Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
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mantello per invisibilità
(ANSA) - ROMA, 12 AGO - Potrebbero essere seta e oro i materiali base per costruire in futuro un mantello che rende invisibili.
Lo afferma un ricercatore italiano.Fiorenzo Omenetto, che lavora negli Usa, che ha descritto i primi risultati, finora relativi ad onde non percepibili dall'occhio umano, sulla rivista Advanced Materials. Per ottenere il prototipo del mantello di Harry Potter il gruppo diretto da Omenetto, ha inserito in un frammento di seta di un cmq 10mila piccole spirali d'oro.
Lo afferma un ricercatore italiano.Fiorenzo Omenetto, che lavora negli Usa, che ha descritto i primi risultati, finora relativi ad onde non percepibili dall'occhio umano, sulla rivista Advanced Materials. Per ottenere il prototipo del mantello di Harry Potter il gruppo diretto da Omenetto, ha inserito in un frammento di seta di un cmq 10mila piccole spirali d'oro.
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Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Andrea di Falco, capo ricercatore presso la scozzese Saint Andrew University, ha messo a punto il “Metaflex”: materiale rivoluzionario che, non assorbendo la luce, permette l’invisibilità.
Un materiale che renda invisibili gli oggetti di cui è fatto è l’argomento di ricerca della task force di scienziati capitanati dall’italiano Andrea di Falco presso la Saint Andrew University . Attraverso l’elaborazione di un metamateriale che non assorbe le onde luminose il ricercatore annuncia che manipolare la luce non sarà più un mito. La notizia ha fatto il giro del mondo e la ricerca è stata ovviamente pubblicata in modo approfondito sul New Journal of Physics . Ma vediamo come funziona in soldoni.
INDICE DI RIFRAZIONE NEGATIVO - Quello in questione è un cosiddetto metamateriale, un materiale totalmente artificiale creato in laboratorio per ottenere proprietà non disponibili in natura. Solitamente, queste proprietà ricercate, non dipendono dalla composizione dello stesso ma dalla struttura. Ma veniamo al nostro caso specifico. La proprietà conferita al metamateriale in questione è l’indice di rifrazione negativo. Inciso: l’indice di rifrazione indica quanto la luce che penetra attraverso una sostanza sia più lenta della velocità della luce nel vuoto. Tutte le sostanze hanno indice di rifrazione positivo che implica l’assorbimento delle onde elettromagnetiche da parte dei vari mezzi e quindi la visibilità degli stessi. Un materiale con indice di rifrazione negativo ha quindi le potenzialità per essere invisibile. Ma non è questa la scoperta.
METAFLEX – I metamateriali del genere finora realizzati riuscivano a mantenere la proprietà solo in forma piatta e rigida, non esattamente ideale per la creazione di oggetti flessibili (come il mantello..). Ecco quindi dove Di Falco e la sua equipe sono riusciti: creare una membrana di metamateriale, una pellicola polimerica ribattezzata Metaflex proprio per la flessibilità guadagnata, che ha tutte le carte in regola per essere assemblata e per andare a creare oggetti tridimensionali flessibili a indice di rifrazione negativo. Una delle applicazione più incredibili, afferma lo stesso Di Falco nell’articolo del New Journal of Physics afferma: “I metamateriali ci permettono finalmente di manipolare la luce a piacimento. Il Metaflex può essere utilizzato per creare nuovi tipi di tessuti e nell’essay spieghiamo quanto sia semplice applicarlo alle lenti a contatto ed utilizzare queste come protesi”.
EMULI – Insomma, il mantello di Harry Potter è vicino, ci sta pensando uno scienziato italiano (una laurea a Roma Tre, un dottorato all’Università di Palermo e poi il successo planetario all’estero, ovviamente). Per chi volesse invece emulare il maghetto in modi un po’ più caserecci e maldestri può predere ispirazione da quello che sta succedendo in India dove la popolazione dei gufi selvatici è stata falcidiata per riti magici o per addomesticarli a mo’ di Hedwig asiatici.
FONTE
http://www.giornalettismo.com/archives/93077/mantello-harry-potter-quasi-realta/
Un materiale che renda invisibili gli oggetti di cui è fatto è l’argomento di ricerca della task force di scienziati capitanati dall’italiano Andrea di Falco presso la Saint Andrew University . Attraverso l’elaborazione di un metamateriale che non assorbe le onde luminose il ricercatore annuncia che manipolare la luce non sarà più un mito. La notizia ha fatto il giro del mondo e la ricerca è stata ovviamente pubblicata in modo approfondito sul New Journal of Physics . Ma vediamo come funziona in soldoni.
INDICE DI RIFRAZIONE NEGATIVO - Quello in questione è un cosiddetto metamateriale, un materiale totalmente artificiale creato in laboratorio per ottenere proprietà non disponibili in natura. Solitamente, queste proprietà ricercate, non dipendono dalla composizione dello stesso ma dalla struttura. Ma veniamo al nostro caso specifico. La proprietà conferita al metamateriale in questione è l’indice di rifrazione negativo. Inciso: l’indice di rifrazione indica quanto la luce che penetra attraverso una sostanza sia più lenta della velocità della luce nel vuoto. Tutte le sostanze hanno indice di rifrazione positivo che implica l’assorbimento delle onde elettromagnetiche da parte dei vari mezzi e quindi la visibilità degli stessi. Un materiale con indice di rifrazione negativo ha quindi le potenzialità per essere invisibile. Ma non è questa la scoperta.
METAFLEX – I metamateriali del genere finora realizzati riuscivano a mantenere la proprietà solo in forma piatta e rigida, non esattamente ideale per la creazione di oggetti flessibili (come il mantello..). Ecco quindi dove Di Falco e la sua equipe sono riusciti: creare una membrana di metamateriale, una pellicola polimerica ribattezzata Metaflex proprio per la flessibilità guadagnata, che ha tutte le carte in regola per essere assemblata e per andare a creare oggetti tridimensionali flessibili a indice di rifrazione negativo. Una delle applicazione più incredibili, afferma lo stesso Di Falco nell’articolo del New Journal of Physics afferma: “I metamateriali ci permettono finalmente di manipolare la luce a piacimento. Il Metaflex può essere utilizzato per creare nuovi tipi di tessuti e nell’essay spieghiamo quanto sia semplice applicarlo alle lenti a contatto ed utilizzare queste come protesi”.
EMULI – Insomma, il mantello di Harry Potter è vicino, ci sta pensando uno scienziato italiano (una laurea a Roma Tre, un dottorato all’Università di Palermo e poi il successo planetario all’estero, ovviamente). Per chi volesse invece emulare il maghetto in modi un po’ più caserecci e maldestri può predere ispirazione da quello che sta succedendo in India dove la popolazione dei gufi selvatici è stata falcidiata per riti magici o per addomesticarli a mo’ di Hedwig asiatici.
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http://www.giornalettismo.com/archives/93077/mantello-harry-potter-quasi-realta/
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Il mantello dell’invisibilità c’è: blocca nel tempo chi lo indossa
Il mantello dell’invisibilità? Ora c’è, quello che fino a ieri era solo fantascienza è diventato realtà nei laboratori inglesi grazie anche al contributo di un italiano. “Un uomo per strada è coperto dal mantello spazio-temporale e saluta con la mano. Il suo gesto sarà invisibile a chi osserva. L’uomo sembrerà fermo per tutto il tempo. Otteniamo l’invisibilità dell’evento manipolando la velocità della luce”.
Alberto Favaro lavora presso il dipartimento di Fisica dell’Imperial College e ha collaborato al progetto del mantello spazio-temporale con Martin McCall, Paul Kinsler, del suo stesso istituto e Allan Boardman, dell’Università inglese di Salford. “Normalmente noi vediamo un individuo o un oggetto perché la luce gli va contro e viene riflessa”, continua Favaro. “Se, però, manipoliamo la velocità della luce e illuminiamo l’uomo solo prima e dopo il compimento di un’azione, abbiamo eliminato la frazione di tempo in cui ha agito. La velocità della luce che arriva nei materiali può essere manipolata a differenza di quella nel vuoto”.
26 novembre 2010 | 19:15 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/mantello-invisibilita-tempo-656548/
Il mantello dell’invisibilità? Ora c’è, quello che fino a ieri era solo fantascienza è diventato realtà nei laboratori inglesi grazie anche al contributo di un italiano. “Un uomo per strada è coperto dal mantello spazio-temporale e saluta con la mano. Il suo gesto sarà invisibile a chi osserva. L’uomo sembrerà fermo per tutto il tempo. Otteniamo l’invisibilità dell’evento manipolando la velocità della luce”.
Alberto Favaro lavora presso il dipartimento di Fisica dell’Imperial College e ha collaborato al progetto del mantello spazio-temporale con Martin McCall, Paul Kinsler, del suo stesso istituto e Allan Boardman, dell’Università inglese di Salford. “Normalmente noi vediamo un individuo o un oggetto perché la luce gli va contro e viene riflessa”, continua Favaro. “Se, però, manipoliamo la velocità della luce e illuminiamo l’uomo solo prima e dopo il compimento di un’azione, abbiamo eliminato la frazione di tempo in cui ha agito. La velocità della luce che arriva nei materiali può essere manipolata a differenza di quella nel vuoto”.
26 novembre 2010 | 19:15 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/mantello-invisibilita-tempo-656548/
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Invisibilità ? Questo non è più fantascienza, si può diventare invisibile, mediante un processo di mimetizzazione ottica.
Questo non è più fantascienza, si può diventare invisibile, mediante un processo di mimetizzazione ottica.
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
figho,secondo me le forze militari questa tecnica la conoscono da un bel po',per non parlare dei nostri amici alieni che la usano da una vita essendo molto piu tecnologicamente avanzati di noi,e io continuo a battere su questa pista per quanto riguarda la moria degli uccelli,che da autopsia dei medici sono morti per un impatto contro qualcosa(di invisibile??) (per me si)
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Mantello invisibilita', passi avanti
Nuovo esperimento da parte scienziati universita' Birmingham
02 febbraio, 20:21
(ANSA) -LONDRA, 2 FEB - Non funziona ancora come il mantello dell'invisibilita' di Harry Potter ma e' un nuovo passo avanti: scienziati dell'universita' di Birmingham hanno messo a punto un cristallo di calcite che 'inganna' l'occhio umano permettendo di nascondere piccoli oggetti, come uno spillo. L'esperimento, che sfrutta le proprieta' della calcite di 'piegare' la luce, apre la strada a altri piu' sofisticati sistemi capaci di nascondere oggetti ben piu' grandi, ha detto il ricercatore Shuang Zhang.
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
wow,chissa' quanto costera' e se lo venderanno nel futuro
cristian- Staff misteri
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
cristian ha scritto:wow,chissa' quanto costera' e se lo venderanno nel futuro
nel caso sarebbe venduto a cifre astronomiche, per lo meno all'inizio
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Mantello invisibile, la natura fa di meglio
Ricercatori britannici sostengono di aver ottenuto un vero e proprio "dispositivo per l'invisibilità" attraverso l'impiego di un cristallo comunemente presente in natura. Meglio i minerali dei metamateriali?
Roma - Quando si tratta di invisibilità, la natura fa molto meglio dei metamateriali e con meno sforzo ingegneristico. O almeno è quello che pensano di aver scoperto i ricercatori britannici dell'Università di Birmingham guidati da Shuang Zhang, che hanno formulato le loro idee in uno studio pubblicato su Nature Communications.
Zhang e soci dicono di aver trovato il modo di realizzare un "dispositivo di invisibilità volumetrica" in grado di nascondere "oggetti" delle dimensioni nell'ordine di qualche millimetro, e di poter continuare a migliorare le prestazioni posto che si trovi il materiale necessario in natura.
Alla base della ricerca britannica c'è il cristallo di calcite naturale, un materiale anisotropico dotato di una capacità nota come rifrazione doppia - un raggio di luce visibile passa attraverso il cristallo e viene scisso in due raggi diversi all'uscita.
http://punto-informatico.it/3083604/PI/News/mantello-invisibile-natura-fa-meglio.aspx
Ricercatori britannici sostengono di aver ottenuto un vero e proprio "dispositivo per l'invisibilità" attraverso l'impiego di un cristallo comunemente presente in natura. Meglio i minerali dei metamateriali?
Roma - Quando si tratta di invisibilità, la natura fa molto meglio dei metamateriali e con meno sforzo ingegneristico. O almeno è quello che pensano di aver scoperto i ricercatori britannici dell'Università di Birmingham guidati da Shuang Zhang, che hanno formulato le loro idee in uno studio pubblicato su Nature Communications.
Zhang e soci dicono di aver trovato il modo di realizzare un "dispositivo di invisibilità volumetrica" in grado di nascondere "oggetti" delle dimensioni nell'ordine di qualche millimetro, e di poter continuare a migliorare le prestazioni posto che si trovi il materiale necessario in natura.
Alla base della ricerca britannica c'è il cristallo di calcite naturale, un materiale anisotropico dotato di una capacità nota come rifrazione doppia - un raggio di luce visibile passa attraverso il cristallo e viene scisso in due raggi diversi all'uscita.
http://punto-informatico.it/3083604/PI/News/mantello-invisibile-natura-fa-meglio.aspx
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Bypassato un ostacolo nello sviluppo dei mantelli dell’invisibilità
Uno studente universitario ha superato un ostacolo importante nello sviluppo dei mantelli dell’invisibilità con l’aggiunta di un dispositivo ottico nei loro design che non solo rimane invisibile in sé, ma ha anche la capacità di rallentare la luce.
Il dispositivo ottico, noto come ‘sfera invisibile’, rallenterebbe tutta la luce diretta verso un potenziale mantello, il che significa che i raggi di luce non avrebbero bisogno di essere accelerati a grande velocità attorno agli oggetti occultati – un requisito che ha limitato la ricerca sui mantelli dell’invisibilità unicamente ad una regione dello spettro del visibile.
Questa nuova ricerca, pubblicata il 9 agosto, presso l’Istituto di Fisica e dal New Journal of Physics della German Physical Society, potrebbe fornire la possibilità di costruire potenzialmente un mantello dell’invisibilità che permetterebbe all’utilizzatore i muoversi in svariati contesti ambientali.
Sotto la guida del professor Ulf Leonhardt, Janos Perczel, originario dell’Ungheria e grazie alla lettura di Logic, Philosophy of Science and Physics presso l’Università di St Andrews, ha riconosciuto l’enorme potenziale della sfera invisibile.
L’approccio comune nella progettazione di un mantello dell’invisibilità aveva come base la deflessione della luce – utilizzando materiali altamente specifici – intorno ad un oggetto che si voleva nascondere, impedendo così alla luce di colpire l’oggetto e rivelando la sua presenza all’occhio dell’osservatore.
Quando la luce viene piegata e avvolge l’oggetto, assomiglia all’acqua che copre una roccia seduta sul letto di un fiume e prosegue il suo percorso facendo sembrare che non via sia nulla sotto di essa.
La luce, tuttavia, può solo essere accelerata ad una velocità maggiore di quanto avrebbe viaggiato nello spazio, a determinate condizioni, e questo limita il lavoro sui mantelli dell’invisibilità ad una parte limitata dello spettro – essenzialmente ad un solo colore.
Perchè concretamente il “vecchio” principio del mantello invisibile funzioni, bisognerebbe stare costantemente in tuta mimetica, ma, al momento in cui ci si inizia a muovere il paesaggio inizierebbe a distorcersi, rivelando la persona sotto il mantello.
Rallentando tutta la luce con una sfera invisibile, non c’è bisogno di accellerarla a velocità così elevate potendo quindi lavorare in tutte le parti dello spettro del visibile.
Perczel afferma: “iniziai a lavorare sul problema della propagazione superluminale come studente estivo del professor Leonhardt, con una sovvenzione dell’EPSRC. Una volta che l’idea affiorò, lavorai per più di otto mesi per superare le barriere tecniche e per rendere praticabile la proposta”.
Un portavoce dell’Istituto di Fisica ha affermato: “Questo nuovo sviluppo apre ulteriori possibilità per la progettazione di un mantello dell’invisibilità – superare il problema della velocità della luce, è molto impressionante, sapendo anche che questo significativo progresso è stato raggiunto da uno studente non graduato“.
Fonte originale: sciencedaily.com / Traduzione a cura di: neovitruvian.wordpress.com
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Ecco lo Squalo-Lanterna, che sa rendersi invisibile alle prede. Ed esiste davvero.
Gli scienziati marini ne avevano già accertato l'esistenza ma quello pubbblicato sul prossimo numero del Journal of Experimental Marine Biology and Ecology è il più completo studio su questo bizzarro animale che recentemente è stato avvistato nelle acque di Okinawa, Giappone.
Il ricercatore francese Jerome Mallefet ha dimostrato in questo studio che lo Squalo Lanterna ha davvero delle proprietà incredibili, tra le quali quella di creare una illusione ottica che lo rende invisibile sia ai predatori che alle prede che intende cacciare.
In pratica lo squalo quando incappa nella visuale della preda da un certo punto di vista, per esempio dal basso, diminuisce apparentemente il volume del suo corpo fino a 'svanire' del tutto.
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Militare diventa invisibile
La parte più interessante inizia al minuto 4:00. A quanto pare nel video ,diventare invisibili e REALE.
https://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=09sMQvCiCwc[/youtube]
https://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=09sMQvCiCwc[/youtube]
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Marek ha scritto:La parte più interessante inizia al minuto 4:00. A quanto pare nel video ,diventare invisibili e REALE.
https://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=endscreen&v=09sMQvCiCwc[/youtube]
a quanto pare, sì, sembra reale. mi domando da cosa dipenda il "fade" dall'invisibilità alla visibilità (o viceversa)
comunque sembrano essere arrivati ad un livello di eccellenza di cui niente sapevamo e del quale non esiste traccia nel web, perlomeno per quanto ne so io. tra un po', col NWO, ce li ritroveremo anche in camera da letto...(ridete, ridete...)
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Ok... Inizio ad entrare in paranoia D:
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Gli scienziati del Pentagono useranno un "buco temporale" per nascondere eventi
I soldati potrebbero un giorno condurre operazioni nascoste in assoluta segretezza, ora che - garantiscono - i fisici del Pentagono hanno trovato il modo di mascherare interi eventi tramite la distorsione della luce.
Un team della Cornell University, con il supporto del DARPA (braccio di ricerca del Pentagono), è riuscito a nascondere un evento per 40 picosecondi (equivalente a trillioni di secondi). La loro ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.
Questa è la prima volta che gli scienziati sono riusciti a mascherare un evento, anche se gruppi di ricerca - negli ultimi anni - hanno fatto passi notevoli nell'occultamento di oggetti. Ricercatori dell'Università del Texas, Dallas, hanno sfruttato "l'effetto miraggio" per creare la scomparsa degli oggetti. E nel 2010, fisici dell'Università di St. Andrews hanno fatto passi avanti verso l'utilizzo di metamateriali per ingannare gli occhi umani e rendere non visibile ciò che si trovava di fronte a loro.
Mascherare un oggetto comporta la flessione della luce intorno a tale oggetto. Se la luce, effettivamente, non colpisce un oggetto, allora l'oggetto non sarà visibile all'occhio umano.
Qualora gli eventi fossero preoccupanti, l'occultamento si baserà sul cambio di velocità della luce. La luce che viene emessa dalle azioni, come viene prodotta, ci permetterà di vedere queste azioni quando accadono. Di solito, la luce arriva in un flusso costante. Che è quello che i ricercatori della Cornell University hanno fatto, in termini semplici, modificando quel flusso continuo di luce - solo per un mero "iota" di tempo - in modo che un evento possa trasparire senza essere osservabile.
L'intero esperimento si è verificato all'interno di un cavo di fibra ottica. I ricercatori hanno passato un fascio di luce verde lungo il cavo, e fatto muovere attraverso la lente che ha diviso la luce in due frequenze, una che si muoveva lentamente e l'altra più velocemente. Nel mentre accadeva ciò, hanno sparato un laser rosso attraverso i fasci di luce. Dato che il "tiro" del laser si è verificato nel corso di un "teeny" (intervallo di tempo molto piccolo), risultava impercettibile.
Certo, il team di ricercatori ha ancora molta strada da fare prima di essere in grado di mascherare 30 secondi d'azione, per non parlare di alcuni minuti. Ma, sicuramente, la ricerca si apre a nuove possibilità. Per prima cosa, mascherando eventi super-veloci, come quelli che si verificano con la trasmissione dei dati, potrebbe aiutare a nascondere operazioni segrete informatiche.
Nelle parole degli editori di "Nature", la ricerca rappresenta "un passo significativo verso il pieno occultamento spazio-temporale". Ma potrebbero passare decenni prima che il personale militare sia essenzialmente in grado di eliminare la Storia, quando accade.
http://centroufologicoionico.blogspot.com/2012/02/scienziati-del-pentagono-usano-buco.html
link
Un team della Cornell University, con il supporto del DARPA (braccio di ricerca del Pentagono), è riuscito a nascondere un evento per 40 picosecondi (equivalente a trillioni di secondi). La loro ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature.
Questa è la prima volta che gli scienziati sono riusciti a mascherare un evento, anche se gruppi di ricerca - negli ultimi anni - hanno fatto passi notevoli nell'occultamento di oggetti. Ricercatori dell'Università del Texas, Dallas, hanno sfruttato "l'effetto miraggio" per creare la scomparsa degli oggetti. E nel 2010, fisici dell'Università di St. Andrews hanno fatto passi avanti verso l'utilizzo di metamateriali per ingannare gli occhi umani e rendere non visibile ciò che si trovava di fronte a loro.
Mascherare un oggetto comporta la flessione della luce intorno a tale oggetto. Se la luce, effettivamente, non colpisce un oggetto, allora l'oggetto non sarà visibile all'occhio umano.
Qualora gli eventi fossero preoccupanti, l'occultamento si baserà sul cambio di velocità della luce. La luce che viene emessa dalle azioni, come viene prodotta, ci permetterà di vedere queste azioni quando accadono. Di solito, la luce arriva in un flusso costante. Che è quello che i ricercatori della Cornell University hanno fatto, in termini semplici, modificando quel flusso continuo di luce - solo per un mero "iota" di tempo - in modo che un evento possa trasparire senza essere osservabile.
L'intero esperimento si è verificato all'interno di un cavo di fibra ottica. I ricercatori hanno passato un fascio di luce verde lungo il cavo, e fatto muovere attraverso la lente che ha diviso la luce in due frequenze, una che si muoveva lentamente e l'altra più velocemente. Nel mentre accadeva ciò, hanno sparato un laser rosso attraverso i fasci di luce. Dato che il "tiro" del laser si è verificato nel corso di un "teeny" (intervallo di tempo molto piccolo), risultava impercettibile.
Certo, il team di ricercatori ha ancora molta strada da fare prima di essere in grado di mascherare 30 secondi d'azione, per non parlare di alcuni minuti. Ma, sicuramente, la ricerca si apre a nuove possibilità. Per prima cosa, mascherando eventi super-veloci, come quelli che si verificano con la trasmissione dei dati, potrebbe aiutare a nascondere operazioni segrete informatiche.
Nelle parole degli editori di "Nature", la ricerca rappresenta "un passo significativo verso il pieno occultamento spazio-temporale". Ma potrebbero passare decenni prima che il personale militare sia essenzialmente in grado di eliminare la Storia, quando accade.
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
Il problema è sempre lo stesso:
la ricerca viene finanziata da chi vuole usarla solo per i suoi scopi personali, esseri logorati dalla loro brama di potere.
Ricordiamoci dello Yin e dello Yang, quindi non disperate quando tutto sembra andare male.
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Cappelo di Schroedinger
Un gruppo internazionale di matematici ha previsto per via teorica un nuovo dispositivo per produrre un “mantello dell’invisibilità”.
È stato battezzato “cappello di Schroedinger” il dispositivo progettato da alcuni matematici dell'Università di Washington (UW) che teoricamente è in grado di amplificare la luce, le onde sonore e altri tipi di onde nascondendole al contempo all'interno di un contenitore invisibile.
I richiami del nome sono evidentemente due: il paradosso quantistico del “gatto di Schroedinger” (grazie all’assonanza tra i termini “cat” a “hat” in inglese) e il cilindro dei prestigiatori.
"In un certo senso, il paragone è azzeccato, dal momento che all’interno del "cappello" si verifica qualcosa di magico, anche se assolutamente scientifico”, ha spiegato Gunther Uhlmann, professore di matematica dell'UW che firma con i colleghi l’articolo apparso sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
La loro ricerca si inserisce nel fecondo ambito di studi sulla possibilità di deflettere in modo controllato le onde elettromagnetiche mediante l’ottica trasformativa e i metamateriali che prende il nome di “mantello dell'invisibilità” (o cloaking, in inglese) perché consente di produrre effetti di propagazione ondosa che non si possono osservare in natura e che riguardano un’ampia gamma di fenomeni: elettrostatici, elettromagnetici, acustici e quantomeccanici.
In termini teorici, il cloaking ideale produce un disaccoppiamento tra le parti dell’onda all’interno della regione schermata e l’esterno, determinando sia l’impossibilità di rilevare dall’esterno la presenza di un oggetto all’interno, sia l’impossibilità da parte delle onde che provengono dall’esterno di penetrare all’interno.
Nei dispositivi reali ciò che si può fare è ridurre al minimo l’accoppiamento tra interno ed esterno, anche se si verificano stati risonanti che distruggono sia l’invisibilità sia la schermatura. In prossimità di questi valori risonanti è possibile definire parametri di cloaking in modo che i flussi entrante e uscente siano bilanciati in modo preciso, permettendo un miglioramento dell’invisibilità pur pagando una certa penetrazione delle onde dall’esterno.
“È possibile isolare e ingrandire ciò che si vuole vedere, rendendo il resto invisibile”, ha aggiunto Uhlmann. “L'amplificazione delle onde all’interno raggiunge valori incredibili, ma nonostante ciò è impossibile vedere ciò che succede all'interno del contenitore”.
La scelta del primo ambito di applicazione in questo caso ha ben poco di spettacolare: i ricercatori hanno infatti proposto di manipolare onde quantistiche di materia, una capacità che potrebbe aprire la strada alla costruzione di un microscopio quantistico, da utilizzare, per esempio per controllare i processi elettronici che si verificano sul chip di un computer.
“Dal punto di vista sperimentale, ritengo che l'aspetto più affascinante sia l'incredibile capacità di realizzare materiali per l'invisibilità acustica”, ha concluso Uhlmann. "Le lunghezze d'onda per le microonde, per i suoni e per le onde quantistiche di materia sono più ampie di quelle della luce e delle altre onde elettromagnetiche, il che rende più agevole rendere invisibili oggetti utilizzando questi fenomeni. Speriamo che si possa passare presto alle applicazioni, anche se è presto per dirlo”.
fonte:
LE SCIENZE.IT
È stato battezzato “cappello di Schroedinger” il dispositivo progettato da alcuni matematici dell'Università di Washington (UW) che teoricamente è in grado di amplificare la luce, le onde sonore e altri tipi di onde nascondendole al contempo all'interno di un contenitore invisibile.
I richiami del nome sono evidentemente due: il paradosso quantistico del “gatto di Schroedinger” (grazie all’assonanza tra i termini “cat” a “hat” in inglese) e il cilindro dei prestigiatori.
"In un certo senso, il paragone è azzeccato, dal momento che all’interno del "cappello" si verifica qualcosa di magico, anche se assolutamente scientifico”, ha spiegato Gunther Uhlmann, professore di matematica dell'UW che firma con i colleghi l’articolo apparso sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
La loro ricerca si inserisce nel fecondo ambito di studi sulla possibilità di deflettere in modo controllato le onde elettromagnetiche mediante l’ottica trasformativa e i metamateriali che prende il nome di “mantello dell'invisibilità” (o cloaking, in inglese) perché consente di produrre effetti di propagazione ondosa che non si possono osservare in natura e che riguardano un’ampia gamma di fenomeni: elettrostatici, elettromagnetici, acustici e quantomeccanici.
In termini teorici, il cloaking ideale produce un disaccoppiamento tra le parti dell’onda all’interno della regione schermata e l’esterno, determinando sia l’impossibilità di rilevare dall’esterno la presenza di un oggetto all’interno, sia l’impossibilità da parte delle onde che provengono dall’esterno di penetrare all’interno.
Nei dispositivi reali ciò che si può fare è ridurre al minimo l’accoppiamento tra interno ed esterno, anche se si verificano stati risonanti che distruggono sia l’invisibilità sia la schermatura. In prossimità di questi valori risonanti è possibile definire parametri di cloaking in modo che i flussi entrante e uscente siano bilanciati in modo preciso, permettendo un miglioramento dell’invisibilità pur pagando una certa penetrazione delle onde dall’esterno.
Il grafico mostra un'onda di materia che colpisce le pareti del "cappello di Schroendinger": all'interno l'onda è amplificata; all'esterno procede come se non avesse mai incontrato alcun ostacolo
(Cortesia G. Uhlmann, Università di Washington)
(Cortesia G. Uhlmann, Università di Washington)
“È possibile isolare e ingrandire ciò che si vuole vedere, rendendo il resto invisibile”, ha aggiunto Uhlmann. “L'amplificazione delle onde all’interno raggiunge valori incredibili, ma nonostante ciò è impossibile vedere ciò che succede all'interno del contenitore”.
La scelta del primo ambito di applicazione in questo caso ha ben poco di spettacolare: i ricercatori hanno infatti proposto di manipolare onde quantistiche di materia, una capacità che potrebbe aprire la strada alla costruzione di un microscopio quantistico, da utilizzare, per esempio per controllare i processi elettronici che si verificano sul chip di un computer.
“Dal punto di vista sperimentale, ritengo che l'aspetto più affascinante sia l'incredibile capacità di realizzare materiali per l'invisibilità acustica”, ha concluso Uhlmann. "Le lunghezze d'onda per le microonde, per i suoni e per le onde quantistiche di materia sono più ampie di quelle della luce e delle altre onde elettromagnetiche, il che rende più agevole rendere invisibili oggetti utilizzando questi fenomeni. Speriamo che si possa passare presto alle applicazioni, anche se è presto per dirlo”.
fonte:
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Ultima modifica di picard il Mar 5 Giu - 23:54:47 - modificato 1 volta.
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
molto interessante, hai dimenticato di citare la fonte
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Re: Il mantello dell’invisibilità è quasi realtà
ops! rimediato. che sbadatello. . .
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