Autocombustione spontanea
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Autocombustione spontanea
Ci sono morti che la polizia classifica come accidentali,o comunque non provocate da terzi,e imputabili a cause che vanno dall’imprudenza alla fatalità.
Ma ci sono anche morti all’apparenza assolutamente inspiegabili,in cui il corpo della vittima viene trovato completamente,o quasi,carbonizzato,senza che ci siano attorno indizi di alcun genere che possano spiegare l’accaduto.
Tra gli studiosi del mistero,del paranormale,questi casi finiscono sotto l’etichetta generica di autocombustione umana spontanea,ovvero il corpo prende fuoco da un misterioso calore interno,che si propaga a tutte le membra,provocandone la consunzione e l’incenerimento.
Per la scienza viceversa i casi in questione,pur rappresentando un mistero,sono attribuibili a più fattori,a più cause concatenanti:i casi studiati hanno evidenziato una maggior presenza,nel corpo,di alcool.
Generalmente le persone bruciate avevano avuto a che fare con fonti innescanti,come sigarette,caminetti eccetera;in ultimo,spesso sono state trovate su poltrone,divani,vicino tappeti,che potrebbero aver accentuato la combustione.
Un corpo umano,per bruciare,ha bisogno di una temperatura di almeno 1300°;è questa più o meno la temperatura dei forni di cremazione.
Come è possibile che le vittime di questo fenomeno siano bruciate con relativa facilità a temperature che non hanno intaccato,per esempio,mobili o strutture delle stanze in cui sono state rinvenute?
Per molti studiosi uno dei motivi,il più importante,è il fattore tempo:spesso le persone rinvenute carbonizzate sono state rinvenute molte ore dopo il decesso,ed è quindi possibile che i corpi abbiano avuto il tempo di consumarsi più lentamente,anche ad una temperatura più bassa.
In un forno crematorio generalmente il corpo impiega un’ora a consumarsi;nei casi di combustione esterna i corpi non sono mai totalmente ridotti in cenere,ma semi carbonizzati,con alcuni arti ancora visibili.
Uno dei casi più eclatanti,portati spesso come esempio dai cultori del misterioso è quello di Mary Reeser
Il primo luglio 1951, la signora Reeser, vedova, si addormentò su una poltrona nel suo appartamento di St. Petersburg, Florida. Il giorno dopo si sentì nell'aria odore di fumo. Quando la porta fu abbattuta, si trovò la poltrona ormai ridotta a un mucchio di molle bruciacchiate. Quanto a Mary Reeser, i suoi ottanta chili di peso erano ridotti a quattro o cinque chili di cenere e ossa. Solo il piede sinistro era rimasto intatto, con ancora indosso una pantofola, combusto alla caviglia ma per il resto integro. Furono trovati anche il fegato e il cranio, fratturato e scheggiato dall'intenso calore. Eppure il resto dell'appartamento era indenne. La combustione si era limitata alla ristretta area circolare intorno ai resti di Mary Reeser, la sua poltrona e un pannello elettrico che si era fuso, fermando l'orologio a muro alle 4,20 del mattino. Quando l'orologio fu collegato a un'altra presa di corrente, risultò ancora perfettamente in funzione.
Furono fatte fotografie, test, analisi: più di mille pagine. Gli esperti determinarono che fu raggiunta una temperatura di almeno 1600 gradi centigradi, necessaria per cremare un corpo in quel modo. Una sigaretta che avesse incendiato i suoi vestiti non avrebbe mai prodotto quella temperatura. Inoltre, Mary Reeser non fumava. Non si trovarono tracce di benzina o altri acceleranti. Nessun corto circuito. Anche la possibilità di un fulmine fu esclusa.
Una storia dai contorni misteriosi,che ha avuto altri casi di riferimento analoghi.
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