buchi neri e galassie
+2
Marius
Alaudae
6 partecipanti
Pagina 1 di 1
buchi neri e galassie
è nato prima l’uovo o la gallina?
Il Giornale Onlinea cura di Vincenzo Zappalà
Sono nati prima I giganteschi buchi neri che risiedono al centro delle galassie o invece queste ultime? Le recenti immagini di un “cannibale” solitario hanno forse risposto alla domanda. Questo dimostrerebbe anche perché nelle galassie con più stelle si trovano i buchi neri più grandi.
Come il famoso detto “è nato prima l’uovo o la gallina?”, anche nell’ Universo si poteva dire: “È nato prima il buco nero o la sua galassia?”. Almeno fino ad oggi… Un recente studio che ha visto come primo autore l’astrofisico francese David Elbaz sembra aver dato una risposta univoca. Sarebbero proprio i buchi neri a innescare la formazione delle stelle e quindi a creare la casa cosmica in cui si rintanano. Oltretutto questo risultato concorderebbe con il fatto che tanto più loro sono grandi tanto più numerosi sono gli astri che compongono la galassia.
Tutto è nato dallo studio di una ventina di quasar che normalmente risplendono al centro di lontanissime galassie. Ricordiamo che i quasar (il cui nome sta per Quasi Stellar Object), sono stati pensati a lungo come galassie in formazione. Oggi si sa che essi corrispondono più esattamente a buchi neri in piena attività che emettono un’impressionante quantità di energia visibile anche a distanze enormi. Questi quasar occupano sempre il centro di una galassia. Lo stesso è stato osservato per quella ventina di candidati. O meglio, per tutti meno uno: il relativamente vicino quasar HE0450-2958. Posto a una distanza di circa 5 miliardi di Anni Luce appariva isolato, privo di qualsiasi galassia attorno a lui.
A lungo si è pensato che quest’ultima fosse oscurata da nubi di polvere, finché un gruppo di ricercatori internazionali non ha utilizzato il Very Large Telescope dell’ESO nella lunghezza d’onda del medio infrarosso, dove la nube di polvere doveva sicuramente mostrarsi. E invece non si è vista nessuna nube. Tuttavia, una galassia vicina al quasar, che sembrava non avere niente a che fare con lo straordinario oggetto, stava producendo stelle a un ritmo impressionante. Mentre non vi era traccia di stelle vicino al buco nero, la vicina di casa stava formando circa 350 Soli per anno, in sostanza cento volte di più di qualsiasi altra galassia conosciuta dell’ universo.
La galassia compagna è risultata, in effetti, sotto il “tiro” continuo e micidiale del buco nero: il quasar sta emettendo un getto di particelle altamente energetiche dirette verso di essa, accompagnato da un flusso di gas. L’immissione di materia ed energia nella galassia indica che è il buco nero stesso a scatenare la formazione di stelle: sta creando da solo la sua galassia ospite. I due oggetti sono, infatti, destinati a unirsi in futuro. Il buco nero si dirige verso la galassia in formazione, situata a una distanza di 22000 anni luce, alla modesta velocità di decine di migliaia di chilometri l’ora. Per adesso è ancora “nudo”, ma alla fine si vestirà con la sua compagna ricca di stelle. E diventerà come tutti gli altri quasar.
La nascita di una galassia seguirebbe allora il seguente processo temporale: un enorme ammasso di gas collasserebbe in un mostruoso buco nero. L’ energia e la materia scagliata da quest’ultimo sulle nuvole di gas e polvere a esso vicine innescherebbero la trasformazione in stelle. Alla fine il buco nero s’inserirebbe al centro della sua stessa creatura. Fantastico veramente!!
Concludo con un piccolo problemino per tutti. Come si diceva prima il nostro quasar sta avvicinandosi alla sua futura casa a una velocità di qualche decina di migliaia di chilometri l’ora. Poniamo ad esempio che siano 20000 km/h. La galassia si trova a 22000 Anni Luce. Domanda: quanto tempo ci vorrà perché il nostro isolato “cannibale” raggiunga il suo posto di comando?
Chi risponderà per primo vincerà un viaggio (di sola andata….) al vicino quasar. Cosa volete di più come regalo di Natale?!
Altro Giornale
in realtà Quasar significa o è l'acronimo di: Quasi Stellar Radio Source
Ultima modifica di Alaudae il Mar 31 Mag - 10:56:56 - modificato 1 volta.
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Re: buchi neri e galassie
Un potente raggio che parte da un quasar, un oggetto simile a una stella ma molto piu' luminoso, 'rifornisce' di stelle una galassia. E' cosi' che si formano alcune galassie, secondo lo studio pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics e condotto da un gruppo europeo, formato da francesi dell'Agenzia spaziale francese, belgi e tedeschi del Max Planck Institute per l'astronomia di Heidelberg (Germania), guidato da David Elbaz, della commissione per l'Energia Atomica francese (Cea) a Saclay (Francia).
La scoperta e' stata fatta osservando il comportamento di un quasar scoperto nel 2005 che si trova a 5 miliardi di anni luce dalla Terra e circondato da una singolare nuvola di polvere: uno strano alone che, secondo i ricercatori, avrebbe dovuto nascondere la galassia che era il serbatoio di energia del quasar. Gli studiosi europei hanno scoperto, pero', che in realta' la galassia non c'era.
Non solo. Osservando piu' attentamente, gli astronomi hanno 'avvistato' una galassia vicino alla potente fonte luminosa del quasar, a circa 22mila anni luce, che sarebbe caratterizzata dalla estrema rapidita' di formazione delle stelle che la compongono. Hanno osservato in particolare un potente raggio che dal quasar parte in direzione della galassia ed hanno pensato cosi' che sia il quasar a 'fornire' stelle alla galassia.
"La scoperta propone una nuova ipotesi sulla formazione delle galassie - ha dichiarato Elbaz - anche se il meccanismo scoperto non e' tra quelli dominanti per la formazione delle galassie nell'universo".
fonte ANSA
--------------------------
Cmq Ala è fenomenale..
un qualcosa che spara stelle e le crea..
cosa cappio..di cosa può essere più tento di spremermi
più mi diventa difficile comprendere cosa è che ci circonda
chi è nelle mie stesse condizioni ?
La scoperta e' stata fatta osservando il comportamento di un quasar scoperto nel 2005 che si trova a 5 miliardi di anni luce dalla Terra e circondato da una singolare nuvola di polvere: uno strano alone che, secondo i ricercatori, avrebbe dovuto nascondere la galassia che era il serbatoio di energia del quasar. Gli studiosi europei hanno scoperto, pero', che in realta' la galassia non c'era.
Non solo. Osservando piu' attentamente, gli astronomi hanno 'avvistato' una galassia vicino alla potente fonte luminosa del quasar, a circa 22mila anni luce, che sarebbe caratterizzata dalla estrema rapidita' di formazione delle stelle che la compongono. Hanno osservato in particolare un potente raggio che dal quasar parte in direzione della galassia ed hanno pensato cosi' che sia il quasar a 'fornire' stelle alla galassia.
"La scoperta propone una nuova ipotesi sulla formazione delle galassie - ha dichiarato Elbaz - anche se il meccanismo scoperto non e' tra quelli dominanti per la formazione delle galassie nell'universo".
fonte ANSA
--------------------------
Cmq Ala è fenomenale..
un qualcosa che spara stelle e le crea..
cosa cappio..di cosa può essere più tento di spremermi
più mi diventa difficile comprendere cosa è che ci circonda
chi è nelle mie stesse condizioni ?
Re: buchi neri e galassie
qualunque persona sana di mente
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Buchi neri da collisione particelle
(ANSA) - ROMA, 25 GEN - Per la prima volta un modello al computer dimostra che le collisioni tra particelle possono generare minuscoli buchi neri. Un fenomeno che si sospettava da tempo e che non ha stupito i fisici del Cern di Ginevra. Il modello, in via di pubblicazione su Physical Review Letters, e' stato ottenuto con centinaia di computer da ricercatori delle universita' della British Columbia e Princeton. 'Un virtuosismo che non apre a nulla di nuovo' per il direttore scientifico del Cern.
Fonte
Ah ragazzi..
non è una novità?
e chi erano quei pazzi che dicevano di bloccare l'esperimento del cern perchè
poteva creare buchi neri e molti scienziati hanno detto che era impossibile?
scusatemi c'è una smentita in questo articolo ?
Fonte
Ah ragazzi..
non è una novità?
e chi erano quei pazzi che dicevano di bloccare l'esperimento del cern perchè
poteva creare buchi neri e molti scienziati hanno detto che era impossibile?
scusatemi c'è una smentita in questo articolo ?
I buchi neri non sono neri
Milano - Un gruppo di ricercatori capeggiati da Daniele Faccio, del Dipartimento di Fisica e Matematica dell'Università dell'Insubria di Como, in collaborazione con Francesco Belgiorno dell'Università degli Studi di Milano, hanno provato come i buchi neri in realtà non siano neri. Questa teoria era stata già avanzata da Stephen Hawking nel 1974, ma in mancanza di prove aveva suscitato numerose polemiche.
Il buco nero si forma quando una stella, dotata di una massa superiore ad una quantità stabilita, muore. La sua materia collassa e si concentra in uno spazio ristetto, acquisendo una potentissima forza di gravità, capace di trattenere qualsiasi cosa. Dunque nulla può sfuggire da esso, nemmeno i fotoni che compongono la luce; ed è per questo motivo che i telescopi non riescono a vederlo.
Il processo della formazione dei buchi neri è stato ricostruito in laboratorio, illuminando con un laser un blocco di vetro avente caratteristiche particolari.
«I fotoni della luce interagendo con il materiale molto denso riproducono lo stesso effetto che si verifica nella zona circostante il buco nero battezzata "orizzonte degli eventi". Qui accade, e lo abbiamo misurato, che una particella, il fotone a frequenza negativa, venga assorbita e quella che lo accompagna a frequenza positiva emerga. A separarli è proprio l'orizzonte e una volta divisi non possono più ricongiungersi» ha chiarito Daniele Faccio.
Le spiegazioni che stanno alla base di questo fenomeno fisico derivano dalla teoria quantistica alla relatività generale di Einstein e ovviamente dalle teorie sui buchi neri.
Questi risultati hanno il merito di ampliare la conoscenza umana su uno dei fenomeni più misteriosi ed affascinanti dell'universo, ma inoltre aprono delle grandiose prospettive future nel campo delle telecomunicazioni quantistiche.
1/10/2010
http://www.voceditalia.it/articolo.asp?id=58553&titolo=I%20buchi%20neri%20non%20sono%20neri&imm=0
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
BUCHI NERI - Dal film alla realtà
Esistono davvero! Da anni la fisica insegue la loro esistenza. Il grande fisico Paul Davies ha lanciato un’idea per costruire al “macchina del tempo”.
Pero’ c’erano dei “problemi”….il piu’ grande era trovare da “dove” si entra per accedere in queste “gallerie”; incredibile ma vero, si e’ scoperta l’entrata!
per l'articolo completo: http://altrogiornale.org/news.php?extend.6738
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Re: buchi neri e galassie
cioè ora è stata scoperta l'entrata in un buco nero che consente il viaggio nel tempo?
Vudkos- Staff misteri
- Utente SuperAttivo :
Il mondo è diverso da come lo vediamo, molto è ancora nascosto.
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 1309
Età : 30
Netiquette :
Località : Brindisi
Nazione :
Data d'iscrizione : 28.04.10
Punti : 6721
Re: buchi neri e galassie
Vudkos ha scritto:cioè ora è stata scoperta l'entrata in un buco nero che consente il viaggio nel tempo?
di Massimo Corbucci
Esistono davvero! Da anni la fisica insegue la loro esistenza. Il grande fisico Paul Davies ha lanciato un’idea per costruire al “macchina del tempo”.
Pero’ c’erano dei “problemi”….il piu’ grande era trovare da “dove” si entra per accedere in queste “gallerie”; incredibile ma vero, si e’ scoperta l’entrata!
Dal film alla realtà
II romanzo “Contact” di Carl Sagan, reso celebre dall'omonimo film - che mostra un fantascientifico viaggio - offre un ottimo spunto di riflessione. La realizzazione della "macchina del tempo" di Paul Davies è il sogno più fantastico degli umani.
Entrare in una macchina, accendere i "motori" e agire sui comandi di bordo, per ritrovarsi istantaneamente su un lontanissimo sistema solare o su un'altra galassia, per ora è stato solo un affascinante argomento di fantascienza e niente più.
Quali sarebbero le implicazioni di ordine antropologico, sociale e politico, se una cosa del genere fosse possibile? Semplicemente inimmaginabili. Non posso sapere se il progetto di Davies è ancora nel limbo delle cose immaginarie e lontane dalla effettiva realizzazione, per motivi politici o concretamente tecnici. Mi pare però di capire che il fatto che manchi totalmente la nozione del dove si entra, per accedere nei cunicoli spazio-temporali, rappresenti un bel problema di fattibilità immediata.
Nel presente articolo il lettore potrà prendere atto di come questo aspetto, ora, sia completamente risolto.
L’astrofisico americano Carl Sagan ha immaginato una storia, dove viene costruito uno speciale veicolo sferico, nel quale poi entra una donna "tempo-nauta", interpretata nella versione cinematografica, da Jodie Foster.
Lo scenario tecnico è quello da rampa di lancio spaziale e tutti quelli che partecipano al lancio nelle sale di comando non hanno la minima idea di come "partirà" l'astronave. Però tutti ritengono ovvio che verrà eiettata verso il ciclo a velocità pazzesca, sebbene il concetto di cunicolo spazio-temporale da qualcuno venga nominato.
Il veicolo sferico è appeso ad un traliccio dove ruotano inclinati su piani diversi un insieme di strutture a cerchio.
Sempre nel film al centro della struttura si forma una luce accecante e in quel momento di massimo folgore l'astronave, tenuta sospesa sopra, si stacca e vi precipita dentro.
A questo punto quello che vede accadere Jodie Poster e quello che vedono gli osservatori esterni è totalmente diverso.
La donna scienziato fa un viaggio "scorrendo" velocissima dentro qualcosa che le appare come una sorta di tunnel strettissimo, viaggio non esente da scossoni e da tremende sollecitazioni al limite estremo della sopportabilità umana, poi si ritrova dolcemente come te le trasportata sulla superficie di un pianeta, dove le cose si "vedono" in tal modo, che sembra di trovarsi in un luogo dove la luce è fortemente "incurvata" e sottoposta a strani fenomeni di rifrazione. Infine la tempo-nauta si ritrova con la faccia sul pavimento del veicolo.
Gli osservatori esterni hanno solo visto la grossa palla metallica staccarsi e cadere in mare. Pertanto ritengono che il lancio nello spazio sia fallito e sono alquanto perplessi nel sentire ciò che racconta di aver visto la donna, che come esperienza si colloca in decine di ore di vissuto.
Il film finisce, non certo lasciando lo spettatore nel dubbio che tale viaggio non sia stato reale, ma facendo sentire fortemente l'inadeguatezza di ciò che è stato mostrato nel tentativo di far comprendere come si possa andare tanto lontani nelle profondità dello spazio, senza percorrere lo spazio che vi è interposto.
II Vuoto Quanto-meccanico
Comprendere come un corpo fisico possa improvvisamente "implodere" e scomparire, per "riemergere" da qualche altra parte, allo stato attuale delle nozioni scientifiche note, non è affatto intuitivo.
La nozione nuova è rappresentata dal concetto di vuoto quanto-meccanico e siccome, come disse Erwin Scrhódinger, “chiunque non riesca a raccontare a tutti quello che ha scoperto o fatto ha compiuto un'opera inutile", mi sto sforzando dopo il 2000, di rendere molto chiaro e semplice, anche per un bambino, che cosa intendo con il termine vuoto quanto-meccanico.
Ora che debbo far capire come il film Contact riveduto e corretto, non è più pura fantascienza ma racconta il futuro della fisica, ho un'altra buona occasione per farlo. Come fa il "veicolo" sferico a cadere "semplicemente" in un bagliore di luce, percorrendo pochi metri e a ritrovarsi ad anni-luce di distanza?
Ricorro al mio "cavallo di battaglia", che è l'auf-bau atomico fatto come un vero Palazzo medievale.
Immaginate un cavaliere del 1200 rincorso da un'orda di scalmanati predatori in una notte di tregenda. Proprio mentre gli stanno per afferrare il bavero della cotta, riesce a guadagnare l'entrata del Palazzo del suo signorotto protettore e in men che non si dica è dall'altra parte della città, a molti chilometri, senza che nessuno lo abbia visto passare negli "scantinati" (nel nucleo) qui viene il bello: gli scantinati non sono tanti quanti gli appartamenti, vale a dire 112, bensì 103.
In altre parole 9 scantinati sono quelli "requisiti" dal Creatore per "scavare" un tunnel, che comunica con TUTTA la rete di tunnel cosmica. È accedendo a quel tunnel, che si può arrivare in qualunque posto lontano o vicino dell'universo.
Come ha Fatto?
È risaputo che nei Palazzi di un certo lignaggio si spendeva grosse cifre per far fare i cosiddetti sotterranei, che mettevano in comunicazione con altri Palazzi o con altri luoghi, dove c'era interesse ad arrivare, senza essere visti dagli osservatori esterni.
Ponendo che l’auf-bau atomico si ispiri ad un vero Palazzo, l'atomo Corbucci ha la scala A con 50 appartamenti e la scala B con 62 appartamenti (per un totale di 112, come spesso reiterato in più occasioni!).
Quattro appartamenti sono abitali dal "progettista" del palazzo, nella compagine di 116 (vedi la figura dove tutti gli elettroni di un atomo, sono messi nel giusto ordine, dal nome: ordine di riempimento dei livelli atomici*).
Quando si scende negli "scantinati" (nel nucleo) viene il bello: gli scantinati non sono tanti quanti gli appartamenti, vale a dire 112, bensì 103. In altre parole 9 scantinati sono quelli "requisiti" dal Creatore per "scavare" un tunnel, che comunica con tutta la rete di tunnel cosmica. È accedendo a quel tunnel, che si può arrivare in qualunque posto lontano o vicino dell'universo.
La gravità già "viaggia" lì, per portare "lontani" i suoi effetti tra "masse" (n. 9 della rivista Scienza e Conoscenza). Se all'interno può viaggiare la gravità, allora può entrarci anche un veicolo, come quello del Film Contact.
Ecco spiegato molto chiaramente il funzionamento di un wormhole ( buco nero).
Quantomeno è chiaro da dove si entra. Per arrivare a capire anche come si entra, è necessario ancora un piccolo sforzo. Non vi pare?
Wormhole o buco nero?
Il Giornale OnlineWerner Heisemberg disse: «La descrizione in un linguaggio semplice, costituisce un criterio per il grado di comprensibilità che è stato raggiunto».
Questo e il metro di misura che ho usato per descrivere a me stesso che cosa sia un buco nero. Vedrete che un wormhole e un buco nero sono la stessa cosa. Il vantaggio che ho avuto rispetto a Stephen Hawking, al quale chiedo venia per l'intrusione in un campo a lui riservato, è che ho trovato all'interno del nucleo atomico, l'area nera tra i 46 barioni a spin 1/2 e i 57 a spin 3/2 e mi sono reso conto che è il "pozzo senza fondo" mattonato di rishoni vavohu e tohu, che sono all'origine del cosmo.
Pertanto sono potuto arrivare ad una visione dell'atomo "senza veli", l'atomo è un "baratro" rivestito di elettroni e di protoni!
E basta niente perché rimanga solo il baratro! Basta che per gravità si avvii il processo di neutronizzazione.
Vale a dire, gli elettroni si spiaccichino sul nucleo, rendendo il protone "neutro".
La fase successiva di "non ritorno" l'ho chiamata "quarkizzazione" (se il termine passa, sarò il primo ad averlo usato, per fortuna le stelle di quark sono state trovate sul serio! Quelle di neutroni erano note a tutti).
I quark che si avvicinano tanto tra loro, fino a spiaccicarsi l'uno contro l'altro, come avevano già fatto elettrone e protone, sapete perché determinano la fine della materia e il "trionfo" del baratro?
Semplice: la forza di "colore", che tiene i quark, e caratterizzata dal fatto che "tira" come un polente autotreno, se i quark tendono ad allontanarsi, mentre si azzererebbe, via-via che si avvicinano.
Il campo di colore a zero, significa che rimane il niente. Attenzione però a questa parola!
Mi sono già imbattuto nella pericolosità epistemologica di questo termine che ha mietuto vittime, ignare di etimologia. Il termine "niente" deriva da nec ens = che non è ente. Ente = Dio.
Perciò, quello che rimane della materia quando sì è neutronizzata e quarkizzata, non è affatto nulla, ma un quid che non e' Dio, piuttosto il luogo dove risiede!
La sorpresa di un luogo così, per i fisici, è che attrae al suo interno la materia, come il gorgo di un lavandino attrae l'acqua. Di concettualmente nuovo c'è da capire che da li la materia viene risucchiata, ma anche partorita!
A parte questa funzione duale, fondamentale è trarne la nozione che il risucchio della materia è un viaggio a sola andata verso un altro universo, parallelo al nostro, ma senza la minima speranza di rapporti col nostro, una volta avvenuto il "tuffo" nel gorgo vorticoso.
Questo punto ha rappresentalo per anni una controversia tra Hawking e Thorne; Peccato che ci siano voluti anni per sancire la vera natura affatto nera, dei buchi neri!
Ora che questo punto è chiarito, potrebbero essere maturi i tempi per l'inizio dell'era dei viaggi nei wormholes.
Vi parlerò della scoperta eccezionale, che li renderà possibili!
Il suono di un Buco Nero - vedi Chimica del Futuro
Siamo già nel 2004, ma nel 2002 è stata fatta una scoperta straordinaria: l'osservatorio a raggi X Chandra ha sentito il suono di un buco nero. Vi confesso che non avevo la minima idea di come entrare dentro quel nero sub-nucleare, che ho scoperto nel nucleo atomico, di cui avevo tuttavia compreso la funzione. Né avrei potuto mai scrivere questo articolo, se la scoperta non fosse stata fatta. Che cosa è stato scoperto di tanto importante da Andrew Habian all'Istituto di Astronomia di Cambridge?
Dall'osservatorio orbitante della NASA, che ha il nome Chandra e "vede" nella "finestra" dei raggi x, è stato puntato l'obiettivo su un ammasso di galassie del Perseo, distante da noi 250 milioni di anni luce. Al centro si trova la galassia ngc 1275 e nel suo nucleo si annida un buco nero. (ndr Altrogiornale: )
Il Giornale OnlineSi è scoperto che tutto il gas intergalattico (idrogeno!) che permea l'ammasso è increspato! (vedi increspature nella foto).
La foto e un documento scientifico semplicemente incantevole: onde sonore (!) sono state rilevate dal telescopio Chandra della NASA.. Prodotte dal Buco Nero iper-massiccio situato al centro della galassia del Perseo ngc 1275 , appaiono "visivamente" come increspature nel gas caldissimo che riempie l'ammasso. Un'immagine cosi rimarrà nella storia della fisica e nell' inconscio collettivo. La Bibbia aveva ragione: all'inizio davvero fu il suono!
Definizione della parola suono
Per farla breve, sapete a cosa sono dovute le increspature, che si estendono per centinaia di migliaia di anni luce? Sono dovute ad un suono, di potenza pazzesca, che proviene proprio dal buco nero. frequenza del suono? R) La nota musicale do, con "armoniche" in 57 ottave.
Ricorderete che nel primo capitolo della Bibbia, la Genesi, si legge: «All'inizio era il cielo (Vavohu) e la terra (Tohu) e il suono». Voi non ci crederete, ma dopo l'acquisizione di quella nozione, ora so come entrare in un buco nero o in un wormhole.
È d'obbligo ricordare che Nathan Penrose insieme ad Albert Einstein, furono, in assoluto, i primi scienziati ad elaborare un'ipotesi teorica sui canali spazio-tempo (1935).
Vediamo che cosa erano e che cosa sono tuttora e concettualmente questi canali: praticamente sono "scorciatoie" che conducono da un punto A ad un punto B; in modo "nascosto'" all'evidenza della continuità spazio-temporale (la fig 1 rappresenta il paradigma concettuale).
Abbiamo un piano nello spazio dove s'immagina che sprofondi lo spazio nei 2 punti rispettivamente A e B e che una "gola di verme" metta in comunicazione le 2 imboccature sprofondate in A e in B.
La lunghezza di tale cunicolo invero è maggiore della distanza diretta visibile esternamente ad occhio nudo tra A e B, pertanto definirlo una "scorciatoia'' non viene naturale.
La fig. 2 è maggiormente espressiva del paradigma "scorciatoia" , che vogliamo illustrare: i due punti A e B vengono a trovarsi sovrapposti, per effetto della curvatura spaziale, determinata dalla gravità.
Pertanto si capisce che per andare da A a B percorrendo la distanza interposta bisogna fare tutto il giro, mentre arrivare da A a B introducendosi nella "gola di verme", che si trova rispettivamente nei punti dove "sprofonda" A e sprofonda B, è fare un tragitto abbreviato, molto privilegiato, da potersi definire giustamente scorciatoia.
Nel 1935 Einstein e Penrose pensarono proprio a quell'immagine (vedi anche fig. 3) e molti fisici si dettero da fare per inventare il tunnel di connessione. Scavare un tunnel sotto una montagna è un'impresa mollo ardua, ma con buona volontà è con trivelle mostruosamente potenti, è cosa fattibile.
Fig. 3: Tavola barionica e funzionamento del wormhole
Per la prima volta al mondo è illustralo il funzionamento del wormhole: l'azione è quella di un cunicolo, che collega due punti lontani dello spazio per la "scorciatoia'' tra questi stessi punti, dove si trova l'imboccatura di entrata e quella di uscita.
Prima del modello atomico Corbucci, sembrava che ci volesse un dilatatore di Casimir per creare un buco, utile ad accedere all'imboccatura dell'entrata; L’evidenza che la simmetria del nucleo è rotta tra 46 barioni a spin 1/2 e 57 a spin 3/2 da un nero, fa comprendere che lutti gli atomi del creato hanno già nel loro nucleo la "porta" comunicante, una vera rivoluzione "copernicana", che rende possibili i viaggi a distanze enormi a tempo zero, come nel celebre film Contact, interpretato da Jodie Foster.
Come si debba "scavare" un tunnel spazio-temporale nessuno ancora lo ha capito.
Dove va applicata la trivella?
Nel 1958 al fisico Casimir sembrò di aver trovalo la soluzione.
Scoprì un effetto, che porta il suo nome, consistente nel fatto che 2 piastre di un condensatore poste l'una contro l'altra e messe sotto altissima tensione, finiscono per respingersi, come se si creasse una forza dal "vuoto".
Star "Gate" sarà una realtà entro il 2010
Ovviamente se la comunità scientifica non si lascerà scappare questa occasione! (Ovvero di mettere insieme i fisici, che separatamente non possono arrivare a tanto, senza badare a blasoni, titoli accademici e convenevoli vari, ma badando alla "sostanza").
Che siano crollate le due "torri" di Galileo e di Newton, ormai non può essere più nascosto.
La fisica moderna attende di incorporare nuovi modelli: uno è l'atomo con auf-bau leptonico a 112 e auf-bau barionico a 103. L'altro è il modello standard senza più la forza di gravità, i gravitoni e i neutrini tauonici e manco a dirlo, senza il bosone di Higgs.
L'unificazione delle forze (quella che diminuisce con la distanza e quella che aumenta con la distanza) è belle fatta! Comincerà una visione del mondo non più atea, foriera di pace tra i popoli e di ricerca del benessere spirituale, non più del benessere (!?) economico.
Il modo di "cacciarsi-den-tro" quel nero sub-nucleare, una volta capito che l'atomo è un baratro, "rivestito", si trova. Basta togliere via il "vestito" (un fortissimo suono nelle ottave del do servirà a "spogliare" gli atomi, con una semplicità sorprendente). Tuttavia è importante capire cosa accadrà una volta "dentro" il nero; ci si ritroverà in ogni luogo contemporaneamente.
Emergere su Marte, anziché su un astro di una galassia lontanissima o semplicemente in una piazza di Parigi, dipenderà da un effetto che si chiama volontà, occorrerà imparare questo "concetto", prendendo spunto dallo stesso fenomeno per cui noi siamo qui e non altrove, che si chiama volontà di Dio.
Quando sarà chiaro a tutti come è possibile l'esistenza, grazie alla volontà di Dio, quel giorno si potrà andare davvero ... oltre la fisica.
cristian- Staff misteri
- nonmellodirmello@yahoo.it
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 3657
Età : 44
Netiquette :
Località : barcellona/spagna
Nazione :
Data d'iscrizione : 16.06.09
Punti : 9853
Re: buchi neri e galassie
a pena letto due righe...stranamente mi e venuto un grosso dubbio!! si chiama LHC e sta a Ginevra.....
Marek- Staff misteri
- Utente SuperAttivo :
Se sei di buon umore, non ti preoccupare Ti passera'.
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 1493
Età : 42
Netiquette :
Località : SIENA....vicinanze
Nazione :
Data d'iscrizione : 14.10.10
Punti : 6906
Re: buchi neri e galassie
Marek ha scritto:a pena letto due righe...stranamente mi e venuto un grosso dubbio!! si chiama LHC e sta a Ginevra.....
dubbio legittimo! troppo silenzio da quelle parti..!
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Re: buchi neri e galassie
Se no non riesco a spigarmi perché e cosa ci fanno con LHC ,se già hanno visto il big bang o almeno una parte....e spendono tutti quei soldi di manutenzioni ,personale...per cosa? Mi sa solo di una copertura per altri scopi a noi top secret...
Marek- Staff misteri
- Utente SuperAttivo :
Se sei di buon umore, non ti preoccupare Ti passera'.
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 1493
Età : 42
Netiquette :
Località : SIENA....vicinanze
Nazione :
Data d'iscrizione : 14.10.10
Punti : 6906
Re: buchi neri e galassie
Marek ha scritto:Se no non riesco a spigarmi perché e cosa ci fanno con LHC ,se già hanno visto il big bang o almeno una parte....e spendono tutti quei soldi di manutenzioni ,personale...per cosa? Mi sa solo di una copertura per altri scopi a noi top secret...
vero! per noi c'è "tutto il calcio minuto per minuto" e ci dobbiamo accontentare..anche Mistero Italia1 mi sembra abbia avuto una flessione, colpa di cecchi paone?
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Buchi neri: forse nascondono pianeti alieni
I buchi neri potrebbero ospitare vita aliena al loro interno? Secondo una moderna teoria, questa affermazione non parrebbe affatto stravagante. Infatti, gli alieni potrebbero essere ospitati su alcuni pianeti illuminati da masse di fotoni orbitanti in alcune tipi di buchi neri.
Questi buchi neri sarebbero caratterizzati da una carica e da una rotazione. Inoltre, sembrerebbero provvisti di una regione che oltrepassa il limite dell’orizzonte. Un posto, dunque, dove lo spazio ed il tempo sarebbero caratterizzati da connotazioni simili a quelle nostre. Questa zona è nota come ‘orizzonte Cauchy’.
In pratica, se un buco nero dotato di carica è abbastanza forte da indebolire le forze presenti oltre il confine dell’orizzonte, gli oggetti all’interno orbitanti non potrebbero né oltrepassarlo né muoversi verso l’interno.
Vyacheslav I. Dokuchaev, un fisico russo, concorda con questa teoria ed aggiunge l’ipotesi secondo la quale questi mondi possano derivare luce e calore da fotoni orbitanti. “L’eterna estensione del buco nero, nascosta da due orizzonti rispetto all’intero universo esterno, sembrerebbe davvero un posto vivibile”, afferma Dokuchaev.
Ovviamente i pareri si dividono, sebbene siano in molti ad affermare che noi già viviamo all’interno di un buco nero. Sarebbe una delle cose che scopriremmo di avere in comune con una qualche lontana civiltà che riesce a convivere con l’intensa energia scaturita dalle forze interne dei buchi neri.
Scritto da Federica Vitale Giovedì 21 Aprile 2011 13:26
Link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Quando si muovono i buchi neri
Non si limitano a ruotare su se stessi ma possono anche viaggiare come proiettili dentro la propria galassia. Sarebbe questo movimento a dare origine alle emissioni di energia più potenti dell'Universo.
di Luca Nobili
I buchi neri non si limitano a ruotare su se stessi ma possono anche viaggiare come proiettili dentro la propria galassia, dando origine alle emissioni di energia più potenti dell’Universo. La conclusione, teorica, viene dagli astrofisici della Brigham Young University ed è stata pubblicata sul Proceedings of the National Academy of Sciences
Lo studio è nato cercando di determinare l’origine dei getti di energia emessi dai cosiddetti quasar, galassie distanti e molto luminose. Alla base dei getti, così come dell’energia che le rende così brillanti, vi sono i buchi neri giganti che si trovano al loro centro. Ruotando su se stessi, i buchi neri deformano l’andamento del campo magnetico circostante e producono zone ad alta tensione elettromagnetica. Dall’interazione tra queste zone e il gas circostante nascono i getti ad alta energia.
Secondo il nuovo studio, per ottenere getti potenti come quelli effettivamente individuati, le deformazioni del campo magnetico prodotte dalla sola rotazione dei buchi neri non bastano, ma occorre che si muovano anche in avanti, facendosi strada nel gas della galassia ospite. Verrebbe così spiegata l’eccezionale intensità di getti come quelli della galassia Centaurus A e di altri quasar brillanti, getti la cui lunghezza supera il milione di anni luce.
La fonte di energia tanto cercata non sarebbe quindi dovuta solo alle interazioni prodotte dal buco nero gigante al centro, ma anche da altri buchi neri in movimento, che attraversano la galassia come un proiettile ad alta velocità.
Link
Link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Catturati i lampi dei buchi neri La loro luminosita' e' stata misurata per la prima volta 27 settembre, 19:48
(ANSA) - ROMA, 27 SET - I potenti getti di materia espulsi dai buchi neri fluttuano rapidamente. Lo rivelano alcune immagini realizzate da Wise, l'osservatorio spaziale della Nasa attivo nell'infrarosso che ne ha misurato la luminosita' per la prima volta. Dalle osservazioni sono emerse enormi e irregolari fluttuazioni nell'attività di questi getti, mostrando una sorta di 'danza' nell'infrarosso ed una grande variazione nelle dimensioni del getto alla base, con incrementi fino a dieci volte.
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Pianeti ridotti in polvere dai Buchi Neri
La ciambella di polvere che oscura circa la metà dei buchi neri supermassicci potrebbe essere il risultato di incidenti ad alta velocità con pianeti e asteroidi, secondo quanto sostiene una nuova teoria di un team internazionale di astronomi.
I buchi neri supermassicci risiedono nelle zone centrali della maggior parte delle galassie. Le osservazioni indicano che circa il 50% di essi sono nascosti alla vista da nubi di polvere misteriosa, la cui origine non è completamente nota. La nuova teoria si ispira al nostro Sistema Solare, dove è nota la cosiddetta polvere zodiacale provenire da collisioni tra corpi solidi, come asteroidi e comete. Gli scienziati propongono che le regioni centrali delle galassie contengono non solo i buchi neri e le stelle, ma anche i pianeti e gli asteroidi.
Le collisioni tra questi oggetti rocciosi si sarebbero verificate con velocità fino a 1000 km al secondo, generando una continua frantumazione e frammentazione degli oggetti, che sarebbero poi finiti per diventare polvere microscopica.
Il Dr. Nayakshin sottolinea che questo duro ambiente (collisioni frequenti e radiazioni, renderebbe i pianeti in orbita attorno ai buchi neri supermassicci, sterili per la vita, ancora prima di essere distrutti. "Peccato per la vita su questi pianeti" dice, "ma d'altra parte la polvere creata in questo modo blocca gran parte delle radiazioni nocive che possano raggiungere il resto della galassia ospite. Questo, a sua volta può rendere più facile alla vita prosperare altrove nel resto della regione centrale della galassia".
Egli ritiene inoltre che la comprensione dell'origine della polvere nei pressi dei buchi neri è importante per i nostri modelli per conprendere come questi mostri crescono e come esattamente influenzano le loro galassie ospiti.
"Abbiamo il sospetto che il buco nero nella nostra Galassia, la Via Lattea, ha espulso la maggior parte del gas che altrimenti si sarebbe trasformano in altre stelle e pianeti", prosegue, "Comprendere l'origine delle polveri nelle regioni interne delle galassie sarebbe portarci un passo più vicini a risolvere il mistero dei buchi neri supermassicci".
Traduzione a cura di Arthur McPaul
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2011/10/111028082003.htm
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Pronti ai fuochi d’artificio nella Via Lattea?
Una nube di gas punta dritta verso il buco nero che si trova al centro della nostra galassia. Cosa ci si può aspettare?
di Laura Berardi
Se è vero che al centro di ogni galassia c’è un buco nero, e che anche la nostra non fa eccezione, è anche vero che la sorgente Sagittarius A* – oggetto supermassivo nel bel mezzo della Via Lattea – non ha mai dato agli astrofisici particolari soddisfazioni. Le emissioni di radiazione elettromagnetica dell’oggetto sono sempre state poche e di breve durata. Tuttavia, tutto questo potrebbe presto cambiare. Secondo uno studio pubblicato su Nature , infatti, una nube di materia si sta velocemente avvicinando al buco nero: l’interazione tra i due corpi celesti dovrebbe regalare agli scienziati uno spettacolo senza precedenti che potrebbe finalmente svelare molti dei segreti di questi misteriosi oggetti da cui nulla, nemmeno la luce, può scappare.
Gli strumenti del Max Planck Institute in Germania e dell’ università della California di Berkeley – da cui provengono i team che hanno condotto lo studio – sono puntati verso il buco nero della nostra galassia ormai da un decennio. Ma in tutto il periodo di osservazione le emissioni di Sagittarius A*, seppure rilevabili, sono state eccezionalmente basse, poco intense e dalla durata di qualche minuto o al massimo di poche ore ogni volta. “ Il nostro è un buco nero estremamente buio”, scrivono i fisici nello studio, con un velo di ironia. Una bassa quantità di emissioni è infatti qualcosa di strano per un buco nero molto grande, come quello che si trova al centro della nostra galassia.
Quando si avvicina all’ orizzonte degli eventi di uno di questi corpi celesti (ovvero al punto superato il quale qualsiasi particella è costretta dalla gravità a cadere verso il nucleo centrale) la materia si riscalda, emettendo grandi quantità di energia elettromagnetica. E gli astrofisici riconoscono la presenza di un oggetto supermassivo al centro di un sistema stellare, controllando proprio le emissioni di radiazione, a partire da quelle radio arrivando fino ai raggi gamma. Ed è questo che sono pronti ad osservare gli astrofisici nei prossimi anni, puntando i telescopi verso il centro della Via Lattea. I ricercatori tuttavia non sanno esattamente cosa aspettarsi. L’oggetto che si sta avvicinando al buco nero è grande quanto il Sistema solare ma la materia in esso contenuta ha una massa solo di circa tre volte quella della Terra; la temperatura media è piuttosto bassa (circa 550K, ovvero meno di 280°C), ma la luminosità è circa cinque volte quella del Sole. Un oggetto particolare, il cui comportamento gli scienziati non sanno prevedere.
A seconda delle forze gravitazionali che entreranno in gioco, dunque, gli astrofisici prevedono diversi scenari. La nube potrebbe rimanere compatta, seppur schiacciata lungo l’orbita che la porterà ad avvicinarsi al buco nero, e in questo caso potrebbe verificarsi un unico lampo di raggi X. Oppure, se le forze in gioco non sono abbastanza forti da tenere insieme tutta la materia, il gas potrebbe dividersi in nubi più piccole, in questo caso le emissioni sarebbero del tutto variabili, a seconda della grandezza dei “frammenti” di nube. Oppure, ancora, se le porzioni di nube si disporranno in un certo modo lungo il disco di accrescimento (l’anello di materia che si forma intorno alla sorgente del campo gravitazionale), potrebbe non succedere nulla per lungo tempo per poi verificarsi un enorme brillamento tra qualche anno, formando uno dei jet relativistici di cui si sa così poco.
In ogni caso, i ricercatori sono convinti di scoprire ben presto quale sia lo spettacolo reale che verrà registrato dai loro strumenti. “ La velocità intrinseca della nube è più che triplicata negli ultimi otto anni, e dal 2008 al 2011 abbiamo visto che sta aumentando ancora di più lungo la linea orbitale. Pian piano il gas sta cambiando forma: prima era sferico, ma ora si sta comprimendo sempre di più, schiacciandosi ed allungandosi”, spiegano nello studio. Come una specie di proiettile, insomma, che punta direttamente a Sagittarius A*. E che, secondo gli scienziati, raggiungerà il bersaglio entro la metà del 2013.
Immagine: Credit - NASA/CXC/MIT/F.K.Baganoff et al.
http://daily.wired.it/news/scienza/2011/12/15/nube-gas-verso-buco-nero-sagittarius-a-via-lattea-16803.html#content
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Re: buchi neri e galassie
E se il buco nero non assorbe? Anzi... Mi aspetterei che si godono lo spettacolo a mo di sciacquone XD vedi la materia che inizia a fare il mulinello per poi sparire nel buco XD naturalmente il tutto seguito da un gorgoglio U.U
Christian- Friends
- Utente SuperAttivo :
Se non credi neanche nelle piccole cose, come puoi credere a tutte le altre?
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 969
Età : 29
Netiquette :
Località : Livorno
Nazione :
Data d'iscrizione : 06.10.11
Punti : 5832
Presto le prime immagini dei buchi neri
Un ambizioso progetto coordinerà le osservazioni di alcune decine di radiotelescopi in tutto il mondo per ottenere le prime dettagliate riprese dei profili di questi enigmatici corpi celesti. Giroletti: "Grande interesse tra gli astrofisici, sia per la rilevanza del progetto che per la sua natura internazionale".
di Marco Galliani
“Nessuno ha mai ottenuto un’immagine di un buco nero. Noi stiamo per farlo”. La promessa di Dimitrios Psaltis, professore associato di astrofisica alla University of Arizona, è di quelle che lasciano il segno. I buchi neri infatti non sono proprio il migliore soggetto astronomico da immortalare, anzi. Il loro campo di attrazione gravitazionale così intenso cattura tutto quello che si trova nelle loro vicinanze: polvere, gas, persino la luce. Dunque quella di fotografare un buco nero sembrerebbe un’impresa, o meglio una scommessa, persa in partenza. Ma Psaltis e altri ricercatori che insieme a lui fanno parte del progetto Event Horizon Telescope sono davvero convinti che riusciranno a raggiungere questo risultato. Così hanno organizzato una conferenza che si apre oggi a Tucson per presentare il loro piano d’azione alla comunità scientifica internazionale.
Primo obiettivo nella lista dei buchi neri da riprendere sarà quello, di massa almeno pari a quattro milioni di volte quella del Sole, che alberga nel cuore della Via Lattea, la nostra galassia, e del quale finora conosciamo la sua presenza solo da indizi indiretti. Per riuscire nell’impresa, verranno combinate le osservazioni di una cinquantina di radiotelescopi sparsi sulla Terra, così da ottenere riprese equivalenti a quelle che si otterrebbero avendo a disposizione un unico grande strumento dal diametro pari a quello del nostro pianeta: oltre 12.000 chilometri. Tra questi strumenti ci saranno antenne collocate negli Stati Uniti, in Europa, in Giappone e a cui presto si aggiungerà ALMA, l’Atacama Large Millimeter Array dell’ESO che, sulle Ande cilene, sta per iniziare la sua piena fase operativa. Secondo gli scienziati, questo complesso e articolato lavoro di squadra permetterà di ottenere delle riprese molto dettagliate del buco nero. Non riuscendo ovviamente a ‘vedere’ la sua regione centrale, ma spingendosi fino alla sua immediata periferia, a partire da quella zona di demarcazione nota come l’orizzonte degli eventi, all’interno della quale ogni cosa, materia o radiazione, non può più sfuggire al buco nero. Le riprese sarebbero sufficientemente dettagliate da mostrare il profilo del buco nero. Certo non così spettacolari come quelle a cui ormai ci hanno abituato i più grandi telescopi sulla Terra e nello spazio – Hubble su tutti – ma attese con grande ansia dagli astrofisici, che grazie ad esse potrebbero compiere importanti passi avanti nella comprensione di questi oggetti celesti così estremi e addirittura testare alcune delle predizioni della Teoria della Relatività Generale di Einstein.
“L’idea su cui stanno lavorando gli astronomi è quella di osservare l’ombra del buco nero, il profilo che esso forma rispetto alla materia circostante prima che questa venga irrimediabilmente attratta dalla sua influenza” commenta Marcello Giroletti, dell’INAF-IRA di Bologna. “Nella rete di radiotelescopi ad alta frequenza che verranno utilizzati ci sarà ALMA, appena entrato in funzione nell’altopiano di Atacama in Cile, a cui partecipa anche INAF. Proprio l’entrata in funzione di ALMA è fra gli eventi che hanno dato il via a questo progetto che permetterà di visualizzare la materia prima che scompaia, fagocitata per sempre dal buco nero. C’è grande interesse intorno alla conferenza di presentazione del progetto che ha inizio oggi, non solo dal punto di vista scientifico ma anche per la natura internazionale dello strumento che verrà utilizzato. Tra i partecipanti c’è anche il Prof. Gabriele Giovannini, associato INAF”.
links
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Scoperte Galassie che non obbediscono alle leggi di gravità.
lo dimostrerebbe uno studio italiano coordinato dall'Istituto Nazionale di astrofisica pubblicato sull'Astrophysical Journal: si spiegherebbero però senza ricorrere all'ipotesi della materia oscura
Non tutte le galassie obbediscono alla legge di gravita'. Lo dimostra una ricerca italiana secondo la quale nelle galassie ellittiche i movimenti delle stelle seguono regole diverse da quelle stabilite dalla gravita' formulata da Isaac Newton.
Appena accettato dall'Astrophysical Journal, lo studio e' stato pubblicato online sulla rivista ArXiv da un gruppo di ricerca dell'osservatorio di Capodimonte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e delle universita' di Napoli, della California a Santa Cruz e di Zurigo.
Nel caso delle tre galassie "disobbedienti" analizzate nella ricerca, il movimento puo' essere spiegato senza ricorrere all'ipotesi della materia oscura, la materia invisibile che occupa il 25% dell'universo.
In galassie di questo tipo il movimento delle stelle puo' essere spiegato sulla base delle teorie chiamate "f(R)", che prevedono un'estensione della teoria della Relativita' generale di Albert Einstein.
"Dal un punto di vista dei modelli dinamici delle galassie, abbiamo potuto verificare che la distribuzione dei moti delle stelle nelle galassie ellittiche puo' essere riprodotta con estrema accuratezza dalle teorie f(R)", osserva il primo autore dell'articolo, Nicola Napolitano, dell'osservatorio di Capodimonte dell'Inaf.
Le tre galassie osservate erano state studiate in precedenza alla luce della tradizionale legge di gravita'. "Allo stato attuale - osserva Napolitano - non e' possibile escludere nessuna delle due Teorie, ma e' interessante vedere che ci possono essere spiegazioni alternative al paradigma della materia oscura".
fonte ANSA
link
Non tutte le galassie obbediscono alla legge di gravita'. Lo dimostra una ricerca italiana secondo la quale nelle galassie ellittiche i movimenti delle stelle seguono regole diverse da quelle stabilite dalla gravita' formulata da Isaac Newton.
Appena accettato dall'Astrophysical Journal, lo studio e' stato pubblicato online sulla rivista ArXiv da un gruppo di ricerca dell'osservatorio di Capodimonte dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e delle universita' di Napoli, della California a Santa Cruz e di Zurigo.
Nel caso delle tre galassie "disobbedienti" analizzate nella ricerca, il movimento puo' essere spiegato senza ricorrere all'ipotesi della materia oscura, la materia invisibile che occupa il 25% dell'universo.
In galassie di questo tipo il movimento delle stelle puo' essere spiegato sulla base delle teorie chiamate "f(R)", che prevedono un'estensione della teoria della Relativita' generale di Albert Einstein.
"Dal un punto di vista dei modelli dinamici delle galassie, abbiamo potuto verificare che la distribuzione dei moti delle stelle nelle galassie ellittiche puo' essere riprodotta con estrema accuratezza dalle teorie f(R)", osserva il primo autore dell'articolo, Nicola Napolitano, dell'osservatorio di Capodimonte dell'Inaf.
Le tre galassie osservate erano state studiate in precedenza alla luce della tradizionale legge di gravita'. "Allo stato attuale - osserva Napolitano - non e' possibile escludere nessuna delle due Teorie, ma e' interessante vedere che ci possono essere spiegazioni alternative al paradigma della materia oscura".
fonte ANSA
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Scoperta una compagna oscura della Via Lattea
Lo studio pubblicato su 'Nature' è coordinato da una astrofisica italiana e spiega come è stato possibile identificare la galassia nana, satellite della via lattea composta quasi esclusivamente di materia oscura.
La Via Lattea ha una compagna oscura: una piccola galassia nella quale domina la materia misteriosa e invisibile, che come è noto occupa secondo le più attuali stime, il 25% del cosmo. Annunciato su Nature, il risultato si deve a un gruppo di ricerca coordinato dall'astrofisica italiana Simona Vegetti, che lavora negli Stati Uniti, presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit). Situata a circa 10 miliardi di anni luce dalla Terra, e' una galassia nana e satellite di un'altra. "Per diversi motivi - spiega Simona Vegetti - questa galassia non e' riuscita a formare molte stelle, e quindi e' rimasta oscura".
I ricercatori sono riusciti a individuarla grazie alla tecnica della lente gravitazionale, ossia sfruttando il fenomeno che si verifica quando la luce di una stella lontana viene deviata e focalizzata dal campo gravitazionale della stella piu' vicina, trasformandosi in una vera e propria lente che ingrandisce gli oggetti in secondo piano.
Si ritiene che galassie come la Via Lattea si formino nel corso di miliardi di anni attraverso l'unione di molte galassie piu' piccole. Per questa ragione si pensa che dovrebbero esserci molte galassie nane intorno alla Via Lattea, ma finora sono state osservate soltanto poche galassie di questo tipo. I modelli suggeriscono che la Via Lattea dovrebbe avere circa 10.000 galassie satelliti, delle quali finora ne sono state osservate appena 30.
fonte ANSA
Questo fa ipotizzare che molte di esse o abbiano pochissime stelle, o siano composte quasi esclusivamente di materia oscura. Impossibile da osservare direttamente con gli attuali strumenti perche' le particelle che la compongono non assorbono o emettono luce, la materia oscura e' teorizzata dagli effetti gravitazionali che ha sulla materia visibile, un fenomeno che suggerisce che l'universo abbia molta piu' massa di quella che si vede.
Secondo gli esperti la galassia nana appena scoperta potrebbe dimostrare che anche la Via Lattea ha satelliti di questo tipo e per tale ragione difficili da individuare. Secondo Vegetti la difficolta' nel rilevare queste galassie satelliti dovrebbe esser dovuta o al fatto che molte di esse "sono fatte di materia oscura, che le rende elusive da rilevare", oppure potrebbe "esserci un problema con gli attuali modelli di formazione delle galassie".
FONTE ANSA
link
La Via Lattea ha una compagna oscura: una piccola galassia nella quale domina la materia misteriosa e invisibile, che come è noto occupa secondo le più attuali stime, il 25% del cosmo. Annunciato su Nature, il risultato si deve a un gruppo di ricerca coordinato dall'astrofisica italiana Simona Vegetti, che lavora negli Stati Uniti, presso il Massachusetts Institute of Technology (Mit). Situata a circa 10 miliardi di anni luce dalla Terra, e' una galassia nana e satellite di un'altra. "Per diversi motivi - spiega Simona Vegetti - questa galassia non e' riuscita a formare molte stelle, e quindi e' rimasta oscura".
I ricercatori sono riusciti a individuarla grazie alla tecnica della lente gravitazionale, ossia sfruttando il fenomeno che si verifica quando la luce di una stella lontana viene deviata e focalizzata dal campo gravitazionale della stella piu' vicina, trasformandosi in una vera e propria lente che ingrandisce gli oggetti in secondo piano.
Si ritiene che galassie come la Via Lattea si formino nel corso di miliardi di anni attraverso l'unione di molte galassie piu' piccole. Per questa ragione si pensa che dovrebbero esserci molte galassie nane intorno alla Via Lattea, ma finora sono state osservate soltanto poche galassie di questo tipo. I modelli suggeriscono che la Via Lattea dovrebbe avere circa 10.000 galassie satelliti, delle quali finora ne sono state osservate appena 30.
fonte ANSA
Questo fa ipotizzare che molte di esse o abbiano pochissime stelle, o siano composte quasi esclusivamente di materia oscura. Impossibile da osservare direttamente con gli attuali strumenti perche' le particelle che la compongono non assorbono o emettono luce, la materia oscura e' teorizzata dagli effetti gravitazionali che ha sulla materia visibile, un fenomeno che suggerisce che l'universo abbia molta piu' massa di quella che si vede.
Secondo gli esperti la galassia nana appena scoperta potrebbe dimostrare che anche la Via Lattea ha satelliti di questo tipo e per tale ragione difficili da individuare. Secondo Vegetti la difficolta' nel rilevare queste galassie satelliti dovrebbe esser dovuta o al fatto che molte di esse "sono fatte di materia oscura, che le rende elusive da rilevare", oppure potrebbe "esserci un problema con gli attuali modelli di formazione delle galassie".
FONTE ANSA
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
dieta abituale del buco nero al centro della nostra galassia
Il gigantesco buco nero che si trova al centro della Via Lattea, così come i suoi simili sparsi nell’universo, è talmente vorace da divorare tutto quello che gli capita a tiro. Gas e polvere in gran quantità. E questo era noto già da tempo.
Secondo le indagini condotte grazie all’osservatorio orbitante Chandra della NASA, nella sua ‘dieta’ abituale pare ci sia anche una buona dose di asteroidi. Questa ipotesi potrebbe spiegare le frequenti impennate registrate proprio da Chandra nel flusso di raggi X provenienti da Sagittarius A*, la sorgente di radiazione di alta energia nel cuore della nostra Galassia dove si anniderebbe un buco nero supermassiccio.
Questi ‘flare’ – come vengono chiamati dagli addetti ai lavori - sono molto frequenti: avvengono infatti all’incirca una volta al giorno, con aumenti del flusso di raggi X che per qualche ora possono raggiungere anche le 100 volte quello che è il livello normale della radiazione normalmente emessa dalla sorgente. Fenomeni analoghi sono stati osservati nell’infrarosso anche dal Very Large Telescope dell’ESO in Cile.
“Ci sono stati finora molti dubbi sulla presenza di asteroidi in un ambiente così ostile quale è quello che circonda un buco nero supermassiccio”, ha detto Kastytis Zubovas dell’Università di Leicester nel Regno Unito, primo autore del lavoro in corso di pubblicazione su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. “La cosa eccitante è che il nostro studio suggerisce la presenza di un gran numero di questi corpi celesti per riuscire a produrre questi flare”.
Così tanti che per il team di ricercatori intorno a Sagittarius A *c’è addirittura una vera e propria nuvola, composta di migliaia di miliardi tra asteroidi e comete, strappati via dalle loro stelle madri. E quelli che vengono a transitare a meno di 150 milioni di chilometri dal buco nero, più o meno quella che è la distanza tra la Terra e il Sole, verrebbero sbriciolati dalle forze di marea esercitate dal suo intenso campo di attrazione gravitazionale . Questi frammenti verrebbero poi vaporizzati dall’attrito con il tenue flusso di gas ad altissima temperatura che fluisce costantemente verso il buco nero, proprio come accade a una meteora nella sua cosra attraverso l’atmosfera terrestre. In questa fase viene prodotto un flare e quello che rimane dell’asteroide viene poi inghiottito dal buco nero.
Nel loro lavoro gli scienziati hanno anche stimato la dimensione minima dei ‘bocconi’ di materiale in grado di produrre gli effetti registrati da Chandra: circa 10 chilometri di raggio. Certo Sagittarius A* divora continuamente anche pezzi più piccoli, ma gli effetti sarebbero troppo deboli per poter essere osservati. ”Abbiamo stimato che poche migliaia di miliardi di asteroidi sono stati finora ingurgitati dal buco nero nei 10 miliardi di anni di vita della galassia” sottolinea Sera Markoff dell’Università di Amsterdam, coautore dell’articolo. “Solo una piccola frazione del totale sarebbe stato quindi consumato, e riteniamo che difficilmente questo serbatoio si sia esaurito”.
Tutto questo riguarda gli asteroidi. Ma la stesa fine potrebbe toccare anche a corpi di dimensioni maggiori, come ad esempio pianeti di tipo roccioso. Certo, questi eventi sarebbero molto meno frequenti, perché in proporzione agli asteroidi il numero di pianeti è molto più basso. Uno potrebbe però essere stato responsabile di un violentissimo flare nei raggi X che circa un secolo fa ha fatto schizzare in alto la luminosità di Sagittarius A * di circa un milione di volte. Come è stato possibile risalire a questo evento se è accaduto molti decenni prima dell’entrata in funzione dei telescopi nei raggi X? Chandra e altri osservatori orbitanti hanno visto la traccia di un “eco di luce” nei raggi X che si riflette nelle nubi di gas e polveri nelle vicinanze del buco nero e che ha permesso di ottenere la misura della luminosità e la tempistica del flare.
A cura di Marco Galliani
Foto in Alto
La regione Sagittarius A* al centro della nostra Galassia osservata nei raggi X dall'Osservatorio orbitante Chandra della NASA. Sulla destra, ricostruzione artistica della distruzione e della vaporizzazione di un asteroide, durante la quale viene prodotto un flare nei raggi X. (Crediti per l'immagine nei raggi X: NASA/CXC/MIT/F. Baganoff et al.Per le illustrazioni: NASA/CXC/M.Weiss)
Fonte:
http://www.media.inaf.it/2012/02/09/e-per-pasto-asteroidi-e-pianeti/
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
UFO espulsi dai buchi neri supermassicci nel centro di galassie con nucleo attivo
Credit: ESA/AOES Medialab.
Un gruppo di ricerca guidato dagli italiani Francesco Tombesi della NASA e Massimo Cappi dell’istituto nazionale di Astrofisica ha scoperto un fenomeno astrofisico che, grazie alle osservazioni del telescopio spaziale X dell’ESA XMM-Newton, sono riusciti di recente a identificare: gli Ultra Fast Outflows, flussi di materia ultra-veloci, espulsi a centinaia di milioni di chilometri all’ora dal cuore delle galassie con nucleo attivo. Per UFO infatti non si intendono gli oggetti volanti non identificati come qualcuno ha potuto ipotizzare, ma è appunto l’acronimo di Ultra Fast Outflows, ossia fiotti di materia espulsi a velocità spaventosa dal centro di galassie che ospitano buchi neri giganteschi, emessi da circa 15 buchi neri al centro di altrattante galassie. Questi flussi aiutano a rimescolare la materia delle galassie e a controllare la nascita delle stelle. La scoperta è descritta in tre articoli, due già pubblicati sulle riviste Astronomy and Astrophysics e su The Astrophysical Journal, e il terzo in uscita sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society. Questi flussi di materia vengono emessi alla velocità di centinaia di milioni di chilometri orari da buchi neri supermassicci che risiedono al centro di galassie chiamate dal nucleo attivo. Una galassia con nucleo attivo è una galassia nel cui cuore risiede un buco nero supermassiccio in piena attività, avvolto in un disco di accrescimento di cui si nutre. In anni recenti, gli astronomi hanno notato che più il numero e la velocità delle stelle presenti nel rigonfiamento centrale di queste galassie è elevato, più i buchi neri in esse ospitati sono massicci. Come se esistesse qualche processo di feedback che li collega, un meccanismo di rimescolamento della materia che abbia origine nel disco di accrescimento che alimenta il buco nero per poi propagarsi all’intera galassia.
Immagine ottica e radio della galassia Centaurus A e del getto proveniente dall'AGN centrale
Analizzando 42 galassie dal nucleo attivo i ricercatori hanno scoperto gli Ufo in circa il 40% di esse. Misurando le proprietà di questi getti, i ricercatori sono anche riusciti a stabilire che gli Ufo potrebbero essere i responsabili della correlazione fra la massa dei buchi neri e quella delle galassie che li ospitano. E’ stato notato, infatti, che più il numero e la velocità delle stelle presenti nel rigonfiamento centrale di queste galassie è elevato, più i buchi neri in esse ospitati sono massicci e hanno un ruolo nell’evoluzione delle galassie che li ospitano. “Questi fiotti di materia – ha spiegato Cappi dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell’Inaf a Bologna – è come se rimescolassero la materia delle galassie dissipando i gas che non si concentra più per formare le stelle”. La quantità di materiale espulsa con gli Ufo, ha spiegato Tombesi ”è comparabile a quella effettivamente accresciuta dal buco nero, e questi Ufo sono abbastanza potenti da poter avere effetti su grandi scale all’interno della galassia ospite e di influenzarne anche l’evoluzione’‘. Mistero risolto solo in parte dunque, in quanto la fisica di queste fontane di particelle è infatti ancora parzialmente sconosciuta.
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Intervista a Nikodem Poplawski (PhD)
video transcription:
I Buchi neri possono essere le porte di accesso a milioni di altri universi, questa non è fantascienza.
E' una ipotesi di un fisico polacco che lavora negli USA e che sta attirando sempre più sostenitori in tutto il mondo.
Per rispondere alla domanda "da dove veniamo?", ecco l' intervista di Wojciech Brzezinski con l' autore di questa teoria.
Abbiamo qui nello studio della tv Polsat News un ospite, il Dr. Nikodem Poplawski, un fisico che lavora nell'Università dell' Indiana,
il cui lavoro è apparso sulla lista delle 10 scoperte più importanti dell'anno di National Geographic.
- Benvenuto! - Buonasera!
Quello che so dai risultati del suo lavoro è che noi tutti abitiamo in un buco nero, giusto?
Si, questo è il modello che ho proposto, che il nostro universo si trovi all' interno del buco nero che è nato da una stella molto massiccia
che a sua volta è nato da ancora un' altra stella di un Universo più grande.
E per logica, ogni buco nero che si trova nel nostro Universo, e di questi ce ne sono milioni nei centri galattici, forma un suo Universo.
- Vuol dire che esistono milioni di universi la cui entrata si trova nel nostro Universo?
Si! Abbiamo qui dei cosiddetti ponti che collegano con altri universi che esistono nei buchi neri
e questi universi esistono dal momento in cui si è formato il buco nero formatosi a sua volta dal collasso della stella.
- Aspetti un secondo...dobbiamo andare in dietro per capire come si formano buchi neri?
I buchi neri si formano dal collasso di stelle massicce, quando smettono di vivere.
Se la stella ha la massa del Sole allora può formare una nana bianca
Nella nostra zona non può formarsi un buco nero?
Nella nostra zona no, il buco nero poteva nascere solo dal collasso di una stella con potenziale maggiore
e questo accade all' interno di tutta la nostra galassia.
Inoltre, ogni galassia ha un buco nero al suo interno.
- In che modo funziona la nascita degli universi, come accade questo?
Ok, abbiamo un buco nero, la stella collassa, la materia si compatta in modo incredibilmente denso, incredibilmente pesante.
su una superficie piccolissima, giusto? Come avviene questo?
La materia in un buco nero collassa ad un punto di densità infinitamente grande,
questo punto viene chiamato singolarità e così tutte leggi della fisica si scompongono.
Noi non sappiamo cosa accade dopo.
La teoria della relatività di Einstein e Cartan si collega con lo spin (rotazione) che proviene dalla meccanica quantistica.
La teoria della relatività implica l'esistenza di qualcosa di simile a ciò che viene chiamato torsione dello spazio-tempo.
E questo può causare, di fronte ad una densità molto elevata, la repulsione della gravità stessa
e fa da contrappeso al collasso gravitazionale della stella. Nelle densità molto grandi dove si formano i buchi neri
e nelle densità che c'erano all' inizio del nostro Universo la forza repulsiva può essere in grado di bilanciare la gravità.
La materia non collassa ad una densità infinitamente grande, ma collassa ad una densità molto grande e finita.
E ora ci si domanda, cosa viene dopo?
Immaginiamo di avere una spirale molto stretta e la rilasciamo, questa piano piano comincia ad espandersi.
Così accade anche dentro un wormhole, la materia compressa ad una densità molto alta comincia ad espandersi e così dentro si forma un nuovo universo.
Si può osservare che il moto di questa materia all' interno del buco nero dopo il rimbalzo è equivalente all' espansione di questo nuovo universo.
- Dunque se i suoi calcoli sono giusti questo vorrà dire che l' Universo non ha nè inizio nè fine
e che abbiamo una serie di nuovi universi che si formano uno dentro l' altro, è così?
- Si è così, questi due quesiti sull' origine dell' Universo hanno una sola risposta, che all' interno del buco nero si forma sempre un nuovo universo.
Ogni buco nero ha un suo universo all' interno.
Allora supponiamo che il nostro Universo ha avuto origine da qualche altro universo già esistente, possiamo in qualche modo provare questo?
- Si, questa è una bella domanda.
Dunque, noi non possiamo uscire fuori dal nostro universo perchè il buco nero è circoscritto dall' orizzonte degli eventi
che funge da un membrana a senso unico nel senso che si può attraversare da una parte, ma non dall' altra.
Così il buco nero assorbe tutto ma niente può uscire fuori.
però possiamo intuire che noi siamo dentro un buco nero,
ad esempio sappiamo che la maggior parte delle stelle ruotano intorno al proprio asse, i buchi neri ruotano pure.
Quando l' universo ruota dentro il suo buco nero questo prende la sua direzione.
Ci sono particelle elementari molto piccole e leggere che non interagiscono quasi con niente, neutrini.
Si sa che i neutrini oscillano, cioè che passano da uno stato all' altro e se si suppone che l' universo ha una direzione definita,
questo può spiegare la teoria di oscillazione in modo coerente.
Ho fatto un calcolo preliminare, volevo sapere con quale velocità ruota il buco nero, dove si trova il nostro universo,
e realizza tale forza in quella direzione, come cercano di capire gli scienziati negli esperimenti.
Sembrerebbe che i risultati siano sullo stesso livello.
- Come si inizia a lavorare su una tale ipotesi?
Io sono un teorico, seguo tutti lavori scientifici, leggo libri sulla fisica e mi faccio tante domande.
Ad esempio la domanda che mi sono posto, è una domanda molto vecchia, come è nato il nostro universo?
Cosa succede dentro i buchi neri? Qual'è l' origine delle particelle elementari?
Cosa è la l' energia oscura, cosa è la materia oscura, le basi delle leggi fondamentali.
Ci sono domande alle quali non ci sono risposte, ma io le cerco comunque.
- Quant'è importante l' eleganza nella fisica?
Sono d'accordo con uno dei miei scienziati preferiti, Paul Dirac. Ha detto che la legge fisica deve essere matematicamente bella
perchè la maggior parte degli scienziati per sostenere le loro tesi suggeriscono che ci sono delle particelle sconosciute, campi sconosciuti,
mancanza di simmetria, ecco io vorrei presentare invece le cose in modo chiaro senza ulteriori calcoli incerti.
- Un' ultima domanda, molto semplice. In sostanza cosa è l'Universo?
Se la mia teoria è giusta l' Universo sarebbe l' interno del buco nero in espansione e chi osserva dall' esterno non sa nemmeno che noi siamo dentro.
Perchè loro vedono sempre solo un piccolo buco nero, perchè quello che accade dopo per loro, accade dopo tanto tanto tempo e loro non lo vedono.
Grazie infinite.
http://dotsub.com/view/bd7623db-198a-41bc-94a1-8af53408f912?utm_source=player&utm_medium=embed
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Individuato un buco nero dalle dimensioni inusuali
Finora i cosmologi avevano trovato ampia evidenza di due soli tipi di buchi neri: i buchi neri stellari e i buchi neri supermassicci.
Un buco nero stellare, anche noto come buco nero di massa stellare, si forma dal collasso gravitazionale di una stella massiccia di 20 o più masse solari. Un buco nero supermassiccio o supermassivo, invece, è il più grande tipo di buco nero con una massa di milioni o miliardi di volte superiore a quella del Sole. Si crede che quasi tutte le galassie possiedano un buco nero supermassiccio al loro centro. Ma non è molto facile trovare un buco nero di dimensione intermedia e per questo la sua esistenza è sempre stata ipotetica.
Ora, un gruppo di ricercatori internazionale è riuscito a trovare una prova che suggerisce l’esistenza di un buco nero dell’ordine di 90,000 stelle delle dimensioni del nostro Sole. Questo team ha trovato che ESO 243-49 HLX-1, scoperto nel 2009, sembra avere le caratteristiche di un buco nero di massa intermedia. La ricerca è pubblicata sulla rivista Science.
Il buco nero HLX-1 è situato nella galassia ESO 243-49 a 280 milioni di anni luce da noi. In generale è molto probabile che i buchi neri si trovino nel centro delle loro galassie come quello che esiste nel centro della nostra Via Lattea. Ma HLX-1 si trova inusualmente in prossimità dei confini della galassia. È stato osservato solo perché stava emettendo raggi X e bagliori radio.
Grazie a queste scoperte, il team di questa nuova ricerca ha cominciato a concentrarsi esclusivamente sul buco nero, sperando che fosse il primo esempio di un buco nero di massa intermedia. Per valutare l’ipotesi, gli scienziati hanno considerato tutti i dati raccolti dal momento che HLX-1 è stato scoperto applicando le formule teoriche che sono state ottenute nel corso degli anni per prevedere il comportamento dei buchi neri di massa intermedia. Poi, l’anno scorso, cominciando il secondo corso delle loro osservazioni, i ricercatori hanno scoperto che tutti i dati erano quasi perfettamente compatibili con le previsioni descritte dalle teorie. Così i ricercatori hanno annunciato che HLX-1 era il primo buco nero di massa intermedia.
Tuttavia, non è ancora ben chiaro come compaiono i buchi neri di massa intermedia. Alcuni degli scienziati suggeriscono che questi oggetti cosmici potrebbero essere nati come ammassi stretti delle stelle crollate dentro un singolo buco nero. Altri ipotizzano che la loro esistenza potrebbe essere iniziata all’indomani del big bang. Secondo un’altra ipotesi all’inizio tali buchi neri erano buchi neri massicci e poi man mano si sono ristretti alle dimensioni attuali.
Fonte: gaianews.it
link
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27768
Argomenti simili
» Fusione fra due Galassie
» Spazio: scovati due buchi neri nella Via Lattea
» “Atomi per la Pace”: fusione di galassie nella costellazione dell’Acquario
» I buchi neri, una regione di spazio capace di trattenere anche la luce: ma è realmente così?
» Galassia Sagittario plasma via Lattea
» Spazio: scovati due buchi neri nella Via Lattea
» “Atomi per la Pace”: fusione di galassie nella costellazione dell’Acquario
» I buchi neri, una regione di spazio capace di trattenere anche la luce: ma è realmente così?
» Galassia Sagittario plasma via Lattea
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.