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Mark Probert ed i danni alla ionosfera

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idea Mark Probert ed i danni alla ionosfera

Messaggio Da Alaudae Ven 5 Ott - 16:16:04

Mark Probert ed i danni alla ionosfera Haarp-howItworks

Nell’ormai lontano 1953, un medium di nome Mark Probert, mentre in stato di trance era in comunicazione con i presunti occupanti di un U.F.O., affermò: “Il pericolo che correte attualmente, mitigato per qualche tempo dai Guardiani, sta nel danneggiamento progressivo degli strati superiori dell’etere (l’atmosfera, n.d.r.), cioè la ionosfera”.

L’aneddoto, riportato da Richard Thompson nel saggio “Le civiltà degli alieni”, è considerato dall’autore il più realistico fra tutti i messaggi canalizzati negli anni ’50 del XX secolo. A mio parere, ha ragione lo studioso a non disdegnare le comunicazioni del channelling. Infatti “potrebbero avere un ruolo significativo per la comprensione delle comunicazioni ricevute durante incontri con ipotetici extraterrestri, perché hanno spesso un contenuto simile e dato che il channelling avviene in alcuni casi di contattati. E’ forse rilevante il fatto che molti degli elementi menzionati nelle attuali informazioni U.F.O. fossero già presenti in quelle tramite canalizzazioni dei primi anni ’50. Altri due esempi sono la teoria dell’intevento genetico e l’idea che gli impianti radar possano provocare avarie negli U.F.O.”

Thompson ritiene che Probert si riferisse alla coltre di ozono, ma l’avvertimento potrebbe, invece, riguardare proprio la ionosfera. Sappiamo che questa fascia di plasma situata tra i 50-60 ed i 400 chilometri al di sopra del suolo fu oggetto di perniciosi test militari a partire dagli anni ‘60 del XX secolo. Scrivono Rapetto e Di Nunzio: “Il 9 luglio 1962 gli Stati Uniti avviarono una serie di esperimenti relativi alla ionosfera: un ordigno da un kilotone fu fatto esplodere ad un'altitudine di 60 km, insieme con un altro da un megatone ed un terzo da più megatoni ad alcune centinaia di km di quota. Questi test danneggiarono seriamente la parte interna delle fasce di Van Allen, suscitando l'indignazione internazionale. Gli esperimenti in questione, etichettati come Progetto Starfish, alterarono la forma e la densità della fascia di Van Allen, con la conseguente precipitazione di particelle nell'atmosfera”.

In seguito, alle esplosioni nucleari si è sostituita l’attività elettromagnetica degli impianti H.A.A.R.P. in grado di deformare e perturbare la ionosfera con conseguenze deleterie sugli equilibri della Terra.

Un ricercatore della N.A.S.A. correla le alterazioni della ionosfera ai sommovimenti tellurici: “La N.A.S.A. scende in campo con un annuncio rivoluzionario sulle previsioni sismiche. Secondo Stuart Eves, che lavora presso l'agenzia statunitense, vi sarebbe sempre una stretta correlazione tra i terremoti che superano il quinto grado della scala Richter e particolari perturbazioni che avvengono nell’atmosfera più alta, la ionosfera.

'Perturbazioni nella ionosfera si possono verificare quando le faglie terrestri, ossia le fratture il cui movimento genera i sismi, raggiungono punti di elevata tensione e creano correnti interne nella crosta terrestre che possono interessare l’atmosfera. Queste correnti sono troppo deboli per essere captate vicino alla superficie della Terra, ma in quota dove anche le più piccole perturbazioni elettriche influenzano le molecole ionizzate dell’alta atmosfera, creano delle alterazioni rilevabili dai satelliti', ha spiegato Eves”.

L’episodio scovato da Thompson sembra avere un valore predittivo e suscita interesse, in quanto è un unicum nella storia dell’Ufologia: non mi consta che altre notizie di supposta origine esterna concernano la ionosfera e la sua degradazione, semmai imperniandosi su un più generico deterioramento degli ecosistemi. Sono danni provocati non dai comuni cittadini ed in maniera involontaria, ma dalla cricca dei militari, anche se dietro codesti mentecatti non è escluso che si celi qualcun altro...

Fonti:

R. Thompson, La civiltà degli alieni, Roma, p. 215
U. Rapetto, R. Di Nunzio, Le nuove guerre, 2001
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