BIG BANG
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BIG BANG
TUONO’ BIG BANG PIU’ DEBOLE DEL PREVISTOBy Marco Frico
ROMA – Il “tuono” del Big Bang da cui è nato l’universo è più debole del previsto. Lo dimostra senza ombra di dubbio il silenzio trovato, a sorpresa, dalla super antenna estesa dagli Stati Uniti all’Europa, il più potente strumento oggi esistente per catturare le onde gravitazionali, vera e propria eco del Big Bang. Il risultato, pubblicato su Nature, si basa sui dati raccolti dal 2005 al 2007 dalla grandissima rete di antenne formata da quattro interferometri, uno dei quali si trova in Toscana.
La rete è nata dalla collaborazione internazionale Ligo-Virgo, alla quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e con l’interferometro Virgo, che si trova a Cascina (Pisa) ed è stato realizzato in collaborazione con la Francia. Gli altri tre interferometri fanno parte del programma americano Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory): due di essi si trovano negli Usa, a Hanford (Stato di Washington) e Livingston (Louisiana), e il terzo in Germania, ad Hannover. Insieme, le quattro antenne diventano un gigantesco e potentissimo rivelatore di onde gravitazionali dal valore complessivo di circa 400 milioni di euro e al quale lavorano circa 800 ricercatori.
Da anni questa potentissima antenna è in ascolto delle onde gravitazionali. Come le increspature che si formano gettando un sasso in uno stagno, le onde gravitazionali possono essere pensate come increspature dello spazio-tempo che hanno altezze diverse e si propagano in direzioni differenti. Le onde gravitazionali, la cui eco è chiamata “rumore di fondo stocastico” sono generate, oltre che dal Big Bang, ogni volta che nell’universo avviene una potente esplosione, come quella delle stelle giunte alla fine della loro vita (supernovae), lo scontro tra buchi neri o la collisione fra stelle di neutroni. Sono state previste da Albert Einstein nel 1916 e sono l’unico segnale capace di spingersi più indietro nel tempo, fino all’epoca del Big Bang e perfino al pre-Big Bang. L’altro segnale utile per ricostruire le origini dell’universo, la radiazione cosmica di fondo, riesce infatti a spingersi fino ad osservare il baby-universo, 380.000 anni dopo il Big Bang. Nei dati raccolti dall’antenna Ligo-Virgo “non c’é stata la rivelazione di un segnale fino al limite che abbiamo raggiunto con i nostri strumenti: questa è un’indicazione molto importante perché abbiamo posto un limite all’intensità e sappiamo che il tuono che ha dato origine all’universo è in realtà più basso rispetto a quello previsto finora”, ha detto il coordinatore di Virgo, Francesco Fidecaro, dell’università di Pisa e dell’Infn. “Combinando simultaneamente i dati provenienti dagli interferometri Ligo e Virgo – prosegue Fidecaro – potremo arrivare a conoscere sulle onde gravitazionali informazioni che nessun altro strumento può dare. Questa è una grande promessa per il futuro”. La scommessa, conclude, “é spingere l’esplorazione molto più indietro nel tempo fino a cogliere il rumore primordiale”.
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ROMA – Il “tuono” del Big Bang da cui è nato l’universo è più debole del previsto. Lo dimostra senza ombra di dubbio il silenzio trovato, a sorpresa, dalla super antenna estesa dagli Stati Uniti all’Europa, il più potente strumento oggi esistente per catturare le onde gravitazionali, vera e propria eco del Big Bang. Il risultato, pubblicato su Nature, si basa sui dati raccolti dal 2005 al 2007 dalla grandissima rete di antenne formata da quattro interferometri, uno dei quali si trova in Toscana.
La rete è nata dalla collaborazione internazionale Ligo-Virgo, alla quale l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e con l’interferometro Virgo, che si trova a Cascina (Pisa) ed è stato realizzato in collaborazione con la Francia. Gli altri tre interferometri fanno parte del programma americano Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory): due di essi si trovano negli Usa, a Hanford (Stato di Washington) e Livingston (Louisiana), e il terzo in Germania, ad Hannover. Insieme, le quattro antenne diventano un gigantesco e potentissimo rivelatore di onde gravitazionali dal valore complessivo di circa 400 milioni di euro e al quale lavorano circa 800 ricercatori.
Da anni questa potentissima antenna è in ascolto delle onde gravitazionali. Come le increspature che si formano gettando un sasso in uno stagno, le onde gravitazionali possono essere pensate come increspature dello spazio-tempo che hanno altezze diverse e si propagano in direzioni differenti. Le onde gravitazionali, la cui eco è chiamata “rumore di fondo stocastico” sono generate, oltre che dal Big Bang, ogni volta che nell’universo avviene una potente esplosione, come quella delle stelle giunte alla fine della loro vita (supernovae), lo scontro tra buchi neri o la collisione fra stelle di neutroni. Sono state previste da Albert Einstein nel 1916 e sono l’unico segnale capace di spingersi più indietro nel tempo, fino all’epoca del Big Bang e perfino al pre-Big Bang. L’altro segnale utile per ricostruire le origini dell’universo, la radiazione cosmica di fondo, riesce infatti a spingersi fino ad osservare il baby-universo, 380.000 anni dopo il Big Bang. Nei dati raccolti dall’antenna Ligo-Virgo “non c’é stata la rivelazione di un segnale fino al limite che abbiamo raggiunto con i nostri strumenti: questa è un’indicazione molto importante perché abbiamo posto un limite all’intensità e sappiamo che il tuono che ha dato origine all’universo è in realtà più basso rispetto a quello previsto finora”, ha detto il coordinatore di Virgo, Francesco Fidecaro, dell’università di Pisa e dell’Infn. “Combinando simultaneamente i dati provenienti dagli interferometri Ligo e Virgo – prosegue Fidecaro – potremo arrivare a conoscere sulle onde gravitazionali informazioni che nessun altro strumento può dare. Questa è una grande promessa per il futuro”. La scommessa, conclude, “é spingere l’esplorazione molto più indietro nel tempo fino a cogliere il rumore primordiale”.
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Scienziati di Berkeley : " Big Bang? Dio non c'entra "
Il nostro universo potrebbe essere nato 13,7 miliardi di anni fa ma senza alcun aiuto divino.
Cio' puo' essere in contrasto con i nostri istinti che non sono necessariamente affidabili perche' sono stati affinati per aiutarci a sopravvivere nella savana africana 150 mila anni fa, ma non per comprendere il funzionamento interno dell'universo.
Al contrario, l'unico riferimento su cui dobbiamo confidare sarebbero le leggi della fisica.
E' la tesi di uno studio dell'Universita' della California di Berkeley.
La ricerca e' stata promossa dall'astrofisico Alex Filippenko che ha spiegato in occasione della conferenza SETICon 2 a Santa Clara in California: "Il Big Bang potrebbe tranquillamente essere stato causato dalle sole leggi della fisica. Con le leggi della fisica, infatti, e' possibile ottenere interi universi senza scomodare alcuna scintilla divina".
fonte AGI
Un esempio? "Le fluttuazioni quantistiche meccaniche sono in grado di produrre il cosmo" ha ripreso Seth Shostak, astronomo senior del non-profit Search for Extraterrestrial Intelligence (SETI) Institute. "Persino in una stanza, basterebbe ruotare il tempo e lo spazio nel modo giusto, per creare un universo completamente nuovo. Forse piu' che chiederci dell'esistenza di Dio, dovremmo domandarci il perche' ci sono le leggi della fisica, ma resta un mistero che non potremo mai essere in grado di risolvere".
fonte AGI
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