a proposito del cronovisore..
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a proposito del cronovisore..
Milano, 17 settembre 1952. Laboratorio di Fisica Sperimentale, Università Cattolica del Sacro Cuore. In questo laboratorio si trovavano due uomini, che cercavano di ottenere un suono puro da un magnetofono a filo, utilizzando gli strumenti più avveniristici dell’epoca.
Uno era Padre Agostino Gemelli, medico ed esperto di Fisica, fondatore e rettore per quarant’anni dell Università Cattolica, e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze.
L’altro era Padre Pellegrino Ernetti, esperto di musica prepolifonica, insegnante al Conservatorio Statale di Venezia ed esperto di Fisica Quantistica e Subatomica.
I due uomini, mediante il magnetofono a filo, cercavano di ottenere un suono puro da un canto gregoriano, quando per l’ennesima volta il filo si spezza.
“Ah!Papà, aiutami tu!” esclama Padre Gemelli, come aveva già fatto molte volte.
Ma questa volta, dal magnetofono, invece dei canti gregoriani, giunge una risposta, da una voce che Padre Gemelli riconosce come quella del padre: “Ma certo che ti aiuto. Io sono sempre con te.”
Padre Gemelli dette poco peso all’accaduto, mentre Ernetti iniziò a elaborare teorie sull’accaduto…
Queste teorie condusserò il sacerdote a riflettere sugli Archivi Akashici della tradizione esoterica, secondo cui tutti gli eventi del mondo venivano registrati in una sorta di pellicola che circonda il mondo (Akasha è una parola sanscrita, il cui significato è Etere). In base a questa teoria, se si trovasse il modo di accedere a questi archivi, tutte le conoscenze sul passato sarebberò a portata di mano. Di ciò era convinto anche Jung, ritenendo che gli esseri umani, mediante il loro inconscio, potevano attingere a questi archivi.
Le ricerche di Padre Ernetti, lo portarono a ritenere che questi archivi fossero costituiti da onde, che potevano essere captate avendo gli strumenti adatti.
Nel giro di pochi anni, il sacerdote riunisce attorno a se un equipe di dodici scienziati, tra cui vengono citati Enrico Fermi e Werner Von Braun Luigi Borello.
In breve tempo, il cronovisore diventa una realtà. Questa fu la descrizione (tratta dal Corriere della Sera) data dallo stesso Padre Ernetti del suo apparecchio: “Non è come un film, ma come un ologramma, a tre dimensioni, in rilievo. I personaggi non erano molto grandi. Pressappoco la dimensione dei nostri schermi televisivi […] in bianco e nero ma con il movimento e il suono […]. Potevamo regolare il nostro apparecchio sul luogo e l’epoca desiderati. Più esattamente sceglievamo qualcuno che volevamo seguire […]. E’ lui che vedevamo. Ciascun uomo possiede un genere d’onda, una sorta di emanazione che gli è propria, un po’ come una firma, o come delle impronte digitali […]. Dunque è qualcuno che noi vediamo e continuiamo a vedere in tutti i suoi spostamenti. E’ sempre lui al centro della scena. Il problema consisteva innanzi tutto nel trovarlo, per tentativi. Si regolava poi l’apparecchio sull’onda che emanava da lui, e l’apparecchio lo seguiva automaticamente”
Fu così che il sacerdote ascoltò i discorsi di Cicerone, osservo Roma ai tempi di Traiano e Napoleone nel corso delle sue battaglie, vide, trascrisse e pubblicò la Thyestes, una tragedia perduta di Quinto Ennio, di cui si conoscevano solamente brevi citazioni, e per finire osservò la crocifissione di Cristo.
Dopo di ciò il sacerdote, assieme agli altri scienziati, decise di smantellare la macchina, ritenendola troppo pericolosa.
Secondo il sacerdote gli schemi si trovavano presso un notaio svizzero, altri schemi erano in Giappone, inoltre una copia si trovava a Roma.
Esistono principi scientifici su cui si poteva basare una macchina simile?
Si: il principio della conservazione dell’energia, secondo cui “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. In base a questo principio le onde emesse da una persona non si distruggono, ma si conservano in ciò che ci circonda. Quando noi parliamo, emettiamo onde sonore, e sono onde luminose che ci rendono visibili. Quindi, secondo questo principio, queste onde permangono e possono essere percepite, avendo l’attrezzatura necessaria. E questo, secondo Padre Ernetti, è ciò che faceva il suo Cronovisore.
Passano vent’anni, e giungiamo nel 1972.
Padre Ernetti dona ad un giornalista una foto del Cristo crocifisso, ottenuta mediante il Cronovisore. Ma questa foto si rivela una riproduzione di un immagine sacra acquistabile presso il Santuario dell’Amore Misericordioso, a Todi.
Burla o grande scoperta?
Il fatto che l’immagine del Cristo fosse un falso non implica necessariamente che il tutto sia stata una burla. Padre Ernetti avrebbe potuto dare al giornalista quella foto falsa per porre la parola fine alla sua invenzione, da lui stesso ritenuta troppo pericolosa. Inoltre, potrebbe aver ricevuto pressioni dall’alto.
Magari, nei sotterranei del Vaticano, coperta da uno spesso strato di polvere, si trova la straordinaria macchina di Padre Ernetti, in attesa che qualcuno nuovamente la attivi…
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