i numeri delle maree nere

Washington, 2 mag (Ign) - Non è la prima marea nera che avvelena i nostri mari ma la macchia di petrolio sprigionatasi dall'esposione del 22 aprile scorso della piattaforma della Bp, la Deepwater Horizon, è una delle più letali degli ultimi tempi. Ecco qualche 'perché' su piattaforme petrolifere, incidenti e numeri dell'emergenza.


I NUMERI DEGLI INCIDENTI - Tra piattaforme, petroliere ed oleodotti sono circa 260 gli incidenti l'anno con circa 120 milioni di litri di petrolio, versati tra mare e terra, secondo i dati forniti dall'Oil Spill Intelligence. L'episodio più grave risale al 1991 quando l'esercito iracheno versò nel Golfo Persico 8 milioni di barili (1,2 miliardi di litri).

LA GRAVITÀ DELL'INCIDENTE DELLA DEEPWATER HORIZON - La profondità del pozzo (1,6 km sotto il livello del mare) e il fatto che per chiudere le falle subacquee la Bp si trovi ad utilizzare una tecnologia mai usata finora, rende particolarmente grave questo incidente.

SICUREZZA DELLE PIATTAFORME PETROLIFERE - La barriera acustica, attivata da onde sonore e capace di bloccare la fuoriuscita di petrolio, non è obbligatoria in tutti paesi. La Deepwater Horizon non ne era provvista visto che negli Usa, contrariamente a quanto previsto in Norvegia e Brasile, la barriera acustica non è obbligatoria.

COME CONTENERE IL PETROLIO - I diluenti chimici sono indicati tra le soluzioni migliori. Dispersi sul mare, i diluenti dividono il petrolio in piccole gocce che possono essere disperse dalle correnti più semplicemente. www.adnkronos.com