Arca di Noè dalla Cia foto e dubbi
2 partecipanti
Pagina 1 di 1
Arca di Noè dalla Cia foto e dubbi
Il dibattito sulle prove storiche degli eventi descritti nella Bibbia, uno dei soggetti più delicati dell'intero panorama scientifico, sta per avere un ritorno di fiamma. A versare benzina sul fuoco è l'annuncio della Cia che si prepara a rendere pubbliche una serie di immagini della cosiddetta "anomalia del monte Ararat", che secondo alcuni sarebbe la struttura lignea dell'arca di Noè.
Le fotografie, che saranno diffuse nelle prossime settimane, mostrano una grande struttura rocciosa di forma ellissoidale, in cui qualcuno ha creduto di riconoscere la carena di una nave. Costruita da Noè su ordine di Dio, l'arca, narra la Bibbia, si incagliò sulle montagne di Ararat dopo i 40 giorni del Diluvio universale, e lì fu abbandonata dal patriarca quando le acque si ritirarono. Le immagini sono state scattate da aerei spia americani durante gli anni della Guerra Fredda: il grande massiccio vulcanico dell'Ararat si trova infatti nella parte orientale della Turchia, a ridosso del confine di quella che era un tempo l'Unione sovietica, lungo una rotta molto frequentata dalle missioni clandestine.
L'anomalia fotografata dagli americani si trova sotto un ghiacciaio sulla cima del monte ed è stata studiata per anni dagli esperti della Cia, che non sono riusciti a identificarne con certezza la natura. A favore dell'ipotesi che si tratti effettivamente dell'arca di Noè vi sono la collocazione e la forma della massa. Ma le misurazioni effettuate indicano che l'anomalia sarebbe lunga approssimativamente un paio di chilometri, una dimensione impensabile per una barca, equivalente a una decina delle odierne superpetroliere. E di certo, nettamente inferiore ai 130 metri circa dell'imbarcazione di Noè indicati nel libro della Genesi.
Anche l'ipotesi che una nave di legno sia rimasta indenne per migliaia di anni all'interno di un ghiacciaio in movimento (inoltre, l'attività vulcanica dell'Ararat è proseguita fino al 1840) suscita numerose perplessità. Ma un ex agente della Cia ha riferito ai giornali che nell'ingrandimento di una delle immagini si vede qualcosa che somiglia a tre grandi assi di legno incurvato. Il rapporto che accompagna le fotografie attribuisce con più probabilità la formazione della strana massa di roccia allo slittamento periodico dell'accumulo di ghiacci e neve lungo i versanti della montagna, ma gli esperti dell'agenzia americana non hanno potuto escludere completamente i che l'Ararat conservi segreti ancora da svelare.
Le prime fotografie della zona sono state diffuse dalla Dia, il servizio d'informazione della Difesa statunitense, nel 1995. Si trattava di immagini scattate nel 1949 da un U2 di ritorno da una missione segreta oltrecortina. Le foto incuriosirono immediatamente il governo americano, che ha continuato per decenni a riprendere dall'alto la montagna, sia con gli aerei sia utilizzando i satelliti spia, senza giungere ad una conclusione definitiva sulla natura della strana massa rocciosa. Negli ultimi decenni, le notizie trapelate sulla misteriosa anomalia hanno alimentato voci, leggende e speranze di un ritrovamento dell'arca. Nella zona sono state effettuate numerose spedizioni archeologiche, molte delle quali finanziate da gruppi cristiani fondamentalisti, e vi sono stati diversi annunci di "scoperte", nessuna delle quali ha però ricevuto conferma.
D'altronde, le fonti storiche fanno risalire al terzo secolo avanti Cristo la convinzione che l'arca di Noè sia ancora visibile. Negli ultimi cento anni, poi, c'è stato chi ha detto di aver trovato resti del suo legno, chi di averla vista o addirittura visitata, camminando sul tetto e persino entrando all'interno. Un protagonista particolarmente tenace di queste ricerche è stato l'ex astronauta James Irwin, sbarcato nel 1971 sulla Luna con la missione Apollo 15, il quale ha dedicato gli ultimi dieci anni della sua vita, dall'82 al '91, a indagare sulla montagna. Irwin, che al ritorno dallo spazio aveva dichiarato alla stampa di avere "incontrato Dio", riferì di aver trovato nell'Ararat la parte inferiore dell'arca di Noè, collocandola però alle pendici della montagna, quindi ben lontano dalla zona dell'anomalia, e dicendo che le sue dimensioni corrispondevano a quelle riportate nella Bibbia.
L'arca, tra l'altro, secondo la descrizione biblica, sarebbe la più grande imbarcazione che abbia mai solcato i mari prima del Ventesimo secolo: le sue proporzioni sono infatti molto simili a quelle dei moderni transatlantici: 136 metri per 24. Gli scettici puntualizzano inoltre che il libro sacro non indica affatto il monte Ararat come luogo di approdo dell'arca, a differenza di quel che comunemente si crede. La Genesi parla invece più genericamente di "montagne di Ararat", nome che indicava un'intera, remota regione a nord dell'Assiria. I primi riferimenti all'attuale monte risalirebbero, secondo gli storici, solamente al tardo medioevo, mentre le fonti più antiche indicherebbero una montagna completamente diversa, che si trova a più di 300 chilometri di distanza.
Un altro motivo per dubitare dell'utilità delle ricerche sull'Ararat è poi la mancanza di prove (fossili o sedimenti) che il monte sia mai stato sommerso dalle acque e quindi dal Diluvio Universale. Se anche l'arca è sopravvissuta, chi la cerca starebbe quindi guardando nel posto sbagliato. A mettere fine alle indagini, se non altro quelle sul campo, ha comunque pensato all'inizio degli anni '90 il governo turco, che ha vietato l'accesso al monte Ararat agli stranieri, in seguito al rapimento di cinque archeologi da parte dei guerriglieri curdi. Le foto che la Cia si prepara a diffondere potrebbero dunque essere l'unica occasione, almeno per ora, di dare un'occhiata all'arca di Noè.
Fonte Repubblica.it
Mi chiedo come sia possibile che pure la CIA
si sia interessata cosi tanto dell'argomento
nel lontano 22 novembre 1997 ?
Le fotografie, che saranno diffuse nelle prossime settimane, mostrano una grande struttura rocciosa di forma ellissoidale, in cui qualcuno ha creduto di riconoscere la carena di una nave. Costruita da Noè su ordine di Dio, l'arca, narra la Bibbia, si incagliò sulle montagne di Ararat dopo i 40 giorni del Diluvio universale, e lì fu abbandonata dal patriarca quando le acque si ritirarono. Le immagini sono state scattate da aerei spia americani durante gli anni della Guerra Fredda: il grande massiccio vulcanico dell'Ararat si trova infatti nella parte orientale della Turchia, a ridosso del confine di quella che era un tempo l'Unione sovietica, lungo una rotta molto frequentata dalle missioni clandestine.
L'anomalia fotografata dagli americani si trova sotto un ghiacciaio sulla cima del monte ed è stata studiata per anni dagli esperti della Cia, che non sono riusciti a identificarne con certezza la natura. A favore dell'ipotesi che si tratti effettivamente dell'arca di Noè vi sono la collocazione e la forma della massa. Ma le misurazioni effettuate indicano che l'anomalia sarebbe lunga approssimativamente un paio di chilometri, una dimensione impensabile per una barca, equivalente a una decina delle odierne superpetroliere. E di certo, nettamente inferiore ai 130 metri circa dell'imbarcazione di Noè indicati nel libro della Genesi.
Anche l'ipotesi che una nave di legno sia rimasta indenne per migliaia di anni all'interno di un ghiacciaio in movimento (inoltre, l'attività vulcanica dell'Ararat è proseguita fino al 1840) suscita numerose perplessità. Ma un ex agente della Cia ha riferito ai giornali che nell'ingrandimento di una delle immagini si vede qualcosa che somiglia a tre grandi assi di legno incurvato. Il rapporto che accompagna le fotografie attribuisce con più probabilità la formazione della strana massa di roccia allo slittamento periodico dell'accumulo di ghiacci e neve lungo i versanti della montagna, ma gli esperti dell'agenzia americana non hanno potuto escludere completamente i che l'Ararat conservi segreti ancora da svelare.
Le prime fotografie della zona sono state diffuse dalla Dia, il servizio d'informazione della Difesa statunitense, nel 1995. Si trattava di immagini scattate nel 1949 da un U2 di ritorno da una missione segreta oltrecortina. Le foto incuriosirono immediatamente il governo americano, che ha continuato per decenni a riprendere dall'alto la montagna, sia con gli aerei sia utilizzando i satelliti spia, senza giungere ad una conclusione definitiva sulla natura della strana massa rocciosa. Negli ultimi decenni, le notizie trapelate sulla misteriosa anomalia hanno alimentato voci, leggende e speranze di un ritrovamento dell'arca. Nella zona sono state effettuate numerose spedizioni archeologiche, molte delle quali finanziate da gruppi cristiani fondamentalisti, e vi sono stati diversi annunci di "scoperte", nessuna delle quali ha però ricevuto conferma.
D'altronde, le fonti storiche fanno risalire al terzo secolo avanti Cristo la convinzione che l'arca di Noè sia ancora visibile. Negli ultimi cento anni, poi, c'è stato chi ha detto di aver trovato resti del suo legno, chi di averla vista o addirittura visitata, camminando sul tetto e persino entrando all'interno. Un protagonista particolarmente tenace di queste ricerche è stato l'ex astronauta James Irwin, sbarcato nel 1971 sulla Luna con la missione Apollo 15, il quale ha dedicato gli ultimi dieci anni della sua vita, dall'82 al '91, a indagare sulla montagna. Irwin, che al ritorno dallo spazio aveva dichiarato alla stampa di avere "incontrato Dio", riferì di aver trovato nell'Ararat la parte inferiore dell'arca di Noè, collocandola però alle pendici della montagna, quindi ben lontano dalla zona dell'anomalia, e dicendo che le sue dimensioni corrispondevano a quelle riportate nella Bibbia.
L'arca, tra l'altro, secondo la descrizione biblica, sarebbe la più grande imbarcazione che abbia mai solcato i mari prima del Ventesimo secolo: le sue proporzioni sono infatti molto simili a quelle dei moderni transatlantici: 136 metri per 24. Gli scettici puntualizzano inoltre che il libro sacro non indica affatto il monte Ararat come luogo di approdo dell'arca, a differenza di quel che comunemente si crede. La Genesi parla invece più genericamente di "montagne di Ararat", nome che indicava un'intera, remota regione a nord dell'Assiria. I primi riferimenti all'attuale monte risalirebbero, secondo gli storici, solamente al tardo medioevo, mentre le fonti più antiche indicherebbero una montagna completamente diversa, che si trova a più di 300 chilometri di distanza.
Un altro motivo per dubitare dell'utilità delle ricerche sull'Ararat è poi la mancanza di prove (fossili o sedimenti) che il monte sia mai stato sommerso dalle acque e quindi dal Diluvio Universale. Se anche l'arca è sopravvissuta, chi la cerca starebbe quindi guardando nel posto sbagliato. A mettere fine alle indagini, se non altro quelle sul campo, ha comunque pensato all'inizio degli anni '90 il governo turco, che ha vietato l'accesso al monte Ararat agli stranieri, in seguito al rapimento di cinque archeologi da parte dei guerriglieri curdi. Le foto che la Cia si prepara a diffondere potrebbero dunque essere l'unica occasione, almeno per ora, di dare un'occhiata all'arca di Noè.
Fonte Repubblica.it
Mi chiedo come sia possibile che pure la CIA
si sia interessata cosi tanto dell'argomento
nel lontano 22 novembre 1997 ?
Re: Arca di Noè dalla Cia foto e dubbi
molto interessante ed esauriente nella sua brevità questo articolo. come al solito quel "da dio in persona" dovrebbe essere invece "dagli dei in persona" se vogliamo rimanere fedeli a quella parolina "elohim" che è il plurale di "eloha" che così spesso si trova nella bibbia. mi chiedo poi perchè, se l'imbarcazione è un'imbarcazione in legno dalle misure esatte se confrontate con quelle della bibbia, la cia detenga documenti riguardanti
l'arca da 50 anni (sic) in totale segretezza. c'è dell'altro, allora??? Robert "bob" Dean, in un suo video, dice a proposito delle cosine abbastanza interessanti senza però svelare o poter svelare alcunchè.
l'arca da 50 anni (sic) in totale segretezza. c'è dell'altro, allora??? Robert "bob" Dean, in un suo video, dice a proposito delle cosine abbastanza interessanti senza però svelare o poter svelare alcunchè.
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27770
l'Arca? un Cubo
L’arca che Ziusudra, re di Shuruppak, (il Noè biblico) costruì, su consiglio del dio Enki, aveva la forma di un cubo, con ciascun lato di 120 cubiti. [1] Anche l’imbarcazione fabbricata da Noè, per volontà di Dio, era un parallelepipedo: 150 cubiti di lunghezza per 30 di altezza e 50 di larghezza. Invano gli archeologi continueranno a cercare il relitto dell’arca biblica sul Monte Ararat: essa non navigò per arenarsi sulle pendici della maestosa vetta armena. L’arca di Ziusudra era dunque un gigantesco dado che è l’espressione simbolica tridimensionale del quadrato, adombrando tutto ciò che è saldo e durevole. Tra i corpi regolari, Platone assegna al dado l’elemento terra. Nell’alchimia è in relazione alll’elemento “sal” come principio del concreto. La Gerusalemme celeste, città ideale dell’Apocalissi attribuita a Giovanni (21-16,17) è cubica: “la lunghezza, la larghezza e l’altezza della città sono eguali”. I suoi lati sono di 12.000 stadi (2200 km), un corpo perfetto sulla base del numero 12. E’ un cubo pure la Kaaba, nel santuario della Mecca: ivi è custodita la pietra divenuta nera per i peccati degli uomini.
Il quadrato è l’emblema geometrico che esprime l’orientamento dell’uomo nello spazio e nella vita, in base ad una divisione del mondo in parti governate da custodi soprannaturali. E’ immagine del cosmo a misura d’uomo, al cui centro viene pensato l’arciere celeste (axis mundi). Questa figura è in connessione con il numero quattro che indica i quattro fiumi del Paradiso, le quattro direzioni del cielo, i quattro temperamenti etc. Se si scrive tale cifra usando il sistema romano, si ottiene IIII: le quattro linee disegnano, una volta dislocate, un quadrangolo che ricorda una porta con gli stipiti, la soglia e l’architrave. Il quadrato con la triplice cinta è archetipo suggestivo.
René Guénon ci ricorda che il Quaternario rappresenta l’espansione totale dell’Unità originaria. L’espansione, simboleggiata dalla croce i cui quattro bracci sono formati da due rette perpendicolari, è il numero del Verbo manifestato e dell’Adam Kadmon. Da non trascurare le misure dell’arca sumera e le dimensioni della Gerusalemme celeste, entrambe basate sul numero 12, probabilmente di significato astronomico-precessionale, oltre che sacro. E’ possibile che l’arca di Ziusudra e la sfavillante città ultraterrena siano i punti estremi dello stesso segmento.
Secondo David Wilcock, il cubo di Ziusudra potrebbe essere uno stargate, grazie al quale il re sumero riuscì a mettere in salvo sé stesso, i congiunti e gli animali, seguendo le istruzioni del dio Enki (Ea). Wilcock nota che l’ipercubo (o n-cubo), forma geometrica regolare inclusa in uno spazio di quattro dimensioni, secondo gli studi pionieristici di alcuni scienziati, si lega alla fisica iperdimensionale, dunque alla possibilità di varcare il confine del nostro universo per accedere ad un altro piano. Le speculazioni riportate da Wilcock si potrebbero accostare al significato del numero 11 ripetuto. Il numero 11 possiede per lo più valenze oscure, ma, raddoppiato, a formare altresì un quadrilatero virtuale (una porta?), stando ad alcuni orientamenti interpretativi, indica il passaggio, la transizione.
I passaggi sono luoghi fisici, “ombelichi” cultuali (sorgenti, monoliti, grotte, fenditure…), quindi anticamere di spazi ulteriori, metafisici. Fortunato chi – è una chimera? – quando questa linea temporale si sarà spezzata, riuscirà a deviare sullo scambio per l’altro binario. [1] La storia di Ziusudra, scritta in sumero, è riportata nei frammenti di una tavoletta fittile reperita ad Eridu. Nei testi accadici Ziusudra diventa Utnapishtim, il cui nome dovrebbe valere “ho trovato la vita ” o “ho visto la luce”.
Fonti:
Dizionario universale dei miti e delle leggende, a cura di A. Mercatante, s.v. Noè ed Utnapishtim
Enciclopedia dei simboli, a cura di Hans Biedermann, Milano, s.v. dado, numeri, quadrato
Enigmi alieni, Messaggeri dallo spazio, documentario di History channel, 2011
R. Guénon, Il demiurgo ed altri saggi, Milano, 2007
http://altrogiornale.org/news.php
strano che, ovunque si guardi nello Spazio, esista solamente la forma sferica, per quanto ne sappiamo.
Alaudae- Moderatore Globale
- Utente SuperAttivo :
La verità si sottrae all'evidenza
attraverso la sua inverosimilità.
Eraclito, 500 aC
Mio stato d'animo :
Animale Preferito :
Il mio Sesso :
Segno Zodiacale :
La mia forza :
Messaggi : 14966
Età : 76
Netiquette :
Località : Roma
Nazione :
Data d'iscrizione : 26.06.09
Punti : 27770
Argomenti simili
» Osama Bin Laden
» Arca di Noè Importante
» Il Mondo conoscerà l'arca dell'alleanza
» illuminati chi sono e cosa vogliono
» Honduras: sub scomparsi, dubbi del padre
» Arca di Noè Importante
» Il Mondo conoscerà l'arca dell'alleanza
» illuminati chi sono e cosa vogliono
» Honduras: sub scomparsi, dubbi del padre
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.