Più vecchio del possibile
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Più vecchio del possibile
di Federica Sgorbissa
La datazione di un ammasso di galassie mette in crisi i modelli di formazione delle galassie nell’Universo
NOTIZIE – È una conferma che porta scompiglio fra gli astrofisici: se corrette le conclusioni di Stefano Andreon, astrofisico dell’INAF-Osservatorio di Brera e Marc Huertas-Company, dell’Osservatorio Astronomico di Parigi-Meudon, riportata oggi su Astronomy & Astrophysics, rischiano di portare alla revisione dei più accreditati modelli di formazione delle galassie e degli ammassi di galassie. I dati raccolti dai due astrofisici infatti confermano che JKCS041, l’ammasso di galassie “prodigio”, è davvero vecchissimo, talmente vecchio da non poter esistere in accordo con quanto si crede oggi sull’Universo. Ma visto che c’è e che lo studio di Andreon e Huertas-Company ribadisce che l’ammasso ha suppergiù 10 miliardi e 620 milioni di anni, questo vuol dire che quando l’Universo non aveva nemmeno un quarto dell’età attuale era già lì e non era dissimile dagli ammassi di galassie odierni. Ma secondo la maggior parte dei modelli a quell’età dell’universo ammassi di questo genere non ce ne potevano essere.
“In base ai modelli di evoluzione delle galassie più accreditati, imbattersi in un ammasso con una sequenza di galassie rosse pienamente formata a 10.6 miliardi di anni luce di distanza è un po’ come aprire un antico sarcofago egizio e trovarci dentro un iPod: semplicemente, quell’oggetto non dovrebbe essere lì.” Così si legge nel comunicato stampa diffuso da INAF, che descrive bene lo sbigottimento dell’astrofisico di fronte a un oggetto impossibile. Già nel 2009 lo stesso Andreon, a guida di un team internazionale di scienziati, aveva fornito una prima stima dell’età dell’ammasso, che aveva stupefatto la comunità internazionale degli astrofisici. La verifica attuale non solo conferma quanto già osservato, ma sposta ancora più indietro le lancette di quanto sia stato fatto precedentemente. Se questa stima verrà accettata definitivamente degli astrofisici, a questo punto sarà per forza necessario iniziare a pensare come riscrivere le prime pagine della storia delle galassie.
http://altrogiornale.org/news.php
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NOTIZIE – È una conferma che porta scompiglio fra gli astrofisici: se corrette le conclusioni di Stefano Andreon, astrofisico dell’INAF-Osservatorio di Brera e Marc Huertas-Company, dell’Osservatorio Astronomico di Parigi-Meudon, riportata oggi su Astronomy & Astrophysics, rischiano di portare alla revisione dei più accreditati modelli di formazione delle galassie e degli ammassi di galassie. I dati raccolti dai due astrofisici infatti confermano che JKCS041, l’ammasso di galassie “prodigio”, è davvero vecchissimo, talmente vecchio da non poter esistere in accordo con quanto si crede oggi sull’Universo. Ma visto che c’è e che lo studio di Andreon e Huertas-Company ribadisce che l’ammasso ha suppergiù 10 miliardi e 620 milioni di anni, questo vuol dire che quando l’Universo non aveva nemmeno un quarto dell’età attuale era già lì e non era dissimile dagli ammassi di galassie odierni. Ma secondo la maggior parte dei modelli a quell’età dell’universo ammassi di questo genere non ce ne potevano essere.
“In base ai modelli di evoluzione delle galassie più accreditati, imbattersi in un ammasso con una sequenza di galassie rosse pienamente formata a 10.6 miliardi di anni luce di distanza è un po’ come aprire un antico sarcofago egizio e trovarci dentro un iPod: semplicemente, quell’oggetto non dovrebbe essere lì.” Così si legge nel comunicato stampa diffuso da INAF, che descrive bene lo sbigottimento dell’astrofisico di fronte a un oggetto impossibile. Già nel 2009 lo stesso Andreon, a guida di un team internazionale di scienziati, aveva fornito una prima stima dell’età dell’ammasso, che aveva stupefatto la comunità internazionale degli astrofisici. La verifica attuale non solo conferma quanto già osservato, ma sposta ancora più indietro le lancette di quanto sia stato fatto precedentemente. Se questa stima verrà accettata definitivamente degli astrofisici, a questo punto sarà per forza necessario iniziare a pensare come riscrivere le prime pagine della storia delle galassie.
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