illuminati chi sono e cosa vogliono
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Dal 2013 tutti gli statunitensi saranno per legge dotati di microchip RFID
Microchip RFID obbligatorio: 10 anni fa si sapeva ma nessuno ha mai fatto nulla per evitarlo. È confermato, il Progetto di Legge sulla Salute di Obama renderà obbligatorio l’impianto di un microchip RFID per tutti i cittadini americani.
L’obiettivo è di creare un registro nazionale di identificazione che permetterà di “seguire meglio i pazienti avendo a disposizione tutte le informazioni relative alla loro salute”.
Il nuovo progetto relativo alla salute (HR 3200) è stato adottato recentemente dal Congresso e alla pagina 1001, contiene l’indispensabile necessità per tutti i cittadini che usufruiscono del sistema sanitario di essere identificati con un microchip sottocutaneo.
In un documento ufficiale, vi è la prova che questi dispositivi fossero già previsti nel 2004. Questo documento della FDA (Food and Drug Administration), datato 10 Dicembre 2004 è intitolato Class II Special Guidance Document : Implantable Radiofrequency Transponder System for Patient identification and Health information ( Documento di orientamento speciale di classe II : Sistema di transponder impiantabile a Radiofrequenze per l'identificazione dei Pazienti e le informazioni relative alla salute).
L’impianto di un microchip per i pazienti che contenga le informazioni sulla loro salute era quindi già allo studio nel 2004. Nel Progetto di Legge intitolato America's Affordable Health Choices Act of 2009 (Legge del 2009 sulle scelte di salute finanziariamente abbordabili dell’America), si può leggere nel paragrafo Subtitle C – National Medical Device Registre (Sottotitolo C – Registro nazionale dei Dispositivi Médici), che è prevista una scheda per ogni persona che ha o sarà munita di un dispositivo sottocutaneo: Il “Secretary” stabilirà un “registro nazionale dei dispositivi medici” (in quel paragrafo sono chiamati "registro") per facilitare l’analisi della loro sicurezza dopo la commercializzazione, con i dati di ogni dispositivo che è o è stato utilizzato su un paziente…”
Quindi tutte le persone che avranno ricevuto il microchip saranno schedati in un nuovo registro che ancora non esiste.
Con il pretesto di assicurare meglio l’assistenza sanitaria e preservare la salute dei cittadini, tutta la popolazione sarà marchiata con un microchip elettronico e schedata. L’inizio della marcatura obbligatoria per tutti è previsto a partire dal 2013.
Alla pagina 1006 del progetto, è fatta una precisazione sulla data di entrata in vigore del dispositivo: “ENTRATA IN VIGORE. Il Ministro della Salute e dei Servizi Sociali, metterà in opera il registro in virtù dell’articolo 519 (g) della Legge Federale sul cibo, i farmaci e i prodotti cosmetici come da aggiunta nel paragrafo, non più tardi di 36 mesi dalla promulgazione della presente Legge, senza preoccuparsi se le regolamentazioni definitive per stabilire e utilizzare il Registro siano state promulgate o meno in quella data”.
Quindi 36 mesi a partire dalla data di entrata in vigore della Legge! Questo ci dà 3 anni. Il 2013 è l’anno in cui la marcatura obbligatoria dovrebbe incominciare. Da notare che entrerà in vigore anche se non sarà stata adottata nessuna regolamentazione sul suo utilizzo e che sia presente o meno un inquadramento ben definito sull’utilizzo del “registro”.
APPELLO DELLA REDAZIONE: cari cittadini del mondo, mi raccomando, continuate a dormire! Buon sonno a tutti!
Fonte: reporterliveitalia.info
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Crisi finanziaria: il segreto dei segreti
Udite, udite, o signori e signore che leggete i giornali dei finanzieri di tutto il mondo, (cioè i “loro giornali”, cioè tutti i giornali del mainstream, e naturalmente tutte le televisioni del mainstream) adesso scoprirete il segreto, uno dei segreti, forse il più importante dei segreti, che sta dietro la crisi della finanza mondiale. Credevate che la Grecia fosse la pietra dello scandalo e che i greci, questi spendaccioni corrotti, dovessero essere salvati, sì, ma insieme privati della loro sovranità nazionale, come gli italiani, del resto, e i portoghesi e gli irlandesi? Vi sbagliavate, ma non è colpa vostra. Le cose stanno diversamente, e tenetevi forte alle vostre sedie. Scoprirete anche come la più grande democrazia del mondo (senza scherzi, sto parlando di quella americana!) è in grado di guardarsi dentro (quasi) fino in fondo.
E questo è un bene. Salvo naturalmente il fatto che nessuno lo saprà. E questo è un male. Eccetto io e voi che leggete queste righe elettroniche (questa roba non andrà mai sulla prestigiosa carta dove scrivono De Bortoli, Riotta, Pigì Battista e altri tristanzuoli che vi hanno raccontato e vi raccontano frottole tutti i giorni).
Prima di tutto la fonte, perchè non abbiate a sospettare che si tratti del solito trucco di un “complottista” inveterato. La fonte è più che ufficiale, unica e irripetibile: GAO Audit (Government Accountability Office). Il Governo è quello degli Stati Uniti d’America. L’Audit è parola inglese che sta per verifica contabile. L’Audit di cui si parla è il primo che sia stato mai effettuato da mano umana (non possiamo escludere il buon Dio) sull’attività della Federal Reserve nei quasi cento anni della sua storia.
Voi direte, stupiti: ma come è possibile? Mai nessuno è andato a guardare dentro quei conti? Risposta esatta, mai nessuno. La Federal Reserve è stata una riserva di caccia al di sopra di ogni controllo. La seconda domanda che vi porrete è: ma perchè proprio adesso? Il fatto è, capirete, che gira il mondo un sacco di gente sospettosa. E costoro sono malfidati: visti i risultati vorrebbero dare un’occhiata alla cassaforte. Così è accaduto un accidente imprevisto. All’inizio quelli che stavano dentro la cassaforte hanno pensato: che guardino pure, intanto non ci capiranno niente. Invece quei temerari hanno capito fin troppo bene. E’ andata così, che Ron Paul e Alan Grayson hanno fatto passare un emendamento alla legge Dodd-Frank che consentiva di fare l’inaudito: controllare i conti della Federal Reserve. Al Senato USA erano distratti in quel momento. Detto fatto, due senatori fuori del comune (cioè con le rotelle non del tutto a posto, come vedremo) hanno fatto la ricerca: la storia meriterebbe che i loro nomi restassero scolpiti come i profili dei presidenti sul Mount Rushmore. Si chiamano Bernie Sanders, indipendente, e Jim DeMint, repubblicano.
Aperto il vaso di Pandora è successo un finimondo. Ma, per così dire, “al chiuso”. Ben Bernanke, attuale portiere della Federal Reserve ha protestato veementemente, seguito a ruota dal predecessore Alan Greenspan, e da altri banchieroni tutti mondiali, e tutti beneficiari, come vedremo, di donazioni varie e gratuite. “Che effetto avrebbero sui mercati del pianeta certe scoperte?”, hanno detto. “Bloccare tutto, fermare, insabbiare!”.
Se queste cose le leggete per la prima volta vuol dire che ci sono riusciti, fino ad ora.
Il fatto è che il senatore Sanders è uno svitato e ha messo tutto, pixel su pixel, sulla sua web page. E la frittata non è più riparabile. Per meglio dire: si ordinerà a tutto il mainstreamdi tacere e nascondere. E magari di pubblicare tutte le storie delle eventuali amanti di Sanders, o di svelare quanti conti in banca ha, e magari se ha sodomizzato il suo cuoco, o ha una collezione di foto pedofile. Cosicchè della faccenda dell’audit della Federal Reserve non ne sentirà parlare nessuno, o quasi. Ma Sanders, DeMint e il buon Dio ci permettono comunque, a noi, che parte del mainstream non siamo, di raccontarvi cosa è venuto fuori. Che è una storia niente male, che, se il mainstream non fosse la cloaca che è, potrebbe perfino metterla in prima pagina. E veniamo al dunque, scusandoci con i lettori se abbiamo fatto in apertura come fece Dostoevskij nel presentare i suoi “ Fratelli Karamazov”, cioè scrivendo un romanzo per introdurne un altro.
Le cifre dunque ci dicono che, tra il dicembre 2007 e il giugno 2010, senza che nessuno sapesse niente, cioè segretamente, la Federal Reserve ha tolto dal brago banche, corporations, governi sotto diverse latitudini e longitudini, dalla Francia alla Scozia, e chissà fin dove è arrivata la sua “beneficenza”, con la non modica cifra di 16 mila miliardi di dollari, cioè sedici trilioni di dollari. Tutto questo ben di Dio sarebbe stato collocato sotto la vocina di bilancio di un “programma onnicomprensivo di prestiti”. Ma nessuno, nemmeno il Congresso americano ne è stato informato. Di quei 16 trilioni non un dollaro è ritornato indietro. Eppure sono stati prestati – pensate o lettori ignari – a tasso zero, cioè gratis et amore dei. Per avere un’idea della cifra, se ancora non avete avuto il capogiro, basti pensare che il prodotto interno lordo annuale degli USA si aggira attorno a 14,2 trilioni e che il debito complessivo degli Stati Uniti viaggia sui 14,5 trilioni.
Dunque, concludendo, un gruppo di banchieri, che non sono stati eletti da nessuno, prende decisioni di portata mondiale, compra e ricatta governi, banche corporations. Perchè lo fanno? Perchè il sistema è esploso e va al collasso, e loro lo drogano con denaro finto, perchè possa continuare a funzionare. E – cosa non meno importante – in questo modo si mettono in condizione di minacciare ricattare, condizionare, sostituire governi e ministri di tutto il mondo. Siamo alla dittatura di un superclan semi criminale, che complotta usando denaro fittizio (da dove credete siano usciti quei 16 trilioni se non dalle “stamperie” segrete della Federal Reserve? Tenendo conto anche che quei soldi non occorre stamparli, ma li si può creare dal nulla schiacciando qualche tasto di un computer). Dunque adesso sappiamo che il famoso TARP (Troubled Asset Relief Program), fissato in 800 miliardi di dollari, era una balla al ribasso, buona per i mercati e per non fare esplodere la protesta dei contribuenti americani. Lo chiamarono (libera traduzione mia) “Programma di salvaguardia degli assetti tossici”. E, in effetti fu proprio un programma per salvare quegli assetti.
Li comprarono perchè non si scoprisse che erano velenosi. Valevano zero, ma vennero acquistati in denaro sonante. Salvarono i truffatori. Il pubblico fu indotto a pensare che questo servisse a qualche scopo. L’unico scopo era di finanziare i truffatori. Che sono gli stessi che ora esigono di essere nuovamente pagati per i crediti illegali (tossici appunto) che erogarono. Solo che la cifra fu venti volte più grande.
Dove sono andati e a chi, e quanto? Adesso sappiamo tutto. C’è l’elenco, eccolo:
Citigroup: $2.5 trillion ($2,500,000,000,000)
Morgan Stanley: $2.04 trillion ($2,040,000,000,000)
Merrill Lynch: $1.949 trillion ($1,949,000,000,000)
Bank of America: $1.344 trillion ($1,344,000,000,000)
Barclays PLC (United Kingdom): $868 billion ($868,000,000,000)
Bear Sterns: $853 billion ($853,000,000,000)
Goldman Sachs: $814 billion ($814,000,000,000)
Royal Bank of Scotland (UK): $541 billion ($541,000,000,000)
JP Morgan Chase: $391 billion ($391,000,000,000)
Deutsche Bank (Germany): $354 billion ($354,000,000,000)
UBS (Switzerland): $287 billion ($287,000,000,000)
Credit Suisse (Switzerland): $262 billion ($262,000,000,000)
Lehman Brothers: $183 billion ($183,000,000,000)
Bank of Scotland (United Kingdom): $181 billion ($181,000,000,000)
BNP Paribas (France): $175 billion ($175,000,000,000)
E molte altre banche minori che qui non staremo a citare. Chi volesse sapere i dettagli può andarseli a vedere qui, qui , qui e ancora qui .
Adesso ci è più chiaro chi sono i nove banchieri che si ritrovano, assieme ai loro complici, in qualche ufficio di Wall Street, o a bordo di qualche nave, una volta al mese per complottare contro le nostre vite, il nostro lavoro, il nostro futuro. Sicuramente sono tutti fedeli partecipanti alle riunioni del Gruppo Bilderberg e della Trilaterale. In un mondo bene ordinato bisognerebbe che venissero arrestati, su mandato, per esempio, della Corte Penale Internazionale. Ma chi ha il potere di spiccare un tale mandato, visto che i governi europei sono tutti complici di questi balordi? Ai quali si dovrebbe aggiungere i dirigenti delle agenzie di rating che non potevano non sapere e che sono state e sono parte della macchinazione. Danno i voti a tutti, e decidono chi è fedele e chi non lo è alle loro operazioni da scassinatori; sorvegliano e fanno il palo prima che arrivi l’opinione pubblica. E questa non può arrivare perchè non sa niente. E non sa niente perchè giornali e tv mentono e distraggono milioni e miliardi di spettatori. Da quei pulpiti ci viene l’accusa di avere troppo consumato. Ma quei pulpiti, materialistici per eccellenza, continuano a spingerci a consumare ancora. E’ il delirio dei balordi.
Come difenderci? Organizzarci per rispondere. Il debito che hanno creato se lo paghino loro, se ci riescono. L’attacco alle nostre condizioni di vita dobbiamo respingerlo. Certo che ricorreranno alla forza, come sta facendo il cameriere Cameron dopo i tumulti di Londra. Come Berlusconi e Fassino stanno facendo con i No Tav della Val di Susa. Ma se milioni di europei capiranno che è giunto il momento di difendersi, partendo dalla difesa del proprio territorio (dove per territorio s’intende tutta la nostra vita, a partire dal nostro cervello e dalla nostra salute), li potremo sbalzare di sella. Dove abitiamo noi, loro sono più deboli e noi quasi invincibili. Se ci organizziamo. Tertium non datur: o li sbalziamo di sella o loro ci distruggeranno. Sicuramente molti di noi, insieme ai milioni che non si possono difendere. Ci porteranno via gli ultimi residui di democrazia, ci renderanno schiavi. Vogliono cancellare la storia di 150 anni di diritti conquistati. Sono la peste moderna. Se vogliamo guarire dobbiamo rispondere alla loro dichiarazione di guerra.
Giulietto Chiesa è presidente del laboratorio politico Alternativa.
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E questo è un bene. Salvo naturalmente il fatto che nessuno lo saprà. E questo è un male. Eccetto io e voi che leggete queste righe elettroniche (questa roba non andrà mai sulla prestigiosa carta dove scrivono De Bortoli, Riotta, Pigì Battista e altri tristanzuoli che vi hanno raccontato e vi raccontano frottole tutti i giorni).
Prima di tutto la fonte, perchè non abbiate a sospettare che si tratti del solito trucco di un “complottista” inveterato. La fonte è più che ufficiale, unica e irripetibile: GAO Audit (Government Accountability Office). Il Governo è quello degli Stati Uniti d’America. L’Audit è parola inglese che sta per verifica contabile. L’Audit di cui si parla è il primo che sia stato mai effettuato da mano umana (non possiamo escludere il buon Dio) sull’attività della Federal Reserve nei quasi cento anni della sua storia.
Voi direte, stupiti: ma come è possibile? Mai nessuno è andato a guardare dentro quei conti? Risposta esatta, mai nessuno. La Federal Reserve è stata una riserva di caccia al di sopra di ogni controllo. La seconda domanda che vi porrete è: ma perchè proprio adesso? Il fatto è, capirete, che gira il mondo un sacco di gente sospettosa. E costoro sono malfidati: visti i risultati vorrebbero dare un’occhiata alla cassaforte. Così è accaduto un accidente imprevisto. All’inizio quelli che stavano dentro la cassaforte hanno pensato: che guardino pure, intanto non ci capiranno niente. Invece quei temerari hanno capito fin troppo bene. E’ andata così, che Ron Paul e Alan Grayson hanno fatto passare un emendamento alla legge Dodd-Frank che consentiva di fare l’inaudito: controllare i conti della Federal Reserve. Al Senato USA erano distratti in quel momento. Detto fatto, due senatori fuori del comune (cioè con le rotelle non del tutto a posto, come vedremo) hanno fatto la ricerca: la storia meriterebbe che i loro nomi restassero scolpiti come i profili dei presidenti sul Mount Rushmore. Si chiamano Bernie Sanders, indipendente, e Jim DeMint, repubblicano.
Aperto il vaso di Pandora è successo un finimondo. Ma, per così dire, “al chiuso”. Ben Bernanke, attuale portiere della Federal Reserve ha protestato veementemente, seguito a ruota dal predecessore Alan Greenspan, e da altri banchieroni tutti mondiali, e tutti beneficiari, come vedremo, di donazioni varie e gratuite. “Che effetto avrebbero sui mercati del pianeta certe scoperte?”, hanno detto. “Bloccare tutto, fermare, insabbiare!”.
Se queste cose le leggete per la prima volta vuol dire che ci sono riusciti, fino ad ora.
Il fatto è che il senatore Sanders è uno svitato e ha messo tutto, pixel su pixel, sulla sua web page. E la frittata non è più riparabile. Per meglio dire: si ordinerà a tutto il mainstreamdi tacere e nascondere. E magari di pubblicare tutte le storie delle eventuali amanti di Sanders, o di svelare quanti conti in banca ha, e magari se ha sodomizzato il suo cuoco, o ha una collezione di foto pedofile. Cosicchè della faccenda dell’audit della Federal Reserve non ne sentirà parlare nessuno, o quasi. Ma Sanders, DeMint e il buon Dio ci permettono comunque, a noi, che parte del mainstream non siamo, di raccontarvi cosa è venuto fuori. Che è una storia niente male, che, se il mainstream non fosse la cloaca che è, potrebbe perfino metterla in prima pagina. E veniamo al dunque, scusandoci con i lettori se abbiamo fatto in apertura come fece Dostoevskij nel presentare i suoi “ Fratelli Karamazov”, cioè scrivendo un romanzo per introdurne un altro.
Le cifre dunque ci dicono che, tra il dicembre 2007 e il giugno 2010, senza che nessuno sapesse niente, cioè segretamente, la Federal Reserve ha tolto dal brago banche, corporations, governi sotto diverse latitudini e longitudini, dalla Francia alla Scozia, e chissà fin dove è arrivata la sua “beneficenza”, con la non modica cifra di 16 mila miliardi di dollari, cioè sedici trilioni di dollari. Tutto questo ben di Dio sarebbe stato collocato sotto la vocina di bilancio di un “programma onnicomprensivo di prestiti”. Ma nessuno, nemmeno il Congresso americano ne è stato informato. Di quei 16 trilioni non un dollaro è ritornato indietro. Eppure sono stati prestati – pensate o lettori ignari – a tasso zero, cioè gratis et amore dei. Per avere un’idea della cifra, se ancora non avete avuto il capogiro, basti pensare che il prodotto interno lordo annuale degli USA si aggira attorno a 14,2 trilioni e che il debito complessivo degli Stati Uniti viaggia sui 14,5 trilioni.
Dunque, concludendo, un gruppo di banchieri, che non sono stati eletti da nessuno, prende decisioni di portata mondiale, compra e ricatta governi, banche corporations. Perchè lo fanno? Perchè il sistema è esploso e va al collasso, e loro lo drogano con denaro finto, perchè possa continuare a funzionare. E – cosa non meno importante – in questo modo si mettono in condizione di minacciare ricattare, condizionare, sostituire governi e ministri di tutto il mondo. Siamo alla dittatura di un superclan semi criminale, che complotta usando denaro fittizio (da dove credete siano usciti quei 16 trilioni se non dalle “stamperie” segrete della Federal Reserve? Tenendo conto anche che quei soldi non occorre stamparli, ma li si può creare dal nulla schiacciando qualche tasto di un computer). Dunque adesso sappiamo che il famoso TARP (Troubled Asset Relief Program), fissato in 800 miliardi di dollari, era una balla al ribasso, buona per i mercati e per non fare esplodere la protesta dei contribuenti americani. Lo chiamarono (libera traduzione mia) “Programma di salvaguardia degli assetti tossici”. E, in effetti fu proprio un programma per salvare quegli assetti.
Li comprarono perchè non si scoprisse che erano velenosi. Valevano zero, ma vennero acquistati in denaro sonante. Salvarono i truffatori. Il pubblico fu indotto a pensare che questo servisse a qualche scopo. L’unico scopo era di finanziare i truffatori. Che sono gli stessi che ora esigono di essere nuovamente pagati per i crediti illegali (tossici appunto) che erogarono. Solo che la cifra fu venti volte più grande.
Dove sono andati e a chi, e quanto? Adesso sappiamo tutto. C’è l’elenco, eccolo:
Citigroup: $2.5 trillion ($2,500,000,000,000)
Morgan Stanley: $2.04 trillion ($2,040,000,000,000)
Merrill Lynch: $1.949 trillion ($1,949,000,000,000)
Bank of America: $1.344 trillion ($1,344,000,000,000)
Barclays PLC (United Kingdom): $868 billion ($868,000,000,000)
Bear Sterns: $853 billion ($853,000,000,000)
Goldman Sachs: $814 billion ($814,000,000,000)
Royal Bank of Scotland (UK): $541 billion ($541,000,000,000)
JP Morgan Chase: $391 billion ($391,000,000,000)
Deutsche Bank (Germany): $354 billion ($354,000,000,000)
UBS (Switzerland): $287 billion ($287,000,000,000)
Credit Suisse (Switzerland): $262 billion ($262,000,000,000)
Lehman Brothers: $183 billion ($183,000,000,000)
Bank of Scotland (United Kingdom): $181 billion ($181,000,000,000)
BNP Paribas (France): $175 billion ($175,000,000,000)
E molte altre banche minori che qui non staremo a citare. Chi volesse sapere i dettagli può andarseli a vedere qui, qui , qui e ancora qui .
Adesso ci è più chiaro chi sono i nove banchieri che si ritrovano, assieme ai loro complici, in qualche ufficio di Wall Street, o a bordo di qualche nave, una volta al mese per complottare contro le nostre vite, il nostro lavoro, il nostro futuro. Sicuramente sono tutti fedeli partecipanti alle riunioni del Gruppo Bilderberg e della Trilaterale. In un mondo bene ordinato bisognerebbe che venissero arrestati, su mandato, per esempio, della Corte Penale Internazionale. Ma chi ha il potere di spiccare un tale mandato, visto che i governi europei sono tutti complici di questi balordi? Ai quali si dovrebbe aggiungere i dirigenti delle agenzie di rating che non potevano non sapere e che sono state e sono parte della macchinazione. Danno i voti a tutti, e decidono chi è fedele e chi non lo è alle loro operazioni da scassinatori; sorvegliano e fanno il palo prima che arrivi l’opinione pubblica. E questa non può arrivare perchè non sa niente. E non sa niente perchè giornali e tv mentono e distraggono milioni e miliardi di spettatori. Da quei pulpiti ci viene l’accusa di avere troppo consumato. Ma quei pulpiti, materialistici per eccellenza, continuano a spingerci a consumare ancora. E’ il delirio dei balordi.
Come difenderci? Organizzarci per rispondere. Il debito che hanno creato se lo paghino loro, se ci riescono. L’attacco alle nostre condizioni di vita dobbiamo respingerlo. Certo che ricorreranno alla forza, come sta facendo il cameriere Cameron dopo i tumulti di Londra. Come Berlusconi e Fassino stanno facendo con i No Tav della Val di Susa. Ma se milioni di europei capiranno che è giunto il momento di difendersi, partendo dalla difesa del proprio territorio (dove per territorio s’intende tutta la nostra vita, a partire dal nostro cervello e dalla nostra salute), li potremo sbalzare di sella. Dove abitiamo noi, loro sono più deboli e noi quasi invincibili. Se ci organizziamo. Tertium non datur: o li sbalziamo di sella o loro ci distruggeranno. Sicuramente molti di noi, insieme ai milioni che non si possono difendere. Ci porteranno via gli ultimi residui di democrazia, ci renderanno schiavi. Vogliono cancellare la storia di 150 anni di diritti conquistati. Sono la peste moderna. Se vogliamo guarire dobbiamo rispondere alla loro dichiarazione di guerra.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
secondo voi c'entra qualcosa con l'uragano IRENE?
avete visto dal satellite che bestia?
eppoi è intervenuto anche OBAMA, dicendo di fare immediatamente scorte di cibo e acqua....
avete visto dal satellite che bestia?
eppoi è intervenuto anche OBAMA, dicendo di fare immediatamente scorte di cibo e acqua....
Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Marius ha scritto:secondo voi c'entra qualcosa con l'uragano IRENE?
avete visto dal satellite che bestia?
eppoi è intervenuto anche OBAMA, dicendo di fare immediatamente scorte di cibo e acqua....
http://www.misteri2012.net/t4993p30-usa-maltempo-e-tornado-300-morti-di-cui-204-solo-in-alabama#43769
qui c'è un post sull'argomento, non so se l'avete già letto.
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Il missile che ha colpito il Pentagono
Bene, bene. Il video che segue il post mostra come l'aereo che ha colpito il pentagono si trasforma miracolosamente in un missile. Terroristi malefici, adesso si danno anche alla magia nera!
E per chi non crede alla magia? Per quelli (e sono tanti) l'unica spiegazione possibile è che i VERI terroristi sono i governativi americani che hanno architettato il più grande inside job dopo Pearl Harbor.
Ma basta chiacchiere e seguite attentamente il video.
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Ultima modifica di Alaudae il Lun 19 Set - 8:25:50 - modificato 1 volta.
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La crisi e l’uso della paura come meccanismi di dominio
"Mi spaventano ma io non ho paura". Leon Tolstoi
I disturbi in Inghilterra, come le recenti retate militari in Spagna contro il movimento degli indignati, tutto questo adeguatamente pubblicizzato dai mass media sistemici, devono essere interpretati come elementi di uno stesso insieme, dato che entrambi formano parte della messa in scena di uno stesso dramma. Questo dramma non è altro che la rappresentazione mediatica e spettacolare del collasso controllato del Vecchio Ordine (Regime); un dramma dove la crisi finanziaria internazionale e le sue conseguenze (tra queste gli artificiali disturbi inglesi) sono due dei suoi attori principali.
Dal mio punto di vista, il sistema di dominio patriarcale (questo è il vero nome del sistema che ci ha toccato vivere) ha bisogno di rinnovarsi, con lo scopo di rendere più effettivo il suo potere. Questo perché le vecchie strutture economiche e politiche di dominio non valgono più (probabilmente a causa del processo di globalizzazione sperimentato dal potere negli ultimi decenni) ed ha bisogno di creare altre nuove forme. Questo è il motivo per cui lo stesso sistema di dominio patriarcale ha iniziato una sorta di processo di autodistruzione di tutto quello che non gli è più utile.
Per raggiungere tale obiettivo sta usando, come strumento principale, uno dei più sofisticati di cui, attualmente, dispone: i mass media. Attraverso la rappresentazione di differenti drammi di grandezza planetaria, adeguatamente diffusi e amplificati in modo massiccio dai mass media di massa, e “patrocinati” da praticamente la totalità dei governi del mondo, si sta cercando di condizionare il maggior numero di abitanti del pianeta perché accettino come naturale e necessario, quello che potremmo chiamare, un Cambiamento di Regime.
La crisi economica (disoccupazione, povertà), la crisi climatica (cambio climatico, disastri climatici), la crisi interciviltà (guerre, terrorismo), la crisi energetica (petrolio, nucleare), la crisi sociale (delinquenza, rivolte), la crisi politica (corruzione, incapacità), sono opportunamente manipolate dai differenti governi, intellettuali e mass media ( e non bisogna dimenticare l’importante ruolo giocato dalla falsa opposizione , come il movimento degli indignati, che ha contribuito a dare una maggiore sensazione di realismo al dramma), con lo scopo di portare l’umanità ad una situazione limite, dove questa (o almeno l’immensa maggioranza, e questo è ciò che conta) sia disposta ad accettare qualunque cosa basta che si ponga fine all’insopportabile sensazione di stress e di tensione alla quale si vede sottomessa da vari anni. Questo “qualunque cosa” è molto probabile che finisca per essere la conosciuta “Governance Mondiale” (link)
Comunque sia e per quanti cambi di immagine si diano, il sistema continuerà ad essere lo stesso, cioè, il sistema patriarcale di dominio- sottomissione (la Rivoluzione del sistema della quale abbiamo già parlato resterà solo nella forma) e ,quindi, le nostre possibilità di raggiungere la libertà continueranno ad essere le stesse. In questo senso la libertà deve essere intesa come una decisione e non come un risultato, e principalmente deve essere lontana dal perverso gioco del potere, non solo perché, come diceva Nietzsche, il “potere rende stupidi”, ma, anche perché la libertà è incompatibile con il gioco di dominio –sottomissione, implicito del potere.
Per tutto questo vi invito a cercare la libertà, intesa come una proposta collettiva, ma, prima di tutto come una decisione individuale. E’ molto probabile che i potenti e i conquistatori non spariscano mai, allo stesso modo degli sporchi meccanismi di dominio (basati sempre nell’uso della paura) ma questo non ci impedisce di essere liberi, dato che la libertà è una decisione individuale che ha molteplici forme e che in ultima considerazione dipende solo da se stessi e da nessun altro. Come ho scritto prima la cosa importante è la decisione, non il risultato, e voler essere liberi è non voler essere più sottomesso. Ndt: La Paura: Una mattina ci hanno regalato un maialino d’India. Ce l’hanno portato in una gabbia. A mezzogiorno gli ho aperto la porta della gabbia. Sono tornato all’imbrunire e l’ho trovato tale e quale l’avevo lasciato: dentro la gabbia, afferrato alle sbarre, atterrito dalla libertà. Eduardo Galeano
http://www.climatrix.org/2011/08/la-crisi-e-luso-della-paura-come.html
ricerca della libertà?? il maialino d'India ci ha fatto capire cosa se ne farebbe la stragrande parte dell'umanità di quel bene assoluto. la libertà, quella vera, costa, per parafrasare W. Churchill, "sangue, sudore e lacrime": chi sarebbe disposto a versare tanto per la libertà, un concetto ignoto ai più?
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L’ONU parla di una moneta unica mondiale
Tratto da http://www.vocidallastrada.com/2011/09/lunu-parla-di-una-moneta-unica-mondiale.html#more
Si confermano i sospetti dei teorici della “cospirazione”: l’ONU sta dando impulso alla “richiesta” da parte dei paesi emergenti all’instaurazione di una moneta unica globale, primo passo per stabilire un governo mondiale. Il collasso apparentemente orchestrato dell’economia statunitense permette ai paesi emergenti di mettere in discussione la funzione del dollaro come moneta di riferimento e le Nazioni Unite si preparano per lanciare il loro piano.
Buenos Aires (Urgente 24). Dall’inizio della crisi nel 2009, differenti teorici avevano parlato della possibilità che la situazione di crisi economica era stata cercata deliberatamente per ristrutturare completamente il sistema finanziario mondiale ed imporre una moneta unica a livello globale e che fosse il primo passo verso una governance a livello planetario.
La mancanza d’azione da parte della giustizia negli USA per quanto riguarda i responsabili della crisi economica, anche quando la colpevolezza è evidente e le susseguenti azioni (riscatti governativi alle banche, proposte di legislazione globale, ecc) sono sfociati finalmente nella questione del dollaro come moneta di riferimento per i mercati.
In questo modo, il reclamo di una moneta unica per tutto il pianeta acquista una forma più definita e conferma i sospetti prima menzionati. Prima è stata la Russia, poi la Cina e più tardi i paesi emergenti a reclamare la moneta globale.
Questo rapporto presentato dal sito spagnolo Libertad Digital.
Dallo scoppio della crisi di credito a metà del 2007 la tensione intorno al ruolo che gioca il dollaro nell’architettura monetaria è stata questionata da alcune delle principali potenze del mondo, principalmente dalla Cina e Russia.
Questo trascendentale dibattito per l’economia mondiale si stava negoziando in privato tra i governi e le principali banche centrali. Si tratta della riforma dell’attuale sistema monetario internazionale vigente dalla soppressione degli accordi di Bretton Woods da parte del governo degli USA . Da allora, il dollaro si è mantenuto come la moneta di riserva per eccellenza, senza alcun tipo di copertura reale dopo aver rotto i suoi ultimi rapporti con il patrone oro.
L’ONU propone adesso di riformare il sistema monetario vigente, la cui egemonia è ostentata dal dollaro. Così, in un dossier presentato durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e Sviluppo (UNCTAD), l’organismo multilaterale per eccellenza riconosce che il sistema monetario non funziona correttamente e, di fatto, è stato il grande “responsabile” dell’attuale crisi finanziaria.
Per questo, l’ONU afferma che il ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale deve essere riconsiderato, come lo esigono la Russia, la Cina e le principali economie emergenti del pianeta. In questo modo, l’istituzione è a favore della creazione di una nuova Bretton Woods, che dovrebbe essere negoziata tra i principali governi, per stabilire un nuovo sistema monetario che sostituisca quello attuale.
“Sostituire il dollaro con una moneta artificiale potrebbe risolvere alcuni dei problemi riguardanti i grandi deficit sui C/C (questo significa: mancanza di risparmi) che alcuni paesi presentano e aiuterebbe la stabilità”, segnala Detlef Kotte, uno degli autori del dossier. Ma, “si ha anche bisogno di un nuovo sistema di scambi. I paesi devono mantenere qualche tipo di scambio (monetario) reale(aggiustato all’inflazione) e stabile”.
Il ruolo del FMI
Per questo, secondo Kotte, deve mantenersi l’intervento monetario che le banche centrali applicano, anche se questo lascia la porta aperta a che sia qualche istituzione multilaterale l’incaricata di mantenere la stabilità dei tipi di cambi, riferendosi al FMI. In questo modo, l’organismo non solo abroga per sostituire il dollaro come moneta di riserva mondiale ma anche di creare una specie di banca centrale a livello mondiale che, in questo caso, sarebbe il FMI”.
Nel comunicato stampa pervenuto, l’UNCTAD (appartenente all’ONU) segnala che la regolamentazione e supervisione più effettiva del mercato finanziario è “indispensabile” per “prevenire che si ripeta una crisi finanziaria ed economica mondiale come quella attuale”.
Ma, non è solo necessario controllare la supervisione finanziaria internazionale,è anche “ugualmente importante una riforma del sistema monetario per ridurre il margine dei benefici nella speculazione monetaria ed evitare, così, gli squilibri commerciali di gran misura”. Con questa dichiarazione,l’organismo si riferisce all’eccesso di risparmio da parte delle economie asiatiche (principalmente la Cina) negli ultimi anni e il grandissimo indebitamento (bisogno di finanziamenti esterni) di altre potenze come è il caso degli Stati Uniti. Cioè, gli squilibri commerciali a livello mondiale ( abbondanti deficit tramite conti correnti) che l’attuale sistema monetario ha fornito, secondo quanto sostengono importanti economisti.
I diritti speciali di prelievo.
L’attuale sistema “dipende della politica monetaria che applica la banca centrale che emette la moneta di riserva mondiale” per eccellenza (il dollaro) in riferimento alla FED. Alcune decisioni che, secondo il dossier, si prendono, d’accordo ai bisogni politici e economici statunitensi, in chiave nazionale, “senza tener conto dei bisogni del sistema di pagamenti internazionale e dell’economia mondiale” nel suo insieme.
Ma, secondo lo studio, neanche un corretto maneggio dei flussi del capitale tra i paesi ne l’imposizione di una nuova moneta di riserva mondiale (sostitutiva del dollaro) risolverà i problemi che colpiscono le economie emergenti: “il problema del tipo di cambio”, aggiunge lo studio, è che “non è possibile che un paese possa assorbire gli shock esterni in modo efficiente attraverso l’adozione, sia totalmente flessibile o rigida, dei tipi di cambi”, secondo gli economisti dell’UNCTAD.
Per questo, l’organismo suggerisce che dovrebbe stabilirsi un sistema di tipi di cambi in base ad un “modello stabile”, che sarà controllato e determinato in modo multilaterale.
L’UNCTAD sostiene che un nuovo sistema monetario basato su principi e norme convenuti in forma multilaterale è necessario per la stabilità dell’economia mondiale così come alcune “condizione equitative per il commercio internazionale”. Essenzialmente l’organismo punta al bisogno di sostituire il dollaro con una nuova moneta basata in un paniere di divise che il FMI controllerebbe. (i denominati diritti speciali di prelievo).
In questo modo “si ridurrebbe la necessità di mantenere riserve internazionali” per difendere i tipi di cambi (il valore di una moneta nazionale) e “potrebbe combinarsi con un ruolo più forte dei diritti speciali di prelievo se si assegnano in funzione del bisogno di liquidità che un determinato paese presenta” con lo scopo di “stabilizzare il suo tasso di cambio reale ad un livello accordato in modo multilaterale”.
La posizione della Cina e della Russia.
Il governatore della Banca Popolare cinese, Zhou Xiaochuan, a marzo propose di creare una divisa di riserva multinazionale come parte della riforma nel sistema monetario internazionale, aggiungendosi così alla petizione russa.
Xiaochuan ha ipotizzato di “creare una divisa di riserva internazionale che non sia vincolata alle nazioni individuali e possa rimanere a lungo termine stabile”. Inoltre, ha detto che i diritti speciali di prelievo (SDR, sigla in inglese 1) del FMI hanno il potenziale per agire come una divisa di riserva sopranazionale. Cioè, l’obiettivo sarebbe quello di creare una super divisa che sostituisca il dollaro, il cui valore determina quello delle altre valute.
A luglio del 2009 tale proposta è diventata ufficiale. La Cina ha avvertito nella riunione al G-8 e il G-5 del bisogno di riformare il sistema monetario internazionale per una “maggiore diversificazione della moneta di riferimento”dal dollaro statunitense. Il gigante asiatico non era mai stato tanto esplicito. Adesso, l’ONU raccoglie il guanto lanciato dalla Cina, Russia e le potenze emergenti.
Curiosamente il presidente russo Dimitri Medvedev, ha mostrato la “nuova moneta mondiale” sul bavero della sua giacca durante la riunione di queste grandi potenze. Gli USA non si sono pronunciati ufficialmente su questo argomento fino ad ora.
Ma, il segretario del Tesoro degli USA, Tim Geither, a marzo ammise che gli USA erano “molto aperti” a studiare la proposta monetaria elaborata dalla Cina e la Russia di creare una nuova divisa di riferimento internazionale. Anche se dopo ratificò quanto detto di fronte al panico che questa dichiarazione creò nel mercato delle divise (il crollo del dollaro)
Fonte: http://www.urgente24.com/noticias/val/12847-123/la-onu-ya-habla-de-una-moneda-unica-para-todo-el-planeta.html
Tradotto e pubblicato da FreeYourMind!
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Si confermano i sospetti dei teorici della “cospirazione”: l’ONU sta dando impulso alla “richiesta” da parte dei paesi emergenti all’instaurazione di una moneta unica globale, primo passo per stabilire un governo mondiale. Il collasso apparentemente orchestrato dell’economia statunitense permette ai paesi emergenti di mettere in discussione la funzione del dollaro come moneta di riferimento e le Nazioni Unite si preparano per lanciare il loro piano.
Buenos Aires (Urgente 24). Dall’inizio della crisi nel 2009, differenti teorici avevano parlato della possibilità che la situazione di crisi economica era stata cercata deliberatamente per ristrutturare completamente il sistema finanziario mondiale ed imporre una moneta unica a livello globale e che fosse il primo passo verso una governance a livello planetario.
La mancanza d’azione da parte della giustizia negli USA per quanto riguarda i responsabili della crisi economica, anche quando la colpevolezza è evidente e le susseguenti azioni (riscatti governativi alle banche, proposte di legislazione globale, ecc) sono sfociati finalmente nella questione del dollaro come moneta di riferimento per i mercati.
In questo modo, il reclamo di una moneta unica per tutto il pianeta acquista una forma più definita e conferma i sospetti prima menzionati. Prima è stata la Russia, poi la Cina e più tardi i paesi emergenti a reclamare la moneta globale.
Questo rapporto presentato dal sito spagnolo Libertad Digital.
Dallo scoppio della crisi di credito a metà del 2007 la tensione intorno al ruolo che gioca il dollaro nell’architettura monetaria è stata questionata da alcune delle principali potenze del mondo, principalmente dalla Cina e Russia.
Questo trascendentale dibattito per l’economia mondiale si stava negoziando in privato tra i governi e le principali banche centrali. Si tratta della riforma dell’attuale sistema monetario internazionale vigente dalla soppressione degli accordi di Bretton Woods da parte del governo degli USA . Da allora, il dollaro si è mantenuto come la moneta di riserva per eccellenza, senza alcun tipo di copertura reale dopo aver rotto i suoi ultimi rapporti con il patrone oro.
L’ONU propone adesso di riformare il sistema monetario vigente, la cui egemonia è ostentata dal dollaro. Così, in un dossier presentato durante la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e Sviluppo (UNCTAD), l’organismo multilaterale per eccellenza riconosce che il sistema monetario non funziona correttamente e, di fatto, è stato il grande “responsabile” dell’attuale crisi finanziaria.
Per questo, l’ONU afferma che il ruolo del dollaro come moneta di riserva mondiale deve essere riconsiderato, come lo esigono la Russia, la Cina e le principali economie emergenti del pianeta. In questo modo, l’istituzione è a favore della creazione di una nuova Bretton Woods, che dovrebbe essere negoziata tra i principali governi, per stabilire un nuovo sistema monetario che sostituisca quello attuale.
“Sostituire il dollaro con una moneta artificiale potrebbe risolvere alcuni dei problemi riguardanti i grandi deficit sui C/C (questo significa: mancanza di risparmi) che alcuni paesi presentano e aiuterebbe la stabilità”, segnala Detlef Kotte, uno degli autori del dossier. Ma, “si ha anche bisogno di un nuovo sistema di scambi. I paesi devono mantenere qualche tipo di scambio (monetario) reale(aggiustato all’inflazione) e stabile”.
Il ruolo del FMI
Per questo, secondo Kotte, deve mantenersi l’intervento monetario che le banche centrali applicano, anche se questo lascia la porta aperta a che sia qualche istituzione multilaterale l’incaricata di mantenere la stabilità dei tipi di cambi, riferendosi al FMI. In questo modo, l’organismo non solo abroga per sostituire il dollaro come moneta di riserva mondiale ma anche di creare una specie di banca centrale a livello mondiale che, in questo caso, sarebbe il FMI”.
Nel comunicato stampa pervenuto, l’UNCTAD (appartenente all’ONU) segnala che la regolamentazione e supervisione più effettiva del mercato finanziario è “indispensabile” per “prevenire che si ripeta una crisi finanziaria ed economica mondiale come quella attuale”.
Ma, non è solo necessario controllare la supervisione finanziaria internazionale,è anche “ugualmente importante una riforma del sistema monetario per ridurre il margine dei benefici nella speculazione monetaria ed evitare, così, gli squilibri commerciali di gran misura”. Con questa dichiarazione,l’organismo si riferisce all’eccesso di risparmio da parte delle economie asiatiche (principalmente la Cina) negli ultimi anni e il grandissimo indebitamento (bisogno di finanziamenti esterni) di altre potenze come è il caso degli Stati Uniti. Cioè, gli squilibri commerciali a livello mondiale ( abbondanti deficit tramite conti correnti) che l’attuale sistema monetario ha fornito, secondo quanto sostengono importanti economisti.
I diritti speciali di prelievo.
L’attuale sistema “dipende della politica monetaria che applica la banca centrale che emette la moneta di riserva mondiale” per eccellenza (il dollaro) in riferimento alla FED. Alcune decisioni che, secondo il dossier, si prendono, d’accordo ai bisogni politici e economici statunitensi, in chiave nazionale, “senza tener conto dei bisogni del sistema di pagamenti internazionale e dell’economia mondiale” nel suo insieme.
Ma, secondo lo studio, neanche un corretto maneggio dei flussi del capitale tra i paesi ne l’imposizione di una nuova moneta di riserva mondiale (sostitutiva del dollaro) risolverà i problemi che colpiscono le economie emergenti: “il problema del tipo di cambio”, aggiunge lo studio, è che “non è possibile che un paese possa assorbire gli shock esterni in modo efficiente attraverso l’adozione, sia totalmente flessibile o rigida, dei tipi di cambi”, secondo gli economisti dell’UNCTAD.
Per questo, l’organismo suggerisce che dovrebbe stabilirsi un sistema di tipi di cambi in base ad un “modello stabile”, che sarà controllato e determinato in modo multilaterale.
L’UNCTAD sostiene che un nuovo sistema monetario basato su principi e norme convenuti in forma multilaterale è necessario per la stabilità dell’economia mondiale così come alcune “condizione equitative per il commercio internazionale”. Essenzialmente l’organismo punta al bisogno di sostituire il dollaro con una nuova moneta basata in un paniere di divise che il FMI controllerebbe. (i denominati diritti speciali di prelievo).
In questo modo “si ridurrebbe la necessità di mantenere riserve internazionali” per difendere i tipi di cambi (il valore di una moneta nazionale) e “potrebbe combinarsi con un ruolo più forte dei diritti speciali di prelievo se si assegnano in funzione del bisogno di liquidità che un determinato paese presenta” con lo scopo di “stabilizzare il suo tasso di cambio reale ad un livello accordato in modo multilaterale”.
La posizione della Cina e della Russia.
Il governatore della Banca Popolare cinese, Zhou Xiaochuan, a marzo propose di creare una divisa di riserva multinazionale come parte della riforma nel sistema monetario internazionale, aggiungendosi così alla petizione russa.
Xiaochuan ha ipotizzato di “creare una divisa di riserva internazionale che non sia vincolata alle nazioni individuali e possa rimanere a lungo termine stabile”. Inoltre, ha detto che i diritti speciali di prelievo (SDR, sigla in inglese 1) del FMI hanno il potenziale per agire come una divisa di riserva sopranazionale. Cioè, l’obiettivo sarebbe quello di creare una super divisa che sostituisca il dollaro, il cui valore determina quello delle altre valute.
A luglio del 2009 tale proposta è diventata ufficiale. La Cina ha avvertito nella riunione al G-8 e il G-5 del bisogno di riformare il sistema monetario internazionale per una “maggiore diversificazione della moneta di riferimento”dal dollaro statunitense. Il gigante asiatico non era mai stato tanto esplicito. Adesso, l’ONU raccoglie il guanto lanciato dalla Cina, Russia e le potenze emergenti.
Curiosamente il presidente russo Dimitri Medvedev, ha mostrato la “nuova moneta mondiale” sul bavero della sua giacca durante la riunione di queste grandi potenze. Gli USA non si sono pronunciati ufficialmente su questo argomento fino ad ora.
Ma, il segretario del Tesoro degli USA, Tim Geither, a marzo ammise che gli USA erano “molto aperti” a studiare la proposta monetaria elaborata dalla Cina e la Russia di creare una nuova divisa di riferimento internazionale. Anche se dopo ratificò quanto detto di fronte al panico che questa dichiarazione creò nel mercato delle divise (il crollo del dollaro)
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uscire dall'Euro piuttosto che lasciarsi......
Uscire dall’euro
Piuttosto che lasciarsi prima svenare e poi vendere…
Avv. Marco della Luna - http://marcodellaluna.info/sito/
I rimedi ai problemi finanziari proposti dalle parti sociali e dai partiti sono meri palliativi, inutili, perché servono solo a tirare avanti di qualche settimana. La manovra governativa, anche la seconda, è iniqua e recessiva, sbilanciata sul lato delle entrate, e ha mobilitato resistenze insuperabili nel paese. Ora il governo, dopo che l’UE l’ha approvata, se la rimangia e ne fa un’altra, non migliore, ma semplicemente congegnata in modo da evitare che si coalizzi un’efficace resistenza, sia civile, che interna alla partitocrazia, la quale vuole conservare i suoi canali di spesa. La manovra alternativa del PD frutterebbe solo 1/10 dei 40 miliardi da recuperare (Tito Boeri su La Repubblica del 27 Agosto) e dimostra che l’opposizione non vale nulla, non ha capacità, non ha idee, non ha uomini. Il sistema partitico è oramai solo una zavorra senza capacità di soluzioni e senza valore di rappresentanza. Quindi senza legittimazione.
Sono decenni che in Italia si fanno sacrifici e manovre di risanamento e di adeguamento ai parametri europei, e siamo messi sempre peggio. Nessuno vuole ammetterlo, ma è palese che non funzionano. Il debito pubblico ha sempre continuato a crescere. Il motore del disastroso processo di indebitamento, su scala mondiale è il monopolio privato e irresponsabile della creazione e distruzione di moneta e credito, in mano a un pugno di banchieri, che controlla le banche centrali, BCE compresa, e ricatta i governi con minacce di declassamento e di non acquisto dei loro titoli del debito pubblico. Essenzialmente, li ricatta a trasferire al settore finanziario crescenti quote di reddito e risparmio dei cittadini e delle imprese.
Recenti dati mostrano che i paesi che hanno dichiarato di non potere o volere pagare il debito pubblico, dopo il default si sono ripresi bene.
Piuttosto che continuare con manovre depressive e socialmente laceranti, che non risolvono niente da decenni, sarebbe preferibile, per l’Italia, il seguente programma:
1-Uscire dall’Euro ritornando alla Lira;
2-Ripudiare il debito pubblico;
3-Nazionalizzare la Banca d’Italia e sottoporla a una commissione parlamentare;
4-Ripristinare i vincoli di portafoglio e di acquisto dei titoli di stato, come prima del divorzio della Banca d’Italia dal Tesoro;
5-Porre un vincolo costituzionale di pareggio di bilancio;
6-Nazionalizzare le banche commerciali che, avendo nel portafoglio molti titoli del debito pubblico, entreranno in crisi .
In tal modo, si eviterebbe tagli depressivi e socialmente laceranti, si risparmierebbe il 22% della spesa pubblica, si azzererebbe il debito pubblico, si potrebbe svalutare e così rilanciare le esportazioni, gli investimenti, l’occupazione; non si avrebbe più bisogno di emettere titoli del debito pubblico, salvo il caso di emergenze; anche in tal caso, li comprerebbe la Banca d’Italia.
Ma continuare con gli inasprimenti fiscali, con la tassazione di redditi presunti, con i tagli allo stato sociale, ai diritti dei lavoratori – continuare con l’indebolimento del paese e l’incremento dell’insicurezza e della paura – tutto questo è utile a portare il paese e la gente in condizioni ottimali per il capitale internazionale che aspira a rilevare dall’esterno l’economia e le risorse, compresi i lavoratori, di un paese in ginocchio, pronto a lavorare per bassi salari, senza garanzie e tutele, livellato al basso. Un paese dove la gente e le imprese devono svendere i propri beni per debiti, anche fiscali. A questo pare che mirino le politiche e i ricatti della c.d. Europa – BCE, UE –, del FMI, delle società di rating. Ma non è l’Europa, bensì la maschera della comunità finanziaria sovrannazionale.
Il processo integrativo europeo dell’Europa allargata a 27 membri è finito. La Commissione conta sempre meno. Le decisioni si prendono tra cancellerie di paesi forti, esclusi gli altri. Soprattutto quelle per decidere le mosse della BCE, in modo che salvaguardi innanzitutto la Germania. Questa, assieme ai suoi satelliti e alla sua imitatrice, la Francia, l’ha oramai detto e ripetuto: non accetterà mai di emettere gli eurobond, cioè di mettere in comune il debito pubblico proprio con quello italiano e degli altri paesi eurodeboli. I paesi euroforti non accetteranno mai l’integrazione politica con l’Italia non solo per il suo debito pubblico, ma anche perché la classe politica e dirigente italiana è troppo marcia e incompetente: all’estero hanno visto tutti abbastanza, oramai, dalla mafia, alle storie dei rifiuti di Napoli, al bunga bunga, alla giustizia a livelli di Africa Nera. Forse negli anni ’90 pensavano che l’Italia avrebbe eliminato questa classe dirigente e corretto i propri difetti grazie alla pressione dell’Euro, ma ciò non è avvenuto. All’estero sanno che l’Italia non riesce a riformarsi, a intervenire sui propri vizi strutturali, e che sta declinando da 20 anni incessantemente. Sanno che inevitabilmente uscirà dall’Euro. Sanno che integrarsi politicamente con un paese come l’Italia sarebbe come impiantarsi una grave malattia. Nessun paese o azienda efficiente ha interesse a integrarsi con un paese o un’azienda inefficiente. Ha per contro interesse a sfruttarlo/a assumendone il controllo dall’esterno.
La Germania (seguita da altri paesi forti) è un paese molto più efficiente, corretto e serio dell’Italia. La sua politica è quindi quella di tenere l’Italia sotto la BCE e gli organismi comunitari, che la Germania può dirigere, al fine di neutralizzarla come paese concorrente sui mercati internazionali, e di costringerla, prima che finisca per lasciare l’Euro, a pagare i propri debiti in Euro verso le banche tedesche anche al costo di dissanguarsi.
E questa linea politica si sta confermando e irrigidendo nel progredire della crisi. Giulio Tremonti, il 27 Agosto, parlando ai Ciellini di Rimini, ha non senza ragioni ammonito la Germania ad accettare l’eurobond e a non ostinarsi nella sua politica solipsistica, perché potrebbe finire a suo danno. Ma ostinarsi nelle politiche solipsistiche è ciò che la Germania sta facendo da quando è nata, dal 1871. Non ha mai cambiato linea, nonostante due guerre rovinosamente perse. Il sistema-paese Germania capisce i fatti, non ragioni, moniti e minacce.
Il governo italiano impone al paese sacrifici durissimi e recessivi in nome dell’integrazione europea. Ma l’integrazione europea è finita, per noi. L’Italia non sarà mai integrata. Quindi sarebbe tempo di rovesciare il tavolo, prima che il governo di centro-destra adesso, e un governo di centro-sinistra domani, facciano qualche altra manovra di salasso, per poi annunciare che, inopinatamente, le manovre non sono sufficienti, e che bisogna alzare l’uva, mettere l’imposta patrimoniale, tagliare le pensioni, marchionnizzare tutto il paese immediatamente e senza discutere per pagare gli interessi sui debiti – in ossequio alla curiosa inversione dei ruoli, oramai dilagata in tutto il mondo libero, in virtù della quale lavoratori, imprenditori e consumatori producono la ricchezza che dà valore alla carta prodotta dal settore finanziario, però si ritrovano di esso eternamente debitori, anzi devono sottomettersi alle sue regole e alla sua morale.
Ripudiare il debito pubblico, dunque, e uscire dall’Euro. Immediatamente, finché non siamo ancora dissanguati.
Alle lamentale di chi ha comperato titoli del debito pubblico italiani e farà l’indignato quando l’Italia non li pagherà, si replicherebbe che li ha comperati sapendo che erano a rischio, che per il rischio ha avuto un premio di maggior rendimento, e che in ogni caso poteva venderli nei mesi scorsi, vista l’aria che tirava; quindi se la prenda con se stesso;
A chi (banche, perlopiù) li ha ricevuti in garanzia in epoca non sospetta, per l’apertura di una linea di credito non speculativa, si offrirebbe una garanzia sostitutiva;
A Germania e soci, si replicherebbe che i benefici dall’Euro, e ancor prima dallo SME, e prima ancora dalla politica agricola comune, li hanno avuti proprio loro, e a spese e danno dell’Italia, soprattutto in fatto di competitività, di quote di mercato, di occupazione;
Alla BCE si replicherebbe che il suo comportamento è inaccettabile, in quanto non rende nota la quantità di denaro prodotta e la quantità di crediti erogati;
A Bruxelles si replicherebbe che il SEBC viola l’art. 1 e 11 Cost. L’art. 11, perché questo autorizza limitazioni e non trasferimenti della sovranità; li autorizza per fini di tutela della pace e della giustizia, non finanziari, come fatto per la BCE; li autorizza in favore di altri paesi, non in favore di un organismo sovrannazionale, esente da controllo democratico, come è la BCE; li autorizza a condizioni di parità, mentre la presenza nella BCE delle banche centrali di Regno Unito, Danimarca e Svezia, che non sono soggette a Euro e BCE ma partecipano ai suoi utili e alla sua sovranità monetaria anche sull’Italia, viola tale condizione. Inoltre viola la norma fondamentale, l’art. 1, sia in quanto toglie al popolo la sovranità monetaria ed economica, che è la principale componente della sovranità e del governo; sia in quanto il fine della BCE non è la tutela del lavoro, ma del potere d’acquisto della moneta. L’art. 1 afferma per contro i due principi fondamentali: la sovranità appartiene al popolo, e l’Italia è fondata sul lavoro. Questi principi fondamentali sono limiti assoluti, o controlimiti, a quanto possono disporre trattati internazionali come quello di Maastricht che costituisce il sistema della BCE. Un trattato, quindi, illegittimo ed eversivo dell’ordine costituzionale, come tette le controparti dell’Italia dovevano sapere.
Ma che cosa si potrebbe spiegare a Washington e Londra? Potremmo dire loro che l’Italia ha oramai fatto quanto poteva fare, dall’interno dell’UE e dell’Euro, per ostacolare il costituirsi di una potenza europea concorrente degli USA, con una valuta concorrente al Dollaro. E che ora, per contrastare un’unificazione centro-europea sotto i Tedeschi, è indispensabile che riprenda una certa libertà di manovra.
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È più satanico il nostro cellulare di questi chip RFID, credetemi...
Questi microchip “RFID” sono da tempo una realtà, servono ad identificare oggetti e animali a distanze che per gli oggetti arrivano a 5-7 metri, per gli esseri viventi (a causa dell'acqua del corpo) pochi decimetri.
Si possono già oggi trovare all'interno di abiti o di prodotti di qualsiasi genere che compriamo, con lo stesso scopo del codice a barre ma con in più la funzione di “certificato di autenticità”.
Utilissimo visto il dilagare di merce contraffatta che ha danneggiato drammaticamente la nostra economia ed il nostro patrimonio intellettuale a favore di aziende e nazioni che NON RISPETTANO LE REGOLE (più sataniche di altri per quel che combinano all'umanità e all'ambiente con totale sprezzo del creato).
Sono da tempo in uso obbligatoriamente per i cani e utilizzati per gli animali destinati all'alimentazione, per poter tracciare la loro provenienza. Tutto a garanzia del consumatore e di una più sana alimentazione grazie al fatto che è molto difficile contraffarli.
Si ipotizza che un giorno il conto della spesa verrà fuori in 1 secondo senza dover tirar fuori i prodotti dal carrello, sostituendo quindi il codice a barre.
Siamo già tutti schedati, state tranquilli... su questo progetto farò delle verifiche, ormai ne ho sentite di tutti i colori, perfino che servirebbero a rintracciarci via satellite... che è un assurdo tecnico da ogni punto di vista.
Temiamo per la nostra privacy?
Ricordo che la spia (satanica o meno) più grande che esista ce la portiamo già da molto tempo sempre con noi: è il nostro CELLULARE !!
Contrariamente ai chip RFID, il nostri cellulari trasmettono con 2-5 WATT di potenza (quasi un MILIONE di volte superiore ai microchip) con una gittata di chilometri (non centimetri) e sappiate che già oggi:
1) viene costantemente memorizzata la nostra posizione in ogni momento con una precisione di 5-15 metri (dipende dalla densità di antenne nella zona);
2) tutte le nostre CONVERSAZIONI e SMS sono registrati e mantenuti per ANNI;
3) può essere attivato come “microfono ambientale”, ossia per ascoltare a nostra insaputa ciò che sta avvenendo. In certi modelli solo la rimozione della batteria evita questa possibilità.
Quel piccolo oggetto di cui parla la bibbia a questo punto non so quale sia dei due...
A me piacciono i biblisti che leggono la bibbia e testi sacri contestualizzandoli a chi e quando li ha scritti e con mente serena. Solo così possiamo trarre messaggi importanti anche per la vita di oggi e non colossali bufale, puntualmente smentite dalla storia.
Ci permettiamo di aggiungere al punto 3 la seguente considerazione: grazie alle nuove tecnologie pure la cornetta del telefono di casa può essere utilizzata, a nostra insaputa, come microfono di intercettazione ambientale. Questa intrusione può essere attuata da qualsiasi ente governativo e da qualsiasi postazione planetaria. (a questo proposito vedete il film "in ascolto - the listening)
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Una delle più imperdonabili rivelazioni sui vaccini…
By Dott. Massimo Pandiani
L’ex direttore di una compagnia farmaceutica, Helen Ratajczak recentemente ha creato una tempesta sul problema vaccino-autismo quando ha pubblicato la sua revisione globale della ricerca sull’autismo. Si tratta di un importante e massiccio studio, per più di un motivo. Un elemento messo in luce, che era riuscito a rimanere nascosto, è l’uso di cellule embrionali da aborti nella produzione dei vaccini.
CBS News ha recentemente riportato:
”Ratajczak afferma che nello stesso tempo in cui i produttori di vaccini hanno ridotto l’uso di thimerosal nella maggioranza dei vaccini (con l’eccezione dei vaccini contro l’influenza usati in USA che ancora ampiamente contengono thimerosal), hanno cominciato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani.
La Ratajczak dice che attualmente i tessuti umani sono utilizzati in 23 vaccini. Si discute l’aumento di incidenza dell’autismo in corrispondenza dell’introduzione di DNA umano nel vaccino MMR, e suggerisce che le due cose potrebbero essere collegate “.
Curriculum
Dott. Massimo Pandiani
Ha conseguito la Laurea in medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano nel 1977. Si è specializzato in Urologia (MCL) nel 1980. Ha conseguito i seguenti attestati negli Stati Uniti:
Fellow of the International College of Nutrition (La Habra- California) 1982
Diplomate in Applied Kinesiology by IKAK on 1983 Milano, Dr. D. Leaf
Master in N.O.T. (Neuro organizational Tecnique) on 1984 Bern, Dr. K. Ferreri
Master in S.O.T. (Sacro-Occipital-Tecnique) 1985 Omaha, Dr. De Jarnette
Master in N.E.T. (Neuro Emotional Tecnique) 1986 Chicago, Dr. S. Walker
Course on Trace Minerals 1989 Boston, Dr. D. Watts
Course on Trace Minerals 1990 San Diego, Dr. D. Watts
Diplomate by ACAM for Chelation Therapy 1995, Los Angeles
Diplomate by IFM in Functional Medicine, Seattle, 1995-1996, Dr. J. Bland
E’ speaker internazionale di Medicina Biomolecolare e Funzionale, ha pubblicato 7 libri sulla nutrizione e Medicina Funzionale.
tutti gli indispensabili link qui
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Uscire dall'Euro è sempre più facile
Avanza l’ipotesi dell’uscita di uno Stato dalla zona euro. Una ricerca di Ubs evidenzia i costi economici, politici e sociali. Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non lo fa riferendosi solamente alla Grecia, bensì anche alla Germania. Solo che gli analisti della banca svizzera ammoniscono: quasi nessuna unione monetaria si è disgregata «senza una qualche forma di governo autoritario o militare, o di guerra civile». E la Merkel apre: «I cambiamenti nei trattati Ue non dovrebbero essere un tabù».
«L’euro non dovrebbe esistere (almeno in questa forma)». Si aprono le danze sull’uscita dall’eurozona di uno Stato europeo. A lanciare ufficialmente l’allarme è la banca svizzera Ubs. In un report di Paul Donovan, Stephane Deo e Larry Hatheway vengono evidenziate tutte le attuali criticità della zona euro, compresi i costi economici della secessione di un Paese membro dall’area della moneta unica. Sebbene Ubs ricordi che «è improbabile» che si arrivi all’Euro break-up, il collasso dell’euro, sono singolari le dichiarazioni di oggi del cancelliere tedesco Angela Merkel.
«I cambiamenti nei trattati Ue non dovrebbero essere un tabù», ha detto riferendosi ai problemi dell’Unione monetaria europea. Nel frattempo Deo, capo economista Ue del gruppo bancario svizzero, avverte i mercati finanziari mondiali: «La Grecia è insolvente». E Jean-Claude Juncker, numero uno dell’Eurogruppo, spiega che «la prossima tranche di aiuti ad Atene non è scontata».
L’inizio dell’analisi di Ubs non lascia spazio all’ottimismo. «Sotto l’attuale struttura e con i membri attuali, l’euro non funziona. L’attuale struttura dovrà cambiare, o saranno i membri attuali a dover cambiare», scrive la banca elvetica. E lo sottolinea citando una frase del dicembre 2001 di Romano Prodi, allora presidente della Commissione europea. «Sono sicuro che l’Euro ci obbligherà a organizzare una nuova serie di strumenti di politica economica, anche se è politicamente impossibile proporli adesso. Ma verrà il giorno in cui ci sarà una crisi, e saranno creati nuovi strumenti», diceva l'ex primo ministro italiano alla vigilia dell’introduzione dell’euro.
La ricerca di Ubs prende in esame i costi di un’uscita dall’eurozona. Linkiesta già a febbraio aveva parlato di questa possibilità, che ora sta prendendo sempre più piede. Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non lo fa riferendosi solamente alla Grecia, bensì anche alla Germania. Quattro sono i fattori di costo per la secessione, dato che l’espulsione dalla Ue non è attualmente contemplata dai trattati europei: la svalutazione della nuova valuta, il collasso bancario, la depressione del commercio con gli altri Paesi limitrofi e i possibili disordini sociali. A essi si aggiungono i costi politici dovuti all’indebolimento dell’Unione europea, che vedrebbe sgretolarsi il terreno sotto i piedi.
La questione è solo una. Nel peggiore scenario possibile, a chi conviene maggiormente lasciare l’eurozona? Nelle sale trading delle banche europee circola voce che sono due le opzioni possibili. O escono i Paesi forti o escono quelli deboli. Nel primo caso sarebbero Germania, Olanda e Finlandia i primi ad avallare la secessione, con cui si costituirebbe quella che Ubs definisce Nnc (new national currency, la nuova valuta nazionale). Una volta uscito, il Paese avrebbe di fronte a sé due vie per la gestione del debito pubblico. Da un lato potrebbe mantenerlo denominato in euro, seppur con un problema di tassazione che porterebbe quel Paese a utilizzare il commercio estero come driver per detenere riserve in euro. Dall’altro lo Stato in uscita potrebbe ridenominare il proprio debito nella nuova valuta, elemento che porterebbe a un deprezzamento dell’intero stock, capace di essere percepito come un default dagli investitori. Una nazione come la Germania, secondo i calcoli di Ubs, potrebbe perdere fra i 6.000 e gli 8.000 euro procapite per il primo anno e fra i 3.500 e i 4.500 euro per quelli successivi. In altre parole, nel primo anno il Prodotto interno lordo tedesco si contrarrebbe di una cifra compresa fra il 20% e il 25% del valore ante uscita dall’euro. Se può sembrare tantissimo, vale la pena ricordare che il costo dei tre salvataggi (Grecia, Irlanda, Portogallo) finora è stato di circa 1.000 euro solo per i tedeschi.
L’altra possibilità contemplata dagli scenari di Ubs sarebbe quella di un'espulsione dall’Unione monetaria europea. In questo quadro a uscire sarebbero i Paesi incapaci di garantire un piano di consolidamento fiscale credibile e sostenibile. Prendendo questi due semplici parametri la prima a essere espulsa sarebbe inevitabilmente la Grecia. Per Atene il costo leviterebbe fino a una cifra compresa tra 9.500 e 11.500 euro procapite per il primo anno, più fra i 3.000 e i 4.000 euro procapite all’anno per quelli successivi. La Grecia quindi perderebbe circa fra il 40% e il 50% del proprio Pil solo nei primi 12 mesi di secessione.
Tuttavia, attualmente non esistono soluzioni per fare ciò. Il Trattato di Lisbona, all’articolo 50, disciplina il recesso dall’Unione europea, non dall’Unione monetaria. Uscire dall’eurozona, con le correnti fattispecie normative, violerebbe il Trattato di Maastricht, quello di Lisbona e quello di Roma. Tuttavia, si sta lavorando a una modifica dell’assetto legale dell’Ue. In deroga al Trattato di Lisbona, che ha il requisito della volontarietà nella secessione dall’Unione europea (non è ammessa l’espulsione), ma non dalla divisa unica, si potrebbe applicare un meccanismo normativo capace di garantire una via d’uscita dall’eurozona. Se da un lato l’appartenenza all’Unione europea non può essere messa in discussione se non su base volontaria, è altrettanto vero che lo stesso paradigma si dovrebbe applicare all’Unione monetaria europea. O almeno questo è il pensiero che sta prendendo piede in Germania e Olanda.
Oggi il cancelliere Merkel ha espressamente parlato di secessione dalla zona euro. «I problemi di un singolo Paese non possono mettere in pericolo un’intera valuta, i cambiamenti nei trattati Ue non dovrebbero essere un tabù», ha detto la Merkel. Il tutto pochi istanti dopo la decisione della Corte costituzionale tedesca in merito alla costituzionalità degli aiuti di Berlino nel primo piano di salvataggio della Grecia. Gli ha fatto eco il ministro olandese delle Finanze, Jan Kees de Jager. «Abbiamo proposto all’Ue una serie di sanzioni per gli Stati dell’eurozona che non raggiungono gli obiettivi di budget minimi», ha detto. Fra queste, il titolare del Tesoro olandese ha specificato che c’è «una clausola che permetta ai Paesi di lasciare la zona euro». Nei corridoi della Bce l’argomento non è più tabù, come confermato a Linkiesta da fonti interne all’Eurotower. «Solo come caso di studio», garantiscono da Francoforte.
A gettare un’ombra sul futuro dell’attuale eurozona ci pensa ancora Ubs. Gli analisti della banca svizzera fanno notare che «quasi nessuna delle moderne unioni monetarie fiat (con valuta a corso legale, ndr) si sono disgregate senza una qualche forma di governo autoritario o militare, o di guerra civile». E questo non è esattamente il miglior scenario possibile per l’Europa.
Fabrizio Goria
fonte: linkiesta.it
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
Alaudae ha scritto:
una sorta di linguaggio nascosto per pochi?messaggi esoterici?
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
cristian ha scritto:Alaudae ha scritto:
una sorta di linguaggio nascosto per pochi?messaggi esoterici?
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Simpson e messaggi subliminali sul 9 - 11
Simpson e messaggi subliminali sul 9 - 11 (ovvero 11 settembre, secondo la maniera di scrivere le date nel mondo anglosassone), in una puntata trasmessa anni prima dell'evento.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
mettiamo caso che comunichino attraverso questi messaggi subliminali,come fanno ?dovrebbero coinvolgere una marea di persone tra produttori cinematografici etc.
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Re: illuminati chi sono e cosa vogliono
cristian ha scritto:mettiamo caso che comunichino attraverso questi messaggi subliminali,come fanno ?dovrebbero coinvolgere una marea di persone tra produttori cinematografici etc.
bella domanda! probabilmente solo una parte è coinvolta, i più non se ne rendono conto. così succederà anche per i film, i "segreti dei produttori cinematografici" rimangono in un ambito molto ristretto, i più non hanno idea di quel che fanno
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tu, terrorista !
Abbiamo da poco scoperto che in Germania abitano più di 82.000.000 di terroristi.
Tu sei uno di loro.
Per questo motivo monitoriamo e registriamo da oggi per sei mesi, tutte le tue attività; per esempio a chi telefoni e quando.
Quando usi il tuo cellulare e dove. Quando e dove ti connetti ad internet e quali pagine visiti.
A chi scrivi email e perchè. E siccome sei un terrorista, la polizia internazionale può monitorare anche il tuo computer.
Conosciamo le tue password. Guardiamo le foto delle tue vacanze.
Osserviamo con chi stai chattando. Oppure guardiamo i tuoi documenti personali.
Noi possiamo scaricarci tutti i dati presenti nel tuo computer, modificarli, oppure inserirne di nuovi.
In Germania fino ad oggi non abbiamo mai avuto un attentato terroristico, ma con te e con gli altri 82.000.000 milioni
di nuovi terroristi dobbiamo stare attenti che la situazione rimanga così come è ora.
Una nuova carta d'identità personale con le tue impronte digitali, più controlli con le telecametre e ancora altre sorprese sono già sulla strada verso di te,
perchè tu sei il terrorista.
Traduzione e sottotitoli a cura di Nonsoloufo.
Video visibile sul Youtube sul canale di Nonsoloufo al seguente link: https://www.youtube.com/nonsoloufo
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Police raids on organic food store in California
trattati alla stregua di terroristi da questi pazzi fanatici
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Le Nazioni Unite sollecitate a vietare il mercurio dai vaccini
l mercurio nei vaccini è noto da molto tempo come causa diproblemi di salute, ma la consapevolezza globale dell'impatto che può avere è in rapida crescita. Mentre molte nazioni e organizzazioni spingono per l'utilizzo di vaccini contenenti composti tossici come il mercurio, altre organizzazioni, come la Coalition for Mercury-Free Drugs (Comed) sta spingendo per un divieto.
Al fine di prepararsi per il terzo il Programma Ambientale delle Nazioni Unite del Comitato intergovernativo di negoziazione (INc3) sul mercurio, ai governi è stato chiesto di inviare informazioni al Segretariato delle Nazioni Unite riguardante l'uso del mercurio nel settore farmaceutico ed in particolare vaccini. Gli incontri INC dovrebbero portare ad un trattato giuridicamente vincolante, mondiale entro il 2013.
Le informazioni sul mercurio nei vaccini e farmaci è stato richiesto a marzo di quest'anno, per la riunione che si terrà in autunno. Il Comed è stato contento di queste informazioni, come quelle riguardanti i pericoli del mercurio in precedenti incontri INC.
Mercurio nei vaccini
I vaccini contengono composti tossici come l'alluminio, piombo, arsenico, e qualcosa chiamato thimersosal. Il timerosal è un conservante che si compone di circa il 50% di mercurio. Il mercurio è un composto tossico che è stato collegato a malattie neurologiche, cancro, difetti alla nascita, ed è anche una delle principali fonti di inquinamento ambientale. L'US Public Health Service e la American Academy of Pediatrics, spinge per la rimozione del thimerosal dai vaccini negli Stati Uniti "il più presto possibile". Nonostante oltre 100 studi evidenziano i pericoli del vaccino e gli effetti nocivi dei composti tossici come il thimerosal, i vaccini sono ancora in fase di spinta, in particolare su bambini e donne incinte.
Cosa fare per le intossicazioni
Ci sono alcune misure da prendere se vaccinati. Se si riceve un vaccino, la prima cosa da fare è un impacco di ghiaccio e tenerlo sulla zona infetta per un massimo di 2 giorni. Se la risposta immunitaria non si placa, iniziare a fare una doccia fredda. Questo aiuterà inoltre a bloccare la reazione immunitaria.
Un'altra cosa da fare è effettuare una pulizia di metalli pesanti. Una pulizia del metallo pesante sarà scovare i metalli pesanti e rendere il corpo meno tossico. Sebbene i vaccini contengono molti metalli pesanti, non sono le uniche cose quando si tratta di intossicazione da metalli pesanti. Otturazioni d'argento conosciuto come amalgami dentali sono fatti anche di mercurio e possono causare un sacco di problemi. Il mercurio si trova anche nelle lampadine fluorescenti. Il mercurio è stato trovato anche in sciroppo di mais.
Ma la cosa più facile da fare è evitare il mercurio del tutto. Sempre più persone rifiutano il vaccino antinfluenzale ed altri vaccini quest'anno in quanto l'opposizione cresce in tutto il mondo. Ogni persona deve sollecitare le organizzazioni e governi ad apportare modifiche nel sistema sanitario. Se l'opposizione cresce, i cambiamenti verranno.
traduzione ed adattamento: AltraNews
fonte: activistpost.com/2011/10/united-nations-urged-to-ban-mercury
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