L’enigmatico mistero dello Shiranui
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L’enigmatico mistero dello Shiranui
Nella notte di quasi tutti gli anni tra il 31 luglio e il 1° agosto, soprattutto verso l’alba, si può assistere, dinanzi a Kumamoto, ad est di Nagasaki, sull’isola giapponese di Kyushu, ad uno stranissimo e singolare avvenimento: le acque s’accendono di innumerevoli luci di color arancione, offrendo ai visitatori un suggestivo spettacolo; ma sconcertanti domande hanno fatto capolino tra i molti spettatori: si tratta di un fatto naturale ???, o si tratta di ben altro ???
Per dire di cosa si tratta, iniziamo dal dire di cosa non si tratta. Infatti innumerevoli sono state finora le ipotesi formulate per spiegare tale fenomeno, ma si sono rivelate tutte insostenibili.
Non si possono trattare di lampade dei pescherecci, poiché tali luminescenze si presentano anche quando non vi sono barche in mare; né si può parlare di un possibile evento d’origine naturale, dato che esso si verifica regolarmente da quasi mille anni, a discapito delle condizioni meteorologiche.
Ebbbene, tale fenomeno, che è stato chiamato col termine giapponese “Shiranui” che significa “il fuoco sconosciuto” ha una sola spiegazione plausibile, che si ricollega alla paleoastronautica: forse una razza aliena o appartenente all’antico e scomparso Impero Mu che compie approdi in quel preciso punto di mare. A conferma di tale ipotesi ci viene incontro le moltissime tombe presenti sull’isola di Kyushu che presentano strani ornamenti a forma circolare che richiamano alla mente gli ufo discoidali e i brillanti colori con cui sono rappresentati i dipinti farebbero ben pensare al fenomeno dello “shiranui” e del fuoco sconosciuto.Inoltre molte tradizioni del folklore locale diffuse attorno alla baia di Yatsushiro, posta a sud-ovest di Kumamoto, hanno molti elementi in comune con i moderni ufo e con i visitatori giunti dal cielo in splendenti vascelli, dai quali gli indigeni appresero un’infinità di cose utili. Inoltre il fenomeno detto dello “shiranui” si verifica anche nelle acque di Oshima, situata a sud di Tokyo. Inoltre in entrambi i casi, l’apparizione del “fuoco sconosciuto” è, il più delle volte, accompagnato dalla comparsa, documentate da numerosissime foto scattate dai molti testimoni, di oggetti volanti non identificati. Questo fuoco forma una specie di cerchio intorno all’isola di Oshima, e quando tale fenomeno accade, si osservano gli ufo dirigersi verso le antiche tombe e verso il centro della regione teatro del fenomeno. Inoltre si è scoperto che un fenomeno analogo si verifica sulla costa occidentale statunitense, e più esattamente al largo delle isole meridionali della California.
Ebbene i visitatori che vengono a bordo degli ufo quando compare in mare lo shiranui sono raffigurate nelle statuette dogu giapponesi; i quali iniziarono a comparire nel tardo periodo “Jomon”. Gli studiosi di tutto il mondo che le studiarono rimasero perplessi e allo stesso tempo meravigliati. Infatti a colpirli fu la zona corrispondente agli occhi, occupata da due grosse sporgenze ovali con una fessura orizzontale posta al centro e in altri da una strana finestrella rettangolare. Nel 1894 lo studioso giapponese, dottor Shogoro Tsuboi, riferì che secondo lui gli ovali potevano far pensare agli occhiali usati dagli eschimesi per difendersi dalla neve. Poi nel XX secolo Matsumura e Zeissig riferirono che, secondo loro, il “costume Jomon” rappresentasse nientaltro che uno speciale scafandro usato dai visitatori provenienti da altri mondi. Altri ricercatori invece ipotizzarono che tale maschere potessero essere degli speciali occhiali simili alle moderne maschere che portano oggigiorno i subacquei. In quest’ultimo caso li possiamo confrontare con le mute che indossano gli appartenenti all’Impero Mu che si son viste riprodotte nel film giapponese del 1963 dal titolo “Kaitei Gunkan” (conosciuto in Italia col titolo di “Atragon”) diretto da Inoshiro Honda, che si era ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore giapponese Shunro Oshikawa degli anni cinquanta.
Inoltre i punti dove comparirebbe lo shiranui non sarebbe altro che un punto per poter raggiungere il loro nuovo mondo attiguo e parallelo al nostro, collegato al “Ma.No.Umi”, una specie di triangolo delle Bermude del sud-est asiatico e che proprio nell’isola di Oshima ha una dei suoi tre vertici.
Da considerare anche che le statuette dogu si trovano in numero considerevole nelle prefetture di Kamegaoka, Aomori e Miyagi, oltre che tra i ruderi delle zone di Tohoku e Kanto. In effetti, sembra che tali statuette riproducano minuziosamente, con ricchi particolari, le tute di questi visitatori; vediamolo anche noi accuratamente: i guanti sono fissati all’avambraccio mediante una presa tondeggiante, a palla; gli oculari si possono aprire e chiudere a fessura; ai loro si possono distinguere delle leve che avevano il compito di regolarli; la corona sul casco è, con molta probabilità, un’antenna usata per ricevere eventuali comunicazioni; e i disegni sulla tuta non sono ornamentali ma potrebbero essere dei regolatori di pressione.
http://misteriefenomeni.com/?p=854
Per dire di cosa si tratta, iniziamo dal dire di cosa non si tratta. Infatti innumerevoli sono state finora le ipotesi formulate per spiegare tale fenomeno, ma si sono rivelate tutte insostenibili.
Non si possono trattare di lampade dei pescherecci, poiché tali luminescenze si presentano anche quando non vi sono barche in mare; né si può parlare di un possibile evento d’origine naturale, dato che esso si verifica regolarmente da quasi mille anni, a discapito delle condizioni meteorologiche.
Ebbbene, tale fenomeno, che è stato chiamato col termine giapponese “Shiranui” che significa “il fuoco sconosciuto” ha una sola spiegazione plausibile, che si ricollega alla paleoastronautica: forse una razza aliena o appartenente all’antico e scomparso Impero Mu che compie approdi in quel preciso punto di mare. A conferma di tale ipotesi ci viene incontro le moltissime tombe presenti sull’isola di Kyushu che presentano strani ornamenti a forma circolare che richiamano alla mente gli ufo discoidali e i brillanti colori con cui sono rappresentati i dipinti farebbero ben pensare al fenomeno dello “shiranui” e del fuoco sconosciuto.Inoltre molte tradizioni del folklore locale diffuse attorno alla baia di Yatsushiro, posta a sud-ovest di Kumamoto, hanno molti elementi in comune con i moderni ufo e con i visitatori giunti dal cielo in splendenti vascelli, dai quali gli indigeni appresero un’infinità di cose utili. Inoltre il fenomeno detto dello “shiranui” si verifica anche nelle acque di Oshima, situata a sud di Tokyo. Inoltre in entrambi i casi, l’apparizione del “fuoco sconosciuto” è, il più delle volte, accompagnato dalla comparsa, documentate da numerosissime foto scattate dai molti testimoni, di oggetti volanti non identificati. Questo fuoco forma una specie di cerchio intorno all’isola di Oshima, e quando tale fenomeno accade, si osservano gli ufo dirigersi verso le antiche tombe e verso il centro della regione teatro del fenomeno. Inoltre si è scoperto che un fenomeno analogo si verifica sulla costa occidentale statunitense, e più esattamente al largo delle isole meridionali della California.
Ebbene i visitatori che vengono a bordo degli ufo quando compare in mare lo shiranui sono raffigurate nelle statuette dogu giapponesi; i quali iniziarono a comparire nel tardo periodo “Jomon”. Gli studiosi di tutto il mondo che le studiarono rimasero perplessi e allo stesso tempo meravigliati. Infatti a colpirli fu la zona corrispondente agli occhi, occupata da due grosse sporgenze ovali con una fessura orizzontale posta al centro e in altri da una strana finestrella rettangolare. Nel 1894 lo studioso giapponese, dottor Shogoro Tsuboi, riferì che secondo lui gli ovali potevano far pensare agli occhiali usati dagli eschimesi per difendersi dalla neve. Poi nel XX secolo Matsumura e Zeissig riferirono che, secondo loro, il “costume Jomon” rappresentasse nientaltro che uno speciale scafandro usato dai visitatori provenienti da altri mondi. Altri ricercatori invece ipotizzarono che tale maschere potessero essere degli speciali occhiali simili alle moderne maschere che portano oggigiorno i subacquei. In quest’ultimo caso li possiamo confrontare con le mute che indossano gli appartenenti all’Impero Mu che si son viste riprodotte nel film giapponese del 1963 dal titolo “Kaitei Gunkan” (conosciuto in Italia col titolo di “Atragon”) diretto da Inoshiro Honda, che si era ispirato all’omonimo romanzo dello scrittore giapponese Shunro Oshikawa degli anni cinquanta.
Inoltre i punti dove comparirebbe lo shiranui non sarebbe altro che un punto per poter raggiungere il loro nuovo mondo attiguo e parallelo al nostro, collegato al “Ma.No.Umi”, una specie di triangolo delle Bermude del sud-est asiatico e che proprio nell’isola di Oshima ha una dei suoi tre vertici.
Da considerare anche che le statuette dogu si trovano in numero considerevole nelle prefetture di Kamegaoka, Aomori e Miyagi, oltre che tra i ruderi delle zone di Tohoku e Kanto. In effetti, sembra che tali statuette riproducano minuziosamente, con ricchi particolari, le tute di questi visitatori; vediamolo anche noi accuratamente: i guanti sono fissati all’avambraccio mediante una presa tondeggiante, a palla; gli oculari si possono aprire e chiudere a fessura; ai loro si possono distinguere delle leve che avevano il compito di regolarli; la corona sul casco è, con molta probabilità, un’antenna usata per ricevere eventuali comunicazioni; e i disegni sulla tuta non sono ornamentali ma potrebbero essere dei regolatori di pressione.
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Re: L’enigmatico mistero dello Shiranui
ma foto di queste luci non esistono in rete? giusto per farsi un idea..
Re: L’enigmatico mistero dello Shiranui
se li cerchi li trovi
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Re: L’enigmatico mistero dello Shiranui
no, se cerchi purtroppo non si trovano foto
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