Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
mha',questo e' un mezzo pazzo pero' sul terrorismo islamico non ha tutti i torti,potrebbe accadere che si prenda tutto il nord africa,pero' non voglio credere che l'europa e l'america non abbiano preso in considerazione questa ipotesi e non si siano gia organizati di conseguenza.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
cristian ha scritto:mha',questo e' un mezzo pazzo pero' sul terrorismo islamico non ha tutti i torti,potrebbe accadere che si prenda tutto il nord africa,pero' non voglio credere che l'europa e l'america non abbiano preso in considerazione questa ipotesi e non si siano gia organizati di conseguenza.
mezzo pazzo sì, però sa bene come rispondere e cosa dire. a leggere quest'intervista sembra l'unico capo di stato dotato di buon senso e genuino amore per il suo popolo. apriamo una colletta per Muammar che possiede solo la sua tenda...
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, le minacce di Saif Gheddafi: “L’Italia pagherà per il suo tradimento”
Saf Al Islma Gheddafi
ROMA – ”Siamo rimasti molto scioccati, anzi molto irritati, dalla vostra posizione perché voi siete il primo partner della Libia al mondo” ma ora ”sarà molto facile rimpiazzare l’Italia con la Cina o con la Russia”, ”perciò state attenti. Se tu tradisci un tuo partner come credi che quello debba reagire?”.
Lo afferma a Repubblica e al Corriere della Sera Saf Al Islma, figlio di Gheddafi, sui rapporti tra il regime del suo Paese e l’Italia. ”Sapete che cosa accadrebbe se le milizie prendessero il controllo del Paese – minaccia il leader libico -? Che voi sareste le prime vittime, avreste milioni di immigrati illegali, i terroristi salterebbero dalle spiagge di Tripoli verso Lampedusa e la Sicilia. Sarebbe un incubo per l’Italia, svegliatevi!”, dice e alla domanda di un messaggio per il premier Berlusconi risponde: ” La Libia è una linea del fronte per l’Italia. Quello che succede oggi qui da noi determinerà quello che succederà da voi domani. Per cui: state attenti!”.
Saif chiude la strada a qualsiasi accordo con gli insorti. ”Sarà guerra fino alla fine – assicura -. Questi terroristi non parlano di democrazia, di elezioni, di valori: sono semplicemente terroristi”. Ora però, avverte Saif, ”il 90 per cento del Paese è tornato sotto il nostro controllo”.
12 marzo 2011 | 10:39
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/saif-gheddafi-litalia-paghera-tradimento-781699/
Saf Al Islma Gheddafi
ROMA – ”Siamo rimasti molto scioccati, anzi molto irritati, dalla vostra posizione perché voi siete il primo partner della Libia al mondo” ma ora ”sarà molto facile rimpiazzare l’Italia con la Cina o con la Russia”, ”perciò state attenti. Se tu tradisci un tuo partner come credi che quello debba reagire?”.
Lo afferma a Repubblica e al Corriere della Sera Saf Al Islma, figlio di Gheddafi, sui rapporti tra il regime del suo Paese e l’Italia. ”Sapete che cosa accadrebbe se le milizie prendessero il controllo del Paese – minaccia il leader libico -? Che voi sareste le prime vittime, avreste milioni di immigrati illegali, i terroristi salterebbero dalle spiagge di Tripoli verso Lampedusa e la Sicilia. Sarebbe un incubo per l’Italia, svegliatevi!”, dice e alla domanda di un messaggio per il premier Berlusconi risponde: ” La Libia è una linea del fronte per l’Italia. Quello che succede oggi qui da noi determinerà quello che succederà da voi domani. Per cui: state attenti!”.
Saif chiude la strada a qualsiasi accordo con gli insorti. ”Sarà guerra fino alla fine – assicura -. Questi terroristi non parlano di democrazia, di elezioni, di valori: sono semplicemente terroristi”. Ora però, avverte Saif, ”il 90 per cento del Paese è tornato sotto il nostro controllo”.
12 marzo 2011 | 10:39
http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/saif-gheddafi-litalia-paghera-tradimento-781699/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
tale padre tale figlio...
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Arabia Saudita. Tensione a Ryad, polizia invade la città nel timore di proteste
RYAD, ARABIA SAUDITA – Centinaia di poliziotti in assetto anti-sommossa sono sciamati venerdi a Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, per prevenire una protesta programmata via Facebook e diretta a chiedere le stesse riforme democratiche rivendicate nell’intero mondo arabo.
Secondo quanto riferito dall’Associated Press, la polizia ha bloccato numerose strade ed eretto posti di blocco dove hanno perquisito residenti e veicoli nei pressi di una grande moschea dove la gente si stava radunando per le preghiere del venerdi. Testimoni oculari hanno detto che gruppi di agenti sorvegliavano gli angoli delle strade e che elicotteri pattugliavano dall’alto. Il massiccio spiegamento di forze di polizia ha evidentemente convinto tutti a rinunciare alla protesta nella capitale, almeno finora.
Ma l’Arabia Saudita – una monarchia assoluta a maggioranza sunnita senza partiti politici o parlamento – ha il problema degli sciiti, concentrati soprattuto nell’est del Paese e insofferenti del giogo di Ryad, che accusano di emarginarli e discriminarli. Giovedi si è avuta una violenza inconsueta in occasione di una protesta a Qatif, nell’est del Paese, dove vive un gran numero di sciiti. La polizia ha sparato ed almeno tre dimostranti sono rimasti feriti.
Sebbene le proteste siano state confinate finora nell’est del Paese, gli attivisti democratici sono stati incoraggiati dalle rivolte regionali che hanno rovesciato i regimi dittatoriali in Tunisia ed Egitto. Ma se le proteste dovessero raggiungere Ryad, le conseguenze si farebbero immediatamente sentire sui mercati internazionali a causa dell’enorme importanza del petrolio saudita.
I rapporti tra le autorità governative e gli sciiti non sono mai stati buoni. Questi costituiscono il 10 per cento dei 23 milioni di sauditi, e lamentano di essere trattati come cittadini di seconda classe, esclusi da posizioni importanti nel governo e nelle forze armate e privati di una partecipazione uguale a quella dei sunniti nella ricchezza nazionale.
La monarchia filo-occidentale di Ryad teme che le proteste sciite possano aprire varchi all’espansionismo ed al proselitismo dell’Iran, suo nemico storico. Parimenti, Ryad teme il ”contagio’ che potrebbe provenire dal vicino Bahrahin, a maggioranza sciita, dove sono in corso proteste e manifestazioni per rovesciare il re Hamad ibn Isa Al-Khalifa, al potere da 20 anni.
11 marzo 2011 | 15:40
RYAD, ARABIA SAUDITA – Centinaia di poliziotti in assetto anti-sommossa sono sciamati venerdi a Ryad, capitale dell’Arabia Saudita, per prevenire una protesta programmata via Facebook e diretta a chiedere le stesse riforme democratiche rivendicate nell’intero mondo arabo.
Secondo quanto riferito dall’Associated Press, la polizia ha bloccato numerose strade ed eretto posti di blocco dove hanno perquisito residenti e veicoli nei pressi di una grande moschea dove la gente si stava radunando per le preghiere del venerdi. Testimoni oculari hanno detto che gruppi di agenti sorvegliavano gli angoli delle strade e che elicotteri pattugliavano dall’alto. Il massiccio spiegamento di forze di polizia ha evidentemente convinto tutti a rinunciare alla protesta nella capitale, almeno finora.
Ma l’Arabia Saudita – una monarchia assoluta a maggioranza sunnita senza partiti politici o parlamento – ha il problema degli sciiti, concentrati soprattuto nell’est del Paese e insofferenti del giogo di Ryad, che accusano di emarginarli e discriminarli. Giovedi si è avuta una violenza inconsueta in occasione di una protesta a Qatif, nell’est del Paese, dove vive un gran numero di sciiti. La polizia ha sparato ed almeno tre dimostranti sono rimasti feriti.
Sebbene le proteste siano state confinate finora nell’est del Paese, gli attivisti democratici sono stati incoraggiati dalle rivolte regionali che hanno rovesciato i regimi dittatoriali in Tunisia ed Egitto. Ma se le proteste dovessero raggiungere Ryad, le conseguenze si farebbero immediatamente sentire sui mercati internazionali a causa dell’enorme importanza del petrolio saudita.
I rapporti tra le autorità governative e gli sciiti non sono mai stati buoni. Questi costituiscono il 10 per cento dei 23 milioni di sauditi, e lamentano di essere trattati come cittadini di seconda classe, esclusi da posizioni importanti nel governo e nelle forze armate e privati di una partecipazione uguale a quella dei sunniti nella ricchezza nazionale.
La monarchia filo-occidentale di Ryad teme che le proteste sciite possano aprire varchi all’espansionismo ed al proselitismo dell’Iran, suo nemico storico. Parimenti, Ryad teme il ”contagio’ che potrebbe provenire dal vicino Bahrahin, a maggioranza sciita, dove sono in corso proteste e manifestazioni per rovesciare il re Hamad ibn Isa Al-Khalifa, al potere da 20 anni.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, l’avvertimento di Gheddafi: “Occidente e Italia attenti, posso allearmi con al Qaeda”
ROMA – Se i governi occidentali ”si comporteranno come in Iraq, la Libia uscirà dall’alleanza internazionale contro il terrorismo. Ci alleiamo con al Qaeda e dichiariamo la guerra santa”. A parlare è il leader libico Muammar Gheddafi che, in un’intervista al Giornale, afferma anche di essere ”scioccato dall’atteggiamento degli europei” e di sentirsi ”tradito” da Berlusconi.
Il colonnello afferma che non c’è spazio di dialogo con i ribelli perché ”il popolo” è dalla sua parte, anzi è ”la gente” che ”chiede di intervenire” contro le ”bande armate”.
”Negoziare con i terroristi legati ad Osama Bin Laden – ribadisce – non è possibile. Loro stessi non credono al dialogo, ma pensano solo a combattere e ad uccidere”. A Bengasi, sottolinea il colonnello, ”la popolazione ha paura di questa gente e dobbiamo liberarla”. Anche i membri del Consiglio nazionale dell’opposizione, aggiunge, e’ ”come se fossero ostaggio di Al Qaeda. Il Consiglio è una facciata, non esiste”.
La riconquista della Cirenaica è una questione di tempo: ”Ci sono solo due possibilità: arrendersi o scappare via. Questi terroristi utilizzano i civili come scudi umani, comprese le donne”. La comunità internazionale, prosegue il leader libico, ”non sa veramente cosa accade in Libia. Il popolo è con me. Il resto è propaganda. Posso solo ridere”.
Gheddafi si dice quindi ”scioccato” dall’atteggiamento degli europei, che ”in questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di grandi accordi sulla sicurezza nel loro interesse e la cooperazione economica”. Il colonnello si sente anche ”tradito” da Berlusconi, mentre Sarkozy, afferma ancora, ”ha un problema di disordine mentale. Ha detto delle cose che possono saltar fuori solo da un pazzo”.
Il colonnello dice di pensare ed auspicare ”che il popolo libico riconsidererà i legami economici e finanziari e anche quelli nel campo della sicurezza con l’Occidente”. Quando ”il vostro governo – dice a proposito di quello italiano – sarà sostituito dall’opposizione ed accadra’ lo stesso con il resto dell’ Europa il popolo libico prenderà, forse, in considerazione nuove relazioni con l’Occidente”. Se sarà suo figlio Seif al Islam a prendere il suo posto dopo la crisi ”lo decideranno i libici attraverso i Comitati popolari e il Congresso del popolo”. ”Se la scelta verrà dal popolo – afferma il rais – l’accetterò”.
15 marzo 2011 | 08:26
ROMA – Se i governi occidentali ”si comporteranno come in Iraq, la Libia uscirà dall’alleanza internazionale contro il terrorismo. Ci alleiamo con al Qaeda e dichiariamo la guerra santa”. A parlare è il leader libico Muammar Gheddafi che, in un’intervista al Giornale, afferma anche di essere ”scioccato dall’atteggiamento degli europei” e di sentirsi ”tradito” da Berlusconi.
Il colonnello afferma che non c’è spazio di dialogo con i ribelli perché ”il popolo” è dalla sua parte, anzi è ”la gente” che ”chiede di intervenire” contro le ”bande armate”.
”Negoziare con i terroristi legati ad Osama Bin Laden – ribadisce – non è possibile. Loro stessi non credono al dialogo, ma pensano solo a combattere e ad uccidere”. A Bengasi, sottolinea il colonnello, ”la popolazione ha paura di questa gente e dobbiamo liberarla”. Anche i membri del Consiglio nazionale dell’opposizione, aggiunge, e’ ”come se fossero ostaggio di Al Qaeda. Il Consiglio è una facciata, non esiste”.
La riconquista della Cirenaica è una questione di tempo: ”Ci sono solo due possibilità: arrendersi o scappare via. Questi terroristi utilizzano i civili come scudi umani, comprese le donne”. La comunità internazionale, prosegue il leader libico, ”non sa veramente cosa accade in Libia. Il popolo è con me. Il resto è propaganda. Posso solo ridere”.
Gheddafi si dice quindi ”scioccato” dall’atteggiamento degli europei, che ”in questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di grandi accordi sulla sicurezza nel loro interesse e la cooperazione economica”. Il colonnello si sente anche ”tradito” da Berlusconi, mentre Sarkozy, afferma ancora, ”ha un problema di disordine mentale. Ha detto delle cose che possono saltar fuori solo da un pazzo”.
Il colonnello dice di pensare ed auspicare ”che il popolo libico riconsidererà i legami economici e finanziari e anche quelli nel campo della sicurezza con l’Occidente”. Quando ”il vostro governo – dice a proposito di quello italiano – sarà sostituito dall’opposizione ed accadra’ lo stesso con il resto dell’ Europa il popolo libico prenderà, forse, in considerazione nuove relazioni con l’Occidente”. Se sarà suo figlio Seif al Islam a prendere il suo posto dopo la crisi ”lo decideranno i libici attraverso i Comitati popolari e il Congresso del popolo”. ”Se la scelta verrà dal popolo – afferma il rais – l’accetterò”.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Quel francese non pensa due volte prima di dire e fare le cose. ottimo
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
ripropongo un (mio) post del 16 settembre 2010:
"Come gli Stati Uniti inventarono lo spauracchio di Al Qaida, il suo leader, la sua rete internazionale e la sua fantomatica minaccia alla western way of life per perseguire i propri obiettivi geostrategici in Medio Oriente.
Tratto dal documentario:
"The Power of Nightmares", di Adam Curtis
“Il Potere degli Incubi: l'aumento della politica del terrore" è un documentario prodotto dalla BBC che tenta di dimostrare che Al-Qaida non esiste e che l'idea di una minaccia terroristica globale “è un fantasma che è stato esagerato e deformato dagli uomini politici. È un'illusione che si è diffusa senza essere discussa presso i governi del mondo intero, i servizi di sicurezza e dei mass media internazionali". Realizzato da Adam Curtis, riconosciuto come il migliore documentarista britannico, “Il Potere degli Incubi" spiega come e perché il fantasma Al-Qaida fu creato, chi ne beneficia, e perché resiste così bene alla prova del tempo. Ha ricevuto molti prezzi ed è stato presentato al festival di Cannes 2005. Nella sua versione integrale, “il potere degli incubi„ dura quasi 3 ore e risale alle origini di l' islamismo e del neo-conservatorismo.
Pubblicato da giuditta il 12.9.10 http://tuttouno.blogspot.com/"
a proposito di Al Qaeda o Al Qaida che dir si voglia..tanto per ricordarci in che pantano di falsità ci dobbiamo muovere
"Come gli Stati Uniti inventarono lo spauracchio di Al Qaida, il suo leader, la sua rete internazionale e la sua fantomatica minaccia alla western way of life per perseguire i propri obiettivi geostrategici in Medio Oriente.
Tratto dal documentario:
"The Power of Nightmares", di Adam Curtis
“Il Potere degli Incubi: l'aumento della politica del terrore" è un documentario prodotto dalla BBC che tenta di dimostrare che Al-Qaida non esiste e che l'idea di una minaccia terroristica globale “è un fantasma che è stato esagerato e deformato dagli uomini politici. È un'illusione che si è diffusa senza essere discussa presso i governi del mondo intero, i servizi di sicurezza e dei mass media internazionali". Realizzato da Adam Curtis, riconosciuto come il migliore documentarista britannico, “Il Potere degli Incubi" spiega come e perché il fantasma Al-Qaida fu creato, chi ne beneficia, e perché resiste così bene alla prova del tempo. Ha ricevuto molti prezzi ed è stato presentato al festival di Cannes 2005. Nella sua versione integrale, “il potere degli incubi„ dura quasi 3 ore e risale alle origini di l' islamismo e del neo-conservatorismo.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
e un pazzo furioso senza pietà e pure stra ricco...quindi MOOLTO PERICOLOSOAlaudae ha scritto:”ha un problema di disordine mentale. Ha detto delle cose che possono saltar fuori solo da un pazzo”.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Marek ha scritto:e un pazzo furioso senza pietà e pure stra ricco...quindi MOOLTO PERICOLOSOAlaudae ha scritto:”ha un problema di disordine mentale. Ha detto delle cose che possono saltar fuori solo da un pazzo”.
...e deluso dal Cavaliere, quindi con l'italia intera
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
magari si sente pure tradito dal italia...e ce la fa pagare cara..
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Marek ha scritto:magari si sente pure tradito dal italia...e ce la fa pagare cara..
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Ancora convinto che non si debba andare a rompergli il cu...o?cristian ha scritto:Marek ha scritto:magari si sente pure tradito dal italia...e ce la fa pagare cara..
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Ma cosa ca..o aspettano a farlo fuori...e come andare a caccia puntare l'arma contro l'animale ,aspettare che scappi e poi seguire le sue traccie...
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
FALGORN ha scritto:Ancora convinto che non si debba andare a rompergli il cu...o?cristian ha scritto:Marek ha scritto:magari si sente pure tradito dal italia...e ce la fa pagare cara..
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non sono per le guerre mai ,ci sono cmq gli antimissili(gia pronti da un po'),la cosa sarebbe preoccupante se si alleasse con i terroristi(da vedere,potrebbe pure bleffare ma anche no,aspettiamo),a quel punto potrei appoggiare un intervento militare ma sempre con l'onu e non con iniziative alla sarkozy,cmq sarebbe un casino lo stesso,avremmo il terrorismo sotto casa
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Libia, Seif Gheddafi: “Tra 48 ore sarà tutto finito”. Gli insorti: “Menzogne”
SALLUM (EGITTO) – Si avvicina, sempre più minacciosa, la stretta finale delle forze di Muammar Gheddafi contro i ribelli della ‘Rivoluzione del 17 febbraio. ”Le operazioni militari sono terminate, tutto sarà finito in 48 ore, le nostre forze sono vicine a Bengasi”, è stato l’ultimo avvertimento agli insorti della Cirenaica giunto da Seif-al-Islam, il figlio del rais.
”Parlare non costa niente e in tv ci sono troppi bugiardi”, ha replicato il Consiglio transitorio libico, continuando a ripetere che “è solo propaganda” e che ”a Bengasi la situazione è tranquilla come ieri”. ”Le truppe lealiste non sono in grado di prendere Bengasi in 48 ore”, ha detto all’Ansa, Essam Gheriani, membro del Consiglio. ”A Misurata non ci sono riusciti per tre settimane”, ha aggiunto, mentre contro la citta’ in mano ai ribelli, a 200 chilometri a est di Tripoli, l’esercito lanciava una nuova offensiva provocando almeno quattro vittime. Sotto attacco ci sono anche Zenten, a sud ovest di Tripoli, e Ajdabiya, in Cirenaica, ”anche oggi pesantemente bombardata”, ha riferito una fonte della ‘Rivoluzione del 17 febbraio’.
Qui, negli ultimi due giorni, sono morte almeno 26 persone, secondo le stime di un medico e la situazione è tutt’altro che chiara. La Tv di stato ha annunciato trionfalmente che la città è stata ”ripulita” dagli insorti ma anche ieri era stata detta la stessa cosa ma i combattimenti sono continuati. In mattinata un missile è stato lanciato sull’aeroporto di Bengasi, il Benina International, caduto lontano dallo scalo senza provocare danni né vittime. Secondo i rivoluzionari al fronte, il pilota è poi atterrato sulla pista consegnandosi agli insorti per unirsi alla loro lotta contro il regime.
Nonostante le rassicurazioni dei ribelli, Bengasi, capitale della ‘Rivoluzione’, si prepara al peggio. ”C’è un clima di calma tesa, è una giornata di attesa”, ha riferito un testimone sul posto. Molti abitanti della città cominciano a fuggire in Egitto, cercando di mettersi al riparo prima che sia troppo tardi, tra loro qualcuno troppo esposto teme ritorsioni. Lo stesso Seif ha chiesto agli insorti di lasciare il Paese. ”Non vogliamo ucciderli, non vogliamo vendicarci. Ma voi, traditori, mercenari, voi avete commesso dei crimini contro il popolo libico. Prego, salvatevi, andate in pace in Egitto”, ha detto il figlio del rais.
e immagini delle truppe pro-Gheddafi che avanzano inesorabilmente.
http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-seif-gheddafi-finito-insorti-787230/
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Libia: Tripoli minaccia Mediterraneo
'Navi e aerei a rischio in caso di intervento militare'
17 marzo, 18:32
(ANSA) - TRIPOLI, 17 MAR - Navi e aerei a rischio nel Mediterraneo, in caso di un intervento militare straniero in Libia. La minaccia, riferita dall'agenzia libica Jana, viene dal ministro della difesa del governo di Tripoli. Il pronunciamento dell'Onu sulla risoluzione che prevede sanzioni e l'istituzione di una no fly zone e' atteso alle 23 di questa sera. Il segretario generale della Nato Rasmussen ipotizza intanto per Gheddafi l'accusa di crimini contro l'umanita'.
'Navi e aerei a rischio in caso di intervento militare'
17 marzo, 18:32
(ANSA) - TRIPOLI, 17 MAR - Navi e aerei a rischio nel Mediterraneo, in caso di un intervento militare straniero in Libia. La minaccia, riferita dall'agenzia libica Jana, viene dal ministro della difesa del governo di Tripoli. Il pronunciamento dell'Onu sulla risoluzione che prevede sanzioni e l'istituzione di una no fly zone e' atteso alle 23 di questa sera. Il segretario generale della Nato Rasmussen ipotizza intanto per Gheddafi l'accusa di crimini contro l'umanita'.
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, ok Onu ad azione militare, minacce di Gheddafi
Le Nazioni Unite hanno autorizzato un'azione militare contro il leader libico Muammar Gheddafi alcune ore dopo che quest'ultimo aveva minacciato di procedere senza pietà nei confronti della roccaforte ribelle di Bengasi, e l'Italia si è detta pronta a mettere a disposizione le proprie basi.
"Verremo. Casa per casa, stanza per stanza", ha detto Gheddafi ieri in un discorso alla radio rivolto alla città di Bengasi, nell'est del Paese.
La tv Al Jazeera ha mostrato migliaia di persone che ascoltavano il discorso nella piazza centrale di Bengasi e poi l'esplodere dei festeggiamenti dopo la notizia del voto dell'Onu. Ci sono stati anche fuochi d'artificio e sono risuonati colpi d'arma da fuoco.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito in seduta d'emergenza, ha approvato una risoluzione che prevede la creazione di una no-fly zone per fermare le truppe governative, ora a 100 chilometri da Bengasi, e che autorizza "tutte le misure necessarie" per proteggere i civili dalle forze di Gheddafi.
Ma resta poco tempo alla città che è stata il cuore della rivolta contro il raìs.
Fonti diplomatiche francesi dicono che un'azione militare potrebbe arrivare nel giro di poche ore e potrebbe coinvolgere Francia, Gran Bretagna e forse Stati Uniti, oltre ad almeno uno Stato arabo. Ma una fonte militare statunitense dice che nell'immediato non è attesa alcuna azione militare.
L'Italia è pronta a mettere a disposizione le proprie basi militari, ha detto a Reuters una fonte governativa. La base aerea di Sigonella in Sicilia, che fornisce supporto logistico alla Sesta Flotta degli Stati Uniti, tra quelle Nato, è una delle più vicine alla Libia.
"E' uno sviluppo positivo", ha detto la fonte alcuni minuti dopo l'approvazione della risoluzione a favore della no-fly zone.
Alla domanda se l'Italia abbia deciso di mettere a disposizione le proprie basi, la fonte ha risposto: "Sì, abbiamo detto che siamo pronti a farlo".
siamo prossimi ad entrare in guerra prepariamoci
Le Nazioni Unite hanno autorizzato un'azione militare contro il leader libico Muammar Gheddafi alcune ore dopo che quest'ultimo aveva minacciato di procedere senza pietà nei confronti della roccaforte ribelle di Bengasi, e l'Italia si è detta pronta a mettere a disposizione le proprie basi.
"Verremo. Casa per casa, stanza per stanza", ha detto Gheddafi ieri in un discorso alla radio rivolto alla città di Bengasi, nell'est del Paese.
La tv Al Jazeera ha mostrato migliaia di persone che ascoltavano il discorso nella piazza centrale di Bengasi e poi l'esplodere dei festeggiamenti dopo la notizia del voto dell'Onu. Ci sono stati anche fuochi d'artificio e sono risuonati colpi d'arma da fuoco.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunito in seduta d'emergenza, ha approvato una risoluzione che prevede la creazione di una no-fly zone per fermare le truppe governative, ora a 100 chilometri da Bengasi, e che autorizza "tutte le misure necessarie" per proteggere i civili dalle forze di Gheddafi.
Ma resta poco tempo alla città che è stata il cuore della rivolta contro il raìs.
Fonti diplomatiche francesi dicono che un'azione militare potrebbe arrivare nel giro di poche ore e potrebbe coinvolgere Francia, Gran Bretagna e forse Stati Uniti, oltre ad almeno uno Stato arabo. Ma una fonte militare statunitense dice che nell'immediato non è attesa alcuna azione militare.
L'Italia è pronta a mettere a disposizione le proprie basi militari, ha detto a Reuters una fonte governativa. La base aerea di Sigonella in Sicilia, che fornisce supporto logistico alla Sesta Flotta degli Stati Uniti, tra quelle Nato, è una delle più vicine alla Libia.
"E' uno sviluppo positivo", ha detto la fonte alcuni minuti dopo l'approvazione della risoluzione a favore della no-fly zone.
Alla domanda se l'Italia abbia deciso di mettere a disposizione le proprie basi, la fonte ha risposto: "Sì, abbiamo detto che siamo pronti a farlo".
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
"Verremo. Casa per casa, stanza per stanza"
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia: Francia, noi e Gb avanti
Qatar, parteciperemo a no fly zone
18 marzo, 10:16
ANSA) - PARIGI, 18 MAR - Il portavoce del governo francese ricorda il ruolo della Francia, organizzatrice con la Gran Bretagna del movimento della comunita' internazionale attorno a un intervento militare in Libia. Quanto alla Germania (che si e' astenuta sulla risoluzione Onu), il portavoce parla di 'delusione'. La Norvegia partecipera' all'intervento militare; attendista, invece, la Danimarca. Il Qatar annuncia intanto che partecipera' alla no fly zone: e' il primo paese arabo a dichiarare la sua partecipazione.
Qatar, parteciperemo a no fly zone
18 marzo, 10:16
ANSA) - PARIGI, 18 MAR - Il portavoce del governo francese ricorda il ruolo della Francia, organizzatrice con la Gran Bretagna del movimento della comunita' internazionale attorno a un intervento militare in Libia. Quanto alla Germania (che si e' astenuta sulla risoluzione Onu), il portavoce parla di 'delusione'. La Norvegia partecipera' all'intervento militare; attendista, invece, la Danimarca. Il Qatar annuncia intanto che partecipera' alla no fly zone: e' il primo paese arabo a dichiarare la sua partecipazione.
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L’Onu interviene contro Gheddafi: “Sì a una no fly zone in Libia”. Festa a Bengasi
NEW YORK – Con dieci voti a favore e cinque astenuti l’Onu autorizza l’intervento contro il colonnello libico Muammar Gheddafi per difendere Bengasi, la città accerchiata dai fedelissimi del rais. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione 1973 che impone una no fly zone sui cieli della Libia e prevede ”tutte le necessarie misure per proteggere la popolazione civile”, tranne un’ invasione di terra.
Lo stop agli aerei di Gheddafi, secondo la Francia, potrebbe essere messo in atto nel giro di poche ore. L’Unione europea s’è subito detta pronta a ”mettere in pratica” la risoluzione, accolta a Bengasi dalla festa di piazza, ma con messaggi contraddittori dal governo del rais libico, che la definisce una minaccia all’integrità libica, ma dice di essere pronto a un cessate-il-fuoco.
Il testo è stato approvato con il voto favorevole di Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, entrambe con diritto di veto, oltre a Brasile, India e, unico fra gli europei, la Germania. Un intervento militare comporta ”considerevoli pericoli e rischi”, secondo quanto dichiarato in nottata dal ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, spiegando l’astensione di Berlino e annunciando che le truppe tedesche ”non prenderanno parte in operazioni militari in Libia”.
L’Ue, invece, con una nota congiunta della rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton e del presidente permanente, Herman Van Rompuy, si è detta pronta ”a mettere in pratica” la risoluzione dell’Onu.
Da parte sua il governo italiano, è pronto a mettere a disposizioni le sue basi e forse anche aerei per contribuire all’attuazione della no fly zone. ”Non ci sottrarremo ai nostri doveri”, ha detto in serata il ministro della difesa Ignazio La Russa, mentre il governo si è riunito in seduta informale con la partecipazione del presidente Giorgio Napolitano. Sarebbero infatti pronte tre basi italiane per l’operazione.
E’ stato il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, a presentare in Consiglio la risoluzione che impone la no fly zone. La Francia ha fatto sapere che ”diversi Paesi arabi parteciperanno alla no fly zone”. Secondo indiscrezioni, la partecipazione araba alla no fly zone potrebbe arrivare da Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti (Eau), Egitto e Giordania. Nel momento stesso in cui la risoluzione è stata approvata, migliaia di persone hanno festeggiato in piazza a Bengasi, davanti alla sede del Consiglio nazionale transitorio (Cnt), il governo degli insorti, nonostante pochi minuti prima fossero state udite tre forti esplosioni e fosse subito entrata in azione la contraerea dei ribelli.
Il governo libico ha subito reagito per voce del viceministro degli esteri, Khaled Kaaim, secondo cui la risoluzione, oltre a mettere a repentaglio l’integrità territoriale del suo Paese, costituisce ”un invito ai libici ad uccidersi tra di loro”. Kaaim ha però detto anche che il suo governo è pronto a ”osservare un cessate-il-fuoco” ma che resta in attesa di dettagli tecnici dopo l’approvazione della risoluzione ed è impegnato nella protezione delle popolazioni civili e a salvaguardare l’integrità territoriale del Paese. Infine ha detto che spera che “l’Italia resti fuori” da tutto questo.
18 marzo 2011 | 08:04 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/onu-contro-gheddafi-noflyzone-788077/
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lla puntuale risposta di Gheddafi
Libia. Gheddafi sfida l’Onu e promette “l’inferno”. I ribelli: “Useranno scudi umani”
ROMA – Muammar Gheddafi sfida le Nazioni unite e la scelta di una no fly zone. Promette: “Sarà un inferno se mi bombardate”. L’avvertimento è per la Francia in primis, capogruppo del partito anti-Gheddafi alle Nazioni Unite, che ha promesso raid nelle prossime ore ma è per la comunità internazionale nel suo complesso.
Il colonnello ha fatto bombare Misurata , la roccaforte dei ribelli a 200 chilometri ad est da Tripoli dopo una notte di spari.
”Se il mondo è impazzito, diventeremo matti anche noi. Risponderemo. Trasformeremo la loro vita in un inferno”, ha dichiarato Gheddafi in un’intervista concessa alla tv portoghese Rtp qualche ora prima che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approvasse la risoluzione che autorizza l’uso della forza in Libia. ”Cos’è questo razzismo, questo odio? Cos’è questa pazzia?” si è chiesto il Colonnello.
I fedelissimi del rais hanno attaccato Misurata e ad Ajdabiya, 200 chilometri a sud di Bengasi, quartier generale del popolo anti-Gheddafi.
La notizia dei nuovi attacchi è arrivata dopo l’imposizione di una no fly zone sulla Libia da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la scorsa notte.
Le forze fedeli al colonnello Gheddafi hanno assediato dopo una notte di spari la città e i ribelli temono che la situazione peggiori e che gli uomini del colonnello possano usare civili come scudi umani contro possibili attacchi aerei delle forze internazionali. ”Blindati e truppe circondano Misurata e stanno cercando di avanzare verso il centro della città”, ha detto al telefono Sadun, un addetto stampa del ‘Comitato della rivoluzione dei 17 febbraio’, secondo quanto riferisce al Jazeera nella sua edizine online.
Seif al Islam, ha detto che forze ”anti-terrorismo” saranno mandate a Bengasi per disarmare gli insorti. Seif ha confermato che le forze governative accerchieranno la roccaforte degli insorti ma non entreranno in città. Non è chiaro da dove parlasse il figlio di Gheddafi. Le sue dichiarazioni sono riportate in una striscia che scorre sulla parte inferiore dello schermo tv.
18 marzo 2011 | 12:48 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-insorti-gheddafi-misurata-788184/
ROMA – Muammar Gheddafi sfida le Nazioni unite e la scelta di una no fly zone. Promette: “Sarà un inferno se mi bombardate”. L’avvertimento è per la Francia in primis, capogruppo del partito anti-Gheddafi alle Nazioni Unite, che ha promesso raid nelle prossime ore ma è per la comunità internazionale nel suo complesso.
Il colonnello ha fatto bombare Misurata , la roccaforte dei ribelli a 200 chilometri ad est da Tripoli dopo una notte di spari.
”Se il mondo è impazzito, diventeremo matti anche noi. Risponderemo. Trasformeremo la loro vita in un inferno”, ha dichiarato Gheddafi in un’intervista concessa alla tv portoghese Rtp qualche ora prima che il Consiglio di Sicurezza dell’Onu approvasse la risoluzione che autorizza l’uso della forza in Libia. ”Cos’è questo razzismo, questo odio? Cos’è questa pazzia?” si è chiesto il Colonnello.
I fedelissimi del rais hanno attaccato Misurata e ad Ajdabiya, 200 chilometri a sud di Bengasi, quartier generale del popolo anti-Gheddafi.
La notizia dei nuovi attacchi è arrivata dopo l’imposizione di una no fly zone sulla Libia da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, la scorsa notte.
Le forze fedeli al colonnello Gheddafi hanno assediato dopo una notte di spari la città e i ribelli temono che la situazione peggiori e che gli uomini del colonnello possano usare civili come scudi umani contro possibili attacchi aerei delle forze internazionali. ”Blindati e truppe circondano Misurata e stanno cercando di avanzare verso il centro della città”, ha detto al telefono Sadun, un addetto stampa del ‘Comitato della rivoluzione dei 17 febbraio’, secondo quanto riferisce al Jazeera nella sua edizine online.
Seif al Islam, ha detto che forze ”anti-terrorismo” saranno mandate a Bengasi per disarmare gli insorti. Seif ha confermato che le forze governative accerchieranno la roccaforte degli insorti ma non entreranno in città. Non è chiaro da dove parlasse il figlio di Gheddafi. Le sue dichiarazioni sono riportate in una striscia che scorre sulla parte inferiore dello schermo tv.
18 marzo 2011 | 12:48 http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-mondo/libia-insorti-gheddafi-misurata-788184/
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Re: Una raffica di colpi di stato prendono forma in pochissimo tempo nel Mediterraneo
Libia, il Wall Street Journal: “L’Egitto arma i ribelli e gli Usa lo sanno”
ROMA – L’Egitto sta armando i ribelli libici che combattono Gheddafi, fornendo loro soprattutto armi leggere e munizioni, e gli Stati Uniti ne sono informati: è quanto scrive il Wall Street Journal, che cita fonti ufficiali degli insorti e statunitensi.
Secondo il quotidiano, si tratta del primo caso conosciuto di appoggio pratico alla Rivoluzione del 17 febbraio da parte di un governo esterno. Le consegne di armi e munizioni ai ribelli attraverso la frontiera libico-egiziana, dicono le fonti citate dal sito del Wsj, sono cominciate ”alcuni giorni fa”, quando le forze fedeli al Colonnello hanno iniziato a riconquistare territorio verso la Cirenaica, e proseguono tuttora.
Da parte egiziana, dice il Journal, non c’è nessuna conferma. Negli Usa, invece, ”non c’è alcuna dichiarazione politica o riconoscimento formale di quanto sta accadendo”, semplicemente ”è qualcosa di cui siamo a conoscenza”, dice una fonte americana. ”Sappiamo che il Consiglio delle forze armate egiziano (la giunta militare al potere dopo la caduta di Hosni Mubarak, ndr) ci sta aiutando, ma non può farlo troppo alla luce del sole”, rivela al giornale Usa Hani Souflakis, uomo d’affari libico che funge da trait d’union fra il governo provvisorio libico di Bengasi e il governo del Cairo. ”Ma le armi arrivano” e ”gli americani, che pure non vogliono essere coinvolti direttamente, hanno dato luce verde agli egiziani perche’ diano il loro aiuto. E gli egiziani non l’avrebbero fatto senza il via libera” Usa.
18 marzo 2011 | 12:19 http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/libia-il-wall-street-journal-legitto-788488/
ROMA – L’Egitto sta armando i ribelli libici che combattono Gheddafi, fornendo loro soprattutto armi leggere e munizioni, e gli Stati Uniti ne sono informati: è quanto scrive il Wall Street Journal, che cita fonti ufficiali degli insorti e statunitensi.
Secondo il quotidiano, si tratta del primo caso conosciuto di appoggio pratico alla Rivoluzione del 17 febbraio da parte di un governo esterno. Le consegne di armi e munizioni ai ribelli attraverso la frontiera libico-egiziana, dicono le fonti citate dal sito del Wsj, sono cominciate ”alcuni giorni fa”, quando le forze fedeli al Colonnello hanno iniziato a riconquistare territorio verso la Cirenaica, e proseguono tuttora.
Da parte egiziana, dice il Journal, non c’è nessuna conferma. Negli Usa, invece, ”non c’è alcuna dichiarazione politica o riconoscimento formale di quanto sta accadendo”, semplicemente ”è qualcosa di cui siamo a conoscenza”, dice una fonte americana. ”Sappiamo che il Consiglio delle forze armate egiziano (la giunta militare al potere dopo la caduta di Hosni Mubarak, ndr) ci sta aiutando, ma non può farlo troppo alla luce del sole”, rivela al giornale Usa Hani Souflakis, uomo d’affari libico che funge da trait d’union fra il governo provvisorio libico di Bengasi e il governo del Cairo. ”Ma le armi arrivano” e ”gli americani, che pure non vogliono essere coinvolti direttamente, hanno dato luce verde agli egiziani perche’ diano il loro aiuto. E gli egiziani non l’avrebbero fatto senza il via libera” Usa.
18 marzo 2011 | 12:19 http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/libia-il-wall-street-journal-legitto-788488/
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