la nebulosa di Gum
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la nebulosa di Gum
La Nebulosa di Gum fu la causa dello scioglimento dei ghiacci 12mila anni fa?
La storia della Nebulosa di Gum (e le sue caratteristiche) hanno qualcosa dell'incredibile, anzi, tutto in questa vicenda ha dell'incredibile, per le implicazioni che ne derivano. La più estesa nebulosa del cielo fu scoperta nel 1939, ma solo nel 1955 si comprese la sua natura: l'astronomo australiano Colin Gum capì, attraverso analisi all'infrarosso, che una polvere diffusa e quasi invisibile copriva una porzione immensa di cielo nell'emisfero meridionale, tra la costellazione delle Vele e quella della Poppa. Si trattava di una scoperta eccezionale perché sottintendeva l'esistenza di una fonte di quelle polveri di inimaginabile potenza. Gum non poté finire gli studi perché morì in un incidente di sci nel 1960, ma i suoi dati furono analizzati da altri studiosi che scoprirono l'estensione della nebulosa, pari a 2400 anni-luce, e anche la sorgente di tanta materia (che era equivalente a duecento volte la massa del Sole): una Pulsar, per la precisione la Pulsar Vela X, ultimi resti di una supernova esplosa 12mila anni fa.
Si trattò di un evento apocalittico, perché nei cieli terrestri brillò per settimane una stella grande come la Luna piena, che era visibile in pieno giorno e che forse portò sulla terra una tale quantità di energia da sciogliere le calotte polari. Se il pianeta ai tempi aveva una diversa posizione dell'asse terrestre (che appariva capovolto rispetto ad oggi) e se i ghiacci polari si sciolsero improvvisamente, è possibile che la Terra girò su se stessa, provocando maremoti e sconvolgimenti oggi noti come il Diluvio Universale. Esistendo già città e comunità umane sviluppate, il ricordo di questo evento potrebbe essere sepolto nei miti e nelle leggende dei popoli che vivevano nell'emisfero meridionale…
La storia della Nebulosa di Gum (e le sue caratteristiche) hanno qualcosa dell'incredibile, anzi, tutto in questa vicenda ha dell'incredibile, per le implicazioni che ne derivano. La più estesa nebulosa del cielo fu scoperta nel 1939, ma solo nel 1955 si comprese la sua natura: l'astronomo australiano Colin Gum capì, attraverso analisi all'infrarosso, che una polvere diffusa e quasi invisibile copriva una porzione immensa di cielo nell'emisfero meridionale, tra la costellazione delle Vele e quella della Poppa. Si trattava di una scoperta eccezionale perché sottintendeva l'esistenza di una fonte di quelle polveri di inimaginabile potenza. Gum non poté finire gli studi perché morì in un incidente di sci nel 1960, ma i suoi dati furono analizzati da altri studiosi che scoprirono l'estensione della nebulosa, pari a 2400 anni-luce, e anche la sorgente di tanta materia (che era equivalente a duecento volte la massa del Sole): una Pulsar, per la precisione la Pulsar Vela X, ultimi resti di una supernova esplosa 12mila anni fa.
Si trattò di un evento apocalittico, perché nei cieli terrestri brillò per settimane una stella grande come la Luna piena, che era visibile in pieno giorno e che forse portò sulla terra una tale quantità di energia da sciogliere le calotte polari. Se il pianeta ai tempi aveva una diversa posizione dell'asse terrestre (che appariva capovolto rispetto ad oggi) e se i ghiacci polari si sciolsero improvvisamente, è possibile che la Terra girò su se stessa, provocando maremoti e sconvolgimenti oggi noti come il Diluvio Universale. Esistendo già città e comunità umane sviluppate, il ricordo di questo evento potrebbe essere sepolto nei miti e nelle leggende dei popoli che vivevano nell'emisfero meridionale…
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