Informazione e disinformazione
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Informazione e disinformazione
Vademecum delle Teorie di Complotto
Vivere in una società di tipo mediatico comporta due fattori altamente a rischio per la divulgazione: il potere di formare l’opinione pubblica viene infatti, per forza di cose, devoluto ai mezzi di informazione; di conseguenza, tutto ciò che non viene riportato dai mass media ufficialmente non esiste.
Questa prassi, ormai consolidata da tempo e ampiamente sfruttata a tutti i livelli, genera a sua volta il fenomeno delle teorie di complotto e di cospirazione.
Affermare a priori che tali speculazioni siano soltanto il frutto di menti estremamente fantasiose, o di semplici approfittatori della credulità, altrui sarebbe un modo fin troppo generico e oltremodo scorretto di affrontare il problema; ci troveremmo in pratica di fronte ad una delle tante tecniche di disinformazione delle quali ci occuperemo più avanti.
L’informazione è stata sempre sinonimo di controllo e come tale può godere di una libertà molto limitata; ciò non nega l’esistenza di uomini e strutture che perseguono e tentano di proporre con coscienza un sistema di informazione libertaria e asettica, ma è pur vero che proprio per le sue intrinseche peculiarità l’informazione stessa rimane comunque soggetta a vincoli ristrettivi.
Uno studio di circa tre anni condotto in Spagna su questo argomento, ci offre la possibilità di approfondire quali siano le tecniche di disinformazione e in che modo esse interagiscano con l’opinione pubblica.
La soggettività in questo campo è innegabile, non esiste a priori una rappresentazione completamente asettica della realtà, dovrebbe però esistere un atteggiamento di lealtà da parte di chi fornisce le informazioni; lealtà verso coloro che leggeranno e nei confronti dell’informazione stessa.
E’ un dato di fatto che circa il 90% delle informazioni pervenute alle agenzie di stampa vengano scartate o rifiutate; da questo dato è facilmente desumibile quale sia la nostra conoscenza di ciò che accade nel mondo; ma quali sono i criteri che portano a scartare e preferire una o più informazioni rispetto ad altre?
La maggior parte delle agenzie di stampa sono rappresentate da gruppi americani, europei e giapponesi; non si tratta di società qualsiasi ma di veri e propri gruppi finanziari in diretto contatto con i vari governi;
Proprio per questa loro particolare natura non hanno alcun interesse a propagandare aspetti negativi del sistema, della politica o della situazione militare; ancor meno il loro interesse è rivolto a fatti o idee che comportino la possibilità di una svolta di pensiero, elemento primo per un cambiamento sociale.
Abbiamo parlato di agenzie legate ai vari governi, non dimentichiamo però che le stesse possono dipendere anche da grandi banche, da grosse strutture finanziarie, oltre che essere diretta proprietà del governo stesso.
Per ovviare a questo problema sono sorte varie tecniche di disinformazione, ovvero quelle che oggi sono le basi stesse delle teorie di complotto; quasi nessuno presta attenzione a quelle che potremmo definire vere e proprie “alchimie giornalistiche”, siamo troppo abituati a leggere ciò che pensiamo dovrebbe essere scritto in un determinato articolo che prestiamo ben poca attenzione a ciò che è realmente stato scritto.
Ma veniamo a quello che è l’argomento principale di questo articolo: la disinformazione può seguire varie tecniche, prima tra tutte quella che riguarda il posizionamento della notizia all’interno del supporto cartaceo; le notizie riportate in copertina o in prima pagina fungono da ottimo catalizzatore, influenzano il lettore su quello che sarà il suo andamento nello scorrere il giornale, ne catalizzano l’interesse e lo distolgono da quanto è stato riportato ma sarebbe meglio non leggere.
Un processo analogo viene seguito per le notizie riportate negli angoli superiori, soprattutto quelli a destra; in questo modo la composizione finale di una pagina si presta ad un processo di disinformazione, poiché diventa campo di discrimina tra le notizie da far risaltare e quelle da tenere in ombra.
Spesso in campo ufologico, le notizie di avvistamenti, abduction e altri fenomeni, occupano uno spazio quasi irrilevante nelle ultime pagine o quasi nascoste tra rubriche che non rivestono particolare interesse per il lettore. Unica eccezione viene fatta per quelle notizie già trattate dai media televisivi; questo accade per una ragione commerciale più che di libera informazione, è infatti noto che chi segue le notizie in tv cerca spesso conferme sulla carta stampata.
Altra tecnica di disinformazione è quella che tiene conto del contorno o della cornice in seno alla quale la notizia viene riportata; esiste infatti una enorme differenza tra il riportare un avvistamento nella pagina che parla di cronaca e il riportare la stessa notizia in quella che parla di scienza, magari con un grosso servizio a tutta pagina denso di nomi scientifici e formule incomprensibili; la differenza sta nel numero di persone che si soffermeranno su quella pagina, ben poche rispetto a quelle che scorreranno le notizie di cronaca o di gossip.
Il titolo, il trafiletto e il materiale fotografico rientrano anch’essi a pieno titolo nel mondo dei trucchi della disinformazione; prendiamo ancora una volta ad esempio il nostro avvistamento Ufo; ci basterà non aggiungere alcun materiale fotografico, ingrandire il titolo e il trafiletto e rimpicciolire tutto il resto. In pratica avremo dato un breve riassunto della notizia senza entrare in alcun particolare e sorvolando sulla probabile valenza che potrebbe avere rispetto al fenomeno in generale; una notizia così trattata viene stampata con il solo scopo di non essere letta, e tenendo conto che la stragrande maggioranza dei lettori di quotidiani legge spesso solo titolo e trafiletto per farsi un’idea del contenuto, il nostro gioco è fatto!
Esiste anche una tecnica abbastanza sottile della quale spesso nessuno riesce a cogliere il vero significato; una tecnica che potremmo benissimo definire disinformazione psicologica o più praticamente “parolina magica”.
Rifacciamoci ancora una volta al nostro avvistamento e proviamo a scrivere il titolo che potrebbe suonare più o meno così: “Avvistamento Ufo nelle campagne laziali”. Un titolo del genere potrebbe stimolarci a continuare nella lettura? Probabilmente si, ma proviamo adesso ad aggiungere la nostra “parolina magica” e riscriviamo il titolo: “L’ennesimo avvistamento Ufo sulle campagna del Lazio”; ci basterà aggiungere un termine di svilimento perché il lettore sorrida beffardo e volti pagina!
Ultima nota in merito a questo particolare argomento, anche se richiederebbe molto più spazio, è sicuramente da riferirsi a quelle notizie che appaiono all’improvviso e invadano per un certo periodo di tutto tutti i quotidiani, fino a quando, così come improvvisamente sono apparse, spariscono di colpo.
Questo fenomeno implica ragionamenti sottili, interessi governativi e finanziari, si tratta di un fenomeno che investe tutti i mass media senza alcuna distinzione. Un esempio classico è la guerra in Iraq; dopo un periodo di pagine e pagine con foto, articoli, interviste, storie e quanto altro, di colpo la prima pagina è passata ai battibecchi di Miss Italia, eppure la guerra ancora continua!
Forse non tutte le teorie di complotto hanno alle spalle una vera e propria cospirazione, ma di certo coloro che dovrebbero tranquillizzarci da questo punto di vista, fanno proprio di tutto perché la fantasia costruisca castelli e torri altissime. A volte questi castelli hanno solide fondamenta, a volte sono sostenuti da ragionevoli dubbi, quasi sempre sono avvolti dalla nebbia, e la cosa che più ci fa paura e che questa nebbia proviene spesso da entrambe le parti!
vai alla fonte: Informazione e disinformazione | Collettivo Exit http://www.magozine.it/informazione-e-disinformazione#ixzz24gk2IYR9
Vivere in una società di tipo mediatico comporta due fattori altamente a rischio per la divulgazione: il potere di formare l’opinione pubblica viene infatti, per forza di cose, devoluto ai mezzi di informazione; di conseguenza, tutto ciò che non viene riportato dai mass media ufficialmente non esiste.
Questa prassi, ormai consolidata da tempo e ampiamente sfruttata a tutti i livelli, genera a sua volta il fenomeno delle teorie di complotto e di cospirazione.
Affermare a priori che tali speculazioni siano soltanto il frutto di menti estremamente fantasiose, o di semplici approfittatori della credulità, altrui sarebbe un modo fin troppo generico e oltremodo scorretto di affrontare il problema; ci troveremmo in pratica di fronte ad una delle tante tecniche di disinformazione delle quali ci occuperemo più avanti.
L’informazione è stata sempre sinonimo di controllo e come tale può godere di una libertà molto limitata; ciò non nega l’esistenza di uomini e strutture che perseguono e tentano di proporre con coscienza un sistema di informazione libertaria e asettica, ma è pur vero che proprio per le sue intrinseche peculiarità l’informazione stessa rimane comunque soggetta a vincoli ristrettivi.
Uno studio di circa tre anni condotto in Spagna su questo argomento, ci offre la possibilità di approfondire quali siano le tecniche di disinformazione e in che modo esse interagiscano con l’opinione pubblica.
La soggettività in questo campo è innegabile, non esiste a priori una rappresentazione completamente asettica della realtà, dovrebbe però esistere un atteggiamento di lealtà da parte di chi fornisce le informazioni; lealtà verso coloro che leggeranno e nei confronti dell’informazione stessa.
E’ un dato di fatto che circa il 90% delle informazioni pervenute alle agenzie di stampa vengano scartate o rifiutate; da questo dato è facilmente desumibile quale sia la nostra conoscenza di ciò che accade nel mondo; ma quali sono i criteri che portano a scartare e preferire una o più informazioni rispetto ad altre?
La maggior parte delle agenzie di stampa sono rappresentate da gruppi americani, europei e giapponesi; non si tratta di società qualsiasi ma di veri e propri gruppi finanziari in diretto contatto con i vari governi;
Proprio per questa loro particolare natura non hanno alcun interesse a propagandare aspetti negativi del sistema, della politica o della situazione militare; ancor meno il loro interesse è rivolto a fatti o idee che comportino la possibilità di una svolta di pensiero, elemento primo per un cambiamento sociale.
Abbiamo parlato di agenzie legate ai vari governi, non dimentichiamo però che le stesse possono dipendere anche da grandi banche, da grosse strutture finanziarie, oltre che essere diretta proprietà del governo stesso.
Per ovviare a questo problema sono sorte varie tecniche di disinformazione, ovvero quelle che oggi sono le basi stesse delle teorie di complotto; quasi nessuno presta attenzione a quelle che potremmo definire vere e proprie “alchimie giornalistiche”, siamo troppo abituati a leggere ciò che pensiamo dovrebbe essere scritto in un determinato articolo che prestiamo ben poca attenzione a ciò che è realmente stato scritto.
Ma veniamo a quello che è l’argomento principale di questo articolo: la disinformazione può seguire varie tecniche, prima tra tutte quella che riguarda il posizionamento della notizia all’interno del supporto cartaceo; le notizie riportate in copertina o in prima pagina fungono da ottimo catalizzatore, influenzano il lettore su quello che sarà il suo andamento nello scorrere il giornale, ne catalizzano l’interesse e lo distolgono da quanto è stato riportato ma sarebbe meglio non leggere.
Un processo analogo viene seguito per le notizie riportate negli angoli superiori, soprattutto quelli a destra; in questo modo la composizione finale di una pagina si presta ad un processo di disinformazione, poiché diventa campo di discrimina tra le notizie da far risaltare e quelle da tenere in ombra.
Spesso in campo ufologico, le notizie di avvistamenti, abduction e altri fenomeni, occupano uno spazio quasi irrilevante nelle ultime pagine o quasi nascoste tra rubriche che non rivestono particolare interesse per il lettore. Unica eccezione viene fatta per quelle notizie già trattate dai media televisivi; questo accade per una ragione commerciale più che di libera informazione, è infatti noto che chi segue le notizie in tv cerca spesso conferme sulla carta stampata.
Altra tecnica di disinformazione è quella che tiene conto del contorno o della cornice in seno alla quale la notizia viene riportata; esiste infatti una enorme differenza tra il riportare un avvistamento nella pagina che parla di cronaca e il riportare la stessa notizia in quella che parla di scienza, magari con un grosso servizio a tutta pagina denso di nomi scientifici e formule incomprensibili; la differenza sta nel numero di persone che si soffermeranno su quella pagina, ben poche rispetto a quelle che scorreranno le notizie di cronaca o di gossip.
Il titolo, il trafiletto e il materiale fotografico rientrano anch’essi a pieno titolo nel mondo dei trucchi della disinformazione; prendiamo ancora una volta ad esempio il nostro avvistamento Ufo; ci basterà non aggiungere alcun materiale fotografico, ingrandire il titolo e il trafiletto e rimpicciolire tutto il resto. In pratica avremo dato un breve riassunto della notizia senza entrare in alcun particolare e sorvolando sulla probabile valenza che potrebbe avere rispetto al fenomeno in generale; una notizia così trattata viene stampata con il solo scopo di non essere letta, e tenendo conto che la stragrande maggioranza dei lettori di quotidiani legge spesso solo titolo e trafiletto per farsi un’idea del contenuto, il nostro gioco è fatto!
Esiste anche una tecnica abbastanza sottile della quale spesso nessuno riesce a cogliere il vero significato; una tecnica che potremmo benissimo definire disinformazione psicologica o più praticamente “parolina magica”.
Rifacciamoci ancora una volta al nostro avvistamento e proviamo a scrivere il titolo che potrebbe suonare più o meno così: “Avvistamento Ufo nelle campagne laziali”. Un titolo del genere potrebbe stimolarci a continuare nella lettura? Probabilmente si, ma proviamo adesso ad aggiungere la nostra “parolina magica” e riscriviamo il titolo: “L’ennesimo avvistamento Ufo sulle campagna del Lazio”; ci basterà aggiungere un termine di svilimento perché il lettore sorrida beffardo e volti pagina!
Ultima nota in merito a questo particolare argomento, anche se richiederebbe molto più spazio, è sicuramente da riferirsi a quelle notizie che appaiono all’improvviso e invadano per un certo periodo di tutto tutti i quotidiani, fino a quando, così come improvvisamente sono apparse, spariscono di colpo.
Questo fenomeno implica ragionamenti sottili, interessi governativi e finanziari, si tratta di un fenomeno che investe tutti i mass media senza alcuna distinzione. Un esempio classico è la guerra in Iraq; dopo un periodo di pagine e pagine con foto, articoli, interviste, storie e quanto altro, di colpo la prima pagina è passata ai battibecchi di Miss Italia, eppure la guerra ancora continua!
Forse non tutte le teorie di complotto hanno alle spalle una vera e propria cospirazione, ma di certo coloro che dovrebbero tranquillizzarci da questo punto di vista, fanno proprio di tutto perché la fantasia costruisca castelli e torri altissime. A volte questi castelli hanno solide fondamenta, a volte sono sostenuti da ragionevoli dubbi, quasi sempre sono avvolti dalla nebbia, e la cosa che più ci fa paura e che questa nebbia proviene spesso da entrambe le parti!
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