Mercurio è vivo!
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novità su mercurio
Dalla sonda Messenger novità su Mercurio
martedì, novembre 10, 2009
Nel corso del suo terzo ed ultimo flyby su Mercurio, avvenuto lo scorso 29 settembre, la sonda Messenger ci ha offerto una visione quasi completa della superficie del pianeta e fornito nuove conoscenze scientifiche su questo mondo relativamente sconosciuto.
Nonostante un problema di funzionamento degli strumenti di bordo, prontamente risolto, la camera ad alta risoluzione e gli altri strumenti della sonda hanno svelato un altro 6% della superficie di Mercurio, una regione mai vista prima ad una distanza così ravvicinata. Adesso, disponiamo di immagini ad alta risoluzione di circa il 98% della superficie di questo pianeta.
Le nuove immagini, nonostante le ridotte dimensioni della nuova area (una strisciata di circa 560 km della regione equatoriale) hanno riservato nuove sorprese. Tra le interessanti morfologie superficiali riscontrate durante il terzo flyby c’è una regione molto chiara (in alto a destra nell’immagine in basso) che circonda una depressione irregolare di sospetta origine vulcanica. Probabilmente, si tratta del materiale espulso recentemente da una violentissima eruzione di tipo piroclastico. Nella stessa immagine (in basso a sinistra) è chiaramente visibile un bacino da impatto con un doppio anello il cui diametro è di circa 290 km.
Una delle immagini riprese dalla sonda Messenger durante il suo terzo ed ultimo flyby di Mercurio, in cui è visibile una regione della superficie del pianeta finora sconosciuta..
Una delle immagini riprese dalla sonda Messenger durante il suo terzo ed ultimo flyby di Mercurio, in cui è visibile una regione della superficie del pianeta finora sconosciuta..
Ma il risultato più interessante è stato quello ottenuto da uno degli strumenti della sonda che durante il flyby ha osservato la sottile esosfera del pianeta, rivelando come questa vari in funzione della distanza del pianeta dal Sole.
Mentre nel corso dei primi due flyby la coda di sodio neutro era molto estesa, adesso appariva circa 20 volte meno intensa e molto ridotta in misura. Questo comportamento è legato alle variazioni della pressione di radiazione solare al variare della distanza del pianeta dalla nostra stella, a testimonianza che l’esosfera di Mercurio è tra le più dinamiche del Sistema Solare.
Immagine della tenue atmosfera di Mercurio, formata da atomi di sodio, come era nell’ottobre 2008, durante il secondo flyby, e come appariva alla fine dello scorso settembre. La pressione della radiazione solare “soffia via” la sottilissima coltre di gas che circonda il pianeta, producendo un fenomeno simile a quello di una coda cometaria.
Immagine della tenue atmosfera di Mercurio, formata da atomi di sodio, come era nell’ottobre 2008, durante il secondo flyby, e come appariva alla fine dello scorso settembre. La pressione della radiazione solare “soffia via” la sottilissima coltre di gas che circonda il pianeta, producendo un fenomeno simile a quello di una coda cometaria.
Inoltre, il calcio ed il magnesio presentano delle variazioni stagionali diverse da quelle del sodio, un comportamento che non è stato ancora completamente compreso. Lo studio dei cambiamenti stagionali di tutti i componenti della sottilissima atmosfera del pianeta fornirà informazioni chiave sull’importanza relativa dei processi che generano, sostengono e modificano il tenue inviluppo di gas che circonda Mercurio. Il terzo flyby ha inoltre rivelato nuove informazioni sulle abbondanze di ferro e titanio sulla superficie del pianeta.
La sonda ha completato quasi tre quarti del suo lunghissimo viaggio interplanetario di poco meno di 8 miliardi di chilometri, prima di entrare in orbita polare attorno a Mercurio nel marzo 2011.
martedì, novembre 10, 2009
Nel corso del suo terzo ed ultimo flyby su Mercurio, avvenuto lo scorso 29 settembre, la sonda Messenger ci ha offerto una visione quasi completa della superficie del pianeta e fornito nuove conoscenze scientifiche su questo mondo relativamente sconosciuto.
Nonostante un problema di funzionamento degli strumenti di bordo, prontamente risolto, la camera ad alta risoluzione e gli altri strumenti della sonda hanno svelato un altro 6% della superficie di Mercurio, una regione mai vista prima ad una distanza così ravvicinata. Adesso, disponiamo di immagini ad alta risoluzione di circa il 98% della superficie di questo pianeta.
Le nuove immagini, nonostante le ridotte dimensioni della nuova area (una strisciata di circa 560 km della regione equatoriale) hanno riservato nuove sorprese. Tra le interessanti morfologie superficiali riscontrate durante il terzo flyby c’è una regione molto chiara (in alto a destra nell’immagine in basso) che circonda una depressione irregolare di sospetta origine vulcanica. Probabilmente, si tratta del materiale espulso recentemente da una violentissima eruzione di tipo piroclastico. Nella stessa immagine (in basso a sinistra) è chiaramente visibile un bacino da impatto con un doppio anello il cui diametro è di circa 290 km.
Una delle immagini riprese dalla sonda Messenger durante il suo terzo ed ultimo flyby di Mercurio, in cui è visibile una regione della superficie del pianeta finora sconosciuta..
Una delle immagini riprese dalla sonda Messenger durante il suo terzo ed ultimo flyby di Mercurio, in cui è visibile una regione della superficie del pianeta finora sconosciuta..
Ma il risultato più interessante è stato quello ottenuto da uno degli strumenti della sonda che durante il flyby ha osservato la sottile esosfera del pianeta, rivelando come questa vari in funzione della distanza del pianeta dal Sole.
Mentre nel corso dei primi due flyby la coda di sodio neutro era molto estesa, adesso appariva circa 20 volte meno intensa e molto ridotta in misura. Questo comportamento è legato alle variazioni della pressione di radiazione solare al variare della distanza del pianeta dalla nostra stella, a testimonianza che l’esosfera di Mercurio è tra le più dinamiche del Sistema Solare.
Immagine della tenue atmosfera di Mercurio, formata da atomi di sodio, come era nell’ottobre 2008, durante il secondo flyby, e come appariva alla fine dello scorso settembre. La pressione della radiazione solare “soffia via” la sottilissima coltre di gas che circonda il pianeta, producendo un fenomeno simile a quello di una coda cometaria.
Immagine della tenue atmosfera di Mercurio, formata da atomi di sodio, come era nell’ottobre 2008, durante il secondo flyby, e come appariva alla fine dello scorso settembre. La pressione della radiazione solare “soffia via” la sottilissima coltre di gas che circonda il pianeta, producendo un fenomeno simile a quello di una coda cometaria.
Inoltre, il calcio ed il magnesio presentano delle variazioni stagionali diverse da quelle del sodio, un comportamento che non è stato ancora completamente compreso. Lo studio dei cambiamenti stagionali di tutti i componenti della sottilissima atmosfera del pianeta fornirà informazioni chiave sull’importanza relativa dei processi che generano, sostengono e modificano il tenue inviluppo di gas che circonda Mercurio. Il terzo flyby ha inoltre rivelato nuove informazioni sulle abbondanze di ferro e titanio sulla superficie del pianeta.
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Incredibile ritrovamento su mercurio
Foto in dimensione Large
La fotografia proviene dalla missione NASA denominata MESSENGER (MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry, and Ranging spacecraft),la prima che ha visto una sonda terrestre orbitare intorno al pianeta più vicino al nostro sole.Le zone oscure presenti sul misterioso oggetto non sembrano causate da ombre,in quanto il sole era prossimo allo Zenit quando è stata scattata la foto.
A voi cosa sembra?
a me forse un masso...irregolare
ma potrebbe essere tutto e niente
Re: Mercurio è vivo!
diciamo che ci sono ottime possibilità di assistere ad una "Roswell" mercuriana
ottima pesca, marius
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Mercurio è vivo!
Scoperti vulcani attivi sotto il sole del pianeta Mercurio. Per la prima volta dopo 35 anni, infatti, un satellite torna a far visita al pianeta e le immagini scattate nei tre fly-by della sonda Messanger della Nasa provano che c’è stata attività geologica recente. Insomma, il primo e più sconosciuto pianeta del Sistema Solare è vivo, geologicamente parlando. Sulla superficie di Mercurio, infatti, ci sono le prove di attività vulcanica recente. La sorprendente scoperta è pubblicata questa settimana su Science, e la ricerca è stata guidata da Louise Prockter della Nasa, con il contributo di Gabriele Cremonese dell’Inaf Osservatorio Astronomico di Padova insieme ai colleghi dell’Università di Padova, Simone Marchi e Matteo Massironi.
«Mercurio -spiega l’Inaf- è un po’ la Cenerentola del Sistema Solare. Il più vicino al Sole, il più piccolo tra i pianeti interni, difficile da osservare con i telescopi per l’abbagliante luce da cui è investito, è stato visitato nel 1974-75 dalla missione Mariner 10. Più di 30 anni dopo, la sonda Messanger della Nasa, lanciata nel 2004 e ormai giunta a destinazione, torna a riaccendere i riflettori. Nei tre fly-by effettuati per il posizionamento nell’orbita definitiva (che sarà raggiunta nel marzo 2011), la sonda ha scattato foto che raccontano un passato meno placido di quanto si pensasse». Anche Mercurio, come recentemente si è scoperto per Venere, è stato scombussolato da eruzioni vulcaniche e travolto da tempeste magnetiche.
«In particolare abbiamo osservato un bacino di origine vulcanica caratterizzato da una superficie eccezionalmente liscia, dove un tempo scorreva lava» spiega Cremonese. «Questa depressione, di 230 chilometri di diametro, -continua lo scienziato italiano- presenta un anello circondato da depositi minerali brillanti che potrebbero costituire la più interessante evidenza vulcanica di Mercurio identificata finora».
Grazie a un innovativo modello di datazione planetaria sviluppato proprio presso l’Inaf-Oa di Padova, è stato possibile così stabilire che il bacino è più giovane di un miliardo di anni. «Il metodo -continua l’astronomo Cremonese- combina il conteggio dei crateri sulla superficie con il flusso di meteoriti provenienti dalla Main Belt per effettuare una stima dell’età del pianeta sulla base degli impatti che si riscontrano sulla sua superficie». «Secondo i nostri calcoli, il bacino Rachmaninoff, come il noto pianista, potrebbe essersi formato negli ultimi 3-400 milioni di anni» aggiunge.
Questa ipotesi di datazione è stata presentata da Cremonese in un articolo che sarà pubblicato in un numero speciale di Planetary and Space Science. «Siamo solo all’inizio, la missione Messanger ci mostrerà Mercurio come non l’abbiamo mai visto. Siamo felici di proseguire questa collaborazione con la Nasa, che ha ritenuto il nostro il miglior modello per la datazione planetaria» conclude l’astronomo italiano.
http://www3.lastampa.it/scienza/sezioni/news/articolo/lstp/274342/
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Re: Mercurio è vivo!
La prima foto di Mercurio dalla sonda Messenger
una delle prime foto di Mercurio inviate dalla sonda Messenger
NEW YORK – La Nasa ha reso noto le prime foto di Mercurio inviate a Terra dalla sonda Messenger, la prima nella storia della ricerca spaziale ad essere entrata in orbita intorno al pianeta.
Messenger era stato lanciato nello spazio il 3 agosto del 2004. Dopo sette anni di viaggio tra le Terra, Venere e Mercurio, la sonda è entrata nell’orbita del pianeta il 17 marzo scorso. Ci resterà circa un anno. Gli scienziati si attendono di ricevere oltre 75mila immagini.
31 marzo 2011 | 11:17
http://www.blitzquotidiano.it/facebook/prima-foto-mercurio-sonda-messenger-804626/
una delle prime foto di Mercurio inviate dalla sonda Messenger
NEW YORK – La Nasa ha reso noto le prime foto di Mercurio inviate a Terra dalla sonda Messenger, la prima nella storia della ricerca spaziale ad essere entrata in orbita intorno al pianeta.
Messenger era stato lanciato nello spazio il 3 agosto del 2004. Dopo sette anni di viaggio tra le Terra, Venere e Mercurio, la sonda è entrata nell’orbita del pianeta il 17 marzo scorso. Ci resterà circa un anno. Gli scienziati si attendono di ricevere oltre 75mila immagini.
31 marzo 2011 | 11:17
http://www.blitzquotidiano.it/facebook/prima-foto-mercurio-sonda-messenger-804626/
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