minimo solare
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minimo solare
Un minimo solare che stupisce
By Marco Frico
Il Sole ripreso da SOHO con il EIT (Extreme ultraviolet Imaging Telescope) il 23 settembre. La macchia in basso (regione 1026, emisfero sud) è ruotata dalla faccia nascosta il 21 settembre; quella superiore (regione 1027, emisfero nord), è comparsa il 22 settembre. Entrambe appartengono al ciclo 24
Il prolungato minimo solare che sta caratterizzando il trapasso fra i cicli 23/24 potrebbe produrre una diminuzione delle temperature terrestri: «Rimane da stabilire quando ciò potrà eventualmente avvenire: gli esperti non sanno ancora dirci tra quanti anni (o decenni) avvertiremo l’effetto di tale cambiamento e se si tratterà di un processo graduale o molto brusco».
È quel che si legge nel servizio dedicato all’argomento nel numero di settembre di Coelum. Con linguaggio semplice e schematico, anche il profano viene introdotto alle dinamiche che regolano l’apparizione delle macchie sull’astro (ciclo di Schwabe) e alla loro storia osservativa, iniziata nel 1610. Il tema, suddiviso fra certezze, indizi e ipotesi, tenta di fare il punto su uno stato di quiescenza che, partito a inizio 2006, avrebbe dovuto terminare un paio di anni dopo e, invece, non dà ancora cenni di conclusione. Corredato da cinque tabelle che sintetizzano gli aspetti storici e fisici della dinamica solare, l’articolo si conclude con un box in cui sono elencati i principali siti e forum che si occupano dell’argomento; tra gli altri, è citato anche il portale del Meteogiornale.
Un utile strumento per chi voglia acquisire le cognizioni basilari sull’argomento, si diceva di questo fascicolo di Coelum. Ma, siccome la cronaca non si ferma, dov’è giunto il trapasso fra i cicli 23/24? Al 22 settembre il conteggio totale dei giorni senza macchie ha toccato quota 724 (dato ufficioso) a iniziare dal 27 gennaio 2004, data del primo giorno spotless del ciclo 23/24. Nel corso del 2009 invece, sono già 215 i giorni immacolati. Siccome questo indicatore rappresenta l’unico elemento di confronto coi cicli del passato, quando il livello tecnologico non permetteva la raffinatezza delle misure contemporanee, si può comunque affermare che la quiescenza attuale sia la più importante dal 1908-’16, quando si contarono 1.019 giorni spotless. Inoltre, il comportamento odierno presenta similitudini col Minimo di Damon (1856-1913), quando i cicli solari erano mediamente più lunghi di quelli del XX secolo. In particolare, il biennio in corso, che rappresenta la fase più profonda della quiescenza, ovvero quella che dovrebbe condurre verso la ripresa del ciclo di Schwabe, coi giorni senza macchie che vanno rarefacendosi, ma senza sparire del tutto per qualche anno ancora, mostra un numero di spotless days che sta avvicinando le più lunghe serie storicamente documentate:
ciclo 24 (2008-’09) = 480 giorni (al 22 settembre)
ciclo 12 (1878-’79) = 497 giorni
ciclo 14 (1901-’02) = 544 giorni
ciclo 15 (1912-’13) = 565 giorni
In teoria, mancando 101 giorni alla fine del 2009, sarebbe ancora possibile superare il biennio 1912-’13; nessuno è però in grado di predire quale sarà il comportamento del Sole nei mesi venturi. Il biennio in questione è cruciale per la svolta: nel caso del ciclo 12, il 1880 ebbe 33 spotless days; nel ciclo 14, il 1903 ne totalizzò 45; nel ciclo 15 invece, il 1914 arrivò a 153, per poi cadere a 12 nel 1915. Va detto che il trend attuale (2004-’09) rassomiglia soprattutto a quest’ultimo, il che lascia presumere che si possano avvicinare i 900-1.000 giorni spotless. Resta poi il fatto che non è ancora chiaro se il minimo sia già stato superato: matematicamente, potrebbe essere stato raggiunto nel dicembre 2008 ma, di norma, a ufficializzarlo è un international consensus, che potrà esprimersi solo a molti mesi di distanza. Anche perché, con un agosto spotless, cosa che non accadeva dal giugno 1913, e un settembre in cui le macchie hanno latitato fino al giorno 21, non è ancora chiaro se l’astro abbia imboccato la via d’una decisa ripresa dell’attività magnetica.
Fonte
By Marco Frico
Il Sole ripreso da SOHO con il EIT (Extreme ultraviolet Imaging Telescope) il 23 settembre. La macchia in basso (regione 1026, emisfero sud) è ruotata dalla faccia nascosta il 21 settembre; quella superiore (regione 1027, emisfero nord), è comparsa il 22 settembre. Entrambe appartengono al ciclo 24
Il prolungato minimo solare che sta caratterizzando il trapasso fra i cicli 23/24 potrebbe produrre una diminuzione delle temperature terrestri: «Rimane da stabilire quando ciò potrà eventualmente avvenire: gli esperti non sanno ancora dirci tra quanti anni (o decenni) avvertiremo l’effetto di tale cambiamento e se si tratterà di un processo graduale o molto brusco».
È quel che si legge nel servizio dedicato all’argomento nel numero di settembre di Coelum. Con linguaggio semplice e schematico, anche il profano viene introdotto alle dinamiche che regolano l’apparizione delle macchie sull’astro (ciclo di Schwabe) e alla loro storia osservativa, iniziata nel 1610. Il tema, suddiviso fra certezze, indizi e ipotesi, tenta di fare il punto su uno stato di quiescenza che, partito a inizio 2006, avrebbe dovuto terminare un paio di anni dopo e, invece, non dà ancora cenni di conclusione. Corredato da cinque tabelle che sintetizzano gli aspetti storici e fisici della dinamica solare, l’articolo si conclude con un box in cui sono elencati i principali siti e forum che si occupano dell’argomento; tra gli altri, è citato anche il portale del Meteogiornale.
Un utile strumento per chi voglia acquisire le cognizioni basilari sull’argomento, si diceva di questo fascicolo di Coelum. Ma, siccome la cronaca non si ferma, dov’è giunto il trapasso fra i cicli 23/24? Al 22 settembre il conteggio totale dei giorni senza macchie ha toccato quota 724 (dato ufficioso) a iniziare dal 27 gennaio 2004, data del primo giorno spotless del ciclo 23/24. Nel corso del 2009 invece, sono già 215 i giorni immacolati. Siccome questo indicatore rappresenta l’unico elemento di confronto coi cicli del passato, quando il livello tecnologico non permetteva la raffinatezza delle misure contemporanee, si può comunque affermare che la quiescenza attuale sia la più importante dal 1908-’16, quando si contarono 1.019 giorni spotless. Inoltre, il comportamento odierno presenta similitudini col Minimo di Damon (1856-1913), quando i cicli solari erano mediamente più lunghi di quelli del XX secolo. In particolare, il biennio in corso, che rappresenta la fase più profonda della quiescenza, ovvero quella che dovrebbe condurre verso la ripresa del ciclo di Schwabe, coi giorni senza macchie che vanno rarefacendosi, ma senza sparire del tutto per qualche anno ancora, mostra un numero di spotless days che sta avvicinando le più lunghe serie storicamente documentate:
ciclo 24 (2008-’09) = 480 giorni (al 22 settembre)
ciclo 12 (1878-’79) = 497 giorni
ciclo 14 (1901-’02) = 544 giorni
ciclo 15 (1912-’13) = 565 giorni
In teoria, mancando 101 giorni alla fine del 2009, sarebbe ancora possibile superare il biennio 1912-’13; nessuno è però in grado di predire quale sarà il comportamento del Sole nei mesi venturi. Il biennio in questione è cruciale per la svolta: nel caso del ciclo 12, il 1880 ebbe 33 spotless days; nel ciclo 14, il 1903 ne totalizzò 45; nel ciclo 15 invece, il 1914 arrivò a 153, per poi cadere a 12 nel 1915. Va detto che il trend attuale (2004-’09) rassomiglia soprattutto a quest’ultimo, il che lascia presumere che si possano avvicinare i 900-1.000 giorni spotless. Resta poi il fatto che non è ancora chiaro se il minimo sia già stato superato: matematicamente, potrebbe essere stato raggiunto nel dicembre 2008 ma, di norma, a ufficializzarlo è un international consensus, che potrà esprimersi solo a molti mesi di distanza. Anche perché, con un agosto spotless, cosa che non accadeva dal giugno 1913, e un settembre in cui le macchie hanno latitato fino al giorno 21, non è ancora chiaro se l’astro abbia imboccato la via d’una decisa ripresa dell’attività magnetica.
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