arrivare il secondo picco influenzale, ma la maggior parte dei cittadini non sarà protetta dal vaccino. Resta il forte dubbio che in realtà moltissime persone, soprattutto i bambini, non conteggiati nelle cifre ministeriali, in quanto non hanno fatto i test, abbiano già contratto il virus, immunizzandosi. Intanto l’unico ad aver avuto voce in capitolo in tutta questa faccenda resta Topo Gigio, testimonial della campagna di prevenzione contro l’influenza A e da quando è in tv, tutti i bambini si lavano le mani e le disinfettano con più frequenza. Quantomeno un obiettivo sarà stato raggiunto: una maggiore sensibilità dei cittadini all’igiene personale. Un insegnamento pagato caro, ma almeno è servito a qualcosa.
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