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L’Italia è in declino, soluzioni a questo disastro sono urgentissime
A gennaio si terrà la seconda assemblea nazionale di “Alternativa”: esistiamo da poco più di un anno e ci riuniamo in una situazione di alta drammaticità, come sappiamo. Il nostro congresso si svolgerà nel pieno di una crisi senza precedenti, in un paese che sta in condizioni di crollo – senza precedenti anch’esse – dalla Seconda Guerra Mondiale, cioè dal momento in cui questo paese è nato come repubblica democratica. Una recentissima inchiesta sociologica illustra le caratteristiche del declino, che è molto più evidente e importante della caduta stessa della nostra economia, della recessione. È un declino sociale, morale, istituzionale. È un declino di fiducia della gran parte della popolazione.
Le cifre sono impressionanti. Crollano i livelli di fiducia nei partiti: solo il 4% dei cittadini italiani ha fiducia nei partiti, solo il 9% ha fiducia nel Giulietto ChiesaParlamento. Sono tutte cifre in caduta, e la fiducia travolge anche le istituzioni fino ad ora più “sacre”. Le banche sono in caduta verticale, ed è un segno molto positivo perché vuol dire che la gente pensa: quello è il centro della crisi, ed è logico che non si può avere fiducia esattamente nella sorgente della crisi. Crolla la fiducia nell’Unione Europea, che ha perso addirittura 16 punti rispetto al 2001, quando entrò in vigore l’euro, e si colloca oggi al 37%. Ricordate che nel 2001 la maggioranza degli italiani ancora credeva che l’Europa fosse un’ancora di salvezza.
In generale, se mettiamo in un fascio solo tutte le istituzioni politiche e di governo, scopriamo – cifre sempre di questo sondaggio – che l’indice di fiducia della popolazione italiana in soli 5 anni è sceso dal 42 al 33%. E se mettiamo insieme tutte le istituzioni economiche e sociali del paese, inclusi i sindacati, la fiducia media dei cittadini è scesa, nello stesso periodo, dal 35 al 26%. Cifre che corrispondono, cifre credibili: questo è il quadro. Un paese che sta crollando: psicologicamente, oltre che economicamente e socialmente. La responsabilità di questo è evidente, sta nelle classi politiche che lo stanno guidando e lo hanno portato fino a questo approdo. Un vero e proprio disastro, una catastrofe. Viene in mente Gramsci: è evidente che Antonio Gramsciabbiamo bisogno di una grande riforma intellettuale e morale di questo paese.
Cade, per questo, la capacità di reazione della gente? Direi che è esattamente il contrario: nonostante questo quadro desolante e disastroso, la popolazione italiana reagisce. I dati, le indicazioni, quello che vediamo intorno: tutto dice che la gente cerca uno sfogo, un’uscita da questa situazione; non è piegata, non è priva di speranze – ma sono speranze di lotta, di combattimento, sono speranze di reazione allo stato presente delle cose. E se si misurano statisticamente i luoghi dove questa reazione si manifesta, si scopre esattamente questo: che la gran parte della popolazione italiana reagisce.
Lo dimostra tra l’altro l’ultimo risultato che abbiamo avuto, quello (straordinario) del referendum del giugno scorso, in cui la grande maggioranza degli italiani – il 53% degli elettori, 27 milioni di persone – hanno dichiarato che vogliono un’altra linea, che vogliono la linea dei beni comuni, una linea contro la privatizzazione dell’acqua; si sono opposti al nucleare, hanno chiesto una riforma del sistema politico. Quindi ci troviamo di fronte a una situazione molto importante, seppure contraddittoria: la reazione popolare c’è, ma non riesce a mordere; non riesce a mutare le cose. E perché? Perché abbiamo un’eredità di assenza di ogni opposizione: non c’è una maniglia di riferimento, non c’è un luogo dove la gente possa rivolgersi referendumper sentirsi forte. Non c’è una comune visione della profondità della crisi; non c’è una teoria, non c’è una spiegazione di ciò che accade.
In assenza di una forza politica capace di guidare questo movimento, il movimento – che pure esiste – rimane suddiviso in mille rivoli, in mille focolai, nessuno dei quali riesce a diventare decisivo per modificare lo stato delle cose. Ecco il punto, ed ecco la ragione per cui è nata “Alternativa”: proprio per costruire questa prospettiva comune, questa visione d’insieme. Che non è soltanto una visione della crisi italiana, ma dev’essere una visione della crisi europea, internazionale, mondiale. Siamo in un punto di svolta, siamo davvero in un momento in cui bisogna tirare le somme e guardare al futuro. Di tutto questo non c’è traccia nel dibattito politico italiano, ed è per questa ragione che siamo nati. Cosa fare, in questo 2012 che si annuncia per molti aspetti decisivo? Di fronte a noi abbiamo un quadro che mostra una profonda degenerazione politica e, al tempo stesso, la possibilità di avviare un vero cambiamento.
Le notizie del giorno sono tutte, come sapete, inquietanti. Mentre noi stiamo dicendo queste cose, la “casta” sta ancora ballando nel salone delle feste del Titanic. In questi giorni, la Consulta ha respinto il referendum sulla legge elettorale, che era uno dei punti cardine – il che vuol dire che anche questi signori stanno su un altro pianeta (o, appunto, sul Titanic che affonda). E il Parlamento vota e salva Cosentino: un Parlamento trasversale, dove Livia Turco, con una parte del Pd, vota per salvare Cosentino – insieme a Bossi e a Nicola Cosentino e Livia TurcoPannella. Prezzolati? Gente senza principi? Gente senza destino, senza visione. Un liquame: il percolato nazionale sta guidando il paese.
Un percolato e un liquame che sostengono un governo che inscena spettacolini da scuola elementare, per dare prova di moralità pubblica fermando le Lamborghini che circolano a Cortina d’Ampezzo: questo è il quadro del “rigore” del governo Monti. Ciechi, che non vedono arrivare l’ondata. L’ondata del disastro che già si alza nell’oceano proveniente da Wall Street, perché il centro della catastrofe è lì: continuano a dirci che è la Grecia, l’Europa, ma il centro della catastrofe sono gli Stati Uniti e il sistema finanziario internazionale che gli Stati Uniti hanno costruito e dominato.
E questa è la prima ondata: queste misure del governo Monti, dolorose di lacrime e sangue, non salveranno il paese. Non risolveranno neppure una minima parte del debito, perché il debito non si risolve così: si risolve La Siria verso la guerra civileafferrandone la radice, e cioè l’estensione spropositata e senza senso della massa monetaria. Bisogna cambiare le regole della finanza mondiale, bisogna uscire da questa trappola.
L’altra cosa che non si vede è l’ondata della guerra, di cui nessuno parla perché tutti sono ciechi oppure guardano al proprio ombelico anziché al mondo. La guerra che arriva, anch’essa: arriva sulle rive del Mediterraneo, arriva in Siria, arriva in Iran. Non molto lontano da noi. E ci troviamo con questo presidente della Repubblica “atlantico”, che regge come Titano sulle proprie spalle questa democrazia sospesa. Noi andremo in guerra, e non la chiameremo neanche più – come abbiamo fatto finora – una “missione di pace”, perché non ce ne sarà il tempo. Dunque, diamoci tutti una svegliata. È il momento di rimboccarsi le maniche sul serio di costruire un’alternativa al disastro. Buona fortuna a tutti.
(Giulietto Chiesa, testo del video-messaggio registrato per il secondo congresso di “Alternativa” e pubblicato da “Megachip”).
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Le cifre sono impressionanti. Crollano i livelli di fiducia nei partiti: solo il 4% dei cittadini italiani ha fiducia nei partiti, solo il 9% ha fiducia nel Giulietto ChiesaParlamento. Sono tutte cifre in caduta, e la fiducia travolge anche le istituzioni fino ad ora più “sacre”. Le banche sono in caduta verticale, ed è un segno molto positivo perché vuol dire che la gente pensa: quello è il centro della crisi, ed è logico che non si può avere fiducia esattamente nella sorgente della crisi. Crolla la fiducia nell’Unione Europea, che ha perso addirittura 16 punti rispetto al 2001, quando entrò in vigore l’euro, e si colloca oggi al 37%. Ricordate che nel 2001 la maggioranza degli italiani ancora credeva che l’Europa fosse un’ancora di salvezza.
In generale, se mettiamo in un fascio solo tutte le istituzioni politiche e di governo, scopriamo – cifre sempre di questo sondaggio – che l’indice di fiducia della popolazione italiana in soli 5 anni è sceso dal 42 al 33%. E se mettiamo insieme tutte le istituzioni economiche e sociali del paese, inclusi i sindacati, la fiducia media dei cittadini è scesa, nello stesso periodo, dal 35 al 26%. Cifre che corrispondono, cifre credibili: questo è il quadro. Un paese che sta crollando: psicologicamente, oltre che economicamente e socialmente. La responsabilità di questo è evidente, sta nelle classi politiche che lo stanno guidando e lo hanno portato fino a questo approdo. Un vero e proprio disastro, una catastrofe. Viene in mente Gramsci: è evidente che Antonio Gramsciabbiamo bisogno di una grande riforma intellettuale e morale di questo paese.
Cade, per questo, la capacità di reazione della gente? Direi che è esattamente il contrario: nonostante questo quadro desolante e disastroso, la popolazione italiana reagisce. I dati, le indicazioni, quello che vediamo intorno: tutto dice che la gente cerca uno sfogo, un’uscita da questa situazione; non è piegata, non è priva di speranze – ma sono speranze di lotta, di combattimento, sono speranze di reazione allo stato presente delle cose. E se si misurano statisticamente i luoghi dove questa reazione si manifesta, si scopre esattamente questo: che la gran parte della popolazione italiana reagisce.
Lo dimostra tra l’altro l’ultimo risultato che abbiamo avuto, quello (straordinario) del referendum del giugno scorso, in cui la grande maggioranza degli italiani – il 53% degli elettori, 27 milioni di persone – hanno dichiarato che vogliono un’altra linea, che vogliono la linea dei beni comuni, una linea contro la privatizzazione dell’acqua; si sono opposti al nucleare, hanno chiesto una riforma del sistema politico. Quindi ci troviamo di fronte a una situazione molto importante, seppure contraddittoria: la reazione popolare c’è, ma non riesce a mordere; non riesce a mutare le cose. E perché? Perché abbiamo un’eredità di assenza di ogni opposizione: non c’è una maniglia di riferimento, non c’è un luogo dove la gente possa rivolgersi referendumper sentirsi forte. Non c’è una comune visione della profondità della crisi; non c’è una teoria, non c’è una spiegazione di ciò che accade.
In assenza di una forza politica capace di guidare questo movimento, il movimento – che pure esiste – rimane suddiviso in mille rivoli, in mille focolai, nessuno dei quali riesce a diventare decisivo per modificare lo stato delle cose. Ecco il punto, ed ecco la ragione per cui è nata “Alternativa”: proprio per costruire questa prospettiva comune, questa visione d’insieme. Che non è soltanto una visione della crisi italiana, ma dev’essere una visione della crisi europea, internazionale, mondiale. Siamo in un punto di svolta, siamo davvero in un momento in cui bisogna tirare le somme e guardare al futuro. Di tutto questo non c’è traccia nel dibattito politico italiano, ed è per questa ragione che siamo nati. Cosa fare, in questo 2012 che si annuncia per molti aspetti decisivo? Di fronte a noi abbiamo un quadro che mostra una profonda degenerazione politica e, al tempo stesso, la possibilità di avviare un vero cambiamento.
Le notizie del giorno sono tutte, come sapete, inquietanti. Mentre noi stiamo dicendo queste cose, la “casta” sta ancora ballando nel salone delle feste del Titanic. In questi giorni, la Consulta ha respinto il referendum sulla legge elettorale, che era uno dei punti cardine – il che vuol dire che anche questi signori stanno su un altro pianeta (o, appunto, sul Titanic che affonda). E il Parlamento vota e salva Cosentino: un Parlamento trasversale, dove Livia Turco, con una parte del Pd, vota per salvare Cosentino – insieme a Bossi e a Nicola Cosentino e Livia TurcoPannella. Prezzolati? Gente senza principi? Gente senza destino, senza visione. Un liquame: il percolato nazionale sta guidando il paese.
Un percolato e un liquame che sostengono un governo che inscena spettacolini da scuola elementare, per dare prova di moralità pubblica fermando le Lamborghini che circolano a Cortina d’Ampezzo: questo è il quadro del “rigore” del governo Monti. Ciechi, che non vedono arrivare l’ondata. L’ondata del disastro che già si alza nell’oceano proveniente da Wall Street, perché il centro della catastrofe è lì: continuano a dirci che è la Grecia, l’Europa, ma il centro della catastrofe sono gli Stati Uniti e il sistema finanziario internazionale che gli Stati Uniti hanno costruito e dominato.
E questa è la prima ondata: queste misure del governo Monti, dolorose di lacrime e sangue, non salveranno il paese. Non risolveranno neppure una minima parte del debito, perché il debito non si risolve così: si risolve La Siria verso la guerra civileafferrandone la radice, e cioè l’estensione spropositata e senza senso della massa monetaria. Bisogna cambiare le regole della finanza mondiale, bisogna uscire da questa trappola.
L’altra cosa che non si vede è l’ondata della guerra, di cui nessuno parla perché tutti sono ciechi oppure guardano al proprio ombelico anziché al mondo. La guerra che arriva, anch’essa: arriva sulle rive del Mediterraneo, arriva in Siria, arriva in Iran. Non molto lontano da noi. E ci troviamo con questo presidente della Repubblica “atlantico”, che regge come Titano sulle proprie spalle questa democrazia sospesa. Noi andremo in guerra, e non la chiameremo neanche più – come abbiamo fatto finora – una “missione di pace”, perché non ce ne sarà il tempo. Dunque, diamoci tutti una svegliata. È il momento di rimboccarsi le maniche sul serio di costruire un’alternativa al disastro. Buona fortuna a tutti.
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F. LORDON ECONOMISTA FRANCESE : E' IL CROLLO E VEDREMO COSE INAUDITE
Così parla Frédéric Lordon, famoso economista francese, direttore delle ricerche del CNRS, in una lunga intervista alla Revue des Livres. A proposito delle forze che stanno per scatenarsi, ecco cosa prevede:
«Se, come si poteva prevedere dal 2010 col lancio dei piani di austerità coordinati, lo scacco annunciato conduce ad un’ondata di default sovrani, seguirà immediatemente il collasso del sistema bancario (o li precederà, per semplice effetto d’anticipazione degli investitori); e questo, contrariamente a quello del 2008, sarà irrecuperabile, perchè gli Stati (che hanno salvato le banche nel 2008, ndr) sono finanziariamente a terra. Allora non resterà altra alternativa che l’emissione monetaria massiccia, oppure l’esplosione della zona euro se la Banca Centrale Europea (e la Germania) rifiutano questa prima soluzione.
«In un week-end cambierà letteralmente il mondo e vedremo cose inaudite: re-instaurazione del controllo sui capitali, nazionalizzazioni-lampo o addirittura requisizioni di banche, riarmo delle Banche Centrali nazionali – misura che segnerà da sè la fine della moneta unica – la dipartita della Germania seguita da qualche satellite, la costituzione di un blocco euro-sud oppure il ritorno alle monete nazionali. Quando avverrà? Nessuno può dirlo con certezza (...) ma tra sei o dodici mesi, quando s’imporrà la constatazione della recessione generale, risultante dalla austerità generalizzata, e gli investitori vedranno salire irresistibilmente le ondate dei debiti pubblici che si supponeva di arrestare con le politiche restrittive, la consapevolezza dell’impasse totale che albeggerà in quel momento porterà gli operatori stessi a dichiarare una ‘capitolazione’, ossia alla loro fuga massiccia dai mercati-titoli, e per il gioco dei meccanismi di propagazione creati dalla finanza liberalizzata, una dislocazione totale dei mercati dei capitali, in tutti i settori.
«E nel frattempo si accumulano le tensioni politiche – fino al punto di rottura? Come ogni soglia critica a livello storico-sociale, non si sa in anticipo dove essa si trova nè cosa ne determina il superamento. La sola cosa certa è che la spossessione generalizzata della sovranità (per opera della finanza come dell’Europa neo-liberale) taglia in profondità i corpi sociali... i corpi sociali aggrediti dal liberalismo finiscono sempre per reagire, e a voltre brutalmente, in proporzione a quello che in precedenza hanno sopportato e accumulato (...). Non si possono lasciare i popoli durevolmente senza soluzione di sovranità – sia nazionale o d’altro tipo – senza che la recuperino a tutta forza e in forme che non saranno belle da vedere.
«... Quella che vien chiamata ‘crisi dell’euro’ non è in prima istanza una crisi monetaria. Una delle stranezze degli eventi attuali è che la moneta europea non viene rifiutata affatto, nè dai residenti della zona nè dagli investitori internazionali, e lo dimostra la paritò euro-dollaro, che a parte qualche fluttuazione, si mantiene. È un fatto: non c’è (per ora) fuga dall’euro. Se ci sarà, sarà come sviluppo terminale di una crisi la cui natura è altra. Quale? La risposta è che si tratta di una crisi istituzionale.
«È il quadro istituzionale della moneta unica, come comunità di politiche economiche, che minaccia di volare a pezzi in seguito a crisi finanziarie aventi come epicentro i debiti pubblici e le banche. Se l’euro esplode, sarà per default sovrani che trascineranno crolli bancari – a meno che questi non vengano prima, per anticipazione dei default sovrani. In ogni caso il cuore della cosa sarà ancora una volta il sistema bancario, e l’impossibilità di lasciarlo andare in rovina, perchè la rovina totale del sistema bancario ci porterebbe in cinque giorni all’equivalente ineconomia dello stato di natura. Ma ciò non deve significare ‘rimetterlo sui binari per un altro giro’, senza cambiarne le regole.
«Anzi, approfitto per dire che, dopo avermi fatto per lungo tempo paura, la prospettiva di questo collasso quasi quasi mi piace, perchè creerà infine l’occasione di nazionalizzare integralmente il sistema bancario per pura e semplice requisizione (senza indennizzo) (...). Nell’ipotesi del collasso bancario, si tratta di sapere quale sarà – in assenza degli Stati, essi stessi rovinati – l’istituzione capace di organizzare la riattivazione delle banche per far loro riprendere l’attività di fornitura del credito. In questa ipotesi, non ne resta che una: la Banca Centrale Europea. Non dovrà solo assicurare alle banche un sostegno di liquidità (lo sta già facendo) ma liberarle degli attivi svalorizzati e ricapitalizzarle. Inutile dire che, data la scala del settore bancario intero, si tratta di un’operazione di creazione monetaria massiccia a cui bisognerà consentire.
La BCE è pronta a questo? Sotto l’egemonia tedesca, direi di no. Ma l’urgenza estrema di restaurare nella loro integrità gli incassi monetari e di ristabilire il funzionamento del sistema di pagamenti richiederà un’azione ‘in giornata’! Significa che le lunghe tergiversazioni per ‘parlare ai nostri amici tedeschi’ o rinegoziare un trattato, saranno sparite dalla lista delle soluzioni pertinenti. Di fronte a quelli che si devono identificare come interessi vitali del corpo sociale, uno Stato, di fronte al non-volere della BCE, prenderebbe immediatamente la decisione di riarmare la propria Banca Centrale per farle emettere moneta in quantità sufficiente e ricostituire al più presto un troncone di sistema bancario capace di operare. La Germania, osservando nella zona una o due fonti di creazione monetaria fuori controllo, ossia di euro impuri suscittibili di corrompere gli euro puri di cui la BCE ha sola il privilegio di emissione, decreterebbe immediatamente l’impossibilità di restare in una tale ‘unione’ monetaria divenuta anarchica e l’abbandonerebbe subito, per rifare un blocco con qualche seguace selezionato sul momento (Austria, Olanda, Finlandia, Lussemburgo). Quanto alle altre nazioni, dovranno allora scegliere fra ricostituire un blocco alternativo oppure tornare ciascuna al proprio destino monetario; la Francia cercherà in tutti i modi di imbarcarsi con la Germania, senza la minima sicurezza di essere accettata a bordo (...)».
tratto da: http://effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=72262:le-il-crollo-di-un-mondo-forze-immense-stanno-per-scatenarsir&catid=83:free&Itemid=100021.
Traduzione di Maurizio Blondet
fonte originale: «Nous assistons à l’écroulement d’un monde, des forces immenses sont sur le point d’être déchaînées», entretien avec Frédéric Lordon
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misterioso oggetto ripreso durante l'attacco alle Twin Towers
Misterioso velivolo viene ripreso durante l'attacco alle Torri Gemelle. Di cosa si tratta? Per ora non si sa, ma le immagini mettono in evidenza uno strano velivolo che sembra essere stazionario, proprio su una facciata di una delle due torri gemelle del WTC, durante l'attacco dell'11 Settembre 2001.Un Drone Militare? Un UFO?
Per ora non si sa nulla di certo, ma le immagini mettono in evidenza uno strano velivolo che sembra essere stazionario, proprio su una facciata di una delle due torri gemelle del WTC, durante l'attacco del 11 Settembre 2001.
Alcuni affermano che si possa trattare di una persona appesa al finestrone del WTC, durante l'incendio divampato sulle Torri Gemelle dopo l'impatto degli aerei, ma rivedendo attentamente le immagini, si esclude la possibilità che questo misterioso oggetto sia di origine umana, o comunque un qualche apparato convenzionale. Potrebbe trattarsi di un ponte sospeso, lasciato li dagli operai che puliscono i vetri delle finestre? Non si vedono cavi o apparati elettrici in sospensione. Trattasi di DRONE militare? Un UFO? Non sappiamo come definirlo, ma pubblichiamo il video per dovere di cronaca, quella ufologica.... Cosa ne pensate?
La Redazione Segnidalcielo
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Per ora non si sa nulla di certo, ma le immagini mettono in evidenza uno strano velivolo che sembra essere stazionario, proprio su una facciata di una delle due torri gemelle del WTC, durante l'attacco del 11 Settembre 2001.
Alcuni affermano che si possa trattare di una persona appesa al finestrone del WTC, durante l'incendio divampato sulle Torri Gemelle dopo l'impatto degli aerei, ma rivedendo attentamente le immagini, si esclude la possibilità che questo misterioso oggetto sia di origine umana, o comunque un qualche apparato convenzionale. Potrebbe trattarsi di un ponte sospeso, lasciato li dagli operai che puliscono i vetri delle finestre? Non si vedono cavi o apparati elettrici in sospensione. Trattasi di DRONE militare? Un UFO? Non sappiamo come definirlo, ma pubblichiamo il video per dovere di cronaca, quella ufologica.... Cosa ne pensate?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
A me pare un po' troppo statico quell'oggetto... Anche l'ombra non mi torna molto bene...
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Christian ha scritto:A me pare un po' troppo statico quell'oggetto... Anche l'ombra non mi torna molto bene...
per forza è statico, è come ancorato alla struttura
vediamo se a qualcun' altro viene in mente cosa può essere
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chi sono Mario Monti e Lucas Papademos?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
A me sembra un qualche tipo di drone
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sarà così... PERCHE' QUESTO E' IL MIO VOLERE!
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Arconte Segugio ha scritto:A me sembra un qualche tipo di drone
sono d'accordo, è come un robottino al quale, quando serve, viene data la carica
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L'Elite globale nasconde 18 trilioni di dollari in banche offshore
Nei giorni scorsi, il fatto che Mitt Romney ha milioni di dollari parcheggiati nelle Isole Cayman, ha fatto notizia in tutto il mondo. Ma quando si tratta di banche off-shore, quello che Mitt Romney sta facendo è insignificante. La verità è che l'elite globale nasconte una quantità quasi incredibile di denaro nelle banche offshore. Secondo una scioccante ricerca fatta dal Fondo monetario internazionale, l'elite globale possiede un totale di 18.000 miliardi di dollari nelle banche offshore. E questa cifra non tiene conto neppure dei soldi che hanno in Svizzera.
Questa è una quantità impressionante di denaro. Tenete presente che il PIL degli Stati Uniti nel 2010 era solo di 14.580 miliardi di dollari. Allora perché l'elite mondiale si da tanto da fare a nascondere i soldi nelle banche offshore? Beh, ci sono due ragioni principali. Una è la privacy e l'altra è la bassa imposizione fiscale. La privacy è un grosso problema per quelli che sono coinvolti in imprese illegali come il traffico di droga, ma il motivo principale per cui le persone spostano i soldi nelle banche offshore è per evitare le tasse. Alcuni conti bancari vengono aperti in nazioni straniere per minimizzare legalmente le tasse ed altri conti bancari vengono aperti in nazioni straniere, per evitare illegalmente le tasse. Restereste assolutamente stupiti di quello che alcune grandi corporazioni e individui ricchi fanno, per evitare di pagare le tasse. Purtroppo, la maggior parte del resto di noi non ha le risorse o le conoscenze per fare questi giochi, così veniamo tassati fino all’estremo.
Allora, perché le chiamano "banche offshore"?
Ebbene, il termine originariamente fu coniato perché le banche delle Channel Islands erano "al largo" del Regno Unito. La maggior parte delle "banche offshore" si trovano ancora oggi sulle isole. Le Isole Cayman, Bermuda, Bahamas, e l'Isola di Man sono esempi di questo. Altri "centri bancari offshore" come Monaco in realtà non sono del tutto "offshore", ma il termine viene applicato ad essi comunque.
Tradizionalmente, questi centri bancari offshore sono stati molto allettanti sia per i criminali che per l'elite globale (inclusi i governi), perché non raccontavano a nessuno dei soldi che qualcuno aveva parcheggiato lì.
In questi giorni alcuni governi (in particolare il governo degli Stati Uniti) stanno cercando di cambiare questa situazione, ma certamente non vedremo la fine delle banche offshore in tempi brevi.
La quantità di denaro che passa attraverso queste banche offshore è assolutamente stupefacente.
E' stato stimato che l'80 per cento di tutte le transazioni bancarie internazionali avviene attraverso queste banche offshore. 1400.000.000.000 di dollari sono fermi in banche off-shore solo nelle isole Cayman.
Un articolo sul Guardian ha stimato che un terzo di tutte le ricchezze di tutto il globo è detenuto nelle banche offshore, e altri credono che almeno la metà di tutti i capitali del mondo ad un certo punto passa attraverso le banche off-shore.
Ovviamente, tutta questa evasione fiscale significa che i governi di tutto il mondo stanno perdendo un sacco di soldi.
E' stato stimato che il governo americano sta perdendo 100 miliardi dollari l'anno a causa di queste banche offshore. Altri direbbero che questa cifra è significativamente più alta.
Evitare le tasse è un gioco cotrollato dall'elite globale. Giocano una partita completamente diversa rispetto a voi e me. Non si limitano a stare lì come idioti a farsi distruggere dalle tasse. Invece, assumono i migliori esperti che impiegano ogni trucco nei libri contabili per preservare quanto più denaro è possibile.
Oggi, approfittare dei paradisi fiscali offshore non è così complicato. Di seguito quello che viene riportato da un recente articolo di Politico ....
Uno scenario plausibile potrebbe essere questo: io assumo un ragioniere. Facendo il suo lavoro, il mio commercialista mi dice che se firmo alcuni documenti legali e instrado i miei soldi in una piccola isola dei Caraibi, potrei mantenere più del mio stipendio e pagare un'aliquota fiscale più bassa. Potrei aver guadagnato i miei soldi negli Stati Uniti, ma legalmente posso affermare che, in effetti, sono stati guadagnati in un paradiso fiscale.
Se è legale, forse molti di noi dovrebbero approfondire questa cosa.
Dopo tutto, se fare questo tipo di giochi è abbastanza buono per Mitt Romney, allora perché non è abbastanza buono per tutto il resto di noi?
Nel corso di una recente pausa della sua campagna, Romney ha detto quanto segue ....
"Posso dirvi che noi ci atteniamo alle leggi fiscali"
Io certamente gli credo quando dice questo. Ma è quello che ha detto dopo che è preoccupante ....
"E se c'è l'opportunità di risparmiare sulle imposte, seguiremo questa opportunità come chiunque altro in questo paese".
Io certamente gli credo anche quando dice questo.
ABC News ha recentemente rivelato che Bain Capital ha istituito un incredibile 138 fondi off-shore diversi nelle isole Cayman.
Deve essere andata abbastanza bene per volerlo fare 138 volte.
Ma Bain Capital, era molto impegnato anche in altri centri bancari offshore.
Una delle più grandi società di comodo che Bain ha istituito nei Caraibi si chiamava Sankaty High Yield Asset Investors Ltd. Non aveva una sede alle Bermuda e non aveva personale nelle Bermuda. Ma aiutava i clienti di Bain Capital ad evitare un sacco di tasse.
Di seguito un estratto da un articolo del 2007 del Los Angeles Times ....
Nelle Bermuda, Romney è stato presidente e azionista unico per quattro anni della Sankaty High Yield Asset Investors Ltd. Ha incanalato soldi nella famiglia Sankaty di hedge fund di Bain Capital, che investono in obbligazioni e altri titoli di debito emessi da società, così come in prestiti bancari.
Come migliaia di analoghi enti finanziari, Sankaty non ha alcun ufficio o personale nelle Bermuda. La sua sola presenza consiste in una targa presso uno studio legale nel centro di Hamilton, capitale del territorio dell'isola britannica.
"In sostanza, è solo un recapito postale" ha detto Marc B. Wolpow, che ha lavorato con Romney per nove anni in Bain Capital e che ha costituito la Sankaty Ltd nell'ottobre del 1997, senza mai visitare le Bermuda. "Non c'è nessuno che lavori laggiù tranne gli avvocati."
La quantità di denaro che oggi viene incanalato attraverso Sankaty è assolutamente incredibile ....
Oggi, Bain Capital gestisce 60 miliardi in attività, secondo un portavoce. Il totale include 23 miliardi di dollari di debito di Sankaty e fondi di credito. Una mezza dozzina di affiliati Sankaty oggi sono attivi nelle Bermuda, come mostrano i registri contabili dell'azienda.
I fondi speculativi del debito Sankaty sono organizzati come società nel Delaware che producono reddito d'impresa imponibile investendo in titoli a reddito fisso e altri strumenti di debito. Secondo la normativa fiscale, anche le istituzioni degli Stati Uniti esenti da imposte possono affrontare una tassa del 35% se investono direttamente in hedge fund del genere. Investendo invece attraverso una società delle Bermuda, le tasse sono legalmente bloccate, dicono gli esperti.
Naturalmente tutto questo è perfettamente legale.
Così nessuno si mette nei guai per qualcosa del genere.
Mantenendo i soldi offshore, anche coloro che gestiscono questo tipo di fondi possono evitare di essere tassati.
Victor Fleischer, professore fiscale presso la University of Colorado Law School, ha recentemente spiegato come funziona ....
"L'idea alla base di alcune delle strategie delle Isole Cayman è che il reddito che i manager ricevono per la gestione del denaro viene mantenuto offshore nelle Isole Cayman - e il principale vantaggio è che si può rimandare riconoscendo quel reddito in una data successiva e si può reinvestire il denaro proveniente dalle isole Cayman e nessuno di questi fondi reinvestiti viene tassato finché non vengono restituiti"
Romney sta facendo questo?
Non lo sapremo mai a meno che non ci mostri la sua dichiarazione dei redditi.
Quello che sappiamo è che Romney ha milioni di dollari del suo patrimonio personale investito in paradisi fiscali off-shore.
Quello che segue viene da ABC News ....
Oltre a pagare l'aliquota più bassa sui suoi redditi da capitale, Romney ha 8 milioni di dollari investiti in almeno 12 fondi registrati nelle Isole Cayman. Un altro investimento, che Romney riporta come un valore tra i 5 e i 25 milioni di dollari, mostra un record su titoli di stato domiciliati alle Cayman.
Ma Romney non ha investito denaro solo nelle Isole Cayman. A quanto pare il suo denaro è investito in una serie di paradisi fiscali off-shore.
Cita un articolo della Reuters ....
I fondi Bain in cui ha investito Romney sono sparsi dal Delaware alle Isole Cayman e Bermuda, Irlanda e Hong Kong, secondo un'analisi Reuters dei titoli depositati.
C'è qualcosa di sbagliato in questo?
Beh, dipende da come si definisce "sbagliato".
Quello che Romney sta facendo è perfettamente legale.
Però puzza. L'avvocato di Washington Jack Blum ha recentemente detto sulle finanze di Romney ad BC News quello che segue ....
"Le sue finanze personali sono un manifesto di ciò che c'è di sbagliato nel sistema fiscale americano"
Così ora possiamo avere qualche idea sul motivo per cui Romney non può decidere di rilasciare le sue vecchie dichiarazioni dei redditi.
Ma, come osservato in precedenza, quello che Romney sta facendo sono sciocchezze rispetto a quello che fanno gli ultra-ricchi.
Il Congresso degli Stati Uniti ha cercato di reprimere le banche offshore, ma gli ultra-ricchi sono sempre due o tre passi avanti a loro.
Gli ultra-ricchi raggiungerebbero praticamente qualsiasi estremo per evitare di pagare le tasse.
Infatti, il Washington Post ha riferito che un numero crescente di individui ricchi stanno in realtà decidendo di rinunciare alla loro cittadinanza piuttosto che affrontare l'ira dell'IRS.
Gli ultra-ricchi non sono realmente interessati più di tanto alla cittadinanza nazionale in ogni caso. Se vogliono influenzare le elezioni, possono avere molta più influenza donando qualche milione di dollari per un "Super PAC" che non lanciando i pochi voti che hanno.
In un precedente articolo, ho descritto come gli ultra-ricchi utilizzano le banche offshore come un "sistema bancario ombra" che gioca con regole che la maggior parte delle persone non sa nemmeno che esistono ....
Si tratta di un sistema bancario ombra di cui la maggior parte degli americani non sa nulla. La maggior parte degli americani non ha le risorse per essere in grado di creare società di comodo in una mezza dozzina di paesi diversi in modo da "filtrare" i profitti. La maggior parte degli americani non sa nulla dei complicati piani di evasione fiscale che gli avvocati fiscali utilizzano, come il "Doppio irlandese" e il "sandwich olandese". La maggior parte degli americani non avrebbe alcuna idea su come far finire la maggior parte dei soldi che guadagna alle Bermuda in modo da evitare le tasse.
Alla maggior parte dell'élite globale semplicemente non importa che il debito degli Stati Uniti stia arrivando alle stelle. Tutto quello che a loro interessa è come mantenere la maggior parte del loro denaro nelle loro tasche il più possibile.
Naturalmente ci sono sempre delle eccezioni a questa regola. Warren Buffett recentemente ha firmato un assegno al Tesoro degli Stati Uniti per poco più di 49 mila dollari per contribuire a pagare il debito nazionale.
Ma considerando il fatto che il debito nazionale degli Stati Uniti aumenta di più di 100 milioni di dollari l'ora, questo non è servito molto ad aiutare.
Il nostro sistema è profondamente corrotto e l'elite globale la fa franca con sanguinosi delitti. Nel corso dei decenni, hanno costruito accuratamente le regole in modo che quanta più ricchezza possibile venga incanalata nelle loro tasche, e hanno costruito accuratamente le regole in modo che quanta più ricchezza possibile rimanga nelle loro tasche.
Naturalmente se ci sbarazzassimo completamente dell'imposta sul reddito personale e dell'imposta sul reddito delle società e li sostituissimo con un sistema completamente nuovo, potremmo sbarazzarci di tutti questi giochi una volta per tutte.
Ma quante probabilità pensate che ci siano che questo accada?
Fonte: The Economic Collapse 20 Gennaio 2012
Traduzione: Anna Moffa per ilupidieinstein.blogspot.com
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Decreto Liberalizzazioni. Clamoroso: art. 44, arrivano le carceri private
tratto da: DISINFORMAZIONE.IT
Mentre eravamo tutti intenti a preoccuparci di tassisti, crociere e forconi, guarda guarda cosa ti infilano nel decreto "liberalizzazioni" i nostri amici seduti al governo. Una ventina di righe all'articolo 44, mica niente di che, che ancora nessuno ha letto e di cui nessun giornale ha fatto ancora parola.
Il provvedimento si chiama Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie, ed in sintesi realizza un sogno da tempo coltivato: quello di affidare le carceri ai privati. Si sa, le carceri son piene, mica vorremo un indulto al giorno con tutti i delinquenti che ci sono oggidì.
Leggetelo, lo trovate qui.
Non solo si permette ai privati costruire le carceri, ma si scrive nero su bianco che :
al fine di assicurare il perseguimento dell'equilibrio economico-finanziario dell'investimento, al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell'infrastruttura e per i servizi connessi, ad esclusione della custodia.
Questo significa che la gestione carceraria, escluse le guardie, è affidata a privati imprenditori. Riuscite ad immaginare cosa significa ciò in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti. Quelli di serie A, naturalmente, perché quelli di serie B saranno il "prodotto", ovvero coloro su cui si farà business. Un tot a carcerato. E il carcere, naturalmente, dovrà essere sempre pieno altrimenti non conviene: non buttate più cartacce per terra, mi raccomando.
C'è dell'altro: Il concessionario nella propria offerta deve prevedere che le fondazioni di origine bancaria contribuiscano alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di almeno il 20 per cento del costo di investimento.
In soldoni, è fatto obbligo di far partecipare le banche alla spartizione della torta. Torta di denaro pubblico, perché è sempre lo Stato che paga. A meno che non si voglia far lavorare a gratis i detenuti, in concorrenza con le aziende, e con il compenso intascato dall'"imprenditore carcerario". Funziona così, in USA. Siamo fiduciosi che, nel decreto "privatizzazioni", si privatizzerà anche il lavoro schiavo dei carcerati.
Io credo che un provvedimento del genere avrebbe meritato un dibattito pubblico in un "Paese normale". Che una simile cessione di democrazia, di controllo e di libertà da parte dello Stato dovrebbe essere ben conosciuta dai cittadini e dall'opinione pubblica, e non infilata di soppiatto tra gli articoli mentre il gregge è distratto a pensare ai taxi.
tutti devono sapere di questa cosa!!
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Questo significa che la gestione carceraria, escluse le guardie, è affidata a privati imprenditori. Riuscite ad immaginare cosa significa ciò in Italia, con infiltrazioni mafiose a tutti i livelli ed in special modo nell'edilizia? Che le carceri saranno gestite dai delinquenti. Quelli di serie A, naturalmente, perché quelli di serie B saranno il "prodotto", ovvero coloro su cui si farà business. Un tot a carcerato. E il carcere, naturalmente, dovrà essere sempre pieno altrimenti non conviene: non buttate più cartacce per terra, mi raccomando.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
viene da pensare che, al di là di tutto quello che è stato scritto sull'incidente della Concordia e delle sue implicazioni con Illuminati & C., detta nave sia stata deliberatamente fatta affondare al Giglio per permettere ai media infami di distrarci per settimane mentre robottino-monti e compagnia ci sistemano per benino senza peraltro menzionare Israele, Iran, USA, GB e chi più ne ha ne metta.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
devono creare un giornale che dice le cose come stanno.....
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Vudkos ha scritto:devono creare un giornale che dice le cose come stanno.....
buona questa sei in vena di battute, eh?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
se un giorno o l'altro qualcuno di noi dovesse avere risorse illimitate(o quasi) lo dovremmo aprire ovviamente tutti provvisti di scortaAlaudae ha scritto:Vudkos ha scritto:devono creare un giornale che dice le cose come stanno.....
buona questa sei in vena di battute, eh?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
cristian ha scritto:se un giorno o l'altro qualcuno di noi dovesse avere risorse illimitate(o quasi) lo dovremmo aprire ovviamente tutti provvisti di scortaAlaudae ha scritto:Vudkos ha scritto:devono creare un giornale che dice le cose come stanno.....
buona questa sei in vena di battute, eh?
io sono d'accordo ma...chi ce le dice a noi le cose come stanno in questo mondo di menzogna globale?
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non sanzionabili i genitori che non vaccinano i loro figli
Sono queste le prime disposizioni per il superamento dell’obbligo vaccinale decise in via sperimentale dalla Giunta nel Piano vaccinale. Anche all’atto dell’iscrizione scolastica, non sarà obbligatorio presentare il certificato di avvenuta vaccinazione La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, ha approvato il “Piano di promozione delle vaccinazioni per la provincia di Trento”. Il Piano, elaborato dalla Commissione provinciale per le strategie vaccinali e la prevenzione delle malattie infettive, stabilisce che a partire da oggi, 13 gennaio 2012, i genitori e coloro che hanno la patria potestà sui minori se decidono, per un insuperabile convincimento personale, di non sottoporre a vaccinazione i propri figli, non sono più sanzionabili. Il Piano conferma inoltre che, all’atto dell’iscrizione scolastica, non è obbligatorio presentare il certificato di avvenuta vaccinazione. La delibera approvata dalla Giunta, sospende in via sperimentale, dalla data odierna, l’applicazione delle sanzioni pecuniarie nei confronti di coloro che rifiutano di sottoporre a vaccinazione i minori per un insuperabile convincimento personale. Questo rifiuto deve però essere espresso in forma scritta ed inviato all’Azienda provinciale per i Servizi sanitari, utilizzando un modulo che sarà fornito dalla stessa. In mancanza di tale comunicazione la mancava vaccinazione sarà soggetta a sanzione pecuniaria. “Sono ormai alcuni anni - commenta l’assessore provinciale Ugo Rossi - che è in corso un dibattito sull’opportunità di intraprendere un graduale processo di superamento dell’obbligo vaccinale, grazie ai progressi e all’evoluzione culturale della società italiana.
L’idea di fondo è quella di prevedere il passaggio dagli interventi che impongono le vaccinazioni ad una partecipazione consapevole della comunità, dove la profilassi vaccinale venga intesa come opportunità di partecipazione informata e consapevole delle scelte riguardanti la salute, come appunto previsto dalla legge provinciale che tutela la salute in provincia di Trento”. Le condizione previste dal Piano per dare corso in via definitiva al superamento dell’obbligo vaccinale sono: il raggiungimento in provincia di percentuali di copertura vaccinali non inferiori a quelle stabilite dal Piano nazionale vaccini (95%); l’assenza di valutazioni epidemiologiche in senso contrario. Attualmente le percentuali di copertura vaccinali in provincia sono: il 96,13% per la difterite; il 96,2% per la poliomielite; il 96,42% per il tetano; il 95,78% per l’epatite B (a ventiquattro mesi di vita). Si tratta quindi di dati in linea con il limite del 95% stabilito dal Piano nazionale vaccini ma, proprio per evitare di abbassare queste percentuali e, contemporaneamente, per favorire la crescita di un contesto idoneo a scelte consapevoli, sono state individuate azioni di sensibilizzazione della popolazione, da concretizzare nel corso del 2012 e preventive all’abolizione dell’obbligo vaccinale. Nel dettaglio: una campagna informativa per la popolazione in materia di prevenzione vaccinale; attività di promozione di educazione sanitaria da parte dei medici pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale in materia di prevenzione vaccinale; attività formative del personale addetto ai servizi vaccinali mirate a sviluppare positive competenze per una corretta informazione circa le vaccinazioni al fine di favorire scelte consapevoli nei cittadini. Il Piano, inoltre, definisce il calendario provinciale delle vaccinazioni dell’infanzia e degli adulti e stabilisce che all’atto dell’iscrizione scolastica non è più obbligatorio presentare il certificato vaccinale, visto che la vaccinazione non è più un requisito per la frequenza scolastica.
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L’idea di fondo è quella di prevedere il passaggio dagli interventi che impongono le vaccinazioni ad una partecipazione consapevole della comunità, dove la profilassi vaccinale venga intesa come opportunità di partecipazione informata e consapevole delle scelte riguardanti la salute, come appunto previsto dalla legge provinciale che tutela la salute in provincia di Trento”. Le condizione previste dal Piano per dare corso in via definitiva al superamento dell’obbligo vaccinale sono: il raggiungimento in provincia di percentuali di copertura vaccinali non inferiori a quelle stabilite dal Piano nazionale vaccini (95%); l’assenza di valutazioni epidemiologiche in senso contrario. Attualmente le percentuali di copertura vaccinali in provincia sono: il 96,13% per la difterite; il 96,2% per la poliomielite; il 96,42% per il tetano; il 95,78% per l’epatite B (a ventiquattro mesi di vita). Si tratta quindi di dati in linea con il limite del 95% stabilito dal Piano nazionale vaccini ma, proprio per evitare di abbassare queste percentuali e, contemporaneamente, per favorire la crescita di un contesto idoneo a scelte consapevoli, sono state individuate azioni di sensibilizzazione della popolazione, da concretizzare nel corso del 2012 e preventive all’abolizione dell’obbligo vaccinale. Nel dettaglio: una campagna informativa per la popolazione in materia di prevenzione vaccinale; attività di promozione di educazione sanitaria da parte dei medici pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale in materia di prevenzione vaccinale; attività formative del personale addetto ai servizi vaccinali mirate a sviluppare positive competenze per una corretta informazione circa le vaccinazioni al fine di favorire scelte consapevoli nei cittadini. Il Piano, inoltre, definisce il calendario provinciale delle vaccinazioni dell’infanzia e degli adulti e stabilisce che all’atto dell’iscrizione scolastica non è più obbligatorio presentare il certificato vaccinale, visto che la vaccinazione non è più un requisito per la frequenza scolastica.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Ma questo se ho capito bene vale solo per la provincia di Trento?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Arconte Segugio ha scritto:Ma questo se ho capito bene vale solo per la provincia di Trento?
sembrerebbe di sì
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FBI: Facebook Bureau of Investigation
La Federal Bureau of Investigation ha silenziosamente rilasciato i dettagli dei piani di monitorare continuamente la produzione mondiale di Facebook, Twitter e altri social network, offrendo un raro sguardo in un'attività che l'FBI e altre agenzie governative sono riluttanti a discutere pubblicamente. I piani mostrano che l'ufficio ritiene di poter utilizzare i dati estratti da siti di social media per meglio rispondere alle crisi, e forse anche di prevederle. Le informazioni provengono da un documento rilasciato il 19 gennaio alla ricerca di aziende che potrebbero voler costruire un sistema di monitoraggio per l'FBI, precisando ciò che l'ufficio vuole da un tale sistema e invita i potenziali contraenti a rispondere entro il 10 febbraio. La lista dei desideri dell'ufficio chiede che il sistema sia in grado di cercare automaticamente nel materiale "pubblico" di Facebook, Twitter e altri social media parole chiave relative al terrorismo, operazioni di sorveglianza, criminalità on-line e altre missioni FBI. Agenti sarebbero avvertiti se le ricerche fornissero la prova di "eventi insoliti, incidenti, e minacce emergenti".
Gli agenti avranno la possibilità di visualizzare i tweet e altro materiale catturato dal sistema su una mappa, a cui si possono aggiungere strati di altri dati, compresi i luoghi di ambasciate USA e installazioni militari, i dettagli dei precedenti attacchi terroristici e telecamere locali del traffico. Il documento suggerisce che l'ufficio vuole usare i social media per indirizzare gli utenti o gruppi specifici di utenti. Essa rileva che gli agenti devono "individuare le persone cattive ... e analizzare i loro movimenti, le vulnerabilità, le limitazioni e le possibili azioni sfavorevoli". Essa afferma inoltre che l'ufficio utilizzerà i social media per creare "modelli di vita a matrice", che aiuteranno le forze dell'ordine in operazioni di pianificazione. L'uso del termine "pubblico" suggerisce che Facebook e Twitter potrebbero essere in grado di esimersi dal controllo rendendo i loro messaggi privati. Ma il desiderio del governo degli Stati Uniti di controllare tutti può avere un impatto indesiderato, avverte Jennifer Lynch della Electronic Frontier Foundation, un gruppo di pressione a San Francisco. Lynch dice che molti che postano nei social media sperano che solo i loro amici e seguaci stanno leggendo, dandogli "il senso di libertà di dire ciò che vogliono senza preoccuparsi troppo. Ma tutti questi dati open source e presumibilmente conservati per molto tempo, la faranno finita con quel tipo di privacy. Mi preoccupa l'effetto che avrà sulla libertà di parola negli Stati Uniti". Il documento suggerisce anche che l'FBI pensa di utilizzare i social media per scrutare il futuro. Essa rileva che gli agenti avranno la necessità di utilizzare i social media per predire probabili sviluppi in situazioni o azioni future di criminali (conducendo l'analisi della tendenza, modello, associazione e cronologia). L'ufficio di presidenza ha rifiutato di commentare come questa analisi potrebbe funzionare, o su qualsiasi altro aspetto del documento, ma l'idea di trasformare gli agenti in indovini digitali è plausibile: i ricercatori che lavorano a Facebook e del mondo accademico hanno dimostrato che i social media possono essere usati per dedurre molte cose su un individuo, compresa l'esistenza di amicizie che non vengono dichiarati su siti di social networking e la posizione degli utenti che non hanno rivelato dove sono .
traduzione: Daniele L – AltraNews
fonte: newscientist.com/blogs/onepercent/2012/01/fbi-releases-plans-to-monitor
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Ed a me che è la cugina di mio padre che va sul mio account per giocare ai giochini? XD Se succede ciò so fregati! Tiè!
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Christian ha scritto:Ed a me che è la cugina di mio padre che va sul mio account per giocare ai giochini? XD Se succede ciò so fregati! Tiè!
non ho capito una parola e non credo sia colpa dell'ora...
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Probabile XD Comunque il succo del discorso è che non sono io ad andare sul mio profilo di FB, ma la mia madrina, quindi non possono fare il loro giochetto con me U.U
Christian- Friends
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Se non credi neanche nelle piccole cose, come puoi credere a tutte le altre?
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